Quali politiche per le cure primarie?

Cioè con i
In una prospettiva di Welfare sostenibile
Per cui dire evitabile comune che non accade civili già danni selezione
Delle prestazioni
Il sindacato il tuo in particolare
La CGIL come Giuditta interporsi
è pronto a scommettere deve andare avanti su politiche
Che che purtroppo potrebbero essere non sempre
Universalistica
Sul principio di universalità no
Nel senso che l'UE nel fare
In questo caso Guelfa socio sanitario
è un diritto di cittadinanza
Sulle modalità con cui questo diritto si possa garantire anche in termini di compartecipazione o si può discutere
Per quanto riguarda soprattutto quel mondo delle prestazioni sociali che oggi sono ampiamente
Zaia carico delle famiglie dobbiamo dimenticare che soprattutto nell'area dell'assistenza agli anziani noto sufficienti e così via
Esiste un out of pocket come si dice amplissimo e prolifera di tutto
Prolifera anche una mercato sociale spesso in nero
In positivo e negativo quello del badantato ad esempio
Che ci segnala ecco il punto che mi preme
Che ci segnala come
Perché se non ci comprendiamo bene rispetto alla collocazione di questa Conferenza come se questa conferenza si è fatta
Si è fatta trent'anni dopo la otto tre tre
è per raccontarci sicuramente darci una spinta in questo senso le esperienze positive che si sono attuate realizzate
Ma anche per dirci che siamo lontano
Ancora dallo spostamento di quel baricentro che faceva del territorio dell'integrazione la risposta alle grandi mutazioni demografiche epidemiologiche dei nostri anni
E io avanzo una preoccupazione che voglio condividere con voi
Perché questa conferenza appunto non rimanga sospesa intanto dicendo in positivo che
Bissoni ha fatto bene
A dare questa opportunità la Conferenza quella di concludersi con
Un testo che rimane un punto di riferimento per quanto
Ovviamente di principio e non operativo
Si colloca in una situazione delicatissima sul piano politico
La consegna che lascia la Conferenza la consegna inevitabilmente limitata da questa situazione eppure c'è una consegna che noi condividiamo io penso
Ma la preoccupazione sta nel fatto che rischiamo se interrompo un processo
Un percorso di cambiamento che si è messo in moto in questi due anni
E un percorso di cambiamento difficile faticoso perché è difficilissimo spostare il baricentro dallo pedale al territorio dal sanitario al socio sanitario altrimenti non ci troveremmo qui ancora a discutere di queste cose
Porto come esempio concreto delle mie preoccupazioni la situazione delle Regioni delle diverse regioni italiane che sono impegnate con i piani di rientro
E lo porto perché
Quella situazione impone anche agli attori di questo tavolo una responsabilità se non vogliamo si interrompa il processo che si è messo in moto con il Patto per la salute
Quello cioè del risanamento della riconversione del sistema
In quelle regioni in cui giustamente si è provata la scommessa del rientro dal disavanzo
Non può prevalere esclusivamente la logica del MEF
Del Ministero dell'economia quella è una conditio sine qua non per poter procedere
Ma deve essere capace di intervenire il Ministero della salute dell'assistenza alla Regione che guarda i livelli essenziali di assistenza perché
C'è un rapporto clamoroso tra disavanzo protratto nel tempo
E eccesso di offerta ospedaliera
Tra disavanzo protratto nel tempo e mancata regolazione degli accreditati soprattutto nei settori in cui non c'è appropriatezza allora in quelle regioni
I quelle Regioni che noi sosteniamo le loro piani di rientro
La vera operazione di risanamento si fa spostando il baricentro appunto riportando al centro quello che è la domanda di salute
E quella che era disposto ad appropriata che trova nelle cure primarie e nel territorio nell'integrazione tra sanitario e sociale la risposta anche di tipo economico alle sofferenze finanziarie
Altrimenti sono piani destinati nel tempo a riprodurre gli errori del passato
è una scelta di
Applicazione di quel pezzo della Costituzione che dice che la salute un diritto del singolo ma anche interesse della collettività
Allora insisto c'è una responsabilità in questa fase delicata se non vogliamo che il processo che si è messo in moto faticosamente in questi due anni dal Patto per la salute in avanti si fermi
Che è quello di ribadire per esempio che lì e in generale nel territorio nazionale la vera sfida del risanamento sa nella riorganizzazione del sistema la vera sfida stalli
Questo il punto vero
Il secondo e poi chiudo seconda preoccupazione che ciò
è naturalmente che il processo
Di cambiamento si affidava intanto un tentativo difficilissimo e Bissoni Errani lo sanno perfettamente essendo protagonisti protagonisti maggiori di questa vicenda anche Zucchelli era sottosegretario ma il punto è che
Il modello di federalismo che avevo costruito in Italia che è un modello io penso irreversibile
E che ha responsabilizzato maggiormente alle Regioni e ha permesso proprio di
Far appalesare in modo clamoroso che le differenze sono spesso legate alle
Incapacità di gestire il sistema più che le condizioni di partenza
Beh però
C'è bisogno come diceva anche Mengozzi di trovare un punto di sintesi unitario
Di trovare un momento in cui anche il principio di uniformità stabilito dalla Costituzione per i livelli essenziali è in qualche modo garantito accanto a quello dell'autonomia ed è la legislazione concorrente e così via da parte delle Regioni
Io penso che questo processo che aveva trovato nel disegno di legge sull'ammodernamento in quello sulla non autosufficienza
Perché senza fu si fanno integrazione territorio con un fondo di trecento milioni all'anno
Si fa facendo una grande operazione di integrazione e investendo come tentava di fare
La legge sul reddito del solo sul vicenza l'operazione lite assenze non autosufficienza come esperimento di una possibile integrazione di un avanzamento del modello di cui stiamo parlando
Quindi c'è il pericolo si interrompe un percorso
Almeno
Il terzo provvedimento e chiudo davvero il terzo provvedimento che può aiutare a dare una spinta ulteriore verso la direzione di marcia in cui si discusse in queste giornate è quello sui LEA
Il DPCM sui LEA io mi auguro davvero che venga condiviso perché devono farlo se so che è compito di
Vi partito Regioni è stato definiscono i LEA
La Conferenza delle Regioni si approvi e si approvi il DPCM che dà se non altro un punto di riferimento io penso importante non esaustivo per
Costruire il modello di integrazione socio sanitario
Sapendo che in completo che è un elenco di prestazioni non è
Il sistema di garanzia dei LEA
è un pezzo del percorso che ci deve fare ma questo può essere un paletto davvero che si conficca in profondità in una situazione delicata e affida la fase politica successiva quel passaggio con un passaggio cruciale
Queste preoccupazioni le volevo condividere perché ci fanno assumere anche la responsabilità politiche sociali da cui non possiamo assolutamente sì grazie
Grazie con
Magari Bissoni indici di RAI se veramente il venti di marzo il LEA vanno in Stato-Regioni oppure ce lo dirà allora Errani
Che ne sa di più che perché politicamente per il più esposto dite volevo dirti non c'è domanda perché
Ce ce ne sono tante ma per parafrasare
Su un segretario di partito si può fare
Sì si seguono i dieci punti del decalogo si può fare
Sismica
Ah sono aumentati sono aumentati
Da un
Io devo una risposta al dottor Garzin come segretario regionale della Fimmg sia mi ha chiesto una disponibilità della Regione a verificare
L'andamento del
Accordo fra noi e i medici di medicina generale abbiamo
Ovviamente
Un'esigenza come sistema regionale anche noi di riflettere sul decalogo
E quindi sulla
Fase di riorganizzazione dei servizi territoriali d'altra parte siamo in piena discussione sul piano sociale e sanitario e così come condivido l'idea di monitorare
Gli accordi con i medici di medicina generale
Che non trovo così diciamo in affanno come veniva sostenuto abbiamo undici aziende quattro non fatti Bracco sette hanno fatto gli accordi ieri abbiamo visitato uno
Dei centri normali di questa Regione neppure case della salute e medicina di gruppo ma cosa Centillo Ormanni in cui si trovano oggi gli ambulatori medici medicina generale insomma e già lì c'erano
Segni evidenti di innovazione ma una lettura che faremo assieme colgo l'invito
Del dottor Zincone
E
Allora
Le cose sono oggettivamente molto complesse che
Insomma come usciamo da quelle dichiarazioni di principio da quei dieci punti cominciano ad emergere il problemi che sono i problemi che non abbiamo trovato in questi anni
è però noi facciamo un patto
Facciamo un patto di ricollocare le nostre riflessioni nell'ambito della condivisione di quindici punti
E quindi almeno questo passettino in avanti facciamo
Facciamo
Parto da un punto molto delicato il tema della integrazione
Noi ci troviamo in una situazione in cui non abbiamo ancora costruito
La integrazione abbiamo detto in area sanitaria
Ospedale e territorio
E abbiamo già la sfida dell'integrazione sociale e sanitaria
E insomma è una curiosa spicca io sostengo che noi dobbiamo rifiutare una logica dei due tempi per cui prima facciamo l'uno e poi facciamola
Se condividiamo la cultura della istituti della integrazione piantiamo facciamo marciare tutta la tastiera dell'integrazione
Su questo però c'è un punto così come la integrazione
Professionale ha bisogno di una condivisione che qui oggi sembra esserci
C'è a monte un problema di una integrazione istituzionale
E insomma che ha bisogno di fare qualche passo in avanti il principio della integrazione c'è già nella legislazione italiana
E da questo punto di vista alle Regioni e gli enti locali potrebbero fare molti passi in avanti
Come si realizza la partecipazione degli enti locali al governo della sanità e demandato alla responsabilità della Regione
Ma chi ha una Regione debba disciplinare la partecipazione degli enti locali al governo della settima della sanità nei principi generali della due due nove c'è già
C'è già
Poi magari qualcuno chieda conto oltre che dei disavanzi sanitari anche di come una Regione a disciplinati i principi generali del duecentoventinove questo sia fa
C'è il Presidente della Conferenza è pensabile
Della Conferenza delle Regioni non dalla Conferenza Stato-Regioni del giustamente appartiene ad altri
C'è lo spazio perché
Le le Regioni e gli enti locali condivida non questo percorso
E poi arriva subito un problema
Quella integrazione per alcuni aspetti è un'integrazione di politiche di programmazione
Per altri aspetti e qualcosa in più
Nel caso del socio sanitario è una integrazione di programmazione
è una integrazione nella costruzione della rete dei servizi a volte è un'integrazione gestionale
A volte un'integrazione finanziaria come vogliamo gestire il fondo della non autosufficienza
Ecco queste cose c'è la possibilità di fare torna
Io nella
Esperienze che stiamo facendo in questa Regione
Penso di potere dire che abbiamo fatto dei significativi passi in avanti poi certamente difficile trovarsi una campagna elettorale in cui sembrano tutti uguali
I Presidenti si occupano solo della dire nella della nomina dei primari
In tutto il Paese
Qualcuno diceva le corsie degli ospedali sono diventate le nuove strutture dei partiti
Ed è insomma c'è il mondo è mondo in questo in questa in questa Italia
Allora la integrazione la integrazione rese in primo luogo istituzionale perché al
Altrimenti non abbiamo l'input giusto per
Poi però arriviamo al nodo che abbiamo cercato di affrontare in questi giorni
Allora da questo punto di vista
Io davvero badate
Sono insomma un po'insofferente rispetto alle tante dichiarazioni di centralità delle quella professione dell'alta propensione dell'altra professione
Se la poniamo così
In termini di una ridistribuzione di poteri ieri non andiamo da nessuna parte
Noi possiamo trovare sicuramente dei nuovi equilibri
E devono essere equilibrate più avanzati perché sono nati delle professioni sanitarie con una formazione alle spalle che ieri non avevano e almeno prendiamo atto di ciò che abbiamo costruito
E quindi se la mettiamo da quel punto di vista c'è bisogno di riconoscere una nuova realtà e di prenderne atto
Riparazione quando dice nell'ospedale abbiamo un percorso più riconoscibile
Ma il problema del rapporto medici ospedali e non l'abbiamo risolto neanche dentro l'ospedale medici infermieri non l'abbiamo risolto niente dentro l'ospedale dove poi il cittadino
Ha una visione una percezione più chiara del servizio
Ma non ancora quel processo di Paesi
E non è solo un problema di rapporto tra il medico dell'infermiere non abbiamo risolto il problema fra le varie specialità in medicina generale è una grande nel sistema quando fa il medico e un'altra cosa
Quando hanno prevalso tutti gli specialisti mi rispetto ai finita la figura del medico che
Abbiamo bisogno di ricomporre tutta questa situazione allora da questo punto di vista un sistema di
Clinical governance che non è la la il governo dei dottori
Va bene
Allora ha bisogno di riconoscere le autonomie professionale ma tutti ci come tutti i sistemi di governance hanno bisogno che quel riconoscimento di autonomia professionale non diventi ostacolo
Alla creazione di quello che veniva chiamato no dalla prestazione al servizio
E noi abbiamo bisogno di fare questo percorso
E allora leggiamo
I percorsi assistenziali che noi dobbiamo fare non in termini di ridistribuzione di poteri ma in termini di competenze che ciascun è in grado di apportare dentro quel percorso
Perché noi possiamo vederlo tutti il
I i responsabili del caso che vogliamo ma se non c'è una cultura condivisa della integrazione
Disciplinare professionali non riusciremmo mai badate a costruire il percorso di presa in carico di continuità di cura eccetera
Allora noi
Abbiamo siamo disponibili ammettere sul bilancio no sul piatto della riorganizzazione dei servizi che vogliamo fare
Di quella partecipazione organizzativa che lanciamo dei nostri obiettivi di riorganizzazione aziendale siamo disponibili a mettere in discussione
In modo in cui fino ieri abbiamo pari partecipato a un percorso assistenziale a favore della costruzione di un nuovo sistema di presa in carico della persona se riusciamo a fare questo
E abbiamo l'input giusto non vedo perché dovrebbe essere difficile mette insieme oltre che al medico oltre che all'infermiere l'assistente sociale o altri che dobbiamo fare sostanzialmente
Questo tipo di di di percorso
E
Alle giornate che abbiamo speso ieri e oggi attorno a questi temi hanno un senso se c'è questa disponibilità
Io parto dal presupposto che i lavori dei gruppi
E la condivisione attorno i dieci punti che abbiamo presentato ci fanno sperare che tutti quanti siamo disponibili a ripartire
Cercando di rompere un po'le difficoltà che in passato ci hanno impedito di procedere su questa sperato grazie
Giù pelli
Si è detto prima che
Ci si domandava che fine allora tutto il prodotto di questi due anni di lavoro no quanto potrà essere il senso è salvato qua sotto
Le professioni sono pronte a spendere il mio ancora perché questo processo prosegua
Beh forse sono il meno adatto destinatario insomma domande
Perché
Scotto
Solo e non è quello il punto sono i sono tra i più mortificati più dispiaciuti
Per lo svilupparsi
Della vicenda politica
Saluto al ministro Bindi grazie
Speriamo che sia un buon auspicio amici questo applauso allora dicevo
Avete
In questi due giorni
Ho visto il vostro programma il nostro programma quello che Stefano inglese con tanta
Sapienza ha costruito visto che avete parlato con molta serietà di purtroppo son dovuto andare a Roma ieri mattina nella tarda mattinata
Avete parlato con molta serietà di tutti gli argomenti quindi ed è inutile che io aggiungo
Considerazioni di ordine generale
Su quei temi che vanno dall'implementazione delle cure primarie alla continuità assistenziale eccetera perché
Ne siamo profondamente convinti se non lo saremo qua dedicare due giornate questi
Che c'è
Benvenuto amministra
è ovvio subito una specie di tremore
Buongiorno gliene arriva
Accolto sennò me lo avessi fatto una battuta su questo noi niente allora
Non me ne ero accorto solo in quell'ambito sapete l'impatto
Allora che volevo dire
Solo scherzoso io volevo dire
Vi volevo dire
Quindi non vale la pena
Stare qui ancora cercare di convincerci vicendevolmente di tutte le cose che vi siete detti di cui siamo contenti però come dicevo non so bisogno qualcun altro c'è un profondo gap tra il dire e il fare
Parliamo di queste cose da sette otto dieci quindici anni ma queste cose non nascono si sviluppano
E ancor più pericolosamente addirittura riversiamo risorse in questo settore e poi alla fine ancora le cose non si modificano
Non è in tutte le Regioni questo è vero queste in cui stiamo parlando la mia regione non ragiono ampiamente matura qui la spesa in campo ospedaliera intorno al quarantacinque per cento cosa di questo tipo abbiamo delle regioni in cui la spesa ospedaliera in con il cinquantacinque per cento
Ma anche nelle regioni in cui il cinquantacinque per cento mi domando col quarantacinque per cento che spesso non nella spesa nella spesa ospedaliera ma nel territorio che fine ha fatto
Che risultati ha prodotto quando in moltissime delle regioni italiane il territorio e ridotto poco più di un simulacro oppure addirittura non c'è quasi nulla
Ma non vi parlo di piccole Regioni vi parlo dell'ASI parlo della Campania vi parlo della Sicilia
Di e cose di estrema importanza e di dimensioni molto ampi in cui vivono milioni milioni i cittadini del nostro Paese
Quindi il fatto che siamo convinti di tutto questo
Non ha portato a dei risultati Cervone episodici oppure alcuni esempi particolarmente virtuosi come quello dell'Emilia e poche altre regioni
E quindi ci dobbiamo domandare il perché questo è accaduto e se noi lasciamo queste cose anche con la convinzione la più grande possibile le cose sono destinate a quanto chissà quante ne faremo di queste conferenze
Per cambiare ancora e quindi bisogna che la politica una politica del cambiamento in questo campo o della concretizzazione delle opinioni e delle buone pratiche si realizzi
E quindi e la politica vive voglio dire e provocare alcuni cambiamenti radicali che se non si realizzano le nostre dichiarazioni rimangono buone dichiarazioni e basta
Deve cambiare
Devi cambiare veramente dobbiamo spendere più soldi per la prevenzione per la prevenzione non si spendono ancora quei soldi che sono previsti così in generale dal necessità dal necessità esistenti
Dobbiamo dedicare più quattrini alla alle diagnosi precoci
Dobbiamo
Fare e ha ragione Bissoni contemporaneamente l'integrazione tra sociale sanitario mentre facciamo la integrazione tra ospedale e territorio
Dobbiamo e questo è un compito recentissimo che c'è precipitato addosso e noi siamo stati quasi sopraffatti da questo da questo dato nuovo estremamente utile ma siamo un bivio molto importante integrare le varie professioni
Che sono cresciuti in maniera fortunosa fortunata perché è opportuno che che che questo accadesse
E quindi abbiamo dei profili professionali nuovi abilitati i livelli di né voglio dire di qualificazione e di e di formazione scientifica e professionale ma
Se non abbiamo saggezza
Nel coordinare queste varie figure professionali nei vari settori dell'assistenza del del della della sanità in genere
Probabilmente
La ricchezza che abbiamo a disposizione rischia di diventare una confusione ed un danno se noi nel orientiamo con saggezza
Dobbiamo arrivare ad una vera e propria riorganizzazione della medicina di famiglia
Dobbiamo arrivare ad una riorganizzazione della medicina specialistica
Ma
Non
Voglio dire
Così soltanto continuando sul modo in cui siamo andati fino ad ora perché credo che il modo in cui abbiamo proceduto fino ad ora anche nei migliori esperienze sia ancora inadeguato
E allora come l'ospedale né i suoi limiti né i suoi difetti nelle sue
Drammatiche realtà di tutti i giorni che purtroppo vengono segnalate a una configurazione al nostro ora
Così anche la medicina del territorio la medicina delle cure primarie deve aprire una struttura una struttura più definita più precisa più organizzata
E quindi bisogna introdurre dei cambiamenti cosa che avevamo cercato di fare con questo disegni di legge che lì e affidato
Al destino del prossimo Parlamento se mai ce ne vorrà occupare soprattutto del prossimo Governo
Ma chi deve fare questo voglio dire due o tre cose perché è tardi e siete stanchi e non voglio opprimere
Io voglio non voglio evitare i problemi più scabrosi chi deve fare questo
Lo devono fare
Lo Stato da solo questo cambiamento lo devono fare le Regioni da sole
Ebbene
Dopo la modifica del Titolo quinto dalla Costituzione nel due mila e uno la realtà è quella che
Non è che questa abbia cambiato in peggio le situazioni oddio in certe regioni del sud la modifica del Titolo quinto delle costruzioni e sono convinto
E lo dico così tanto non ho grandi responsabilità voglio dire politiche sono prevalentemente un amministratore visto che sono fondamentalmente un tecnico io credo che qualche problema lo abbia creato
E il federalismo in qualche modo vada ripensato perché questo non è un federalismo veramente della responsabilità queste un federalismo che accentuato i danni in certe regioni del nostro Paese
In ogni caso
I fatti sono tali che io credo che al di fuori di una leale collaborazione istituzionale tra Stato centrale in regioni le migliori Regioni collega sono saputo esprimere le migliori pratiche difficilmente si esca da questa situazione
Ecco perché in questione hanno passato abbiamo faticosamente tentato di costruire attraverso una felice rapporto con le regioni
Ho sempre di riappropriamo anche bisticciata abbiamo litigato qualche volta ma
In una desiderio di partecipazioni di costruire qualcosa di nuovo
Abbiamo tentato di dar vita ad un progetto di tipo comune che non era ancora completato non era scritto nel migliore dei modi l'itinerario parlamentare poteva migliorarlo
Ma in ogni caso questo era stato il tentativo la mia convinzione dopo tanto tempo dopo quarant'anni di vita nel servizio sanitario nazionale e dopo questi due anni di esperienza come sottosegretario è questa
Se si lascino così le cose non troviamo una soluzione soltanto insieme lo Stato e le Regioni ripeto in una leale collaborazione debbono
Debbono produrre questi cambiamenti
Infine
Vi voglio dire un'altra cosa soltanto
Se non si dà
Voglio dire se non si realizza la legge duecentoventinove
Che parla di programmazione
Che parla di programmazione che parla di accreditamento che parla di accordi di committenza queste cose noi ce le possiamo dimenticare
Perché se da una parte facciamo degli sforzi di elaborazione e anche cambiamo l'organizzazione poi in quella regione non esiste un piano di programmazione e quindi si fanno gli ospedali a caso
In Campania non esiste un piano di programmazione o esiste ma era brutto ed era fatto male era meglio che ne facessero un altro la Calabria non ce l'hanno ancora l'anno lì scritto su un mobile ma non l'ha ancora approvato il Consiglio regionale
E così via tante altre Regioni non ce l'hanno mi verrebbe da dire anche il Lazio non ha un piano di programmazione ospedaliera decente
E allora se noi non facciamo il piano di programmazione se le Regioni non dispongono questo precedentemente
Se non stabiliscono la Rete attraverso la quali siano visti crescono quindi un piano di programmazione non soltanto ospedaliero ma un piano di programmazione anche territoriale
Se non definiamo quelle che sono come diceva giustamente il collega della CGIL le strutture che debbono essere accreditate
E che quindi debbono fornire prestazioni per il Servizio sanitario nazionale
Se non facciamo gli accordi cioè le aziende non fanno la committenza alle strutture dicendo i cittadini hanno bisogno di questi prestazioni e io pagherò queste prestazioni in più non le pago
Non si creerà mai il contesto perché quel cambiamento sul territorio e te ne vogliamo costruire si realizzi
Sono andato alle situazioni di base alle situazioni banali ma che sono quelle che impediscono in gran parte del Paese dissi analizzano queste cose
Rimarranno sempre degli esempi episodici rimarranno dei tentativi vaghe assai affidati alla buona volontà di qualcuno a cui non si tratta di buona volontà
Qui si tratta di creare una condizione veramente i di novità perché il servizio sanitario nazionale amici noi non lo salveremmo non lo salveremmo se non
Fu focalizzare Imola nostra attenzione sul territorio e sulle cure primarie non c'è nessun sistema che possa reggere fornendo prestazioni quasi esclusivamente ospedaliere
Se non fosse per il danno che si ma i cittadini se non fosse per il pericolo se non fosse terminata emotivi sarebbero le spesi e che ci impediscono di proseguire su questa strada ed è quello che in gran parte d'Italia ancora si fa
Come vedete le cose il nostro Paese sono abbastanza primordiali
Non lasciate di volo dire distrarre dal fatto che siamo in Emilia Romagna e molti di voi sono emiliani e devono in una realtà particolare il resto del Paese non è a questo livello e nel resto del Paese ci sono dei bisogni fondamentali che non sono ancora stati
E voglio dire soddisfatti ma soprattutto manca quell'inquadramento programmatico manca l'applicazione delle leggi fondamentali che rendono possibile tutto questo queste l'azione politica che dei governanti si devono porre
Questo quindi è proprio delle responsabilità di chi deve organizzare e di fare scelte non solo a livello centrale ma anche a livello regionale
Grazie
Diceva che era l'ultimo dato atto a parlarne poi ma insomma si tratta sapevamo che così no stavano
Le cose Rosi Bindi sapeva che sarebbe arrivato a cioè giuridici chiamava capivo fece il traffico
E che chiamavamo noi dice però poi pure lei era un po'in difficoltà quindi
Ed è venuta con grande piacere finanche purtroppo non ha potuto lo ascolta di tutto anche se su temi questi che
Non non solo per una sua precedente l'esperienza delle di Governo ma per quello attuale pure ben conosce penso alla presa in carico
Non è così penso all'integrazione ed istituzionale
Penso al fatto che che che Ministeri devono di collaborare si può parlare del DDL sulla non autosufficienza per esempio no
E ecco
Il bilancio di questi due anni su questi temi per un ministero nuovo come il tuo
Che mi dicevi tu sai sempre io sarò come il prezzemolo perché nono portafoglio
Però entrerò dappertutto
è stato un po'così voi
Se anche nella limitatezza di questi due anni perché due anni non su cinque
Lo è stato anche non solo per quella che che l'immagine ma per quelli che sono i fatti perché in una fino a due finanziarie
Non è che su un passato invano
Giusto
Soprattutto
Credo che non
Non siano passati invano
Per il Servizio sanitario nazionale
Ora io ascoltavo Zucchelli
Che mi fa molto piacere di ritrovare
Dopo un'esperienza di sottosegretario
Non modificato nella struttura fondamentale
Della professionalità non a tutti fa male la politica
Prova che
Comprime no no anche ultimamente comunque è un complimento cioè dire questo
Anche
Anche se insomma
Ci fa fossi accanto mi fossi trovato accanto ad una persona della quale ho una stima
Pochino inferiore a quella che ho nei confronti di di Zucchelli avrei detto la stessa cosa si
Avessi ritrovato
Dopo due anni di di governo non facile la la stessa persona perché credo che appunto
Questa sia la cosa più importante
Ma dicevo lui è rimasto sempre lo stesso nel senso che dice le cose come stanno per la preoccupazione di non dirle come stanno le dice anche troppo come sta
Questo
O fa
Allora senza quest'aspetto che e
Se già ci assomigliamo anche un po'stufa lista
Ma io
Penso davvero che non sia passato invano per mettere non solo
Per la
Piccola esperienza e che ho fatto con me Ministro delle politiche per la famiglia ma anche come
Servizio sanitario nazionale non siano passati invano questi questi due anni perché
Certamente
C'è stato in
In in questi venti mesi una forte accentuazione delle cose delle quali state parlando in questi giorni
Penso che
Da questo punto di vista Livia Turco abbia un Morato l'impegno che si era assunta vi ricordo che una volta ebbe a dire come in fondo
Negli anni per la riforma del duecentoventinove
Erano c'erano
Fortemente anche concentrati su su su
Sull'edilizia ospedaliera sui medici ospedalieri vedi capitolo esclusività di rapporto o altro
L'attuazione piena del due due e nove parte dal rafforzamento del delle cure primarie del medico di famiglia del distretto
Cioè dell'attuazione di quello che era considerato un pilastro fondamentale della stessa riforma e credo che da questo punto di vista non si possa non dire che ciò è avvenuto
E siccome io son convinta che
La capacità di
Di invertire anche solo culturalmente una linea di tendenza qualche volta è più importante della stessa attuazione concretizzazione delle cose che si fanno
Io credo che
Questi venti mesi non siano da questo punto di vista passati invano cioè
C'è una grande consapevolezza sul fatto che il futuro il presente il futuro dei servizi sanitari nazionali
Si misura su un rafforzamento delle cure primarie su nulla
Diminuzione della spesa ospedaliera
E sull'integrazione socio sanitaria ecco penso che questa sia un dato culturalmente affermato e che intorno a questo vanno
Vanno fatti anche investimenti
Soprattutto sulle figure professionali soprattutto su
Sul personale del Servizio sanitario nazionale
è chiaro che
Poi questa
Questa forte accentuazione che c'è stata impatta con la situazione del nostro Paese il nord e resta il nord il centro destra e centro e il sud resta il sud
Non non ci sono dei dubbi però io sono
Altrettanto convinta che se vogliamo superare questa
Forbice
Terribile
Torna la questione meridionale nel nostro Paese
Non solo bisogna prendere consapevolezza che questione meridionale anche questo
Anche su questo è cresciuta un po'di mentalità che
Bisogna turno sanno perfettamente che
Abbiamo fatto una gran fatica anche a inserire le questioni sociali e sanitari
Dentro i i patti territoriali i piani di sviluppo a suo tempo nel le nel nel Governo novantasei due mila uno no
Questione meridionale normalmente e sicurezza
Sviluppo e occupazione
Questione meridionale questione sanitaria secondo me in maniera anzi in questi ultimi anni questo fatto è esploso con una forza enorme e quindi
Chi è credo anche che da questo punto di vista sia davvero
Non siano passati invano questi venti mesi io sono anche convinta che il modo per superare questa forbice per ridurre questa differenza che invece purtroppo se guardiamo alcuni aspetti cresce
Passi attraverso
Questa scelta no guai se
Se si pensa il contrario cioè che sia il Piano ospedaliero che risolve il problema e non il rafforzamento delle cure primarie
E non va alla valorizzazione della continuità assistenziale e non l'integrazione socio sanitaria e non la presa in carico
Del dell'economicità e della non autosufficienza quindi in questo senso io mi sentirei come dire di essere
Di riconsegnare il testimone a chi viene dopo
Con come Governo con insomma è come Regioni come come insomma ecco avendo penso fatto dei passi avanti significativi ecco
è chiaro che una legislatura così breve un Governo così breve non riesce ad attuare pienamente il programma
Però penso che il la direzione che è stata intrapresa sia stata una direzione giusta da questo punto di vista e quindi
Passo avanti io penso assolutamente assolutamente significativo
è vero che queste cose si dicono da molto tempo però è anche vero che
Forza di dirle qualche volta ci sono condizioni migliori di quelle che c'erano solo qualche anno fa
Da questo punto di vista
Io
Penso anche che
è chiaro che
L'invito rivolto
In questa tavola rotonda finale al Ministro della solidarietà sociale al ministro per la famiglia
Sta a significare che
Nulla un'altra fase di cambiamento sta nella nella ricerca del dialogo è davvero dell'integrazione
Non
Un servizio sanitario nazionale che voglia
Riconvertirsi ripensarci verso le cure primarie verso
La prevenzione ed economicità le disabilità
La non autosufficienza è un servizio sanitario nazionale che circa l'integrazione quindi prima di tutto l'integrazione istituzionale e l'integrazione socio sanitaria
Il lavoro fatto sulla non autosufficienza e credo al di là di quello che si possa
Pensare delle soluzioni tecniche intravisti è mai stato credo un esempio da questo punto di vista
Interessante
Interessante
E la piccolissima esperienza che io ho fatto mi fa dire anche un'altra cosa
è vero che
Il futuro Governo avrà comunque dodici ministri
Ed è vero che
Si andrà verso una un accorpamento delle responsabilità un accentramento delle responsabilità in una frammentazione come quella che c'è stata in questo Governo
Però è anche vero che paradossalmente se questa frammentazione non ci fosse stata per come siamo fatti noi italiani che fin quando non c'è un centro di responsabilità preciso
Non partono lei azioni
Era un po'complicato pensare che
Anche da questo punto di vista riuscissimo a convincerci che il futuro Guelfa
Non può non passare
Dalla valorizzazione della famiglia
Non solo come destinataria dei servizi ma come soggetto dei servizi
Può sembrare paradossale anche questo cioè non c'è bisogno di
Badinter come siamo fatti noi alla fine c'è bisogno anche di questo
Non sono neanche tanto i milioni destinati a questo le azioni che siamo riusciti a fare le intese che abbiamo siglato con le regioni che sono sicuramente piccola cosa ma è la consapevolezza che
Per fare questo tipo di scelta per esempio non si può ignorare
Il cambiamento durante la struttura familiare nella vita del nostro Paese non non non c'è per fare assistenza domiciliare Scip bisogna che ci sia la famiglia
E bisogna che sia rispettato il ritmo della famiglia e bisogna che
Che che che questo diventi
Un soggetto attivo nella rete dei servizi non semplicemente appunto un destinatario di una
Di un progetto ancorché molto bello ma ha pensato a prescindere dalla vita delle persone
E questo significa che questo nostro Paese deve dire decidersi a riconoscere il lavoro di cura come facente parte integrante a pieno titolo della rete dei servizi
Non è
Che guardate non Boston parlando soltanto della mitica figura della quale peraltro
Alle istituzioni come spesso accade prendano consapevolezza quando stanno tramontando
Che so che è quella delle assistenti familiari o badanti come li vogliamo chiamare
Chiaramente ci dicono insomma la solitudine di fronte al bisogno produce la privatizzazione della risposta ognuno si è messo a fare come ha potuto c'è chi ha potuto far meglio cioè che
Se l'è cavata come poteva cavarsela
Ma insomma
Chi vuole fare una Monna moderna diciamo continuità assistenziale per per l'economicità delle disabilità per le non autosufficienze sa perfettamente che oggi non può prescindere da come le famiglie si sono già organizzati
E non c'è altro non non ci si sovrappone
Bratti anche il concetto di sussidiarietà cambiamenti io mi capita spesso di dirlo a
Agli amici delle cooperative del terzo settore
Attenti perché nei confronti delle famiglie
E dell'organizzazione della vita familiare
Rischiate di essere una violenza non minore a quella dei una dell'assistente sociale del del del distretto pubblico
Perché per perché anche la cooperativa può essere un modo con il quale
Il ragazzo della cooperativa si impone rispetto a ritmi famiglia
Cioè c'è un c'è un paradosso da questo punto di vista certi la vera sussidiarietà oggi significa partita come da come la realtà familiare riesce ad organizzarsi no quindi
Non si può pensare a questo non non non qualificando come abbiamo cercato di fare nomi non non formando non facendo incontrare domanda e offerta che alcune Regioni
Stanno realizzando quella una risposta alle famiglie è andato da cui non si prescindere
Se se la badante che sta a casa mia
Non è stimata dall'infermiere del servizio sanitario nazionale che vengono tutte le mattine non va mica bene cioè se non si capiscono nonno non non non vanno mica giuste le cose no
è quindi e questo è un è un modo con il quale
I servizi pubblici sanno accogliere no la la rete del servizio sa accogliere
Con intelligenza una risposta che già in atto
E quindi ma io mi spingo oltre
Cioè credo anche che
Forse
Ma last lo stesso lavoro di cura che può essere svolto da i familiari
Siamo è arrivato il momento di incominciare a riconoscerlo insomma io penso un fondo per la non autosufficienza da utilizzare in maniera molto flessibile
Davvero molto flessibile perché non capisco perché potrebbe servire a pagare una badante organizzare un servizio domiciliare non a rimborsare i contributi figurativi
Di di un congedo parentale che prende un figlio nei confronti di un genitore no se vogliamo
Pensare a una società moderna quella di oggi
No no
No non costringere non lasciare soli ma neanche ignorare insomma no quindi io penso che
E poi intorno a questo naturalmente anche le stesse figure professionali cambia no perché è una cosa appunto fare l'infermiera fare la ferrista è una cosa fare
Andare a domicilio non non deve inventare niente da questo punto di vista mi mi fate lezioni voi ma
Ma mamma cambiare e e
Poi
è una vecchia un vecchio pallino qua penso che
Con ciò che è lì nel
Ezio la pensavamo così anche allora cioè insomma di
Il
Percorso formativo di un medico di famiglia deve avere
Non può essere
Insomma la la
La declinazione diversa dello stesso progetto formativo del medico ospedaliero insomma deve avere una sua autonomia precisa a partire
A partire da non non non neanche dalla fase della specializzazione oserei dire da una parte del da da un da un momento del Corso di laurea in un certo senso quasi ormai si va verso le specializzazioni
Che sono inserite ecco e quindi
E e tutto ruota intorno a questo e e penso che
Tra tutto ciò appunto ci deve essere la presa in carico delle persone insomma a loro nella loro realtà
La la vecchia convenzione vecchia non tanto vecchia insomma ormai consolidata che
Se nella prima ASS fase della storia dei sistemi di Welfare abbiamo dovuto affermare che siamo tutti uguali
Nella seconda fase dobbiamo affermare che siamo tutti diversi
E riuscire a tenere insieme queste due cose
Grazie ministro Bindi lasciamola le conclusioni che affermi che che affido alla conclusione Girolamini
In
Già
Cioè questo punto da dichiarazione di Bologna che
Giustamente
Un intervento dal pubblico ha chiesto ha ottenuto
Di mettere al primo punto
Che l'ex punto sei
Per cui non la salute non deriva soltanto dall'efficienza dei servizi sanitari ma delle politiche più generali di una comunità per cui
La salute in tutte le politiche che un po'
Ciò che si va declinando anche come scelte politiche in Europa
Presidente Errani questo chiamava poi in causa molto direttamente due delle responsabilità regionali
Chiamo in causa uno riflessione forte sul federalismo
Sul federalismo nel giorno attuato su come che cambiarlo
E su tutte quelle politiche che voi come presidenti di regione cercate di discutere il discutete tanto che avete
Partecipo Totta attivamente al il ruolo di un primo disegno di legge sul federalismo fiscale che mai sia stato un accordo già di questo Paese ecco
Come declinato a questa sfida ma intanto buona sera a tutti
Vorrei fare tre suo le riflessioni la prima è questa
Può sembrare una pietra dirlo ma
Assolutamente ancora secondo me non nella convinzione diffusa di questo Paese
La riforma del sistema sanitario la sua sostenibilità e la sua universalità
Sarà garantita
Nei prossimi anni solo nella misura in cui questo concetto di cure primarie di integrazione col territorio sarà portato avanti
Diversamente non riusciremo a sostenere il sistema sanitario
Non è
Una cultura diffusa questa
Ne parliamo da tanto tempo
Ma ci sono pochissime Regioni per esempio che
Nel rapporto
Tra la spesa ospedaliera spesa territoriale
Danno prevalenza la spesa territoriale
E abbiamo
Non solo nel Mezzogiorno non solo nel Mezzogiorno
Poi dirò su questo punto non voglio sfuggire questo Puma non solo del Mezzogiorno
Un assetto territoriale che spesso
Sostanzialmente desertificato
Anzi nell'emergenza
Quando l'emergenza diventa
Emergenza finanziaria
Di fatto spesso tutto si scarica sulla dimensione ospedaliera
Perché anche quella più semplice
Ora
Io penso che
Questi venti mesi c'è abbiano consentito di aprire un ragionamento progettuale ma ancora
Questa Conferenza un passo in avanti
La carta è un passo in avanti
Ma ancora siamo lontani dalla vere una
Diffusa cultura di progettazione di un nuovo e welfare perché di questo si tratta
Noi stiamo parlando della costruzione di un nuovo welfare comunitario
Che mette al centro la persona la famiglia
Che si pone il problema di dare risposte personalizzate e non istituzionalizzate
Che mette
In Rete informi integrate non solo tutti i professionisti
Ma anche tutti i soggetti anzi
Che si pone il problema di costruire una nuova grande economia sociale in questo Paese che non c'è e che quando c'è
Spesso è marginale
Cioè ci vuole un progetto
Strategico
E su questo ancora
Siamo carenti
Questo momento per me
Rappresenta diciamo così l'occasione di costruire e realizzare una svolta per affrontare in questi termini la riforma
Della
Sistema sanitario
Ti dico solo una cosa sulla mia regione perché
Non è giusto prima Giovanni ha già fatto
Tutte le parti che doveva fare
E quando noi abbiamo cominciato ad affrontare questo discorso
E affrontare il tema della integrazione socio sanitaria
Anche noi ci siamo trovati di fronte ad una
Obiezione
E cioè
Quella che
Rischiavamo di sanità rizzare
Il sociale
Questo
Questo è sempre un problema che ci può essere
Ma noi siamo andati dritti in questa strada perché si tratta di fare esattamente il contrario
Esattamente il contrario di dare
Forza il ruolo al distretto e al sistema
Territoriale comunitario capace di rallentare essendo essi ornare e rendere appropriata la domanda dei sistemi e dei servizi ospedalieri e specialistici
Se non ora reggiamo questa cosa Servizio Sanitario due sfide questa e quella tecnologica
Anche quella tecnologica la vera sfida è
Anche quella tecnologia ma oggi parliamo oggi parliamo di queste
Dentro a questo ragionamento
Che richiede una cultura
Che in questo Paese non
Cioè
E diciamo sicura anche la verità spesso si parla di sanità di un welfare
Di famiglia
Di
Sussidiarietà
Con una superficialità
è una approssimazione che non consentono di fare passi in avanti e questo è un grande problema ci vuole con Progetto
Io spero
A prescindere dalla
Da quello che saranno le elezioni che non si facciano passi indietro
L'altra gamba di questo ragionamento
è il Governo
Inteso come
Governo del Paese rete regioni
Bisogna cambiare radicalmente
Io dico però e rivendico il fatto che in questi intenti mese abbiamo fatto dei passi in avanti Regina
Cosa abbiamo fatto
Beh noi col Patto della salute abbiamo introdotto un concetto
Che l'unico concetto sostenibile permetti federalismo in questo Paese
L'unico concetto
Io sono frontalmente contro un federalismo che tende alla separazione
Faccio per conto mio è la risposta più sbagliata e insostenibile in questo Paese
A proposito di questo
Guardate che
Delle
Controprove della realtà ce li abbiamo già
Io non so chi si ricorda
Alcuni anni fa la competizione sui cosiddetti modelli sanitari regionali
Gravi cordate
è sparita questa competizione sì e perché
Perché il modello secondo la quale secondo il quale è il mercato è la competizione ed è l'offerta
Che risolvi il problema è
Stato dimostrato anche laddove si era teorizzato che non
Regge
Non regge
E sarà bene non fare passi indietro da questo punto di vista sarà bene fare
Non fare passi indietro ma dove sta qual è il federalismo possibile allora
è quello di cominciare a
Appunto costruire fondare un'idea di cooperazione istituzionale
Che è legata a questo
Ci sono dei livelli essenziali di assistenza io spero che noi approveremo i livelli essenziali di assistenza alla Conferenza di giovedì
Questi livelli di essenziali di assistenza anche qui non
Nora concerna non raccontiamoci storie
Prima
Titolo quinto dopo Titolo quinto la differenza tra i diversi territori di questo Paese era ed è rimasta enorme
Ma anche prima c'era una differenza sostanziale non è che il Titolo quinto abbia prodotto di per sé accelerazioni nella differenziazione magari nella crisi la crisi è diventata più acuta ma
Non ci sono state accelerazioni il problema consiste in questo e questo è il Piano della salute il piano
Il patto della salute
Cooperazione istituzionale livelli essenziali di assistenza stabilire che tutti debbono garantire certe prestazioni stabilirne i costi
E chi è fuori deve rientrare in x anni di questi costi
E sulla base di questo c'è un patto di responsabilità
E se non lo porti
Avanti
è giusto è giusto in un sistema federale che funzioni che ci sia la funzione anche sostitutiva del Governo centrale che garantisca l'esercizio dei livelli essenziali di assistenza
Un federalismo intelligente e non egoistica
Per fare questo però
è occorre anche qui
Superare alcuni luoghi comuni
Primo
I piani di rientro lo diceva prima il rappresentante sindacale
Non si governa la sanità semplicemente con un taglio economicistico
è un gravissimo errore
I piani di rientro debbono essere governati sulla base di due
Elementi fondanti
La sostenibilità finanziaria e
La qualità delle prestazioni in relazione ai livelli essenziali di assistenza
Tutte e due debbono funzionare secondo
In questo Paese deve essere chiaro che
Investire sul territorio come dice la parola stessa significa investire
Significa spendere risorse perché tu poi riorganizzare una Rete devi riorganizzare una rete ospedaliera
Ma intendiamoci sappiamo tutti che euro ospedali in un territorio di quindici mila abitanti non ha più senso che sia un ospedale che abbiamo bisogno invece
Ma
Se nel territorio non c'è
Nient'altro
Tu non dargli una risposta ai problemi di salute
Allora bisognerà pure che noi nel nostro modo di ragionare cominciamo a mettere dentro non semplicemente quanto e come spento
Ma
Quanto e come debbo investire come Paese
Per infrastrutturare il territorio soprattutto laddove
I ritardi sono più significativi
Faccio alcuni esempi
La nuova programmazione dei fondi strutturali
Obiettivo uno
Una quantità ingentissime a di risorse due mila sei due mila e tredici
Cosa significa per me patto di cooperazione significa e si è cominciato con il quadro strategico nazionale significa stabilire che ci sono degli obiettivi
Di erogazione di servizi e di infrastrutturazione del territorio
Per la salute e bisogna
Che questi obiettivi siano rispettati diversamente le risorse non vengono erogate
Un patto di responsabilità io credo che questo sia l'unico federalismo possibile
Diversamente saltiamo altro punto arricchire la governance
Benissimo io sono d'accordissimo sulla questione degli enti locali
Responsabilità e partecipazione la programmazione ma non solo degli enti locali anche dei diversi soggetti protagonisti di questo di più naturalmente responsabilità
Questa è una regione dove i pal
Non vengono più approvati dal Consiglio regionale o dalla Giunta regionale vengono approvati dalle conferenze territoriali
Naturalmente se la programmazione prescinde
Dal governo della spesa salta tutto
è
Una scelta di responsabilità cioè siamo d'accordo sulla strategia che vogliamo tenere
Evitiamo una logica localistica capiamo che la dimensione dell'appropriatezza nel governo del Welfare non può più essere legata ai confini amministrativi
E che quindi tutti devono partecipare ad una governance più ricca dove ciascuno fa la propria parte e smette di gestire laddove non deve gestire
Altro punto fondamentale non voglio dire con
Con grande non non va di moda ma io lo debbo dire perché a me la sento di dire io questa demagogia sui direttori generali delle aziende sanitarie non l'accetto non l'accetto
Se la politica se il Governo regionale alla responsabilità
La responsabilità di governare la sanità alla responsabilità di nominare delle persone
E
Per quello che mi riguarda non c'è e non ci può essere alcun ingerenza partitica ma io ho la responsabilità di nominarli
Perché io devo rispondere di questo dopodiché
Se io alzo il telefono per dire una cosa su un primario mi venga tagliata la mano
Ma non possiamo fare confusione su questo punto non tutto il Paese è uguale
Anche perché
Non mi è chiaro quale modello
Alternativo
Se noi stabiliamo una
Rottura tra la responsabilità politica della politica della buona politica
E là dove c'è la cattiva politica bisogna cacciarla masse e non
Stabiliamo una connessione
Ma chi governa la sanità
Io
Mi ricordo i comitati di gestione che furono
Disastro totale
E diciamoci pure la verità non è e lo dico qui ai rappresentanti dei professionisti e lo sapete bene anche voi non è che una Commissione garantisce diciamo così
La serenità allora trasparenza e responsabilità
E responsabilità sento che cresce la demagogia su questo cresce la demagogia su questo ma
Stiamo bene attenti che
O noi reggiamo questa partita
Oppure il governo del sistema sanitario rischia di non essere più
In grado di garantire gli obiettivi di fondo che in modo trasparente vengono decisi da il confronto con tutti i soggetti che devono partecipare a questo
Ultimo punto
Io penso
Che noi siamo su questo
Fronte come su un crinale
Abbiamo fatto un pezzo di strada non ricordiamoci non dimentichiamoci mai che noi
Alla fine del due mila e cinque
Eravamo di fronte di fatto
Alla crisi
Definitiva del sistema sanitario nazionale se non ci fosse stata la risposta del patto della salute Governo e Regioni insieme ci saremmo trovati in una grande difficoltà
Dobbiamo portare avanti queste politiche con coerenza
Dobbiamo riaffermare la cultura del sistema universalistico
Dobbiamo riaffermare il fatto che comunque in questo Paese la spesa sanitaria con gli sprechi con gli errori con i tanti e gravissimi problemi che ci sono ma la spesa sanitaria rimane tra le più basse
L'Europa
Dobbiamo riaffermare il fatto
Che
Il rapporto con il PIL della spesa sanitaria regge se cresce il PD
Perché se il PIL non card non cresce
Non per questo diminuiscono i malati di diabete o quelli che hanno i problemi e le patologie gravi
E noi a questi dobbiamo dare risposte quindi dobbiamo anche da questo punto di vista studiare un sistema nuovo intelligente di
Governo della Spesal ma anche di definizione delle risorse necessarie in relazione ai LEA e anche aprendo un ragionamento serio sulla compartecipazione dobbiamo farlo
Liberi da scheme ideologici con un unico obiettivo salvaguardare il sistema sanitario universalistico e la sua qualità
Di questo io sono preoccupato e ho concluso in fondo
Come è stato dimostrato qualche anno fa se qualcuno ha si alza e parla di mutue
Tutti fischiano
Ma dove sta il problema della crisi del sistema sanitario
E se il sistema sanitario pubblico ad un certo punto non da
Più le prestazioni di qualità che le persone richiedono quando succede questo
I cittadini dicono pasta al sistema sanitario
è questa la sfida a cui siamo di fronte saremo di fronte nei prossimi anni
E dobbiamo reggerlo
Innovando prima di tutto là dove possiamo qui in altre parti del territorio dimostrando che è sostenibile il sistema sanitario nelle sedi stico
Lavorando sull'appropriatezza sul governo clinico sull'innovazione contrattuale
Perché dobbiamo dircele tutte le cose sull'innovazione potrebbe la sfida ma è il cambiamento
Il cambiamento anche qui dove le cose vanno abbastanza bene la sfida del cambiamento perché se vogliamo stare dietro alle innovazioni che siamo a cui siamo di fronte dobbiamo sapere che tutti dobbiamo cambiare
Per salvaguardare l'obiettivo di fondo l'universalità
Grazie a tutti
Qui finiamo grazie