Cinema & cinema: "Una mamma contro G.W. Bush" di Andreas Dresen

Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
I film che raccontano delle storture del sistema giudiziario quali che siano i Paesi o le epoche in cui si verificano sono spesso accomunati da una caratteristica il percorso che conduce al ristabilimento anche parziale della giustizia
Lentissimo sfiancante segnato da illusorie vittorie e le successive di Cindy anni quasi come il decorso di certe malattie
E questa almeno la struttura di un film tedesco che esce con il titolo una mamma contro Gwm Bush ispirato a una storia realmente accaduta
Che racconta della lotta intrapresa dalla mamma del titolo una donna immigrata in Germania dalla Turchia
Dopo aver appreso che il suo figlio maggiore conquistato dal radicalismo islamico il partito per il Pakistan è stato arrestato e conduttore dell'isola di Guantanamo
La lotta allo scopo di ottenere la sua liberazione
Ma la mozione degli affetti la Pina della madre con cui ogni spettatore può immedesimarsi
Non prevale nel racconto su una disamina oggettiva razionale del caso giudiziario affidano soprattutto alle parole dell'avvocato specialista nella difesa dei diritti umani a cui la donna si rivolge la sua denuncia avverte in particolare sull'illegittimità di là di detenzione avvenuta senza l'autorizzazione di un magistrato senza che si sia celebrato ossia previsto un processo almeno da un tribunale imparziale
Sulla privazione del prigioniero del diritto alla difesa
Sulla difficoltà anche soltanto di richiedere un'estradizione visto che l'isola di Guantanamo e al di fuori Dina giurisdizione degli Stati Uniti ma nemmeno e sotto la diretta responsabilità delle autorità cubane
Io stetti contraddittori quasi paradossali del caso giudiziario sono esposti nel film con una puntualità didattica
E con la stessa chiarezza è scandito il percorso che per sei lunghi anni dal due mila uno due mila e sei
Intraprende la donna rivolgendosi prima al governo tedesco poi al governo turco fino a presentarsi a Washington a al cospetto della Corte Suprema degli Stati Uniti
Ma se il film oltre a essere convincente della difesa dei principi dello Stato di diritto
Gli esce a essere anche emozionante momenti a commuovere a volte anche a divertire nonostante evidenti drammaticità del caso
E grazie soprattutto alla resa della personalità della protagonista dovuta alla magnifica attrice che lei interpreta che si chiama Bechtel captando
Poteva essere scontato anche retorico insistere soltanto sull'amore e sulla perseveranza sul coraggio di una madre
L'interpretazione della Carta aggiunge una nota ulteriore meno prevedibile
E cioè l'ingenuità una fiducia quasi infantile sul fatto che di fronte alla clamorosa ingiustizia di cui è vittima il figlio le autorità a cui lei anche personalmente si rivolge sarebbero subito risposte ad aiutarla
è una fiducia che andrà evidentemente incontro al disincanto il percorso interiore del personaggio e anche quello di una dolorosa maturazione
Le indagini ormai sapute di prigionieri a Guantanamo utile torture nel carcere di Abu Ghraib mostrate nel film come viste i scoperte dalla protagonista riacquistano la loro forza traumatica
Il film è stato presentato al Festival di Berlino dove ha vinto un premio per la migliore interpretazione femminile
E per la migliore sceneggiatura è stato riproposto alla festa del cinema di Roma e ora esce in qualche sala Colli patrocinio di Amnesty International
Grazie alla casa di distribuzione Woking cinema si tratta di un film interessante
Una mamma contro Gwm pusher
Diretto da andate a Stresa è nata un saluto da Gianfranco Cercone