Presentazione dei libri di Marialuisa Lucia Sergio "Pio XII e l'indipendenza algerina. La chiesa cattolica nella decolonizzazione dell'Africa francese" (Studium) e "How the Church Under Pius XII Addressed Decolonization. The Issue of Algerian Independence" (Routledge - Taylor & Francis)

Buona sera
Possiamo iniziare i lavori la presentazione del volume di Maria Luisa CIA Sergio Pio dodicesimo d'indipendenza algerina la Chiesa cattolica nella decolonizzazione dell'Africa francese
Edita volta Edizioni Studium e è appena uscito anche in traduzione inglese per i tipi di routine legge audace Chan verbalizzo cioè faccio ST colonna inserisce ambisce Europa Angela Algeria indipendenza e questo cita già la misura di della rilevanza di questo volume ed è il tema che andremo ad affrontare questa sera
Vorrei dare subito la parola per un saluto
Alla attaché culturale dell'ambasciata della Repubblica Democratica Popolare di Algeria in Italia Meriem zittito che sta Mutant nome di sua Eccellenza a Abdelkrim l'attuale via ambasciatore in Italia
Grazie mille è un grande piacere ed essere qua
La pesante azionante dell'entroterra dottoressa Maria Rita riusciamo Sergio non conosciamo scusi per il mio italiano perché sono qua dal solo sette mesi non conosciamo molto bene tutte le Fassi della nostra storia allora
Apprendiamo non sono specialista
Esperta ma apprendiamo grazie
Do ora la parola per un saluto al magnifico rettore Università degli studi Roma tre professor Massimiliano Fiorucci
Grazie una buona sera tutte a tutti come è stato detto il mio sarà solo un saluto per cui vi ruberò solo cinquantacinque minuti quindi pochissimi minuti solo per dirvi che sono davvero contento di di di portare i saluti in questa occasione la pubblicazione appunto del volume
Della professoressa Sergio sia in in lingua italiana appunto sia nella nella versione inglese per pubblicata peraltro da prestigiosissimo editore
E questo volume nell'edizione italiana è uscito appunto in occasione sessantesimo anniversario degli accordi di Evian
Un momento importante che sancirono che sancisce appunto l'indipendenza dell'Algeria che però coincide anche con un altro episodio meno noto diciotto RAI al dove vicino ad Algeri quando un commando dell'esercito colonialista uccise sei dirigenti medici dirigenti dei centri socio educativi dell'Algeria che appunto avevano portato avanti un progetto di scolarizzazione diffusa quindi nel rispetto anche insomma dei diritti dei giovani
Arabi e cristiani eccome
Portatori diciamo ante litteram di quello che oggi chiamiamo il dialogo interculturale ovviamente ricordo questo aspetto per perché comunque per provenienza e sensibilità rispetto ai temi educativi
Che mi appartengono
Credo che questo volume che appunto presenta Marika documentazione inedita appunto sul pontificato di Pio dodicesimo sia particolarmente importante perché ha lavorato su sugli archivi vaticani sugli archivi della Chiesa di Francia ed è di molto Inter di grande interesse del Caf Fontana un tema relativamente poco studiato e siamo particolarmente contenti che due degli studiosi che si sono occupati
Di questo tema siano presenti qua otto due generazioni diverse in Italia c'era stato il contributo appunto diritti Marco Impagliazzo dual d'Algeria del novantaquattro e oggi abbiamo questo nuovo
Questo nuovo testo che si inscrive dentro appunto o nell'ambito degli studi argini vengono chiamati postcoloniali e quindi fa emergere anche alcune contraddizioni e ambiguità della presenza cattolica in Nordafrica punto
è una posizione diciamo che la Santa Sede anche preoccupata un po'della degli esiti imprevedibili della decolonizzazione
E cadendo credo che sia davvero importante oggi poter ascoltare questa presentazione ciò offre quindi un nuovo un nuovo sguardo su questi temi e quindi voglio solo ringraziare l'autrice professoressa Sergio e ovviamente tutti i relatori che oggi poi interverranno ci offriranno uno sguardo nuovo su su un tema particolarmente importante che che poi come di rapporti tra
Algeria Francia invece sono stati affrontati in modo a mio avviso molto interessante ma tutt'altro campo dal sociologo algerino Sayad un bellissimo libro che era doppia assenza in cui mette in luce insomma tutto lo sguardo
Molte etnocentrismo sui fenomeni migratorio in tema di oggi tornato tristemente scena sempre più presente e che ha visto poco qualche giorno fa l'ennesimo dramma né ennesime morti di una strage per cui penso che dovremmo tutti
Esprimere veramente un momento di di di di silenzio forse grazie
Ecco bando porto i saluti anche della presidente del consiglio scientifico dell'ISI accenna dell'Istituto per la Storia dell'Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia la professoressa Marta Margotti
Che non ha potuto essere presente per impegni accademici
A Torino
Ringraziamo quindi Lisa cinema che è stato ben lieto di patrocinare l'iniziativa assieme all'Istituto Luigi Sturzo
A questo punto io comincerei entriamo nel vivo di questa discussione sulla sul libro della professoressa Sergio e darei la parola alla professor Mauro forno
Professore ordinario di Storia contemporanea presso l'Università degli studi di Torino
Vice Direttore del Dipartimento di Studi storici e presidente dell'Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Asti
Le sue ricerche principali riguardano la storia delle missioni cattoliche della decolonizzazione missionaria quindi sono temi che affronteremo proprio in questa giornata ma anche del fascismo della stampa dell'informazione del giornalismo nell'Ottocento e nel Novecento è autore di numerosi saggi e monografie tra gli altri ricordo tra Africa e Occidente il cardinal massaia e la missione cattolica in Etiopia nella coscienza e nella politica europee
Edito dal Mulino nel due mila e nove con il quale ha vinto il premio desiderio Pirovano del due mila e dieci dell'Istituto Luigi Sturzo
E il Libro la cultura degli altri il mondo delle missioni e la decolonizzazione edito da Carocci nel due mila diciassette
Sì grazie a tutti a tutte sono davvero felice di essere stato invitato vi porto saluti di Marta Margotti con cui condivido lo studio al quinto piano di Palazzo Nuovo quindi mi ha detto l'ho vista proprio ieri mi ha mi ha detto di portare i suoi saluti
Grazie naturalmente dagli organizzatori a Maria Luisa Sergio Perre l'invito la presentazione di un libro è sempre una bella notizia del secondo me deve essere anche una celebrazione per l'autore
Ma è anche l'occasione per riflettere su questioni che a mio parere sono nel caso del libro di Maria Luisa Sergio particolarmente importanti perché perché il fenomeno della decolonizzazione un fenomeno
Di notevole rilievo che devo dire appassiona anche gli studenti universitari
Se diviene proposto in maniera adeguata
E lo fa dal punto di vista di un attore non irrilevante come evidentemente la Santa Sede e lo fa dal punto di vista anche di una prospettiva missionaria che a sua volta rilevante perché le terre che erano in qualche maniera interessate dalla dalle missioni erano parti consistenti del
Uno bocca
Ulteriore aspetto di complessità lo fa con riferimento a un'area come quella dell'Africa francese dell'Algeria e particolare
Che negli anni indicati studiati da Maria Luisa Sergio Assunção so volto un'enorme rilievo nelle politiche diplomatiche della Santa Sede
Va detto fin da subito che fino ad oggi era mancato era mancato un pezzo cara quello che riguardava la documentazione vaticana
Sappiamo l'apertura degli archivi relativa al pontificato di Pio dodicesimo ha aperto nuove prospettive nel marzo del due mila venti molti di noi vogliono purtroppo molti di noi ci sono catapultati su quelle carte lo ha fatto anche
Maria Luisa
Cercando di fare luce su alcuni elementi veramente essenziali su un tema avevamo già qualche certezza naturalmente un po'l'avevo affrontato anche io questo tema la la chiesa
Pone di fronte a questa nuove sfide della decolonizzazione
Cercando evidentemente di non perdere il controllo delle missioni
E in che maniera si pone rispetto a questo tema e a questo problema
Promuovendo
Investendo sul clero indigeno
Creando gerarchi episcopali guidate dai vescovi indigeni percorrendo la strada dell'incultura azione cioè dell'adattamento del messaggio evangelico alle culture
è una prospettiva che porta avanti con ma anche un certo anticipo rispetto ai tempi della decolonizzazione sappiamo che c'è il suo
Costantino ad esempio con un viaggio in Cina e già negli anni Venti quindi prima del quarantacinque attua un disegno che va in quella direzione
L'obiettivo è chiaro tentare in qualche maniera di disgiungere
Le proprie traiettorie anche in parte le proprie responsabilità sul colonialismo d'appello delle potenze coloniali
E anche favorire un dialogo con il quelli che sarebbero diventati i nuovi governanti di un anno guide politiche di quei Paesi
Trasferendo la responsabilità delle missioni a indigeni a sacerdoti locali e quindi in qualche maniera favorendo in dialogo
Nel caso delle potenze coloniali trasferire quei paesi agli indigeni voleva dire perdere il controllo di quei Paesi nel caso della chiesa poteva voler dire conservare il controllo con questo trasferimento di responsabilità e guardate che le missioni per chi ha girato un po'incerta e amore del continente africano asiatico questo una una percezione che ancora oggi uno riesce a alla fine qualche maniera ammutolire
Emissioni non sono il solo chiese oratori sono tante altre cose sono ospedali sono scuole sono istituti superiori sono università cioè sono istituzioni che nella prospettiva di un passaggio della responsabilità della Guida dei paesi agli indigeni potevano risultare davvero strategiche c'era il problema del sento dalla formazione delle nuove classi dirigenti che era evidentemente un problema molto sentito dalla chiesa cattolica
Quindi la la l'importanza strategica di queste scelte evidente va detto che la Santa Sede non si dimostrò contraria in linea di principio anche un processo di emancipazione e liberazione politicanti tante ex colonie ma a patto che ciò avvenisse senza troppi scossoni da un punto di vista delle dinamiche politiche che non favorisse
L'avanzare dell'Islam
Soprattutto nell'area nordafricana che non favorisce soprattutto l'avanzata del comunismo sappiamo che in qualche caso si sosta tutti gli esperimenti poi gli Afro comunismo
Lo sappiamo molto bene e e questi due timori andavano sotto molti aspetti anche un po'a braccetto perché per almeno una parte delle gerarchie ecclesiastiche dietro alla vitalità dell'Islam in molte aree dell'Africa dell'Asia c'era proprio a Mosca
Niente quindi questo è un un timore particolarmente sentito
Ecco esattamente attorno a queste dimensioni complesse in cui elementi politici diplomatici culturali religiosi si vanno ad incrociare Maria Luisa Sergio ha pensato di ritagliare il suo lavoro a partire da una prospettiva attenta ai progressi è stato ricordato adesso col direttore che la nuova stagione dei post Cologno stati visto soprattutto in area francese sta proponendo portando amanti
Sergio dice chiaramente il Nordafrica il Maghreb e più in generale
Le colonie sottoposte al dominio francese prete sentano per la Chiesa particolari difficoltà
Tali da indurla ha un approccio diverso rispetto a quello adottato in altre aree dell'Africa subsahariana
Perché perché sono aree ad elevata presenza mussulmana
Perché la Francia da sempre esercitava inalare africano soprattutto in Nordafrica ma anche in Africa Orientale un ruolo di protezione di aiuto ai missionari cattolici ed era questo un aspetto
Che non poteva dimenticare mi
La Francia non poteva dimenticare di avere svolto quel ruolo per decenni viene anche per secoli ho studiato il cardinal massaia quando il cardinal massaia si trova in Africa orientale si
Lui viene inviato nel mille ottocentoquarantasei si trova in grave difficoltà politica e diplomatica a chi si rivolge alla Francia
Alla Francia perché era la Francia il riferimento essenziale per i missionari non solo francesi in Africa
In terzo luogo la Francia allieva lungo teso per esigenze di controllo delle sue colonie a utilizzare proprio l'Islam come anello intermedio fra tradizione occidentalizzazione per garantirsi
Una migliore assimilazione delle
Popolazioni alle pratiche locali alle pratiche politiche amministrative francesi
Quindi sono problemi evidentemente complessa in questo contesto se s'inseriscono poi gli esiti della seconda guerra mondiale
Che sono evidentemente e esiti che portano ulteriore complessità un quadro già
Complesso
La Francia nel secondo dopoguerra
Anche all'interno e costretto a confrontarsi con ad esempio le turbolenze all'interno di una società che si avviava sempre più verso un'accentuata secolarizzazione
C'erano le turbolenze interne al clero un clero metropolitano
La sinistra cattolica si faceva portavoce di determinate prerogative e invece gli orientamenti del governo francese in rapporto alle colonie c'era la grana questo lastricato proprio Marta Margotti dei preti operai
C'è anche un problema che in quel momento la chiesa non solo in Francia caranto stava attraversando c'era la sconfitta rimediata intende in Vietnam nel marzo mille novecentocinquantaquattro
Si era anche la presenza nelle colonie i francesi il Nordafrica in particolare di figure
Di alti prelati complicati in qualche maniera c'era monsignor Lefebvre
Arcivescovo di Dakar delegato apostolico per l'Africa francofona
C'era monsignor Giovan all'arcivescovo di Algeri a partire dal mille novecento cinquantaquattro portatori di proprie particolari vetture della realtà geopolitica loro contemporanei reperta impropri in questo contesto complesso che Maria Luisa Sergio ci dice tante cose interessanti tante cose anche nuove sinceramente
Non ultima
Io me ne sono preoccupato ci dice qualcosa di quello che è stato dietro che c'era dietro non tutto naturalmente ma qualcosa di ciò che c'era dietro a un'enciclica come la Fides dono del mille novecentocinquantasette uno delle ultime
Di papa Pio dodicesimo certamente non una delle meno importanti a su questo foro un brevissimo accenno non vorrei parlare troppo ferma mia naturalmente quando
D'altra parte l'Africa francese l'Algeria in particolare ci ricorda proprio Sergio storicamente si connotano anche per dei tratti giuridici
Ed è del tutto peculiari sono aspetti interessanti mussulmani in Algeria il rendez nazionale dei nazionali
Ma non propriamente dei cittadini con tutto quello che ne conseguiva in termini di diritti politici e civili
Le norme sulla laicità introdotte dalle leggi di separazione del mille novecentocinque non erano stata applicata alle colonie francesi dove anzi era anche prevista un'indennità di funzione statale primi ministri cattolici del culto
Cioè la laicità repubblicana euro diversa dalla laicità coloniale e ci ricorda proprio Maria Luisa
Sergio l'Islam nelle colonie non era questione meramente privata ma era questione sottoposta a ingerenze da parte della potenza colonizzatrice
Ebbene come ho detto dopo la seconda guerra mondiale lo scenario muta profondamente i nazionalisti algerini chiedono
L'estensione delle leggi di separazione che la concessione al culto musulmano dell'indipendenza dallo Stato
Mentre le gerarchie cattoliche locali si dimostrano contraria a questa prospettiva come anche la Santa Sede
Che è intenzionata a non incrinare i rapporti con la potenza transalpina e a non dare l'impressione di voler abbassare la guardia nella lotta soprattutto al comunismo proprio mentre Mosca si faceva paladina
Dell'anticolonialismo sapete le due potenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale
Sono due punti di riferimento dell'anticolonialismo per ragioni anche storiche evidentemente
è una posizione difficile per la per la chiesa alla Santa Sede per il mondo missionario perché pone la Santa Sede di fronte a una questione di coerenza
Da un lato c'è la revisione dei paradigmi missionari si dice investire del clero indigeno trasferire al clero indigeno e poi dall'alto c'è l'opportunità di assecondare le strategie francesi in
Chiave antislamica anti comunista
Emblematico questa veramente interessante anche se mettere i immaginabile che monsignor Lefebvre si dica favorevole da un lato come anche i vertici della Santa Sede evidentemente a formare clero indigeno
Ma a patto che a formarlo fosse a Roma
Forse l'Europa fino
E questo non avvenisse in loco proprio per evitare che quest'ultimo
Quest'ultimo venisse condizionato da aspirazioni nazionali o potesse magari addirittura mettersi a capo di monumenti
Di liberazione
Interessanti sono anche le informazioni che Sergio cita in relazione alle tensioni che dividono il clero metropolitano francese dalle gerarchie ecclesiastiche delle colonie
Anche in relazione al ruolo svolto fino al gennaio del cinquantatré in Francia dal Nunzio apostolico a Parigi Angelo Roncalli a questa
E davvero interessante questa notazione non è che stravolga l'immagine di di Papa Roncalli neanche però tutti noi ricordiamo con un papà
Tra virgolette perdonatemi il termine un po'improprio progressista ma ebbene i documenti che Mario Riso Sergio
è riuscita a trovare CCC parlano di un Angelo Roncalli che durante il suo mandato in Francia si era ritagliato l'immagine
Piuttosto criticata anche
Di un prelato che va manifestava posizioni decisamente conservatrice addirittura secondo alcuni reazionaria
Proprio in merito alle tematiche coloniali questo un tema che interessante per chiaramente Mario Luise Sergio non poteva approfondire in maniera sistematica
Interessante e mi ha mi accingo afflitti più interessante appare anche la questione legata alla presenza e valorizzazione del clero locale
Perché perché da un lato la chiesa del d'Algeria con in testa proprio monsignor Duval
Da un lato critica le posizioni di una parte del clero metropolitano francese sul tema della decolonizzazione che evidentemente erano
Molto più avanzata rispetto alle loro ma dall'altra chiede aiuto proprio per il clero chiede aiuto perché teme che la condizione le strutture delle chiesa in in nelle colonie
Ex colonie francesi e dai colori che si stanno liberando possa in qualche maniera collassare
Quindi da un lato si critica al il almeno una parte del mondo ecclesiastico francese il clero ma metropolitano troppo progressista sotto certi punti di vista dall'alto si chiede aiuto a quel clero perché mancano le forze immissione
Questo è un tema enormi io me lo sono
Me ne sono un preoccupato la l'enciclica Fidei go non che cosa fa
Sostanzialmente
Dice
Lo scambio tra la chiesa del nord e la chiesa del sud del mondo non deve esserlo solo più un cammino da nord a sud
Risorse sacerdoti che dall'Europa vanno in Africa vanno in Asia ma deve essere un uno scambio reciproco in qualche maniera alla pari
Ma la finendo non dice anche che
Per la prima volta
La missione non sarà più prerogativa degli ordini e delle congregazioni missionarie chiunque
Sacerdote in Italia in Francia in Europa oppure no per un periodo breve di tempo fare un'esperienza missionaria
E quindi prestare la sua attività da una piccola parrocchia del Piemonte in Africa per due tre anni è una cosa apparentemente banale ma che solleva ve lo assicuro qui invece sono più ferrato io di Maria Luisa perché ho letto migliaia di lettere di missionari che non la prendono per nulla bene e non hanno nessuna voglia di vedersi arrivare dei sacerdoti che fino a due giorni prima facevano i parroci
A
Trastevere e che vengono insegnare il lavoro ai missionari che invece da venti trent'anni erano impegnati sul campo
E allora è una è una contraddizione di fondo che la chiesa cerca in qualche maniera di
Bypassare con l'argomentazione che la Francia distrazione ormai deve essere intesa comune fatto globale della chiesa e non sono più come un un cammino da nord a sud
E qui poi si arriva allenta l'ennesimo uno dei tanti mi sembra un po'libero dei paradossi no quelli che che quello che scritto Maria Luisa perché ne ne individua tanti ma è normale perché la Chiesa si trova dove si barcamena appare in una situazione estremamente complessa che
Qual è questo ennesimo paradosso sino ad oggi uno schema interpretativo piuttosto radicato aveva teso a riconoscere già molto prima dell'avvio dei processi di indipendenza dell'ex colonia un tentativo l'abbiamo visto della chiesa di De colonizzare l'ammissione
E questo per non farsi trovare impreparata
Al momento opportuno e questo avvenne effettivamente molte realtà tanto da sollevare come gli ho detto opposizioni anche nel mondo il missionario
Ma ci dice ci ricorda Maria Luisa Sergio questa fu una strategia a geometria variabile in qualche maniera
Insomma l'interpretazione che posto la presenza da un lato delle potenze europee più restie a mollare l'ha preso diciamo e dall'altro una chiesa che anticipa i tempi sul terreno della decolonizzazione religiosa regge fino a un certo punto
In realtà la politica della Chiesa è improntata in molte aree ha una spiccata gradualità che ha una sostanziale dilazione dell'obiettivo dell'indipendenza politica
Nella convinzione che la decolonizzazione religiosa sul piano missionario potesse in qualche maniera bastare
A maggior ragione tra le popolazioni a prevalenza mussulmana come nel caso di molti Paesi del Nordafrica
Ecco da qui tutta una serie di suggestioni io ve ne lancia due o tre che che che il libro di Maria Luisa Sergio sollevano in qualche maniera senza risolverne evidentemente al libro un punto di arrivo ma anche un punto di partenza secondo me
Come ogni libro
Anzitutto la difficoltà per la Chiesa di tenere assieme tante dimensione di esigenze diverse dovendo per giunta a confrontarsi con un clero missionario collocato supposizione a sua volta molto differenti a seconda delle latitudini
Siamo tutti noi conosciamo
Troppo poco
La realtà come quella africana asiatica a volte tendiamo ad accomunare i Paesi ma ci sono evidentemente delle differenze enormi tra paesi e
Questo naturalmente genera anche una risposta diverso del clero missionario e e e e di questo naturalmente va sempre tenuto conto a mio parere
Fu fu soprattutto questa la ragione per cui la Santa Sede
Decisa la
In digestive la strategia dell'apertura alle culture locali
E quindi anche della della lega della responsabilità delle missioni al clero locale
Paradossalmente accentrando nel controllo la Santa Sede centralizza nel momento in cui dice trasferiamo i locali le missioni era alta né centralizza la regia in qualche maniera consapevole di queste difficoltà
C'è poi il tema enorme del confronto della chiesa
Con il problema dei diritti umani in ampie porzioni del Paese del del pianeta io recentemente dedicato un piccolo contributo intitolato Human Rights and Colonization inter mission missioni del genere non lo sa lei Jones quindi solo dato mondo salesiano che però dice qualcosa di interessante Suma compito consapevolezza percezione del problema dei diritti umani
Nella chiesa all'interno della chiesa negli anni Cinquanta ma anche sessanta vedere anche settanta
C'è poi il problema non c'è nato varie volte di come la chiesa dopo il quarantacinque riuscì a spiegare come la decolonizzazione del suo approccio l'ammissione potesse realmente compensare questo uno dei temi del libro
Altre sue assenze come quelle legate alla garanzie sui diritti politici e civili su cui si muoveva con maggiore ritardo rispetto alla prospettiva
Missionaria e poi infine credo davvero chiuso
C'è il problema del come nel suo discorso missionari della Chiesa riuscì a declinare
Accanto a un'identità sensibilità rispetto al tema dello sviluppo
Che avrebbe caratterizzato pontificati soprattutto di Giovanni ventitreesimo di Paolo sesto
Anche il discorso sulla povertà questo è un altro tema secondo me enorme che rimane sullo sfondo temi enorme di difficile lettura e comprensione ma rispetto a cui il libro di Sergio con riferimento certa una specifica area geopolitica ebbene Ibrahim di Sangiovese offrirci qualche spunto di riflessione veramente interessante e spero di non aver svagato troppa grazia
Grazie
Grazie a loro forno che mi dava l'opportunità di fare qualche riflessione a margine perché gli spunti come vedete sono moltissimi
Molto spesso noi storici ci fa ci spariamo dietro il concetto di complessità
Però è vero che le questioni sono complesse e lo facciamo a volte anche per la distinguerci da chi tende a semplificare a chi vuole delle risposte facili a chi interpreta modo troppo easy ecco
Lui e gli eventi e le dinamiche che si instaurano ecco e mi sembra che pure questo libro di anche la relazione del del professor forno restituisca ecco
Un insieme di temi che stanno dentro la parola decolonizzazione quindi naturalmente certa ma del nazionalismo c'è il tema del razzismo abbiam parlato di diritti umani e in in qualche modo viene toccato anche questo tema che riguardano soltanto il governo francese riguarda anche l'emissione riguarda i missionari riguarda la Chiesa in generale
E c'è il tema della missione il Gia una miss logica che avete sentito
E molto diverso a rispetto a quella qui in questo periodo storico siamo abituati è chiaro che qui stiamo parlando di un periodo degli anni quaranta fine anni Quaranta iniziando cinquanta siamo prima del Concilio Vaticano secondo in questo il Concilio
Sicuramente uno spartiacque anche sulla questione missione logica
è un libro che tiene insieme tantissimi elementi quindi non sono temi ma anche attori la Chiesa cattolica che cos'è la Santa Sede ma è anche l'episcopato locale ma è anche il clero francese sono anche le missioni missionari quindi tiene insieme i diversi punti di vista che effettivamente non sono sempre gli stessi
Ha citato prima il caso di leader sembra mi ha colpito c'è un passaggio del libro in cui Sergio cerca di capire perché Pio dodicesimo nonostante i consigli che provenivano dalla Nunziatura Parigi quindi Roncalli e da Propaganda Fide abbia deciso di nominare lo afferra al posto di più vale il alla alla delegazione apostolica
Ecco abbiam parlato prima dell'apertura degli archivi che senz'altro ci aiutano a capire meglio le situazioni d'altra parte ci confrontiamo anche con una mancanza di documentazione ed è questo il caso
Perché mi pare che non ci siano elementi che chiariscano in modo definitivo perché Pio dodicesimo scelga cioè non c'è un un una nota una lettera che spieghi ecco però possiamo Traverso attualmente la storiografia e qui abbiamo anzi passerà subito al paradosso di un ragazzo che ha lavorato molto su su sulla giuria e che quindi saprà sicuramente meglio di me dire però ecco la storia che Cimina Yuto e sopra tutto per capire perché Pio dodicesimo faccia alcune scelte e piuttosto di altre chiudo facendo riferimento alla decolonizzazione della missione
Ma che cos'è de colonizzare la minzione problematico no come ha messo in luce forma e come ha messo ben in luce Sergio nel libro non significa ancora in in realtà in culturale e io devo dire c'è un'esperienza abbastanza diretta con i missionari del PIME Pontificio Istituto missioni estere perché sono responsabile dell'Ufficio Storico quindi diciamo che spesso mi confronto con i missionari che tornano dalla missione mi lasciano qualche intervista e mi fanno capire come sia veramente cambiata la missione
Pinea centosettanta anni quindi capite che si può ben capire il percorso che ha fatto anche questo istituto che si è dovuto aprire all'internazionalizzazione Pontificio Istituto missioni estere era diciamo l'istituto di Miss missionari italiano ma adesso inesistenti del seminario del PIME ecco tra loro non ci sono italiani sono tutti studenti stranieri che si preparano ma che andranno poi in missione a loro volta quindi porteranno ignizione
Il loro cattolicesimo al loro modo di sentire la chiesa e l'ammissione ecco
Ma stiamo nel due mila ventitré e siamo sotto un pontificato che festeggiamo i dieci anni di papa Francesco bene del pontificato di Di Francesco io credo che anche questo segnerà uno spartiacque proprio sulla
Sul tema della della missione ecco mi taccio Etò o la parola al professor Marco Impagliazzo che è professore ordinario di Storia contemporanea all'Università degli studi Roma tre del Dipartimento di Scienze della formazione ricopre numerosi incarichi anche secca accademici ed editorialista pubblicista e presidente della Comunità di Sant'Egidio
Le sue ricerche hanno riguardato le stragi degli armeni in Anatolia durante la prima guerra mondiale
La storia religiosa di Roma e dell'Italia nel Novecento con particolare riguardo alla storia del cristianesimo contemporaneo
La storia della presenza di minoranze etniche e religiose in Italia e più di recente ai fenomeni migratori in epoca contemporanea
In relazione al tema che affrontiamo oggi ricordo che professor Impagliazzo è uno studioso delle dinamiche socio religiose nella storia dell'Algeria nel Novecento e della storia politica del paese all'indomani dell'indipendenza su questi temi ha pubblicato ricordo almeno due volumi ci vanta Algeria una chiesa tra Europa e mondo arabo mille novecentoquarantasei mille novecentottantotto e Algeria in ostaggio tra esercito e fondamentalismo storia di una pace difficile
Che è stato edito anche in edizione tedesca i catalana prego professore
Buonasera io ringrazio tanto Maria Luisa
Di cui sono collega all'università di Roma Tre nel Dipartimento di scienza formazione qui abbiamo colleghi ex colleghi
Che saluto
Con tanta simpatia Larini la ringrazio veramente perché questo su Libero
Mi ha appassionato mi appassionato in quanto studioso come diceva adesso a fare la della questione algerina
Della vicenda della chiesa dell'Algeria negli anni dell'indipendenza ma anche negli anni successivi all'indipendenza
E mi ha arricchito
Che ringrazio perché questo libro mi ha arricchito
Non solo per l'amplissima come già detto professo forno documentazione non
Non sto qui a citarla anche per non non annoiare il pubblico comunque una documentazione veramente ricca che dimostra la che rinvia un termine positivo diciamo di Maria Luisa quando studia
Quando va alla ricerca del documento
Perché gli storici senza i documenti sono le macchine senza benzina diciamo la storia non cammina senza documenti quindi
Devo dire che hai fatto un grande lavoro e ti ringrazio perché ai arricchito la vicenda appunto della Chiesa
Algerina
Più tu più generale dice la Chiesa cattolica della decolonizzazione dell'Africa francese di tanti elementi alcuni che già conoscevamo perché in fondo poi
Alla fine no lo diciamo sempre colpo che soffia sulla parlando
Com'era d'accordo il cardinale Silvestrini cioè il quale con noi d'accordo che bisogna stabilire più rapidamente gli archivi vaticani perché in fondo altrimenti la storia voglio dire gli archi gli archivi restituiscono tanta verità perché appartenenti alla storia come dicevi tu si fa con delle semplificazioni per cui tante immagini sono anche più negative diciamo di quelle di quelle che che poi alla fine realmente la storia dice e naturalmente questa storia fatta di tanti documenti di tante
Di tanta stratificazione relativizzare anche tante cose e ci aiuta a entrare come si diceva nella complessità ci fa conoscere
E e ci spiega tanto e ci libera anche appunto da giudizi
Troppo ecco tranchant sulle sulle varie questioni quindi in questo senso il libro è molto prezioso e molto prezioso anche per chi conosce poco le vicende della politica francese perché questo libro sulla politica francese in uno dei passaggi più delicati della storia della Francia contemporanea
Che appunto las la fase della decolonizzazione tanto che si passa dalla Quarta alla Quinta Repubblica
Non va dimenticato che la crisi algerina provoca il ritorno di De Gaulle al pouvoir in Francia ecco per dire quanto questo Paese la Francia è stato lacerato da questa vicenda e particolarmente l'Algeria una ferita fino ad oggi
Profonda diciamo nella storia francese e anche nella storia dell'Algeria naturalmente non stante si tratti di dis di due nazioni diciamo amiche però
Proprio perché c'è un tratto che forse diciamo ricordo così per chi non lo sapesse ma immagino che l'Algeria era territorio metropolitano francese cioè non era una colonia come le altre
Era un territorio metropolitano la Francia certo con quelle distinzioni di cui ci ha parlato il progresso forno che Maria Luisa spiega molto bene diciamo sulla differenza tra i cittadini francesi e i cittadini diciamo algerini musulmani o ebrei
Che avevano diciamo una uno statuto diverso fino al famoso decreto Crémieux è del mille ottocentosettanta quando vengono naturalizzati i cittadini gli ebrei ma non i musulmani che si rifiutano e per una serie di motivi legati alla religione no
Ci spiega bene Maria Luisa come i musulmani devono essere considerate a tutti affetti dei nastri uno dei nazionali membri dello Stato ma non dei situa Ian e noi stiamo parlando di una Francia che nasce diciamo dalla rivoluzione francese dell'ottantanove in cui emerge con forza la figura del si può agli anni si passa dal suddito al cittadino quindi quello quale forza diciamo a questa qualificazione dissi di essere situa Yang di essere cittadino
Anche in questa Camera un partito politico
La scorsa legislatura ci insisteva tanto diciamo sul tema dei cittadini no
Ci ha fatto ricordare in questo questo appellativo
E dice Maria Luisa appartenenti all'unica comunità politicamente legittima quella cioè repubblicana formati dei titolari della cittadinanza e dei diritti politici e civili situa Ian agli autoctoni alle colonie
Veniva ecco conferito lo specifico statuto legale che li riconosceva come appartenenti a una comunità religioso culturale differente rispetto a quella francese
Separandoli quindi dei cittadini francesi soggette alle norme del codice civile e benefici ufficiali del cosiddetto Stato civile di diritto comune
Statistiche il vedova comma
Quindi c'era questa
Questa caratterizzazione e poi e l'unica colonia o d'
Detto che non è una Polonia diciamo è l'unico Paese coloniale Franco della Francia di popolamento dove furono trasferite
Diciamo popolazioni soprattutto dall'Alsazia Lorena dopo la sconfitta diciamo conto del mille ottocentosettanta e quindi dopo la perde di questi territori e quindi a una colonia alla fine anche di popolamento per cui diciamo lo strappo che avviene con la decolonizzazione dell'Algeria
Uno strappo profondo perché e tanto che propone un'emigrazione massiccia dei cosiddetti pieno noir gli europei d'Algeria che non è non solo francesi anche italiani maltesi ricordatevi l'italiana in Algeri no all'opera eccetera maltesi spagnoli
Tutta questa gente si sentiva alla fine algerina perché stavano lì da cent'anni
Erano di seconda di terza generazione un milione rispetta i nove milioni di musulmani
Coltivavano la terra era anche povera gente piccola gentile ne ho conosciuti oggi tanti di loro appunto e loro discendenti sono sono in Francia eccetera
Buonasera
Dell'accoglienza
Di abilità no no si figuri saluto anche l'onorevole Ciani visto ci ha raggiunto ecco e
Quindi scusate Gracco dico queste cose perché per capire quanto il libro importante perché tocca un nodo fondamentale cioè quindi quando verso la fine degli ultimi due anni della guerra d'Algeria scosse si manifesta l'organizzazione della kermesse Cretti
Quindi diciamo questi diciamo militari sbandati Giovalli chiamava di e gravi i perduti dopo il Pucci di Algeri e cinquantotto di ieri i perduti
Si formano queste forze paramilitari che non rispondono più nemmeno ai ai loro ai loro generali diciamo ai loro superiori dell'esercito e forze armate francesi e fanno la cosiddetta politica della Third sulle della terra bruciata
è una forma sono forme di terrorismo compiute dagli stessi francesi nei confronti per lasciare l'Algeria vuota bruciata la terra bruciata
Con attentati quindi si capisce un esodo massiccio degli europei dall'Algeria per queste violenze
Tremende diciamo che hanno segnato anche la storia di questo Paese
Quindi
Quando l'Algeria raggiunge l'indipendenza nel sessantadue dopo una lunghissima guerra di liberazione iniziata nel giorno della tu sessantenne festa di Ognissanti nel mille novecentocinquantaquattro il primo novembre con attentati paralleli sia in Francia che in Algeria è una guerra lunghissima dal cinquantaquattro al sessantadue comma battuta senza esclusione di colpi in cui diritti umani ecco si è parlato della tortura ecco eccetera
Quindi è l'ultima guerra coloniale francese la più sanguinosa con un milione di vittime in otto anni di scontri
Di questo stiamo parlando e in questo senso la colonizzazione francese dura qui centotrentadue anni perché il primo sbarco diciamo dei francesi in Algeria e del mille ottocentotrenta
Quindi cento trentadue anni di presenza francese come ho detto di un popolo che si sentiva ecco molto inserito e quindi
Non appena otto e quindi che cosa ci dice questo libro ci dice
La complessità come è stato detto ma anche le profonde lacerazioni che questa guerra
E in genere il cammino della decolonizzazione apportato all'interno delle varie comunità dietro comunità politica francese
Della comunità politica algerina ma anche delle comunità religiose
E quindi il fatto di avere avuto accesso per questi dalla fino al cinquantotto diciamo degli archivi vaticani e di ci siamo tutti gli addentellati
Cita un quadro molto preciso e molto puntuale di come si è mossa la chiesa
Non solo più dodicesimo ma anche la chiesa locale localmente
E tra i principali appunto protagonisti sono stati già citati particolarmente per l'algerino cioè mosso più alto che era un prete francese come tanti perché devo anche aggiungere le diocesi algerine facevano parte dell'Assemblea degli arcivescovi e vescovi di Francia cioè e come se fosse una Conferenza Episcopale oggi
Cioè non è che erano diocesi africane chissà di che cosa stiamo parlando no i vescovi fra i vescovi i Tangeri a facevano parte della conferenza dell'Assemblea dei Gibilisco degli arcivescovi di Francia
Quindi andava in Francia a fare le loro opinioni
Per questo ma un uomo credo il tema anche cosa voleva dire chiamare tre D dalla Francia per certe dottori devono chiamare cioè voglio dire loro erano diocesi francesi è un creare autoctono poteva essere sì qualche che noir male la popolazione anche relativamente vasta si poteva trovare qualcuno degli europei che viene in Algeria infatti si era trovato che diventasse missionario all'interno del suo paese si facesse pareggio religioso ma si chiedeva anche vista
La vastità del mondo musulmano che non si riusciva a convertire perché quello di cui noto anche l'UDC era chiaro alla Chiesa in Algeria che l'Islam ma era coriaceo
Molto molto difficilmente
C'era ci sarebbero state delle conversioni ne ha ne nemmeno tanto si cercavano ma comunque questa era stata l'esperienza magari all'inizio si credeva arrivando in Algeria di ritornare ai fasti della chiesa dei primi secoli no del Nordafrica Santagostino eccetera
Che rimane comunque un riferimento per tutti gli algerini no qui abbiamo l'attaché culturale e sa bene come Sant'Agostino sia un mito ancora in Algeria anche per i musulmani per la sua grande opera
Non si poteva tornare ai fasti da chiese ai primi secoli che dava dei papi nordafricani
E quindi bisognava chiamare
Pretty diciamo dalla dalla madrepatria per dare una mano così come tutti i vescovi nominati gli venivano la madrepatria giova al veniva dalla Savoia era stato vicario generale della diocesi di annessi in Savoia e poi nominato prima vescovo a Costantina nell'est del Paese appuntato arcivescovo di Algeri
Nel cinquantaquattro
Quindi
Dicevo che tutta questa documentazione relativizza queste figure nel senso che ne sono state fatte anche delle caricature a un certo punto nordica di Naldi ovale è stato soprannominato Mohammed di Ubaldo per le sue posizioni si diceva a fianco dei Sella che ha di musulmani ma non era così
Si chiamava Mohammed Gino Valle nel senso hanno chiamato dopo c'è lo hanno chiamato per disprezzo
Alcuni pied noir europea in Algeria che non accettavano il suo discorso che era giù una grande semplicità ma che era lo stesso di Albert camion che era un pied noir
Il tema della coabitazione della coesistenza delle comunità
Qui si dice a varie riprese che di Opal non vedeva bene la decolonizzazione non l'aveva capita ma e infatti e giusto loro diciamo come direbbero Aci Line li hanno visti arrivare e ci hanno visti arrivare dico
No voglio dire a quell'epoca non una chiesa che aveva un milione di fedeli non milione no perché c'erano anche gli ebrei che erano centotré sessanta mila non era una grande comunità quelle braghe algerina ecco diciamo ottocento mila cattolici
Naturalmente i vescovi devono gestire questa loro popolazione e questi lo fedeli e il punto non era essere contro la decolonizzazione anche se come è stato detto e come dice il bene il libro i documenti la paura della decolonizzazione che fosse una mossa diciamo comunista
Che l'Islam sarebbe stato diciamo il cavallo di Troia dei comuni del comunismo per entrare in questi paesi che si stavano de colonizzando particolarmente appunto faccio riferimento all'Algeria
E qui tutta il collegamento col Cairo eccetera eccetera con le visioni in asset
Questo è molto molto importante
Diceva
Dicevano si diceva con una battuta l'Islam e come la carta di sigaretta come resistenza al comunismo sarà come la carta delle sigarette che appena li del fuoco brucia
Questa era l'idea no sì l'Islam Islam vero problema del comunismo tanto più per i cattolici
E quindi questo è ben documentato no
Mi pare nella ecco nel nel nel nel nelle come nei documenti che tu che tu hai trovato quindi
Giova al ma anche camion leggo qui un un testo di cambio nella sua biografia quella di Tod's del un testo una un'affermazione dei camion del mille novecentocinquantacinque sono quindi appena scoppia la guerra di indipendenza
Che ami uguali salta il sodalizio tra i due popoli il francese e l'algerino nella libertà e nel rispetto reciproco neanche camion comincia a lodare siamo arrivando ci sarà la decolonizzazione l'Algeria no
Il sodalizio cioè la coabitazione questo era il tema questa era la preoccupazione questo era anche il sogno lasciatemelo dire del dimostrò di Ubaldi tanti cattolici
Quello di tanti altri cattolici anche vescovi era il bloccaggio tra politica e religione cioè i cattolici dovevano identificarsi con la politica francese punto era l'idea di referto era in attaccarono nell'Africa nella fine del dottor Del la febbre era un discepolo della Xion fa era stato un discepolo sia un fan Sears di Jal Moras quindi era questo il tema no il blocco politica religione l'identificazione
Tra la Francia e il cattolicesimo
Tra la Chiesa e la Francia
Questo invece è stato il grande merito secondo me di alcuni di questi cattolici tra cui monsignor Yuval di superare questi dati ha bloccato e di riportare il tema sul la coabitazione che poi lui non fosse favorevole demonizzazione
Ho spiegato perché perché temeva appunto
Tutto questo però poi documenti si fermano al cinquantotto
E quindi io avendo avuto accesso documenti successivi che mi ha dato lo stesso mozione più alto diventato cardinale fatto cardinale da Paolo sesto per il grande merito che lui ha avuto di salvare questa chiesa
Perché sentivo vale e con lui tutta una serie di persone non avessero avuto queste posizioni equilibrate per questo dico Liborio utilizza equilibrate
Quindi non erano fino mussulmani non erano filo algerini e cioè erano avevano simpatia per il popolo algerino però denunciavano le violenze tutto del Fronte Liberazione nazionale
Dall'altra però c'erano i cattolici no ne possiamo vivere qui solo se c'è la Francia questa è la discriminante noi possiamo restare in Algeria solo se resterà la Francia
E e questa è la bellezza del messaggio di di questo che questo libro ci restituisce il tema appunto del superamento del blocco tra religione e politica e quindi della esasperazione di di queste questioni che superavano anche tante divisioni
Dopo il cinquantotto naturalmente
Continua questa politica e alla fine dico di UVAL per dire un gruppo di persone per dire una tendenza visto che uno dei protagonisti di questo libro
Salvano la presenza cattolica perché vanno via la stragrande maggioranza di opere Algeria ma loro restano
Con quelli che non volevano andare via
Non ci chiediamo lo vediamo le immagini della guerra in Ucraina adesso no ci chiediamo perché certa gente rimane in questa città fantasma distrutta nonché l'Algeria fosse questo all'epoca perché comunque c'è gente che non sa dove andare
E che comunque vuole restare a casa sua per quindi per quel pied noir leggeri era a casa loro non avevano una casa in Francia tanto che ci fu il dramma dei milioni di di di di che noir che tornavano in Francia che non sapevano dove andare non avevano famiglia lì
E dovette il governo francese appunto a ponte e che ancora sono considerato un po'come stranieri
Per non parlare degli archivi schierano Polo invece gli algerini che avevano combattuto Coni frangia a favore di francesi conto il Fronte di liberazione nazionale considerati traditori naturalmente
Quindi
Quindi la Chiesa resta per questo piccolo popolo per questo piccolo gregge si direbbe in termini evangelici
E per
Sta con un elemento diciamo di alterità perché altrimenti il Paese non aveva più atterrita se non l'alterità tra arabi e Berberi Amazigh
L'Algeria bisogna stare attenti perché nessun Paese arabo anche un Paese berbero dove c'è un importante
Comunità che parla un'altra lingua che la lingua Masi
Ecco e però l'alterità luogo verso un'atterrita gli ebrei non ce la fanno e vanno via tutti gli ebrei vanno via tutti vanno in Francia a differenza di ebrei di altri Paesi del Mediterraneo panini Israele è interessante questo perché erano cittadini
Erano cittadini
è è un'emigrazione particolare quella degli Abba e algerini perché sono gli ebrei che tornano in Francia nel loro Paese
Erano cittadini francesi ebrei marocchini o tunisini servanda da Gerusalemme pieno di ebrei marocchini eccetera e comunque sono su tutti emigrati in Israele questa anche un po'la differenza no degli ebrei dal Geri è rispetto a quelli del medita di altri Paesi del Mediterraneo scusate sto divagando ma per dire
Il fascino di questa storia che questi che le analisi di Maria Luisa i documenti che lei cita ci restituiscono
E quindi io la ringrazio perché ha fatto veramente un grande lavoro io ho imparato tanto perché e c'è un lavoro anche di dettaglio secche impegna diciamo giustamente il il lettore però alla fine
Maria Luisa io credo e quindi è un pochino dissentire invece dalla prefatore di questo volume che il professor Furio che anche un mio amico quando dice che
La Sergio apporta documenti alla mano una revisione notevole delle sfide acquisita sull'anti su cosa colonialismo supporto sul posto di un modo il suo procuratore monsignor Duval ecco
Non mi pare che tu io non sono d'accordo con fui io sono d'accordo con te è una lettura un pochino forzata questa di GTA prefatore libero
Che rispetto a come storico ma che mi pare un giudizio diciamo eccessivo la tua non è una revisione notevole queste perché di uguali in fondo e anche un uomo che cambia con la situazione
E bisogna vedere di uva al non solo fino a cinquantotto ma fino a quando è morto fino all'ottantotto
Ecco di uno che ha resistito che poi appunto giustamente è stato insidie è stato è diventato cittadino algerino e non tutti etiope l'Algeria diventavano cittadini algerini
Ha scelto per la nazionalità algerina è stato creato cardinale da Paolo sesto per i meriti delle sue posizioni in questo quindi a sostegno diciamo anche della di questa transizione
Che lui avrebbe voluto non violenta appunto di coabitazione che purtroppo diciamo è rimasta molto molto relativa
E quindi o del suo procuratore dice monsignor Duval ecco quindi al di là diciamo questa non è una critica The assolutamente ma diciamo un pochino piccolo appunto che avrei voluto fare al al prefatore quindi grazie veramente tanto complimenti è stato un lavoro che ti ha impegnato tanto e che ci ha restituito
Con grande intelligenza e con grande passione ma anche con profonda che rinvia
Una storia
Anche difficile molto difficile da capire per le grandi lacerazioni che apporta e lì e divisioni che ha portato con sé grazie tante
Grazie professore Impagliazzo che ci ha dato
C'è stato un altro un altro punto di vista ecco di questa storia quella diciamo politica e l'intreccio tra la religione una politica tra gli attori tra i tre attori politici e religiosi ecco io non so se voi siete d'accordo però mi sembra che alla fine la lotta della Chiesa se anche un po'una lotta di sopravvivenza in questa situazione
Cioè sopravvive far sopravvivere le le sue istituzioni e io credo che invece il rapporto con l'Islam ma anche sia centrale e che vada ancora ulteriormente indagato perché effettivamente rapporto un cristianesimo Islam è è problematico
E ha bisogno secondo me di un un ulteriore approfondimento soprattutto in in quest'area e mi pare che che Sergio da da da qualche parte lo dica che manca ancora uno studio ecco puntuale su questi rapporti interni tra cattolicesimo inizia e io voglio nel dare la parola a alla onorevole dottoressa Valentina Grippo che aspettavo per ringraziare nella sua personale istituzione che ci ospita
Vicepresidente della Commissione cultura della Camera dei deputati
Grazie mi scuso era previsto un mio saluto introduttivo mai i lavori
Che ci hanno visto impegnate fino a pochi minuti fa e quindi abbiamo dovuto un po'cambiare mi spiace perché invece avrei volentieri sentito tutti i vostri interventi ma la le riflessioni che ho sentito del professore Impagliazzo mi sono stati
Comunque sufficienti a confermare che l'intuizione che avevamo avuto quando
La professoressa Sergio che conosco da qualche anno si arriva sollecitato e chiesto di raccogliere qui organizzare qui la presentazione di questo volume perché fin dall'inizio conosco Maria Luisa da qualche anno ne conosco la serietà accademica ma anche la capacità di coniugare temi così
A un tempo o per addetti ai lavori specialistici e con invece una capacità divulgativa che è poi il ruolo anche di questa istituzione oltre quello di di di fare le leggi ovvero di utilizzare la storia
Che continuamente ci stupisce con nuove scoperte e ringrazio per questo anche il rettore di Roma dei che serve al mio fianco l'università che ha accompagnato questo percorso
Che ci continua a stupire con una costante rilettura abbiamo qui un ma anche un lavoro archivistico che ha fatto Maria Luisa molto importante durato anni e che gli ha consentito di
Sintetizzare in quest'opera un lavoro
Al contempo storico ma nuovo e che ci fornisce sempre
Nuove lenti per leggere la storia e avere anche muove chiave per interpretare l'attualità sentivo nelle vostre però le ripeto io non sono un'esperta del di questa fase specifica della storia ma ho trovato molto interessante il complesso intreccio di azione diplomatica politica
In culturale assistenziale solidale Nocchetti si intreccia nel libro che pure non ho avuto ancora il modo di leggere nel dettaglio ma almeno studiato il il contenuto perché quando o ci chiediamo no io sono vicepresidente della Commissione Scuola oltre le università oltre che cultura no
Mi ricordo poco un pamphlet che ci fecero studiare al liceo no dell'utilità della storia per la vita
Nei di Nietzsche e quando decidiamo o pensando ai nostri figli pensando ai curriculum costruiamo
In tutte le scuole in tutti gli ordini non solo quelle di coloro che saranno chiamati come come voi nella vita occuparsi di di ricerca e di approfondimento di questi temi e ci chiediamo a che cosa serva poi andare così in profondità
Ne in quello che che che siamo stati la risposta è proprio nel lavoro che presentiamo qui oggi c'è la risposta è perché io studi storici ci servono non solo a capire da dove veniamo ma ci forniscono anche delle nuove chiavi di interpretazione dell'attualità e allora i temi che di cui abbiamo parlato oggi la revisione del modello di missionari che si attraversarono nelle epoche che voi oggi affrontate nella discussione
Non ci pongono forse degli interrogativi sui nuovi modelli di sussidiarietà di assistenza di dialogo globale fra fra mondi realtà diverse che sui quali ci troviamo quotidianamente a a interrogarci e così come la storia della diffusione dell'Islam e del dal nazionalismo arabo nel rapporto con le altre religioni a partire dal cattolicesimo non sono anche questi due temi che stanno alla radice di tanti conflitto di tante complessità della società contemporanea e e anche il ruolo della Santa Sede che negli ultimi anni ma a da sempre accompagna in particolare questa nostra nazione e in un processo di politica internazionale parallela a quella dello Stato italiano io mi ricordo quando ero presidente della Commissione politiche internazionali del comune di Roma che una delle cose che mi stupì e che a fianco delle centotrentasei in base ambasciate
Presso lo Stato italiano che risiedevano a Roma vi erano altrettante ambasciate sempre centotrentasei presso la Santa Sede che era un'altra grandissima rete
Globale internazionale di cultura diplomatica che gravavano sulla sulla nostra capitale quindi io ci tenevo
Volevo fosse un intervento di siamo iniziale perché la presenza nell'organizzazione della discussione ma mi fa piacere comunque farlo adesso in conclusione dire che oggi per me non è solo un'occasione per ospitare una persona il cui percorso
Culturale ho visto crescere quindi di particolare orgoglio perché è stato parallelo alla mia crescita nell'istituzione quindi mi fa
Particolarmente piacere vedere questo momento di Maria Luisa qui alla alla Camera dei deputati
Ma anche perché davvero ritengo che questa sia un'opera che possa andare oltre e la lettura degli addetti ai lavori che fosse importante darne invece una presentazione in una sede che si pone anche obiettivi diversi da quelli accademici e di approfondimento quindi
Vi ringrazio ringrazio tutti illustri e rappresentanti delle istituzioni accademiche che si sono confrontati e che concluderanno la tavola rotonda oggi penso davvero che questo sia un passaggio importante e e lilla modello di lavoro con il collega Paolo Ciani che come insomma si è affrettato a aggiungere questa fare perché appunto stavamo votando fino a qualche minuto prima ci tenevamo accompagnare questo questo percorso grazie
Craxiano reclute darei ora la parola dall'autrice ad attestare essa Sergio
Allora grazie tutti i ringraziamenti in un attimo di pazienza perché i ringraziamenti sono tanti alla onorevole Valentina Grippo la vicepresidente della commissione cultura per averci ospitato in questa sede
Anch'io conosco Valentina da qualche anno e so bene che ha questa grande capacità di fare dialogare istituzioni istituzioni politiche culturali e società civile
Quindi sapevamo che ci avreste accolto con grande ospitalità grazie alla Magnifico Rettore dell'Università Roma Tre per come ha introdotto i lavori in modo molto puntuale ai relatori adesso proverò a reagire ai vostri tanti spunti devo ringraziare anche le istituzioni che hanno patrocinato o l'iniziativa all'Istituto Sturzo il presidente Nicola Antonio etiche non è potuto venire qui Research M. di voi Raffaele ha portato i saluti
L'editore italiane ed editore britannico l'editore italiano è presente Simone Bocchetta di studio ma lo ringrazio per il lavoro come sempre scrupoloso
E chi ha influito devo dire non solo ha scritto la bella prefazione ma anche riletto quelle visionato il testo in piena estate letto il manoscritto
Agli oneri questa è stato immagino con la città caldissima e e quindi il fatto che abbia dedicato il suo tempo per rileggere il manoscritto mi ha fatto molto piacere un grande onore
Quello che lui dice sul più va al procuratore realtà riferito un po'nel libro ne parliamo ad una cristallizzazione molto recente della figura di Pio vanno soprattutto in un libro anglosassone
Diversi contenne che a molti errori anche materiali non so come abbia potuto pubblicare Università di Cambridge
Est Stelio tipizza moltissimo quella figura infatti io nel libro scrivo mentre il bellissimo libro di Marco Impagliazzo durante la GTA un libro molto equilibrato un grande classico che rimane attuale nel tempo
Ci ripropone di uguale come una figura che appartiene alla Chiesa del suo tempo quel libro invece ne fa una sbaglia sbagliando proprio chiaramente anche alla luce della documentazione ne fa un nei nipotini su una prossimità al Fronte di liberazione nazionale che era assolutamente antistorica cioè non regge la prova della documentazione quindi riferito può alla storiografia recente che non quella
Passata degli anni novanta
Un altro ringraziamento a Marilyn hanno Scopus della mia traduttrice che qui e che ringrazio veramente di cuore perché a curato una traduzione veramente precise Satta non solo dall'italiano ma dal vaticanista e che come tutti sanno è la forma ultra capziosa della lingua italiana quindi ha fatto uno sforzo enorme
è stata davvero molto brava
Ringrazio tutti presenti vedrò colleghi e amici lì anche qualche studente dei miei corsi passati mi fa sempre piacere rivederlo
E siete tanti sono contenta che insomma raccogliere un pubblico partecipato alla presentazione di un libro di pura ricerca insomma non è mai
Scontato
Le volevo ringraziare appunto i relatori per come hanno per le suggerimenti le suggestioni che sono emersi dei loro lavori entra ambiti i libri le culture degli altri di Mauro fuoco ripeto il bellissimo di vantaggi a Di Marco Impagliazzo mi sono stati disperazione sono due libri
Importanti entrambi sottolineano gli aspetti fondamentali di queste ricerche innanzitutto la complessità è un libro è una ricerca sui paradossi indubbiamente emerge tutta la complessa articolazione di attori che svolgono piani nozione paralleli spesso non sovrapponibili
Ce la Santa Sede c'è Propaganda Fide Fidel ci sono gli episcopati nazionali cioè il clero ce la cultura ci sono gli intellettuali
E quindi emergono delle contraddizioni che lo storico possono presentare non può risolvere il nostro lavoro è appunto presentare queste contraddizioni questi problemi irrisolti che sono irriducibili ad una interpretazione ad ogni interpretazione unilaterale un in lineare
E quindi potevo solo presentare queste contraddizioni senza Enza ovviamente tentare di dare una risposta univoca che sarebbe poi insostenibile sul piano della ricerca come talvolta purtroppo è stato fatto l'interesse per questo ambito di ricerca nasce dal mio
Nel mio essermi avvicinata alla questione della decolonizzazione della transizione post coloniale
Che rappresenta un passaggio fondamentale come ha detto il rettore per la costituzione di quell'identità interculturale dell'Europa contemporanea e la comprensione di questa identità culturale rappresenta uno dei frutti della ricerca dipartimentale dentro Scienze della formazione dico insomma mi dico io orgogliosamente faccio parte insieme al professore Impagliazzo e l'apertura nel due mila e venti degli archivi vaticani e consentirà di affrontare questo ambito di ricerca attraverso una documentazione nuova
E ci consente di oltrepassare i limiti e tutto logici e la vecchia missio logica come diceva Raffaella ma anche della vecchia africani Istica cioè da una parte uno storiografia limitata all'ambito ecclesiale dall'altra Africa mistica che ricostruisce i casi nazionali del colonialismo nell'ottica dell'avventura militare
Invece ho cercato di fare dialogare questa documentazione cone le traiettorie di ricerche gli interrogativi che emergono deposto Colonial Studies che sono una generazione più recente degli studi sulla decolonizzazione a metà degli anni Duemila
Che invece affronta questioni prettamente politiche e socioculturali come quella appunto della cittadinanza e dell'integrazione quindi ringrazio moltissimo il professor Impagliazzo per aver colto questo aspetto del libro cioè la riflessione sul problema irrisolto della cittadinanza il posto costo i post colonna Studies riflettono sulle continuità di fondo sull'eredità di lungo periodo dell'esperienza coloniale europea indubbiamente i problemi legati alla acquisizione della cittadinanza e problemi dell'integrazione sono un riflesso di questa eredità
Di lungo periodo anzi ringrazio oltre che Valentina Grippo anche vedo l'onorevole Paolo Ciani che sui temi dell'integrazione della cittadinanza è rappresenta molti di noi insomma il nostro punto di vista sicuramente questi sono temi aperti e giustamente da questo punto di vista il professore Impagliazzo notato anche che un libro
Politico sulla Francia contemporanee
Ci sono le contraddizioni i paradossi della chiesa di più dodici ha detto giustamente Moro forno ci sono anche i paradossi
Della red ultim'ora repubblicana francese il cui universalismo qua viene chiaramente smentito da questa negazione dei diritti umani nell'ambito coloniale forse una degli aiuti degli aspetti più interessanti della documentazione riguarda proprio il ruolo della Chiesa anche nel passaggio istituzionale dovuto alla crisi algerina dalla Quarta alla Quinta Repubblica come la Santa Sede abbia intuito prima forse di altri attori internazionali il pericolo del populismo perché c'è questa emergere dopo la crisi algerina del pusher di Isma'dei movimenti antipolitici populisti l'aridità e la radicalizzazione dello spettro politico anche di matrice religioso tra Cattolica
Da qui la Santa Sede prende le distanze però ci sono anche le ambivalenze della chiesa di più dodici al punto di vista politico negli anni che precedono l'indicizzazione del clero l'Africa Nizza azioni e le gerarchie episcopali
La stessa delegazione apostolica di Dakar che era competente su questi temi
Critica insomma in maniera pesante alcune riforme come quella del Codice del lavoro d'oltremare voluto dalla si decide nelle colonie per combattere le disparità salariali per combattere e limitazione diritti sindacali
Contesta anche la riforma del servisse dell'insigne mondo il servizio dell'educazione dell'economia che cercava di innalzare i livelli qualitativi e quantitativi e l'istruzione riservata ai ai re sorti sono i membri della comunità coloniali
Quindi da una parte indubbiamente assecondare questa decolonizzazione religiosa però è molto più lenta e recalcitrante sulla decolonizzazione politica
E quindi giustamente dice Moro forno quando viene africani esatto il clero avviene questi indicizzazioni però sempre nell'ottica di un'educazione Romano ortodossa che avviene nei seminari di Roma
Con una centralizzazione molto forte da parte della Santa Sede del Vaticano proprio per impedire che il clero indigeno possa essere in qualche modo raggiunto toccato dalle istanze di emancipazione e di indipendenza che nel frattempo attraversa no la società africane la società coloniale
Mi avete dato veramente tanti spunti adesso io non credo che ci sia il tempo per rispondere a tutti c'è indubbiamente sì la questione di Duval
Il libro di Marco Impagliazzo arriva a un ordine cronologico più lungo del mio perché io mi fermo all'indipendenza gli accordi Viviana che sanciranno indipendenza della geniale sessantadue invece il libro di Marco faccio vedere qui
Arriva a all'arcivescovo alla all'episcopato di più va al già cardinale
E quindi emerge l'evoluzione di questo personaggio un'evoluzione appunto che però può essere complesso solo nella tenendo conto del lungo periodo perché il Global antecedenti agli accordi di Evian
Si vede molto bene anche dalla documentazione che è utilizzato tu
Insiste con il clero locale affinché non sinceri ska nella politica ma questo lo dice sia prendendo le distanze dal cattolicesimo di ultradestra colonialista ma anche da quell'équipe nazionali di mi son de Fonds che erano l'ala più radicale se vogliamo della coscia ritiene che che arrivano in Algeria dopo il trauma
Della scomunica dei preti operai e che sono la minoranza che in Algeria apertamente fiancheggia il Fronte di liberazione nazionale quindi ovale equidistante sia dall'ultradestra
Coloniale ma anche dalla sinistra cristiana apertamente già schierate già consapevole della necessità della decolonizzazione altra parte teniamo presente che questi episcopato
Riflette come un po'anche l'atteggiamento della Santa Sede la vicinanza con l'emergente era l'interlocutore politico
Della Chiesa francese ma anche della Santa Sede Lemaire per attraverso Paul viario che era il preside della facoltà di giurisprudenza di Algeri ed era il leader della Federazione Angelina di quel partito avevano disegnato un'Unione francese che non prevedeva modalità consensuali per l'emancipazione delle ex colonie questo querela tanto più vero per la gioia perché come ha detto Marco faceva parte
Del territorio metropolitano francese quindi per l'indipendenza avrebbe su potuto soltanto per ottenere l'indipendenza avrebbe potuto soltanto abbracciare emancipazione attraverso la scissione la lotta di liberazione nazionale e questo è largamente sfidante per l'episcopato locale
Lentamente cambiano le posizioni di questi episcopato con la grande tragedia umanitaria degli sfollati giustamente ha detto Valentina
Emerge nel libro questa questione c'è e affrontata molto ciò affrontata almeno tento di affrontarla con la documentazione che ho visto anche negli archivi di Issy les Moulineaux della Chiesa di Francia c'è una modernizzazione dell'aspetto assistenziale
Della Chiesa che di fronte alla tragedia degli sfollati dei profughi
In prima un salto di qualità alla propria concezione di assistenza di carità c'è una passaggio molto bello di un di diciamo all'anno che era il fondatore il successo The fondatore disse Kurt cattoliche che parlando dell'assistenza ai profughi agli sfollati
Prendendo posizione anche contro Jean de Gaulle in quel momento una posizione controversa in Francia dice noi oggi sappiamo che la carità
è essere apertamente schierati avere un pensiero sociale forte schierato nel non siamo né pisside Riccio è un
Un un banco di smettere di generi alimentari quindi cambia la concezione della carità grazie indubbiamente a questa svolta della chiesa
Anche anche grazie alla svolta della chiesa algerine nordafricano durante questa tragedia umanitaria negli anni della guerra d'indipendenza io non posso fare altro che ringraziarvi ancora
Ah e ringraziare ovviamente e mie presenti la già chiamati in causa alla nostra Raffaella Perin l'addetto culturale dell'ambasciata di al CGA a Roma ma da americani si dirà ringrazio moltissimo per essere presente
Il libro è stato scritto indubbiamente con l'l'obiettività e la distanza critica necessaria però emerge una grande ammirazione per la gloriosa indipendenza algerino nelle pagine più belle della Storia contemporanea del secondo dopoguerra grazie ancora
La ringraziamo intervenuti pubblico che occupiamo una buona serata