Gli ebrei di New York

Padrone di casa
Fra
Cominciamo allora
Allora incominciamo se l'abbiamo fatto prego poco
Buona sera
Proporre buonasera sono Carmelo sulle direttore dell'Accademia Americana Roma sindaca Veltroni direttore Riotta vicepresidente pacifici carissimi ospiti
E con gran piacere che vi do il benvenuto a Villa Aurelia per la presentazione dell'ultimo libro di Maurizio Molinari gli ebrei dello IOR
E come padrone di casa sono particolarmente lieta di vedere quanta partecipazione e quanta attenzione ha suscitato questo volume per l'Accademia americana anche questa è un'occasione per rinsaldare i nostri legami con l'amministrazione comunale ringrazio di tutto cuore il sindaco Veltroni per la presenza qui oggi fra noi
Con la comunità ebraica e soprattutto con i cittadini di Roma che sono sempre i benvenuti alle nostre manifestazioni culturali musicali ed espositive
Ci tengo davvero a ribadire ribadire che anche se americani ci sentiamo davvero integrati con la città di Roma che ci ha colti
E che offre i suoi me ineguagliabili tesori storici e culturali ai nostri borsisti residenti
Ma lasciamo un attimo Roma e passiamo a New York lo scenario di questa brillante guida alla componente ebraica della Grande mela
Non credo sia un caso che proprio a New York la comunità ebraica nelle sue componenti più diverse per origine geografica opere espressione della risulterà ligio sita da quella riformata a quella ortodossa proprio a New York dicevo abbia potuto prosperare in questo modo così il ricco è felice
New York è stata per decenni il porto di approdo di tutti gli immigrati di America in America degli ebrei come degli italiani
E io stessa
Nata in Italia oggi cittadina newyorkese posso testimoniare del grande e forse unico spirito di tolleranza che ha permesso alla comunità ebraica di crescere in maniera così importante
E quindi a Maurizio Molinari di raccontarcelo
Ora vorrei passare la parola Marx mezza addetto culturale dell'ambasciata degli Stati Uniti a Roma Mark
Grazie camminava buona sera e benvenuti a tutti
L'ambasciatore Spogli a questa sera ha un altro impegno a alla a villa Taverna la sua residenza perciò purtroppo non può essere qui con noi stasera
Comunque Luís l'ambasciatore mi ha incaricato chi di leggere questo breve discorso che segue che vuole essere un riconoscimento
Per il libro di Maurizio anche per tutto il lavoro giornalistico da lui svolto
Desidero ringraziare Maurizio per essere venuto a presentare questo libro
Un'ulteriore esempio del suo contributo ormai pluriennale alla comprensione reciproca tra italiani era americani
New York come tutti sanno è una città mondiale
In nessun altro luogo si è sviluppato meglio il modello americano di assimilazione
Ma in questa città c'è sempre stata anche l'esigenza di conformarsi
Come gli italiani che vennero a New York altre citava americani quasi nello stesso periodo
Gli ebrei che arrivarono alla fine Ottocento e inizio Novecento dovettero superare i pregiudizi ed il bigottismo dall'ampia comunità bianca degli anglosassoni protestanti dei cosiddetti wasp s'molti dei quali credevano che da questa gente straniera stranissima non si dovesse permettere di rientrare nel Paese
Tuttavia rispetto alla situazione lasciato in Europa questa discriminazione fu meno duratura decisamente meno opprimente
La cosa più importante per noi oggi come ci racconta Maurizio che è un riso il risultato ottenuto non è riduttivo
Quando gli immigrati arrivarono in America lasciandosi alle spalle delle vendette legate al vecchio mondo
Non dovettero e meno male che non lo fecero rinunciare alla loro identità
Complessivamente quelle culture portate oltre oceano non si dissolsero nell'uniformità
Parte di esse rimasta intatta dando vita ad un crogiuolo di razze e culture estremamente attraente positivo
Il percorso seguito da Maurizio nella grande mela dimostra tutto ciò molto chiaramente
Rivela i notevoli vantaggi e benefici della cultura ebraica ha portato nella comunicazione nella comunicazione nello stile alla vita pubblica americana
Grazie almeno in parte al contributo dagli ebrei nonché di milioni d'Austria mi tratti che noi americani nel corso dell'ultimo secolo e mezzo
Siamo riusciti a allargare notevolmente i nostri orizzonti
Come spesso accade e lo straniero quindi ceto davvero se dov'ero Maurizio posso essere considerato tale a New York
Ma allo straniero i cui Sensi della percezione sono più acuti vado fino al cinque il piacere di comprendere tra le cose grazie Maurizio
Grazie Marche grazie all'ambasciatore Spogli ora do la parola incominciamo il nostro programma a Riccardo Pacifici vicepresidente della comunità ebraica di di Roma o quasi detto di New York
E io mi vado a sedere ecco se mi posso godere il programma come tutti gli altri
Signori ospiti buonasera io sono onorato di poter parlare in questa prestigiosa sede lo faccio davanti a tanti amici oltre coloro che sono donato al sindaco Veltroni Direttore Gianni Riotta
Lo faccio davanti alla dottoressa Franca Menna un po'la nostra padrona di casa
Già poche settimane fa ci aveva ospitato in un'attività anche di collaborazione con il Comune di Roma e con la comunità ebraica su una mostra fatta ad Ostia antica saluto nel nostro rabbino capo di segni la signora il presidente Paserman torna terza
Il dottor Max mentre dall'ambasciata americana il rabbino Bach Butte tutti gli altri illustri ospiti
Per
Cominciare un po'la nostra discussione su alcuni temi io lancio alcuni sporta non entro specificatamente nel libro ma vorrei fare alcune piccole riflessione se mi è permesso
Allora stiamo parlando degli ebrei di luglio che non ha New Yorker siamo parlando davanti a un sindaco che spesso nei suoi interventi nella comunità ma anche fuori dalla comunità
Ricorda la nostra comunità la comunità ebraica romana come la più antica comunità della diaspora
Ma la cosa più bella ente Luís spesso di questo noi lo ringraziamo ci parla di una comunità che Roma che parte di Roma
Che
I romani
E lo facciano luce di alcuni aspetti non siamo
Ci stavamo scambiando alcune opinioni anche sui numeri veramente un piccolo
Numero rispetto ad alcuni passaggi adesso non ricordo in quale quartiere Maurizio Molinari parla di un quartiere in cui non ci sono ormai pochissimi ebrei
Ne sono rimasti solo diciotto mila adesso magari quel Maurice ci ricorderà quali quando ci dice solo diciotto mila sono molti più degli iscritti alla nostra comunità qui a Roma che è la più grande e d'Italia
Quando parliamo della comunità ebraica a Roma
E la comunità ebraica newyorkese ci vengono anche mentre tante iniziative che stiamo facendo insieme alcuni anni fa la Comunità ebraica di Roma è guidata dalla nostra rabbino Di Segni e dal presidente Paserman
Ha iniziato una collaborazione un gemellaggio siamo una dei contrari varie associazioni posso dirvi che ci sembrava di essere un po'come quei visitatori di quei piccoli paesi che poi vanno a migrare in auto comunque in visita a grandi Paesi molto più industrializzati molto più grande molte più vecchi
E non di Bir un degno e non il grattacielo quando ci facevano fare i venti trenta e quaranta di anni per andare da una parte all'altra
Veramente ci sembrava di essere
Piccoli Jaddouh Jorge comunque ci rende tutti un po'
Sotto sotto dimensionati visto la l'architettura del Nantes della città e dicevo le Nicotera abbiamo fatto abbiamo sviluppato una serie di attività e ci sono state anche una scambio di opinioni sui modelli comunitari no
Allora una delle caratteristiche che emerge lo possiamo dire
Anche attraverso lo scritto di Maurizio per chi conosce ovviamente la storia di Roma degli ebrei di Roma
Possiamo tranquillamente dire noi siamo la comunità più antica diventa della diaspora New Yorker è quella più moderna gli Ebrei a Roma di fatto ci sono arrivati e ci sono rimasti più o meno tanto che anche nell'ultima grande
Immigrazione di ebrea romana cioè quelli cacciati via dalla Libia che sono scappati dalla Libia negli anni dal sessantasette al mille novecentosettanta di fatto sono rimasti in questa città all'interno di un modello comunitario che a differenza di quella degli ebrei di New York che assolutamente diverso infine nella come debba che di Roma esiste una grande comunità siamo tutti sotto una stessa casa
Esiste un sistema anche molto democratico di
Avere i rappresentanti delle varie comunità possiamo dire che una dei grandi insulti una delle cose che ci differenzia che molto spesso i leader erano incontriamo spesso sono i i presidenti sono dei grandi benefattori che quindi si conquistano assone di attività filantropiche si conquistano la leadership di questa o quell'altra organizzazione un'altra grande caratteristica e che il grande proliferare di sino a volte come e vi si evince anche in alcuni casi più sinagoghe in uno stesso periodo indiano lo stesso
Palazzo specie nei quartieri a più alta densità ebraica sono il sono il il segnale di una comunità
Ricca fiorente ma comunque dove ogni sinagoga rappresenta una una comunità dove da quella sinagoga si emanano una serie di servizi a Roma
Si stanno sviluppando tante sinagoghe abbiamo anche in progetto di aprire come nelle altre che era sindaco una dei prossimi nostri sogni è quella di aprirla ad Ostia e quindi riaprire la sinagoga
Lì dove c'è la più antica sino al rifiuto di della più antica sinagoga al Bondo quella che sta ad Ostia Antica un comunque tra le più antiche
E e devo dire che questo è un modello che noi stiamo importando a Roma dal modello americano
Un altro delle caratteristiche che invece CD ci differenzia invece che le sinagoghe seppur tutte specifiche ognuno secondo le tradizioni va a parte a Roma esiste un rito che quello dei figli di Roma il rito vennero Mickey è un rito italiano che si differenzia
Da tutto il resto del mondo non solo dall'unione che dove gli ebrei sono sostanzialmente divisi fra sefarditi
Ashkenaziti
Nonostante questo abbiamo nella nostre dodici sinagoghe
Sono tutte diciamo sotto la regia possiamo dirlo del nostro rabbino capo disegni ognuno mantiene la propria autonomia diciamo così conduzione delle attività ma il controllo della vittima ma della vita religiosa e della conduzione di questa sinagoga è sotto un'unica diciamo coordinamento così come un unico coordinamento da parte del consiglio dalla comoda e pratica di Roma
Hanno Jorge ecco come stavo dicendo prima invece le sinagoghe sono nascono muoiono cambiano anche stile e rispetto a una proprio di entità che nasce e muore in quella in quella sinagoga però esistono le grandi a organizzazioni le federazioni delle varie comunità esistono come abbiamo visto come ha detto brillantemente
Nella saluto di introduzione la dottoressa Franklin esistono comunità ortodosse moderno ortodosse conservative
Reform liberal poi ogni tanto diciamo si sviluppano una delle cose più interessanti e e che nei nostri scambi nelle nostre
Attività diciamo di confronto anche con le lezioni che ha tenuto il nostro rabbino capo negli Stati Uniti che anche l'ultima se non erro l'ha fatta a Miami allarmanti di fame scialli che viene visto il modello religioso non siamo legati a Roma così come in tutta Italia il modello della ortodossia ebraica nonostante questo non è così netto il modo di vivere l'appartenenza alla comunità
Sui modelli che invece caratterizza io non gli orti alle comunità ortodosse
Più rigorose quindi vestiti di nero oppure modo è noto l'OCSE e così via elencando tutte le altre gruppi il modello italiano viene visto con interesse suscita grande passione proprio perché nonostante diciamo si rimane all'interno dell'ortodossia vengono visti diciamo tutti può alla fine sono membri forma ghiande non rispettando al alla lettera diciamo i precetti ebraici o magari facendo una vita profondamente laicale devo dire che questa è una cosa che ci ha riempito d'orgoglio visto che nello sviluppo delle nostre iniziative con Jorge
Questo per noi è un punto diciamo importante poi esistono gli aspetti chiamiamoli politici
Vediamo su New Yorker un modello al quale aspiriamo non tanto per poter influenzare la vita politica del nostro paese visto che i nostri numeri non non aiutano però è interessante l'aspetto culturale
Noi cerchiamo di nei nostri piccoli numeri comunque di far sentire la nostra voce di far presente quella che la nostra cultura lo vogliamo fare attraverso azioni simbolica ma lo vogliamo fare anche chiedendo trovando devo dire quasi sempre le porte assolutamente avverte siamo quelle che sono le nostre stanze per continuare a condurre la nostra vita ebraica in maniera in maniera Serena
Io vorrei vado un po'alle conclusioni su due cosa che mi hanno incuriosito perché vorrei coinvolgere da una parte il sindaco e dall'altra il Direttore Gianni Riotta una è la figura di mai che sterno ma esterna viene descritto di luglio non ne conoscevo l'esistenza e me ne scuso è stato un soldato americano che ha liberato questa città ma non se occupato solo di non si è preoccupato solo di liberarla poi si è occupato di fare la cronaca di Roma
Ai cittadini americani ha raccontato tutte le quello che si è scoperto subito dopo la liberazione ha raccontato minuziosamente le Fosse Ardeatine ha raccontato tutta una serie di eventi si è innamorato di questa città c'è rimasto
Tantissimi anni sì che poi dopo tornando a New York e si è appassionato di un altro
Di un altro grande museo che quella della della portaerei Intrepid allora io credo che questo signore dovrebbe suscitare l'interesse dell'amministrazione comunale credo sarebbe interessante scoprire meglio quello che ha fatto magari invitarlo che dedicargli una un evento in suo onore
Per quanto lui ha rappresentato a Roma ai newyorchesi agli ebrei noi chiesi l'altro ovviamente l'aspetto culinario no previsto ci sono tanti ristoranti kasher e ci sono tanti motivi per mangiare tutti i vari tipi di caratteristiche delle del culinaria ebraiche dalle comunità sefardita quell'aschenazita a quelle israeliane orientali arabe ma c'è anche la cosa curiosa
Non ebrei che gestiscono dei ristoranti rigorosamente kasher in alcuni casi anche dei musulmani come quello di prendere il metto esistono dei ristoranti dove fanno degli ottimi carciofi alla giudia dove ci sono delle ottime l'opportunità di conoscere la parte degli ebrei romani hanno Jorge mezzo newyorkesi allora io spero che in questa discussione si possa da una parte conoscere meglio la la comunità degli ebrei Rino Jorge ma anche vista da una prospettiva quella ti gli ebrei che sono dall'altra parte dell'oceano da questa comunità così antica e spero che il libro di Molinari possa aiutarci a vivere la vita politica di tutti i giorni con una attenzione con un riguardo come per esempio quello dell'accensione delle fanno che otterrà come avviene per esempio a a San Luca a piazza Barberini mi potremmo oltrepassare quella linea
E magari un giorno chissà che non si possa accendere una fanno che ha dentro il Campidoglio come magari fa Boucher alla Casa Bianca insieme al al al rabbino capo questo potrebbe essere per noi un un modello per sentirci un po'più americani grazie
Sono molto contento
Di partecipare
Alla presentazione del libro di Maurizio Molinari
Per molte ragioni cercano di raccontare bene
Qualcuna la prima è che nella prima pagina di questo libro si dice se nel giorno di teschi villa MiCo di vecchia data veniva a trovare in tavoletta chi lo conosce
Quest'avvenimento sono a casa mia nelle festa del ringraziamento per l'appunto Maurizio scoperto ai suoi debutti
New Yorker si cheta chi l'orchestra
La piatto a classico no della cucina americana giorno classico la festa più importante degli Stati Uniti il il ringraziamento era rigorosamente kosher che non è soltanto per una prescrizione dietetico religiosa ma anche perché sono i migliori tacchini e quindi molti
Diciamo gastronomica
Accorrono a comprarli
E quindi diciamo in un certo senso sono anch'io all'origine di questo libro importante quindi lo per lo considero importante io ho vissuto molti anni la gran parte della mia vita adulta hanno Jorge mi figli sono nati a New York vivono a New York
Quando mio figlio Michele tono dal primo giorno d'asilo nell'Upper West Side il quartiere dove dice Micheli dove dice Maurizio i e alcuni certe volte i repubblicani neanche presentano i candidati sono sicuri di vedere molto serio orfani bambini a quattro anni mi disse papà noi siamo ebrei elettroniche non siamo ebrei riguardo per presenze come mai Papa non sembra atto perché era l'unico bambino non ebreo del suo del suo assillo e ed essere l'unico almeno un membro dell'asilo significa che rapidamente voi diventate parte di una tradizione di una cultura di una gastronomia di un'abitudine un modo di vivere giocate con i dati
Quando i ladri bambini festeggiano Natale partecipata più bar mitzvah
Battesimi o Cresti me
E la mia vita è la mia la storia della mia vita a a New York e la storia
E della vita che fa un italiano
Che arriva e vive in una città
E di la cui tradizione cui radicamento nella tradizione ebraica è forte come che testimonia il libro di Maurizio il mio primo giorno alla ma
Alla Colombia diversi vessato Cartesio da due
Avvenimenti il primo e che mi hanno spedito Williamsburg per fare un'arte articoli c'è una Studium una una prova di quelle facciamogliela scorge un ritmo proprio
Sui ebrei ortodossi ebrei ultraortodossi come li chiamano e ed era molto complicato perché era un giorno di festa erano Sciascia ma è quindi parlare erano impegnati nelle nelle
Celebrazioni delle celebrazioni familiari
E fino a che un rabbino si prese pietà di questo studente che parlava male l'inglese non sapeva nulla di quella tradizione era stato spedito all'altro capo della città per fare un
Servizio
Divisa sedere mi disse vedi cerca di capire quello che ti hanno ma da fare è come se tu volessi intervistare il Papa il giorno di Natale ed è un po'complicato ciononostante mi diede quelle quattro cinque spiegazioni che mi servivano per prendere un voto un voto
Discreto
La
L'importanza
Del libro di Maurizio
E duplici la prima che un documento di una realtà importante che la vita
E la tradizione e la storia degli ebrei
Hanno IOR
La seconda io credo che travalica questa questa testimonianza
E
E ci porta invece a riflettere sulla guerra delle identità che c'è oggi nel mondo dalla globalizzazione
E che attraversa pervade la tradizione e la comunità ebraica internazionale ma traverse pervade anche il mondo cristiano il mondo islamico
E in tutte le le culture tradizioni si è così bello delle battute brillantissima Ivo fatta adesso non posso ripeto
Loro le hanno già sentite non ricordo più
Che è una qual è la paura che ha l'uomo la donna Contemporanei nel mondo della della globalizzazione
Alla paura di perdere la propria identità
Alla paura di perderli entità io sono italiano
Io sono israeliano io sono saudita io sono americano sono bosniaco vado del mondo globalizzato nel mondo dei media il mondo di internet perdo
La mia identità
E ci sono guerre che si stanno combattendo in questi giorni in queste ore in queste stagioni su questo principio
Illy il fondamentalismo islamico
Nasce da questo
Non nasce dal petrolio non nasce dal conflitto
Palestino israeliano si alimenta di queste contro edizione ovviamente ma la radice da cui nasce e una rivolta
Del la parte del mondo islamico sradicata dalla globalizzazione che dice qual è la parte con la mia parte del mondo con Campana quella mia identità nel mondo contemporaneo
Questo dubbio questa angoscia pervade anche il mondo
Ebraico voi sapete
Che io una mia carissima amica che credo Maurizio che ha incontrato a casa mia
E una cittadina israeliana che vive a a New York perché non tollerava più in Israele e la convivenza con nei settori più e conservatori che e ortodossi una scelta estrema scendere per questo andare annui ormai un'altra vittima diciamo una profuga della guerra di della guerra d'identità il mondo cristiano
E lacerato dalla
L'angoscia di perdere identità nel mondo nel mondo contemporaneo la battaglia che fa la Chiesa italiana
Dividendo qualcosa volta le coscienza del dello stesso mondo cattolico Italia
Da che cosa è cosa fatta il cardinale Ruini dice
Meglio battersi d'essere contestati che perdere la propria la provenienza questo il dilemma degli uomini delle donne del nostro tempo o perdiamo la nostra identità nella globalizzazione o rischiamo di
Di isolarci io credo sempre creduto e diciamo tutto il mio lavoro di questi anni
E è andato in questa direzione che questo sia un falso dilemma che questo sia un falso dire
E devo dire ho letto con grandissimo conforto il il libro di Maurizio che è una guida turistica volle portare al New Yorker e usarlo come guida turistica ma è qualcosa di più profondo che non libero giornalistico di documentazione di una realtà
Perché rispiega proprio questo che non è
Un destino che nel mondo globalizzazione noi perdiamo la nostra identità che non è vero che per affermare la nostra identità il nostro passato il legame con la nostra storia il legame con la memoria dei nostri cari noi dobbiamo negare il legame col passato la tradizione e la storia l'affetto dei cari del nostro vicino di casa anzi
Anzi
Che nel mondo globale ci viene data un'opportunità che è straordinaria quella che dice al mio figliolo torna medici provarmi sempre come mai uno cioè
Essere figli delle nostre tradizioni e allo stesso tempo condividere il buono il bello il nobile l'edificante che c'è nelle tradizioni e degli altri nelle tradizioni che ci sono che ci sono accanto io c'è qui l'ha detto del culturale dell'ambasciata a americana che saluto quando ha incontrato l'ambasciatore Spogli
Il dopo esser venuto qui adesso in questo mio lavoro romano allora al Meeting l'ambasciatore mi chiedeva è un po'chi sono che cosa ho fatto io gli ho detto e ambasciatore io sono un patriota di New York
Sono un patto che ne ho presentati io sono un cittadino italiano ma del New Yorker la mia padre qui se quando cesserà difendere luglio chinare mio mi presenta come un soldatino e mi mi a ruolo ma proprio perché noi orche la patria di questo atteggiamento
Dove voi potete tranquillamente
Mangiare in un
Ma ristorante tradizione cosce e vedere che accanto ce
Una rapporto o un musulmano che stanno mangiando e stanno discutendo che stanno restano ritirando il nostro il nostro mondo e il mondo in cui o la tolleranza
Vince o vince l'intolleranza o siamo capaci di stare insieme
Bene
Otto
L'unica deriva lo scontro lo scontro di civiltà lo scontro di inciviltà
Io fui molto orgoglioso il giorno dopo i giorni successivi l'undici settembre del due mila uno Maurizio se lo ricorda perché arriviamo insieme con la task force della stampa
Dove io allora lavoravo e sono giorni che credo creano un
Un forte legame emotivo tra di noi
Quando Sindaco il malgrado tre mila morti e la distruzione
Passò un mese un mese e mezzo dalla strage senza che lui orche registrasse un solo episodio di intolleranza nei confronti degli islamici degli arabi dei sauditi dei palestinesi uno uno un vetro rotto un una scritta o barattolo di vernice lanciato niente
Questo dice moltissimo della capacità di una città in questo romanzo tradizioni diciamo non non secondarie di stare insieme di dividere e di condividere
Ecco e sarebbe bello e può darsi che Maurizio sia tempo lo farà
Voi potete scrive un libro così
Per tantissimi l'entità un libro così lo possiamo scrivere per italiani un libro così lo possiamo scrivere per i polacchi un libro così lo possiamo cominciare a scrivere adesso aprì lande sì certamente un inno così lo possiamo scrivere adesso per per gli emigrati dall'Africa c'è arrivare in una città conservare le proprie identità e come dice Maurizio ci sono moltissimi episodi di ritrovare le proprie identità cioè ci sono italiani terza generazione che parla l'italiano ANAS vanno all'università ma Nadar parte imparano l'italiano il padre non parla italiano il nonno parla l'italiano il nipote decide di imparare l'italiano perché capisce che sia una ricollegare con una tradizione e lo stesso ci sono senti nel limbo di Maurizio di
Nonni ebrei che arrivano sia sino al cento per cento magari si convertano a confessioni cristiane i figli i nipoti tornano indietro
Torno indietro perché capiscono che ogni generazione poi alla sua chiamata il suo dovere ma che noi non possiamo non possiamo cancellare il il passato
E c'è un libro bellissimo che certamente voi tutti conoscete ma ossia il fumetto sull'Olocausto di Spiegelman che ha prodotto poi un lavoro altrettanto straordinario altrettanto commovente sulle sulla traccia delle torri gemelle al all'ombra di nessuna Torre
Che nasce proprio dei quartieri che racconta Maurizio che hanno poi una loro insularità che hanno poi un loro modo di stare chiusi che hanno poi di patate focosi lo straordinario libro di di di di Arthur Miller
Dal mondo chiuso uno spettro un un villaggio riprodotto alla periferia di milioni poi senza i ragazzi escono debbano affrontare la grande la grande la grande città
C'è qui seduto tra di voi i il mio vecchio amico vecchio di di amicizia delibere che erano e abbiamo fatto parecchie cose mi ricordo quando è scomparso il subappalto mila ricordato con alcuni semplici gesti di
Del del delle del la tradizione funebre ebraica e forse noi eravamo forse lui era il solo ebreo alla tavola quella sera però
La comunità si era ricreata la comunità si era creata perché lui ricordava suo papà
E con un gesto che era a molti secolare con gesti o non molti secolari e lì
Veniva fuori quella che è poi la morale del libero di di Maurizio
è un libro di dettagli è un libro che vi racconta appunto di di di di tradizioni non solo ci sono io Brema ci sono gli ebrei rumeni ci sono quegli italiani ci sono quelli che arrivano dal Nordafrica sembra che ci andiamo sempre più a a vanificare e ad arrivare in una in una identità che quasi s'individuale che di piccolissime di piccolissime e comunità bene quando arrivate alla più minuta alla più Arrara alla più apparentemente secondaria delle identità voi trovate e lo spirito del luogo
Trovate quello che Cilea al di là delle religioni al di là delle tradizioni al di là delle nazionalità al di là delle cittadinanze c'è il comune sentire e il Comune condividere la nostra natura umana per questo io dico
Last la ragione per la quale sono un patriota di New York e che io no io non sono stato volta a volta italiano ebreo irlandese
Polacco ungherese
Ho mangiato financo che mi ristoranti
Della Polinesia che magari non avrei mai mai sentito
Questa e l'identità presso la quale noi dobbiamo marciare non perdere non perdere le nostre le nostre tradizioni ma imparare assentire l'umanità che c'è nelle tradizioni negli altri per queste considero il il il libro di Maurizio che è un mio a grande amico collega un libro particolarmente straordinario nelle consiglio la lettura grazie
Ma anch'io voglio per prima cosa ringrazia dottoressa Franklin per ospita circuiti diciamo noi ci mettiamo il panorama voi ci mettete un luogo
Sì no sì sette sì credo sì
Questi mettete un luogo straordinario straordinario per la sua bellezza e anche per le cose che si fanno
Che si fanno dentro
E mi fa molto piacere presentare questo libro di Maurizio Molinari intanto per un rapporto di antica stima e
Che mi regala Maurizio un rapporto utile diciamo vivificato ogni giorno dalle cronache che Maurizio fa e ha fatto in questi anni dagli Stati Uniti che ci hanno consentito a chi Dinoi appassionato di questo grande Paese di questo grande continente che sono gli Stati Uniti di capire molte cose in più di quante se ne potessero originariamente sapere
Io vorrei dire questo credo non sia un caso che sia un giornalista romano
Non dico italiano ma Romano a scrivere un libro così
Perché in fondo
Romano Jorge si assomigliano molto credo che siano forse le due città che senza saperlo si assomigliano di più
Si assomigliano di più in termini di
Come posso dire di abitudine alla vita di apertura di
Di propensione al dialogo all'ascolto reciproco di passione per la cultura e potrei aggiungere tante altre cose
Noi siamo sempre stati Roma nasce come città che ospita stranieri nasce con una vocazione identitaria nasce come città che doveva in qualche misura accogliere coloro che venivano da altre parti e sviluppa la sua identità lungo tutto il corso della sua storia
Giocando su questa su questa dimensione è una città il cui abitanti sono andati in giro per il mondo
Talvolta a fare cose belle spesso qualche altra volta a fare cose meno belle
Ma non siamo mai stati chiusi dentro il nostro orto un po'perché questo orto veniva di volta in volta
Diciamo visitato qualche volta in basso
Da altri o qualche altra volta perché noi andavamo fuori dall'orto a vedere come nel mondo
è venuto da me qualche giorno fa il presidente Repubblica Slovacca quale ho fatto guardare come faccio si deve fare da il Foro Romano insomma è rimasta mirata detto me anche voi abbiamo i segni della presenza dei romani sul nostro territorio ci hanno insegnato come sì faceva il vino questo siamo sempre stati abbastanza bravi come si facevano le opere pubbliche insomma dovunque siamo andati in giro per il mondo a a cercare di portare noi stessi
E dunque ci viene naturale sentirci una città aperta e cosmopolita
E per questo quelli di noi che hanno la fortuna la possibilità o l'opportunità di vivere nel mondo e di guardare il mondo di raccontare il mondo che è un privilegio abbastanza unico
Lo guardano con un occhio del tutto particolare che li fa credo vedere come ha visto Maurizio la originalità di questa esperienza di relazione tra un'identità quella degli ebrei
E un grande contenitore una grande città come New York
Intanto credo sia interessante capire come mai dai ventitré quanti erano che hanno messo piede per la prima volta nel Seicento sul suolo degli Stati Uniti voi sapete che diciamo visto dai romani cioè un'altra storia della scoperta dell'America che è quella di Pascarella
Del quale racconta che
Quando
Diciamo arrivò Cristoforo Colombo sul suolo americano vide attivo e gli disse
Tu chi sei e quello gli rispose e chiudesse sor selvaggio come si dice
Questa destra diciamo dalla da da dal punto di vista della dei romani
Dal punto di vista invece della storia meravigliosa di questa presenza degli ebrei sul territorio americano
Comincia con i ventitré che appunto fanno questa sperando di essere sotto diciamo il controllo dei Paesi Bassi poi la storia andrà in un altro modo
E poi però cresce cresce perché perché diventa un milione quattrocentododici mila persone
Riccardo Nuti abbattere perché i venti mila della comunità ebraica romana giudice non potremmo avere incidenza politica con quello che succede nel nostro Paese anche duecento forze dell'ordine contesa occupare
La bellezza del nostro sistema politico anche in questo non differiamo tanto dagli Stati Uniti almeno per qualche lezione fa e che ognuno si sente determinante questa perfetto perché un condominio ritiene che la sua il suo voto sia stato determinante comunque
Che cos'è che ha attirato nel corso del tempo tanti ebrei e qui ci sono le radici di questo viaggio questo è un libro sul ghiaccio che sta mette sotto molto mi è piaciuto anche proprio giornalisticamente persino letterariamente un libro sul viaggio sull'idea del viaggio che in fondo l'idea più bella che ci sia nell'esistenza di ciascun essere umano cos'è che ha mosso tanti a viaggiare verso gli Stati Uniti
L'idea di trovarsi in una terra aperta
A un certo punto si dice giustamente le libero sia chiaro non è che non c'è l'antisionismo negli Stati Uniti
Tanto che Fox ma ne richiama oggi sul rischio della riso urgenza di fenomeni di antisemitismo e anche questo è riportato nel libro
Ma non c'è mai stata una persecuzione
E c'è una certa differenza fra
Tra le due cose anche se una prodromica dell'altro almeno è stata nella concreta storia di tanti Paesi europei
Gli Stati Uniti sono sempre stati avvertiti e non diciamo impropriamente come un Matera di libertà
Come una terra nella quale ciascuno poteva arrivare
E nessuno chiedeva di smettere di essere se stessi
E di doversi mettere tutti la stessa maglietta una stessa camicia dello stesso colore di dover appartenere tutti alla stessa religione due pensare tutti allo stesso modo no
Una terra di libertà e infatti è uno dei pochi grandi Paesi del mondo che non abbiano mai conosciuto la dittatura dentro di sé anzi hanno contribuito una dopo l'altra a a batterlo le dita
In questo senso
Gli Stati Uniti hanno il miglior più particolare hanno fatto vivere un'idea che un'idea molto grande molto forte vorrei dire
Una globalizzazione anticipata
Che l'idea del Martin porta cioè l'idea del fatto che questo grande Paese ciascuno poteva al tempo stesso conservare la sua identità e mischiava con le altre
Perché in fondo l'identità dell'uomo moderno non è mai una ciascuno di noi figlio di tante identità e ciascuno di noi portatori di tanti identità lo è sul piano culturale e religioso politico ci sono tante
E più passa il tempo e più lo mettiamo dentro di noi come è naturale e giusto che sia mia madre era nata anzi mio nonno era nato in Slovenia e mio padre nato a Tripoli per ragioni del tutto casuali
La storia delle famiglie e delle identità la grande commistione per ciascuno di noi se si guarda ci sono tante tanti affluenti che fanno ciò che noi siamo
Questa idea è stata una grande è stata la grande ragione della virgolette egemonia intendo dire nel senso lieve giusto della della parola americana sull'Occidente esatta l'idea di una scelta per una città c'è dentro la quale la dimensione identitaria poteva coesistere con una capacità di mescolanza
Naturalmente tutto questo ha avuto non poche contraddizioni e non poche non dobbiamo dimenticarci Stati Uniti sono anche un Paese che ha avuto fino alla metà degli anni sessanta Stati nei quali per i neri e per i bianchi non c'erano gli stessi diritti
E tuttavia anche quello è stato superato con una grande diciamo spinta di pubblica
Ora il tema che secondo me sottostà al libro di Maurizio che è un libro che certo ha come ha detto Gianni che conosce New York
E l'America come come pochi
Da italiano diciamo così
è un libro che sicuramente anche una grande guide persino divertente no nel senso che c'è tutto c'è
La Grancia Marsaglia accingerà eccetera
Ma
C'è qualcosa anche di cupo questo libro
E cioè c'è la sensazione o il rischio che si possa creare quella condizione che essa volanti intonate scritto nel suo libro sulla sull'America di oggi
E cioè il rischio che questo modello così affascinante così forte come è stato in modo abnorme impone che è il riconoscimento dell'identità e la coesistenza in una società aperta ossa ad un certo punto arrivare ad un punto di conflitto
E guardate questa è mi rendo conto che con quello di cui si discute tra di noi e danno a voi appare una dimensione un po'diverso ma questa è una grande questione del nostro tempo la sigilli dal punto di vista sociale da quello religioso da quello dell'identità etniche questa è la grande questione del nuovo millennio riusciremo a far coesistere una società globalizzata
Con una dimensione la quale identità di ciascuno non sia in conflitto con quella dell'altra
C'è una cosa molto belle questo libro che non ricordo da un certo punto cioè di Papa Wojtyla e mi ha colpito no
Dice fra gli abbonati al Together c'è anche Stan Lee Berger non so se parentado Condemi
Che deve proprio ebraismo al fatto che la copia occupata dai nazisti quando la famiglia cattolica che l'ospitava in casa lo porto in chiesa per farlo battezzare si scontrò con l'opposizione di un giovane prete che sarebbe diventato Papa Karol Wojtyla
E che poi lo stesso Karol Wojtyla che sarebbe andato in sinagoga per abbracciare
Il rabbino Toaff
L'idea di una società dentro la quale si possa coesistere convivere e persino cercansi
è una cosa che appunto stava dentro l'identità americana è diventata ed è sempre stato il vento migliore che è spirato nel mondo perché quando è spirato questo vento la qualità della vita del mondo su un altro mondo occidentale sempre cresciuta
Come tutto questo convive con il fatto che di fronte alla globalizzazione che non è solo un fatto che chiama in causa le mia ma è anche un fatto che chiama in causa le condizioni sociali
Che prima erano fisse adesso sono mobili
Prima era un posto di lavoro una vita adesso sono tanti posti di lavoro
Precari in un'esistenza precaria il rischio di avere tutti riflesso identitario
Di carattere sociale al confine o forse oltre verso il corporativismo di carattere religioso ognuno considera la propria Reg. religione la religione
Non una religione la religione che il conflitto con un'altra
Dal punto di vista etnico
Io sono e punto eseguito come sapete non finisce mai
Perché è una minaccia che quando si infila non finisce mai c'è sempre un'etnia più piccola che vuole difendersi davanti al più grande
Se scatta questo meccanismo
Il rischio che il mondo diventi come Gianni ha detto assolutamente governato
Assolutamente ingovernabile
Che le tensioni conflitti le contraddizioni di questo mondo siano tali che non possa ripetersi un dodici settembre
Perché già mi ha detto una cosa molto acuta parlato in generale lo dico per gli osservatori per i giornalisti
O meglio per i lettori lo dico bisogna cercare quei giornalisti che ti segnano le cose che non sono accadute più ancora di quelle che sono accadute perché ci sono tante cose da storia che
Poteva non succedere che non sono successe e che per il fatto che non sono successe dovrebbero essere una grande notizia
Quella che Gianni ha riferito cioè il fatto che dopo l'undici settembre dopo aver avuto quell'ira di Dio nel cuore della propria città insomma
Nessuno si è andato a cercare coloro i quali venivano individuati come responsabili per pur ma è una cosa assolutamente straordinaria
Il dodici settembre negli Stati Uniti
E di New York in particolare è una specie di
Di punta dell'iceberg di questa storia di Società aperta
Però tutto questo per durare ha bisogno che si contrasti
Il corto circuito che rischi e stabilirsi tra identità globalizzazione
E credo che in fondo il libro di Maurizio CdA qualche strumento in più per poter fare questa questo lavoro ci dica è possibile
Faccio un esempio cominciato parlando delle mi cita come inevitabile che faccia visto il ruolo
Noi ci sforziamo di non avere quartieri etnici
E cerchiamo di non averli in realtà parte un un episodio diciamo una situazione non ne abbiamo
E ci sforziamo di fare incontrare di farmi schiavi io ho raccontato mille volte di dirmi quando vado nelle scuole per i bambini fanno il coro per per salutare il sindaco
E una volta ho trovato un bambino che cantava cioè trascina il coro c'era un bambino evidentemente cinese cantava Roma capoccia squarciagola e fa piacere sentire diciamo con gli occhi a mandorla dire cupolone eccetera perché perché perché quello delle società perché quella è la strada giusta perché la strada giusta che io mi sento cinese a Roma ma mi sento anche Roma
Perché la nostra identità è inevitabilmente plurima
E questa
Pluralità di identità è una meraviglia è una grande ricchezza semplice viene vissuta come paura
è finita
E finita perché ognuno cercherà di affermare la propria superiorità sull'altro invece di avere curiosità del allora in questo senso il libro di Maurizio veramente un libro molto molto utile perché racconta con amore per gli ebrei che sono a New York
Con amore per la città
Che li ospita neanche per il modello culturale dentro questa città questo Paese esce racconta come quello che oggi da molti viene messo in discussione
Come impossibile sia invece non solo possibile ma se è successo nella storia concreta di milioni di persone in una grande città devono
Prima di dare la parola a Maurizio Molinari all'autore del libro che poi li aspetterà in fondo alla sala dove via dal tavolo siamo per le firme per gli eventuali dediche all'Ibrox vorrei concludere se gli acquisti ma soprattutto per mettere deve perché già l'ha comprato è nata a me non rispetta allora io vorrei concludere se se l'accordo su una un passaggio quello che a me ha colpito molto del sindaco sarà per quale motivo noi qualche tempo fa era ventidue gennaio alla sinagoga di Roma abbiamo fatto una cosa credo straordinaria con Sami Modiano abbiamo fatto un bar mitzvah proprio a un signore di ottant'anni
Abbiamo fatto un bar mensa un signore sopravvissuto ai campi di sterminio per aveva avuto modo di farlo dentro dentro altezza e lui ha avuto modo di vedere
La gioventù i ragazzi una
Una sinagoga piena di giovani ebrei e non ebrei c'erano tutti ragazzi almeno quasi tutti quelli che hanno fatto i viaggi a Davos pizze con il sindaco quest'anno e lo scorso anno è stata un'azione incredibile a me ha colpito una frase nel libro di Maurizio che ha citando le parole di Yossi Garelli che che un un italiano di adozione che poi è ritornato fa un po'il giro del mondo io Sega Rally che il figlio del diciamo del del leader del movimento Abad a Milano e dice sul suo quartiere su su William surroga se Adolf Hitler fosse ancora vivo vorrei essere il salutista per qualche ora e portarlo a fare un giro per Williamsburg
Allora io chiedo e queste sono delle parole incredibili che io faccio mia personalmente perché chi ha avuto modo di eredi
Vedere quello che era il Portico d'Ottavia nella festa di Purim
Con penso lo posso dire serenamente migliaia di persone non si riusciva a camminare
Una festa organizzata dalla comunità ebraica ragioni la nostra comunità e dal movimento Lubavitch c'erano bancarelle di ogni tipo c'erano il mega striscioni per le Marche abbigliati che ci saranno a Roma i giochi olimpici del mondo ebraico che saranno a Roma proprio dal quattro luglio charter estende incredibile un atto sfera che sembrava Maurizio di essere a hanno Jorge nel nei grandi eventi e nella grande festa ecco se Adolf Hitler nei suoi mettere tutti i suoi carnefici passeggiarci ad oggi per Roma avessero visto il ventidue gennaio
Com'era il nostro Betta che ne esaltano sostenevo che ieri puri ma forse potrebbe comprendere che l'ebraismo non è stato sconfitto gli ebrei non sono stati nient'anti e quello su cui dovremmo insistere a parlare anche e soprattutto nel giorno
Dalla memoria non è solo delle pre morti ma soprattutto degli ebrei divieti quello che possiamo dare a questa città io ringrazio quindi tutti quanti ringrazio la dottoressa Franklin Ester Mieli che ci ha aiutato nella nell'ufficio stampa e il dottorato addio della della terza daremmo serie dell'American Academy Raffaella Spizzichino della Liberia moto notte grazie a tutti quella sera
Grazie Riccardo all'accademia che ci ospita relatori voi tutti che siete venuti qui ragione il sindaco
Quando dice che la riva new Yorker a rafforzato esaltato le identità umana anche se è una cosa che a me successe subito dopo l'arrivo nel gennaio del due mila uno e chi mi ricordo un altro arrivo quando io andai a studiare a Gerusalemme nel mille novecentottantatré io e te come Gerusalemme un'identità fortissima i Romanici ecco un'identità forti perché vengono da una città che provoca emozioni io e hanno bisogno di racconti libri di storia e devo dire che però in questo un po'hanno avuto spenti anche i newyorchesi perché io chiesi patrioti newyorkesi come giustamente dice Gianni Riotta non solo ospitano il mondo a casa loro ma sono curiosissima e del mondo
Sono la finestra del mondo la proiezione dell'America nel mondo e questo comporta chiude umana continuamente chiamato a spiegare la per identità
E io molto spesso esaltato con dei miei amici che non si accontentavano di Roma c'è un atto serio ma dove americani e io minimi mito molto spesso a contare i Testaccio io son nato a Testaccio ora doversi in una grande città americana a dover spiegare che uno è nato a Testaccio
Ti fa sentire davvero parte di una identità dal molti cliché perché chi ti ascolta in realtà non sa neanche dove Testaccio ma è curioso di saperlo e curioso di impossessarsi di una piazza che sta in una città che più o meno mi conosce e questa voglia di atto Piazzi della dell'identità dell'altro di fare sì che non ci siano diversità che a me sono estranei
E queste avvincente straordinario e credo che distingue i newyorchesi per la loro grande umiltà perché di fronte alle diversità per assimilarla bisogna essere umili come ad esempio Nevsky è successo quando mi son trovato poi a raccontare la storia anche nel libro degli afroamericani che si definiscono idonei che stanno ad Harlem lo stiamo parlando degli ebrei di origine africana come gli etiopi ma stiamo parlando di afroamericani che nascono con altri figli e che dalla fine degli anni Sessanta hanno scelto di identificarsi con liberalismo hanno una loro sinagoga darle anch'io sono andato a visitare ed è stato dinamica perché lì il rabbino il sacerdote sito molto spesso a spiegare ai fedeli perché gli altri due sono bianchi
Il la la strada di una lo straordinario impatto di mio io non è che ti mette a a al a durissima prova a quelle che sono le proprie convinzioni ma una volta che uno accetta di spogliarsi
Dei di tutto ciò è attorno al quale una rocca labirintite e di condividerla con gli altri allora diventa davvero un cittadino del mondo e un Patri oltre di New York