Sono intervenuti: Augusto Sainati (critico cinematografico).
Sono stati discussi i seguenti argomenti: Africa, Cinema, Cultura, Film, Garrone, Giovani, Immigrazione, Italia, Mare, Senegal, Venezia.
La registrazione audio ha una durata di 3 minuti.
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15:10 - Camera dei Deputati
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9:30 - Racalmuto
critico cinematografico
Dopo che l'in bordello della polacca riesca Hollande la posa del cinema di Venezia ha ospitato in concorso io capitano di Matteo Garrone un altro film che tratta lo stesso tema dei migranti in cerca di un approda in Europa
Nel film di Hollande si trattava di profughi siriani e afgani in fuga dalla guerra qui si tratta di due ragazzi senegalesi in fuga dalla miseria se indù e mossa i loro nomi
Diversamente dal film di Hollande Garrone si concentra sul punto di partenza e sul percorso più che sull'arrivo a destinazione
Anche in quei momenti sono duri come quelli della lotta per entrare nell'Eldorado europeo
Prima c'è da decidere di partire da Dakar racimolando i soldi necessari e superando le paure dei familiari che restano poi c'è da affrontare il lungo viaggio nel deserto attraverso il Mali il Niger e la Libia
I trasportatori sono persone senza scrupoli che non esitano a lasciare atterraggi cade dal camion in pieno deserto per i troppi scossoni del viaggio
E le diverse polizie di frontiera usano il loro potere di ricattare depredare i profughi dei pochi soldi che hanno ancora infine c'è la Libia con le prigioni infami le torture i lavori occasionali ti procurano i mezzi per la traversata in mare
Tutti elementi di quel Controcampo che spesso resta nel non detto dei servizi televisivi e che Garrone mette invece al centro del suo racconto
Il mare l'ultima tappa quella che permette anche la conquista di una coscienza da parte di sei tu
Dominato da un trafficante capitano della misera imbarcazione carica di persone le coste dell'Italia restano un miraggio un sogno finché compaiono all'orizzonte permettono al seduti dire per la prima volta in italiano io capita
Questo racconto in controcampo e anche il valore principale del film sostenuto da una scrittura solida scandita per blocchi corrispondenti alle diverse fasi del viaggio
Ma in questo racconto percorso ci sono anche momenti di incertezza intrusioni favolistica che se sono una delle cifre del cinema di Garrone stonano nel contesto del deserto
Ciò che manca agli ho capita no soprattutto se confrontato con il film di Agnieszka Hollande
Cioè l'afflato etico il modo in cui si guardano i migranti la basta un'inquadratura per cogliere l'atteggiamento di immersione etico politica del dramma
La macchina da presa immigranti sono tutt'uno nel film di Hollande
In io capitano invece malgrado l'empatia che suscita il racconto dei due ragazzi la partecipazione emotiva al loro dramma e alla loro avventura
Cioè come una sorta di distanza impalpabile ma netta tra noi che guardiamo il loro che viaggiano in cosa si riconosce questa distanza
In una regia che non Bush ormai da suo artefice in una punteggiatura troppo precisa in un modo di trattare il materiale narrativo troppo corre del resto la sceneggiatura scritta da un team di esperienza guidato da Massimo Gaudioso
Questo per dire che il film è pieno di pregi ma che sono proprio i pregi a costituirne paradossalmente il limite se Green border fa pensare a Rossellini io capitano fa pensare piuttosto a germi di il cammino della speranza
Un road movie di classe film di Garrone ma forse troppo equilibrato per raccontare la vita dispersa ricchi cerca un'ancora di salvezza e una bussola per sopravvivere
Da Venezia per radio radicale Augusto Sainati
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