29 SET 2013
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 1 min
A cura di Enrica Izzo
Player

play-rounded-fill play-rounded-outline play-sharp-fill play-sharp-outline
pause-sharp-outline pause-sharp-fill pause-rounded-outline pause-rounded-fill
00:00
Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 29 settembre 2013 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani, Regionali 2013.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 1 minuto.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il suo annuncio di un messaggio alle Camere in arrivo su carceri e giustizia. Marco Pannella: “E’ un evento! Un evento a lungo e quasi quotidianamente evocato, proprio sul piano del linguaggio. Perché si parlava del ‘dovere’, dell’‘orrore’, mentre oggi sui quotidiani si parla di ‘obbligo’”. “Non è un ‘dovere’, cioè un dato soggettivo, ma è un ‘obbligo’ quello di interrompere la flagranza della condizione di responsabili deplorati - e non solo condannati - per questa flagranza rispetto agli elementi costitutivi dei patti europei, quelli dei diritti umani e dello Stato di diritto”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il suo annuncio di un messaggio alle Camere in arrivo su carceri e giustizia. Marco Pannella: “E’ un evento! Un evento a lungo e quasi quotidianamente evocato, proprio sul piano del linguaggio. Perché si parlava del ‘dovere’, dell’‘orrore’, mentre oggi sui quotidiani si parla di ‘obbligo’, anche grazie a una presa di posizione chiarissima dell’ottimo Luigi Manconi. Non è un ‘dovere’, cioè un dato soggettivo, ma è un ‘obbligo’ quello di interrompere la flagranza della condizione di responsabili deplorati - e non solo condannati - per questa flagranza rispetto agli elementi costitutivi dei patti europei, quelli dei diritti umani e dello Stato di diritto. Su questo, davvero Presidente, che mi aveva preannunciato 10 giorni fa che avrebbe fatto questo messaggio… Il fatto che lui nel presentare quello che scriverà ha utilizzato il termine ‘obbligo’ è la chiave d’interpretazione”. “Vorrei dire a coloro che si accostassero dalle carceri, e soprattutto per le organizzazioni sindacali del mondo penitenziario, perché si uniscano adesso dinnanzi all’obiettivo di strutturare, nelle 206 carceri del nostro Paese, i Comitati Amnistia, giustizia e libertà, il trittico dietro cui ha marciato nel 2005 quello che allora non era ancora Presidente della Repubblica. E’ la continuità e la durata degli obiettivi della mobilitazione, questo ci caratterizza, mentre non si capisce bene cosa divida le correnti negli altri partiti, per esempio nel Partito democratico”. “Credo di non essere preso da entusiasmo, se non quello fondativo della nostra storia. Vorrei ricordare, sempre a livello semantico, che c’è un saggio di Platone dove c’è l’entusiasmo - da ‘teòs’, cioè ‘dio’ – rispetto all’assoluto, non quella o quell’altra formula di teismo”. La “personificazione dell’assoluto” che in tutte le religioni “si cerca di scongiurare in realtà”. Pannella: “Sicurissimamente noi abbiamo da parte di Papa Francesco una posizione non più teista, cioè organizzata su volti, immagini e storie dell’assoluto che è Dio, anche se questo può suscitare impazienza ritengo che sia un dibattito teologico, filosofico e storico che può spiegare come mai un sovrano assoluto a un certo punto, in 48 ore, ha abrogato l’ergastolo e ha inserito nei millenari codici cattolici il reato di tortura che invece la partitocrazia italiana non ci consente”
    17:00 Durata: 10 min 49 sec
  • Il X Congresso dell'Associazione Luca Coscioni: “Si è confermato che, agendo in America Latina con la formula dell’amicus curiae, potremmo dire ‘amica curiae’ perché è stata in particolare Filomena Gallo, ha statuito – un po’ come Papa Francesco che dice ‘basta con ‘sta roba dell’aborto, del divorzio, dello zigote, basta con queste ossessioni’, e abbiamo ottenuto, in sede della giurisdizione più numerosa e autorevole perché riguarda tutti gli Stati americani, una sconfessione di quella Legge 40 che qui in Italia viene – per fortuna – divorata pezzo dopo pezzo da ciascun giudice, a dimostrazione del carattere perverso di quella imposizione dovuta alla linea ruiniana, che nulla ha a che fare con l’attuale linea francescana del Papa”. “Ma al Congresso si è annunciata anche formalmente una iniziativa, dovuta in modo particolare a Giuseppe Rossodivita, inviata di già ufficialmente a 900 indirizzi, una diffida formale, a tutti i Sostituti procuratori della Repubblica, a tutti i direttori delle carceri, a tutti i magistrati di sorveglianza, quindi a tutto lo stato maggiore dell’amministrazione della giustizia, per ricordare che c’è una responsabilità che può essere ritenuta anche penalmente rilevante se si compiono atti nell’amministrazione della giustizia che pretendano di costringere a comportamenti penalmente rilevanti non solo i detenuti ma tutti coloro che si muovono in questa direzione”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La conclusione del X Congresso dell’Associazione Luca Coscioni e l’elezione degli organi dirigenti, con la conferma tra gli altri del segretario Filomena Gallo e del tesoriere Marco Cappato. “Saluto un nuovo ingresso, per il prestigio che conferisce e anche assume, Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari di Modena”. “Il Congresso della Coscioni nello stesso tempo ha rappresentato forse l’opinione pubblica maggiore e più rilevante per sottoporre all’informazione quanto la realtà delle associazioni costituenti il Partito radicale sono riuscite a conquistare in questo periodo. Cioè si è confermato che, agendo in America Latina con la formula dell’amicus curiae, potremmo dire ‘amica curiae’ perché è stata in particolare Filomena Gallo, ha statuito – un po’ come Papa Francesco che dice ‘basta con ‘sta roba dell’aborto, del divorzio, dello zigote, basta con queste ossessioni’, e abbiamo ottenuto, in sede della giurisdizione più numerosa e autorevole perché riguarda tutti gli Stati americani, una sconfessione di quella Legge 40 che qui in Italia viene – per fortuna – divorata pezzo dopo pezzo da ciascun giudice, a dimostrazione del carattere perverso di quella imposizione dovuta alla linea ruiniana, che nulla ha a che fare con l’attuale linea francescana del Papa”. Ancora sul contrasto tra “religiosità” e “teismi”. I referendum storici su aborto e divorzio e l’apporto decisivo per la vittoria che arrivò dai “credenti”. Pannella dice che “Silvio Berlusconi avrebbe bisogno di chiarirsi un po’ le idee” e poi ricorda quando, nell’Unione goliardica italiana, “affermavamo letteralmente la nostra onorevole mendicità di chierici, come chierici vaganti. Lì questa mendicità era la nostra di maestri, cioè di chierici vaganti che andavano alla ricerca di un maestro”. Pannella torna sulle “due conquiste” di cui si è parlato al Congresso dell’Associazione Coscioni, innanzitutto il ricorso di Filomena Gallo di fronte alla Corte Interamericana. “Ma al Congresso si è annunciata anche formalmente una iniziativa, dovuta in modo particolare a Giuseppe Rossodivita, inviata di già ufficialmente a 900 indirizzi, ed è una diffida formale, a tutti i Sostituti procuratori della Repubblica, a tutti i direttori delle carceri, a tutti i magistrati di sorveglianza, quindi a tutto lo stato maggiore dell’amministrazione della giustizia, per ricordare che c’è una responsabilità che può essere ritenuta anche penalmente rilevante se si compiono atti nell’amministrazione della giustizia che pretendano di costringere a comportamenti penalmente rilevanti non solo i detenuti ma tutti coloro che si muovono in questa direzione”. Ancora sull’“obbligo” di uscire dall’attuale situazione di giustizia e carceri evocato domenica da Napolitano: “Il nostro Presidente, nelle sue funzioni di garante, visto che ha usato il termine ‘obbligo’, l’obbligo esiste nel momento in cui c’è un obbligo del diritto e di legge. Salutiamolo”. “A nome di tutti i carcerati voglio dare un ringraziamento vero, sentito e profondo – anche per incoraggiarlo – al Presidente della Repubblica, di fronte a questa manifesta decisione che mi aveva preannunciato”. E se il Parlamento non agisse come auspicato nel futuro messaggio di Napolitano? “La partitocrazia stessa, volendo dimostrare di non esserlo, ha costituzionalizzato la Corte europea dei diritti dell’uomo. La Cedu, da organo superiore e internazionale, è divenuta organo interno del nostro Stato. Allora la sede di un conflitto di questo genere è la Cedu”. “Potrà farlo in coerenza con le deplorazioni e le condanne che da 30 anni fa”. “Napolitano ha evocato il concetto di ‘atto di clemenza’. Mi permetto di dire che, venendo da Giovanni Paolo II, quando venne alla Camera, questo aveva un significato, perché a ogni morte di Papa accadeva che – proprio per evitare la non ragionevole durata dei processi – nello Stato Città del Vaticano c’era un’amnistia”. Ancora sulla diffida presentata da Pannella e Rossodivita: “Quando voi decidete di mandare in carcere, sapendo che le carceri, voi Pm che condannate”, dovete essere coscienti della situazione. “Questa iniziativa può servire in gran parte dei 190 Stati dove la ragion di Stato sta invece lentamente prevalendo contro lo Stato di diritto. Questo documento può essere tradotto in lingue nepalesi e bulgare, visto che gli argomenti che abbiamo portato nei confronti dell’ordinamento italiano sono assolutamente traducibili – con piccole correzioni nei riferimenti ai codici – in tutti gli Stati che attraversano questa fase in cui la ragion di Stato sta prendendo il sopravvento sullo Stato di diritto”. Il caso della California e quello della Germania
    17:10 Durata: 30 min 3 sec
  • Pannella sui 12 referendum e la fine della raccolta firme: “Posso forse fare una previsione più che un preannuncio. L’impressione che abbiamo è che noi superiamo le 500mila firme su cinque referendum sulla giustizia, e quindi potremo depositare i quesiti in Cassazione; è una previsione tutt’ora, perché i lavori sono in corso. Ne depositeremo forse cinque perché sull’ergastolo… ma è difficile dirlo ora. Su quegli altri quesiti, solo 150mila dei berlusconiani hanno seguito la sua indicazione di firmarli tutti e 12; cioè c’erano 28-30mila firme nelle sedi istituzionali o in quelle nostre, adesso se ne hanno 200mila vuol dire che solamente 150mila-200mila sono i berlusconiani che hanno firmato tutti e 12 i quesiti. Non so come faranno a depositare gli altri referendum, perché bisogna depositare 500mila firme”. L'interlocuzione con Silvio Berlusconi

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’avvicinarsi della fine della raccolta firme per presentare i 12 referendum radicali, sei sui diritti civili e sei sulla giustizia; la necessità che la legislatura tenga perché il voto referendario si possa tenere in primavera. “Prima ho evocato l’espressione ‘onorevole mendicità dei chierici’ come caratteristica fondativa dell’Unione goliardica italiana. A questo punto lo ripeto: vorrei che su queste cose e su questo nostro documento – cioè la diffida a fermare, in presenza della certezza che il trattamento e/o la pena siano illegali, l'emissione degli ordini di esecuzione della pena, ndr – i massimi luminari di regime, quelli adorati anche da Beppe Grillo e dal suo giurista Becchi, come Stefano Rodotà, magari dessero qualche opinione, mentre non l’hanno data quando Giuliano Vassalli invece, un anno prima di morire, prese la parola per denunciare il fatto che fossero stati proclamati ‘eletti’ otto senatori non eletti al posto di quelli della Rosa nel Pugno che avrebbero garantito la continuità di quel Governo Prodi costituito proprio grazie alla Rosa nel Pugno”. “Certo, ci sono contraddizioni, non ce la fa Silvio. Io credo di avere praticato in questi giorni l’onorevole mendicità di ascolto da parte di Berlusconi. Mi è stato impedito e gli è stato impedito in tutti i modi, dopo il risultato patente del fatto che in 48 ore ci eravamo visti un paio d’ore e il risultato erano stati i referendum firmati a Largo Argentina, il sostegno all’amnistia e al Governo”. I rapporti di Marek Halter, scrittore e attivista francese di origine polacca, con i Radicali e Pannella. “Sui referendum abbiamo da riscontrare una cosa. Posso forse fare una previsione più che un preannuncio. L’impressione che con Maurizio Turco abbiamo è che noi superiamo le 500mila firme su cinque referendum sulla giustizia, e quindi potremo depositare i quesiti in Cassazione; è una previsione tutt’ora, perché i lavori sono in corso. Ne depositeremo forse cinque perché sull’ergastolo… ma è difficile dirlo ora. Su quegli altri quesiti, solo 150mila dei berlusconiani hanno seguito la sua indicazione di firmarli tutti e 12; di conseguenza se come penso l’altra serie di quesiti – quella sui diritti civili, ndr – raggiungerà a malapena le 200mila firme, è quello che c’era quando abbiamo avuto l’episodio di Berlusconi. Cioè c’erano 28-30mila firme nelle sedi istituzionali o in quelle nostre, adesso se ne hanno 200mila vuol dire che solamente 150mila-200mila sono i berlusconiani che hanno firmato tutti e 12 i quesiti. Non so come faranno a depositare gli altri referendum, perché bisogna depositare 500mila firme, e nonostante abbiamo sempre detto in modo esasperato ‘i 12 referendum’, e lo avevamo detto chiaramente a Berlusconi, credo che sia interessante questa previsione che pure può essere del tutto smentita”. La distinzione tra “Radicali italiani” e “radicali italianofoni”. “Credo che i voti portati a quei sei referendum (sui diritti civili, ndr) da Silvio Berlusconi siano più dei voti assicurati dai Socialisti, dalla Sel, dalla Cgil a titolo personale. Onore quindi in questo senso a Berlusconi che la follia l’ha fatta”. Sul dibattito interno al Pdl, sul ruolo dei cosiddetti “falchi” e sull’emarginazione di personalità come Gianni Letta. I rapporti tra Berlusconi e Radicali dal 1994 al 1996, quando tra l’altro il leader del centrodestra fece scattare alcuni eletti radicali in quota Forza Italia (tra cui Emma Bonino, poi indicata sempre da Berlusconi come Commissario Ue). Sul ruolo di Napolitano nelle consultazioni parlamentari che inizieranno ora. “Emma ha sottolineato che in questo momento solo l’Associazione Coscioni riesce a fare annualmente il suo congresso. Ha ragione. Per esempio noi, come Partito, ci siamo trovati in una situazione nella quale, dopo aver eletto il nostro segretario Demba Traorè con Radicali da 41 Stati diversi, poi abbiamo trovato Demba Traorè che è formalmente latitante, nel senso che non ci ha mandato neanche una lettera per spiegare”. “L’evoluzione della galassia radicale continua a essere straordinaria”. Cosa fare per salvare i referendum? “L’unica stronzata che ci verrebbe forse suggerita un po’ dall’opinione pubblica italiana è il ‘passare alla lotta violenta contro questo Stato oppressore’, prendere quelli della Tav e quegli altri… Questa è la risposta in cui magari il potere stesso spera, che dalle carceri si faccia questa stronzata. Invece alle carceri e ai sindacati penitenziari dico: oggi c’è da difendere i diritti umani dell’intero Paese”. Il relativo silenzio dei sindacati sulla situazione di chi lavora nelle carceri. Sull’annunciato messaggio alle Camere di Napolitano sulla questione giustizia. La questione Vesuvio e il silenzio mediatico che l’avvolge
    17:40 Durata: 41 min 55 sec
  • Il dibattito interno ai Radicali. L’analisi di Pannella su Radicali italiani che “si è totalmente ideologizzata”. Resta associazione nonviolenta, “ma la pratica nonviolenta non viene più vissuta a livello di ceto dirigente, se non con eccezioni che confermano la regola”; poi c’è il problema economico sociale, “dalle nostre iniziative da quel punto di vista, avevamo all’inizio dei Radicali economisti che erano affiorati, dopo poco erano divenuti degli economisti radicali, adesso sono solo economisti”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella torna a parlare della raccolta firme per i referendum, e in particolare della fase di chiusura e quindi di pulitura delle firme: “Grossomodo, a Roma, abbiamo avuto un decimo dei militanti che avemmo al tempo nei locali della Piramide”, cioè all’inizio degli anni 80, “o anche all’Ergife”. L’esperienza degli “interinali” per i referendum successivi e l’evoluzione della militanza. “Oggi abbiamo compagni, a volte sono 15 o 18, ma sono ‘esponenti di vertice’ del ceto dirigente radicale diciamo, a fare la notte lì. Questa volta i militanti a Roma si sono visti poco”. L’analisi di Pannella su Radicali italiani che “si è totalmente ideologizzata”. Resta associazione nonviolenta, “ma la pratica nonviolenta non viene più vissuta a livello di ceto dirigente, se non con eccezioni che confermano la regola”; poi c’è il problema economico sociale, “dalle nostre iniziative da quel punto di vista, avevamo all’inizio dei Radicali economisti che erano affiorati, dopo poco erano divenuti degli economisti radicali, adesso sono solo economisti”. Sulle critiche a Emma Bonino o a Marco Pannella: “C’è un sito che si chiama ‘Forum radicale inofficiale’ che è la dimostrazione che noi possiamo avere questa fierezza: noi rappresentiamo il partito dei ‘chiunque’, cioè chiunque compra il biglietto di trasporto per un anno è radicale, quale che siano le posizioni, tanto quanto Bonino, Pannella o altri. E questo viene riconosciuto”. “In quel sito, e non solo in quello, l’urgenza maggiore per il bene del Paese, delle coscienze, è liberarsi da Pannella. Poi dopo verrà Berlusconi o qualcun altro”. “Io ne faccio pubblicità perché questo fa parte di quella fierezza per cui è bene che si conosca, per cui quando Giovanni Negri mi venne a dire ‘ma si è iscritto il grande boss mafioso, Piromalli’, oppure ‘ma si è iscritta Cicciolina’, io in tutti e due i casi… Per il secondo non ci fu nemmeno bisogno di pubblicizzarlo, visto che Scalfari subito scrisse che così come D’Annunzio buttava il pitale su Montecitorio, un altro abruzzese – Pannella – ci butta sopra una puttana. E seguì una grande notizia in tutto il mondo. Perché la nostra forza è quella che all’interno del nostro partito ci sono, con sincerità, persone che esprimono il bisogno di lottare contro la dittatura di Pannella. E questo significa un partito strutturalmente aperto, che nessun altro ha”. Sui Radicali “doppia tessera” in Basilicata
    18:22 Durata: 15 min 51 sec
  • Pannella sulle polemiche anti-Bonino: “La politica estera del ministro degli Esteri è di ineccepibile efficacia e valore se confrontata ai decenni precedenti. Ciò detto, non sarebbe perfetta se non fosse perfettibile, perché una cosa perfetta non potrebbe essere nutrita o fatta crescere. Da questo punto di vista, ho appunto accennato che a me pare noi si possa oggi inserire – in modo particolare a Ginevra e nel Governo italiano – per rafforzare i punti di riferimento per esempio asiatici, per esempio dell’Unpo, cioè dei popoli non rappresentati che sono espressione del trionfo progressivo della ragion di Stato contro i diritti umani”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le critiche che qualcuno muove a Emma Bonino? “Le polemiche sono la dimostrazione patente del fatto che la politica estera del ministro degli Esteri è di ineccepibile efficacia e valore se confrontata a vent'anni di precedenti alla Farnesina. Ciò detto, non sarebbe perfetta se non fosse perfettibile, perché una cosa perfetta non potrebbe essere nutrita o fatta crescere. Da questo punto di vista, ho appunto accennato che a me pare noi si possa oggi inserire – in modo particolare a Ginevra e nel Governo italiano – per rafforzare i punti di riferimento per esempio asiatici, per esempio dell’Unpo, cioè dei popoli non rappresentati che sono espressione del trionfo progressivo della ragion di Stato contro i diritti umani. Quindi questo era al limite il suggerimento che potevo fare perché fosse chiaro anche a noi che non possiamo che essere felici e orgogliosi di come Emma rappresenta la presenza radicale lì al Governo, ma qualcosa è perfetto se perfettibile, altrimenti è la perfezione delle cose morte”. Il tema della Comunità delle democrazie da tenere ancora presente, “al servizio delle istituzioni italiane”
    18:38 Durata: 4 min 25 sec
  • Conclusioni (e l’annuncio della ripresa dell’iniziativa nonviolenta)

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella interviene ancora sulla necessaria riforma della giustizia: “Dinnanzi ad un Paese che non sa che i reati violenti nel nostro Paese sono crollati negli ultimi 15 anni, anche se però - per i bisogni della causa pessima - i nostri telegiornali e la cronaca sono confezionati come se oggi fosse prevalente nella storia italiana il marito che assassina la moglie, la madre che assassina il figlio… E si continua senza avere mai interpellato un familiare di un poliziotto suicida”. Sulla minaccia di dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl e sull’idea simile che Pannella lanciò già nel 1995 in polemica con il Presidente della Repubblica di allora, Oscar Luigi Scalfaro. “La stampa di destra allora fu l’unica che lanciò una mia proposta per esprimere solidarietà nelle strade, viaggiando con i fanali accesi per testimoniare contro il Presidente della Repubblica”. “Berlusconi non si rende conto che sta reagendo così come gli ha dato l’esempio che si debba reagire l’epifanico Epifani che da tempo ha cominciato a dire ‘no, no, no’ a questo e a quest’altro, giocando anche lui manifestamente la carta della crisi del Governo. Quindi Silvio attento che, di nuovo, come nel 1999 e nel 2000, stai facendo una stronzata tremenda”. Il leader radicale si riferisce a quando Berlusconi invitò ad “andare al mare” invece che a votare per i referendum sulla giustizia giusta. “Il Congresso della Coscioni è stato uno splendido congresso, davvero, e soprattutto sono emerse dalle relazioni – in particolare quella di Filomena Gallo – e dal dibattito, una situazione di vigore e di creatività che credo nessun altro partito… Credo che con quel che resta di quello che stiamo facendo ed ottenendo di già, gli storici futuri non potranno continuare a essere storici come lo storico ufficiale di Repubblica, Gotor”. Nel finale della conversazione, Pannella annuncia una ripresa dell’iniziativa nonviolenta: “Da dopodomani passo allo sciopero assoluto della sete come segno di riconoscenza verso il Presidente della Repubblica, per aiutarlo in questo modo in quello che lui sta tentando di realizzare. Da noi lo sciopero della fame è un atto di amore e non di polemica”
    18:43 Durata: 18 min 54 sec