Critica e militanti

Buongiorno da Radio Radicale qui e Matteo Martellini per la rubrica critica militanti
Sotto il titolo
Fatti remoti le edizioni della rinnovo di Roma in uno dei loro elegantissimi opuscoli riuniscono in occasione del centenario della Grande Guerra
Due saggi dello storico marchio Isnenghi iscrittiva quasi mezzo secolo di distanza
Il primo saggio giovanile del mille novecentosettantacinque il secondo invece è nato da conversazioni pubbliche veneziane nel due mila undici per i centocinquanta anni dell'Unità italiana
Il primo pezzo affronta un tema particolarmente ricco di implicazioni quello dell'interventismo democratico
Intorno alla Prima Guerra mondiale
La posizione di Gaetano Salvemini di Piero già ieri di l'usura disturbare il CED di colori somma che videro nel conflitto un occasione di liberazione dei
Poco gli oppressi agli imperi centrali
E che volenti o nolenti alimentarono però una macchina della catastrofe che avrebbe cambiato la faccia dell'Europa e la porto poi verso i disordine le dittature nazionaliste del dopoguerra in cui
Il loro spirito delle democratico e poi uso ogni anno fu presto accantonato
Il meglio ricorda che l'interventismo era composito c'era quello estetizzante chiassoso dei futuristi milanesi fiorentini
C'era quello della sinistra
Indaga lista rivoluzionarie anarchica pronta magari in seguito a passare a un movimentismo di destra
L'interventismo quindi fa la sua apparizione Benito Mussolini c'era quello
In colore governativo quadri inespresso dal punto di vista di una efficace propaganda e c'era quello
Rassegnato diciamo esistenzialista di alcuni intellettuali
E e qui è celebre il caso di Renato Serra
In molti interventi e che c'era il senso ci dice lo storico di una rivalsa individuale o collettiva come se la guerra posso un'occasione da non perdere per dirci finalmente uomini italiani
Agiva qui soprattutto appunto per questo generazioni giovani
All'inizio del Novecento
Una forte componente di reazione all'Italia giolittiana una sorta di volontarismo etico anti positivi dico antidemocratico per certi versi
E in tutto questo si inserisce l'equivoco del populismo
Chiaro in un intellettuale tipico della voce come diceva ieri
è un populismo rigorista nel suo caso che veleni contadini una porta in corrotta ricordiamoci egli esprime i vertici le prose di come quegli alpini è l'ultimo anno fa uno straordinario giornale titola cioè all'attico
D'altra parte però sui contadini ci ricorda del secondo stadio Ingi
Puntavano per ragioni molto diverse anche il generale Cadorna figura peggiorata cui lo storico restituisce un po'di tridimensionale complessità e il suo Consigliere positivista e cattolico Agostino Gemelli
Che lo confortava nell'idea che il soldato buona razzo presso il dato appunto rurale rassegnato e docile
In ogni caso il primo saldo tocca un punto centrale che è il problema in Italia delle terze forte della loro entità e ideologica della loro fragilità un problema che come sanno bene i radicali
Arriva fino ad oggi il secondo aspetto invece si occupa diciamo a volo d'uccello della situazione della
Mentalità degli italiani
Che entrarono in guerra Isnenghi si sofferma con molta ragionevolezza su quelle credenti istinti confusi e diffusi che
Hanno avuto un peso quanto il più delle ragioni razionali e anche sul consenso alla guerra sul dibattito dei medi tra quattordici
I mille novecentoquindici di cui ricorra non bisogna sottovalutare polemicamente la portata e bisogna anche ricordare ci dice che socialisti cattolici antica e che e giolittiano insomma al fronte neutraliste contrario alla guerra
Non è nemmeno riuscito a imbastire uno straccio di sciopero generale contro contro il conflitto ma sono molti altri temi toccati tendenti a partire
Dalla circostante tipicamente italiana della insistenza sulla disfatta di Caporetto e della difficoltà invece a ricordare Vittorio Veneto ci sono poi pagine
Molto ricche interessanti su Cesare Battisti al CIPE e Alcide De Gasperi
Due italiani da Austria che ebbero due ruoli molto diverso e quello di Battisti lo lo conosciamo il suo irredentismo e la suo sacrificio
E e quello di De Gasperi fu invece quello il ruolo di chi tentava di tenere l'Italia fuori dalla guerra attraverso un'influenza del Vaticano quindi il Consiglio di oggi è passati remoti di Mario Isnenghi ed i piani dell'asino a risentirci venerdì prossimo