Intervista a Mario Baldassarri sugli obiettivi del Federalismo fiscale e sulle "manovre" per fronteggiare la crisi dell'economia e della finanza in Italia ed in Europa

Radio radicale abbiamo qui con noi Mario Baldassarri economista e presidente qui in senato della Commissione finanze Presidente Baldassarri lei è utile esponente politico economista e anche come con nomi sarà insomma
Questo benedetto federalismo fiscale davvero non comporterà un aumento di spesa può non comportare un aumento la spesa pubblica
Ma intanto appunto bisogna
Chiarire di che cosa stiamo parlando cioè un provvedimento che dà le linee guida di un processo per il federalismo fiscale
Che dovrà avvenire in parallelo come d'altra parte è emerso chiaramente in Aula concordato anche
Da tra Governo maggioranza e opposizione
Il percorso parallelo dello Statuto d'autonomia che dovrà definire le funzioni rispetto alle risorse poi che ciascun livello di Governo dovrà
Avere e si dovranno chiarire anche le questioni aperte sul Titolo quinto e cioè il fatto che abbiamo ancora ventinove materie concorrenti tra Stato e Regione e quindi chi decide chi lo decide
In più certamente importante l'impegno che anche come Commissioni riunite abbiamo chiesto al Governo che il Governo ha assunto
Esprimendo addirittura in Aula con il Ministro dell'economia questo impegno e cioè di produrre
Nell'arco di un anno
All'inizio del primo decreto delegato
Tutta la base di dati e simulazioni per valutare come
Il federalismo fiscale impatta sulla redistribuzione delle risorse e quindi anche delle funzioni il problema vero di fondo
A mio parere è stato ben impostato attraverso
Un emendamento
Avevo presentato in Commissione che ho ripresentato in Aula
Che riguarda il percorso complessivo
Della pressione fiscale e dell'andamento della spesa corrente in particolare la spesa corrente al netto degli interessi perché interessi sul debito pubblico non sono
Totalmente sotto il nostro
Controllo questo emendamento significa
Che dobbiamo rispondere prima di tutto la domanda
Il federalismo fiscale è lo strumento di politica economica Ugo oltre che di riassetto istituzionale che però ha come obiettivo quello di migliorare la qualità della spesa ridurre sprechi e quindi ridurre la spesa pubblica
E alla fine ridurre la pressione fiscale complessiva cioè i cittadini dobbiamo dire con chiarezza che sono in grado di controllare meglio
Il rapporto tra tasse e spesa se questo viene riportato ai livelli Comune Provincia Regione è stato
Ma la prima domanda dal alla quale risponde ricopro dei cittadini e qual è il totale comunque di pressione fiscale
In funzione di tutti i servizi che vengono
Forniti qualche opinione non è che rischiamo di avere la burocrazia regionale la burocrazia comunale abrogatio strade che si sommano invece di essere in qualche modo dagli atti
Esattamente questo poteva essere il rischio che alla fine ci fosse un po'una corsa una corsa ad accaparrarsi funzioni e risorse
è diventato potesse essere poi ulteriori aumenti di spesa con ulteriori ineluttabile aumenti di pressione fiscale ora questo emendamento è stato di fatto accolto
Dal Governo già in Commissione dal Governo e dal relatore l'opposizione si è opposta in Commissione a questo emendamento
In seduta da un lato è stato richiesto dal Governo e io ho accettato volentieri di trasformare questo emendamento in un impegnativo ordine del giorno
Sul testo dell'ordine del giorno si è migliorato ulteriormente attraverso
Le richieste in particolare del senatore Morando del PD che oltre
A definire il percorso di rientro e di abbassamento della pressione fiscale legato al contenimento di spese correnti
Che era già presente nel testo iniziale si è specificato che questo essere legato alle spese correnti primarie e cioè al netto degli interessi
è un impegno molto forte che però da una garanzia di quadro complessiva che alla fine di questo percorso ci sia
Un risultato concreto per i cittadini cioè
Pagare in totale meno tasse e poi sapere a chi pagarle tra Stato Regioni Province e comuni
Senta professor Baldassarri riprendiamo il discorso rapidamente della crisi economica poi sommati insieme i dati sugli ordinativi mi pare di capire che in Europa si visto dietro un crollo degli ordinativi dell'industria dittatori era di circa il venticinque per cento
In Italia vi sono ancora peggiori si parla addirittura di un coloro possibile tra il trenta il quaranta per cento se ho letto
Se ho letto bene non è che nel due mila e nove ma ci sarà un vero e proprio disastro vano
Mi permetto di completare il ragionamento come completezza di informazione anche di correggere il carisma
Non sul non sulla sulla pressione fiscale cioè per chiarire quello che è stato approvato oggi dall'Aula del Senato è stato approvato un percorso di e riduzione della pressione fiscale parallelo alla riduzione
E degli sprechi e quindi la riduzione della spesa pubblica corrente
Che è un percorso ragionevole
Si tratta in realtà nei primi due anni
Di applicazione del federalismo di avere un tetto massimo del quarantadue per cento
E nei tre anni successivi questo tetto deve scendere al quaranta per cento moralistico tutto questo solo un libro di sogni no esattamente questo che volevo far capire quanto sia realistico
Moderato ma un percorso certo di abbassamento perché
Perché dove tutti dobbiamo ricordare che nel due mila sei
Quindi poco tempo fa la pressione fiscale complessiva in Italia è stata quaranta virgola sei per cento
Poi con il Governo di centrosinistra Prodi Visco Padoa-Schioppa è balzata
Al quarantatré virgola tre per cento quindi si tratta di avere in realtà un percorso di sette anni
Due per fare i decreti delegati due viene eccessivo treni successivamente per ritornare almeno alla pressione fiscale del due mila sei quindi non stiamo facendo
Numeri drastici ma diciamo di correzione in un profilo temporale ragionevole di quella che posso chiamare la gobba delle tasse di Prodi e Visco Padoa Schioppa
Mi potrebbe dire falsamente caso ricordare che negli anni precedenti procedo stava al momento del disavanzo Padova il disavanzo primario che aveva ha un po'destabilizzare i contenuti
No in realtà il il deficit no in realtà il deficit complessivo era stato sempre in linea con i tetti del del definiti con un non è europea o no
No il problema era un'altra in realtà è che nel due mila uno alla fine della precedente legislatura di centrosinistra
Il Governo da allora dichiaro un deficit dello zero otto per cento
In realtà all'Eurostat e certificato che già nel due mila e uno era pari al tre virgola due per cento cioè già nel due mila uno l'Italia aveva sfondato il parametri ma se il tre per cento
Il Governo successivo non ha ridotto in modo
Forte questo livello di deficit ma certamente è andato in un percorso di contenimento
Ritorniamo alla questione e la crisi economica insomma il crollo degli ordinativi in Europa è molto significativa in Italia ancora più grave il servizio dovrebbero disastrata
Guardi entro e non è disastro economico o meno il problema è guardare diciamo con chiarezza e trasparenza alla realtà delle prospettive economiche
Personalmente sono già tre o quattro mesi anche quando il Centro Studi Economia Reale abbiamo prodotto analisi previsioni l'ultima
A metà dicembre
Dove abbiamo presentato le ultime previsioni
E
Senza fare riferimento cose lontane ma insomma pochi giorni fa all'Unione europea ha dato le sue previsioni cioè una crescita negativa del meno due per cento questa è la prospettiva
Del due mila nove
è solo che sia l'Unione europea che la Banca centrale europea
Hanno trascurato di commentare un'altra previsione che loro stessi hanno fatto
E cioè a fianco del meno due per cento di crescita hanno detto che l'inflazione sarà l'uno per cento abbiamo già parlato esattamente che la controprova del fatto che gran parte di quella recessione vera e propria recessione del meno due per cento dipende dagli errori di politica economica
Della Bianca ci azzecco però insomma se c'è la crisi economica mi pare che i miei ma c'è una demenza aumentarle disavanzi allora se c'è la crisi economica questa crisi economica e così grave con diminuzione del PIL oltretutto crollo degli ordinativi dell'industria manifatturiera
Professor Baldassarri ma è davvero realistico che facendola del federalismo fiscale si riduca la speso o il ponte solo lui una cosa scritta nell'acqua in realtà forse non c'era proprio bisogno la di fare questa riforma quando qualche commentatore
No qui occorre distinguere nettamente il federalismo fiscale
A un processo di cinque anni ed è una prospettiva di medio termine quello che lei giustamente pone il problema dell'immediato della politica economica non è il federalismo fiscale la politica economica delle prossime settimane dei prossimi mesi
Qui c'è da dire con chiarezza una cosa però
Il Governo ha fatto un decreto anticrisi di circa cinque miliardi nell'ambito dei vincoli di deficit e concordati con l'Unione europea
Però nonostante questo noi già quest'anno avremo un deficit del tre virgola otto per cento del PIL
Più basso della Francia che sta al cinque per cento più basso dell'Irlanda che sta addirittura l'undici per cento però tre virgola otto per cento comunque di deficit
E la differenza come tutti sanno tra noi e altri Paesi europei è il l'alto debito pubblico che c'abbiamo per cui la Francia forse può permettersi anche uno due anni di sfondamento del deficit la Germania forse ancora meglio perché c'è un debito ancora più basso della
Della Francia
L'Italia con un centodieci per cento di debito rispetto al PIL sì che sempre per il caso di ricordare solo se l'interrompo che si tratta del maggior debito non
Viale perché il Giappone c'è un debito che il grosso del nostro però è tutto interno quanto il debito americano per definizione è un'altra cosa quindi Gallipoli questi poi maggior decoro mondiale
Assolutamente sì e purtroppo lo sappiamo da oltre venticinque anni questo non è un problema nato lieti
Ma proprio perché siamo in queste condizioni allora chiunque propone a mio parere giustamente
L'esigenza di ulteriori manovre che possano fronteggiare la crisi che si prospetta perché certo
I cinque miliardi della manovra anticrisi
Tampona le esigenze più immediate magari qualche fascia più debole ma non è quantitativamente
Sufficiente per fronteggiare questo tipo di
Crisi allora però bisogna
Con chiarezza dire una cosa che
Le manovre debbono essere quantitativamente più rilevanti e strutturali ma non possono determinare un Euro in più di deficit proprio per questa ragione
Ho presentato un emendamento
Al decreto anticrisi anche se per ragioni di scadenze tecniche non so quanto sia possibile
Farlo nei prossimi giorni però per porre l'argomento anche dopo il decreto anticrisi
Che e impone a tutti una a una valutazione non abbiamo ottocento miliardi di spesa pubblica
Dobbiamo altrui cercare entro questi ottocento miliardi di spesa pubblica almeno trenta trentacinque miliardi di risorse per dare un sostegno alle famiglie di quindici miliardi raddoppiando le deduzioni per carichi familiari
Di dodici miliardi togliendo dall'IRAP la Bar come base imponibile il monte salari e quindi sostenere sul serio tutte le piccole e medie imprese e cinque o sei miliardi
Di
è soldi veri pere avviare al più presto le grandi infrastrutture per quelle che sono già pronte progettate e cantierabili allora dove andiamo a trovare queste risorse nel mio emendamento proposto
Di azzerare tutti i fondi perduti che sono ventiquattro miliardi di euro all'anno e sostituirle con fisco zero
Negli anni successivi fino alla concorrenza dell'ammontare che sarebbe stato dovuto in termini di fondo perduto
E
Mettere un tetto a tutti gli acquisti della pubblica amministrazione riconoscendo il valore storico del due mila due
E
L'inflazione che nel frattempo si è avuta cioè tutte le pubbliche amministrazioni hanno lo stesso potere d'acquisto che avevano nel due mila due
Con questi due tagli di Spesal si ottengono trentaquattro miliardi
Quindi si possono destinare a famiglie impresa investimenti infrastrutturali senza causale un Euro in più dite questo secondo le mie valutazioni stime simulazioni
Comporterebbe un spinta alla crescita nel due mila nove del due mila dieci per cui da almeno due potremmo anche fare a zero per cento che non è un grandissimo risultato ma chiaramente vuol dire una cosa molto precisa meno due
Vuol dire circa un milione e mezzo disoccupati in più
Zero per cento forse vuol dire
Cinquanta sessanta mila disoccupati in più
E allora anche tutto il tema sacrosanto degli ammortizzatori sociali che va messo in campo assume un rilievo quantitativo ben diverso se prima le risorse vengono usate per
Evitare la grande crisi
E poi le risorse che ci sono possono essere usate per aiutare
Chi comunque troverà difficoltà sul mercato del lavoro o perderà addirittura al posto di lavoro
è un argomento che a mio parere va posto correttamente su sul tavolo
Parlamentare sul tavolo del confronto politico sul tavolo anche con le parti sociali ma mettendo questo paletto non facendo quello che finora ha fatto il PD e cioè propone una manovra da sedici miliardi su due mila nove
Per poi coprirla nel due mila dieci e due mila undici con meno tasse e più spesa pubblica
Il che vuol dire però concretamente che nell'immediato sono sedici miliardi più di deficit vuol dire che il deficit italiano quest'anno si dovrebbe il cinque per cento del PIL
E poi dire che sta in una manovra triennale
Per cui nel due mila dieci e due mila undici poi si correggerà questo deficit a me pare
Poco corretto e soprattutto molto pericoloso
Perché i mercati che agirebbero nell'immediato all'aumento di verso il pubblico si rischierebbe un'apertura ulteriore del differenziale dei tassi di interesse e rischieremmo di trovarci nel due mila dieci in una fase forse in cui da sé interesse riprenderanno un pochino a crescere
Che per noi costerebbe
Un punto in più
Di interessi sul debito pubblico e quindi quei sedici miliardi di maggior deficit ci troveremmo con sedici miliardi in più di maggiori interessi da pagare sul debito pubblico dal due mila dieci in poi quindi questo è il punto su cui fare chiarezza
Come maggioranza come Governo ma anche nei confronti dell'opposizione opposizione legittimamente può proporre cose alternative ma non può proporre demagogia nelle quali alla fine
Si tratta di fare lo sfondamento di qualunque equilibrio finanziario e fare una manovra deficit
Che per noi non è un fatto ideologico è pericolosissima per quello che dicevamo prima e cioè con il debito pubblico che ci troviamo sulle spalle sarebbe masochistico
Andare a
Non rispettare questo bisogno di rigore finanziario che abbiamo finalmente ottenuto anche di confronto di altri Paesi europei quindi siamo come sempre professor Mario Baldassari