"Oltre il Novecento: la politica, le ideologie e le insidie del lavoro" - presentazione del libro di Marco Ravelli, edizioni Einaudi (c/o sala Bernini - Residence di Ripetta)

Se avessi presenti Alberto Asor Rosa Luigi Ciotti in Giuseppe De Rita ed Ezio Mauro per essere qui con noi a discutere di nel giro di Marco Revelli e soprattutto ringrazio naturalmente l'autore ringrazio per aver scritto un libro intellettualmente spietato che rappresenta il fuoco di tante discussioni che si fanno che si dovrebbero fare e che in qualche modo presente anche il nucleo
Della continua uno dei tanti nuclei della Pontina discussione che nel piccolo anima anche il lavoro di una casa editrice
Ho letto quasi tutte forse non tutto è tutto ma quasi tutte le recensioni che le discussioni che sono uscite a proposito di questo libro e quindi credo di non essere solo da approvare
Gratitudine per questo sguardo critico da una parte precisa che invita come dire a uno spostamento da un guado che diventa ogni giorno più complicato
Prima di cedere subito la parola abbiamo iniziato con un po'di ritardo volevo solo ricordare un piccolo aneddoto editoriale che per conto mio ha qualche significato
Avevamo alla fine poco prima di Natale alla alla fine dell'anno alla fine anche della preparazione della discussione del libro con Marco tutto era a posto da copertina il titolo ma l'edizione tutto mi sembrò che funzionasse bene ma in realtà avevo qualcosa che senza stentatamente che cosa che mi sembrava non fosse giusto non fosse adeguato
All'ultimo momento come sempre come spesso succede in questo lavoro se non ricordo male ma quella ventiquattro dicembre sorge alla vigilia proprio sorge un piccolo problema tecnico e bisogna ripensare il titolo
Ed era questo che non funzionava il titolo era anti novecento per a questa cosa che in realtà non non mi andava bene per un motivo laterale siamo tornati a discutere del titolo
E abbiamo trovato il titolo giusto che questo pellicola oltre il Novecento sembra un piccolo dettaglio con quei piccoli dettagli concreti che impostano come dire la lettura la concezione ovviamente su suggerimento di Marco ma abbiamo trovato anche un po'insieme questo spostamento
è un libro che ne merita il titolo oltre il Novecento se non altro come sotto linea Tura del punto di vista da cui un libro che pur contiene tante critiche sul Novecento deve essere deve essere a mio parere guardato letta gioco questo tipo l'aneddoto passo immediatamente la parola a Giuseppe De Rita
Tale
Ma nei dieci minuti che ci siamo dati come presentatore io volevo darla soltanto un lettura di filo rosso del testo più che inoltrarmi in singoli argomenti specifici il filo rosso era sostanzialmente questo da una parte l'idea che sia finita ed è giusto che sia finita
La l'epoca che il conto novecento a molto esasperato
Della del delirio l'homo Faber nel delirio del lavoro nella fabbrica della del partito dell'ideologia
Tutto quello che è in qualche modo organizza secondo luogo la nascita aurorale
Va con cui si potrebbe dire come l'opporre curato col tempo di un sistema nuovo
Quello che Willem de L'uomo flessibile cioè di una società che da un'organizzazione di tutto dal partito al lavoro ai campi di sterminio passa invece a una realtà molto personalizzato è molto vicino singolo molto legata alla realtà
Della responsabilità individuale nella molecola Rita
Della
Terzo
Il passaggio lì ma conto il fallimento
Della politica
Come peccato
E come incapacità di creare qualcosa di nuovo in questa nuova situazione
Per finire come ultima parte dell'ultima pagina potrei dire
A fine della militanza
Che era tipica del fortissimo fraterna legati all'organizzazione nella tipica nell'era della politica organizzata invece una sorta come dice Bonomi Ishiguro chiudo c'è già militante al volontario o involontario come uno che posta nel sociale in modo meno aggressivo meno duro o meno
Meno fuori morto per certi versi come il militante invece ci sta dentro come volontario questi sono i quattro passaggi della
Quattro passaggi del testo che naturalmente incidono molto in un personaggio ma una persona come sono io e si ritiene ancora un militante anche se un militante delle cose sono stato uno quattro
Il nominato il MoMA come le cose quindi che vede nella militanza giorno per giorno qualcosa di importanti decisivo
E quindi e e vede invece lo dico subito nella nell'esito verso il volontariato verso la figura del volontario un pochino ambiguità
Credo che non ci sia nessun dubbio sul primo
Primo conto è la fine il Novecento come Linzi che e tutte le decisioni di tutte le opzioni tutte ideologia ridotti gli schemi organizzativi giocanti sono il grande apparato
Per fortuna è finito
Però questa centralità del lavoro
La centralità del lavoro produttivo la centralità del lavoro del fare il far è un qualcosa che ci ha assegnato
Per cui oggi come oggi noi abbiamo un Novecento che si è caratterizzato su questo comma
Cioè su comunque in mano lavoro un primato della fabbrica
Un primato della dello stato un primato dell'organizzazione un paragone una il primato degli apparati che un primato della militanza negli apparati
E anche quello
Per il
Dramma quella realtà tragiche acquistata a spezie Revelli nella indica ricordando ricordando che Lerna realtà i cancelli anche c'era scritto il lavoro farli veri
E addirittura città molto intelligentemente il fatto che gli stessi abitanti diamoci diventarono materia di lavoro per le loro sì
Questa specie di paura linee indica verso questo primato del lavoro questo primato del fare che ha portato a tutta una serie di
Prima violento
Il primato nella fabbrica il primato dei tempi in fabbrica il primato per la produzione primato del partito prima dell'ideologia il primato dell'apparato partitico
Il primato dell'apparato sterminatore l'apparato come grande accusato
Del Noce
Novecento è stato e il secondo gli apparati
Con un meccanismo che non a caso ha usato
Definire il delirio
Dice il delirio dell'homo Faber potremmo dire il declino degli apparati delirio di tutti gli apparati che in qualche misura si sono legati a questa cultura del fare
Per fare la rivoluzione faremo uomo o come fare
Del fare automobili del fare qualsiasi cosa
Perché ho pensato molto perché avesse usato per il primo capitolo ad arruolare i deliri
Mi sono ricordato che Remo Bodei ha scritto un bellissimo riparo sul criterio in cui dice in delirio non è altro che l'effetto dell'opera incrociano cioè inclusione sopra sempre più inclusione quando una persona mette dentro sempre più cose non sa scuro crearsi non sa elaborare non sa difendersi non sa in qualche modo rispondere questa over incluso questo metter dentro tutto
Diventa deliri
E noi abbiamo rivediamoci abbiamo utente lire del fordismo overdrive dell'ideologia come abbia avuto nel delirio dello statalismo perché il delirio non è altro che l'effetto della struttura implosione
Questo è diciamo così con il capitolo assurda
Realtà della dimensione statalista organizzata d'apparato
Orchestra della società
Può darsi che qualcuno per carità forse anche io se avessi tempo potremmo ristudiare questa epoca in fortissimo con uno meno pessimismo con meno giudizio dopo col giudizio critico su questo novecento tutto fordista però così è stato
Il secondo è stato un secco degli apparati
Del lavoro del fare che diventa paradosso per tutto anche nei campi di sterminio oltre che nella burocrazia romana oltre che nei movimenti di liberazione diventano perché l'apparato è necessario tornerò su questo argomento perché porterà la seconda parte la seconda parte invece sembrerebbe quella liberatorio
Perché in fondo ci si libera degli apparati si va verso un sistema che appunto chiamiamo molecolare che chiamiamo allegato al lavoro individuale chiamiamole legato a una dimensione soggettiva della vita
Con tutti i dilemmi di quest'uomo flessibile che in fondo si ritrova oggi a a non avere più sicurezza negli apparati né di lavoro né di sicurezza pensionistica
Ne dista trarne di sicurezza di pubblica sicurezza statale
Si ritrova in qualche modo Fracci che rispetto a una realtà precedente che certamente non esprimeva con gli apparati immaginava anche quel minimo di sicurezza oggi si ritrova in qualche modo assolutamente Libero ma altrettanto fragile
Altrettanto fragile perché tutto quello che era la sua sicurezza si va
Stemperare in una responsabilità individuate nel lavoro perché colmare come diciamo non censita molti anni più della metà delle persone che lavorano in Italia lavoro composizioni individuabili con responsabilità individuale molto spesso accade Pablo dipendente
Si ritrova libero ma fragile perché fare sport la sua responsabilità sul suo futuro sulla sua pensione sulla sua polizza assicurativa Church a dire sempre più tragico ma si ma si ritrova al tempo stesso molto più fragile perché perché non ha più Fini
Quando
Revelli dice che la crisi del fordismo cioè degli apparati del secco degli apparati viene da tre elementi dalla microelettronica perché libera e tecnologicamente la possibilità del far tardi
Fatta solo di carpire dal poter lavorare anche in posizioni Remo nel lavoro a domicilio lavori individuali e la seconda cosa oltre la microelettronica dice una dimensione ambientale parte dal sessantotto ma che poi cioè che lascia che pone la libertà del singolo
Dappertutto Fossa e e non è solo il sessantotto e tutti gli anni sessanta le battaglie per il divorzio per la orto questa voglia di libertà
E terza cosa la liberazione anche individuare che viene dalle battaglie di genere cioè dalle donne per dice tre cose fondamentali delle dice questa capacità fondamentale e ragionare su una libertà individuale sulla molecola Rizzo azione della società quindi sulla responsabilità individuale ma dice anche due cose molto importanti la prima è che nel cambiamento di questa dall'apparato a l'individuo si perde un elemento fondamentale i fini
Come diciamo dice Aldo Bonomi come diciamo noi come dico io
Una volta mi la nostra generazione amico aveva più cinico e mezzi
Perché di Fini ne avevamo tanti di mezzi proprio cotti le generazioni che stanno venendo adesso hanno più mezzi che Fini ma non hanno fini
E quindi voi avete una liberazione di energie individuali che poi si riduca indiano dentro se stessi perché non ci sono Fini collettività da portare avanti non ci sono Fini addirittura se non una carriera individuale ma che per individuare si gioca certe volte normale in pochi pochi giorni
Se hai la Stocco Stocco c'è un diventi ricco in nello spazio tre giorni
E per tutta la vita non è altro fine che che è quello di giocare a corto di fare qualche altra cosa di ammazzare la madre molto
Questa mancanza di Fini che è fondamentale nel mondo moderno
E che in fondo viene tutto noto acutamente retti dal fatto che la fine degli apparati la fine del fortissimo la fine del Plastic è stata anche la fine interna la crisi dell'idea di sviluppo
La nostra generazione aveva il mito dello sviluppo
Oggi non c'è più nessun mito dello sviluppo
Campi hanno viviamo
In una società che tutto sommato risolutivo regole cambiate
Neppure gli ideologi più spasmo pc se ce ne fosse ancora lì dove non ce ne siano più pensano di cambiare
Allora questo realtà in cui la società diventa più ricca più libera più libertaria che libertina più soggettista eccetera eccetera ma non c'è film
E non c'è l'Ecofin individuale né confini collettivo perché non c'è più lo sviluppo non c'è più nel senso che la trasformazione sociale
Non a caso una persona che certamente non è cultura sociologica tipo Bonhoeffer il pastore protestante impiccato coincide ferrosa
Dei nazisti disse guarda gli importi insegnamento collettivo porterà al soggettivismo etico e queste sia
Siamo una società tutta borghese non sono italiani ma tu società sviluppate società tutto indoor che si grande in borghese mentre di Pasolini qualcuno lo ricorderà con un soggettivismo etico in cui problema resta soltanto della soggettività individuale
Nell'incapacità di dire qualche cosa di diverso da me El Corte migliora molti anni figlio mio ricerca del miglior lavoro è mio ma poi cuoricini
Questo è e devo dire che se avessi scritto ieri però non prevede lei cosa che io non so fare sapere che non so scrivere più di dieci pagine dopo
Il
Io vorrei chi c'ha un atto anche il secondo capitolo con una parola deliri
Perché nell'individuo do ci dice tu tanto assoluta opere incluso
Ci mettiamo dentro troppe cose
Troppi mezzi nessun fine che tanti stimoli
Per cui vivo qualche moto nel soggettivismo etico personale si può peccare si può parlar male degli altri posti sorsi può far ridotto seconda in un parco a tema si può andare affare letti e lo sport estremo si cerca la sensazione
Ma non c'è questa trasmutazione di tutte queste cose ci mettiamo dentro
Dalla dieta perché ti fa a al allo sport estremi per dire le cose più mondane in tv effimere matto ce ne sono altre ancora senza esito
Io sono convinto che in qualche modo ha ragione Galimberti che numeri incluso un sta arrivando dentro ciascuno di noi forse purtroppo più nei nostri figli
Che non sanno regolari
La propria soggettività o commuovere incluso che in Olivetti
Terzo elemento
C'è una responsabilità della politica in questo
Perché perché se noi dobbiamo ricominciare un altro secolo sapendo quello che è stato il passaggio
L'apparato e la soggettività la grande etica data dall'ideologia soggettivismo etico dell'imborghesimento per qualcuno una responsabilità di qualcuno che che critiche cc pezzi che cerca Nizzi che vada ci portino avanti cibo
E qui c'è invece il capitolo sulla politica che è un capitolo assolutamente
Non dico disastroso ma certamente che sta disegna il disastro politica
Comincia con una riflessione sul Merleau-Ponty
Negli anni quaranta sul terrorismo umanissimo di di Merleau-Ponty
E continua con tutto quello che è avvenuto dopo in cui la politica non ha saputo arrivare a cogliere quello che stava succedendo
Con un debito infernale da questo punto di vista perché in fondo fare società significa fare l'opposto fare operano
Gestire il premio per il contributo parole significa fare in qualche modo macchina vive per fare la storia
Uso parole in rete
E che la farà storia quando in macchina fra la storia
Se la politica si è andata perdendo così come sono è descritta nella parte relativa ne conta Troccoli
Oggi non c'è la possibilità di avere il soggetto storico che fa storia
Lo dico un grande tranquillizzata cattolico praticante e osservante neppure la Chiesa riesce più esser soggetto storico
Riesce a fare opposto casomai la fanno i per
Gli addetti dello
Ma ma la Chiesa come soggetto storico c'ha i suoi problemi di fare storia disse indicare una linea di stock di indicare una linea di uscita dal soggettivismo etico che per la Chiesa e una questione di vita o di morte perché si arrestino il soggettivismo etico non c'è più possibilità pronunciare la parola ritiro di fare conversione ognuno pensa a se stesso anche la religione diventerà una religiosità individuale senza senso
Il problema vero ci e questo
Incapacità chiarire soggetti sto dei soggetti che s'che siano macchine per fare la storia che siano macchine per gestire il regno delle corse vicino macchine per cambiare la società non ci sono
E quindi è l'ultimo uno dei due punti su cui faccio una critica a renderne
Ecco c'è un problema di cogliere l'andamento della fine del secco
Che sarebbe stato possibile rileggendo con occhi di oggi embargo conti del quarantasei
Il Merleau-Ponty della crisi con con Sacchi
Qui la rottura fra Sartre e Merleau-Ponty
Sul sulla figura del partito comunista Merleau-Ponty lasciò il partito prima di Sartre con con durezza ma il nome di che cosa
In nome di una cosa che oggi vediamo in maniera esplicita in nome del primato della Fenomenologia sul soggetto
La fenomenologia oggi avviso
Tutto quello in cui viviamo e Fenomenologia senza soggetto che cosa è la globalizzazione insomma una fenomenologia senza successo
Così la finanziarizzazione se non una fenomenologia senza soggetti
Cos'è oggi l'innovazione scientifica e tecnologico sono una fenomenologia senza soggetti dosa e internet se non una fenomenologia senza soggetto
Noi non abbiamo più una capacità di essere soggetti come dice il mio amico Antonio Baldassarre ex presidente della Corte Costituzionale Henry Ford è stato continuo mai forte più lontano
Da Soros
Di quanto sia da Lorenzo il Magnifico
Con Soros ci sono cinquanta anni differenza con Lorenzo il Magnifico sono quattrocento
Però Lorenzo il Magnifico che fa estive e e Ford erano quelli che pensavano al soggetto come facitori di storia come macchine per fare la storia
Solo scalcia sulla globalizzazione sulla finanziarizzazione
Istruisce se stesso sulla fenomenologia
E qui sta a mio avviso che il punto cruciale
Il punto cioè di capire fino a che fino fino a quando noi potremo continuare a vivere una fenomenologia senso sfugge
Senza nessuno né chiesa cattolica né
Comune di da due mila abitanti che riesca in qualche modo abitarci il senso principini
Dico ricombinare fini e mezzi
Che non dividere in una situazione in cui ci sono tanti mezzi pochi Fini indica leggiamo sulla fenomenologia
Questo è il punto
I debolezza se volete non è una critica perché avete visto che il testo a me è piaciuto molto debolezza di questa di questo libro perché non c'è illecito sul soggetto storico
Può darsi che io sia vecchio sia cattolico romano sia Romano in termini di struttura organizzata
Però a me sembra che una riflessione sul Novecento non possono terminare senza avere un minimo di autocoscienza collettiva super cosa significa oggi rifare soggetto
Rifare soggetto storico non indulgere al soggettivismo etico per Dimas
E in queste finisco
A me sembra che la parte finale
Quella relativa al fatto che non cessa se non c'è spazio per il soggetto storico non c'è spazio per la politica la politica è andata contro il sociale sociale ha vinto perché era fenomeni logicamente più potente l'unica possibile di navigare nel sociale
Attraverso quello che è come mi chiamo una figura più dolce la figura del volontario
Mentre la figura del militante è una figura più aggressivi più violenta più dentro gli apparati più dentro la voglia di fare storia
Io confesso che queste ultime pagine dedicate al volontà ai al volontariato
Non mi sono piaciute
Non mi sono piaciute perché io
Sono vecchio combattente reduce sul sul volontariato fatto con boria il primo la prima conferenza nazionale sul volontariato nell'ottantasette quindi c'ho creduto moltissimo oggi la maggior parte delle organizzazioni di volontariato del terzo settore sono e nuovo collateralismo gravitano su forze politiche finanziarie diverse non so
Volontariato dolce
Non c'è ma a parte il giudizio che io do sul volontariato che certamente ingiusto e ingeneroso nei confronti dei cinque milioni di persone che fanno volontariato in Italia rischia scritti mi sembra
Un po'ambiguo ma a parte questo o quello
è una cosa mia e vi prego di non tenerne conto quello che non piani ciascuna vedere è il fatto che il volontario finisce per essere il sostituto del militante io mi sento ancora un militante
Alla mia età ecco il mio mestiere
Perché perché il militante aveva come Cristo era ancora io aveva questo senso di partecipare a fare la sto a gestire un regno delle cose faremmo povere cose
Non quello di stare in una società in qualche modo con un atteggiamento non dico
Di di di neutralità perché nessun volontario gemme attraverso sia molto più carica umana di quanto ne possa avere assenza questa responsabilità che volontario non può ariete
Di porsi il problema del rapporto con la storia rapporto con il fare storia
Se la storia e lotta all'opera nell'opporsi come dice Lupi come diceva qualcuno faccia storia ci può non si può galleggiare sulla fenomenologia anche se la fenomenologia
Oggi vince
Bisogna dei soggetti storici e in qualche modo capiscano e gestiscono la storia qui si potrà dire ma anche soggetti potentissimi mettiamo noi i governatori dei del G otto se si mettono insieme che cosa fare sulla finanziarizzazione
Non la fanno gestivano possono gestire perché possono mettere risorse che sono sette volte inferiori a quello che gli spetta che il mercato finanziario mette in un'ora tutto ok
Quindi mi si può dire i soggetti storici sono in qualche modo tutti deboli ma questo non comporta che ci sia una responsabilità Dinoi
Che lavoriamo su problemi culturale su con tutti i problemi sociali di porre il problema che in un momento di vittoria tutta la FNOMCeO sul soggetto non ci si può adattare soltanto a fare il soggetto dolce volontariato forze modico
Per me è sicuro bisogna avvenire anche il senso e la responsabilità il coraggio il rischio la tenacia la testardaggine di continuare a essere militanti all'interno di una storia da fare
Alberto Asor Rosa
Dunque credo di non essere indiscreto rivelando al pubblico che il libro di Marco Revelli me arrivato accompagnato da una tecnica affettuosa per me molto gratificante
In cui sostanzialmente si dice che fra noi due nonostante le differenze di opinioni è sempre corso un filo di scambio e di dialogo ciò e esattamente vero e mi piace
Ribadirlo quindi
Nonostante queste
Questo
Dialogo fitto
Attraverso la carta stampata non mi era mai capitato di presentare un libro di Revelli
Scherzosamente vorrei dire che questa prima occasione
Non vorrei coincidesse con l'arrivo del prossimo libro di Ravelli privo di qualsiasi dedica o magari con una dedica negativa perché di questo libero io trovo condivisibili
Moltissime delle analisi particolari
Ma non condivido quasi nulla del disegno generale
E quindi anche della logica che sottende questo dice cercherò di spiegare perché più brevemente possibili
Come premesse vorrei dire che io ho letto il libro di Marco
Come un libro più letterario e filosofico che a me
Le fonti del suo ragionamento sono quasi tutte
Filosofiche letterarie
Jung Celine battaglie
Gli Aster Merleau-Ponty Kestrel scorsa e persino un ma la parte dei ok
Questo spiega
Perché il libro
Non possa essere giudicato semplicemente in base alle analisi di cui si fa portatore
Perché il libro e innanzitutto un giudizio di valore
Un giudizio di valore
Sull'esperienza storica del Novecento
In cui si dice
Qui è andato bene e qui è andato male
E la conclusione complessiva e che nel Novecento è andato quasi tutto ma
Partirei da qui dal giudizio pesantissimo sul Novecento
Secolo degli orrori della violenza dell'oppressione e Biella repressione
Per arrivare a giustificare questa
Valutazione di fondo
Marco Revelli
Arriva a toccare secondo me alcune alcuni criteri di giudizio
Che trascendono perfino il contenuto degli oggetti storici che vengono di volta in volta esaminato
Nella prima parte del libro ricorrono continuamente due formule interpretative e mettono
Lui parla
Di eterogenesi dei fini e di secolo degli ossimori
Però genesi dei fini sarebbe
Come se nel Novecento tante forze
Diverse anche contrapposte si fossero battute per arrivare a delle conclusioni positive senza accorgersi di lavorare
Al contrario per degli esiti profondamente negativi
Secondo degli ossimori perché non c'è una manifestazione
Del novecento in cui il bene non si accompagni Alma
Allora io su questa impostazione che contraddistingue secondo me il libro
Sul piano storico
Sul piano dell'analisi della valutazione storica ma commi cercherò di dire brevemente più avanti anche sul piano delle indicazioni prospettiche nel presente
Io
Direi due conosce
La prima
E di ordine come dire ontologico pronti
Di problematica generale del rapporto fra in mora fra la morale che la storia
Discorso arduo a cui tuttavia Revelli ci invita anzi circhi e
Con il tipo particolare di discorso
Su questo piano
Io mi sentirei di dire che l'eterogenesi dei Fini e la pratica dell'ossimoro
Non è una caratteristica del Novecento
Ma è una parte costitutive di ogni azione umana che intenda andare al di là della pura è semplice riflessione intellettuale insomma dell'opera attività Tecce all'interno di ogni storia
In secondo luogo e singola frutto diciamo di una visione che andrebbe approfondite il fatto che gli ossimori di Revelli vadano tutti dal bene al male
Ma non ce ne sia nessuno che va dal male al bene
Questo mi porta a sostenere forse poco troppo radicalmente me ne rendo conto
Che al fondo del ragionamento di Marco cioè questa volta una filosofia della storia
Che si contrappone ad un'altra filosofia della storia
Alla filosofia della storia
Progressista io progressive che ha dominato il Novecento con gli effetti secondo me di volta in volta buoni e cattivi che tutti conosciamo lui contrappone
Una filosofia della storia negative in cui il male predomina pressoché necessariamente sul bene
Se la parola non fosse come dire carica di risonanze
Poco simpatiche direi che manca in questo libro un criterio dialettico di valutazione dei fatti storie
Cercherò di spiegarmi e anche di giustificarmi con alcuni esempi concreti
I deliri Dell'Omo parte
Tutti gli errori
E più che gli errori i crimini del Novecento del primo deriverebbero secondo Marco Revelli vanno dall'aver posto al centro del sistema
Del mondo della società il lavoro tutta anzi Cluj USA uno in via di per specificare meglio questa cosa
Lavoro che organizzazione
La svalutazione dell'operare
Ed è produrre
Su cui depresso
Si soffermava mi pere
Con un'altra angolatura ma arrivando
Esiti abbastanza simili anche d'élite
E tale da subagente
L'emergenza nel punto di vista di Revelli di un elemento cristiano
Io nelle mento cristiano che del resto lo dico anticipando alcune conclusioni bene si adatterebbe alle conclusioni dell'impero
Il lavoro l'operare
Sono in si fatti negativi
I valori i fini per cui faceva riferimento dell'iter sono tutti quelli che si oppongono ossia stare Anniano dal lavoro
Proviamo a far funzionare un'altra filosofia della storia
I resti come dire archeologici
Della filosofia progressista e progressiva di cui parlavo in precedenza e si potrebbe dire secondo me con
Almeno una un'analoga possibilità di andare vicini al vero
Primo che il lavoro porta sembrerebbe aver creato dei conti le condizioni le condizioni generali
Non particolari ma le condizioni generali per un processo di liberazione di emancipazione umane senza precedenti nella storia
E secondo si potrebbe dire che per certi versi la liberazione è già avvenuto
Singolare e Marco Revelli che ne un attentissimo studioso non è dedicato neanche una pagina alla spinta esercitata dal movimento operaio
Anche di quello comunista
Ma anche direi anche di quello cattolico
Nel mondo capitalista modificandone profondamente in itinere le caratteristiche le finalità i risultati la conformazione da un punto di vista è originario cui forse si dovrebbe guardare con maggiore attenzione per capire se c'è stato sviluppo positivo con sviluppo
Negativo
O sviluppo soltanto negativo
Va bene
Lo sguardo dire belli sì addolcisce quando si arriva alla fine del secolo
Cioè quando si arriva al mondo delle nuove tecnologie del politeismo dei lavori insomma di varie cose importantissime sulle quali del resto ha già
Con competenza sua propria
Attirato l'attenzione detta
Ma siccome
Revelli ha simpatia per questi fenomeni ma non li addotta
Questo mi pare un punto interessante di
Di analisi tecniche di valutazione da parte sua il discorso è rimandato ha più armi perché acutamente credo che su questo non ci sia bisogno di soffermarsi a lungo Revelli nota che
Parole sue la dimensione totalitaria del capitalismo novecentesco si espande
Al di là dei confini del fordismo evidente il rigorismo invariata la zona del lavoro flessibile del lavoro autonomo e così via
E dunque altra frase di Ravelli la dimensione ossimori Ca'del Novecento è transitata nell'orizzonte post fordista
Si disegna così nel suo ragionamento una doppia chiusura
Che secondo me è anche una doppia cesura
Al mondo del lavoro totale corrisponde nell'esperienza politica del Novecento
L'esperienza comunista
A questa ultime fase ancora in via dietro elaborazione che tuttavia non può transitare viceré belli giustamente io credo ad una dimensione più positiva e più liberatoria
Sì ricollega no le conclusioni del libero
Allora i peccati della politica e il futuro dell'uomo solidale
Questa parte è occupata
Pressoché totalmente
Da una requisitoria contro i crimini del comunismo
Allora io su questo tema molto delicato nata non avremmo avuto da dire
Nel senso che i dati per lui riporta sono inoppugnabile
Anche qui si potrebbe rovesciare il discorso
E cioè
I crimini del comunismo sì
E la sua forza liberatoria
Ce ne sono accenni parziali ma rapidi come se l'ossimoro anche in questo caso funzionasse a senso unico
La mia obiezione più forte però a questa parte non è quella relativa alla
Diciamo attribuzione a Marco Revelli cosa che mi sembra
Inverosimile i una
Ripresa della profferte anticomunista far da tanti altri ma il fatto che
In questa ultima parte
All'analisi
Delle
Comunismo sconti
Del sistema uscito bisce
Questo cane morto su cui
Sì secondo me si continua troppo in piedi
Non si affianca
O non si sostituisce
L'analisi del protagonista trionfante
Cioè del sistema capitalistico democratico
Come si fa ad andare Oltre il Novecento se non si analizza
L'organizzazione del potere politico ed economico che risultata storicamente
Di gran lunga quella vittoriosa e con cui oggi abbiano
Da questo punto di vista molto brevemente direi che diciamo
Età incompetente
Totale direi che l'idea che
Il mondo dei grandi apparati sia finito
Mentre nel periodo vanno le multinazionali e il potere finanziario allargato ha dimensioni inaspettate
Inaspettati in passato mi sembrerebbe
Assai singolare
Così come mi sembrerebbe singolare parlare di un mondo frammentato
In presenza di un governo imperiale del mondo
Qui nelle mie conclusioni mi riallaccio decisamente fino direi quasi a coincidere con le conclusioni di verità
Allora
Marco descrive queste figure nuove
Con una accensione
Passione le
Che le rende certamente le figure le uniche figure positive di questa lunga e grande storia del Novecento
Figure dice Marco leggere incorporò frammentate i dubbi cure
Per quali costituiti nascono una rete invisibile delle relazioni freneticamente mutevoli
Insomma un quadro in movimento un marmo
Allora la domanda mia da vecchio mitica
Gli Arturo specie forse in qualche modo affine
E simpatetica
A quei dipendenti
Ha domande diciamo a un a un a a un libero
Che si vuole valutativo oltreché analitico e
Qual è il canale l'interferenza il rapporto la contraddizione eventualmente che mette in comunicazione questo universo di sorge
E questa fenomenologia come diceva giustamente De Rita con l'universo la dimensione i poteri le procedure e i doveri della ogni
Qui non è in discussione
La figura del volontà
Azione mi pare il modo con cui attività apparentemente periferiche immaginabili
Sussidiarie e politicamente insignificanti possono diventare
Il centro di un nuovo mondo di fare politiche sì diciamolo con le parole di verità di un nuovo soggetto storico in grado di portare lei il processo di liberazione in atto
Qui concludo
Io credo di di dover manifestare un dissenso
Disinformazione di cultura rispetto a quello di di di me a quel di Marco Revelli perché io penso che la politica da che mondo è mondo altro che il Novecento si fa in questo modo
Contro il potere si lotta con il potere
Contro l'organizzazione si dota con l'organizzazione la guerra si batte con la guerra eventualmente il lavoro si batte con il lavoro
Dunque da quell'universo magmatico che Marco così bene descrive deve esserci un processo che a riporti alla macchina con tutti i rischi
Della eterogenesi dei fini che degli ossimori perché da questi rischi non si può
Ezio Mauro
Ma vorrei dire che
Il libro di Revelli molto bello e molto coinvolgente molto parziale e nello stesso tempo è bello a patto che lo si sappia considerare parziale
Con una freccia dritta che disegna una traiettoria non si occupa magari delle cose che stanno l'atto e però va a fondo nella dimensione del suo tracciato
è un libro che anche scritto molto bene
E questa è una cosa che credo conti
Ho letto ho sentito dire anche un libro coraggioso e dietro c'è un un non detto è perché affronta il nodo del comunismo io non vedo cosa ci sia di coraggioso in questo il comunismo è stato detto in grandissima parte giustamente tutto il male possibile in questo fine ricerco ed è stato qui detto strumentalmente tutto un altro pezzo
Di male anche quando non era necessario per quanto poi riguarda la biografia generazionale e culturale di Marco Revelli non credo che ci voglia coraggio perché viene gran parte della mia generazione viene da esperienze politiche che hanno sempre avuto il comunismo come apparato
Con in qualche modo con me
Di volta in volta compagno di strada l'antagonista o come comunque qualcosa per cui con cui confrontarsi sapendo comunque che la politica di quella generazione di quella frase doveva e voleva comunque disegnare un modello nuovo non si metteva per quella strada per cui l'unico aggettivo che non riconosco libro quello del coraggio salvo per un punto
Ma lo dico per per onestà critica non perché il libro non abbia degli altri meriti che ho detto
A a patto che si assume la sua parzialità come un dato ineludibile della lettura e della scrittura di questo il coraggio punto stellare
Nell'aver affrontato il lavoro come tema centrale qui sì che ci vuole del coraggio
Perché questo è un tema oggi che non viene considerato come centrale in nessuna delle trattazioni che vengono fatte della società di oggi e della e dell'analisi politica che ne che ne deriva
Mentre il libro di Marco è un punto e è e resta un punto di riferimento fondamentale per chi voglia analizzare il lavoro del Novecento con una sproporzione semmai che un difetto io glielo dicevo prima che cominciassimo questa discussione pubblica che c'è una trattazione molto profondità del lavoro del Novecento del modello fordista
Dettagli lo rinviamo e c'è invece una suggestione quasi più letteraria che analitica di quelle che lui chiama non a caso un'immagine quasi evitando nel nome diretto mentre col fordismo ci sbatte la testa per tutta la durata del libro quelle che chiama la scatola nera cioè il personal computer
E quindi ci sarebbero molte domande da fare perché quando tu descrivi il mondo del personal computer come il mondo che smonta il fordismo definitivamente dal punto di vista del lavoro delle sue relazioni
E quando dici anzi valorizza tutto contrario del fordismo valorizza tutto ciò che decentrato tutto ciò con Rizzo un tale non verticale tutto ciò che reticolare e non c'era chi esatto dunque
Tutto ciò che è ridimensionato tutto ciò che domestico tutto ciò che è diffuso
E poi con l'UDC addirittura Cozza tutto il mondo della scatola nera contro la routine del fordismo contro sul gigantismo contro la sua ex misura terza che era una delle dimensioni tipiche del Novecento
Contro la verticalità contro la concentrazione contro in una parola la separazione teorizzata tra il lavoro e la vita allora siamo sicuri che questa scatola nera non sia già mentre la viviamo produttrici di ideologia
Non sia produttrice di qualcosa che somiglia a una religione moderna
Perché soltanto di abitudini di costume
O addirittura soltanto tre sì
Secondo me c'è nel libro una sproporzione molto evidente tra l'analisi che viene fatto del primo lavoro e l'analisi del secondo lavoro
Detto questo se il lavoro e l'asse principale potere venti a fare un'analisi del Novecento come un secolo dilaniato e per questo dice nella pagina finale del libro
La vera ammissione del libro contenuta poi una pagina imperativa quando dice per questo perciò per tutte queste ragioni letterariamente per le ultime che indica nel capoverso precedente
Data per tutte le ragioni delle duecentosettantotto pagine precedenti il secco deve finire deve finire perché ritorniamo indietro al punto della sua deviazione non usi questo termine muso uso un vertice un verso dell'Achmatova che dice
Tutto il mio secolo fu deviato in un solo giorno no il secolo deviato mi ha fatto venire in mente questo passaggio tu dici risaliamo facciamolo finire davvero e per farlo finire davvero torniamo al punto della deviazione da quelli che erano i fini a quelli che poi sono stati i mezzi che hanno prodotto ogni volta dei risultati diversi addirittura alcune volte o annullando pervertito qui Fini e allora solo lì andando separare i fini dei mezzi i fini dell'uso pervertito
Che che che hanno poi avuto attraverso quei mezzi noi possiamo recuperare quelle regioni e dunque compiere davvero novecento perché in quelle regioni in qualche modo sono rimaste manco un aggettivo come sono disossata e disidratati senza vita come saranno non ce lo dice come sono rimaste quelle ragioni pervertita e calpestate addirittura realizzate nel loro contrario per le duecentosettantotto pagine del libro pro con le ragioni in qualche modo sussistono e dunque le andiamo a recuperare e le portiamo in qualche modo compimento
Però c'è nel libro dicevo tutta questa tensione di un secolo dilaniato tra quel che
E l'antitesi della prima pagina le promesse la demenza del secco no tutto il le le sue ambivalenze un secolo di gigantismo misurato secco della grande quantità della dilatazione assoluta pensiamo al consumo e pensiamo alla produzione pensiamo alla demografia ma pensiamo poi anche tutta la dimensione della comunicazione infine a cavallo con secolo nuovo dell'informazione quindi un secolo sicuramente smisurato
Nella sua una volta si sarebbe detto volontà di progresso sono quando il progresso coincideva con la crescita e dall'altra parte il secolo distruttivo il più distruttivo di cervelli della storia universale un secolo che ha militarizzato le società
Un secolo selvaggio
Il secolo in cui per la prima volta si arriva a concepire il crimine contro l'umanità si arriva a doverlo teorizzare a doverlo codificare a posteriori no a doversi far carico
Del della possibilità di indagare e di condannare di giudicare questi crimini contro l'umanità
E al centro di questa di questo perderti mento dei fini e e di questo di questa ambivalenza del secolo c'è questo quest'altra dicotomia tra il secolo che si è posto per la prima volta in modo ossessivo il problema della pianificazione del controllo della programmazione pianificate controllata
In quella parte del mondo
In quella parte della cultura politica oltre che con la parte geografica dal modo in cui si credeva che la storia fosse governabile per circa ma potremmo dire molto di più
Si credeva che la storia verso un anno zero e che defluisce cominciati romanzi sudamericani soltanto in un senso e che cominciasse da quella pietra di granito rosso nella quale era sepolto il corpo di Leni e che la storia precedente potesse essere tutta riscritta
Avulso e piacimento del potere che si era insediato in quel momento e che era destinato a durare per sempre perché appunto la storia in uno sforzo titanico sovrumano si sarebbe da quel momento in poi svolta soltanto in una direzione o meno come non era mai accaduto nella direzione programmata nella direzione dell'avvenire proprio che andava in quella direzione che si muoveva da quella piazza che non si dicevano sempre e centro del mondo la Piazza Rossa che il centro del mondo ecco
E
Di di cervelli questa ambivalenza tra la programmazione pianificata controllata questa ambizione di regimentare time tredici noi cicli di cinque anni alla storia e poi l'assoluta in controllabilità delfini anzi ogni volta che la violenza è stata usata come mezzo per servire una qualsiasi causa qualsiasi fosse la causa che veniva usata per la quale veniva usata la violenza come mezzo la violenza ha finito per essere più forte della causa del fine finito per distruggerci questa è la la parabola del Novecento naturalmente ci sono dei casi esemplari c'è il caso del dell'abominio supremo che è quello di Auschwitz dove addirittura il fine non ha fine
Perché la violenza che distrugge le vite umane e fine insetti e il fine supremo non si distruggono le vite umane per ottenere un qualche risultato passi visto con le mille le vite umane e questo è il fine che si vuole raggiungere con quel progetto è un valore si potrebbe dire la violenza un valore in sé
E poi dall'altra parte
Il comunismo
Dove più riserve lì a posteriori tutto ciò che rappresentava un fine negativo tutto ciò che nel programma del comunismo doveva essere distrutto doveva essere cancellato e quindi potremmo dire l'oppressione
La costrizione
La sopraffazione dell'uomo sull'uomo ma anche la delazione come prassi di vita politica di vita quotidiana come costume sociale e invece diventata un mezzo che ha poi finito per divorare il fine
E poi e qui Revelli citate le parole di Bobbio un altro esempio di mezzo che di che distrugge il fine e il il supremo dal punto di vista tecnologico e la bomba
Un mezzo di produzione che può uno che è stato programmato per produrre la distruzione stessa
E quindi dice Redaelli il mezzo in questo caso diventa un fine assoluto anzi addirittura il fine cambia genere diventa alla fine
Tutto questo secondo un'immagine quasi più letteraria che analitica di Revelli ma molto suggestiva e per lo sforzo che attraversato tutto il Novecento di macchinista del secolo
Ma chi Nizzardo rendendolo in qualche modo apparato rendendolo una struttura che supera e annulla la soggettività che supera annulla l'uomo la macchina che spersonalizzare come vedremo la macchina che in qualche modo ti responsabilizza anche il lavoro a cento e lavoro che attraverso questa mechitza azione del fordismo passare dagli USA questa antitesi passa dal Medical dopo il Met dove c'è ancora il saper fare
C'è il mestiere c'è almeno una nostalgica di artigianalità e di rapporto con le cose attraverso le cose di di relazione tra le persone che lavorano
Il duo che e io direi non ha iniziato questa forma di re il lavoro per il lavoro cioè energia liberata per fare senza una una relazione tra le cose
Un lavoro priva
Credo Asor Rosa ha usato la formula che Gian Chiusa Revelli del lavoro totale ma anche
Quando si guarda alla politica nelle sue abiezione che abbiamo ricordato prima tutti lavoravano dice molto semplicemente molto pienamente tutti lavorano lavoravano nei campi lavoravano coloro che comandavano i campi lavoravano coloro che consumavano i corpi umani come materia prima
E da nella pagina a fronte dice lavoravano gli uomini di marmo che credevano di costruire credevano in buona fede nella soggettività prima che la macchina trasformasse
Questa energia politica nel suo contrario lavoravano per costruire per edificare un mondo nuovo invece la stecca fanno il loro inferno che avrebbe che li avrebbe poi divora
Il lavoro era il mezzo per liberare l'uomo ed è diventato invece lo strumento della perdita di sette
Per quanto riguarda
Terzo punto del lavoro sintetizzerei così
Il lavoro che attraverso il fordismo si pone l'obiettivo ne ha necessità e la sua e la sua ideologia di scomporre ogni singolarità ogni soggettività potremmo dire per creare quello che deve richiama un multiplo mezzo vivente di lavoro questo secondo Revelli è la pratica sacrilega del Novecento
Per quanto riguarda il lavoro
E attraverso il lavoro per questa meccanizzazione è stata creata fino ad arrivare
Anche la struttura politiche la pratica sacrilega del secolo
Che porta dice Redaelli all'incapacità io direi anche l'impossibilità di prendere o di mantenere potremmo dire la misura simbolica delle cose quindi di mantenere un rapporto di essere ancora in relazione con le cose
Era negli USA questa questo termine l'intimità della cosa e perduta le cose non si aprono più
Non rivelano più la loro essenza chi le sta non la riveleranno neanche chi racconterà in realtà se non
Se non per la definizione generale dato che le cose non si aprono più e non rivela nulla relazione tra le persone che le hanno in qualche modo composto e poi qui arriva la politica e la politica e anche lei macchine esatta
La politica dal lavoro in quello che Revelli considera un pactum sceleris la sua volontà di Pétain di Potenza e ne assume il principio di di organizzazione estrema macchinari a potremmo dirlo a nessuno il principio di macchina e quindi l'apparato
L'apparato diventa la forma della politica diventa fine a se stesso il Novecento diventa il secolo creatore delle grandi macchine politiche
E dunque diventa in qualche modo secolo anche dell'irresponsabilità
Che da un lato Revelli ci dice guardate e qui è un po'un rovesciamento dei luoghi comuni
Con cui è stato poco autorizzato son state Coco rizzati i due crimini politici del secolo cioè il comunismo e nazismo l'ideologia perché riveli dice
E qui è la prima volta che si sente un rovesciamento di questo tipo guardate che il peccato capitale non è nell'uomo ideologico smesso mai nell'homo Faber
Perché se lo schema è questo il peccato in questo fare in questo modo di fare
E non si è mai nel Montino Likos ma dice con questa macchina esazione della politica si nasconde anche e si tutela si perpetua il principio di responsabilità
Perché come vedremo nei processi ai gerarchi nazisti
Possono nascondere il loro principio di responsabilità proprio dentro la macchina dentro i sentimenti del sapevo non sapevo arrivava fin qui la mia potestà questura un ordine
Era un ordine ricevuto
Dentro la macchina spersonalizzare indossi la responsabilità individuale si nasconde anche quella che è stata chiamata fuori la banalità del male ogni volta ci si ferma a guardare la normalità dei protagonisti
Di questi eventi ci si chiede come abbiano potuto correggerli sulle loro spalle di persone e poi ci si spiega questo passaggio anche con l'irresponsabilità che deriva dal far parte di una macchina
E quindi la mia responsabilità e semmai preventiva o definitiva nel senso ho aderito quella macchina ma quella macchina dei livelli all'insù interno di compensazione di spostamento delle responsabilità e diventa difficile
Scaricare su una persona la responsabilità complessiva
Ecco fin qui mi sembra
L'analisi centrale del libero di Revelli con un un punto generazionale di fuga o o di salvezza cioè la grande cesura del sessantotto che ve li vedete come momento
Di rifiuto alla macchina o nel caso della protesto Perahia come un momento di rovesciamento l'unico di rovesciamento dei figli del fordismo perché proprio il luogo fisico della macchina la sua potenza tecnologica
E la sua dimensione estesa con il numero di persone che che vi vi fanno riferimento consente agli operai di rovesciare i fini del fordismo e quindi di portare la contraddizione all'interno
La protesta studentesca
Dall'altro lato e il femminismo e questa mi è sembrata forse per le tre
L'analisi più più giusta il femminismo che porta la contraddizione dentro la concezione del lavoro perché da un lato fa finta di credere o crede veramente alla promessa e quali Zatterin c'è del lavoro ebbene allora se siamo uguali se non c'è distinzione tra uomini e donne come mai ci sono gli uomini i cui posti di responsabilità ma dall'altro lato non può o non vuole continua non legare la differenza di genere
E dunque la specialità potremmo dire in qualche modo e quindi porta la contraddizione comune a tenaglia ha detto che l'apporto del dal dalle due parti ecco ma questa cesura del sessantotto che sarei felice se fosse così generazione al mente ma mi sembra molto sopravvalutata nell'analisi del Novecento io
Temo e credo che quando si faranno le analisi del Novecento distanza di anni superiore a quella che noi abbiamo sessantotto avrà avrà meno pagine di quanto tujone dedicate ne avrà forse avrà forse le stesse il femminismo ma sessantotto nell'insieme
Ne avrà almeno ecco
Devo dire del alla fine di questa analisi
Nella mia obiezione fondamentale al ginepro ho già detto della sproporzione tra il lavoro nuovo e il lavoro fordista tradizionale del Novecento
E di come uno si analizzato a fondo l'altro procede più che altro per suggestioni addirittura senza riuscirà pronunciando il nome vero
Ho detto di questa di questo sessantotto cui viene
Conferito il ruolo di alterità rispetto a questo sforzo
Del lavoro e della macchina inserzione degli apparati del Novecento certo non è stato parastato tutt'altro che apparato è stato negazione dell'apparato ma non credo che ha avuto questa forza di negazione
Se poi ci dicevamo prima ritengo io Revelli andassimo a guardare le biografie ma il loro compimento definitivo credo che dovremmo delle delle delusioni ancora maggiori ma quello che l'ultimo punto è quello invece del
Dell'analisi politica anch'io come verità non credo affatto che
Come sintetizzato i giornali tra cui il mio la salvezza e la speranza che nel volontariato
A me sembra che noi andiamo a inseguire i velivoli della sinistra dove sono di fruiti fino ad oggi cominciando da quando Occhetto e poco l'Amazzonia nelle prime pagine di una relazione al congresso
Prendiamo ad influire gli uomini comodino scomodi dove sono arrivati fino ad oggi magari senza preoccuparsi di che cosa sono diventati merce
Senza preoccuparci invece che la sinistra abbia una regione disse oggi
E poi perché io credo che
Il Novecento nel Novecento
Forse ancora possibile nella parte di se tutte le abbiamo vissuto dare un nome proprio e appropriato alle cose
Che fosse facile
Spiegare i nostri figli che cos'è la destra che cos'è la sinistra
Non sono così sicuro che sarà sarà così semplice immediato per chi lo voglia fare
Negli anni che abbiamo davanti
Ma non non sto per dire la cosa più qualunquista che pensa di Trieste per
Non tanto per gli avversari che stanno di fronte alla sinistra su culture anche giocosa
Mi aspettavo che oltre all'analisi del capitalismo aggiungersi anche questo c'è un'altra macchina che in campo
E di cui non si sa
Su un'altra macchina che in campo oggi che produce consenso ce la destra e forte anche nelle sue capacità organizzatrici cade suoi una sua strumentalità di macchine
Tecnologica
Che su cui tu assolutamente sorvoli ma che pure esiste
Ha mutuato dei modelli Elia intelligentemente adattati tecnologicamente adattati gli ha gli ha inserito l'elettronica altro che soviet più elettricità
E tutto questo
Di tutto questo non c'è traccia
Ma no io credo che sarà più difficile
Spiegare i nostri figli per chi interessato queste cose la differenza tra destra e sinistra per quello che io chiamo l'indistinto democratico
Che sta avanzando grandi passi e che sta avendo ragione o così pare
Di tutto
E che sta annacquando le ragioni che stanno a monte di questa identità
E poi perché sono un po'stupito ma che lo dico dal punto di vista generazionale
Perché io non credo che il suo pietismo abbia potuto divorare tutto
Io credo che
Non era tutto apparato
Nelle ragioni della sinistra non era tutto Unione Sovietica
E credo che ci fosse qualcosa che preesisteva e che proprio perché preesisteva può durare ancora oggi e che durava
A fianco durava anche in quel periodo che che che è durato poco e credo che aveva delle ragioni valide che non sono state travolte
E che dunque la Marchini d'azione che è stata fatta e gli errori che sono stati compiuti crimini di cui tu parli nel libro può distinguendo tra letture revisionista
Del librone illuso revisionista che viene fatto del Libro nero del comunismo e i dati però reali che tu non neghi ma Schumi credo che non tutto sia stato divorato ossia di curabile per questo ci sono delle ragioni che sussistono e che sono autonome
Starei per dire concludendo io non mi rassegno che l'unica parole usabile oggi
Per distinguere tra destra e sinistra la parola residua sia la parola civile che tu usi
Civile
Civile
Un lavoro di impegno civile
E la politica ridotta al civile certo il civile è indispensabile lo era anche prima lo è stato per per noi lo Stato per tutti noi
Io capisco che lo contrappone al militare ma c'era qualcosa almeno nel modo in cui noi siamo arrivati là politiche ci abbiamo creduto
Fortunati dall'avere un'età che non c'ha costretto prima condividere altre cose c'era un mondo che non era per nulla militari era civile già allora
Io mi rifiuto di credere che l'unità di missione politica oggi possibile sia quella riduzione scheletrica al concetto di civile spero che non sia così
Luigi Ciotti
E devo dire che
Quando gli amici degli altri mi hanno telefonato per invitarmi
Libro nero ancora uscito
E mi hanno detto che separa di volontariato e solidarietà
Quando ho letto libero
Ho detto che ci vado a fare
Perché mi sento molto inadeguato
Io l'unica laurea che ove scienza confuse
Io ho trovato un po'di disagio
Non per la ricchezza dell'attuale ricerca del tuo libro verso quali ti devo esprimere subito una parola gratitudine
Perché permette di discutere poi uno può avere un'opinione uno povere
L'altra idea
Ho trovato un libro Oltre il Novecento che fa memoria uso questa parola che aiuta
Entrare dentro nelle varie vicende che lo hanno attraversato
Ho trovato critica
Ho trovato molta inquietudine
Però io mi sono sforzato ripeto con imbarazzo perché la telefonata ma c'è una parte del libro che parla di solidarietà e di volontariato quindi un mondo in cui ti ho mentito
Ho pensato e poi guardo sfoglio giro
E te lo dico con molta sincerità Damiani adeguatezza e di prego prendete vinte
Però trovato che della trasversalità di questo libro c'è quello che a me importante
Ho trovato la persona
Un'inquietudine
Che dirà di tutte le vicende politiche
Tutte stagioni che si sono succedute
Tu sei sempre la ricerca di mettere lì
A modo tuo queste diverso da noi tanti altri l'attenzione alla persona
E quella grande denuncia che fai della pura efficienza del fare
Dell'onnipotenza dei mezzi tecnici
E tutto quello che poi si aggiunge che tu entri in profondità
Di quella sottolineatura nel dire l'incapacità di raggiungere i fini sociali etici e politici
Ecco io
Non vedo tutto negativo quello che c'è stato in quella stagione
Ma ne colgo ieri come oggi
Questo grande profondi
E quindi grazie per discutere
Per aver messo la persona al centro per la memoria per la critica per quest'inquietudine
Tu hai visto i fatti di questi giorni
Io l'ho detto l'altro giorno a Torino dove c'era anche tu
Che io sono stupito di chi si stupisce
Abbiate pazienza io sono stupito che stupisce
Poi io sento sofferenza dentro
Senta
E
Ma tutti siamo testimoni di una violenza quotidiana
Di fatti di violenza quotidiana tutti i giorni posso fare un elenco prima voi meglio dire perché fare un lungo elenco
Siamo testimoni anche i dignità Renza rispetto molte forme di violenza
Come è successo recentemente bilancino difatti la gente indifferente rispetto la violenza rispetto con le persone
Ma questa violenza questa indifferenza denuncia una mancanza
Enuncia delle mancanze
Dicevo e torno poi libero che mi stupisco di chi si è stupito
Perché c'è un orizzonte culturale che fa da sfondo a questa violenza
E che l'non è lontano da quello che ha detto qui
Che sono i lividi oggi se volete trappola che qui usato
Oltre novecento dentro oggi dove quello che conta oggi ad apparire e la ricchezza e il potere e la prestazione e inadeguatezza
E questo l'orizzonte culturale
Di fronte a questo orizzonte culturale io credo e doveva avere un coraggio
Di fare un passo indietro tutti
E credo il coraggio di essere delle persone inadeguate
Io voglio avere il coraggio non sempre ci riesco lo voglio proporre a voi di essere persone inadeguate rispetto l'orizzonte culturale che ci sta schiacciando e pregando tutti
Dove sono i diritti di oggi questi
Il di oggi
Ma se permetti
Io ho colto nell'atto inquietudine che mette la persona Bado chiedermi quali sono i bisogni fondamentale della persona
Perché traditori fornita da persona c'è certamente l'affettività
E certe condizioni di anche di orizzonte culturale oggi ieri modalità di lavoro
Gestione del tempo vengono penalizzare un bisogno la persona che l'affettività
Il bisogno della comunicazione
Ho
E bisogno ecco il punto di poter esprimere le proprie risorse le proprie capacità il lavoro
Che non è un opzionali
Che non è un di più che ci può essere un o ci può non essere
Ma chi è un bisogno permette alle persone di crescere di vivere di esprimersi che vi è una dignità un'identità
E penso alle migliaia di persone che lavorano ce la
Per la parte civile il lavoro che dia e si attento ai bisogni delle persone altre parte penso chi non ce la i lavori che schiacciato un altro molto
Allora
C'è anche il bisogno dare un senso significato profondo al
Quindi qui Ceprano e del lavoro che tu metti in evidenza
E la me lo guardo vedere oggi sto lavoro io
Perché quando vedo che i dieci mila agenti dal Nord al nord est
Ha capito l'aria che tira so già dati in Romania
A usare e sfruttare
Scusate nella globalizzazione va va tutto bene io non voglio penalizzare non voglio vedere solo gli aspetti negativi credo che sia per me importante a livello anche di un cattivo
Educare arciduca raccogliere il positivo
Però ho letto con interesse il reportage Repubblica ha fatto l'altro giorno sull'Indonesia
E lo sfruttamento
Pubbliche si Caraffa
Attento e coraggioso puntuali documentato
Penso quello che conosciamo tutti
è
Quando trent'anni fa i grandi scienziati ci hanno rassicurato e detto
Che sarebbe finito questo Novecento con tre Malattia di debellare la TBC la dissenteria e la malattia del sonno finalmente i farmaci deve dirci
Trent'anni dopo c'è solo un particolare
Che gli stessi ci hanno documentato che l'anno scorso sono morti
Di queste malattie diciassette milioni di persone
E quella
E tutti forse avete visto un resoconto di alcune case farmaceutiche scritto lo studio queste grandi multinazionali anche qui non voglio generalizzare non voglio semplificare ma dove ci sono gli studi che dicono
Che non conviene investire in certi ambiti perché chi è in grado di pagare una quota di persone ridotte
è meglio investire nella ricerca nella produzione oggi in cosmetici in cure dimagranti in tante altre cose questi intatto
Piloti persone che muoiono prima per il mercato che per la malattia Pirovano l'accesso fa
Nella logica mercantile delle globalizzazione c'è
E allora io che ci sto a fare
Perché non si può non dire una parola rispetto a questo che la parola orrore se permettete
E io la dico questa prova orrore nel due mila e uno
Vi voglio invitare tutti
Lo dico come sono capace vi invito proprio tutti
Non so il giorno che sarà al funerale di queste ragazze
Ma vi prego organizzati milioni
Una settimana fa a Torino è stato trovato ad un canale vicino a Torino una ragazza da non dar via torturati e uccisi
Mi ammazzo in una settimana
Noi gestiamo nel nostro piccolo quel numero telefonico quegli in televisione che offre l'opportunità queste ragazze se vogliono uscire denunciare gli sfruttatori
Ma non solo l'opportunità anche chi non se la sentì denunciati per un percorso che l'accompagna sociale
Noi gestiamo questo numero per il Piemonte e la Valle d'Aosta
Ogni notte strappiamo con questo sistema una delegazione marciapiedi
L'altra mattina abbiamo tirato fuori carabinieri e ci hanno consegnato una ragazzina di quindici anni e mezzo
Venduta già quattro volte sul mercato
Sul mercato
La sua amica Benedetta Mazza
Ci vorranno giudice di giorni prima di avere l'autorizzazione al funerale
Torturata
Ammazzata
Perché bisogna dare dei segnali segnali che così le altre torno il coraggio per uscirne fuori impedire
Io mi sono chiesto se doveva essere un funerale fatto in grande silenzio come si è sempre fatto
Uno due quattro cinque di cipresso dietro la bara del comune che l'apporto
No questo sarà un solenne funerale
Perché dobbiamo riflettere
Perché io credo che la mia città ma non solo e ne cita deve fermarsi a riflettere
Rispetto forme di sfruttamento settanta per cento di chi va donne sono uomini ma non è questo il giudizio anzi in un senso di prendere coscienza di responsabilità di problemi di tattiche
C'è rischio che tutto venga solo momento di emotività poi tutto finisce lì
Non si può non play
Non si può cogliere anche questi sì Lumiera in cui tutto viene semplificato
Le ragazze giungono qui per la ricerca di un futuro
Certi che gli USA ma io penso scusate tre quattro morti al giorno sul lavoro in Italia
Certo alcuni incidenti possono capitare
Volando a competenza di entrare in un
Ma vedo come voi che molti incidenti sono proprio legati ad uno sfruttamento la superficialità non rispetto di quel alla legalità
Tre quattro morti al giorno sul lavoro nel nostro Paese
L'abbiamo pubblicato come Edizioni Gruppo Abele un libro sul caporalato dopo un po'di anni
Che nell'immagine era stata un po'legata alla Campania sfruttamento delle donne della Puglia
Ma solo di rapporti oggi la Commissione antimafia del caporalato in Emilia Romagna e Lombardia niente
Allora c'è una lettura i quell'inquietudine di ieri
Ma c'è un Novecento qui oltre novecento oggi di cui
C'è tutto questo chi si ripresenta
Quel problema che io chiamo con la parola giustizia
Giustizia
E da incompetente vi prego vi chiedo scusa
Mi sembra di potere dire per quello che uno respira
Che non comanda la politica
Comanda l'economia
E l'economia per queste ragioni queste logiche
Poi c'è bisogna intendersi perché poi braccetti che vanno avanti
L'economia che determina
E sono stanco di qui tanti sorrisi che vedo in televisione
Di persone che hanno usato i loro poteri per calpestare la dignità della gente
Il ventisei per cento i processi tangentopoli sono nati in prescrizione
Il prossimo anno saranno già al quaranta per cento per la giustizia calcolata so che non è in grado di poter arrivare cioè ben chiaro processi che possono mettere in grado di dimostrare la tua innocenza e ben venga
Ma trovo arroganza molte volte
E tra quattro anni salvo l'ottanta per cento da in prescrizione
Allora io sono
Voglio leggere quest'oggi questa giustizia
Questo dare lavoro alle persone questo mette la persona al centro attenzioni sui bisogni questi inquietudine insomma che mi sembra importante
Io devo dire che questa è una società che si preoccupa molto
E gli esclusi e parole
E devo dire anche che dobbiamo essere riconoscenti perché molti hanno lavorato molto e bene a me non piacciono generalizzazioni io trovo gente che la politica lavora seriamente che ha fatto delle cose e delle normative ben fatte
Abbiamo di certo onestamente crescita preoccupato
Certi problemi ma non se ne occupa poi come si dovrebbe
La questione giovanile in Italia
E lascio a chi si preoccupa di giovani ma non se ne occupa
Questo è il punto
Poi avrà tutti i suoi limiti se vuoi
Ma quel disegno di legge costruito con alcuni centri sociali guarda caso
Varie associazioni di vario tipo che non rappresenta tutto l'universo giovanile che non è tutto nelle associazioni
Ma un tentativo
Quel disegno di legge nei cassetti del Senato della Camera perché sono dissi evidentemente
Perché sono altre preoccupazioni
Anche se tutti siamo d'accordo che non bastano le leggi ci vogliono quelle politiche che traducono tutto questo
Ma la questione giovanile
Non è una questione che questo Paese se ne è fatto h
Rispetto al tema del lavoro vice ispettore con le riforme c'è
Allora
Però devo anche dire che questa è una società che accoglieva molti problemi magari ritardo
Ma non si fa carico di bisogni delle persone
Perché la chiave di partenza partire sempre dal bisogno tanto i problemi della gente
E ti devo anche dire che traducendo Oltre il Novecento
Che sono preoccupato i due metodi che rispetto al recente che tu indichi mi inquietano
Oggi il metodo azienda e il metodo termometro
Nessuno è contrario che ci voglia più efficace e più efficienza ad esempio nelle ASL
Come si dice
Però questa verità coperta sempre corretta
Che tutti dicono tutte le parti
Il metodo aziende
Che ripeto di per sé più efficace più efficiente più organizzazione è un bene quindi non non lo dico in negativo
Ma quando ne chiedo l'azienda squilibri a tutto per ma in certi posti che chi paga
Sotto le persone non accettò ospitali figlio anni
Pagano le persone oggi con l'accesso a certi farmaci perché non possono permetterselo e così via ci sono dei segnali che chi di noi tutti i giorni come molti di noi qui se non tutti
Se in mezzo alla storia delle persone tocchi con mano
Tutto questo
Ma quello che ancora vivente più inquietante il metrò termometro
Cresce il fuso la grande dove le scelte vengono fatte in base consenso a quello che dicono i giornali
Questo a destra sinistra e centro da persone che ci hanno parlato di giustizia fino a ieri i falli sorrisini
Il metodo termometro
E allora voi capite che qui
Io che nel mio piccolo con tutti i miei limiti da cinque anni cordino questa libera
Età è un segno società civile che si è messo insieme contro la criminalità e contro le mafie
Da dall'Azione Cattolica a Legambiente dall'Archelao visto alla Chiesa Valdese
La trasversalità di gruppi settecentoquarantuno piccole grandi
E qui devo dire che siamo i testimoni
Che improvvisamente c'è stato un calo dell'attenzione sulla lotta alla criminalità anche maglie
E tutto è stato centralizzato
Sul tema della sicurezza delle nostre città
Contemporaneamente
Che nessuno è contrario al tema della sicurezza
Ma quello che tu in fondo Chieti
Sita della politica eccetto ma intanto le città sicure ma le città vivibili
E la dignità dell'accertato che tutti entro
In concorso perché una delle condizioni che il metro sia quello di misura le città
In base alla capacità umana relazionale delle persone e non solo efficienza delle cose
Devo dire che su questi problemi molte politiche prudenti e tiepide c'hanno accompagnato negli ultimi tempi e vengo l'ultimo punto il volontariato
Io mi auguro che sparisca
E che sparisca molto in fretta
Lo so che è un'utopia lo so che rischia di essere una battuta povere capito lo spirito con cui lo dico
Perché non può essere
Celebrato il volontariato
Non può essere
La virtù di qualcuno la solidarietà
Dovrebbe diventare in questo senso l'impegno di tutti
Tu non sei un cittadino se non se la persona volontaria
Per quello che mi riguarda turno se un cristiano se non se la persona solidale
Quindi
Dovremo lavorare tutti quindi anche un impegno culturale perché questo avvenga che quello vuol dire essere la cittadinanza finanza attiva
Questa passione per la giustizia che adesso l'obiettivo che ci lega tutti
Ma ti devo anche dire con grande rispetto per poi mi rendo conto primo seguito di forme organizzate di persone che si mettono insieme le dispongono certi problemi
Non voglio semplificare voglio solo dare un in tutto
Però attenzione che volontariato a un certo punto
Qualcuno ha capito
Che servirà e se
Molto usato molto celebrato poi molto scaricato gli neanche consultato
Ma
La confusione rispetto a questo
Il volontariato non deve perdere tra suo coscienza critica suo anticipatore
Ma qui sta il problema
Ti sei chiesto Marco come mai nel proprio negli anni in cui esploso volontariato nel nostro Paese
Si è fortemente allargata la forbice dei problemi sociali dall'altra parte
Certo non ne riconducibile lì ma certamente io credo e lo dico con forza
Che noi abbiamo anche una responsabilità al mondo della solidarietà tra virgolette che non mi piace dirlo così
Perché per troppi l'obiettivo è stato la solidarietà
Non l'obiettivo deve essere la giustizia
La solidarietà legalità sono gli strumenti per raggiungere questo obiettivo della giustizia
Non credo che vedi
Poi forse questioni di termini linguaggi chiedere volontariato ecco una concezione fondato sull'autonomia del sociale
Io credo di no
Perché attento anche nel terzo settore ci molte frammentazioni
C'è molto e che vanno al Carlo detto al Cardiff qualcuno
C'è una grossa riflessione che deve essere fatta ci sono anche delle responsabilità che il mondo non tagliato delle associazioni del terzo settore oggi lo dico non generalizzando non dimenticando il positivo
Si si deve fare in questo senso
Io credo che si debba veramente lavorare insieme
Ognuno col proprio ruolo le proprie competenze le proprie responsabilità
Come in questo momento dobbiamo fare un passo indietro tutti
Il coraggio di essere adeguati
La politica che si assuma io poi non sono competente
Solo dopo e dall'amicizia con imbarazzo per dire però che ho colto questa inquietudine questo si paga persone vorrei che si leggesse questo oltre novecento rispetto a quello che non funziona oggi
E trovare un modo insieme
E insieme senza sconti per portare un nostro contributo a questo cambiamento non dimenticando che chi è orfano di diritti
Ce ne sono tanti
E straniero nel territorio
E allora rispetto a questo mi pare che tu lo coglie molto bene lo sottolinea con forza
Allora
Marco Revelli credo che la sfilza di appunti che conferisce più rimanga il tempo per una tua risposta io devo dire
Si sono
Non nascondono intimorito e impaurito dalla quantità di i temi problemi analisi che sono emersi in questo dibattito che in qualche modo si scaricano sul libro
E sono molto grato nello stesso tempo a chi è intervenuto
Sono molto grato perché individualmente negli singoli interventi e coralmente mi pare che sia emersa con chiarezza
La complessità delle del del tema del libero e del lavoro che farla complessità la confusione per certi versi l'intrico di linee che ci sono qui dentro
Io non ho voluto fare un libro sistematico sul Novecento non l'ha voluto fare una sintesi sistematica del secolo
E meno di un aspetto del secolo la la storia del movimento operaio la storia delle organizzazioni che hanno rappresentato il mondo del lavoro
Non era questo l'intento non era quello di fare né un breve corso per in qualche modo
Dare una sintesi politica delle questioni emerse né di fare un bilancio etico di cui non sono ovviamente in grado
Lo sforzo era un altro ed era quello di rivisitare alcuni punti forti alcuni punti di crisi alcuni punti di caduta alcuni luoghi dolenti di questo secolo
Per cercare di capire come uscirne è un libro rapsodico questo ripeto non è un libro sistematico le ha detto bene Ezio Mauro è un libro che va a letto nella sua parzialità nella sua feroce parzialità
Ho tagliato via tantissimo ho scelto un taglio un taglio che come tutti i tagli lacerato anche feriscono eliminano dei problemi
Che sono ripeto Complessi ho scelto un taglio quello in particolare del lavoro per seguire il filo di un problema quello della perdita di controllo che è avvenuta in questo secolo
E quindi della spaventosa auto contraddittorietà che questo presenza presente questo è stato il secolo in cui più che in ogni altra epoca della storia
Si è sviluppato uno sforzo gigantesco per costruire mezzi che assicurassero il controllo e la sicurezza
In cui in modo
Gigantesco ed estremo sono state mobilitate risorse per domare una natura che si riteneva pericolosa imprevedibile
Il secondo il quale
Più che in ogni altro sono state messe a disposizione della volontà promettente atti ricostruire le società alle radici risorse
E mezzi eccezionali
E nel quale tuttavia smentire questa gigantesca massa risorse si è risolta spesso nel proprio contrario
Nella perdita di controllo nel raggiungimento di obiettivi esattamente opposti o di risultati esattamente opposti a quelli voluti nella produzione di tragedie là dove si intendeva produrre il bene nella tradito nel nella realizzazione nel punto estremo di questo secolo ad Auschwitz che io identifico in qualche modo come il luogo nel quale
Negativamente affondano le radici del nostro senso etico perché lì si è manifestato il male assoluto per la prima volta nella storia
Si è realizzato lo sterminio fine a se stesso lo ricordava
Ezio Mauro prima nel secolo che doveva coronare la marcia dell'umanità verso la propria civilizzazione ha presentato il punto più estremo del la propria barbarie il secolo che doveva liberare da l'umanità dalla propria paura dell'estinzione per cause naturali ha prodotto il mezzo tecnico che è in grado di produrre lesti zione fisica dell'umanità quelli non dico cose nuove ma questo era per certi versi l'interrogazione radicale che mi premeva non tanto il giudizio sul comunismo appunto come spesso
è stato selezionato onde la la volontà di ricostruire un qualche percorso nelle figure dell'azione pubblica dal militante al volontario che pure costituisce una parte e significativa del mio discorso ma l'interrogazione radicale riguardava l'altra questione
Dentro questa questione la tragedia del lavoro e cioè di quella sfera
Dell'esistenza umana che avrebbe dovuto costituire secondo il pensiero moderno il terreno dell'emancipazione
Per l'umanità il terreno della liberazione il terreno dell'acquisito controllo sul proprio destino
La radice del Bertelli come dire l'origine del termine homo Faber è homo Faber sue proprie fortune e Lidija dell'uomo e si emancipare dalle culture tradizionali e dalle teologie e opera e ritiene di essere in grado di produrre esso stesso
Il proprio destino che si ritiene di emancipazione quel terreno si è rovesciato grammaticalmente queste tragedia del secolo
Si è rovesciato nel terreno della tecnica dello smarrimento dentro quel meccanismo che ha messo benissimo in evidenza
De Rita dentro il meccanismo della pattizia assegno del mondo
Dentro il territorio pietrificato
Dell'organizzazione dell'organizzazione ma si canta dell'organizzazione finalizzata alla produzione di massa serializzata dentro l'organizzazione scientifica
O l'apparato e non solo il territorio nel quale
Che la categoria all'interno della quale si perde la persona benissimo spersonalizzazione
L'anno mimato l'uniformazione ma è anche il luogo nel quale ogni individuo viene Bruno bruscamente ferocemente separato dagli esiti dell'azione che compie
Nel quale si introduce il principio di responsabilità nel quale si brucia la possibilità di esercitare controllo sugli esiti Diaz Joni che hanno una potenza incomparabile con quella che il soggetto e in grado di esercitare nel controllare i risultati
E di qui quella dialettica tutta negativa
Per la dimensione intero genetica è ossimori da del del secolo di cui
Parlava Asor Rosa di qui il rovesciamento
Non solo del bene e in male
Ma rovesciamento delle intenzioni Indesit Tito talmente incomparabili con queste anche se non vogliamo dare connotati di valore
Una situazione nella quale l'esito tende ad essere regolarmente opposto alle intenzioni di coloro che lo pose in essere
Tu dicevi non c'è nessun esempio di eterogenesi positiva di meccanismo del quale da dal male si passi al bene potrei dirti drammaticamente Auschwitz e questo da un male
Soluto è nato una coscienza una coscienza morale quella e incorporate Mai più Auschwitz
Che rappresenta un'acquisizione fondamentale potrei dirti da esempio spesso che che è usato nel libro coloro che volevano attraverso la Shoah
Celebrare la potenza del proprio popolo ne hanno determinato la la dissoluzione la scomparsa dopo la seconda guerra mondiale di potenza del popolo tedesco
Non si è più potuto parlare però come dire
Non non vorrei difendermi con questi argomenti io resto convinto
Che nel contesto nel quale ci muoviamo dal bene non possa nascere Imma dal male
Non può non può dal dal bene non possa che nascere idee o in qualche misura appunto a rovesciarsi male ma dal ma non possa nascere io ricordo un articolo
Tu avevi scritto credo sul manifesto in occasione della missione italiana e non solo italiana internazionali in Somalia
Usare esattamente questo argomento in quell'occasione può darsi può darsi sospendendo il giudizio non si può darsi che da mezzi cattivi dall'uso di mezzi cattivi come quelli militari possa nascere un qualche bene
La Sciarrino spiraglio credo che la storia si abbia dimostrato che non è così e anche in quel caso che anche nel caso dell'intrusione umanitaria che anche nel caso di un intervento finalizzato a riportare la pace in un Paese devastato
L'uso delle tecnologie per della logica d'apparato della potenza militare non
Non è in grado di garantire il controllo sugli esiti ha comunque un impatto distruttivo
Tutto questo significa tutto questo significa rinunciare a una concezione progressiva della storia
Io credo di sì credo che
Il contesto nel quale noi oggi ci troviamo a ragionare posso sbagliarmi posso sbagliare le priorità ma mi pare che il contesto nel quale noi ci troviamo a ragionare contesto nel quale
I grandi pericoli e le grandi inquietudini e le grandi sfide che ci provengono non provengono più da un mondo della natura selvaggio e incontrollato
Come ancora fondo nel nell'ottocento all'inizio di questo secolo avveniva le grandi sfide in questo io credo che l'Ulrich Beck
Da società di rischio abbia messo il dito sulla piaga le grandi sfide grandi pericoli grandi rischi ci provengono da un mondo fabbricato
Ci provengono dall'insieme dei mezzi che avevamo elaborato per tentare di costruire la nostra sicurezza
Il buco dell'ozono l'effetto serra l'uranio impoverito la mucca pazza e così via le grandi minacce arrivano da quel processo
Di scatenamento di forze tecnico-scientifiche produttive che dovevano costruire costituire l'apparato attraverso il quale lavoravamo la non
La sicurezza e che in qualche misura si sono rovesciate nel loro contrario io credo che su questo la i dubbi di questo noi non possiamo non tenere conto
Così come io non non nego
Per quanto riguarda l'altra obiezione che mi piaceva Asor Rosa la sottovalutazione dei
Nelle conquiste del progresso che è stato tenuto nel corso di questo secolo dall'organizzazione e dalle lotte del movimento operaio non le sotto il nove sottovalutato
Ma forse
O sono troppo condizionato dalla città in cui abito dalle esperienze che vivo da ciò che vedo
Io non
Non riesco a ignorare il fatto che
Alla fine di quella parabola che pure ha costituito accrescimento del reddito
Un mento del consumo un certo grado di sicurezza sociale che non voglio negare al fondo di quella parabola noi
Per quanto riguarda il mondo del lavoro oggi ci troviamo di fronte a un paesaggio di rovine
Ci troviamo di fronte a
Una un deserto sociale ed umano io sotto gli occhi la mia città Odino cinque milioni di metri quadri di aree industriali dismesse
Un quartiere come le vallette o come la Falchera
Migliaia e migliaia di persone
E trenta quaranta anni fa hanno lasciato
I posti più belli del mondo si attiva le coste della Calabria la Puglia e la Campania la Sicilia si sono spostati al no al cuore del mondo alla FIAT
Perché lì Pulsano in qualche modo il progresso perché di si andava dove dove si conta e dove le cose cambiano
Hanno votato hanno ottenuto conquiste
Poi quello stesso apparato all'interno del quale avevano costituito la loro forza
E stato smembrato frantumato ristrutturato riorganizzato ne sono stati espulsi oggi quella gente invecchia e muove in una puzzolente periferia metropolitana a poche
Centinaia di metri da una discarica industriale che un monumento all'infamia della nostra modernità dentro caseggiati in cui vecchio ormai nessuno comunica con altri legame sociale si è spezzata che io in questa realtà di questo bilancio di questa umanità che dentro quel meccanismo che doveva costituire il modo con cui poteva fare la storia invece è stato consumato e tritato e restituito non più persone appunto lì vediamo li vediamo tutti i giorni ciò che ciò che avviene ecco io credo che con questo bilancio noi ci dobbiamo misurare non per sballo rizzare quelle esperienze quelle lotte il loro significato e così via ma per capire che per certi versi
Quella lì quella è stata una strada spiega ed è diventata una strada sbarrata che dobbiamo trovare un altro percorso per riaffermare i valori dell'autonomia
Dell'importanza della persona dell'autocontrollo sulla propria attività quotidiane sul proprio futuro cospicue
E qui direi l'insieme delle
Valutazioni critiche finali
Se quello se quella
è una strada dell'Abi evinto su sbarrata se il percorso che è stato seguito nel corso del Novecento
Organizzazione utilizzo della potenza industriale conflitto di massa
Non ha sfondato se c'ha portato talvolta imbocca il Minotauro e questo talvolta è avvenuto talaltra ci ha portati nel nulla qualche altra volta una difficile sopravvivenza
Quale può essere l'alternativa
Io qui
Nelle ultime pagine del libro alludo Ludo è una pura illusione non lo si prenda con me
Un programma politico un progetto politico una
Un embrione di teoria è una pura e semplice scommesse un'allusione
Alludo alla figura del volontario
La figura del volontario non è una figura storica
Non voglio parlare non voglio nemmeno alludere alla complessa realtà del volontariato dal la proposta non è questa
Il volontariato è un mondo compresso nessuno meglio di Luigi Ciotti Coppo descrivere nessuno meglio di lui ne incarna i valori può
CityVille ed è in grado di denunciarne le enormi contraddizioni i rischi che questo mondo oggi corre di trasformarsi in impresa
Di essere
Colonizzato dai bocconiani di diventare esso stesso il mondo nel quale gli uomini vengono ridotte in mezzi
La dimensione di impresa che devono mettere in atto per operare nel mondo al rischio di ricerca di nuovi padri in atti politici che forte e drammatica all'interno del mondo del volontariato
In una situazione di ambiguità ambivalenza e conflitto ma io non volevo qui parlare del mondo del volontariato volevo alludere alla figura del volontario come una sorta di figura metaforica
Chiamata a un nuovo modello di comportamento sociale
è in qualche misura politico che rompesse con la logica da homo Faber della figura precedente che in qualche misura lo così va bene venne Asor Rosa fosse omogenea con le trasformazioni che il mondo del lavoro subito
Che fosse in qualche misura la riproposizione
Di una attività politica collettiva nell'epoca che si attende pare nei problemi che abbiamo di fronte soprattutto che rispondesse cercasse di rispondere alla domanda
Chiave che poneva verità
Come ci si muove nell'epoca del primato della Fenomenologia sul soggetto
Come ci si muove nell'epoca in cui
La disseminazione dei processi sociale dei processi di lavoro dei comportamenti la mancanza di luoghi di con mille compensazione delle figure del lavoro
La mancanza di luoghi nei quali noi si costituisca in rapporto dialettico con i tanti io che rischiano di
Diventare atto mi predatori o atomi trasportati dal vento astratto
Dei grandi dei grandi aggregati globali della finanza delle multinazionali e transnazionali e così via come ci si muove in questa epoca nella quale il soggetto non ne è visibile né riprodotto all'interno dei meccanismi complessivi ma tende ad essere invece smembrato frantumato scomposto
La risposta parzialissime intermedi
Semplici linee generali di comportamento che io intendevo veicolare attraverso il ricorso innanzi volontario e la necessità e dire di un di una messa in opera di comportamenti che non separino più mezzi e fini né l'ora dal futuro
Comportamenti che realizzino qui ed ora la loro carica di valore di giustizia
Comportamenti che sfuggano alla logica feroce del mezzo del fine che giustifica i mezzi
Per il mezzo sì distruttivo oggi ma per ottenere un risultato positivo domani con una figura che sappia
Nel reticolo
Nell'intreccio dell'intrico reticolare dei nuovi rapporti sociali tessere legami ricomporre ricomporre figure che altrimenti l'orrore dell'economia fa andrebbe inevitabilmente a disseminare
E a sconvolgere e a privare di quella capacità di controllo esattamente come e i grandi apparati Ford visti
Questo avviene oggi avviene avviene tra le pieghe dei comportamenti sociali avviene in alcuni in alcuni momenti della nostra vita collettivi in altri no questo può essere il comportamento di chi milita in politica così come il comportamento di chi si muove nell'area della cooperazione sociale
O nei tanti luoghi metropolitani nei quali si aprono degli spazi di ricomposizione sociale in un mondo che altrimenti si sfarina
Perde i propri i propri collegamenti i propri contatti quello che a me pare che invece non si possa riproporre
Non sia più fisicamente concretamente riproponibile mi spiace che non ci sia più e lo schema che ci proponeva Asor Rosa a conclusione del suo discorso
L'idea cioè che
Il conflitto sociale
Debba essere un conflitto di potenza
Che al potere dell'avversario occorra con contrapporre un potere uguale e contrario che all'organizzazione dell'avversario occorra contrapporre un'organizzazione eguale e contraria
E al potere del della finanza globale e delle transnazionali occorra contrapporre la potenza di un soggetto unificato
Sullo stesso arco spaziale e sulla stessa dimensione di Potenza io credo che se una cosa è diventata chiara oggi
E che sul piano della potenza non ci si vincente sul piano della potenza non si vince
Nella dimensione globalizzata che ha assunto nostro mondo
Perché assunto soprattutto all'economia
Nella concentrazione spaventosa di potere
Che si è determinata di potere astratto di potere fatto di denaro e di linguaggi e di controllo sui linguaggi in questa dimensione
Tutta Stratta e tutta legata ai processi di a statizzazione processi nei quali la corporeità per soggetti reali su charlie delle persone che si muovono sul territorio viene cancellata e trasformata in qualche modo in Bitter
In dollari in valori azionari in comunicazione in questo mondo pensare di competere sul piano della potenza
Non solo ci porterebbe inevitabilmente a riprodurre le stesse
Distorsioni agli stessi orrori e abbiamo vissuto nel secolo
Ma e impensabile
In un mondo di questo tipo io credo dobbiamo imparare a giocare i meccanismi della ricomposizione e quindi i meccanismi della salvezza se vogliamo far intravedere Manzini di salvezza
Nel concreto nella prima nessun altro registrò su un altro piano su un'altra dimensione
Che è quella appunto di chi da votare comuni corpi condilomi alle donne in carne ed ossa comuni processi concreti che sul territorio si manifestano
E l'abbiamo colto nel
Nel discorso del linguaggio negli esempi che Craxi faceva Luigi Ciotti
C'è una capacità di conoscenza e di sapere da parte di chi muove nel reticolo quotidiano nella strada nei quartieri tra la gente di chi parla con le persone non cui s'simboli non con le statistiche elettorali non con i numeri non comuni Bitter non con i segnali dir rituali ma chi lavora concretamente c'è un accumulo di sapere straordinaria c'è una se variazione per certi versi tra luoghi del comando e luoghi del sapere e chi opera sul terreno acquisisce oggi un sapere incomparabilmente maggiore a chi guida e determinare grandi machine
E zio questo con questo io intendo quando dico civile contrapposto a tutto il resto no civile non vuol dire solo appunto
La contrapposizione al militare non vuol dire solo l'abbandono della logica amico nemico il nome di una logica invece della costruzione di legame della costruzione di socialità che comunque già molto civile vuol dire anche concreto avrei tale corporeo territoriale non sorvolo non ti si muove nel livello astratto e alto
Della della comunicazione e dell'informazione e del comando politico del comando finanziario ma chi lavora concretamente nelle pieghe del sociale con la gente
Credo che questo stia mancando alle macchine politiche sempre più autoreferenziali proprio perché apparati
Che monopolizzano
Consumano una quantità enorme di risorse personali anche di generosità da parte di chi ne fa parte per mantenere se stesse per riprodurre se stesse come macchine senza ho un output minimo rispetto agli sforzi giganteschi che vengono fatti o se è in grado di rompere con questo e di restituire alle persone fisiche nella loro totalità il controllo e il perché
Sì attraverso i quali controllare la propria vita quotidiana e quindi elaborare la propria Civitas questo senso civile nel senso di costruzione della civitas partecipazione volontariato come di missione universale del cittadino e non è più il cittadino di un singolo stato come
Soggetto di umanità ormai compiutamente unificato non siamo in grado di fare questo salto
O continueremo a costruire piccole macchine estremamente costosi dal punto di vista del mio zio e sociali ed ai risultati pratici infinitamente più bassi
Molto tardi ci siamo mangiati nel tempo per le domande grazie a tutti arrivederci