"Globalizzazione e diseguaglianza" - org. dall'Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica) (presso sede Isae in Piazza Indipendenza 4)

Si allontanano in primo luogo
E poi ringrazio i pane listi che sono oggi presenti al dibattito
Tutti eminenti nei loro campi l'ambasciatore Boris Biancheri presidente dell'Istat
Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio Dominik Salvatore professore di Economia la forza mia riverse The New York e Franco Tatò presidente della categoria sono spiacente di annunciare come vedete che il colui che doveva coordinare il dibattito cioè Antonio Fazio il governatore Fazio non può essere presente
Si parva licet compone le Magni esser io mi prendo questo questo il ruolo e ho pensato siccome ho saputo dell'assenza degli faccio soltanto ieri pomeriggio
Ho pensato di svolgere questo ruolo nel modo nel modo seguente
Innanzitutto prenderei qualche minuto per sintetizzare il senso del dibattito che si è svolto in questa sede nei precedenti nove seminari questo è l'ultimo sì dibattito di un ciclo di dieci seminari che abbiamo tenuto nel corso del due mila due questo nel due mila l'inizio del due mila tre sulla globalizzazione la diseguaglianza
E poi darò la parola in un ordine che non sarà un ordine alfabetico ma piuttosto logico almeno dal mio punto di vista ai ai pannelli piste quindi comincerei
Appunto nel sintetizzare le leggere qualche pagina di sintesi sulla questione della globalizzazione diseguaglianza come è stata trattata dai relatori circa una quarantina di relatori che da noi sono stati invitati che hanno partecipato ai nove seminari tenuti essi Nellis su questo argomento nei mesi scorsi
Innanzitutto ricordo che nell'impostare il ciclo di seminari
Avevamo in mente la dottoressa Gabriele dell'ISEE che ringrazia ed io che abbiamo appunto organizzati seminari medesimi alcune domande
Possiamo qui prevede brevemente ricordarne quattro
Sia pure sentite che a mente e accennare alle risposte più o meno conclusive a tre DS che ci sono state offerte onde condividere con voi quanto emerso nelle precedenti riunioni le quattro domande sono le seguenti quelle che avevamo in mente che cos'è la globalizzazione e veramente un fenomeno nuovo
Seconda domanda quali Effetti alla globalizzazione sulla distribuzione dei redditi Terzo quali sono gli strumenti più efficaci per aiutare i Paesi deboli e che cosa possono fare i paesi sviluppati per risolvere o lenire questi problemi
Come intervenire per regolare la globalizzazione a livello degli organismi internazionali su quest'ultima domanda non fornirà una sintesi delle risposte
Che sono state tentate pure sono state date nei in due seminari che qui abbiamo tenuta mentre dirò in derive
Che cosa secondo me è emerso dalle dai seminari che abbiamo tenuto sulle prime tre domande
Dunque la prima è che cos'è la globalizzazione veramente un fenomeno nuovo
Il primo problema e proprio capire cosa si intenda per globalizzazione e quale sia l'elemento principale che ha determinato questo fenomeno
Già su questo primo punto le risposte dei nostri interlocutori non sono univoche in senso stretto con il termine globalizzazione si fa riferimento all'apertura dei mercati delle merci ma anche dei capitali e del lavoro
Negli ultimi quindici vent'anni è aumentato molto il commercio internazionale e così pure la quantità e la velocità dei movimenti di capitale
La distinzione tra merci e capitali e all'interno di questi ultimi tra investimenti diretti esteri
Prestiti aiuti e flussi speculativi risulta molto importante secondo gli osservatori perché gli effetti provocati potrebbero essere molto diverse
In particolare secondo alcuni tra cui il premio Nobel Stiglitz che è venuto qui qualche settimana fa i movimenti finanziari soprattutto a breve termine
Sono spesso destabilizzanti nei confronti delle economie mature e dunque la liberalizzazione dei mercati in questo caso e spesso associata con l'insorgere di crisi
Gli investimenti diretti esteri invece sono più stabili l'entità di questi ultimi come assetto allineato da Barbana parecchie spie sia rappresenta proprio uno degli elementi nuovi di questa fase
Merisi ce l'ha dal canto suo individuale elemento fondamentale e determinante la globalizzazione soprattutto nel fatto che l'espansione del commercio internazionale diventa ancora più dei consumi interni il motore dello sviluppo
Quanto ai movimenti di lavoratori questi sono soggette ad una quantità decisamente maggiore di vincoli rispetto alle merci e ai capitali Faini Venturini Livi Bacci ritengono che attualmente l'entità dei flussi di mano d'opera tra Paesi non rappresenta un fenomeno storicamente rilevante e significativo
In passato si sono verificate spostamenti più importanti
Soprattutto in proporzione alla popolazione che hanno implicato la costruzione di interi la costi la la costruzione di interi continenti dunque non sarebbe giustificata in questo campo le in fasi posta sulla globalizzazione
Alcuni osservatori come puntualizzato da Figini Santarelli tasti si attendono a considerare nell'ambito del processo di globalizzazione intesa in un senso più ampio una serie di scelte di politica economica tendenti all'SOS
Quali l'eliminazione di ogni forma di petto il sionismo ma anche privatizzazioni e liberalizzazioni e più in generale l'arretramento dello Stato dall'economia
A questo proposito e Stiglitz a ricordare che esiste un'impostazione il cosiddetto Washington Consensus o fondamentalismo del mercato
Che associa un insieme di politiche concentrate principalmente sull'apertura dell'economie sulla macro stabilità e sulle privatizzazioni alla globalizzazione e con essa alla crescita e alla riduzione della povertà
Differenti immagini della globalizzazione l'inclusione o meno in tale concetto di fatti o politiche che possano esservi collegati portano a valutare in maniera molto diversa le sue conseguenze
Domanda numero due quali effetti alla globalizzazione sulla distribuzione dei redditi
Per quanto riguarda gli effetti distributivi innanzitutto si deve chiedere quali caratteristiche della distribuzione interessano eccome misurarle
In prima approssimazione si può guardare alla diseguaglianza o alla povertà
La diseguaglianza può essere studiata con riferimento alle differenze tra i Paesi o a quelle interni alla popolazione di un singolo Paese
Inoltre si può dare la disuguaglianza di reddito consumo e in questo caso si minimizza lo sforzo di raccolta delle informazioni e non si devono affrontare problemi di confrontabilità e di aggregazione
Oppure si può fare riferimento anche ad una serie di altre differenze
Salute istruzione informazione accesso e servizi genere libertà personale sicurezza per citare solo le dimensione cui spesso si fa riferimento lembo ricorda che l'UE ne DP ha divulgato il concetto di sviluppo umano inteso con riferimento non soltanto al reddito disponibile ma anche ad altri importanti dimensioni
Nel considerare le diseguaglianze con indicatori come quelli dell'venne dipinto tuttavia come osserva Brandolini
Si fa riferimento è variabile che UDEUR diverse unità di misura quindi è impossibile praticare una semplice sommatoria e si stabiliscono rapporti di sostituzione che sono in realtà arbitrari
Dal punto di vista delle politiche suggerite d'altronde spesso focalizzare l'attenzione sul reddito significa concentrarsi sulla crescita
Mentre di fronte a un quadro multidimensionale se costretti ad esplicitare il trade-off e a esplorare la complementarietà tra i diversi interventi
Prendo uscì spiega che le diseguaglianze tra Paesi si misurano generalmente sulla base del PIL pro capite
Oppure questa osservazione viene pesata sulla popolazione in alternativa si guarda la distribuzione dei redditi mondiale diseguaglianze tra famiglie a livello mondiale mettendo insieme diverse indagini sui consumi o i redditi
In ogni caso esistono problemi metodologici
Per esempio la scelta del tasso di cambio del reddito del consumo e via Crispi e via dicendo quanto alla povertà fermandosi al reddito come variabile chiave la principale distinzione da fare è quella tra povertà assoluta e relativa
Mentre la prima esprime un concetto di privazione totale di disponibilità inferiori alla mera sussistenza oggi a livello internazionale si usa una linea di povertà pari a uno o due dollari al giorno
La seconda cioè la povertà relativa che viene calcolata rispetto al reddito medio mediano della popolazione è una misura legata alla distribuzione dei redditi infatti si potrebbe verificare ad esempio un aumento di povertà relativa anche qualora una parte della popolazione quella più ricca sì avvantaggiasse e nessuno peggiorasse la propria situazione e dunque in in presenza di un cosiddetto miglioramento paretiano
Cosa mostrano l'evidenza empirica sugli effetti della globalizzazione da questo punto di vista
Tre non si ricorda che la diseguaglianza misurata con il coefficiente del gene sul PIL pro capite è aumentata negli ultimi vent'anni anche escludendo l'Africa ma quella pesata con la popolazione e calata
Ciò è dovuto principalmente all'evoluzione della Cina e in una certa misura dell'India naturalmente un quadro completo non può che comprendere la Cina ma è anche vero che questo Paese può essere considerato non rappresentativo di quello che avviene nel mondo in via di sviluppo
Stiglitz serba osserva che la Cina non ha adeguato le proprie politiche al Washington Consensus preferendo una gradualità nell'apertura del commercio e ancor più del mercato dei capitali nonché sul piano delle privatizzazioni
Se si fa riferimento alla globalizzazione da questo specifico punto di vista dunque la Cina non può certo rappresentare un caso esemplare
Guardando l'evoluzione della distribuzione dei redditi mondiale Prendushi ricorda che non vi è accordo tra gli studiosi riguardo al fatto che la diseguaglianza sia aumentata o diminuita nel periodo in cui ha avuto luogo la globalizzazione
Di certo essa è oggi molto alta
Anche le misurazioni dell'impatto dell'apertura economica sulla diseguaglianza intere e intra paese danno risultati contraddittori dipendenti in particolare dall'indice utilizzato per misurare tale apertura
Ancora meno sistematici sono gli studi relativi agli affetti dei flussi di capitale sulla diseguaglianza all'interno dei Paesi anche seicento che in casi come quello della crisi finanziaria in Asia nel mille novecentonovantasette l'improvvisa fuga dei capitali ha avuto conseguenze pesanti sulla diseguaglianza e sulla povertà
In proposito si deve osservare che spesso i dati disponibili sono un po'vecchi di solito non superano la prima metà degli anni novanta quindi non tengono conto degli ultimi anni in cui la di la globalizzazione si è dispiegata
Gli studi all'interno dei Paesi che usano diverse fonti e non cercano di costruire una distribuzione globale mostrano che non c'è stata una variazione importante della diseguaglianza
Si è verificato un aumento nei paesi dell'Europa dell'Est è vero ma non sappiamo quanto esso sia stato determinato dall'apertura economica e quanto da precise scelte politiche
Vi è stato un leggero incremento nell'Africa subsahariana una stazionarietà altrove
Non si evidenzia comunque una esplosione generalizzata della diseguaglianza secondo Stiglitz è poi mentre in Paesi come quelli asiatici la crescita è stata così forte che malgrado l'aumento dell'ineguaglianza la povertà è diminuita
In America latina lo sviluppo è stato relativamente limitato le politiche hanno prodotto diseguaglianza e di conseguenza la povertà assoluta è aumentata sia in termini assoluti che in percentuale della popolazione
Da parte di Figini e Santarelli è stato valutato anche l'effetto sulla povertà delle dimensioni dello Stato nell'economia e la relazione appare inversa
La diversità delle fonti delle misurazioni delle ipotesi adottate implica insomma che i risultati ottenuti dalla letteratura empirica non siano sempre univoci
La conclusione di molti osservatori e che a questo punto la cosa più utile sia studiare i dati micro
Analizzare singole esperienze approfondendo l'esame della situazione istituzionale della struttura produttiva del grado di integrazione commerciale
Quanto agli effetti della globalizzazione sulla Zé uguaglianza intesa in senso multidimensionale i dati dei due inediti riportati da lembo non confortano
Secondo Stiglitz la povertà in stesa in questo senso è aumentata nella maggior parte dei Paesi malgrado in qualcuno sia diminuita
Ci si chiede inoltre quali effetti producano le multinazionali
Gli economisti tendono a confrontare i comportamenti di queste ultime con quelle delle altre in pāli impresa e localizzate nel luogo dove gli investimenti diretti esteri vengono effettuati
In quanto in questo modo si evidenziano le alternative effettivamente offerte ai paesi in via di sviluppo
Bar benemeriti ricorda che quasi tutti gli studi giungono alla conclusione che le imprese multinazionali sono più efficienti di quelle dei Paesi ospitanti
I risultati sono più differenziate con riferimento agli affetti che esse producono sul sistema economico locale
Ovvero ci si chiede se prevalgono quelli di complementarietà e trasferimento tecnologico verso le imprese nazionali o piuttosto quelli di spiazzamento dell'industria del luogo
A tale proposito diventa rilevante il tipo di informazioni utilizzato perché le analisi cross section mostrano un impatto positivo ma quelle sui dati pane
Che tengono conto dell'evoluzione nel tempo e permettono di controllare per una serie di fattori concludono che in generale il cloud in Outer tende a prevalere
Molto interessante è poi il fatto che l'Effetto appare complessivamente più favorevole quanto meno ampio e il differenziale tecnologico tra impresa e nazionali locali e imprese multinazionali per quel che concerne il mercato del lavoro i salari pagati dalle multinazionali risultano mediamente più elevati a parità di qualifica
Infine va considerato che le multinazionali avendo bassi costi di aggiustamento data la grande mobilità tra impianti situati in Paesi diversi
Posso ma di agire rapidamente eventuali shock di domanda spostando la produzione licenziando mano d'opera
Biasco ritiene in definitiva che le politiche migliori non siano quelle volte ad attrarre investimenti esteri ma quelle mirate a creare un ambiente favorevole all'investimento
Quello estero poi è più produttivo qualora vi siano capitale umano e infrastrutture nazionali in grado di assorbirlo
Altro problema e quello del potere di mercato e anche politico che le multinazionali riescono ad ottenere Biasco ricorda il caso particolare del settore alimentare dove la sproporzione nei rapporti di forza e elevatissima
Il fatto di dover comunque rispondere all'opinione pubblica del paese di origine per le multinazionali rappresenta secondo Barbana pareti un vincolo all'operato delle multinazionali stesse
Soprattutto nel campo dell'ambiente e dello sfruttamento del lavoro minorile
Quindi in realtà
Esse debbono porsi anche il problema del confronto fra i comportamenti che adottano in Paesi diversi
Secondo scelga l'attenzione del pubblico nei Paesi sviluppati rafforzato dal fatto che la questione dell'ambiente a influenze locali ma anche locali quanto al resto gioca principalmente la preoccupazione da parte degli insider se dei paesi di origine
Che si verifichi una corsa competitiva ribasso nel costo e negli stand del lavoro praticati nei Paesi emergenti piuttosto che una motivazione altruistica di proteggere i diritti dei lavoratori
Dei paesi in via di sviluppo
Resta la domanda
Su quali siano gli affetti dei flussi di mano d'opera fine io osserva che tali affetti sono positivi ma contenuti mentre quelli distributivi possono essere importanti
Si ritiene che l'impatto positivo ossia superiore nel caso di migrazione dei lavoratori qualificati
A tal proposito Faini mette tuttavia in discussione da posizioni da lui chiamata revisionista cioè l'ipotesi secondo la quale la selezione dei lavoratori immigrati da parte del Paese di destinazione avrebbe un impatto positivo persino nei Paesi di origine
Secondo Faini al contrario il problema della fuga di cervelli esistente le sue stime mostrano ad esempio che le rimesse sono più contenute al crescere del livello di istruzione
Questo si spiegherebbe considerando il fatto che gli immigrati istruiti generalmente trasferiscono all'intera famiglia nel Paese che li ha accolti piuttosto che inviare denaro ai parenti e difficilmente tornano nel paese di partenza
Livi Bacci infine sottolinea tuttavia il fatto che i dati sui flussi migratori sono estremamente carenti
Anche sulla questione del lavoro qualificato si dovrebbe adottare maggiore prudenza si conosce molto poco relativamente al flusso delle rimesse degli emigranti le informazioni disponibili sono limitate
Mentre sarebbe utile avvenne di migliori e capire come avvengono i trasferimenti se si realizzano in maniera trasparente se sono passati eccetera
Inoltre e molto importante studiare gli affetti nel lungo periodo considerando anche le conseguenze nel tempo del rapporto che si viene a creare tra paese d'origine i paesi di destinazione
La terza domanda vado a quella quali sono gli strumenti più efficaci per aiutare i Paesi deboli e cosa vogliono da noi questi Paesi
Non è banale individuare quali siano le azioni più importanti che i Paesi sviluppati possono a realizzare per accelerare in quelli più poveri il raggiungimento di maggiori livelli di benessere e la sconfitta dalla povertà
Innanzitutto ci si chiede se e quanto servano gli aiuti
Per rispondere a questa domanda Tommasoli descrive innanzitutto le linee principali delle politiche di intervento degli anni novanta e attuali
Osservando che un ripensamento complessivo ha portato a considerare la crescita economica come un obiettivo ancora prioritario ma non sufficiente in quanto essa deve essere accompagnata da misure redistributive
Sì adottata ormai un approccio multivariata la questione della povertà e dunque si tende ad usare un insieme di indicatori oggettivi e soggettivi per decidere quali interventi realizzare
Il punto di riferimento per valutare l'efficacia degli interventi è stato individuato di recente nei cosiddetti Millennium Development Goals ovvero una serie di obiettivi di lungo periodo assunti dalle Nazioni Unite per la riduzione della povertà
A partire dal mille novecentonovantanove si richiede inoltre ai paesi in via di sviluppo abbia per lavorare si spezzi i cosiddetti poveretti ridanciano Strategy Peters
Che dovrebbero essere frutto di una consultazione diffusa all'interno del Paese
Dalla più recente Liviu del Fondo monetario internazionale della Banca mondiale emerso il problema che poiché il Paese che vogliono accedere ad un prestito o allo o aiuto devono preparare i loro poveretti Rita Jean
Strategy Peters e devono farlo in una versione che sia apprezzata soprattutto dal Fondo monetario dalla Banca Mondiale
Essi finiscono per copiare in parte
Quelli di altri Paesi che hanno passato il vaglio delle istituzioni finanziarie internazionali con una conseguente standardizzazione che contraddice il tentativo di coinvolgimento e di espressione delle specifiche realtà locali
La risposta di Tommasoli alla nostra domanda in definitiva è che l'aiuto allo sviluppo si rivela complessivamente utile anche se i suoi risultati non sono spesso paragonabili a quelli attesi e a volte anzi si verifica un impatto non previsto
Esistono anche studi indipendenti sulla cooperazione ma forse c'è scarsa capacità di comunicazione tra chi li produce e le burocrazie che gestiscono gli aiuti
Sarcinelli è più pessimista e ritiene che l'insuccesso dei programmi del Fondo monetario internazionale della Banca mondiale si legga nella lunghezza del Periodo in cui Paesi restano cliente del Fondo monetario
Nel fatto che i programmi vengono raramente completati e non riescono ad assumere un ruolo catalitico
Secondo Pietrobelli si deve ammettere che quanto alla valutazione empirica dell'efficacia esista e poco materiale e che i sistemi di valutazione sono deboli
Più in generale Tommasoli ricorda il dibattito sulla questione se vadano aiutati principalmente ai Paesi gestiti da governi considerati responsabili e riformatori come sostenuto da dollari accogliendo Anna famoso articolo della Banca mondiale
O se all'opposto bisogna preferire al criterio dell'efficacia quello del bisogno
Alcuni hanno criticato il primo approccio affermando che l'efficace non dipende solo dalla qualità delle politiche e che gli aiuti possono sembra avere un effetto sulla povertà
Oggi probabilmente si sta affermando una posizione abbastanza in cui equilibrata di tipo intermedio
Un altro punto decisivo
E la coerenza nei paesi donatori tra le politiche di aiuto e quelle di commercio estero
L'ulteriore domanda riguarda quindi l'importanza dell'eliminazione delle barriere tariffarie e non al commercio da parte dei Paesi sviluppati e ci porta ad analizzare la questione della regolazione degli scambi
Nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio
Guerini ricorda che l'ultimo round a cui è stato dato il nome di Doha development agenda è stato organizzato dopo l'undici settembre in un momento in cui la volontà di collaborazione tra nord e sud del mondo appariva elevata
I paesi industrializzati non volevano creare fratture e per questo ne incentrata l'attenzione proprio sullo sviluppo ciò serviva per resta fronteggiare un problema di Claude credibilità dell'Organizzazione mondiale del commercio di fronte ai paesi in via di sviluppo
Problema nato da un contenzioso che si è sviluppata principalmente su cioè su tre questioni cioè gli impegni dell'ultimo round non onorate dai paesi sviluppati
I picchi tariffari mantenuti da parte dei Paesi industrializzati in alcuni settori importanti per i Paesi in via di sviluppo i sussidi alla produzione e all'esportazione nel comparto agricolo
In effetti fino a questo momento si è verificata una simmetria nel godere dei benefici della libera il trazione
Secondo guerrieri questo tuttavia non implica che i Paesi in via di sviluppo abbiano perso qualcosa in quanto al contrario alcuni di essi avrebbero potuto sfruttare aperture integrazione internazionale per dare un forte sviluppo al proprio e un forte impulso al proprio sviluppo
Stiglitz invece ritiene che i Paesi avanzati nel chiedere ai paesi in via di sviluppo di aprire i loro mercati mantenendo sussidi e barriere sui beni prodotti dai Paesi in via di sviluppo
Hanno imposto uno svantaggio a questi ultimi che ha implicato un aumento della povertà e che ha conseguenze negative sull'equilibrio economico generale
Infatti i sussidi esistenti che negli Stati Uniti Europa e Giappone sono molto elevati stimolano mente da produzione e quindi riduzione dei prezzi e povertà
La questione degli standard sociali e rimasta fuori dall'agenda e questo è un bene secondo la maggior parte degli osservatori innanzitutto perché i paesi in via di sviluppo erano fortemente contrari e dunque sarebbe divenuto impossibile il raggiungimento di un accordo poi perché l'obiettivo di favorire migliori Stendhal su cui pure tutti concordano non va perseguito in questa sede
Fatta eccezione per la difesa degli standard di base come ad esempio che il lavoro minorile non sia realizzato in circostanze barbariche
Per i sì c'è ricorda che anche i Paesi occidentali hanno raggiunto l'industrializzazione imponendo sofferenze enormi ai lavoratori
Resta il fatto che proprio raggiungimento di migliori livelli di vita nei Paesi più avanzati pone a tutti il problema di come diffondere queste conquiste nel mondo
Come rendere più spedito questa volta il processo volto ad assicurare a tutti condizioni dignitose di vita e di lavoro
Si ritiene comunque da parte di molti commentatori che problemi come l'ambiente gli stand di lavoro vadano affrontati attraverso istituzioni quali Lido
Infine e con questo credo che sia l'ultima mia battuta l'accordo su agricoltura industria dovrebbe essere raggiunto entro settembre ma si evidenziano molte difficoltà
Guerrieri osserva che Europa e Stati Uniti si muovono in direzione opposta
A quella auspicata negli Stati Uniti con il farm bill sono stati attribuiti sussidi per il sostegno alle produzioni agricole con un allineamento alle politiche europee
Si tratta di fatto di un incentivo alla produzione secondo Onida sono stati semplicemente rese strutturali aiuti all'agricoltura interna che già esistevano
D'altra parte sia giudizio di guerrieri che di Onida
Il farm bill e i dazi sull'acciaio sono serviti a Bush per ottenere in cambio dal congresso la legge per la tra i promossi all'Authority la quale consente al presidente di realizzare un accordo che poi il congresso
Può approvare o meno ma sul quale comunque non può entrare nel merito l'Europa che chiedeva per parte sua un grande accordo e in posizione difensiva soprattutto sull'agricoltura
La commissione nota De Benedictis e frenata dagli Stati membri must già si sa che l'Unione europea in vista dell'allargamento difficilmente potrà mantenere l'attuale politica agricola comuni molte altre questioni sono state sollevate sono state toccate dai relatori dei nostri seminari si credo che ho già preso troppo tempo per sintetizzare per voi
Diciamo le conclusioni che mi sono sembrate principali ottenute nel corso di questi mesi nell'istituto e perciò ora mi limito diciamo a dare la parola ma è questa la parte importante della del dibattito di oggi
Con una prima domanda che
Vorrebbe essere principalmente sulla questione della globalizzazione
Dei collegamenti con la crescita che poi lei al professor Dominique Salvatore ringraziandolo particolarmente di essere qui oggi abbiamo saputo che arrivato pochi poche ore fa posti pochi minuti fa da New York grazie per essere qui
Grazie presidente Kostoris è un piacere essere qui Alisei
Nella mia presentazione esaminerò tre aspetti della globalizzazione brevemente ovviamente
Prima perché la globalizzazione importante è inevitabile secondo la relazione tra la globalizzazione e povertà e i in uguaglianza nel mondo ed infine come gestire meglio questa globalizzazione
Perché la globalizzazione importante e inevitabile la risposta Breve e importante perché aumenta la la l'efficienza e la crescita inevitabile perché la concorrenza internazionale ce lo impone
Però per andare un po'più a fondo
Ed esaminare quindi perché questa globalizzazione importante inevitabile bisogna esaminare i tre aspetti del di questa globalizzazione prima
Alla globalizzazione nei gusti globalizzazione nella produzione globalizzazione nella nella forza lavoratrice in ordine di crescente importanza globalizzazione nei gusti bene sappiamo che a causa della rivoluzione nelle telecomunicazioni e trasporti c'è stata una convergenza di gusti a livello mondiale
E la cosa importante è che la rende inevitabile il fatto che le imprese hanno risposto a questa globalizzazione dei gusti introducendo beni che sono sempre vanno sempre più verso quelli globali
E
Ricordiamo solo un esempio semplice la Gillette che ha introdotto il rasoio il nuovo rasoio nel mille novecentonovanta lo fece immediatamente simultaneamente in diciannove Paesi simultaneamente in passato un'impresa introduceva un bene nella propria nazione poi cominciava pian piano ad esportarlo produrlo altrove
Giletti invece simultaneamente in diciannove Paesi con esattamente last lo stesso reclama televisiva eccetto per la lingua ma almeno per i giovani anche la lingua poteva essere facilmente
L'inglese in pochi anni ne ha venduto cinquecento milioni di questi rosoni
E più di sette miliardi di di la mette di questi rasoi
Ebbene questa globalizzazione dei gusti non è soltanto per beni di poco costo di basso costo ma anche di altri beni più duraturi o come telefonini porti calcolatori portatili e anche automobili ebbene questo elenco di beni che vanno sempre più globalizzato si aumenta di giorno aggiorno certo non si arriverà mai a una situazione dove i gusti saranno identici però questa tendenza e inevitabile e la parte inevitabile importante che le imprese rispondono introducendo Sempre beni che sono sempre più di carattere globale
Più importante la globalizzazione nella produzione e qui abbiamo due diversi aspetti uno più recente meno conosciuto e l'altro più comune e quello tradizionale
Quello più recente si riflette
Nell'incremento del commercio internazionale su parti e componenti sarebbe questo aspetto del commercio internazionale cresciuto molto e cresce molto più rapidamente che la crescita del commercio nei beni di consumo finali
Questo accade appunto questo a Prince approvvigionamento all'estero quello che gli americani chiamano outsourcing accade non per scelta ma le imprese sono forzate a fare questo aprile approvvigionamento all'estero di beh di parti e componenti altrimenti perdono competitività bisogna guardare tutto il mondo per vedere dove queste queste parti componenti son prodotte a più basso costo migliore qualità altrimenti si perde competitività a livello mondiale
Quindi l'efficienza che in passato veniva esaminata a livello regionale
Poi a livello nazionale adesso è diventato a livello globale e ripeto non è una scelta ma è inevitabile se si vuol rimanere competitivi
L'altro aspetto della globalizzazione nella produzione e più tradizionale quello di stabilire posti di di produzione all'estero però quel anche questo a questo aspetto è stato spinto molto più in avanti negli ultimi l'ultimo decennio Nestlé
Ha basi produttive in ben cinquantanove Paesi la Ford che gli americani considero più o meno un'impresa americana
A punti di produzione in trenta località tre nel Nordamerica tre nel Sud America sette in Asia e ben diciassette in Europa e la Ford a più impiegati fuori dagli Stati Uniti che negli Stati Uniti ebbene questi due aspetti parti e componenti di Benni
Incremento di produzione
In vari Paesi nel mondo ci porta a una situazione dove quasi tutti i beni hanno parti e componenti prodotti all'estero anche gli americani quando comprano un o portatile
IBM pensano di acquistare un prodotto americano è bene non più di un terzo delle parti e componenti di questo bene o venduto negli Stati Uniti e prodotto negli Stati Uniti
Si sta arrivando quindi al punto dove e quasi la domanda non è la domanda giusta di chiedere la nazionalità del prodotto se un Toyota prodotto negli Stati Uniti con sessanta per cento di parte componenti importati dal Giappone
è una macchina americana o giapponese o Bernard o Chrysler adesso The prodotta in Canada posseduta da Mercedes e canadese americana otto o tedesca
Quindi anche la domanda qual è la nazione la nazionale la nazionalità del prodotto eh
Non è la domanda giusta in un mondo che va sempre più globalizzato Dossi quindi globalizzazione nella produzione è inevitabile perché la concorrenza internazionale ce lo richiede e non si può più evitarla
Ancora più importante invece la globalizzazione nel mercato del lavoro
Non esagero quando dico che non c'è quasi nessun prodotto
Importante al mondo che oggi è prodotto nei Paesi sviluppati o ricchi che non può essere prodotto in paesi in via di sviluppo particolarmente quelli emergenti più avanzati come la Korea
La domanda che ci si deve porre perché tutto questo e è diventato importante nell'ultimo decennio ci sono le tre ragioni una e la rivoluzione nelle telecomunicazioni che ci permettono di gestire anche da lontano
Aspetti produttivi di un'impresa la seconda a la seconda e che la concorrenza in sé internazionale ci forza ad investire tecnologie e capitali lì dove sono più efficienti dove hanno un più alto Riccardo e se un'impresa non lo fa
Le concorrenti lo faranno e quindi di nuovo si perde competitività o internazionale e poi c'è l'Ing io mi il forte miglioramento nelle a preparazione delle forze lavorative
In Paesi emergenti e fra ai francesi non piace quando si dice che un ingegnere elettronico coreano e meglio preparato di uno francese
E percepisce solo metà del reddito e quindi c'è questo allora c'è quindi la la possibilità di gestire da lontano la concorrenza che ci forza ad investire dove i ricavi sono più alti e il forte miglioramento nella preparazione delle forze lavorativa
Tutti sanno oggi i giovani che c'è qualcuno nel mondo che è disposto e capace a fare il proprio lavoro ha un reddito inferiore con la stessa qualità e forse ancor di più di quella nei paesi nei paesi avanzati
Poi c'è il fatto che fino a un anche a un decennio fa c'era una protezione naturale i costi dei trasporti erano molto più alti più elevati
E e e il fatto che c'era una protezione artificiale che tutto entrambi venute meno di recente così importante questa globalizzazione che spesso porta anche grandi economisti a fare sbagli terribili anche nostri cari amici
Nel fare se un grande economista quotatissimo specialmente negli anni settanta ha scritto un libro per a o a salvo dire basti presto solo due anni fa nel quale si dice diceva che siccome il tasso di disoccupazione era sceso al di sotto del sei per cento degli Stati Uniti gli Stati Uniti erano di fronte a una forte ripresa dell'inflazione
E invece il tasso di disoccupazione come sappiamo è sceso fino al tre virgola nove per cento nessun segno di di fazione anche Alan Greenspan è riconosciuto da tutti come il santone tra i governatori
Delle banche centrali a nel settembre fino a settembre del due mila si preoccupava che il problema americano era quello dell'inflazione senza sapere invece e era la crescita che era venuta meno e a a settembre del due mila e uno
Pensava che la recessione poteva essere evitata mentre sappiamo ora che era già iniziata a marzo dello stesso dello stesso anno quindi la globalizzazione importante importante perché ci scusi spesso ci spinge a fare degli sbagli di politiche e di interpretazione
Che una conoscenza più approfondita eviterebbero
Ebbene quindi la globalizzazione
Importante aumenta la produttività e la crescita inevitabile perché la concorrenza internazionale ce lo impone
Vado alla seconda parte qual è la relazione tra questa globalizzazione e la povertà nel mondo e la le i in uguaglianze nel reddito pro-capite
Ebbene qui ci sono tante discordie su chi guarda i dati ma questi sono i dati ufficiali la Banca mondiale ha indicato chiaramente poi alcuni dati che indicherò
Che dal novanta dal mille novecentonovanta ad oggi
La globalizzazione ha comportato una riduzione nel numero di prove dei poveri nel mondo di quattrocento milioni di persone senza la globalizzazione il numero di persone povere sarebbe invece aumentato di seicento milioni quindi si tratta di un miliardo di persone con la differenza che la globalizzazione a comportato ebbene o alcuni dati che dimostrano chiaramente quello che è accaduto indipendentemente da tutte le le controversie che si si vedano molto brevemente
Quanti anni
Località parità a parità di potere di acquisto un giallo del Mezzogiorno uno un euro e mezzo al giorno che indica cinquecento euro all'anno all'anno di solito si fa un dollaro o due dollari sarebbe il la percentuale della della popolazione del mondo
Che vive con un reddito pro capite di un di un dallo Vermezzo una un euro e mezzo al giorno al giorno a parità di potere di acquisto ebbene se guardiamo nel mille novecentottanta questa proporzione la quarantatré per cento della popolazione mondiale viveva con meno di un dollaro
E mezzo al giorno
Nel mille novecentonovanta questa proporzione era diventata di venticinque per cento nel Duemila di tredici per cento quindi il numero i poveri al mondo definito come indicato si è si è ridotto di tre volte da quarantacinque per cento della popolazione mondiale a tredici per cento della popolazione mondiale
Se noi guardiamo invece in in tempi numero di persone e vivono in povertà nel mille novecentottanta erano un miliardo e quasi un miliardo e mezzo nel mille novecentonovanta era circa un miliardo
Nel due mila e era sei cento milioni quindi vediamo poi la distribuzione non abbiamo tempo di andare in dettaglio ma vediamo perché la grande riduzione è stata nell'Est dell'Asia e nel mille novecentottanta la proporzione dei dei poveri era il sessantasette per cento adesso il sei per cento nel sud asiatico trentaquattro per cento al sette virgola otto per cento mentre le altre are molto più piccoli numero di popolazione hanno avuto un incremento nella proporzione dei poveri quelli che vivono al di sotto di un dollaro e mezzo al giorno
Questi dati sono i dati della Banca mondiale
Un incanti nel quale intesa pence e quindi sono indispensabili il numero i poveri al mondo e di gran lunga diminuito in proporzione della popolazione e il numero assoluto della popolazione
Inclusa la Cina la se il secondo punto è però che questa globalizzazione anche comportato un incremento nelle disuguaglianze all'interno delle Nazioni e tra le nazioni
Però questo bisogna guardare a chi è accaduto sarebbe chi è diventato più povero e chi è diventato più ricco la Banca mondiale di nuovo ha indicato che tra le nazioni in via di sviluppo quelle che sono che hanno abbracciato la globalizzazione molto di più delle altre sono cresciute molto più rapidamente dei Paesi ricchi e quindi hanno accorciato le distanze
Mentre gli altri Paesi in via di sviluppo che non hanno abbracciato la globalizzazione molto sono cresciuti meno rapidamente dei Paesi ricchi e quindi quindi le disuguaglianze sono aumentate
Tra questi ultimi Paesi sarebbe quelli che hanno abbracciato la Brooklyn la globalizzazione di meno ci sono i poverissimi quelli infatti sono diventati i più poveri ma guardiamo brevemente un altro grafico che ci indica quello che
Se noi guardiamo il mille novecentonovanta non si vede bene ma questa prima questo primo rettangolo e il la crescita del reddito pro capite la crescita del reddito pro capite dei Paesi ricchi
La seconda colonne e la crescita del reddito pro capite nel decennio dell'anno degli anni novanta per i Paesi che si sono per i Paesi in via di sviluppo che si sono globalizzati moltissimo
Mentre l'ultima l'ultimo l'ultima aspetto e di delle nazioni in via di sviluppo che non si sono che non si sono globalizzati molto
E questa differenza e e sia area cresciuta negli anni Novanta questi erano gli anni Ottanta negli anni novanta
La crescita del reddito pro capite dei Paesi ricchi è stata Suppa abbastanza alta ma di quelli in via di sviluppo che si sono fortemente globalizzati la crescita
Media annuale nel decennio e aumentata molto di più per per per i Paesi ricchi mentre per i Paesi in via di sviluppo che non si sono altamente globalizzati la crescita pro capite è stata inferiore a quella dei Paesi ricchi e quindi le divergenze sono aumentate
Se adesso suddividiamo questi Paesi in via di sviluppo quelli che non si sono globalizzati
E da questo gruppo togliamo i più poveri vediamo che infatti i più poveri sono diventati molto più poveri
Adesso di nuovo questo e il tasso di crescita medio annuo questo e per i Paesi ricchi circa due per cento un po'superiore al due per cento all'anno in termini reali
Questa è la crescita pro capite annua media nel nel decennio del novanta per i Paesi in via di sviluppo che si sono altamente globalizzati questi sono tra i Paesi in via di sviluppo che non si sono globalizzati su quelli più poveri
Si parla del sud sahariano per l'Africa dell'Africa subsahariana il i quali questi Paesi hanno subito una riduzione del reddito pro capita medio annuo di circa uno per cento la causa però di questa di questa riduzione di questa crescita negativa di questo incremento di povertà assoluta Ruffolo relativa non è dovuto tanto la globalizzazione quanto alla siccità alle guerre l'instabilità politica e Lights quindi se non altro si può dire che la globalizzazione ha comportato una forte riduzione nel numero e nella percentuale dei poveri nel mondo
Ha comportato una riduzione nel nelle disuguaglianze tra i Paesi ricchi e i Paesi in via di sviluppo fortemente globalizzati
Mentre quelli che non si sono globalizzati son cresciuti a un tasso medio inferiore
Quindi la differenza tra i Paesi ricchi e poveri questi poveri e aumentata e tra questi i non quelli che non si sono globalizzati ci sono i Paesi i più poveri i poverissimi i quali sono diventati in modo assoluto più poveri però la colpa di questo è non è che la globalizzazione ma di altri fattori interni se non altro si può accusare la globalizzazione di non aver distribuito un po'più equamente questi benefici della della globalizzazione
Per concludere per la quindi bisognerebbe in un certo ma
è senza valori guarda solo l'efficienza ma questo questo non può e non deve esser tutto
Ci sono aspetti etici sociali politici che non possono essere lasciati esclusivamente al mercato ed ecco quindi la necessità di meglio gestire di meglio gestire la globalizzazione
Come sappiamo il sistema economico internazionale è stato stabilito immediatamente dopo la seconda guerra mondiale in una situazione mondiale completamente diversa da quella di oggi e nelle Nazioni Unite nel Fondo monetario nella banca mondiale
E capace è riuscita finora a poter far ridistribuire questi benefici della globalizzazione in un modo in un modo più Equo
Quello col a questo punto però la cosa più importante e non cercare di fermare questo processo di globalizzazione sarebbe inutile e sarebbe nocivo
A questo punto bisognerebbe degli enti internazionali rivolgesse ora i loro sforzi non a ridurre per ripeto è inevitabile è impossibile la globalizzazione ma di incrementare gli aumenti le gli aiuti specialmente ai Paesi più poveri quelli che non solo non riescono a cogliere i benefici della globalizzazione ma quelli che per ragioni interne infatti diventano stanno diventando sempre è sempre più povere ci sono cose ovvie da fare che non sono state fatte come di aumentare l'aiuto finanziario a questi Paesi come sappiamo la alla Banca Mondiale vorrebbe che gli richiedessero
Tre quarti di uno per cento del PIL in aiuto e invece danno solo un terzo di uno per cento e questa percentuale andata è andata diminuendo poi c'è la necessità di aprire i mercati ai prodotti di queste nazioni di aprirli senza nessuna restrizione senza nessuna restrizione e poi c'è il fatto alla fine alla fine che non ci sono regole a livello internazionale equivalenti a quelle a livello nazionale o regionale
A livello nazionale a livello anche continentale europeo ci sono regole contro lo sfruttamento dei bambini regole contro lo sfruttamento delle donne
Regole contro l'inquinamento ebbene non c'è l'equivalente a livello a livello mondiale
Quindi di tutto questo intanto ovviamente è stato detto pro e contro la globalizzazione ma io concluderei dicendo
La globalizzazione e assolutamente importante ha ridotto la povertà nel mondo di gran lunga nessuno ha forzato la Cina ad aprirsi
Ma senza un'apertura
Che ha permesso alla Cina di ricevere capitali esteri di avere mercati internazionali e tecnologia estera la Cina non sarebbe mai potuta crescere a questi livelli incredibili che ha sostenuto nell'ultimo decennio quindi la globalizzazione tutto sommato
è una forza molto positiva nel mondo
I Paesi che stanno diventando più poveri la colpa non è della globalizzazione è inutile cercare di fermare questa globalizzazione e gli aiuti devono essere diretti più a questi paesi che per ragioni interne sono stanno diventando più poveri e poi c'è una necessità assoluta di regolamentare questa a questa globalizzazione o il sistema mondiale
E di cercare di creare le condizioni
Paragonabili simili analoghe a quelle che esistono all'interno dei Paesi e che invece il Fondo monetario la Banca mondiale e le Nazioni Unite non sono assolutamente state capaci e non sembrano capaci di poter di poter adottare ebbene mi fermo qui grazie
Grazie Dominik Salvatore ci sono molte cose che hai detto su cui sono certa che i relatori dopodiché che prendo la parola vorranno ritornare da lei adesso la parola a Franco Tatò chiedendogli se può ritornare esso quest'idea con cui domenica ha concluso e cioè che la globalizzazione è assolutamente importante rafforza molto positiva per la crescita magari concentrandosi
Se ritiene utile sulla questione delle multinazionali e degli investimenti diretti esteri
Grazie
Grazie
Se loro mi ricollego no seguendo l'invito presidente direttamente contro le ultime cose che ha detto Dominik Salvatore sulla
Diciamo sulla neutralità diciamo così della globalizzazione e sull'atteggiamento delle multinazionali verso la globalizzazione che cosa e che cosa fanno e come interpretano vorrei prima di tutto faremo simulazione un poco così
Contrario a quello che si pensa normalmente cioè le multinazionali non sono il motore verrà globalizzazione rotazione dato di fatto dato di fatto che l'economia le multinazionali sfruttano ovviamente ma il fatto che questa globalizzazione sia in atto suo tardo
Fanno il loro mestiere le imprese come obiettivo hanno quello di creare valore cioè di produrre profitti e lo fanno no in base alle alle condizioni alle condizioni che
Alle coalizioni che si presentano penso che dobbiamo Salvatore niente Helen capeggia una lunga serie inutile diciamo ripeterle
La occorre toccare due temi cioè uno il tema diciamo così delle ineluttabilità di questo di questo movimento è il secondo è il tema della sua possibile gestione sul tema delle ineluttabilità si fanno non viene inchino appunto mercati merci capitali luogo questo di più questo di meno per il credito come seguace
Senza rendersi conto che l'ineluttabilità in realtà dipende da due fattori essenziali Tramutola fatto dello sviluppo da tenuti
Dove Salvatore ha citato le telecomunicazioni che cosa diciamo più evidente telecomunicazioni permettono il movimento e stentano dei capitali tutta una serie di cose che solo sono trent'anni fa e che hanno impensabili
Non dimentichiamo il patto che lo sviluppo delle telecomunicazioni ha creato anche la televisione mondiale praticamente cioè un circuito culturale a questo punto non solo tecnologica cornuti
Diciamo di comunicazione di valori no scusate non sempre positivi per un dato di fatto
Che hanno permesso la omologazione o la globalizzazione del gusto no e quindi no questa catena o di qualche Avalle trova il prodotti globalizzati Europa Rizzante il mo'che le imprese producono perché trovano mercati più vasti ricette certi prodotti che prima trovava accettazione solo negli Stati Uniti o solo in Italia ecco che oggi trovano progettazione invece in in mercati molto
Molto più grande c'è un secondo aspetto che in genere a mio avviso nei dibattiti viene trascurato ed è il fattore conoscenza cioè uno dei una delle cautela causa diciamo uno dei fattori portanti della globalizzazione cioè il fatto che le aziende possano andare a produrre nel Sud-Est asiatico questo Ticino è il fatto che si tratta
Di sistemi economici ad alto contenuto di conoscenza cioè c'erano scolarità elevatissima c'è il motivo per cui non si va no neppure a Falun montaggio dinastica no eh perché la popolazione non sa neppure leggere scrivere una legge che scrive è essenziale anche per fare lavori è molto semplice cioè da voi che devono essere organizzati e pianificati
Per forza richiedono come base nono la una una certa conoscenza diffusa un certo ammontare di conoscenza diffusa
Questo è un fatto quasi più importante delle telecomunicazioni se mi scusate non sia i suoi risvolti culturali no e quindi contro le sue conseguenze
Sia perché pone ai governi un problema non ricordo che una volta avvenuta in trent'anni fa succedono questi dibattiti no
Spingere la scolarizzazione uno sprinter colonizzazione subito in Africa Gerard preoccupazione no aumentiamo la scolarità creiamo dei disoccupati
Intellettuali quindi pericolosissimi no
Che creano diciamo così però la la l'ambiente per le rivoluzioni non e quindi si rallentarla questo proteso ad un dibattito credo che nuovi criteri si ricorda questo dibattito
Politico anche no in Africa soprattutto molto importante
Ora i Paesi che in maniera organizzata hanno pianificato la costruzione di un sistema di conoscenze e quindi hanno invece hanno sfruttato il fatto dono che questo poteva diventare ma un elemento essenziale nella competitività tra i vari sistemi per attivare gli investimenti esteri in questo caso li ha visti i venti dell'ente multinazionali che erano impegnate in un processo di outsourcing nota di migliorare la loro competitività scusate essenzialmente sul Nuovo Mercato di origine non loro medaglie rigide rispetto ai loro competitori nel mercato di origine quindi parliamo e perché parte dagli Stati Uniti perché altrimenti sono forse l'unico mercato candele avete libero dove esiste competizione perché se io sono un monopolista nel mercato non l'esigenza di ridurre i costi e quindi andare a produrre in Cina produco in Italia produco produco in in Germania o in Belgio dove sono sennò competizione sul mio mercato
Devo migliorare i miei costi e quindi faccio comincio questo processo di outsourcing dove vado dove trovo le condizioni migliori
Che non sono semplicemente condizioni di basso salario ma sono condizioni di basso sarago ad alto contenuto di conoscenza questo che spesso ci dimentichiamo cioè nel Sud-Est asiatico si producono degni di elevata qualità non si producono catturati giovedì scorso cose cose diciamo di grande semplicità o non si assista a seguito delle macchine
Ma sì tradursi trasferiscono con elaborazioni che richiedono interventi manuali importanti ma qualitativi richiedono conoscenza di quell'intelligenza quindi questa o la conseguenza di questo a mio avviso e che
La la il processo non si chiude in se stesso richiedendo una un un aumento importante di conoscenze nei paesi di partenza
Perché a questo punto sono i lavoratori a dei paesi che fanno l'outsourcing no
Che si difendono cioè riducendo i loro salari più elevati solo se a quelle sanitarie corrisponde un contenuto di conoscenze
Più importante di qui il tema posto poi ai colleghi alla politica e così via di come no di come adattare il sistema educativo no alle esigenze della globalizzazione
E quindi il problema diciamo di un ceto Sestio e non solo diciamo così se si vuole governare questo processo
è importante diciamo avere il controllo dell'evoluzione delle tecnologie cioè partecipare in qualche modo non esserne esclusi essere vittime diciamo dello sviluppo tecnologico
Ma anche diciamo così occuparsi del problema della formazione Franzella ripeto riconoscenza essenziale proprio per giustificare il fatto che per le parti dei prodotti che vengono conservate nei mercati d'origine diciamo così no
I i i salari più elevati pagati siano anche economici perché hanno un contenuto non ha più elevato rispetto a quello che si potrà quindi esiste diciamo così nella competizione tra sistemi economici a mio avviso ed è diventa sempre più evidente anche una competizione che mi ama per regolette culturale cioè il fatto che solo con l'innalzamento delle conoscenze la il sistema facciamo ritrova un suo equilibrio no e fosse no e dei dati di diritti-doveri Salvatore era molto evidente no uno dei motivi per cui l'africano è diventato non presso un po'un problema gigantesco per tutto il mondo non e proprio il fatto che non ha saputo creare una base di Dick di conoscenza c'è una base culturale sufficiente per poter partecipare al bruciato processo di diciamo dividi globalizzazione visto in in questo caso con un processo diciamo positivo no e non solo con un processo ineluttabile diciamo così
Enzo il fatto che sia ineluttabile pone il problema di come gestirlo ovviamente ma perché è chiaro che tutto tutto tutte queste cose che abbiamo sentito diciamolo dal dal riassunto dei dibattiti dei contributi diciamo nel Seminari precedenti
è in qualche modo pone dei problemi e per un importante ciascun sistema economico e perché i partecipanti avessero economico come come come come come ricordava vitale come gestire problemi che vengono poste
E quindi c'è un po'un tema acceleriamo ora tentiamo non per infondono tra si si si riassume no in un'alternativa abbastanza abbastanza elementare
Accelerare vuol dire accelerare la crescita perché chiaramente la deposizione coniuge crescita
Accelerare vuol dire fare tutta una serie di cose mi riferivo proprio dicevo prima per esempio adattare il sistema informativo alle esigenze della globalizzazione
O accelerare non dipinse di nuovo il sottotetto diciamo aumenta la disuguaglianza
Perché bisogna accettare no l'aumento delle disuguaglianze ora
Per aprire una parentesi su questo su un parere su questo tema diciamo così della disuguaglianza la disuguaglianza a mio avviso no è un elemento
Caratterizzante di tutti i sistemi di competitivi cioè tutti i sistemi che si basano sulla competizione
Creano per forza disuguaglianze la competizione epica degli over sfratti l'unico modo colto
Ruspante si può essere più raffinati nelle storie della droga la Aris sintesi in sintesi questa è la situazione e noi tutti viviamo abbiamo vissuto no questa dialettica no uguaglianza disuguaglianza Joe
Le i sistemi crescono le disuguaglianze aumentano i ricchi diventano più ricchi i poveri non diventano più poveri ma ovviamente soffrono della differenza che diventa più grande diciamo un'altra grazie ai ricchi e meno ricchi
Ed ecco che nasce l'esigenza di sistema politico di ridistribuire in qualche modo direi destinato ad attenuare quest'anno quelle situazioni ove tutti sappiamo anche che
Si possono fare molte considerazioni anche romantiche però che la redistribuzione dei redditi non eliminano disuguaglianza eventualmente ne attenua le conseguenze perché negli strati sociali ma dobbiamo anche porci diciamo la la domanda
Perché inanellando la disuguaglianza cioè e e utile mi ha atteso a cosa porta no beh abbiamo vissuto per settanta ottant'anni in un sistema che aveva come obiettivo
L'eliminazione della disuguaglianza che se non lo ha mai realizzato come compiutamente e sistemi fallito cioè un certo punto non ha potuto pagare i conti
Da questo punto direi che è più un un tema di governo no dico del della dialettica tra tutti questi fattori diciamo quelle formazione etnologia uguaglianza disuguaglianza
E dove i vari sistemi devono trovare diciamo una una soluzione
Ottimale notare regolare questi processi rallentare quello dell'organizzazione ovviamente possibile
Tutti noi sappiamo le polemiche con i no-global ma poi non lombarde così la richiesta dei no-global e per il dicastero in materia di globalizzazione non vogliamo la globalizzazione
E questo che cosa vuol dire
Ma semmai che la globalizzazione non credo che sia possibile comunque rallentarla è sicuramente possibile ritengono che in questo momento noi ci troviamo in una fase di rallentamento dal processo di globalizzazione non solo per e l'avete preso dalla crescita economica ma proprio perché fattori gli enti culturali di accetta accettabilità di determinati aspetti modello
Della realizzazione del processo di globalizzazione accettasse fatica che i sistemi fanno per esempio in tutto quello che è in distribuzione dalla conoscenza il miglioramento dei sistemi informativi no
Quindi quei tra queste cose insieme portano oggi a un rallentamento rallentare la misura da da la la globalizzazione significa introdurre elementi distorsivi del mercato
Questo è cioè sono provvedimenti regolatori note vengono presi per fermare ecco e poi credevo la Toyota fanno creano normalmente dei business di tipo diverso
Come quando facciamo una legge noi qui diciamo che
Il trasferimento di un bene
Una società del gruppo un'altra si fa solo attraverso
Una perizia fatta da un perito nominato dal tribunale
Nasce un grande business di periti nominati in tribuna
Di avvocati che se ne occupano altri intermediari tutte queste cose e così via
Cambia la legge non si dice basta no la dichiarazione di un commercialista quello che che intervista il ventenne non finirà mai chiaramente nota di comici costituiscono la altra caratteristica Chan saliente di questi business di origine regolatoria
è la nuova resistenza dove visse come come gli enti inutili non cioè rock resistenza per cui anche se Domanico eccessi di globalizzazione dovrà essere diciamo esplodere il sistema e così via sicuramente si trova modo ammalati proteggere i periti del Tribunale non ce lo assume per i Death la puoi fare altri esempi brutalmente questo scusate ventenne vedi pasta questa un po'la la un tema di di
Perché è un tema in tema da vedere io personalmente ritengo poco desiderabile ecco questo tipo di sviluppo cioè penso che i sistemi debbano accettare la sfida però globalizzazione
Governando largamente coordinandone i processi governando le conseguenze sociali
Che questo che devono fare
Ma non non
Ma non mettere in piedi
Dei sistemi che diventa molto tutto col tempo sempre più complesse no di regolazione no e quindi di questi business derivati dal processo regolatorio diciamo che che nonché Sotis distorsivi dei dei fenomeni di mercato ma anche di stock Silvi della
Ma poi alla fine dell'accettabilità sociale in un certo senso perché questi sono veramente dei mestieri inutili sono mestieri che sottraggono e non creano valore non sono e il costo del sistema no
Che aumentano con questo tipo di provvedimento mentre uno dei modi di governare diciamo la globalizzazione è quello di ridurre no il costo del sistema perché che è uno degli elementi di competizione
Non non cioè sì i sistemi competitivi sono i sistemi che producono di più costano meno quindi questo e questo è un tema secondo me
Che che va trattato insomma va trattato va discusso si deve cercare di
Di capire come come come gestirlo
Io sono sempre stato
Ottimista verso il processi di globalizzazione
Non solo perché li ritengo
Ineluttabili e quindi penso che sia eccessivamente costoso cercare di fermarli come dicevo ma perché ritengo positivi ritengo che
Sicuramente
Più persone staranno meglio non se e l'economia cresce essi soprattutto si aumenta il livello di conoscenza e distribuito nei sistemi economici la riconoscenza vuol dire anche livello di autocoscienza livello di
Di percezione dei dei fenomeni politici di fenomeni sociali
Di dialettica politica interna al sistema sistemi sistemi ad alto livello di conoscenza sono sistemi più ricchi consulti Giolitti anche sul piano Ettore spiano sul piano culturale fine
Resta il tema di cercare in qualche modo Franco ma cercare seriamente di
Proteggere la poté Eggert ci data al la conseguenza diciamo così anche socialmente negative possono derivare dalla un processo non governato ma l'ultimo tema
Che vorrei accennare su questo visto che si parlava di multinazionali generale imperiese
Ovviamente esiste un problema di comportamento delle multinazionali ma scusate come comportamento non è solo in tema di globalizzazione abbiamo sito tutti ma questo fenomeni americani scusate non solo americane Velardi comportamento diciamo non non etico diciamo così le imprese
Questo è un tema molto molto corto è un tema che investe così problemi di coscienza del management problemi etici di sistema problemi regolatori del sistema
E si riproduce anche a questo livello sa cosa diciamo prima dei business di origine regolatoria cioè
Aumentare le regole che devono essere rispettate nel gestire un business garantisce che questo bizzarro che ha gestito il modo etico probabilmente no
Ne complicherà non ovviamente la la
Perché il business gestito in modo etico se il Venezia di padroni imprenditori sembrano chi gestisce il il nel suo per rispettare i valori e Ticino distinti diffusi Source del sistema in cui opera
Se non li rispetta Muzio penso che possiamo mettere tutte le regole che vogliamo
Si troverà sempre il modo anzi più complicate quella sonora che più s'era il modo di violarle
O di prova il modo di adattarla Covent aggiorno oltre ai ai business derivati insomma per abbiamo visto anche tra quelli recentemente con tutte le è stata il business stati creati tutta una serie di leggi due tre uno
Codice Preda provvede chiediamo inoltre cose giuste se uno legge quadro dice ma perché diavolo tutte le aziende non funzionano così non ed Obodo si dorme si sta di scriverlo in un codice non scritto in un codice significa creare un business evocati l'utente non cede
Mezzo metro facesse o di qua esempio normale ecco è invece dedicato alle Risorse invece per esempio a
La produrremo famigliola esteri produttivi anche mentale tecnologie d'azienda e così via quindi quindi questo mi la di Ashley con questo e con questo questo dubbio
Diciamo etico-morale grazie
Grazie per i molti spunti che ha immesso nella nel dibattito io nei neri né coglierei uno che del resto era molto presente nelle cose che ha detto Dominik Salvatore e cioè in fondo che si deve parlare di questioni etiche ma con diciamo in modo soft in un certo senso Damini Salvatore ha detto la globalizzazione e senza valori
Netti canne in ogni etica ecco chiederei allora forse su questo spunto di ad Andrea Riccardi di tornare sulla globalizzazione le questioni della diseguaglianza della della povertà ma anche in intesa in senso non non solo economico anche intese in senso culturale forse diciamo
Sentire se condividete l'opinione che fin qui se grazie io quando ho visto il programma del seminario poi il la relazione che tu hai fatto qua trovato molto opportuna perché ci inserisce
Si inserisce insomma in tutto il discorso che è stato fatto mi sono chiesto se tu alla fine non volevi un poeta per discutere di globalizzazione
Un poeta o al massimo uno che deve confessare che non ha la competenza di chi ci ha preceduto se non quella un po'di un viaggiatore del mondo di certi mondi dove certo la globalizzazione si incontra ma poi ho pensato che nella tua Maggi Carige a tu pensavi che le incompetenze se ben composte con le competenze degli altri alla fine allargano la competenza
E includono e allora provo a dire qualche cosa
Provo a dire qualche cosa sono alcune osservazioni sul proprio per rispondere alla domanda che Tuppo Nepi cioè non ci troviamo in una fase appena fatta dove tutto sembra da un punto di vista anche istituzionale restare tale e quale
Tutte le istituzioni si chiamano lo stesso modo sembrano esercitare le stesse funzioni ma indubbiamente tutti si collocano su un'apertura di orizzonti nuova ed enorme
E tutti si ride finiscono lo Stato non è più lo Stato anzi in alcune parti del mondo nelle regioni più precarie
Ci sono stati che non esistono quasi più per niente
E direi di fronte agli orizzonti della globalizzazione e
Parlava del circuito culturali nuovi e i gruppi umani i popoli le comunità religiose le etnie sì ristrutturano in maniera profonda
Io solo uno storico contemporaneità e per parlare del presente provo sempre a fare un po'un passo indietro i miei amici modernisti medie mistici considerano dei giornalisti che stanno troppo sulla qualità ma sono scomparsi tre vecchi mondi una banalità Occidente ove resta e quella realtà composita fluida e un po'irreale che era
Il terzo mondo secondo la la definizione del geografo al presso vi in cui tante identità nazionali si erano iscritte in maniera un po'volontaristica
Fallimento di quel contenitore
E fallimento sul piano economico che al di mento sul piano politico ma la fine
Di quel contenitore Terzo Mondo ha avuto effetti dirompenti tanti proverò dirli prima di tutto la chiarificazione del divorzio tra Asia e Africa quando parlo di Africa parlo di Africa subsahariana
E allora in questo ristrutturarsi intenso forse un po'folle di tutte le identità di tutte dico a livello di piccoli gruppi e di grandi gruppi
C'è una spinta profonda e non indolore una domanda che il processo di globalizzazione pone alle identità nazionali etniche religiose in maniera incalzante ma noi chi siamo
Come definirsi nei confini del Nuovo Mondo e il chi siamo noi è un interrogativo culturale politico di relazione direi dirompente
Il discorso sulla globalizzazione non è non è nuovo
è già venuto tante volte nella storia del mondo seppure in fase
Molto più ridotta penso a quel libro
Di Sergio Bruzi Ski la pala le la Pan semi Tissot molto bello in cui mette in in cui mette in risalto gli affetti della globalizzazione della conquista l'America sulla cultura e l'arte europea ma poi penso
Non solo a colonialismo ma la diffusione dell'Islam e del cristianesimo in tante parti del mondo in Africa per esempio con la diffusione dell'Islam e del cristianesimo tutte
Sono nate delle mie si sono ristrutturate ci sono collegate delle comunità
E allora
Gruppi sociali che allora entravano in nuovi e larghi orizzonti religiosi o coloniali dovevano adattarsi riproporsi esplicitarsi evidenziare valori farne cadere altri
E oggi ci troviamo davanti a un processo ancora più forte che interpella soprattutto quei Paesi e quelle realtà che hanno radici culturali politiche storiche più fragili
Perché la globalizzazione affievolisce rafforza cambia il peso e la qualità dei soggetti vorrei fare due esempi
Molto noti banali muovendosi sul banale il primo è quello dell'asta europeo che è stato sotto gli occhi di tutti
Li abbiamo capito una cosa che le nazioni non muoiono abbiamo visto risorgere nazioni nazionalismi dopo l'abbraccio azione sovietica
Però ci siamo resi conto di una tardi un altro processo che queste nazioni risorse in realtà debbono negoziare oggi ed è il discorso sull'Unione europea
Una una perdita una perdita di quello spazio che sembravano aver riconquistato mi diceva un po'lei compie rese
Con quella finezza e anche un po'quella Nostalgia tipica della cultura ungherese ma dice ora noi abbiamo riguadagnato la nostra identità nazionale ma ce la dobbiamo giocare quasi tutta
Ecco diciamo è è un esempio è un esempio sotto gli occhi di tutti se volete banale ma un altro esempio più serio e quello dei fondamentalismi degli integralismi
Parola che fino a dieci anni fa era in qualche ristretto laboratorio accademico e oggi ormai i ragazzi si insultano tra loro dicendosi chi c'è un fondamentalista chiuse un'integrità è una parola entrata nel linguaggio corrente
Beh anni fa ben germi e barbera proprio parlando di jihad contro ma Ward diceva una cosa che che ormai accettata da tutti che i fondamentalismi sono una risposta alla globalizzazione
Sono stati una risposta all'occidentalizzazione i fratelli musulmani nascono negli anni Venti in Egitto comune risposta
All'occidentalizzazione all'eterna domanda del mondo musulmano perché noi siamo decaduti
Una domanda che è dentro la gran parte di autori del mondo musulmano a questo proposito ho trovato molto illuminante un libro
A proposito di questo interrogativo del rapporto tra mondo musulmane Occidente di me debba la mala di dell'Islam
Ma oggi nel mondo musulmano la difesa dalla globalizzazione la ristrutturazione dell'identità spesso si fa
In nome di una rilettura della tradizione religiosa ma non è una rilettura de la tradizione religiosa fatta da grandi sapienti come all'epoca degli omayyadi degli Abbasidi eccetera ma da un ceto sei mille tarato in una versione fondamentalista e di lettera lirismo coranico
Ma questo non riguarda solo i gruppi estremi perché l'Islam ha proposto ufficialmente nei paesi mussulmani proprio per combattere per combattere l'estremismo
Propone un discorso una lettura delle identità religiosa o civile che è molto vicina a quella estremista vuole essere una risposta all'estremismo con la stessa lingua e non è troppo lontana dei contenuti dell'estremismo spesso ed è la riproposizione di un'identità religiosa sostanzialmente velleitaria di fronte ai processi di globalizzazione se per dirla se torneremo indietro saremo avanti
Ma il velleitarismo produce irrilevanza e d'altra parte il velleitarismo produce estremismo sino alle punte più violente
E allora si porta alle estreme conseguenze quell'insegnamento che sì riceve con una negazione velleitaria di processi che poi sono già nella realtà sociale allora la congiunzione fondamentalismo globalizzazione sarebbe un tema di cui parlare a lungo non vi voglio tediare
Ma è una reazione che si respira in tanti angoli del mondo certo non in maniera così pronunciata come nel mondo musulmano e qui allora rinviamo a toccare un problema
Il nuovo ruolo delle religioni nella globalizzazione
è innegabile che il Novecento è stato il secolo più secolarizzato della storia si è chiuso con il revival delle religioni e diari iniziato dicendo
Sopravviverà sopravviveranno le religioni alla globalizzazione alla secolarizzazione non credo un po'c'era un accordo generale che il Novecento avrebbe spazzato via il vissuto religioso
Ma le Regioni non sono state spazzate via
Eppure essi anche le religioni si ristrutturano in profondità l'Islam non è più quello che era inizio secolo il cristianesimo non lo è più non lo è più l'ebraismo
E qui le reazioni sono come si ristrutturano andiamo dal fatto che il mondo cristiano ortodosso fa quadrato attorno alla Russia
Ma anche il mondo ortodosso Greco capisce che deve inserirsi in Europa
E poi un altro aspetto molto molto importante che le religioni sono entrate nel mercato
Le religioni ormai si propongono come una realtà si attrezza una competizione che non è tanto differente da quella che avviene su altri campi
E c'è tutto un apparire non solo come si dice negli Stati Uniti ma io lo trovo anche in Africa anche in Asia meno in Europa di religioni che dal forte carattere competitivo dal forte carattere competitivo
E qui allora a mio avviso questo mette in luce la realtà di questo di questo uomo della globalizzazione come diceva Todo Raffa questo uomo spaesato bisognoso di indicazioni di e compensazioni
Ma che trova nella religione lo spiega la spiegazione
Di al di là di un universo globale troppo pieno di domande ma io non voglio parlare a lungo di questo a proposito del discorso religioni globalizzazione Jim Wolf sono si è interrogato sul ruolo che le religioni possono avvenire nel quadro della globalizzazione recentemente da Ward banca
Ha pubblicato qualche cosa proprio a proposito del ruolo religioni economia globalizzazione
Con una sia che è l'anno sia sostanziale di arrivare alla gente
Arrivare alla gente in una parte del mondo dove le strutture e le istituzioni pubbliche e dove gli stati non funzionano
è nell'idea di Jim Walsh persone il problema di raggiungere il mondo della povertà e di orientare la vita quotidiana in modo differente
Ma la risposta alla sua domanda a mio avviso cioè come le religioni possono aiutare lo sviluppo
E molto delicata è molto difficile perché non tutti gli universi culturali e i religiosi sono uguali dall'esempio dell'Islam sunnita non c'è una gerarchia con chi parlare
Non è facile trovare gli interlocutori stabilire piani lavorare insieme sul messaggio che arriva la gente ma lo segnalo perché questo è un problema nuovo ed è un problema posto dal mondo della globalizzazione
Perché le religioni nell'età della globalizzazione non sono solo la risposta
Non possono essere solo utilizzate come una risposta alla resistenza i processi di globalizzazione ma costituiscono una Rete nella società e in un certo senso una rete nella società e una spiegazione dell'universo che viene utilizzata o che conosce delle grandi rinascite proprio nell'età della globalizzazione ma e arrivo
A un altro problema il vero problema si parlava dei paesi non sviluppati eh
La decomposizione e io cui penso all'Africa subsahariana la decomposizione di società che non hanno più quei collanti identitari
Che li hanno tenuti in piedi si parlava di poveri io parlerei di milioni di donne e di uomini spaesati
Che non sanno se tornare indietro ma non sanno come andare avanti e anche qui la World Bank secondo me in una maniera un po'meno efficace del libro sulla fede e lo sviluppo si è proposto di ascoltare queste voci ma dove circolano queste voci di milioni di uomini e di donne spaesati
Nella fine di ideologia ispiratrici di passioni nazionali o nazionaliste
Questo vuol dire che penso in particolare agli Stati africani
Ci sono identità che sono crollate e una serie di Stati sono caduti in mano a identità o gruppi etnici e Panici
Che offrono un'interpretazione non più nazionalista non più libera azionista ma una interpretazione proprietaria del bene comune
Questo ha significato secondo me la fine del contenitore terzo mondo lo scarto il lamento di fragili compagini statuali l'apertura di conflitti ecco in tecnici e qui soprattutto è il punto e mi ricollego a quanto si diceva prima
La fatica a trovare classi dirigenti capaci di interloquire di interloquire con processi di sviluppo capaci di interloquire col Nepal e qui non ci troviamo davanti
Sì sì tu prima accennavi al problema dei Peppers eccetera eccetera ma ci troviamo davanti
A una presunzione delle organizzazioni internazionali cioè che certi governi siano governi che certi stati siano stati
Che siano interlocutori
E allora ci sono orizzonti nazionali crollati e qui per descrivere questi crolli secondo me ci vuole più la mano
Ci vuole una mano io penso a grandi romanzi di quorum ma aspettando per esempio il voto delle bestie selvagge ore alla non è obbligato cioè un mondo che crolla
Un mondo che per dieci venti anni si è costituito attorno alcune passioni valori ideali anche alcuni miti alcuni utopie che crolla
Ma come crolla il mondo come crolla questo mondo e penso di lì ai Paesi dell'Africa subsahariana
Con Lando non vuol dire che non c'è stato una crescita dell'opinione pubblica non c'è stato una diffusione della cultura
Perché malgrado questi crolli il consenso è importante
Malgrado questi crolli la gente ha un senso di sé profondo
E allora qui viene il problema di questi circuiti culturali viene il problema secondo me
Che riguarda questa parte del sud del mondo del vedere tutto
Oggi nei Paesi poveri in larghe fasce della popolazione si vede tutto e questo ha effetti molteplici a partire da confronto l'attrazione la contrapposizione
Il il problema della disuguaglianza è la disuguaglianza ma è anche il misurare la propria diseguaglianza è il sapere la propria disuguaglianza sono gli affetti di questa consapevolezza
Io volevo ricordare un episodio di qualche anno fa novantanove che ebbe come protagonista due ragazzini della Guinea una crisi chiamavano Iachini e frode erano iscritti alla sesta nel loro Paese la Guinea Conakry è un Paesi grandi potenzialità ma è un Paese come starci quando non può uscire dopo le otto di sera spesso gli europei che ci stanno o sono dei santi o il contrario dei santi
E ecco dire scritti ragazzini trovati morti nel vano del carrello dell'aereo da Bruxelles
Perché e avevano lasciato un messaggio in questo tentativo di immigrazione un messaggio molto Candido se mi permettete nominerà i poteri che
Eccellenza signori membri e responsabili d'Europa abbiamo l'onorevole piacere la fiducia di scrivervi per parlarvi dello scopo del nostro viaggio e della sofferenza Dinoi bambini d'Africa in Africa soffriamo aiutateci
A livello di problemi abbiamo guerra ma la malattia mancanza di cibo però il problema sono i diritti dei bambini soprattutto in Guinea non abbiamo scuole di supporto come il calcio cioè chiedono calcio basca tennis
Dunque in questo caso noi africani soprattutto bambini vi chiediamo di organizzare l'Africa perché progredisca
Dunque se vedete che ci sacrifichiamo e rischiamo la vita e perché soffriamo troppo in Africa abbiamo bisogno di voi per lottare contro la povertà
Chiedono calcio basca tennis una scuola che funzioni e qui allora l'altro problema di questo circuito culturale che le aspirazioni dei giovani di tutto il mondo alla fine sono pressoché uguali
E vedere tutto allora ingenera non solo attrazione
Ma di solidarizza passione profonda col proprio quadro nazionale cioè la caduta della speranza di avere un futuro lì dove si è nati o vicino a dove si è nati noi abbiamo immensi studi sull'emigrazione in arrivo nei nostri Paesi ma abbiamo niente o poco su quello che su quello che vuol dire la verso la l'adesso l'idealizzazione con il proprio quadro nazionale Roma scrive
Il negro sotto sviluppato è un mostro di pazienza sembrerebbe si vedono le lunghe file davanti ai consolati all'istituzioni d'ogni tipo a me sembra che un nuovo tratto indotto dalla globalizzazione culturale è invece l'impazienza e invece l'impazienza
Vi cito un caso e poi non temere Fiorella arrivo a concludere del vedere tutto è il dibattito sull'AIDS
Dibattito sulla i DS che è stato fortissimo in Sudafrica fino a quest'intervento di Mbeki che atto Rizzato che esistono Allevi africane per combattere l'AIDS
E quella che è stata in una società sviluppata
Come quella sudafricana la risposta dei malati organizzati cioè di dire come è possibile che la cura dell'AIDS sia possibile e noi lo sappiamo e non esiste una via africana la cura dell'AIDS ma ma non sia per noi infatti vedendo tutto come si può sostenere che non sia sostenibile la cura dell'AIDS
Allora qui mi sono reso conto proprio seguendo l'esperienza di Sant'Egidio la cura delle di essi Mozambico come il la cura delle ITS introduca un fattore speranza nella società nei piccoli o più larghi gruppi sociali che che scuote il contesto sociale ho potuto costatare a partire proprio da questa esperienza
Da questa cura alle donne incinte a quindi la nascita di bambini sani e la sopravvivenza delle stesse madri come questo immetta un fatto di grande
Di grande appesa di ripresa di speranza
E allora qui questa questione ai DS e questo aspetto diciamo di questa nuova contiguità tra mondo sviluppato e mondo meno sviluppato questo problema contiguità e disuguaglianza
E l'altro problema l'altro problema fondamentale è quello lo dico per inciso e quello che in questo mondo globalizzato la violenza acquista
Acquista una forza maggiore lo vediamo per esempio con i cosiddetti Stati canaglia che nell'epoca della guerra fredda non avrebbero fatto impressione nessuno ce n'erano tanti e si mettevano
Apposto ma oggi non solo stati anche i gruppi utilizzano la violenza
Non più come le vecchie teorie guerriere di de Breguet Guevara dalla campagna alla città ma la città diventa un luogo in cui c'è una violenza endemica ma ci sono anche forti espressioni di violenza una cultura della violenza con a disposizione armi temibili e una comunicazione che amplifica la violenza
Allora qui mi sembra e la la cosa su cui vorrei concludere
Niente si isola in questo mondo quindi la povertà non si isola la violenza non si isola il nostro mondo non si isola e mi sembra che la grande sfida eh
Sommessamente lo dico è a livello di Circuiti di riattivazione di circuiti culturali
Cioè un aumento di livello di conoscenza di partecipazione il vero problema è battere degli isolamenti
Che non solo sono la condanna come tante volte si dice in maniera un po'moralistica che viene dal nostro mondo
Ma sono degli isolamenti che sono profondi della parte del mondo sviluppo e nel mondo non sviluppato batte le di isolamento tu dicevi vinca il migliore
Fiorella mi suggeriva e io faccio ecco vinca la migliore tempi
Restano
Egidio arrivasse a quest'argomento
D'altra parte invece avevamo toccato io non ha pensato di di riassumere qui il tema importante a cui ha accennato delle malattie l'AIDS ai farmaci e i diritti di proprietà intellettuale collegati alla globalizzazione però vorrei riprendere un uno degli argomenti per dare adesso la parola Boris anche uno dei tuoi argomenti cioè tu dici con la globalizzazione tutte le comunità assiri definiscono gli Stati si ristrutturano in alcuni casi addirittura scompaiano male nazione risorgono possono risorgere ecco io vorrei chiedere se ritiene a Boris Biancheri che ringrazio di essere questa mattina se ritiene di parlare di come la globalizzazione cambi rapporti fra gli Stati in particolare fra quelli diciamo sviluppati e quelli in via di sviluppo che cosa inclini possono fare per agevolare la crescita equilibrata dei Paesi emergenti ai
Grazie professore
Grazie a te il fiore da io non so se tu cercavi un poeta per concludere occorre oggi
Il nostro seminario rogatorie ma ma il poeta alle ritrovato del professor Riccardi che certamente ha volato molto alto quindi diventa
Ora è più difficile per me prendere la parola perché mi tocca abbassare notevolmente il volo per parlare di queste cose ma come la globalizzazione
Ha trasformato i rapporti internazionali è un tema abbastanza uffici prima di tutto perché come abbiamo detto all'inizio non è chiarissimo che cosa sia la globalizzazione e se non sappiamo che cos'è la globalizzazione non lo sappiamo con esattezza non sa diamo neanche quando ha incominciato il processo di globalizzazione e quindi dire che qualcosa si è trasformata ma se non si sa da quando si parte te complica ancora più le cose semplificando io direi che a a quelli che sono i termini più noti più correnti
Ma di definizione della globalizzazione cioè la mobilità degli scambi la mobilità del movimento dei capitali la mobilità della mano d'opera io ne aggiungerei per quel che riguarda il tema dei rapporti tra Stati due che sono certamente di grandissima importanza
Il primo e la mobilità la proliferazione dei soggetti
I rapporti internazionali non sono più tenuti dagli stati sono tenuti da
Una grande molti i tutine di soggetti anzitutto si sono moltiplicati gli stati e questo è un fenomeno che appartiene in qualche modo alla globalizzazione
Se dobbiamo dare un inizio
Al processo di globalizzazione io lo lo darei diciamo alla trasparenza nelle cose internazionali quindi Wilson se vogliamo
Perché rendendo pubblica gli affari internazionali li ha portati alla alla mercé di tutti e quindi ha moltiplicato immensamente process graduale il numero degli attori questo non è un processo che è stato lineare avuto delle cadute avuto una notevole fortissima e ben nota caduta al tempo del nazismo e del fascismo in cui la trasparenza nelle cose internazionali ha fatto bruscamente un passo indietro i io personalmente credo che anticipo un po'a conclusioni quello che dirò che siamo in un altro momento di relativa caduta
Nel senso che questo processo è questa interferenza della globalizzazione nei né i fatti internazionali mi pare che d'altronde anche Franco Tatò diceva qualche cosa di questo genere non so se a un un processo inverso ma quanto meno mi sembra che non tende a crescere ulteriormente e abbia pongo subito
Che se la data di inizio e difficile questa data qua io la metterei dell'undici settembre
Dell'anno scorso
Per le regioni ragioni che cerco brevemente di dire
La moltiplicazione dei soggetti
Va intuitiva quando io sono entrato in carriera diplomatica la politica estera fatta dal ministro degli Esteri in Italia occasionalmente dal Presidente del Consiglio
Oggi la politica estera è fatta da imprenditori è fatta dalle lobby fatta dai media e fatta
Ma da da un grandissimo numero di soggetti che interferiscono fra loro direi che fra i più importanti
E questo è certo un effetto della globalizzazione
Il cui elemento centrale e la globalizzazione dell'informazione la contestualità e l'istantaneità dell'informazione non parlo soltanto del mezzo parlo del contenuto
Per cui il contenuto è noto immediatamente dovunque e questo ha dato intanto una enorme forza all'immagine
Rispetto al ragionamento che influisce nella politica estera in modo straordinario io ero ambasciatore a Washington
Quando si c'è stata l'operazione in Somalia
Operazione che limitata perché da Somalia ma come giustamente ricordava professor Riccardi la Somalia
Continua oggi a dieci anni di far distanza a non essere uno Stato
Ma l'operazione in Somalia nacque grazie a lei ma si CM dell'assieme sulla carestia e soprattutto sulla sete il sommario
Fu decisa operazione Restore bond di cui gli americani furono il motore e le Nazioni Unite intrapresero per la prima volta un'operazione di ricostituzione di uno Stato nazionale non di interposizione tra due combattenti
Ma di di Riabilitazione di ricostituzione di uno Stato questa operazione complessa alla quale si associarono sedici Paesi l'Italia stessa Fini
Sei giorni dopo che le immagini della Cnn presentarono il corpo di una rimborso trascinato per le vie di Mogadiscio
Io credo che nella conclusione degli accordi di Dayton sulla Bosnia abbia avuto un'influenza dire nell'affrettata a conclusione degli accordi di Dayton era stato dato a abdicò Holbrooke il termine della ottobre
Del mille novecentonovantuno per finire gli accordi ebbe influenza il fatto che nessuno avrebbe sopportato un altro inverno con le visioni dell'inverno a Sarajevo con le granate serbe che cascavano sulla popolazione di Sarajevo
E ci fu una stretta finale che portò poi alla conclusione degli accordi di Dayton con le loro imperfezioni non dico che se il negoziato avesse durata ancora molto a lungo sarebbe stato perfetto però certamente certamente fu affrettato nella previsione neanche per conseguenza dell'immagine ma nella previsione dell'immagine che si sarebbero potute vedere
Quindi direi che moltiplicazione dei soggetti ripeto i media sono certamente fra Eva anche altri soggetti o sono mi sto ad il militare ma il peso che il mondo imprenditoriale a nella formazione da politica è stato non ha bisogno di essere definito
Un altro aspetto che io giudico molto importante è quello della globalizzazione dei diritti
O meglio dell'aspettativa della globalizzazione dei diritti
E qui entriamo un po'
In quel terreno terreno etico
Alla quale giustamente ricavi faceva allusione
Abbiamo sui diritti torno un momento ma
Mi sembra che il fenomeno sia quello di una straordinaria moltiplicazione di soggetti statuali di una forte moltiplicazione dei soggetti all'interno degli stati nell'ambito del processo decisionale ma pensiamo gli stati quando la Carta delle Nazioni Unite è stata fatta c'erano cinquanta Paesi
Oggi sono centottantotto è difficile tenere il conto per che quasi quotidianamente se ne aggiunge uno siamo credo vicini ai duecento eravamo centottantanove qualche giorno fa probabilmente se aggiunto qualcuno nel frattempo
Quindi una molto maggior complessità
Perché le voci che interferiscono sulla formazione delle decisioni all'interno dei singoli Stati che continuano a essere si è pur con tutte le loro debolezze difficile deficienze gli attori fondamentali ancora della politica estera
Una molto maggiore complessità
Anche rispetto se pensiamo
Alla diplomazia del della guerra fredda la diplomazia della guerra fredda era relativamente facile perché era una diplomazia di conteggi
Di di armi insomma il fondo della diplomazia della guerra fredda era di sapere qual era l'equilibrio tra l'uno e l'altro equilibrio fra l'uno e l'altro si misurava direi con una relativa facilità agli analisti potevano dire qual era il punto di equilibrio oggi chi dice qual è il punto di equilibrio in un mondo estremamente diversificato
E in cui
A una diplomazia matematica com'era quella della guerra fredda si sostituisce una
Diplomazia molti centri
Dominique Moïsi in un bel saggio dice una diplomazia senza diplomatici io posso anche dire diplomatici senza diplomazia ecco
Monetica nuovamente La Mantia mai
La
La la la l'aspettativa globale dei diritti
Dico che mi sembra che che questi siano le linee di tendenza ma credo anche che queste linee di tendenza abbiano raggiunto come dicevo prima un un un punto di stabilizzazione
L'aspettativa globale di diritti forse non è neanche necessario parlarne perché vediamo benissimo le conseguenze che hanno le le aspettative che si creano le complessità di rispondere a queste aspettative soprattutto perché alle aspettative di diritti non c'è un'entità e dia il corrispondente dove che si assume il corrispondente dovere
E dei diritti senza che vi siano corrispondentemente enti od organismi incaricati di soddisfare questi diritti e quindi per i quali vi sia il dovere e rimangono evidentemente squilibrati e quindi credo che siamo in questo momento in una fase di profondo squilibrio da questo punto di vista
Dico che queste tendenze mi sembra che abbiano raggiunto un punto di una certa stabilizzazione
E identificò il momento in cui noi siamo diventati consapevoli nell'undici settembre perché il terrorismo è certamente qualche cosa che ha profondamente cambiato questo sistema
Anzitutto
Ridà un certo potere agli Stati
Il cui potere era andato decrescendo glielo dà per effetto della necessità della sicurezza ma dico ce ne accorgiamo negli studi noi tutti pensavamo per esempio adesso dico per dire che i viaggi sarebbero dive dati sempre più rapidi viaggi stanno diventando sempre più lenti perché mettiamo due ore per passare i controlli di sicurezza è un esempio banalissimo ma questo esempio banalissimo si moltiplica per molti molti
Casi quindi c'è un
Il terrorismo introduce la consapevolezza di un terrorismo che è un fatto della globalizzazione perché il terrorismo globale è la conseguenza della globalizzazione ma questa globalizzazione ha in sé un germe che l'accompagna
Questo è un mutamento credo abbastanza profondo
Mi sembra un altro mutamento abbastanza profondo una certa tendenza alla stabilizzazione nel processo di
Progressiva crescente multilaterali Zazie ore dalla vita internazionale
Che anche quello mi sembra abbia raggiunto una certa soglia
Anche nel nel processo di integrazione
Dell'Europa e dell'Unione europea
L'unitarietà del processo in qualche modo ha subito delle battute d'arresto
L'Europa si allarga ma
Lo spirito se posso dire globale e unitario del processo in qualche modo non ha progredito negli ultimi anni anzi io direi che c'è nelle opinioni pubbliche credo col facilmente riscontrabile una certa saturazione e in genere la vita multilaterale internazionale ha raggiunto certi processi di sottotraccia
E se torniamo al al campo dei diritti
La universalità dei diritti faccio eccezione per alcuni diritti sulla cui universalità non è pensabile discutere
Ma se noi pensiamo che perfino quindici Paesi dell'Unione europea
Che hanno storia tradizioni cultura religione comune e che da cinquant'anni alcuni da meno altri ma tutti insieme vivono e convivono insieme non si mettono d'accordo sui diritti fondamentali
O per lo meno possono elencare dei diritti fondamentali ma poi dopo non sono d'accordo nel dare a questi diritti fondamentali valore cogente
E
E poi
Pensiamo di proiettare dei diritti planetari
E c'è un movimento di ritorno a una valorizzazione
Degli aspetti
Profondi storici tradizionali cool culturali nell'identificazione dei diritti
Allora quindi qui fermo il discorso perché non vorrei sembrare pessimista ma ma mi sembra che
Ecco forse la sola certezza
E che non vi sono delle certezze globali in questo momento
Perché i grandi valori e questa è una consapevolezza che scrive sta emergendo possono essere incompatibili fra loro
Cos'è più importante
La pace
Ho il diritto per esempio di un popolo all'autodeterminazione
Quale dei due più importanti
Cos'è più importante dello sviluppo o l'ambiente
Alle volte sviluppo e ambiente sono contraddittorie tra loro non solo io ho difficoltà a dire quale dei due più importanti ma non sono neanche misurabili
In realtà l'uno con l'altro
Ecco
Io ho l'impressione che il mondo oggi per effetto della globalizzazione
Perché la globalizzazione ci ha reso consapevoli di questo si trova di fronte
A belle decisioni che non possono essere globali
E torna gradualmente
A delle decisioni che sono delle scelte ragionate mi auguro ragionate
Ma che sono delle scelte settoriali su questi singoli problemi ma
Questa non è un'analisi obiettiva vedendo benissimo oltre un'analisi soggettiva ma ma credo che questo è la fase nella quale ci troviamo in questo momento
Grazie grazie moltissimo eccetto le domande che è posto alla fine forse non fanno ha detto è un poeta ma certamente che colloca la fine filosofi o comunque collocano le tue questioni su sul piano filosofico o ora abbiamo ancora qualche minuto forse una decina di minuti terra per qualche domanda quindi prego chi ha vuole porre domande a fare i complimenti di di dire chi è e di e di parlare con un microfono vediamo forse ce n'è una vecchia già vista la mano alzata sei
Qui guardi
A oggi
Buongiorno Livio Magnani della Jones economica e finanziaria
Il ciclo di seminari estratto io trovo particolarmente interessante per lo sforzo che è stato fatto anche nella definizione della globalizzazione
Qualcosa però si sarebbe potuto dire di più sulla diseguaglianza oppure sull'uguaglianza
Perché quindi la definizione è molto più difficile credo che umanamente che siamo tutti sensibili alle sofferenze che nascono dalla diseguaglianza ma ci sono adesso ferenc individuali che contano perché sofferenze collettive non ce ne salgono il senso della famiglia da cui s'l'idea Rita al al suo interno famiglia può fare soffrire tra l'uno per una
Ma se guardiamo allora alle sofferenze individuali non una parola è stata spesso qui Salvo lontani accenni ma anche qui sempre preferita ma collettività da Riccardo
E beh io penso che qualcuno forse potrebbe anche dirmi qualche eco di questa tavola su questo problema del confronto delle sofferenze individuali fuori per l'invidia che la diseguaglianza può suscitare presso in educati come noi desidereremmo non ci fossero
Sia per le sofferenze fisiche e morali che la povertà in generale ma questi concetti di povertà relativa torcono quasi sono l'invidia e le conseguenze anche economiche dei compagni per i comportamenti delle persone nei riguardi del fenomeno invidia dovrebbero sceglie io ritengo approfondite
E questo è quello che volevo dire ci avrei altre domande ma credo che l'ora è tarda meglio lasciar parlare tre persone grazie
Cessate domande
Per
Sono Giulio Lamanda sono del nucleo di valutazione degli investimenti del Ministero degli Affari Esteri però non faccio l'intervento di Camogli in qualche modo in rappresentanza del mio ufficio ma lo faccio in qualche modo da penetranza così termina
La mia riflessione da cittadino io ho l'impressione che ecco anche l'intervento che mi ha appena preceduto e un più da capire questo
Al TAR la deriva del ragionamento economico finisce con l'influente anche sulla nostra reputazione di carattere politico culturale e morale rispetto a quello che sta accadendo
La disuguaglianza
Non genera in Turchia
Cioè la disuguaglianza può anche nasce dalla difesa di un modo di vivere che si considera infinitamente superiore a quello degli altri cioè il contrasto il conflitto e quindi la volontà di affermazione della propria potenza quando se ne dispone
Con un'ascia che anche da questo non da una misurazione quantitativa dei beni posseduti dagli altri grida e disagi che mi risultano per il fatto che se non se ne possiede
Cioè io penso che chiunque abbia un po'girovagato nel mondo cosiddetto copia Cossa
Che presso le popolazioni che non hanno avuto uno sviluppo industriale di un immenso attaccamento perde il ritmo della loro vita
Cioè io credo che la popolazione a Kabul Musulmana difende l'organizzazione della sua giornata più un certo ritmo delle preghiere Civo dalla vita sessuale sanno che queste vittime sarebbero distrutti se accedessero a un tasso più alto di sviluppo economico
Questo è il vero punto di in contabilità che l'ambasciatore bianche giustamente poneva anch'Chuck comparabilità che poi si riflette anche su altri ambiti e su altri settori
E che è un punto che noi continuiamo a contemplare senza trovare soluzione perché credo che non sia possibile trovare una soluzione
Se non attraverso un cedimento cioè io credo che l'Occidente Possa a procedere verso una soluzione di queste confronti
Estremi attraverso un riconoscimento paziente della parzialità del popolo schematismi
Io credo che per esempio anche su questo aspetto dovremmo riflettere con riferimento all'undici settembre
è vero che l'undici settembre dimostra l'immensa potenza che una ONG riesce a sviluppare nel mondo globale avvalendosi della conclude la globalizzazione per in qualche modo a contrastarle paralizzata però è anche vero che questa ONG Arche ed agisce in nome i diseredati leggi agisce in nome di quello stile di vita che in qualche modo vuole trovare affermazione nel mondo allora l'undici settembre per questo prodotto crisi della globalizzazione perché l'Occidente non ha saputo ammettere la propria sconfitta perché l'Occidente non ha saputo ammettere la propria i cattivi debolezza del proprio tasso di democrazia interna
Diciamo in qualche modo intrecci tra la famiglia Bush è la famiglia e Bin Laden sono sullo sfondo di tutto quello che è accaduto che restano oscuri la maggior parte degli individui pensanti dell'Occidente dando la sensazione che in realtà dentro la sfera della democrazia rappresentativa si cela un involucro feudale che non è stato possibile ancora diradare smantellare quindi c'è un'inconsistenza del l'Occidente ha una sua impreparazione alla globalizzazione chi guarda le proprie regole interne di potere le proprie regole interne di dibattito e quindi la propria vera capacità di confrontarsi con la crescita del mondo
Grazie e ancora una domanda che in fondo Boy pensa che data l'ora da lei la parola Verona replica rapida ai nostri relatori stabilizzano rapidissimo sono giunti col ministro dell'economia
Volevo chiedere in qualche modo di approfondire questo aspetto le fondamentalismo che era suggerito dal professor Riccardi
Perché credo che come anche aveva detto lei esiste poi una esiste una risposta che quella dell'Occidente che spesso è quella del fondamentalismo del mercato
Allora in fondo credo che la globalizzazione come fenomeno vada vada percepito anche in profondità e credo che anche oggi sia stato quest'occasione poco perché di fronte a alla alla risposta spesso appunto più di un fondamentalismo del mercato devono ha saputo accettare in qualche modo le le responsabilità penso presenta Washington Consensus tutte le conseguenze che ci sono state negli ultimi dieci anni di di questa politica e di questa di questo approccio
E in qualche modo non esiste il principio di responsabilità che che invece esistere il nell'ordinamento internazionale non esiste un principio di di responsabilità da questo punto di vista logoro
Chiedere appunto su questo ai delatori anche perché per gestire la globalizzazione c'è bisogno di superare questa irrilevanza diciamo che accende la sua nella politica internazionale oggi e quindi gestire decoibentazione forse voti anche riguardare e altri accettare ammettere i propri errori
Grazie mille io forse vorrei aggiungere con quasi con un interno anziana opposta questa ultima una domandina piccola a all'ambasciatore Biancheri nella moltiplicazione dei soggetti che oggi entrano nella politica è era non hai citato leggio Olé le organizzazioni non governative di cui a me sembra gli stessi movimenti no global sono una importantissima componente quindi volevo in un certo senso nella ridare la parola a me a ciascuno di voi relatori cominciando in senso inverso da da Boris Biancheri aggiungere questo piccola questione sì
Nel mio accennava al le diseguaglianze individuali e meno al Natalia diseguaglianze collettive
Non ha specificato anche l'altro aspetto la diseguaglianza nel tempo
Quando con un frullino noi lo mettiamo nell'arte questo latte fa la schiuma piano piano si decanta quest'
Guardate quel che è successo in Russia
Con la distribuzione dei re
C'è stato diciamo terribile c'è chi si è arricchito c'è chi si è impoverito eletti sicuri anch'esso inventate macroscopiche
Però cambia cambia cambia le bollicine scopo e la diseguaglianza non se ne può parlare in senso assoluto bisogna parlar la
Nel suo movimento nel tempo ed ecco perché prende anche rilievo ritengo questo concetto individuale perché si dalla nostra amica Kostoris e Magna
Tutti e due di fronte a trasformazione della società si comportano in modo diverso lei intelligente e attiva e io stupito e pigro
Ci troviamo in situazioni assolutamente diverso io me impoverisca e lei si arricchisce
Ecco per alcuni anche individuare l'area sacra di classe cisterne cioè ecco scusate ho dato questa specificazione per dire che un approfondimento forse c'è bisogno su questo punto grazie io devo dire nel dare la parola che
Tipicamente un economista evita di fare confronti individuale perché notoriamente i livelli di utilità di benessere di malessere individuale non sono comparabili quindi sono gli è Tissi ma di non avere
Io stessa ha avuto la la domanda ma semplicemente la giro insieme alle altre che sono venute dal dal CIPE che ci ascolta ai nostri relatori ringraziando per una volta Boris Biancheri chiederei a lui di cominciare le risposte
Sarò brevissimo soprattutto per dire che hai perfettamente ragione e cioè tra nella moltiplicazione degli attori della scena internazionale lei Angelo hanno certamente un ruolo fondamentale non soltanto
Per il loro numero non soltanto periti i diversi mezzi che hanno di proporre le loro tematiche che sono
Assai più diversificati rispetto a quello di altri soggetti che interferiscono ma ma perché raccolgono e si sforzano di raccogliere e
Gran parte raccolgono pensieri molto diffusi e molto l'attenti che poi dopo in qualche modo si concentra attraverso di loro l'effetto globale
Seppure così posso dire che le e nocivo in genere pur nella loro grande diversità hanno ottenuto nella
Sostituzione se
Se così posso dire del culto della vittima al culto dell'errore
Che un fenomeno fondamentale mi sembra nel nel nella percezione che le opinioni pubbliche hanno dei fenomeni mondiali in questo momento
Grazie deduco proprio che sia un filosofo anche da quest'ultima frase la parola ora Andrea Riccardi sì culto della vittima
Sono d'accordo sul dare spazio a Prodi non nel giro quel culto della vittima che è cominciato che è cominciato che che poi hai detto tu è animato anche quella politica degli Stati perché secondo me quel caso Somalia paragonabile solo ardua nell'Ottocento cioè una cosa strepitosa cioè ecco ma io sono molto contento che cosa mi son dette su tutte le cose ci fanno pensare mi sembra
Mi si chiedeva sul discorso il fondamentalismo sì ma il fondamentalismo non è un ritorno alla tradizione fondamentalismo è un'invenzione nuova
è un'invenzione nuova magari con abiti e cappelli vecchi non non crediamo che sia il ritorno al passato fondamentalismo non è tradizionalismo è in genere una novità ecco quindi questo senso è una risposta alla globalizzazione o è un modo di Gigi Riva la globalizzazione quello che lei diceva le diceva le diseguaglianze la difesa di un modo diverso di vivere
Sì questo vero vice il mondo musulmano vuole dire a modo suo ma perché il Cairo in quel la città mostro che il Cairo è il modo musulmano di vivere
Della grande tradizione di Damasco di Baghdad o anche del deserto beduino non mi sembra allora alla fine queste affermazioni del modo diverso i vivere saranno di di gruppi residuali anche in Italia ci sono gli zingari che sono un modo diverso di vivere
Quindi dico alla fine il processo di golpe Rizzoli creerà chiaramente i gruppi residuali ma ma la massa magari come desiderio come dice lei con sofferenza entrerà nel processo di globalizzazione o Entracque già tratta o ne sarà spettatore
Grazie ora la parola Franco Tatò
Certamente non ho non ho molto da aggiungere della della località il bar fa papà attacca giocata organo paraurti no come no non siamo doveva proprio dove c'è la Magnani quella sofferenza collettiva senza individuare che è un po'un po'vaga Vertigo organolettico cioè cioè non non mi sembra che sia con rilevante proprio con riduzioni io ricordo verranno più esordio stiamo parlando del settantotto settantanove insomma io parlo di Djerba via e devo responsabile Olivetti per la Germania ora in quell'epoca Santa nove l'Olivetti era ancora un'azienda seria cioè top management ma devo ancora esercitato l'azione incisiva che ha portato alla rovina dell'impresa
E quindi avevamo concetto decreti sta dentro
Io mi trovai a non poter pagare gli stipendi perché non avevo i soldi per non c'erano i soldi Cassano e andai a chiedere no col cappello in mano le varie banche no un po'di credito o no per superare due mesi sofferenze poi c'è movida indagava che le nostre forze e il motivo per cui mi veniva rifiutato non da tutti perché visto che sono ancora non è andata andata bene no tira il rischio di talia non munito di soli venti rischio Italia quindi esiste la sofferenza collettiva perché io italiano rappresentava un'impresa italiana vendette così cominciato sofferenza uno lo può l'ho provata approvata non sono addirittura più grave già proporla la spesa individuale diventa più grave quando cioè si è presa collettiva premio andò cosa poi si può fare sapevo che non potevo fare nulla spero che non poté fare nulla perché evoca trascinato in un sistema che portava il pediatra conseguente poi va be poi si riprende milione crebbero dicevamo la dialettica diciamo così tra disuguaglianze di distribuzione cioè c'è il ciclo disuguaglianze progetto pur senza siamo in siamo nel ciclo della distribuzione propone religioso penso che anche voi che aveva combattuto all'epoca in quel momento siamo del ciclo della distribuzione non mi farei però dei grandi problemi propri ho l'impressione che molti industrialmente non c'è sicuramente ma sull'Occidente su queste colline eccetera credo che invece tormentarsi sarebbe nemico facciamo qualche cosa che va veloce bombe operiamo preghiamo bene insomma ecco cerchiamo di di aumento
Il valore del nostro contributo bene grazie di questa etica dei risultati che io per lo meno condivido molto e da ultimo last but not least la parola a Dominick Salvatore
Bene come economista ovviamente noi economisti facciamo analisi economica ma la globalizzazione come è stato detto a spetti sociali etici politici e anche giuridici che sono assoluta ente devono essere considerati e quindi voglio solo dire che è stato utilissimo e penso che sia da parte dalla Presidente un organo un un un a però qualcosa di utilissimo e brillante di o Nizza are questi seminari con relatori da vari diversi campi per poi distillare quello che ci lega invece e che quello che ci di di sarebbe leva il divario aspetti sociali vertici politici e giuridici quindi allora ripeto come economista non parliamo di economia però assolutamente necessario allargare come è stato fatto in questi seminari era specialmente oggi
Grazie mille ad
Questa volta diversamente dalle nove volte precedenti non posso dirvi arrivederci al prossimo seminario sulla globalizzazione ma sicuramente nei prossimi mesi inventeremo un altro ciclo a queste era di vedere arrivederci attratte