Una "diversità di trattamento" vietata dalla Carta dei diritti fondamentali che, come abbiamo ricordato nell'intervista, è stata scritta nel 2000 prima del processo di allargamento dell'Unione europea.
I risultati dei bandi annullati, precisa il Tribunale, restano comunque validi in … applicazione del principio del "legittimo affidamento" dei candidati prescelti.
Tuttavia la sentenza, spiegano fonti della Corte, da indicazioni molto chiare e concrete alla Commissione Ue sulla necessità di pubblicare i bandi integralmente in tutte le lingue ufficiali dell'Ue.
E questo perchè la loro pubblicazione parziale - come avvenuto nei casi al centro del ricorso presentato dall'Italia - non é sufficiente ne' per avere una buona conoscenza dell'oggetto del concorso né per prepararlo adeguatamente.
Quindi, conclude il Tribunale, chi avesse voluto partecipare ai concorsi era ''svantaggiato'' rispetto a un candidato di lingua madre inglese, francese o tedesca.
Si è venuta così a creare una disparità di trattamento sulla base della lingua, spiega ancora la Corte, vietata dalla Carta dei diritti fondamentali e dallo statuto dei funzionari Ue.
Nella stessa sentenza il Tribunale Ue ha annullato anche un bando che stabiliva che le prove e le comunicazioni con i candidati si dovessero svolgere unicamente in inglese, francese e tedesco.
Una scelta possibile, ma che nel caso specifico al centro del ricorso i giudici europei hanno ritenuto ''non giustificata".
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