Rassegna stampa estera

Voi giovani ascoltatori di radio radicale venerdì venti settembre questo è l'appuntamento con la rassegna della stampa internazionale a cura di David Carretta anche quest'oggi apriremo con una finestra
Sull'Italia vista dall'estero vi proporremo un articolo dall'Economist
Esce proprio oggi nelle edicole europee Demolition Menna rottamatore demolitore di chi si parla evidentemente di Matteo Renzi che lascia il suo Pd
Appena dopo che il PD è tornato al governo e l'Economist costata che la vittima principale del rottamatore è proprio il PT il partito democratico ci occuperemo anche di Israele le lezioni che non hanno prodotto alcun chiaro vincitore ma sembrano rappresentare una sconfitta per Benjamin Netanyahu leggeremo editoriale del Financial Times
La serie vincente di Netanyahu potrebbe essere finita Israele ha bisogno di un governo e di una leadership con toni meno divisivi El Pais
Titolo di ieri Netanyahu non vince le elezioni confermano lo stallo politico in Israele per il Guardian poteva andare peggio il Washington post scrive in un editoriale
Che la sconfitta di Netanyahu è una buona notizia per Israele ma anche per gli Stati Uniti
Le lezioni potrebbero porre fine alla deriva controproducente verso il nazionalismo
In chiusura infine Brezzi tra la Commissione europea ha detto di aver ricevuto dal governo britannico una serie di
Documenti scritti anche se non sono proposte formali per cercare di arrivare a un accordo
In particolare sulla questione del Blackstone per irlandese
Ieri c'è stata anche una Mezzala pretura chiamiamola così diciamo Claude Junker che in un'intervista
Sky News Canale britannico ha detto di volere un accordo e che si può fare a meno del back stop a condizione però che gli obiettivi del back stop vengano tutti e pienamente rispettati
Vedremo come andranno i negoziati oggi sarà a Bruxelles il ministro per la Bread Street
Britannico o sul comportamento di Boris Johnson vi proporremo un commento da Philip Stephens del Financial Times
Secondo il quale le menzogne di Boris Johnson stanno piombando il Regno Unito in una palude morale cominciamo però dall'Italia e dall'Economist Demolition man il titolo di un'analisi
Che esce oggi sul settimanale britannico rottamatore demolitore trattato uscente come volete ovviamente si tratta di Matteo Renzi scrive l'Economist il giuramento
Di un governo che lega tra loro il movimento populista di Cinquestelle al partito democratico di centrosinistra
è stato di grande sollievo per gli investitori nel volatile debito pubblico italiano e per chi ha un interesse per la stabilità politica del Paese
Tra le altre cose la nuova coalizione ha promesso di tenere la legga il partito euroscettico e un attivista guidato da Matteo Salvini fuori dal governo almeno fino al due mila ventitré quando sono previste le prossime elezioni
Ma il diciassette settembre la politica italiana era di nuovo già in subbuglio Matteo Renzi Primo Ministro per quasi tre anni fino al dicembre due mila e sedici annunciato l'uscita dal Pd per formare un nuovo gruppo parlamentare
Questo sembra essere il primo passo verso un nuovo partito centrista modellato sulla Repubblica un bacio in Francia ciondolano si risparmia
Renzi ha telefonato alla Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per rassicurarli che il nuovo gruppo continuerà a sostenere il governo ed è diventato subito chiaro che una maggioranza dei sostenitori di Renzi in Parlamento intendono restare nel Pd finora Renzi aveva potuto contare sulla lealtà di più della metà dei cento undici deputati e cinquantuno seminatori di cui dispone il Partito Democratico
Ma sono una ventina di loro alla Camera il tredici al Senato dovrebbero unirsi
All'Hui i sondaggi dicono che nuovo partito di Renzi arriverebbe appena il cinque per cento i mercati sono rimasti calmi con lo spread tra i titoli italiani tedeschi che ha aumentato sullo di poco
Ma il pericolo è che Renzi presto abbia gli strumenti per togliere al Governo la sua maggioranza
Una lettura
Quella che piace mercati scrive l'Economist è che questa evoluzione permetterà Renzi d'imporre al governo politiche moderate e Pro impresa
Ma c'è un'altra lettura molto più allarmante ed è che Renzi che si è dimesso da leader del Pd lo scorso anno sia ancora assetato di potere e a un certo punto posso far cadere il governo non appena riterrà che è nel suo interesse farlo
Renzi che ancora solo quarantaquattro anni una volta si definiva il rottamatore questo soprannome doveva riflettere la sua energia la sua determinazione lo zelo riformatore
Ma ciò che l'ex Primo Ministro a distrutto di più
Ha rottamato è il suo stesso partito
Che si era già spaccato quando lui era ancora leader ora Renzi potrebbe completare il lavoro così tra l'altro
L'Economist in questa analisi sulla notizia della settimana a proposito della politica italiana
Non ho trovato invece molto spazio sulla stampa estera almeno almeno quella che abbiamo visto noi
La visita a Roma di Emmanuel ma come ieri c'era un articolo su Hulu figliolo Parigi Roma vogliono rilanciare insieme il progetto europeo la visita di macro ai suoi omologhi italiani
Doveva chiudere il periodo di tensioni tra i due Paesi
Sulle mondi oggi non c'è non c'è nulla su Libération di ieri non abbiamo visto niente va detto che le Monde se ne era occupato negli scorsi giorni sono ovviamente altri temi internazionali che che che la stampa resterà segue con maggiore attenzione negli ultimi giorni le elezioni in Israele per esempio fanno Shawn Times con un editoriale oggi dal titolo
La serie vincente di Benjamin Netanyahu potrebbe essere finita Israele ha bisogno di un governo di una leadership con toni meno divisivi
Andiamo a leggere lei è seconde elezioni legislative in Israele quest'anno hanno prodotto un altro risultato inconcludente
Ma questa volta potrebbero aver posto fine alla serie di quattro vittorie del primo ministro Benjamin Netanyahu i cui tentativi sempre più disperati di aggrapparsi al potere stanno avvelenando la vita pubblica in una società profondamente divisa
Il Likud di Netanyahu è arrivato dietro la coalizione blu e bianca di centrodestra guidato da Benni ghiande dall'ex capo dell'esercito
Il primo ministro di sua alleati di estrema destra ortodossi sono lo lontani dall'avere a maggioranza assoluta alla Knesset il Presidente di Israele Reuben Reeve Linda potrebbe dunque dare Guns il primo tentativo di formare un governo questo dovrebbe questo governo dovrebbe in qualche modo chic seguire lo scenario che è stato proposto da Avigdor Lieberman l'ex ministro della Difesa e degli Esteri una grande coalizione che tenga insieme
La coalizione blu e bianca un Likud in qualche modo liberato da Netanyahu e il partito dello stesso Liebermann di destra laica Israel Beitenu
Il prossimo mese pratiche prosegue Function Pains Netanyahu deve anche comparire davanti al procuratore generale di Israele
Che deciderà se incriminarla o per tre accuse di corruzione dunque non solo il suo futuro politico ma anche la sua immunità è in gioco
Di conseguenza Netanyahu non ha alcuna intenzione di giocare il ruolo di moderato continuando la sua campagna di stigmatizzazione dei cittadini arabi di Israele
Un quinto dalla popolazione che Netanyahu accusa di essere una quinta colonna che vuole distruggere lo Stato ebraico ora Netanyahu dice senza averne alcuna prova che ci sono state frodi elettorali del voto arabo
E che queste frodi sono costate al Likud due seggi che tratta di roba pericolosa sottolinea il Financial Times
Netanyahu per il quotidiano della City in realtà è diventato un peso per Israele la sua democrazia oltre ad attaccare i cittadini israeliani arabi ha promesso di annettere tutti gli insediamenti ebraici nella Valle del Giordano nella Cisgiordania occupata
Questo significherebbe porre fine a qualsiasi speranza di uno Stato palestinese indipendente
E condannare le future generazioni israeliane a soggiogare in modo permanente milioni di palestinesi
Una ricetta questa che del resto gli ex premier Ehud Barak Ehud Olmert hanno paragonato a uno status a uno Stato apartheid che minerebbe distruggerebbe la legittimità di Israele
Un governo di unità nazionale per contro guidato dalla coalizione blu e bianca anche se non cambierebbe molto in termini di politiche perseguite
Abbasserebbe il volume del dibattito e potrebbe dimostrarsi più stabile senza la destra irredentista e religiosa una coalizione più ampia in particolare con il laico Lieberman come King maker
Invece
Che con l'influente voto blocco di voti della destra religiosa come King maker terrebbe sotto controllo il fondamentalismo religioso e porrebbe fine a una serie di privilegi per gli ultrà oltre ortodossi
Un altro risultato significativo di queste elezioni
E quello secondo fra Giunta in della Lista unita araba
Arrivata terza gli elettori arabi sono occorsi alle urne per rispondere alla demonizzazione di cui sono stati oggetto da parte del primo ministro il blocco arabo quasi certamente starà fuori dal governo come ha sempre fatto ma potrebbe aumentare la sua influenza in particolare se il suo leader Hayman ode diventerà il primo arabo a essere anche il leader dell'opposizione alla Knesset il il principale leader dell'opposizione
Questa tuttavia non è una sonora sconfitta permetta mia Aubry conosciuto nessun taxi la sua conclusione
Le manovre per il potere sono solo all'inizio tutto potrebbe dipendere dalla decisione del procuratore generale di procedere o meno contro il più longevo primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu
Insomma un elemento di prudenza nelle conclusioni del Financial Times
E molto prudente se non addirittura
Pessimista El Pais in un editoriale di ieri dal titolo Netanyahu non vince le elezioni confermano lo stallo politico in Israele i risultati delle elezioni legislative in Israele le seconde in soli cinque mesi
Portano a trarre diverse conclusioni negative due delle quali riguardano il premier in carica Benjamin Netanyahu la terza la stabilità regionale
Prima conclusione Netanyahu un una la maggioranza sufficiente per governare
Si tratta di una grave battuta d'arresto per un primo ministro che aveva fatto di queste elezioni una sorta di plebiscito sulla sua persona un referendum personale Secondo Netanya secondo seconda conclusione Netanyahu non disporrà dei voti sufficienti per cambiare la legge tutelare la sua immunità dalle accuse di corruzione che deve affrontare ma la cosa peggiore di queste elezioni ripetute che Netanyahu a
Inserito nel dibattito politico
Temi assolutamente inaccettabili sia per la soluzione del conflitto con i palestinesi sia per il funzionamento della democrazia israeliana
Il primo ministro ha proposto l'annessione unilaterale di parte della Cisgiordania Israele e si è inventato una fantasmagoriche cospirazione
Dei cittadini arabo israeliani per manipolare le precedenti elezioni senza avere alcuna prova
Come se non bastasse scrive poi nelle conclusioni El Pais
Che da questo punto di vista un giudizio evidentemente diverso dal Financial Times
A rigore Liebermann leader laico di estrema destra che difende l'occupazione della Palestina sarà l'arbitro di questo stallo politico
Italiano voleva garantirsi il suo futuro politico personale la scommessa di andata male ma la cosa peggiore e il danno che queste elezioni rischiano dico causare al paese e al processo di pace con la Palestina così
Tra l'altro El Pais che ricorda
Ricorda Lieberman
Personaggio
Profondamente criticato quando era al governo
Proprio con Benjamin Netanyahu prima della
Della rottura
Per il Guardian è questo il il titolo abbastanza efficace del dell'editoriale di ieri
Nelle elezioni israeliane poteva andare peggio Netanyahu è indagato per l'incarico come la maggioranza degli elettori sembra riconoscere ma i problemi sono più grandi di noi sono strutturali in fondo sono quelli che ha indicato anche il paese a cui ha accennato anche Fraktion Times la politica israeliana
Su alcuni temi consensuale anche se non estremista
Come Netanyahu
Chi invece in qualche modo ha una visione più ottimista il Washington post in un editoriale dal titolo la sconfitta di Netanyahu è una buona notizia per Israele e per gli Stati Uniti
Le elezioni israeliane potrebbero porre fine alla deriva controproducente verso il nazionalismo
Scrive il post le lezioni non hanno prodotto nessun chiaro vincitore né una maggioranza parlamentare immediata c'è spazio per manovre post elettorali
Netanyahu potrebbe ancora trovare un modo per restare come primo ministro ma se gli altri partiti israeliani rispetteranno le loro posizioni di campagna elettorale
Un leader che ha polarizzato il suo Paese danneggiato la posizione di Israele nel mondo potrebbe essere finalmente costretto a lasciare l'incarico
O almeno
Mi si potrebbero legare le mani per non mettere in atto le sue proposte più estremiste il presidente Trump forse sarà triste di vedere Netanyahu fuori dal potere o con le mani legate
Il leader israeliano è stato forse il suo più fedele seguace all'estero condivide la sua antipatia verso i media e le altre istituzioni democratiche
Ma ricorda Washington post le relazioni con di Israele con gli Stati Uniti
Potrebbero migliorare grazie a un nuovo Primo Ministro Netanyahu sempre più allineato al Partito repubblicano è responsabile della polarizzazione che c'è stata anche in America su Israele
Il sostegno alla Stato ebraico tra i democratici è crollato rispetto al passato insomma Washington post ricorda che il consenso che sarà che c'era tra i due
Partiti americani
E dunque la continuità anche politica nelle relazioni con Israele
è stato distrutto da da dalle scelte di Netanyahu le conclusioni del Washington post un governo israeliano impegnato a rispettare le norme liberali potrebbe iniziare a riparare alcuni danni
Una coalizione centrista sarebbe anche più aperti alla pace israelo palestinese che Trump dice di voler negoziare
Non si può non ci si può attendere nessuna svolta rapida ma se le cose andranno bene queste elezioni potrebbero aver bloccato quella che è una pericolosa deriva verso un nazionalismo controproducente
Israele così
Tra l'altro il Washington post
O tra gli altri temi
Va segnalato
Un tema economico la Federal Reserve americana che continua a intervenire
Con iniezioni di liquidità
Cosiddetto Money Market degli Stati Uniti
Insomma soldi per aiutare le banche e questo è fonte di preoccupazione perché ricorda quanto era accaduto una
Dozzinali anni fa vedremo come come evolverà questa situazione terzo intervento in pochi giorni
Sul Financial Times trovato in tutto nove Susan Sontag di oggi però vogliamo prendere un commento di Philip Stephens
A proposito di Brad Smith non tanto l'attualità ma come sta evolvendo il dibattito politico nel Regno Unito le menzogne di Boris Johnson stanno più bando Regno Unito in una Petra palude
Anche di carattere
Morale non c'è una sola animano i corridoi del Governo che crede che il primo ministro dica la verità Stephens parte dal fatto che il primo ministro a mentito alla regina sulla sospensione del Parlamento
Qualcosa che non ha precedenti
Certo le menzogne di Johnson & Ibra exit non sono cosa nuova basta guardare la campagna per il referendum due mila e sedici nella quale lo stesso Johnson non aveva mai davvero creduto alla Brackett
Lo ha detto chiaramente David Cameron secondo cui Johnson ha abbracciato la causa euroscettica semplicemente per le sue ambizioni personali
Ci sono altre menzogne che vengono raccontate da da Philip Stephens ma più importanti sono le conclusioni
Queste menzogne rivelano un profondo disprezzo per le tradizioni le istituzioni e le leggi che sono alla base dell'ecosistema parlamentare britannico
Il governo ora dice semplicemente facciamo quel che ci pare il rifiuto di Johnson di dire pubblicamente che rispetterà la legge in particolare quella sull'Odile dimostra questo disprezzo
Se il governo può imbrogliare alla fine lo farà l'ossessione per il popolo la dice lunga sulla demagogia ma una volta che si priva la democrazia di fiducia
Di limiti e di verità condivise ciò che rimane e
Un maggioritari Isma'delle orrende conclude tra l'altro Philip Stephens sul Financial Times e noi con lui dotare il carretto una buona giornata con Radio Radicale