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Le dichiarazioni ad un quotdiano dell'amicus curiae Wladimiroff tingono di giallo l'ultima udienza dedicata al caso KosovoL'Aja, 11 settembre 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic per i crimini commessi nella ex Yugoslavia, la Procura ha concluso la presentazione del caso Kosovo con la discussione finale del rapporto Coo.
Ad un anno dall'attacco agli Stati Uniti da parte di al Qaeda, Slobodan Milosevic non ha comunque perso l'occasione per ribadire che in Kosovo le milizie serbe e yugoslave stavano conducendo un'azione antiterroristica nel pieno rispetto della … Convenzione di Ginevra.
Una dichiarazione a margine resa ieri ad un giornalista ha messo nei guai l'amicus curiae Mischa Wladimiroff.
Nella dichiarazione riportata da un giornale olandese ed emendata nella versione internet, l'amicus olandese avrebbe affermato che l'OTP ha presentato elementi sufficienti per provare il caso Kosovo e per considerare Milosevic colpevole.Nice pone alla Corte il problema delle difficoltà di comunicazione e della mancanza di collaborazione tra il TPIY e le autorità yugoslave "per quanto riguarda i documenti e i testimoni".
Si è svolta inoltre la consueta conferenza stampa del mercoledìIl controinterrogatorio sul rapporto CooSlobodan Milosevic ha oggi controinterrogato Philip Coo, l'esperto canadese che ha elaborato il rapporto sulla struttura militare e di comando nella ex Yugoslavia in cui si evidenziano le responsabilità de jure dell'ex uomo forte di Belgrado.
L'imputato, che si difende da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte Onu, ha cercato di sminuire la validità del rapporto avanzando alcune ipotesi che potrebbero invalidarne le tesi di fondo.
Nello specifico l'imputato ha affermato che se si considera una cattiva comunicazione tra livelli inferiori e superiori della struttura militare si dovrebbe considerare che i più alti livelli di comando non erano nella condizione di sapere e quindi di agire per interrompere una situazione in essere.Coo: "I più alti comandi debbono considerare tutti i rapporti che ricevono e questo include quello che ascoltano nei media"Milosevic: "A cosa devono credere i comandanti, alla propaganda americana o a quello che vedono con i loro occhi?"Coo: "Le autorità debbono considerare ogni fonte a loro disposizione, tra cui eventuali denunce su crimini, mancanze nella conduzione delle indagini"Milosevic ha poi chiesto al teste se abbia o meno a disposizione degli ordini in cui l'ex presidente yugoslavo autorizzava i suoi sottoposti a commettere dei crimini.
L'esperto della Procura ha chiarito che oltre ad avere alcuni documenti su cui si sono basate, almeno in parte, le analisi che costituiscono il rapporto, la perizia delinea la struttura di comando e definisce le responsabilità dell'imputato in base alle leggi vigenti durante il periodo in questione.Milosevic ricorda l'11 settembre a suo modo"Oggi è l'11 settembre quindi si dovrebbe parlare molto di terrorismo" ha affermato Slobodan Milosevic all'inizio del controinterrogatorio dell'ufficiale canadese, facendo un paragone tra gli atti che hanno colpito gli USA l'anno scorso e "il terrorismo in Serbia, la stessa cosa".
Il presidente della Terza Corte, giudice Richard May, lo ha però fermato ed ha chiarito che la domanda non era pertinente.Lo strano caso di WladimiroffQuando il giudice May ha posto la domanda di rito se gli amici curiae avessero o meno delle domande da porre, Milosevic ha avanzato un'obiezione affermando che "dopo l'intervista rilasciata ieri il signor Wladimiroff non è qualificato a portare avanti l'interrogatorio".
L'amicus curiae Mischa Wladimiroff, infatti, ieri ha commentato il procedimento in corso con un giornalista del Haagse Courant, quotidiano olandese che ha tra virgolette le affermazioni di Wladimiroff sul caso Kosovo, nelle quali ha parlato di fondatezza delle accuse della Procura che avrebbero dimostrato la colpevolezza di Milosevic.
Per tale motivo Wladimiroff potrebbe essere duramente sanzionato dalla Terza Corte.
Il magistrato si è però difeso evidenziando che "vi è una versione Internet differente in cui la citazione è tolta" e ha inoltre affermato di non aver "autorizzato la pubblicazione".
Il giudice Patrick Lipton Robinson ha però affermato che il modo migliore per evitare tali 'inconvenienti' è "non parlare con la stampa".
In realtà, le parti in causa non possono commentare con la stampa il caso in svolgimento, ma è consuetudine che vi siano numerose dichiarazioni 'fuori microfono'.
Il ruolo degli amici curiae La Corte ha precedentemente stabilito che solamente uno dei tre amici curiae potrà essere stabilmente impiegato dal TPIY percependo un regolare stipendio.
Il britannico Steven Kay raramente interviene in modo attivo nella discussione, mentre il macedone Branislav Tapuskovic e l'olandese Mischa Wladimiroff stanno svolgendo la loro funzione quotidianamente.
Branislav Tapuskovic è stato varie volte interrotto dal Presidente della Terza Corte in quanto le sue posizioni sono spesso una ripetizione di quelle espresse nel controinterrogatorio da Slobodan Milosevic, mentre Mischa Wladimiroff, professore di diritto all'università di Utrecht e difensore nel primo caso del TPIY, fornisce alla Corte un ausilio più 'tecnico'.
L'ex presidente yugoslavo ha deciso di difendersi da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte che lo sta giudicando, ma nel corso del processo ha più volte dimostrato di non essere in grado di portare avanti una linea difensiva in base al codice del Tribunale Onu.
Il giudice May lo riprende costantemente perché molto spesso si lancia in veri e propri comizi che verrebbero immediatamente puniti come offesa alla Corte se fossero portati avanti da un avvocato difensore 'ordinario'.
La Corte ha però bisogno di avere una visione d'insieme il più oggettiva possibile per poter giudicare l'imputato in base alle accuse che gli vengono avanzate.
Per tale motivo gli amici curiae sono così importanti nel processo Milosevic e Wladimiroff sembrerebbe colui che può fornire l'aiuto più tecnico alla Corte in base alle sue conoscenze, ovvero quelle che mancano a Slobodan Milosevic.
Le probabilità che la scelta della Terza Corte si orientasse proprio su Wladimiroff piuttosto che su Tapuskovic erano forse maggiori, ma dopo l'intervista rilasciata ieri la sua candidatura è seriamente compromessa e ora il professore olandese rischia di essere giudicato per offesa alla Corte.
Milosevic: Voglio anch'io la conferenza stampaA conclusione della discussione sulla questione, il giudice Richard May ha chiesto all'imputato quali fossero le sue richieste in merito e Slobodan Milosevic ha risposto di poter "avere la possibilità di fare una conferenza stampa, come la Procura e il Tribunale".Il giudice, però, May gli ha ricordato che "è detenuto" e per tale ragione non può attendere ad alcuna conferenza stampaLa conferenza stampa del mercoledìLa portavoce della Procura, Florence Hartmann, ha affermato che la Procura "è felice" per il modo in cui è stato portato avanti il caso Kosovo.
Hartmann ha ribadito inoltre che alcuni documenti e testimonianze potranno essere utilizzate anche per i casi 'Croazia' e 'Bosnia Erzegovina', la cui discussione inizierà il 26 settembre.La portavoce ha specificato che "il processo deve essere considerato nel suo insieme", con "i documenti scritti e tutte le udienze" per trarre delle conclusioni che comunque - ha precisato - "spettano alla Corte e a nessun altro".
Ad un anno dall'attacco agli Stati Uniti da parte di al Qaeda, Slobodan Milosevic non ha comunque perso l'occasione per ribadire che in Kosovo le milizie serbe e yugoslave stavano conducendo un'azione antiterroristica nel pieno rispetto della … Convenzione di Ginevra.
Una dichiarazione a margine resa ieri ad un giornalista ha messo nei guai l'amicus curiae Mischa Wladimiroff.
Nella dichiarazione riportata da un giornale olandese ed emendata nella versione internet, l'amicus olandese avrebbe affermato che l'OTP ha presentato elementi sufficienti per provare il caso Kosovo e per considerare Milosevic colpevole.Nice pone alla Corte il problema delle difficoltà di comunicazione e della mancanza di collaborazione tra il TPIY e le autorità yugoslave "per quanto riguarda i documenti e i testimoni".
Si è svolta inoltre la consueta conferenza stampa del mercoledìIl controinterrogatorio sul rapporto CooSlobodan Milosevic ha oggi controinterrogato Philip Coo, l'esperto canadese che ha elaborato il rapporto sulla struttura militare e di comando nella ex Yugoslavia in cui si evidenziano le responsabilità de jure dell'ex uomo forte di Belgrado.
L'imputato, che si difende da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte Onu, ha cercato di sminuire la validità del rapporto avanzando alcune ipotesi che potrebbero invalidarne le tesi di fondo.
Nello specifico l'imputato ha affermato che se si considera una cattiva comunicazione tra livelli inferiori e superiori della struttura militare si dovrebbe considerare che i più alti livelli di comando non erano nella condizione di sapere e quindi di agire per interrompere una situazione in essere.Coo: "I più alti comandi debbono considerare tutti i rapporti che ricevono e questo include quello che ascoltano nei media"Milosevic: "A cosa devono credere i comandanti, alla propaganda americana o a quello che vedono con i loro occhi?"Coo: "Le autorità debbono considerare ogni fonte a loro disposizione, tra cui eventuali denunce su crimini, mancanze nella conduzione delle indagini"Milosevic ha poi chiesto al teste se abbia o meno a disposizione degli ordini in cui l'ex presidente yugoslavo autorizzava i suoi sottoposti a commettere dei crimini.
L'esperto della Procura ha chiarito che oltre ad avere alcuni documenti su cui si sono basate, almeno in parte, le analisi che costituiscono il rapporto, la perizia delinea la struttura di comando e definisce le responsabilità dell'imputato in base alle leggi vigenti durante il periodo in questione.Milosevic ricorda l'11 settembre a suo modo"Oggi è l'11 settembre quindi si dovrebbe parlare molto di terrorismo" ha affermato Slobodan Milosevic all'inizio del controinterrogatorio dell'ufficiale canadese, facendo un paragone tra gli atti che hanno colpito gli USA l'anno scorso e "il terrorismo in Serbia, la stessa cosa".
Il presidente della Terza Corte, giudice Richard May, lo ha però fermato ed ha chiarito che la domanda non era pertinente.Lo strano caso di WladimiroffQuando il giudice May ha posto la domanda di rito se gli amici curiae avessero o meno delle domande da porre, Milosevic ha avanzato un'obiezione affermando che "dopo l'intervista rilasciata ieri il signor Wladimiroff non è qualificato a portare avanti l'interrogatorio".
L'amicus curiae Mischa Wladimiroff, infatti, ieri ha commentato il procedimento in corso con un giornalista del Haagse Courant, quotidiano olandese che ha tra virgolette le affermazioni di Wladimiroff sul caso Kosovo, nelle quali ha parlato di fondatezza delle accuse della Procura che avrebbero dimostrato la colpevolezza di Milosevic.
Per tale motivo Wladimiroff potrebbe essere duramente sanzionato dalla Terza Corte.
Il magistrato si è però difeso evidenziando che "vi è una versione Internet differente in cui la citazione è tolta" e ha inoltre affermato di non aver "autorizzato la pubblicazione".
Il giudice Patrick Lipton Robinson ha però affermato che il modo migliore per evitare tali 'inconvenienti' è "non parlare con la stampa".
In realtà, le parti in causa non possono commentare con la stampa il caso in svolgimento, ma è consuetudine che vi siano numerose dichiarazioni 'fuori microfono'.
Il ruolo degli amici curiae La Corte ha precedentemente stabilito che solamente uno dei tre amici curiae potrà essere stabilmente impiegato dal TPIY percependo un regolare stipendio.
Il britannico Steven Kay raramente interviene in modo attivo nella discussione, mentre il macedone Branislav Tapuskovic e l'olandese Mischa Wladimiroff stanno svolgendo la loro funzione quotidianamente.
Branislav Tapuskovic è stato varie volte interrotto dal Presidente della Terza Corte in quanto le sue posizioni sono spesso una ripetizione di quelle espresse nel controinterrogatorio da Slobodan Milosevic, mentre Mischa Wladimiroff, professore di diritto all'università di Utrecht e difensore nel primo caso del TPIY, fornisce alla Corte un ausilio più 'tecnico'.
L'ex presidente yugoslavo ha deciso di difendersi da solo in quanto non riconosce la legittimità della Corte che lo sta giudicando, ma nel corso del processo ha più volte dimostrato di non essere in grado di portare avanti una linea difensiva in base al codice del Tribunale Onu.
Il giudice May lo riprende costantemente perché molto spesso si lancia in veri e propri comizi che verrebbero immediatamente puniti come offesa alla Corte se fossero portati avanti da un avvocato difensore 'ordinario'.
La Corte ha però bisogno di avere una visione d'insieme il più oggettiva possibile per poter giudicare l'imputato in base alle accuse che gli vengono avanzate.
Per tale motivo gli amici curiae sono così importanti nel processo Milosevic e Wladimiroff sembrerebbe colui che può fornire l'aiuto più tecnico alla Corte in base alle sue conoscenze, ovvero quelle che mancano a Slobodan Milosevic.
Le probabilità che la scelta della Terza Corte si orientasse proprio su Wladimiroff piuttosto che su Tapuskovic erano forse maggiori, ma dopo l'intervista rilasciata ieri la sua candidatura è seriamente compromessa e ora il professore olandese rischia di essere giudicato per offesa alla Corte.
Milosevic: Voglio anch'io la conferenza stampaA conclusione della discussione sulla questione, il giudice Richard May ha chiesto all'imputato quali fossero le sue richieste in merito e Slobodan Milosevic ha risposto di poter "avere la possibilità di fare una conferenza stampa, come la Procura e il Tribunale".Il giudice, però, May gli ha ricordato che "è detenuto" e per tale ragione non può attendere ad alcuna conferenza stampaLa conferenza stampa del mercoledìLa portavoce della Procura, Florence Hartmann, ha affermato che la Procura "è felice" per il modo in cui è stato portato avanti il caso Kosovo.
Hartmann ha ribadito inoltre che alcuni documenti e testimonianze potranno essere utilizzate anche per i casi 'Croazia' e 'Bosnia Erzegovina', la cui discussione inizierà il 26 settembre.La portavoce ha specificato che "il processo deve essere considerato nel suo insieme", con "i documenti scritti e tutte le udienze" per trarre delle conclusioni che comunque - ha precisato - "spettano alla Corte e a nessun altro".
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