04 APR 2024
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Postsovietika

RUBRICA | di Ada Pagliarulo - RADIO - 07:30 Durata: 5 min 37 sec
A cura di Guido Mesiti
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Conversazione settimanale con Anna Zafesova Il regime russo insiste sulla pista ucraina per l'attentato al Crocus City Hall di Mosca, mettendo in secondo piano la rivendicazione dell'Isis.

Secondo un sondaggio, circa il 50 per cento dei russi è convinto che le responsabilità della strage siano da attribuire all'Ucraina e ai suoi mandanti, individuati negli Usa e nella Gran Bretagna.

Una sorta di dissociazione cognitiva sembra essersi impossessata dei cittadini russi.

Nel frattempo, a seguito dell'individuazione della nazionalità degli attentatori, originari del Tajikistan, una nuova ondata di
xenofobia si sta abbattendo su milioni di lavoratori immigrati, già vittime di sfruttamento e attacchi razzisti.

La magistratura russa intende perseguire con l'accusa di 'giustificazione del terrorismo' la cantante di origine tajika Manizha, che aveva denunciato il clima di xenofobia del Paese.

E intanto l'ex capo dell'ufficio russo dell'Interpol, Vladimir Ovchinsky, in una trasmissione televisiva, si dice convinto che nel cervello degli attentatori fosse stato impiantato un chip, in modo da rendere possibile la loro eterodirezione ad opera degli americani.

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