Tra gli argomenti discussi: Camerun, Cina, Economia, Erdogan, Esteri, Gran Bretagna, Ovest, Politica, Rassegna Stampa, Turchia, Unione Europea.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 20 minuti.
Rubrica
09:30
12:00 - Torino
15:30 - Mondovi (CN)
Buongiorno all'ascoltatore di Radio Radicale sabato ventitré ottobre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta oggi torneremo su due dei temi che hanno contraddistinto questa settimana
La nomina di uscì Jim Pinga successore di usi in tavoli in Cina successione che dovrebbe concludersi nell'arco dei prossimi due anni ma che è stata sostanzialmente decisa
Da una riunione del plenum del Comitato centrale del Partito comunista che si è chiusa lunedì vi proporremo un editoriale dall'Economist sul prossimo imperatore la constatazione del settimanale che la Cina
Rimane uno Stato fragile vi se ne daremo anche la notizia dall'Herald Tribune i tibetani protestano per i piani cinesi di tagliare
La loro lingua e poi ci occuperemo dell'altro tema della settimana il Piano d'ostilità del Governo britannico vi proporremo
Commenti contrapposti Paul Krugman al premio Nobel e columnist del New York Times sostiene che britannici siano vittime della moda dell'austerità e questo li porterà a una nuova recessione
Per il Wall Street Journal invece Cameron non fa abbastanza
Avrebbe dovuto tagliare le tasse per creare le condizioni della crescita privata
L'Economist la pensa più o meno come Wall Street Journal in un litorale editoriale dal titolo Alvia il programma di un ferita giustificato malgoverno Cameron farebbe bene a essere più netto nel ridisegnare lo Stato
Britannico partiamo però da un altro tema che
E al centro di alcune delle battaglie internazionali dei
Radicali la Turchia la Turchia nei in occidente la Turchia dentro l'unione
Europea le corna Miss per questa settimana vi dedica la sua Copertino il primo editoriale la domanda è se la Turchia stia voltando le spalle all'Occidente
La risposta sintetizzata nel sommario territoriale no ma potrebbe farlo se Europa e America non comprenderanno accetteranno suo insuccesso
Scrive il settimanale britannico la sua posizione strategica vicino al Medioriente alla Russia a cavallo tra Europa e Asia significa
Che la Turchia conta da sempre ma nell'ultimo decennio la sua influenza aumentata enormemente la Turchia vissuto due grandi trasformazioni non sempre riconosciute
All'estero due trasformazioni che riguardano le performances economiche e la sua politica estera per gran parte del dopoguerra l'economia turche statali malato d'Europa bassa crescita inflazione alta crisi bancaria ripetizione
Oggi l'inflazione bassa le banche sono solide e la Turchia un'economia che Moro che cresce molto più vigorosamente del resto del Club dell'Organizzazione per la cooperazione allo sviluppo economico cioè l'economia occidentali avanzate
Dato che un Paese povero di risorse questa crescita riflette
Elementi di forza notevoli in particolare nel settore dell'industria delle costruzioni
La Turchia fabbrica mobili autocivetta scarpe televisioni lettori DVD in un certo senso del Bric dell'Europa potrebbe essere definita la Cina europea
Sulla politica estera questo membro storico della NATO con un esercito
Secondo ha visto solo agli Stati Uniti in termini di di dimensioni è sempre stato un bastione dell'occidente la Turchia la Norvegia erano il soli e due membri della NATO che confinano con l'Unione Sovietica
Ma la posizione Proci dentale da Turchia in passato l'apporto dimenticare i suoi vicini in particolare nell'ex Impero ottomano
Anche in questo caso per l'economista c'è stato una grande trasformazione sostenuta dalla sua crescita economica la Turchia è diventata molto più attiva con la sua diplomazia in Medioriente nei Balcani in Africa
E in un certo senso diventata un gigante diplomatico locale il Brasile della Regione di fronte tutto questo ci sarebbe da aspettarsi
Un'accoglienza positiva da parte delle potenze occidentali e invece invece una Turchia più prospera e presuntuosa solleva molti nervosismi per presuntuosa s'intende più determinata sulla scena internazionale
Gli europei scrive l'Economist tremano alla prospettiva che venga chiesto loro di fare entrare un paese così popoloso gli Stati Uniti che un tempo criticavano gli europei per la loro riluttanza ora guardano con sospetto la nuova politica estera avventurosa della Turchia i critici in Occidente tendono a nascondersi dietro l'idea che la Turchia si stia spostando verso il fondamentalismo islamico che in qualche modo sia stata persa dall'Occidente
Per l'Economist questo giudizio totalmente sbagliato anzi
Più in occidente si continuerà a sostenere questa tesi più aumenteranno le possibilità di perdere la Turchia e certo prosegue settimanale che in politica estera Recep Tayyip Erdogan
Sia stato un po'troppo incline
All'eccessiva solidarietà musulmana è stato troppo gentile con il Presidente del Sudan Omar al-Bashir dimenticandosi la sua incriminazione per crimini di guerra
Ha fatto un errore quando si è unito al Brasile nell'iniziativa di mediazione sul nucleare iraniano che ha portato la Turchia votare contro sanzioni più dure contro l'Iran
E i suoi attacchi contro quello che un tempo era
Lo stretto alleato Israele hanno irritato non solo gli israeliani ma anche molti americani
Però però aspettato un attimo scrive l'Economist il Brasile
Ha mediato con l'Iran senza che nessuno abbia messo in dubbio le credenziali occidentali del Brasile su Israele Erdogan certo appuntato sulla strada araba sul sentimento dalla strada araba
Ma molte delle lamentele turche sono le stesse dell'Occidente come per esempio sui nuovi insediamenti in Cisgiordania
Più in generale il Governo turco sta facendo ciò che tendono a fare tutte le democrazie e cioè riflettere i punti di vista dei suoi cittadini
Molti musulmani pensano che i palestinesi vengano maltrattati quanto gli europei gli europei sono nel panico su un apposito possibile adesione all'Unione
I negoziati sono in corso da cinque anni a nessun paese che ha iniziato a negoziare la fine non è stata offerta la membership
Ma i leader di Francia Germania Austria Olanda sembrano contrari all'ingresso turco come gran parte delle loro opinioni pubbliche
La disputa risolta di Cipro sembrano ostacolo insuperabile se l'Unione europea sceglierà di escludere la sua Cina alla fine sceglierà di allontanare l'economia che cresce di più nel suo vicinato e perverrà qualsiasi speranza di influenzare la Regione
Che sta ai suoi confini orientali nel momento in cui molti europei si sentono ignorati dal resto del mondo B sarebbe un errore storico
La scusa comune prosegue l'Economist una scusa comune per questa follia e dire che la Turchia non è veramente occidentale un loculo e sempre meno ancora una volta e dogane
Ha fatto cose che non aiuta i critici notano la sua battaglia contro l'establishment che ma lista laico la sua intolleranza per il dissenso e la sua impazienza verso l'Unione europea
Eppure i timori che la Turchia stia per diventare il prossimo Iran sono totalmente assurdi
La tolleranza per il velo nell'università non significa all'improvviso lapidazione delle adultere e gli oppositori di Erdogan e continuano a scrivere editoriali critici
Insomma la Turchia si va in una nuova direzione ma rimane un esempio brillante e raro nel mondo musulmano di democrazia di Bramante in cui prevalgono lo stato di diritto l'economia di mercato
Se molti leader occidentali vorrebbero mettere la palla nel campo della Turchia la responsabilità
Nel campo turco in realtà la vera questione è la vera domanda è per loro e la domanda è se americani europei sono pronti ad accettare la Turchia per quello che una democrazia musulmana con una cultura e una postura diplomatica diverso
Ma schierata dalla parte del liberalismo economico e politico questo giornale spera che la risposta sia sì
E se posso aggiungere anche
Chi legge questo giornale in questa
Rubrica
Così l'Economist su cui rimaniamo per parlare di Cina successione cinese il prossimo imperatore e il titolo del secondo editoriale un Principe incoronato nel segreto in un vasto regno contraddistinto da forti tensioni bene la Cina e ancora uno Stato fragile
Sottolinea nel settore nel sommario il settimanale
Che i comuni che comincia il suo editoriale
Con una citazione di ma ho contenga ricca sono tranquillo avrebbe detto ma o al suo successore
Uva Guofeng in realtà quella di mouse dimostra una scelta disastrosa Hua dura un paio d'anni prima di essere rovesciato nel mille novecentosettantotto
Il decennio dopo un'altra successione programmata deraglia in modo spettacolare per le conseguenze di una rivolta approdano Croazia Tienanmen
Solo una volta otto anni fa al partito comunista cinese riuscito effettuare una transizione tranquilla quella di uno Jintao l'attuale Presidente ora una nuova transizione in corso il mondo farebbe bene a preoccuparsi per due ragioni
Perché se nessuno sa nulla del nuovo leader cinese di quel che pensa e per la natura friabile di questo regime che è molto meno monolitico è stabile di quanto pensino di stranieri l'uomo scelto per succedere a U come capo del partito nel due mila dodici presidente cinese l'anno successivo CGU Ping
E il figlio di uno dei fondatori della Cina comunista e per il resto e poco conosciuto al mondo esterno ora ci si sta preparando a prendere la testa della seconda economia e del più grande esercito al mondo un Paese che in più sta attraversando una serie di profonde tensioni sociali
Non è chiaro come abbia fatto salire così in alto nel partito la sua nomina è molto simile a quella di Kim Jong alcun in Corea del Nord ma almeno la leadership cinese offerto una spiegazione
Sulla scelta in un comunicato di quattro mila seicento caratteri un po'poco dopo il plenum del Comitato centrale del partito dove
Si è annunciato il percorso economico politico ma con
Termini molto vaghi che vengono analizzati dall'economista in un articolo a parte oltre che nell'editoriale
Ma non è tanto di questo che dovrebbero
Preoccuparsi il leader del mondo semmai dell'immensità del compito che davanti a sé sci Jim Ping
Nonostante le loro dichiarazioni di unità i leader cinesi sembrano in disaccordo su quali debbano essere le priorità del Paese sia in economia sia sulle riforme
Politiche la domanda è se sci accederà le riforme politiche da un lato e dall'altro lato ristrutturazione dell'economia cinese verso una crescita più equilibrata
Non mancheranno certo i corsi in conservatori che inviteranno alla cautela ma ci sono anche ragioni pragmatiche favorevoli e cambiamenti
I successi economici della Cina potrebbero essere messi in crisi dall'incapacità del partito di allentare il suo controllo sulla società
Lo scontento pubblico alimentato dal risentimento per il disprezzo dei pari Governi locali e nazionali verso i cittadini ordinari
Sta diventando cosa comune nei villaggi e nelle città del paese
I dati ufficiali
Mostrano che le proteste sono aumentati di dieci volte dal mille novecentonovantatré in passato i leader cinesi hanno potuto contare sulla crescita per assicurare la stabilità sociale ma se e quando dovesse esserci un rallentamento economico bella rabbia popolare potrebbe
Esplodere il percorso giusto secondo l'economista e allentare la repressione del partito sul dissenso
Più trasparenza nel partito e sono riforme economiche vitali ma resto del mondo farebbe male a pensare che la ragione prevarrà nei prossimi anni in Cina
Come con quando
C'è aria di crisi il regime ricorre sempre a un pericoloso
Nazionalismo è accaduto con il Giappone recentemente ma anche con l'America l'Occidente troppi occidentali inclusi quelli che chiedono sanzioni commerciali contro renminbi la moneta cinese danno per scontato che hanno a che fare con una potenza razionale e sicura disse
Meglio pensare a una corte imperiale paranoica e introspettiva che già fatica a tenere tutto unito e che si sta imbarcando in una successione molto delicata alla fine
Questo scenario rischia di traccia lasciarci molto meno delusi così tra l'altro l'economista a proposito di Cina una notizia l'Herald Tribune di oggi tibetani protestano per i piani cinesi di tagliare
Ridurre o potrà far scomparire la loro lingua migliaia di studenti tibetani martedì sono scesi in strada per protestare contro
Le proposte di ridurre o eliminare l'uso della lingua tibetana dalle scuole locali questo secondo quanto riportano alcuni pronto gruppi di difesa del Tibet e quanto si sa attraverso fotografie e video circolati su internet
Le proteste sono le più ampie nell'aria dalla rivolta del marzo due mila otto che iniziò a Lhasa questi diffusa nel resto del Plateau tibetano ma a differenza di quelle manifestazioni queste sembrano essere pacifiche coinvolgono principalmente agli studenti
Una protesta contro queste politiche si è tenuta anche a Pechino ieri dove centinaia di studenti tibetani si sono riuniti in un'importante università che si occupa di minoranze etniche
Le manifestazioni sulla lingua tibetana scrive le fa il Tribune rivelano al profondo risentimento di molti tibetani per le politiche degli Anna il gruppo etnico dominante in Cina che
Sta di Lou endo la cultura tibetana Dalai Lama ricordiamo ha denunciato il genocidio culturale del Tibet molti tibetani si lamentano anche dei rigidi controlli sulla pratica del buddismo che includono un divieto
Ad avere immagini del Dalai lama e si lamentano della migrazione su vasta scala dei cinesi hanno e nelle città tibetane agli Anna finiscono la maggior parte dei posti di lavoro
L'Herald Tribune poi prosegue raccontando queste manifestazioni
E conclude con una blogger tibetano che vive a Pechino che fatto circolare un sms ieri dicendo per salvare la nostra lingua molti studenti tibetani stanno protestando nelle aree tibetane
A difesa della lingua tibetana abbiamo bisogno che la vostra attenzione
Il messaggio diceva anche che se gli Anna che parlano cantonese possono protestare per difendere l'uso di quella lingua allora i tibetani dovrebbero avere il diritto di difendere la loro di lingua
Il riferimento era le proteste di luglio nella città di Canton durante le quali dei Cantoni sì hanno
Manifestato contro la proposta di un politico
Di costringere la televisione locale a smettere di trasmettere in cantonese e passare al mandarino così l'Herald Tribune in un altro sintomo che
Insomma l'economista ragione scrivere la Cina ancora fragile quanto meno dal punto di vista
Sociale per chiudere l'austerità lo Stellita nel Regno unito poi i giornali italiani hanno scritto delle
Degli annunci del Governo Cameron e allora andiamo direttamente alla I con menti partendo dall'Herald Tribune che ripubblica
Un'opinione di Paul Krugman premio Nobel per la pace per l'economia scusate
Columnist del New York Times
I britannici fashion victims vittime della moda quale moda con l'austerità nella primavera due mila dieci l'ostilità di bilanci diventata di moda d'improvviso consenso
Sulla base del quale tutti dovevano aggiustare i Bilanci subito
Non era fondato su un'analisi accurata era una mania qualcosa a cui tutti hanno iniziato a credere perché lo dicevano tutti ed è una moda che sparita rapidamente visto che le elezioni
Le lezioni del passato dicono che riaggiustare bilanci quando la disoccupazione alte l'inflazione cala è una pessima idea
La moda è sparita rapidamente negli Stati Uniti dentro l'Amministrazione Obama ma nessuna moda finisce senza lasciare qualche vittima della moda scrive Krugman
E le ultime sette e le ultime vittime sono il popolo britannico che hanno la sfortuna di essere governati da un Governo arrivato il potere sull'onda della moda dell'austerità e che non ammetterà mai di essersi sbagliato
Cosa accadrà ora beh forse Regno Unito sarà fortunato verrà salvato da qualcuno
Dall'esterno probabilmente però il risultato sarà questo un Regno Unito del mille novecentotrentuno o gli Stati Uniti del trentasette o il Giappone del novantasette
Perché le cose funzionano così un'ostilità di Bilancio prematura porterà a una nuova recessione questo
E quanto predica Krugman da un
Bel po'di tempo a questa parte salvo il fatto che i risultati che la Germania per esempio indicano il contrario
Ieri diversi giornali sottolineavano le parole del ministro dell'economia tedesco che attaccato proprio gli Stati Uniti e la Francia
Perché con una politica di bilancio molto austera ben crescono la Germania cresce del tre virgola quattro per cento quest'anno contro l'uno virgola quattro
Che era stato previsto la scorsa primavera
Chi non la pensa come Krugman è sicuramente Wall Street Journal le elezioni britanniche d'austerità ciò che Margaret Thatcher può insegnare a Devid Cameron in sostanza il quotidiano economico americano critica
Il leader Tory per non aver assunto Thatcher come modello certo Cameron merita un plauso per aver rifiutato il consenso neo che keynesiano
E avverrà allontanato Regno Unito dal baratro
Della spesa ma il Governo non ha offerto un'agenda POR pro crescita che permetta l'impresa privata di creare
Posti di lavoro tagliare la spesa non basta altrimenti Governo rimarrà politicamente vulnerabile all'accusa che i mediocri risultati economici siano il frutto della spesa pubblica è sufficiente la verità è che il Governo non può creare la prosperità
Di un Paese né con la spesa né con i tagli il suo ruolo di creare le condizioni in cui le imprese possono farlo da sole questa era la lezione
Vi Thatcher che Cameron non ancora imparato l'economista in un editoriale dal titolo Uccio AIA
Scrive che il programma di ostilità giustificato malgoverno Cameron farebbe bene a essere più duro nel ridisegnare lo Stato britannico
Perché perché sotto il governo laburista diventato più una coperta calda che una rete di salvataggio allargato le sue complete competenza dato posti di lavoro sussidi a tutti
Con la spending review nonostante le promesse di devolvere alcuni compiti alla big society
Lo Stato britannico resterà fondamentalmente lo stesso e cercherà di fare esattamente le stesse cose di prima continuando spendere quarantun per cento di PIL insomma
Ci vogliono più riforme ter ridurre le dimensioni dello Stato l'ultima segnalazione in Washington post ieri pubblicava un commento di hanno Applebaum
Che guardava da quanto accade non solo nel Regno Unito ma anche in Francia la Francia sciopera mentre il Regno Unito rimane
Silente
Beh questi due Paesi
Rispecchiano i loro stereotipi nazionali perché perché in Francia tutto questo tutti questi scioperi tutte queste proteste
Avvengono per una piccola riforme alzare l'età pensionabile da sessanta a sessantadue anni ma ci fermiamo da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale
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