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È proseguito oggi il controinterrogatorio di Merovci, uno dei più stretti collaboratori di Ibrahim Rugova.
È stato inoltre ascoltato un ex collaboratore delle milizie serbe che ha parlato delle 'liste di Mitic', elenchi di proscrizione.L'Aja, 24 maggio 2002 - Oggi Slobodan Milosevic ha proseguito il controinterrogatorio del testimone dell'accusa Adem Merovci, strettissimo collaboratore del presidente del Kosovo, Ibrahim Rugova.
Nel corso dell'udienza Merovci ha negato di aver mai incontrato il 'testimone chiave' Ratomir Tanic, ascoltato la scorsa settimana, la cui credibilità esce … ulteriormente indebolita.
Il secondo teste dell'accusa, ex informatore delle milizie serbe ora sotto regime di protezione, ha parlato delle «liste di Mitic», in cui venivano indicate le persone che nei vari villaggi e nelle varie città dovevano essere "individuate" e "liquidate".La storia dietro le quinteAdem Merovci è sempre stato al fianco dell'attuale presidente del Kosovo Ibrahim Rugova, si può quindi considerare come un 'testimone interno', nel senso che ha preso parte alla maggior parte dei negoziati, è stato presente in tutte le decisioni e in generale in tutte le occasioni politiche ed è sempre stato al corrente dei rapporti tra Rugova e Milosevic.
Merovci ha parlato della situazione politica, delle difficoltà del Kosovo, precisando costantemente che quella serba è stata una vera e propria aggressione militare, organizzata e coordinata da Slobodan Milosevic.
Il teste ha raccontato le umiliazioni subite dai kosovari di etnia albanese, ha ricordato i 'licenziamenti etnici', ha parlato dei problemi legati all'istruzione, ma soprattutto ha fornito un quadro di quanto avvenuto a partire dagli anni '80, evidenziando come si è arrivati alla pulizia etnica della sua regione per una precisa volontà di Belgrado.
Milosevic ribadisce di aver protetto RugovaSlobodan Milosevic ha proseguito nella linea scelta dall'inizio: cercare di dimostrare che il Kosovo era parte della Serbia per Costituzione, che i kosovari e in particolare l'Uck hanno portato avanti una serie di azioni terroristiche per ottenere un'autonomia che non era prevista in alcun codice dopo le modifiche costituzionali apportate dal suo governo.
Milosevic ha provato anche a gettare discredito su Rugova da dietro le sbarre, un'operazione ormai consueta per l'ex dittatore che continua a trovare dall'aula del TPIY molti interlocutori esterni.
In particolare Milosevic è tornato su un punto che sembrava già essere stato chiarito con la deposizione del presidente del Kosovo: la fuga di Rugova a Roma.
Secondo l'imputato, Ibrahim Rugova ha incontrato Milosevic prima di rifugiarsi nella città santa per chiedergli protezione per sé e per la sua famiglia in quanto si sentiva minacciato dall'Uck.
A riprova di questo fatto Milosevic ha affermato di voler presentare il video in cui Rugova e Merovci asseriscono che la fuga dei kosovari è stata causata dai bombardamenti NATO e non dalla pulizia etnica attuata da Belgrado.
A suo tempo il documento fece molto discutere, poichè molti ipotizzarono che Rugova fosse stato rapito dai serbi e costretto a pronunciare quelle frasi.
Merovci ha inizialmente negato di aver mai affermato che i bombardamenti NATO sono stati la causa del flusso di profughi e ha aggiunto che lui e Rugova in quell'occasione sono stati imprigionati per ore prima di incontrare Milosevic.
"Come mai se è stato picchiato la sera prima di avere un incontro con me, non mi ha fatto presente che qualcuno l'aveva maltrattata? Come mai - ha chiesto MIlosevic - non aveva segni sul corpo?".
Il teste, pur non spiegando che è possibile anche uccidere senza lasciare segni visibili sul corpo, ha comunque chiarito di essere una persona 'discreta': "Mi vergogno quasi a dire, di fronte a quanto è accaduto in tutto il territorio del Kosovo, che sono stato oggetto di violenze per un'ora, ma così è stato".L'ex dittatore yugoslavo infine ha proseguito con la sua tesi per cui quanto avvenuto in Kosovo è stato solo una normale campagna antiterrorismo condotta dalle forze armate del governo di uno stato sovrano che è stato illegalmente 'attaccato' dalla NATO.
Merovci: Non conosco il signor TanicUn colpo di scena più o meno annunciato è stato offerto dalla risposta del teste alla domanda dell'amicus curiae Tapuskovic su Ratomir Tanic, il testimone 'K3' che avrebbe dovuto incastrare l'imputato e che invece è stato completamente smentito in aula e fuori dall'aula per oltre una settimana, fino all'ultima udienza in cui la Procura ha prodotto alcuni documenti.
- "Conosce il signor Tanic? Qualcuno del suo partito, Ibrahim Rugova, o qualcun'altro lo conosce?", ha chiesto l'amicus curiae Tapuskovic.- "Non non lo conosco e non credo che qualcuno del mio partito lo conosca"- "In quanto segretario di Ibrahim Rugova ha mai avuto rapporti con Ratomir Tanic nella preparazione di accordi?" ha poi chiesto Tapuskovic.
- "No", ha risposto il teste dell'accusa, gettando così ulteriore discredito sull'attendibilità delle dichiarazioni di Tanic.Un ex informatore della polizia parla delle Liste di MarticÈ stata poi ascoltata la deposizione del teste 'K5', un testimone protetto, che dovrebbe beneficiare di un programma analogo a quello dei pentiti in Italia.
"Il mio lavoro consisteva pricipalmente nel riconoscere e segnalare le persone che erano sulla lista di Mitic, che sarebbero state liquidate.
Dato che sono kosovaro era più facile per me riconoscere quelli che dovevano essere liquidati".Questo uno degli agghiaccianti passaggi della deposizione del teste che in cambio di sigarette segnalava le persone da 'liquidare'.La deposizione di questo teste ha messo in luce che gli ordini per la pulizia etnica venivano da Belgrado, ma ha sollevato anche molti dubbi sul modo in cui la Procura Onu sta portando avanti il processo.
La dimostrazione delle responsabilità individuali di Slobodan Milosevic nella tragedia dei Balcani, infatti, sembra per ora essere affidata a pentiti, politici 'occidentali' e personaggi più che ambigui come Ratomir Tanic.
È stato inoltre ascoltato un ex collaboratore delle milizie serbe che ha parlato delle 'liste di Mitic', elenchi di proscrizione.L'Aja, 24 maggio 2002 - Oggi Slobodan Milosevic ha proseguito il controinterrogatorio del testimone dell'accusa Adem Merovci, strettissimo collaboratore del presidente del Kosovo, Ibrahim Rugova.
Nel corso dell'udienza Merovci ha negato di aver mai incontrato il 'testimone chiave' Ratomir Tanic, ascoltato la scorsa settimana, la cui credibilità esce … ulteriormente indebolita.
Il secondo teste dell'accusa, ex informatore delle milizie serbe ora sotto regime di protezione, ha parlato delle «liste di Mitic», in cui venivano indicate le persone che nei vari villaggi e nelle varie città dovevano essere "individuate" e "liquidate".La storia dietro le quinteAdem Merovci è sempre stato al fianco dell'attuale presidente del Kosovo Ibrahim Rugova, si può quindi considerare come un 'testimone interno', nel senso che ha preso parte alla maggior parte dei negoziati, è stato presente in tutte le decisioni e in generale in tutte le occasioni politiche ed è sempre stato al corrente dei rapporti tra Rugova e Milosevic.
Merovci ha parlato della situazione politica, delle difficoltà del Kosovo, precisando costantemente che quella serba è stata una vera e propria aggressione militare, organizzata e coordinata da Slobodan Milosevic.
Il teste ha raccontato le umiliazioni subite dai kosovari di etnia albanese, ha ricordato i 'licenziamenti etnici', ha parlato dei problemi legati all'istruzione, ma soprattutto ha fornito un quadro di quanto avvenuto a partire dagli anni '80, evidenziando come si è arrivati alla pulizia etnica della sua regione per una precisa volontà di Belgrado.
Milosevic ribadisce di aver protetto RugovaSlobodan Milosevic ha proseguito nella linea scelta dall'inizio: cercare di dimostrare che il Kosovo era parte della Serbia per Costituzione, che i kosovari e in particolare l'Uck hanno portato avanti una serie di azioni terroristiche per ottenere un'autonomia che non era prevista in alcun codice dopo le modifiche costituzionali apportate dal suo governo.
Milosevic ha provato anche a gettare discredito su Rugova da dietro le sbarre, un'operazione ormai consueta per l'ex dittatore che continua a trovare dall'aula del TPIY molti interlocutori esterni.
In particolare Milosevic è tornato su un punto che sembrava già essere stato chiarito con la deposizione del presidente del Kosovo: la fuga di Rugova a Roma.
Secondo l'imputato, Ibrahim Rugova ha incontrato Milosevic prima di rifugiarsi nella città santa per chiedergli protezione per sé e per la sua famiglia in quanto si sentiva minacciato dall'Uck.
A riprova di questo fatto Milosevic ha affermato di voler presentare il video in cui Rugova e Merovci asseriscono che la fuga dei kosovari è stata causata dai bombardamenti NATO e non dalla pulizia etnica attuata da Belgrado.
A suo tempo il documento fece molto discutere, poichè molti ipotizzarono che Rugova fosse stato rapito dai serbi e costretto a pronunciare quelle frasi.
Merovci ha inizialmente negato di aver mai affermato che i bombardamenti NATO sono stati la causa del flusso di profughi e ha aggiunto che lui e Rugova in quell'occasione sono stati imprigionati per ore prima di incontrare Milosevic.
"Come mai se è stato picchiato la sera prima di avere un incontro con me, non mi ha fatto presente che qualcuno l'aveva maltrattata? Come mai - ha chiesto MIlosevic - non aveva segni sul corpo?".
Il teste, pur non spiegando che è possibile anche uccidere senza lasciare segni visibili sul corpo, ha comunque chiarito di essere una persona 'discreta': "Mi vergogno quasi a dire, di fronte a quanto è accaduto in tutto il territorio del Kosovo, che sono stato oggetto di violenze per un'ora, ma così è stato".L'ex dittatore yugoslavo infine ha proseguito con la sua tesi per cui quanto avvenuto in Kosovo è stato solo una normale campagna antiterrorismo condotta dalle forze armate del governo di uno stato sovrano che è stato illegalmente 'attaccato' dalla NATO.
Merovci: Non conosco il signor TanicUn colpo di scena più o meno annunciato è stato offerto dalla risposta del teste alla domanda dell'amicus curiae Tapuskovic su Ratomir Tanic, il testimone 'K3' che avrebbe dovuto incastrare l'imputato e che invece è stato completamente smentito in aula e fuori dall'aula per oltre una settimana, fino all'ultima udienza in cui la Procura ha prodotto alcuni documenti.
- "Conosce il signor Tanic? Qualcuno del suo partito, Ibrahim Rugova, o qualcun'altro lo conosce?", ha chiesto l'amicus curiae Tapuskovic.- "Non non lo conosco e non credo che qualcuno del mio partito lo conosca"- "In quanto segretario di Ibrahim Rugova ha mai avuto rapporti con Ratomir Tanic nella preparazione di accordi?" ha poi chiesto Tapuskovic.
- "No", ha risposto il teste dell'accusa, gettando così ulteriore discredito sull'attendibilità delle dichiarazioni di Tanic.Un ex informatore della polizia parla delle Liste di MarticÈ stata poi ascoltata la deposizione del teste 'K5', un testimone protetto, che dovrebbe beneficiare di un programma analogo a quello dei pentiti in Italia.
"Il mio lavoro consisteva pricipalmente nel riconoscere e segnalare le persone che erano sulla lista di Mitic, che sarebbero state liquidate.
Dato che sono kosovaro era più facile per me riconoscere quelli che dovevano essere liquidati".Questo uno degli agghiaccianti passaggi della deposizione del teste che in cambio di sigarette segnalava le persone da 'liquidare'.La deposizione di questo teste ha messo in luce che gli ordini per la pulizia etnica venivano da Belgrado, ma ha sollevato anche molti dubbi sul modo in cui la Procura Onu sta portando avanti il processo.
La dimostrazione delle responsabilità individuali di Slobodan Milosevic nella tragedia dei Balcani, infatti, sembra per ora essere affidata a pentiti, politici 'occidentali' e personaggi più che ambigui come Ratomir Tanic.
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