Critica e militanti

Buongiorno da critiche militanti oggi vorrei segnalare un libro di Dino Baldi consigliando però chi mi ascolta di risalire poi a tutte le altre pubblicazioni
Di questo autore legatissimo e limpido il quale appartiene a una specie rara di centauri della cultura e cioè al tempo stesso un filologo classico è un narratore di razza
Il libro in questione è un saggio pubblicato di recente dall'editore Quodlibet intitolato è pericoloso essere felici l'invidia degli dèi in Grecia
Con una intelligenza sottile direi con greca misura Val di illustrarmi le forme in cui è cambiata presso i Greci la concezione del rapporto tra gli dèi e gli uomini
E senza caricare troppo le tinte ci suggerisce anche le ragioni per cui dal Novecento a oggi siamo tornati ad avvicinarci
Ha una percezione arcaica del caso senza più religioni condivise senza più quei surrogati moderni delle religioni che sono state le ideologie
Le superstizioni dice avverte l'imperscrutabile ITA dell'ordine cosmico ci sembrano infatti più razionali
Delle razionalizzazioni che hanno a lungo promosso lettino dice e che tra parentesi tendono a quella che oggi si chiamerebbe una colpevolizzazione secondaria della vittima degli eventi insomma sei sconfitto dunque te lo meriti
In Grecia come da UPIM diceva Savinio si trova tutto o quasi si trovano gli Dei come gigantesche caricature dei più violenti sentimenti umani si trova anche fin dall'Odissea e da Esiodo
Un tentativo di moralizzare chi non si trova però davanti all'eterno interrogativo sul Lund e male uno il pensiero sistematico teologico della nostra tradizione monoteista che prova a giustificare tutto con la ragione senza riuscirci mai
è significativo che tra Otto e Novecento in una modernità sempre più orfana di certezze si sia in questo senso tornati a interpretare il pensiero bipolare Greco presocratica e quindi ad avvicinarsi
Specie la vicenda poi a quello che Baraldi chiama il pessimismo vitale
Di una delle culle della nostra civiltà fino alla percezione esistenzialista dell'assurdo tra le due guerre
Con la tragedia greca riproposta in abiti novecento il già citato Savigno Cocteau ogni il Eliot Brecht annuire
Sartre l'alternativa sorta di cura palliativa
è quella del recupero delle filosofie le mistiche che però e sempre in sospetto di alibi new age ma lasciamo adesso la parola all'autore questo libro scrive Baldi racconta storie di un'epoca lontana alle quali non crediamo più eppure ci riguardano ancora
Perché al fondo di quello che ci muove
Perché al fondo quello che ci muove non è cambiato molto quanto la vita che viviamo veramente nostra
Quale parte a ciò che sta fuori di noi e che arriva imprevedibile a rovinare il solco che cerchiamo di imprimere al futuro se c'è un disegno dietro al male che arriva senza colpa e come proteggere i frammenti di felicità
Dal vivo dal destino dal caso qualunque nome si voglia andare a ciò che incombe
In particolare come dice il titolo Baldi si sofferma su un'idea un sospetto che è passato in proverbio che ci appare da un lato quasi assurdo e lontano dall'altro nei fatti attualissimo l'invidia lo sto mosso con parola greca degli dèi
La loro ostilità competitiva verso gli uomini questa concezione spiega l'autore testimoniata in Grecia in particolare dal principio del quinto al principio del quarto secolo avanti Cristo
In Pindaro Eschilo e soprattutto in Erodoto con le parabole dei sovrani orientali troppo
Disumano disumana mente ricchi sia già atti per non essere fulminati dall'alto
Si veda l'episodio di Creso prima di questo periodo non si riscontra chiaramente io non ero in Esiodo e dopo finisce con Platone
In ogni caso data la sua duttile vaghezza pari alla perentorietà dell'enunciazione letteraria accerto gran parte della sua formazione
è avvenuta sotterraneamente questa concezione che affiora ovunque prima o dopo le te lo dice ossia quando non si sono ancora stabilizzate quando poi si sgretola no diventando incredibili esprime in modi memorabili un senso dell'ignoto dell'agonismo tipico di quella cultura greca con mano leggera e con sintesi per spicco e quanto raffinate
Mentre ce la descrive Dino Baldi che come i veri saggisti non dimentica mai da dove parla ci descrive anche la storia delle interpretazioni moderne dell'invidia degli dèi le oscillazioni culturalmente motivate degli esegeti
Ci mette in guardia dalla ricorrente sistematizzazione dalla razionalizzazione platonico Zante cristiana di una Grecia che il nostro umanesimo non riesce a ridurre se
E riflette sulla parte di universalità e su quella di storicità invece che hanno i sentimenti e la loro espressione soprattutto direi ci insegna saggiare i diversi valori che in diversi contesti letterari antichi
Ma il concetto dell'invidia invitandoci hanno uniformarli infatti volta a volta
Un residuo formulare o la caratterizzazione di un personaggio il centro o la periferia ideologica di uno scritto per scatenare l'ortodosso e non c'è bisogno di Hybris della leggendaria tracotanza dell'uomo
E il fatto stesso di un eccesso sovrumano di fortuna provocarlo anche se l'individuo non ha colpe
E dunque attenti nessun eccesso e se il bene è eccessivo si tenti almeno di riequilibrare lo con un po'di male il moderno critico Edmund Wilson
Riscrive a modo suo questa condizione osservando che l'infallibilità di arciere di Filottete non si dà senza la sua ferita ripugnante
La hybris si afferma invece poi col concetto di giustizia retribuzione Nemesi
Facendo sfumare la prevalenza ideologica dell'invidia quando dalle società tirannica e si passa alla polis a una comunità di cittadini che occorre responsabilizzare
Ma la polizia un mondo artificiale fuori dei suoi confini non valgono le leggi si resta in balia della pura forza tre morale
Quando la polis classiche entra in crisi poi il bene la giustizia si cominciano a cercare in ciò che sembra al riparo dal caso
Sempre più ingovernabile nell'interiorità dell'uomo un moderno direbbe dipende da noi cosa fare di ciò che ci hanno fatto ed ecco allora Platone e appunto le filosofie ellenistiche
In questa storia importante anche la natura bifronte della cosiddetta invidia dell'agonismo che nelle comunità ammette membro contro membro può infatti essere sterile meschina un mutarsi in nobile emulazione
Così ha fin da Esiodo e così è in Aristotele promotore della classe media contro il prevalere di invidia dal basso e dall'alto
Aristotele che offre al solito una riscrittura moderate a fini pubblici di Platone il quale invece svalutata idealistica mente la competizione mondana
Davanti agli dèi antropomorfi della tradizione greca
Che la filosofia e margine era senza sconfiggerla gli uomini appaiono comunque come Bay decaduti e cui Baldi commenta il commenta imminenti
Di Prometeo e di Pandora e oggi in un altro senso siamo di nuovo dai decaduti scacciati dal nostro nido umanistico storicista dico in un cosmo senza forma
Destinati a pagare per il fatto stesso di esserci secondo l'originaria visione di Anassimandro ed espulsi anche dai ceti medi egemoni nel Novecento dunque in balia di una democrazia demagogica insieme tirannica dove l'invidia è quella contagiosa diagnosticata dare nascerà in balia infine di un fatto che non può mai essere ridotto a legge
Si può avere solo un presagio un avvertimento del limite oltre il quale non bisogna andare e qui vorrei concludere citando un autore caro a questa radio un greco del Novecento per così dire Nicola Chiaromonte che molto ha riflettuto sul tema
E in particolare anche attraverso i greci attraverso True story su ciò che accade agli individui potenti che sembrano avere in mano le nostre sorti la guerra e la pace
Più si sale verso l'alto verso i potenti ha scritto Chiaromonte più chiaramente l'individuo è soggetto alla necessità strumento del fatto marionetta decide lei
La ragione è semplice anzi scientifica più l'uomo in alto più assoluto il suo comando potente il suo volere grande il numero degli individuare su soggetti
E più aumenta il numero dei casi da cui dipende l'esecuzione dei suoi gli ordini la realizzazione della volontà di Napoleone dello zar Alessandro esige il concorso di circostanze innumerevoli dunque non è la loro volontà che si realizza ma qualcosa d'altro un imprevisto fatale
Il cuore vere e nelle mani di Dio dice Tolstoj citando la Bibbia e bisogna intenderlo in senso quasi letterale
Il grand'uomo effettivamente l'uomo del destino la sua influenza sugli eventi vorrebbe essere di volontà chiaroveggente di Newark circa ma in realtà è dell'ordine della magia la magia del potere infallibile finché non fallisce
China investito né strumento nomina il padrone
A risentirci venerdì prossimo