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Ci avviciniamo alla data così emblematica del sei agosto anniversario dell'Ance dalla bomba di Hiroshi in
E Nagasaki
Quest'anno anniversario sembra essere
Sì più importante perché e quarantesimo anniversario la ricorrenza cioè significativa particolarmente significative solenne come tutti sappiamo bene i centenari cinquantenario per i venticinque navali quindi questo quarantennale appaiono sempre ricorrenze simbolicamente più impegnative
Tali da legarci in modo più forte stretto con la data che si ricorda
Capita nella vita privata e quindi capita anche nella vita pubblica così il quarantennio di Hiroshima diventerà con le parole che saranno detti i gesti simbolici che saranno fatti le commemorazioni chiesto l'hanno organizzato un punto fermo per le coscienze e per le memorie per coloro che ancora possono ricordare e per quanti invece sono ignari
E quindi dalla ricorrenza dalle celebrazioni cercheranno di apprendere qualcosa di capire qualcosa di un fatto che sentono essere stato tanto importante ma che se non è vero la fortuna o la disgrazia di personalmente tutto quello che verrà detto in questi giorni
Tra oggi e il sei agosto cala dunque socialmente civilmente educativa mente
Il rilievo soprattutto per i più giovani ripetiamo per i motivi che abbiamo detto
Ora sembrano che su questa vicenda dell'olocausto atomico dalla bomba della strage di Hiroshima e Nagasaki
Possono abbia addensarsi equivoci e comportamenti sbagliati proprio a partire dall'anniversario dal quarantennale dalla solennità delle sue celebrazioni da quanto per detto e diventerà così magari perché ripetuta all'infinito dei mass media verità
Presto che è indiscutibile
Le masse di persone dei cittadini di gente in tutto il mondo qual è l'equivoco quali sono gli equivoci il comportamento di comportamenti sbagliati
Che rischiano nostro avviso di generalizzare sì
La vera e propria memoria storica di quell'evento così lontano
Ci pare di col già più d'un'eco
In un articolo che appare oggi sulla stampa il quotidiano di Torino un articolo che magari non avrà altro merito o colpa che quella di anticipare quanto poi avrà ripetuto più o meno originalmente da altri organi di informazione quindi non ce la prendiamo con la stampa utilizziamo l'occasione
Nell'articolo
Qui del giornale appunto regionale Torino il corrispondente in Giappone Renata Pisu
Fa una serie di interviste a uomini e donne rappresentativi dell'opinione pubblica di quel Paese chiede loro cosa pensino a quarant'anni di distanza
Di Hiroshima e Nagasaki e della bomba atomica che venne
Gettata su quelle due città
Alcune di queste risposte alle le risposte alle questioni giornalista italiana ci hanno colpito al di là oltre la generi e anche se esatta affermazione che dei professori Shingo Shibata filosofo all'Università di Hiroshima secondo la quale col sei agosto lo chiama noi uomini l'umanità entrata in un'era nuova Lera atomica
Uomini diremmo oggi non nel mille novecentottantacinque
Nell'anno quaranta dopo Hiroshima
Noi non viviamo
Nell'epoca dell'informatica ci ricorda il professore ma in quella nucleare
E le altre affermazioni che ci hanno colpito sono quelle
Quella per esempio secondo la quale il dolore appartiene unicamente a chi lo ha personalmente partito così che è giusto per italiani conservino memoria
Dolori e giapponesi
Dei loro ogni popolo insomma dei propri un'altra secondo la quale i giapponesi oggi pensano che la vicenda per la bomba atomica non li riguarda
Perché il Giappone secondo quanto sta scritto nella Costituzione non può né possedere nel produrre né usare armi nucleari così che la gente
In Giappone sempre secondo la risposta che è stata data alla giornalista Renato Pisu la gente si sente tranquilla e magari ricorda come hanno della grande catastrofe tra virgolette e mille novecentoventisei
Che è l'anno del grande
Terremoto che devastò il Giappone e non appunto il mille novecentoquarantacinque l'anno di Hiroshima e Nagasaki la bomba alla sua responsabilità appartengono apparterrebbero unicamente agli Stati Uniti non ci riguardano più
Pensano secondo l'intervistato i giapponesi
E anche potremmo ricordare qui come risposta che ci è apparsa come altra risposta e ci è parso inadeguata e pericolosa
La che appartiene che proviene da una scrittrice cattolica la quale afferma che tutte le morti in fondo sono uguali sono una tragedia e quindi i morti per aborto denunciati in Giappone nel dopoguerra
Esprimono un dramma più serio che non quello della bomba
Perché risponde
Nel quarantennale
A quarant'anni di distanza da Hiroshima e Nagasaki ci paiono mi paiono inadeguate perché se vendono da una parte
A sottolineare
L'ineluttabilità dell'accaduto dall'altra respingono fu al
Gli americani magari le responsabilità gli altri non noi
Noi ora qui possibili attori e parte e protagonisti
Della storia
Che ci si propone oggi
Nel ricordo anche di Nagasaki ed Hiroshima una risposta
Prima di del dolore italiani conservino la memoria dei loro dolori giapponesi
La memoria delle loro sofferenze cose diverse che non riguardano l'altro dei due popoli un'altra infine l'ultima Rio ricordato equiparato
Morti ogni morte quelle però portò come quelle dovute alla bomba in un
Via apocalittica dell'Apocalisse del nostro tempo
Nella quale non è più lecito né possibile fare distinzioni
Definitiva
Ci pare di poter avvertire in queste risposte
Il rischio di fare del ricordo di Hiroshi Nagasaki un ricordo insieme orribile ma senza uscita
Di un avvenimento terribile ma ineluttabile in fondo che segna i nostri tempi nostro tempo la nostra epoca senza scampo senza la uomo alle generazioni presenti avvenire alcuna possibilità o ipotesi di una iniziativa specifica umana costruttiva reale impegnata vincente capace di ripetersi
Di impedire il ripetersi dell'Olocausto ma solo capace di
Rassegnazione
Protesta di produrre rassegnazione o protesta rassegnazione e proteste
Che sono due volti lo stesso atteggiamento nichilisti
Tutto si spinge in queste risposte in questa ipotesi tutto ti fa uguale indistinguibile tutto privato personale soggettivo non partecipa bile motivo certamente di angoscia di orrore magari di disperazione non di lucida analisi di ragionamenti costruttivi di iniziativa
Razionale e concreta umana
Di politica in definitiva non è un caso che proprio quest'anno così emblematico
Che era entrata in crisi
Le grandi iniziative genericamente pacifiste che hanno contrassegnato l'ultimo quinquennio che movimento pacifista tradizionale così spiccatamente antiatomico antinucleare abbia in
E denunciato così la propria crisi la propria fine
Forse questo è accaduto a un
Per esaurirsi fisico naturale deve Ginevra che sono state testimoni della tragedia della bomba esaltare anche nei quarant'anni trascorsi probabilmente il nerbo centrale della protesta antinucleare del pacifismo tradizionale nel suo bene e nei suoi errori
Se così stanno le cose
Il rischio menta per il futuro le generazioni giovani
Non vi testimoni nude sensibili quindi non più partecipi
Un grande discorso comunitario non privato che arrivi a un giudizio concreto operativo suo dramma sui tram del nostro tempo sul dramma innanzitutto dell'Olocausto collettivo della crisi epocale
Della pace entra tolleranza la crisi del rispetto che si deve ha diritto fondamentale della vita e alla vita che è diritto non solo sacro ma diritto umano fondato sulla semplicità del rapporto che lega interesse comune ad un minimo di bene e di felicità l'uomo l'altro uomo il lontano nel vicino alla donna e
Atteso coinvolti tutti insieme
Europa come in Giappone come restare
Le vie comuni
Della fratellanza e della tolleranza della distribuzione dei beni scarsi
E di quelli limitati che sono sulla terra sempre meno numerose
O questi giovani
Impossibilitati
Giungere a un ipotetico ostruttiva impossibilitati a creare saranno respinti su una inerte l'assegnazione
Una passiva indifferenza e grazie proprio alla costatazione del fallimento al Trullo grazie alle risposte inadeguati disfattista e di questi giorni
Al risorgere conseguente
Etica
Del si salvi chi può e della delega della responsabilità agli altri e questo il destino
Delle generazioni che non hanno conosciuto Hiroshima e Nagasaki
Da fare in questo senso è impossibile tentare di capovolgere questa situazione di invertire questa marcia obbligata verso disastro verso la catastrofe morale
Prima che atomica
Dobbiamo ad Abbey
In questo quarant'
Io celebrativo come operativo
Alla rassegnazione dinanzi all'Olocausto all'Olocausto e del nostro tempo quello nei quali si è rovesciato e trasformare antico e ormai quasi dimenticato episodio Hiroshima e Nagasaki questo e il destino che certo che dobbiamo aspettarci questo il problema che noi dobbiamo oggi porci in questi giorni fra
Il da da oggi a il sei agosto giornata quarantenne
Mi ricordo che quarantennio della bomba di Hiroshima e Nagasaki e speriamo che qualcosa che ha fatto
Questo ricordo non si
In un anno così importante è significativo
Non ricordo inutile un ricordo disfattista un ricordo non disperante ma di disperazione
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