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Il controinterrogatorio si trasforma in un reciproco scambio d'accuse tra i due ex politici dei Balcani e il presidente May tenta di riportare il dibattimento su toni processualiL'Aja, 9 ottobre 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic è proseguita la deposizione dell'ex ministro degli Esteri del Montenegro Nikola Samardzic che ha accusato l'ex presidente della Serbia di essere il vero responsabile dei crimini commessi nei Balcani durante gli anni '90.Slobodan Milosevic ha reagito nel controinterrogatorio provocando il testimone e accusandolo di raccontare … volutamente delle falsità.Il presidente della Terza Corte, giudice Richard May, è intervenuto varie volte per cercare di riportare il dibattimento su toni appropriati ad una Corte di giustizia internazionale e ha interrotto la difesa e il testimone."Signor Samardzic, comprendo che le domande dell'imputato possano essere provocatorie, ma la prego di rispondere alle domande che le vengono poste senza aggiungere i suoi personali commenti.
La Corte - ha chiarito il giudice May rivolgendosi al testimone dell'accusa - sarà in grado di stabilire le motivazioni dietro agli attacchi militari, lei si limiti ai fatti di cui è a conoscenza"Samardzic, i crimini nei Balcani sono stati commessi nel nome di Milosevic"Questi crimini sono stati commessi dietro l'idea di una 'Grande Serbia'.
Mi riferisco - ha affermato Nikola Samardzic rivolgendosi direttamente all'imputato - all'uccisione di musulmani e alla pulizia etnica dei musulmani dalla Bosnia, dal Montenegro e da altre regioni che avrebbero dovuto essere integrate nella 'Grande Serbia'.
E questi crimini sono stati commessi in suo nome, lei era il leader, il capo dei serbi"Questo uno dei passaggi del controinterrogatorio in cui l'ex ministro degli Esteri del Montenegro ha accusato l'allora presidente della Serbia di essere stato l'animatore di una escalation di violenza che ha portato al massacro di centinaia di migliaia di persone in base all'appartenenza etnica.Stando alla ricostruzione fornita da Samardzic, infatti, l'imputato avrebbe orchestrato una propaganda basata su antichi slogan che riecheggiavano il nazionalismo serbo per fomentare le tensioni inter-etniche e far scoppiare l'ondata di violenza che ha sconvolto i Balcani negli anni '90.Samardzic, Milosevic voleva l'accesso all'AdriaticoOltre a trascinare le masse in un progetto sanguinario, secondo il teste dell'accusa, Slobodan Milosevic avrebbe inoltre convinto i capi politici e militari ad appoggiare la sua idea di una 'Grande Serbia' con promesse di potere e minacce a vari livelli.A tal proposito Samardzic ha fatto riferimento al massacro di Dubrovnik, frutto di un falso allarme diffuso da Belgrado su un potenziale attacco al Montenegro da quella direzione.
In realtà, secondo la ricostruzione del teste, l'attacco a Dubrovnik si inseriva in un disegno più ampio per far estendere i confini della Serbia alla costa croata sul mar Adriatico.La deposizione si concluderà domani.
La Corte - ha chiarito il giudice May rivolgendosi al testimone dell'accusa - sarà in grado di stabilire le motivazioni dietro agli attacchi militari, lei si limiti ai fatti di cui è a conoscenza"Samardzic, i crimini nei Balcani sono stati commessi nel nome di Milosevic"Questi crimini sono stati commessi dietro l'idea di una 'Grande Serbia'.
Mi riferisco - ha affermato Nikola Samardzic rivolgendosi direttamente all'imputato - all'uccisione di musulmani e alla pulizia etnica dei musulmani dalla Bosnia, dal Montenegro e da altre regioni che avrebbero dovuto essere integrate nella 'Grande Serbia'.
E questi crimini sono stati commessi in suo nome, lei era il leader, il capo dei serbi"Questo uno dei passaggi del controinterrogatorio in cui l'ex ministro degli Esteri del Montenegro ha accusato l'allora presidente della Serbia di essere stato l'animatore di una escalation di violenza che ha portato al massacro di centinaia di migliaia di persone in base all'appartenenza etnica.Stando alla ricostruzione fornita da Samardzic, infatti, l'imputato avrebbe orchestrato una propaganda basata su antichi slogan che riecheggiavano il nazionalismo serbo per fomentare le tensioni inter-etniche e far scoppiare l'ondata di violenza che ha sconvolto i Balcani negli anni '90.Samardzic, Milosevic voleva l'accesso all'AdriaticoOltre a trascinare le masse in un progetto sanguinario, secondo il teste dell'accusa, Slobodan Milosevic avrebbe inoltre convinto i capi politici e militari ad appoggiare la sua idea di una 'Grande Serbia' con promesse di potere e minacce a vari livelli.A tal proposito Samardzic ha fatto riferimento al massacro di Dubrovnik, frutto di un falso allarme diffuso da Belgrado su un potenziale attacco al Montenegro da quella direzione.
In realtà, secondo la ricostruzione del teste, l'attacco a Dubrovnik si inseriva in un disegno più ampio per far estendere i confini della Serbia alla costa croata sul mar Adriatico.La deposizione si concluderà domani.
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