Critica e militanti

Buongiorno da critica militanti nella tarda primavera del mille novecentosettantaquattro mezzo secolo fa
Uscì da Einaudi direttamente l'edizione economica per volere dell'autrice la storia di Elsa Morante
Seguiva un lungo vastissimo dibattito un gomitolo confuso di furie gli entusiasmi di stroncature polemiche sciolto e ricomposto di recente in un prezioso volume darcela borghesi
Il dibattito coinvolgeva un po'tutti i piani d'industria culturale il senso del romanzo in un'epoca che lo dava per morto le categorie di rivolte rassegnazione di religione e di lotta
Credo che la storia contenga alcune delle pagine più belle e alcune delle pagine più brutte dell'intera opera della scrittrice
Lo vide subito Pasolini Morante incede con sicurezza regale quando riepiloga vite già concluse o racconta le morti quando invece narra in presa diretta per così dire soprattutto quando scrive i dialoghi che si Raj l'anno
Nel parossismo dico sforzo di diventare fumetti tutto appare volontaristico declamato legnoso
Che in questo scacco forse qualcosa che non riguarda solo lei e come se la vita la vita vitale aperta la vita attiva progettuale fossero mai qualcosa di totalmente irreale e fuori dalle possibilità umane
Nel libro del settantaquattro la vera storia sotto lo scandalo millenario della Storia maiuscola cioè le guerre gli stermini
E quella degli esseri che non sanno o non vogliono capitalizzare il potere sociale che non sono uomini le donne maestrina impaurito prostitute col collo da sempre piegato al sacrificio o mente carte i bambini epilettici ai sognatori Zoppi
Gli anziani soli e gli animali
E ci sono i veri violenti ma sono dei ragazzi impuniti protervia di latitano se stessi dei bravi col ciuffo cresciuti troppo in fretta degli Achille o degli Amleto che un attimo prima schiacciano il corpo di una femmina
E un attimo dopo davanti al suo sguardo si addormentano aggrappati al cuscino in posizione fetale come cuccioli
Gli esseri che Morante amavo corteggia vivono da sonnambuli non sogni incerto speculare a quello che i dittatori potenti proiettano atrocemente sul mondo perfino Ida che in qualità di insegnante trasmette per dovere linguaggio falso del potere
Il linguaggio direbbe Carlo levi dei Luigi ni nonne toccata la retorica le scorre sopra come un flusso alieno
Insignificante in assimilabile esattamente come il suo stupratore di un terzo
Scorrono davanti agli occhi degli edifici piccolo borghesi che lui non distingue dalle rovine romani
Non c'è differenza per questa gente tra guerre mondiali e guerre puniche la storia monumentale i suoi riflessi nell'umanità fanno parte di un gioco assurdo osservato dagli inermi con citiamo
Una ignoranza infinite insieme con una consapevolezza totale ciò che conta nella visione Morante a nell'idea orientale che tutto anche le stragi è uno scherzo ed era vitalissima che lei però non riesce a portare fino in fondo le sue pagine spesso infatti la riduzione tipico procedimento decadente quello di descrivere l'orrore con sua vita
Poetica attratti non siamo lontani dal ma la parte di Caput il fatto che quella visione orientale può diventare in sede ovazione ma non la letteratura moderna se non facendo sì appunto ideologia dell'estetismo
E insomma equivoco l'equivoco per cui il piccolo seppe parla come un mito della saggezza anziché come un personaggio
O se si vuole comune Alioscia che nel Novecento non può nemmeno essere adulto fuori dal limbo non Velisa non a caso il bambino muore prima dell'età scolare perché la sua fiabe incompatibile con il romanzo perché non può entrare nella dialettica del dolore usate
Inutili subisce in silenzio le sconta nel corpo così come per ragioni speculari non può entrare nell'atletica del dolore l'intellettuale Davide sera al pari del bambino rifiutato dal mondo sul più bello e come lui perso nel furore della malattia
Il vagheggiamento poeti Zante di un'aristocrazia dei pari al suo riflesso stilistico nel tic dei vezzeggiativo i che caricano
Con un evidenziatore troppo insistito il tono misto di umorismo e di pedanteria Elsa Morante è ipnotizzata dal suo stesso desiderio di mostrare godere le cose più naturali o dozzinali come meravigliose
Luigi Baldacci evocò con ragione un poeta che lei detestava Giovanni Pascoli quale pure credeva che il mondo potesse essere salvato da politici ragazzini
E la storia in questi annali romani dal mille novecentoquarantuno al quarantasette si ricorderà i personaggi principali non muoiono nella guerra ma dopo come per un morbo
Più radicalmente c'è stato nel destino Pasolini che loda la rappresentazione di queste morti non apprezza invece quelle spesso belliche delle figure minori di cui nella parte centrale del romanzo si delineano le biografie in poche pagine cosa ci interessa di gente di cui non sappiamo nulla obietta
E pure quelle brevi vite sono altrettanto compiute anzi proprio lì dove i protagonisti risultano più irreali politicamente verissimi ci appaiono invece i quasi anonimi caduti
In questa zona centrale centrifuga del romanzo ci viene mostrato come essere oggetti in mano alla storia significa anche non conoscere il destino del figlio dell'amante del vicino che si incontrava tutti i giorni che sparisce nel nulla senza epigrafi
Infine è stupendo il modo con cui l'ebrea Morante evoca l'ebraismo Dida comune eredità banca ore chiatta
è questa una storia molto italiana di una inconsapevolezza che oggi riaffiora nel sonnambulismo pericoloso della nostra opinione pubblica pare sentirci venerdì prossimo