Presentazione del libro di Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo "Roma. La Chiesa e la città nel XX secolo" (Edizioni San Paolo)

Ma a
Non
Una
Vorrei
Il
Sì
Sì
Sì
Venuto
Di in seduta
Io
Lì
Pubblico le
Le
Lei
Anche
Avvocato dal
Ieri il
Ecco
Is lì
Avvocato
Allora
X
O sta
Che
Che
Che e euro
Hans
Le zone di avvocato
Questi
La
Un po'
Pur pone in rilievo Giacomo
Verso allora
E
E
Di di
Volevo
Ovvero
Benvenuti siamo indiretta dall'aula della conciliazione del Palazzo lateranense e sulle note di questo canto della tradizione o Roma Felix inizia il nostro incontro siamo come vedete in uno scrigno
D arte bellezza sede
E di storia in un luogo particolarmente significativo per la storia della Chiesa di Roma della Chiesa d'Italia perché proprio a questo tavolo dove sono seduti relatori oggi l'undici febbraio del mille novecentoventinove sono stati firmati i Patti lateranensi
Ora in quest'aula che il cuore possiamo dire del Palazzo lateranense che per tanti secoli è stata la casa del Papa la casa del Vescovo di Roma è proprio da qui allora
Vogliamo presentare il primo volume di una collana voluta dal cardinale di Cario Angelo De Donatis sulla storia di Roma sulla storia della Chiesa la città il volume è il titolo Roma la chiesa la città nel ventesimo secolo
Vorrei
Diede due parole su come nasce questo volume che quindi e il primo di una collezione di cinque volumi Cardinale vicario avuto l'ispirazione durante il cammino pastorale fatto negli anni scorsi sull'importanza di fare memoria è stato chiesto alle comunità parrocchiali
Di ripercorrere il cammino fatto ma non solo come singoli fedeli ma come comunità ecclesiale come comunità diocesana e come comunità parrocchiali
E allora era necessario guardare al passato
Guardare ai tanti sacerdoti pastori vicari che si sono succeduti che hanno donato la ditta per annunciare il Regno di Dio e che hanno permesso che la fede e l'esperienza di una comunità cristiana arrivasse anche a noi
E allora il cardinale vicario ha chiesto a monsignor Paolo salvataggi che è il direttore responsabile di questa collana vescovo ausiliare del settore Ovest di Roma e anche incaricato delegato per la cultura
è stato riunito un comitato di redazione vorrei qui salutare i membri Giovanni Gennari Marco Impagliazzo Roberto regoli Andrea Riccardi e Domenico roccioso
Il lavoro di segreteria di redazione è stato fatto ed è fatto svolto da Domenico roccioso al professor nocciolo che direttore dell'Archivio storico del vicariato allora questo primo volume
Che ha visto la luce quindi è stato curato e scritto dal professore Andrea Riccardi e da Marco Impagliazzo dolo presentiamo oggi la presentazione che faremo è stata pensata
Progettata organizzata per avere un pubblico presente ovviamente questo non è stato possibile ma abbiamo deciso di non alterare di non ridurre quindi trascorre Remo un bel tempo insieme proprio per fare memoria per godere di questo testo straordinario che potrete leggere che già arrivato alle parrocchie che potrete trovare e allora iniziamo subito con il saluto introduttivo permettetemi del padrone di casa del cardinale vicario Angelo De Donatis sta qui seguirà poi il video del
Di don Simone Bruno don Simone Bruno il direttore editoriale del gruppo San Paolo che ha curato quindi l'edizione di questo volume
Carriere cari amici è cari amici che ci seguite in televisione in diretta screaming buon pomeriggio a tutti
Sono particolarmente lieto di essere qui oggi per la presentazione del libro che professori Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo hanno dedicato a Roma la chiesa e la città
Nel ventesimo secolo pubblicato dalle edizioni San Paolo
Ringrazio sua Eminenza il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin
E don Simone Bruno direttore editoriale del gruppo San Paolo che pur non potendo essere presenti
Hanno voluto dare il loro contributo inviando il video dei loro contenuti
Ringrazio la dottoressa Linda che sono in sottosegretario del dicastero per i laici la famiglia nella vita
Il professor Adriano Rocco uccide ordinario di storia contemporanea presso l'Università degli Studi
Roma Tre il professor Umberto Gentiloni Silveri ordinario di Storia contemporanea presso l'università la sapienza di Roma ringrazio per aver accettato di avviare una riflessione una discussione sul significato che può avere oggi un libro di storia della Chiesa e della città di Roma in età contemporanea
Ringrazio infine monsignor Walter insano direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali del vicariato di Roma che coordinerà gli interventi ringrazio i lettori dei brani del libro che introdurranno le relazioni ringrazio il coro della Diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina
Ci aiuterà cioè farà ascoltare alcuni canti tre più significativi della nostra tradizione
Come ho scritto nella prefazione questo primo libro di una nuova Collana di studi della Diocesi di Roma intitolata a Roma che esercita una storia contemporanea
E una curata
Affidabile ricostruzione storica dell'identità della chiesa locale di Roma e della configurazione della città fino ai nostri giorni a partire dal mille ottocentosettanta con la fine dello Stato Pontificio che con la scelta come capitale del nuovo Stato italiano
Riguarda un lungo periodo storico che va dall'unificazione fino al Grande Giubileo del due mila con un accenno ai nostri giorni e ci aiuta accogliere il senso della nuova città che si è venuta di ficca andò nel corso degli anni suggerendo ci di riconsiderare i nostri compiti attuali le nostre scelte da compiere in ordine alla missione come desiderato fortemente da papa Francesco
Grazie dunque
Agli autori di aver voluto colmare un vuoto di memoria sul recente passato di Roma e di averci offerto un contributo per vivere il presente con consapevolezza
Con gratitudine
Per ricavare con chiarezza orientamenti ultimi alla costruzione del prossimo futuro della chiesa dolci diocesana di Roma sempre presente e significativa nel tessuto cittadino
Buon pomeriggio da parte del sottoscritto e superiore provinciale della Società San Paolo San Gerardo appunto un caloroso e cordiale saluto a coloro che partecipano alla presentazione ufficiale del volume Roma la chiesa della città nel ventesimo secolo
In qualità di direttore editoriale e sono molto felice e orgoglioso questo comune che le Edizioni San Paolo hanno ereditato in collaborazione con il vicariato di Roma
Ecco sono felice e orgoglioso soprattutto per due motivi innanzitutto perché si tratta di un progetto di ampio respiro
Che nasce dalla volontà di restituire non soltanto chi è appassionato di storia ma anche ai tasso e ai figli il senso pieno di una grande diocesi
Che rischia spesso di essere relegate nello sfondo in quanto assorbita dalla presenza in Roma della sede pontificia
E in secondo luogo perché si tratta di un'operazione unica
Anzi potremmo dire ormai rara visto che non se ne fanno più o quando si fanno se ne fanno poche a livello editoriale
Progettare infatti uno sguardo in più volumi saranno cinque alla fine osservare l'intero piano editoriale che intende ricostruire una linea di continuità negli ultimi cent'anni distonia
Nel tessuto della Chiesa e della sede romana
E l'operazione coraggiosa e ambiziosa
Non possiamo anche come gruppo editoriale come casa editrice chimici a un plauso e il coraggio del cardinale vicario sua Eminenza Angelo De Donatis che ha voluto questo progetto con forza
Ma anche un plauso per il lavoro dei suoi più stretti collaboratori impegni sicuri che da vicino al seguito la realizzazione del progetto mi riferisco monsignor separarci
E anche per la competenza del comitato scientifico che ci offre un progetto destinato ai Manieri cito anche gli autori del volume Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo e faccio un cenno anche chi si è occupato con estrema cura della segreteria di redazione il professor Domenico nocciolo
Ecco a un ultimo dettaglio che si devono curare un po'sazi
Cioè al fatto che la diocesi di Roma si riporta gruppo Sanpaolo che realizzare questo progetto
E siamo stati onorati fin dall'inizio e speriamo di aver potuto offrire quello che nelle nostre corde
Cioè servizio inteso nel vero senso della parola
Curato e rispettoso delle intenzioni sia nella partecipazione alla progettazione sia nella cura editoriale i tipografi
Augurando a tutti tutte una buona preparazione al mistero dell'incarnazione a Natale il signore approfitto per salutare ringraziare il vero cuore i relatori di questa presentazione sua eminenza il cardinale Pietro la dottoressa libera visoni il professore triangolo Gucci il professor Umberto Gentiloni Silveri
E il moderatore di un batterio zero
Un ultimo e sentito ringraziamento da sua Eminenza il cardinale De Donatis un pastore accogliente e lungimirante
E al professore Andrea Riccardi uno tra gli storici preparati e colti del panorama accademico italiano buon proseguimento e ancora tanti Caio
Grazie
Eminenza grazie un saluto anche ad un Simone Bruno adesso ascolteremo una pagina di questo volume sarà Marra sabbia a leggere una pagina tratto dal primo capitolo sul perché provare a conoscere la storia
Dicevo prima l'intenzione del cardinale era aiutare le comunità Cristiani di Roma le comunità parrocchiale a fare memoria per saper discernere quali sono le nostre radici conoscere il presente della chiesa per poter essere pronti a ad ascoltare lo spirito che parla la Chiesa per il futuro
Dopo aver letto perché giusto assaggiare no di questo volume qualcosa di questo volume ascolteremo l'intervento del cardinale Parolini segretario di Stato di sua Santità che non può essere qui
Tratterà il tema Chiesa universale e Chiesa particolare nella città di Roma
La conoscenza storica oggi è sempre meno di moda
Presi come siamo del presidentissimo e dal senza impellente del momento in cui viviamo
Eppure non si può vivere accanto a una persona senza sapere chi via
Si creano estraneità è disagio così non si può vivere a Roma
Senza conoscere qualcosa della sua storia che altrimenti resta in una specie di inconscio collettivo
Che pesa sulla realtà
Chi vive a Roma senza sapere niente della città e della sua chiesa eccome un ospite in un albergo
Un estraneo in una casa che non ha fatto sua
Si potrebbe obiettare che la storia di Roma è lunga e complessa come un campo per specialisti non adatta a gente che specialista non è conoscere la storia d'altronde non vuol dire porsi e dirla tutta un fatto che non esiste nemmeno tra gli eruditi ma fare qualche il sondaggio nel passato e affini familiarità con qualche aspetto della Roma di ieri
Ci si potrebbe chiedere che centra la Roma del ventunesimo secolo con quella ottocentesca governata dei papi
Per non parlare della città antica dei romani o di quella medievale
Effettivamente ci sono fratture profonde e grandi svolte storiche
Eppure nonostante queste no Roma è un teatro urbanistico segnato dalla continuità come pochissime altre città d'Europa si è sviluppata intorno a un centro antico
Siamo in una realtà assegnata dalle generazioni che ci hanno preceduto quindi dalla loro storia
I tanti capitoli della storia di Roma sono scritti nelle pagine di un unico grande libero quello impresso nelle mura e nelle strade cittadine marcato anche dal susseguirsi delle generazioni con le loro storie
Questo libro
è un territorio uno spazio urbano un clima un patrimonio di risorse reali culturali irrituali
Trasmesse di generazione in generazioni
Eminenza gentili relatori
Chiarissimi professori autori del volume che presentiamo signore e signori cari amici
Rivolgo a tutti voi un cordiale saluto e vi ringrazio per il cortese invito mi congratulo per il libro di Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo o Roma la chiesa e la città nel ventesimo secolo
Per comprendere qualsiasi realtà è sempre opportuno indagarne la storia
A maggior ragione se si tratta di Roma della Chiesa di Roma e del suo vescovo
Pur limitato al secolo scorso lo sguardo degli autori e rende bene la complessità delle vicende che hanno riguardato la Città eterna dal punto di vista tanto religioso che civile
Senza trattare esplicitamente il rapporto tra Chiesa universale Chiesa particolare il libro contiene più di qualche elemento che rimanda al tema
Per approfondire la questione però non basta un esame del cosiddetto secolo breve
Il rapporto tra Chiesa universale Chiesa particolare che ha nella riferimento alla chiese al vescovo di Roma un elemento imprescindibile
Affonda le sue radici nelle origine stesse della chiesa e attraversa tutta la storia del cristianesimo
Per sommi capi e qui il caso di rileggere le tappe di questo sviluppo storico
Una sorta di macro divisione temporale può aiutarci a impostare la questione
Primo millennio secondo millennio ma anche Terzo Millennio
Provando a immaginare quale potrà essere il cammino della Chiesa a partire dai segni che in questo tempo si vanno manifestando con sempre maggiore intensità
Vorrei offrire qualche indicazione necessariamente sintetica
Di queste tre tappe fissando da subito un criterio di lettura
Nel primo millennio il tema riguarda soprattutto la Chiesa di Roma
Nel secondo il vescovo di Roma nel terzo la Chiesa di Roma e il suo vescovo
Ovviamente un aspetto non esiste senza l'altro si tratta di accenti che rimandano a una comprensione diversa della chiesa o come si usa dire a un modello diverso di Chiesa
Nel primo millennio infatti la Chiesa si comprende come communio ecclesiarum
In seno alla quale la Chiesa di Roma svolge un ruolo riconosciuto a servizio dell'unità
Tutti conosciamo la citazione contenuta nella lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia
Il grande vescovo scortato a Roma in catene per essere esposto alle fiere
Si rivolge alla Chiesa di Roma come la Chiesa che presiede nella terra dei romani
La Chiesa che presiede alla carità
Ebbene non dedurre troppo da questi due appellativi
Ma nelle parole del vescovo di Antiochia evidente la Rispetto per una comunità rinomata già dalla metà del primo secolo se Paolo le indirizza una lettera pur non essendo una chiesa di fondazione Paolina
Il rispetto si trasforma in ruolo quando Pietro e Paolo terminano la loro gloriosa corsa proprio a Roma
Fondata sul martirio dei due testimoni la Chiesa di Roma assume tra le altre chiese una potenza EUR principali tasse da tutte riconosciuta
Bisogna precisare però che non si tratta ancora di un effettivo ruolo di guida
L'importanza della Chiesa di Roma dei primi secoli riguarda più la testimonianza di fede che un potere di giurisdizione vero e proprio sbaglierebbe chi vedesse in questo una diminutio della Chiesa di Roma
In un panorama delle chiese che rivendicavano gelosamente la propria autonomia al punto da avere ciascuna il proprio simbolo di fede
La Chiesa di Roma assumeva una posizione privilegiata sul piano dell'esemplarità
Essere pietra di paragone per le altre chiese per il fatto di riconoscere di non essere mai caduta nell'errore
Da qui all'affermazione di una funzione asset disservizio all'unità delle Chiese il passo è breve e lo si può comprendere nel quadro del processo istituzionale che ha caratterizzato la chiesa dei primi secoli la miriade di comunità nate dalla predicazione apostolica avrebbe rischiato la dissoluzione se non avesse trovato un principio interno di unità
Le sedi metropolitane le diocesi e soprattutto dopo la pace costantiniano i patriarcati sono la cartina al tornasole di questa esigenza di unità
Ma quale poteva essere il principio in grado di unificare le chiese dopo la pace costantiniana questa funzione è stata svolta dall'imperatore
In forza del principio di personalità corporativa
In quanto capo di un impero cristiano e li convocava i vescovi in Concilio perché trovassero soluzione ai problemi dottrinali e disciplinari
Che citando il corpo ecclesiale che sempre più coincideva con il corpo sociale potevano mettere a rischio la pace sociale
Prima di allora Cipriano aveva fondato l'unità della Chiesa sull'unità del corpo episcopale
L'idea di un episcopato posseduto ed esercitato in solido dai singoli vescovi come si sa al fondamento della seconda redazione del dei plessi e cattolici unità che corregge probabilmente per ragioni polemiche contro Stefano vescovo di Roma
Una prima versione in cui il vescovo di Cartagine parlava della Cattedra di Pietro sopra la quale è fondata la Chiesa
Difficile dire se parlando del primato di Pietro e della sua cattedra Cipriano si riferisse alla Chiesa di Roma o ad ogni chiesa in cui il vescovo svolgerebbe la funzione di Pietro
Comunque sia dei fatti evidente che ben prima della pace costantiniana i vescovi di Roma hanno rivendicato un ruolo di sollecitudine per tutte le chiese che si traduceva in vigilanza sulla retta fede
Compito tutto sommato riconosciuto da tutti come sta a dimostrare il fatto che i decreti dei concili ecumenici non potessero entrare in vigore se non erano firmati dal vescovo di Roma
Al quale spettava l'editio simboli
Ma qui si divarica l'interpretazione si tratta di un primato di onore come dicevano le Chiese d'Oriente o di una funzione effettiva di guida come sostenevano i vescovi di Roma Leone Magno più di tutti
Non possiamo qui entrare in un discorso che richiederebbe troppe precisazioni
Mi permetto solo di sottolineare come la rivendicazione del primato da parte del vescovo di Roma costituisse a ben vedere la critica più profonda la contraddizione che caratterizzava la chiesa del primo millennio
Che fosse l'imperatore vale a dire un soggetto esterno al principio della successione apostolica il garante dell'unità della chiesa
Quanto il principio del Cesaro podismo pervade se la concezione antica della Chiesa dopo la pace costantiniana
Lo si può misurare non solo dalla sua persistenza nelle Chiese d'Oriente
Ma nelle ragioni che hanno sostenuto la riforma gregoriana
Anche gli imperatori germanici e prima di loro Carlo Magno ai suoi successori al pari di Costantino e di Giustiniano si ritenevano i capi di una societas cristiana
Con la pretesa di poter disporre della chiesa a loro piacimento
Nessuno come Gregorio settimo comprese questo pericolo
La lotta per la riforma della Chiesa si trasformò ben presto in scontro tra Papa e Imperatore
Questo fatto spiega il cambio di prospettiva da questo momento si opera uno spostamento di accento dalla sede se al sei dance
Dalla Chiesa di Roma al suo vescovo
Nel primo millennio era la Chiesa di Roma rivendicare il primato sulle altre chiese nel secondo e il vescovo di Roma a rivendicare il primato su gli altri vescovi
Il passaggio dalla sede essa sede INPS risiede nel motivo stesso della riforma
Per rinnovare a fondo un corpo ecclesiale segnato dal morbo della simonia
I riformatori condussero una forte opposizione contro i vescovi Simoni al PCI
Invocando un'autorità data al vescovo di Roma dal fatto di essere il vicario spettri
A partire dall'affermazione che la Chiesa di Roma non è mai caduta né mai potrà Caterina orrore
Il diktat ruspa per serviva una serie di prerogative che innalzarono il Papa al di sopra di tutti i vescovi dei quali poteva disporre anche la deposizione
Si capisce alla luce di questa azione di riforma il profondo cambio di prospettiva intervenuto con la riforma gregoriana
Non è più la Chiesa di Roma svolgerà una funzione al servizio dell'unità delle Chiese
Ma è il suo vescovo a svolgere una funzione di guida della Chiesa universale
Questa particolare situazione portò a un esito paradossale nella considerazione di Roma
Più il successore di Pietro Rin forzava la sua figura di Vesco universale e la sua sede diventava il centro della cristianità
Più la chiesa locale di Roma perdeva rilievo ed importanza
L'imporsi della funzione universale del vicarius tristi mise in ombra tutti gli altri titoli patriarca primate metropolita soprattutto vescovo di Roma
Il vincolo con la città e con il territorio sia lento a tal punto che non pochi canonisti tentarono di giustificare la funzione primaziale per se stessa a prescindere dalla sede di Roma
Da molti viene contestata questa concezione del primato come estranei alla tradizione
Per un verso bisogna riconoscere che la questione del primato di giurisdizione interna alla Chiesa cattolica
Che di fatto a causa dello scisma d'Oriente finì per coincidere per coincidere con il Patriarcato d'Occidente dove il primato di Roma era da sempre riconosciuto
Per l'altro bisogna però affermare che questo sviluppo portò a maturazione un'esigenza già emersa nel primo millennio
Quella di individuare il principio di unità della Chiesa che dalla pace costantiniano in poi era stato assunto da un soggetto esterno alla struttura gerarchica della Chiesa e cioè l'imperatore
Il Concilio Vaticano primo dopo un travaglio che attraversa tutto il secondo millennio
Consegno alla comunità dei credenti una dottrina finalmente chiarita circa l'istituzione
La perpetui da il valore il carattere del Sacro primato da Romano Pontefice del suo magistero infallibile Lumen Gentium diciotto
Affermando una potestà universale di giurisdizione che sembrava chiudere ogni discorso sulla Chiesa particolare di Roma e sulle Chiese particolari in generale
In realtà il chiarimento dottrinale sul primato costituì il premessa necessaria per riaprire il discorso sulla natura in funzione dei vescovi nella chiesa
In questa linea si muoverà il concilio Vaticano secondo manifestando l'intenzione di professare pubblicamente di esplicitare la dottrina sui vescovi quali successori degli apostoli
I quali insieme con il successore di Pietro che è vicario di Cristo il capo visibili di tutta la Chiesa governano la casa del Dio vivente
Il concilio Vaticano secondo costituisce indubbiamente un nuovo inizio per la comprensione della chiesa
Non solo perché nel capitolo primo di Lumen Gentium integra la visione della Socìetas sviluppata dall'apologetica posto Tridentina nell'orizzonte più vasto del mistero
Ma perché recupera la mutua interiorità di Chiesa universale chiese particolari proponendo l'immagine della Chiesa come corpus ecclesiarum Lumen Gentium ventitré
Tale recupero poggia sull'affermazione dell'episcopato come sacramento
La quale porta con sé come ovvia conseguenza che i singoli vescovi siano principio e fondamento dell'unità delle loro chiese particolari
Nelle quali e a partire dalle quali esiste il Luna e l'unica Chiesa cattolica
Nella riconfigurazione dal rapporto tra dimensione universale particolare della chiesa comincia riemergere anche la funzione del patto ha come vescovo di Roma
Per quanto il tema non sia esplicitamente formulato a lasciarlo intravedere il passaggio sulla cattolicità della chiesa
Quando si afferma che nella comunione ecclesiale esistono legittimamente le Chiese particolari che godono di tradizione proprie
Salvo restando il primato della Cattedra di Pietro che presiede alla comunione universale della carità
Garantisce le legittime diversità e insieme vigila perché il particolare non solo non nuoce all'unità ma piuttosto la serva Lumen Gentium tredici
Alla funzione del Vescovo di Roma i Papi hanno dato sempre più attenzione
Giovanni ventitreesimo annunciando l'intenzione di convocare il Concilio parlo anche di avviare un sinodo diocesano di Roma
I papi dopo di lui da una parte hanno mostrato un interesse sempre più diretto alla cura pastorale della diocesi
Dall'altra hanno cominciato a riutilizzare in modo sempre più frequente il titolo di vescovo di Roma
Tale uso si concentra inizialmente in ambito ecumenico Giovanni Paolo secondo venticinque anni or sono
Formulava in hutu non senta la richiesta di aiutarlo a trovare una forma di esercizio del primato che pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione si apra una situazione nuova
Tutta quella parte dell'enciclica riguardava il vescovo di Roma il cui ministero è rappresentato nella logica del servizio all'unità delle Chiese
Il Papa affermava con il potere l'autorità senza le quali tale funzione sarebbe illusorio il vescovo di Roma deve assicurare la comunione di tutte le chiese a questo titolo egli è il primo tra i servitori dell'unità
Da questo ambito più ristretto il titolo è tornato al suo pieno uso con papa Francesco
Chi non ricorda il suo primo saluto dalla Loggia subito dopo l'elezione
Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma
La comunità diocesana di Roma ai suo vescovo
E adesso incominciamo questo cammino vescovo e popolo
Questo cammino della Chiesa di Roma che quello che quella che presiede nella carità tutte le Chiese diceva il Papa chiamando in causa il suo vicario e non più il vicario di Roma
Con questo affermava di volersi diretti a venti implicare nella guida pastorale della sua chiesa esercitando come vescovo di Roma anche il ministero petrino al servizio della Chiesa universale
Basta questo per intuire lo scenario che si va disegnando
In una chiesa come comunione delle Chiese il Papa il principio e fondamento visibile dell'unità della communio Fidelio della comunità Episcoporum della communio ecclesiarum
E lo è in quanto vescovo della Chiesa di Roma
In questo orizzonte sta prendendo forma quella Chiesa sinodale e quel camminare insieme di popolo fedele collegio episcopale vescovo di Roma
Che il Papa continua ad indicare come forma di stile della chiesa del terzo millennio
Ci aiuta il signore ad incamminarci per questa nuova tappa del cammino della Chiesa in cui il vescovo di Roma e la Chiesa di Roma sono chiamati a sostenere in forme nuove la funzione di Saint e cioè servire L'Unità della chiesa grazie
Un grazie sincero a sua Eminenza il cardinale Pietro Parolin
Per questo intervento fondante per la nostra riflessione questa panoramica che ci permette di apprezzare l'originalità di questa chiesa quella di Roma dove l'esperienza di Chiesa universale condire con d'esperienza altrettanto importante di Chiesa particolare
E adesso continua la nostra lettura
Del capitolo primo leggeremo un'altra pagina dedicata sempre al perché provare a conoscere la storia
Però permettetemi prima di introdurre anche la nostra prossima relatrice di esprimere a nome di tutti voi un saluto e anche un augurio al cardinale Pietro Parolin che oggi non è cui per una pronta guarigione quindi rinviamo chiaramente il nostro affetto la nostra filiale deferenza
E allora adesso dopo
Questa pagina allettata Emilio Fabio Torsello ascolteremo l'intervento della dottoressa Linda Ghizzoni sottosegretario
Del dicastero per i laici la famiglia e la vita a lei abbiamo chiesto di parlarci dell'importanza per le famiglie di un libro di storia della Chiesa ed è la città di Roma
Seguirà un canto chiesa del risorto eseguito dal coro della Diocesi di Roma
Le donne e gli uomini del passato non sono fantasmi
Ma fanno parte di quella realtà che si chiama Roma le loro scelte in qualche modo ci condizionano ancora anche se noi ignoriamo tanto di loro
Il fatto che stiamo vivendo l'ultimo capitolo di questo libro di Roma almeno ultimo per noi mentre ignoriamo i capitoli precedenti pure quelli più prossimi
Non vuol dire che tali capitoli non esistano non influiscano sul nostro tempo e non ci condizionino
Del resto anche nell'urbanistica i resti della Roma passata ci condizionano come si vede quando si fanno gli scavi nella città di oggi costretti spesso a fermarsi per la scoperta di reperti del passato
Senza storia non si capisce a Roma
Che resta indecifrabile per gli italiani d'origine e ancor più per gli immigrati
Si fa fatica senza consapevolezza della storia a concepire un futuro comune per la città al di là dei singoli itinerari personali
Non c'è futuro senza senso della storia
Da qui lo spaesamento di tanti romani
Essere comunità anche da un punto di vista civile
Ne censita dissenso della storia
Che fonda la propria identità
Rivolgerle il mio saluto eminenza la ringrazio per il suo gentile invito a intervenire in questo pomeriggio rivolgo il mio saluto e il mio pensiero benaugurante anche a sua Eminenza cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato
Altrettanto saluto anche di idealmente presente il direttore editoriale per il gruppo
San Paolo
Saluto i professori Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo autori del libro che andiamo a presentare come anche di illustri professori Rho Cucci Gentiloni Silveri che interverranno a questo tavolo
Sotto la moderazione di monsignor Walter in zero
Saluto cordialmente è in maniera speciale tutti coloro che impossibilitati ad essere di persona in questa magnifica auto della conciliazione
Ci seguano attraverso la televisione e Fiastri mentre quest'Aula solenne del Palazzo lateranense è appunto l'aula della conciliazione testimone di storia di fede di cultura come ci ricama accordava monsignor indussero di arte di bellezza direi la cornice ideale per la presentazione del primo volume di una collana
Che la diocesi di Roma intende dedicare alla storia della Chiesa e della città del periodo che va dalla fine dello Stato Pontificio fino al Grande Giubileo del due mila non senza alcuni accende al terzo millennio
La collana
Costituisce un progetto ambizioso che stando a questo primo volume mostra come la diocesi non muova da un intento celebrativo fine a se stesso
Si evidenzia infatti nelle duecento pagine del libro una narrazione disincantata
Rispettosa onestà che lungi dal ridursi a una giustapposizione di eventi fa affiorare di dinamiche assai complesse della città e della chiesa in un periodo storico contrassegnato da sfide i cambiamenti epocali
Eppure è un testo agile che si legge con piacere e che veicola da un lato la conoscenza di eventi di aneddoti di scelte pastorali pronunciamenti dei vescovi di Roma e dei loro Picari lungo il periodo preso in esame
D'altro lato la narrazione agevolarla riflessione riguardo dinamiche del tutto caratteristiche della città e della Chiesa di Roma
Stante la sua peculiarità di Chiesa diocesana che ha nella medesima persona
Il proprio vescovo e il Papa che presiede alla Chiesa universale
Ciò costituisce come emerge dalle pagine del libro una evidente ricchezza e al contempo una sfida non sempre di facile gestione per i protagonisti di questo avvincente periodo storico
Fare memoria lo abbiamo ascoltato non consiste in una rievocazione nostalgica del passato comporta uno sguardo Caraccio
E insieme critico uno sguardo intelligente utile a chiarire la nostra identità come cittadini come fedeli di questa porzione di Chiesa del tutto particolare
Nella smemoratezza pervasiva che caratterizzerà questo tempo dell'immediatezza
Cogliere spunti cogliere indicazioni per corrispondere a quanto ci è affidato come cittadini come fedeli laici religiosi Chierici
è un percorso di ricerca di senso che ci saltata al vivere distrattamente
La pandemia in atto
Che ha influenzato lo notiamo bene anche le modalità di questo incontro ci ricorda con dolore e a caro prezzo il valore delle relazioni e ci restituisce una nuova opportunità
Possiamo approfittare di questo tempo per soffermarci a conoscere meglio la storia recente della nostra città di questa diocesi e farne tesoro traendone spunti per il nostro vivere quotidiano
Perdere la memoria scrive papa Francesco nella nota lettera al cardinale quelle estera di Cardaci dal luogo da qui veniamo e quindi non sapere neppure dove andiamo
Questo è fondamentale quando sarà diciamo un laico dalla sua fede da quella delle sue origini
Quando lo sarà di chiamo dal Santo popolo fedele di Dio lo sarà diciamo dalla sua identità battesimale
E così lo priviamo della grazia dello Spirito Santo
Lo stesso continua Papa Francesco succede a noi quanto ci sarà di chiamo come pastori dal nostro popolo e ci perdiamo
Il nostro ruolo la nostra gioia la gioia del pastore sta proprio nell'aiutare e nello stimolare come hanno fatto molti prima di noi Madrid nonne che padri i veri protagonisti della storia
I laici sono parte del Santo popolo fedele di tiro e pertanto sono protagonisti della Chiesa e del mondo
Noi siamo chiamati a servirli non asservirci di loro
Gli autori evidenzia no non senza il ricorso ad aneddoti efficace curiosi la dialettica che percorre la chiesa della città di Roma riguardo alcuni poi caratteristiche CEI
In particolare mi piace ricordare l'intreccio che si fa talora attenzione tra l'essere la città del Papa
E d'altra parte la consapevolezza crescente nel ventesimo secolo della propria identità quali Chiesa particolare diocesana
Sono inoltre efficaci i riferimenti alla dialettica tra nucleo urbano della città antica e le nuove periferie che sorgono già all'indomani della proclamazione di Roma Capitale con l'avvento dei così chiamati buzzurri dal Nord Italia
E successivamente da altre regioni ed altri Paesi del mondo intero con le implicanze sociali e le sfide pastorali che accompagnano una tale trasformazione della città
Si pensi poi al fiorire della pietà popolare in particolare nel secondo dopoguerra sospinta dal desiderio di guarigione dalle ferite inferte dal secondo conflitto mondiale
E ancora alla dialettica tra parrocchie
Che nell'arco di centocinquant'anni sono passate da cinquantaquattro ad oltre trecento
Tra parrocchie e aggregazioni laicali confraternite movimenti e che associazioni di fedeli
Quelli richiamati insieme ad altri proposti nel volume costituiscono non tanto direi nuclei tematici
Da studiare
Quanto piuttosto un rinvio ai procedersi vissuti dai protagonisti quelle tensioni innovatrici
Un rinvio alle persone coinvolte uomini e donne laici religiosi Chierici i vescovi dati in una parola la chiesa con le sue inquietudini intrinseche
Per il fatto di essere immersa nella storia e soprattutto di essere essa stessa in quanto Chiesa popolo di Dio in cammino
Ecco allora che la lettura di questo libro che con onestà svela queste complesse dinamiche ci chiede di non fermarci a un'osservazione puramente sociologica statistica ma di fare memoria nel senso ricordato sopra
Che cosa ha da dire un libro come questo ai laici alle famiglie di oggi che abitano la città di Roma che costituiscono questa diocesi tanto peculiare
La premura capisco eminenza il cardinale De Donatis mediante questo e i volumi che seguiranno
Ci testimonia ancora una volta la sua attenzione generosa verso tutti noi che siamo membra vive di questa Chiesa diocesana di Roma
Lei eminenza ci convoca a riflettere sulla scorta della storia recente
Non per compiere uno sforzo di erudizione ma affinché esercitiamo il senso sfiderei seminato in noi con il Battesimo
Che ci unisce come popolo santo fedele Chiti io e far sì che possiamo concorrere attivamente al discernimento necessario per individuare priorità e per un impegno comunitario fedele alloggi in cui siamo calati per grazia di Dio
Come si legge in un passo del libro
Il popolo stesso nel suo istinto profondo senza mitizzazione mi è anche che offro e non solo discente
Il libro costituisce uno sprone ad ascoltare questa città
Questa porzione di Chiesa
Come ci insegnano alcuni dei protagonisti che si sono lasciati interpellare dai mali di Roma dalle grida inedite che si sono levati a più riprese nella città in periferia e danno promosse iniziative altrettanto inedite
Sentendosi non semplici spettatori casuali ma convocati in prima persona e comunitaria mente
Quale slancio può venirne per ciascuno di noi per le nostre famiglie per i giovani
Per le nostre comunità parrocchiali affinché affiniamo l'ascolto della città e di quanti la abitano e ne facciamo carico ce ne facciamo carico in prima persona
Il libro a mio modo di vedere è percorso da un ulteriore spunto di riflessione che rinvia alla necessaria unificazione di vita di tanti protagonisti di questa storia
I quali non hanno disgiunto impegno infrasettimanale nei luoghi di lavoro e nelle piazze
Da quello dominicale in chiesa
Cittadini consapevoli cristiani consapevoli di essere portatori del Vangelo in forza del Battesimo nella vita pubblica
Nell'impegno lavorativo quotidiano nei contesti più disparati
Questo sprone ad una vita unificata
Consente di svelare il senso di ogni nostra attività e il semi di bene e di vita nuova già abbondantemente sparse in questa terra fecondata dal sangue degli apostoli Pietro e Paolo
Tra i poli intenzione cui ho fatto cenno sopra e che emergono dalla storia recente evocata nel libro vi era quello relativo alla dialettica tra parrocchie e aggregazioni laicali
Ne deriva ad una lettura attenta l'appello a una rinnovata maturazione come unica Chiesa di Dio in questa città rifuggendo da diffidenze da parallelismi da spartizione di spazi di azione da concorrenza
Coltivando invece in modo rinnovato L'Unità il concorso di forze la vera e sana comunione in unità di intenti con i nostri pastori
Lei eminenza nella relazione che rivolgeva ai sacerdoti della diocesi il diciassette settembre due mila e diciotto metteva in guardia dalle appartenenze separate così le definiva che non esitava a identificare come errore Clèzio logico dai risvolti estremamente pericolosi da cui guarire subito
Ammoniva inoltre a rifuggire da sanità ogni pericolosa idealizzazione autocelebrativa e indicava quale frutto più bello la vita di fraternità con il suo carico di bellezza e di fatica
Vale la pena rileggere in questo contesto un passo dell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium in cui a proposito delle diverse forme di aggregazione di fedeli si legge
è molto salutare che non perdano il contatto con questa realtà tanto ricca della parrocchia del luogo e che si integrino compiacere nella pastorale organica della Chiesa particolare
D'altra parte nel libero
Si evidenzia un vero e proprio percorso che la Chiesa a Roma ha compiuto nel riconoscersi Elsa stressa da quasi terra di missione per riprendere l'espressione e di papa Pio dodicesimo
A terra di missione vera e propria commedia dire solennemente San Giovanni Paolo secondo nel mille novecentonovantatré si evince dalla recente storia l'urgenza che le parrocchie terrestre feconde siano in costante conversione missionaria
Protesi ad uscire da se stesse
Promuovendo processi partecipativi di tutti i fedeli
Valorizzandone i carissimi
Non per una organizzazione ecclesiale fine a se stessa ma per realizzare il sogno missionario di arrivare a tutti
Nel mille novecentottantotto papa Wojtyla ebbe a dire in tal senso la parrocchia deve cercare se stessa fuori se stessa e la Chiesa di Roma deve cercare se stessa un po'fuori di se stessa
Ecco una rinnovata chiamata ai laici a coinvolgersi come membra vide di un unico corpo
Nel libro ed è l'ultimo punto che approccio si legge di famiglie che sono state protagoniste della storia del loro tempo
Sono vibranti le pagine relative all'accoglienza che durante i nove mesi di occupazione tedesca molte famiglie hanno riservato clandestini
Si trattava spesso di famiglie che ridevano esse stesse nella penuria di beni e di Cipro
E tuttavia non esitarono a dividere la fame con i clandestini
Sostenute a loro volta dalla parrocchia che animata che aiutava la rete di famiglie abitati da i clandestini
Queste esperienze parlano tasse alle famiglie di oggi spesso concentrate sui problemi del al loro interno
Ma capace di slanci generosi che le rendono testimoni della solidarietà della compassione della fraternità
Della verità della giustizia
Dell'amore di Dio
E annunciatrici
Come sacramento immissione della forza e della gioia del Vangelo come hanno saputo dimostrare molte famiglie anche in questo tempo duro della pandemia
Altri sono gli spunti che dalla lettura del libro si possono cogliere per i laici per le famiglie che abitano questa città
Ma lasciamo a loro di misurarsi con questo strumento e di coglierne le consegne per l'oggi come popoli in cammino chiamato ad essere santo su queste strade e di piazze di Roma terra di martiri
Distanti e beati
Sempre più spesso anche laici esporsi
Occorre allora uno sguardo contemplativo su questa città terribilmente bella e sulla sua storia
Ossia come ci insegna papa Francesco uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case nelle sue strade nelle sue piazze la presenza di Dio che non deve essere fabbricata
Ma scoperta svelata
Il
Dovrebbero
Ministri
Soltanto
Consecutivi anzi
No
Di
Senta vengono che
Nella averli
Doversi
E
Di secondo
A
Sì grazie
Garantire
Uno
Ministero
Anche di indirizzo pubblico
Non non
I niente
Nelle
Millimetri anzi
Lo
Questo uno
Grazie al coro della Diocesi di Roma grazie la dottoressa Linda Lissoni per il suo intervento per che c'è invogliato a scoprire la ricchezza della nostra storia che è presente nel volume grazie anche perché trapela anche l'esperienza di membro che sente la sua appartenenza alla sua Chiesa la Chiesa di Roma
Ora continua la nostra lettura di questo testo leggeremo alcune riflessioni che introducono la realtà della città di Roma
Lascio la parola a Marra sabbia che quindi con questa lettura introduce l'intervento del professor Adriano Rocco Ucci
Ordinario di Storia contemporanea presso l'Università degli studi Roma Tre
A lui abbiamo chiesto di parlarci della storia della Chiesa e della città di Roma dal mille ottocentosettanta alla seconda guerra mondiale
La contemporanea della Chiesa di Roma
E anche quella di un popolo cristiano composito
Che frequenta le istituzioni della Chiesa e partecipa alla sua vita in una capitale laica è sempre più pluralista con il passare dei decenni la diocesi guida attentamente il sostenuta concretamente da tutti i palati a partire da Pio Nono alle urne Tredicesimo primo pontefice letto senza potere temporale
Si misura con le non estive di una città che che insieme e che si trasforma Roma cambia molto
Tuttavia gli studiosi hanno dimostrato che con la fine del potere temporale non avvenne un crollo della pratica religiosa dei romani come si prevedeva il popolo romano
In allegato alle chiese e il legame non era solo frutto del conformismo religioso indotto dal dominio temporale dei papi
La ringrazio eminenza per l'invito a discutere di questo libro bello interessante e anche utile
Il senso del libro è indicato con grande chiarezza dagli autori provare a comprendere la storia che nel Novecento a Roma è stata quella di una profonda trasformazione della città e della chiesa
Innanzitutto vorrei dire che c'è una caratteristica del libro che colpisce e avvince il lettore la narrazione conduce lungo un percorso che procede attraverso continua apertura di nuove prospettive con cui guardare la storia della Chiesa e della città
Il libro infatti assuma una molteplicità di angolature
Dal rapporto tra il Papa e Roma alle trasformazioni della città dalla costruzione di nuove chiese al ruolo della comunità ebraica nella vita cittadina
Della situazione sociale delle periferie alla condizione del clero
Dalla pietà popolare alla questione della dialettica tra vicariato e Curia si potrebbe continuare per non dire poi del continuo rimando nel volume tra vita ecclesiale
E dinamiche sociali politiche culturali della vicenda cittadina
Il tutto non confonde ma rende intellegibile la complessità della storia della Chiesa e della città nel ventesimo secolo
è uno dei pregi maggiori del libro ed è merito della penna e della capacità di una lettura fine complessa della storia delle realtà degli autori Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo senz'altro
Mi pare sia anche la cifra con cui il libro coglie con profondità un tratto della storia della Chiesa romana
Che corrisponde ha un carattere della città
Argan con riferimento alla Roma barocca rintracciava il fascino della città nella sorpresa dell'imprevisto aprirsi e mutare delle prospettive
Conte non votare delle prospettive riflette il carattere policentrico e Poli forme della città e la Monti dimensione alita della sua storia
Insomma il mutare delle prospettive permette di cogliere la poliedricità di Roma
In un passaggio del volume siccità il gesuita storico della Chiesa Giacomo Martino Martina che parla della tipica antinomia della vita ecclesiale romana
La Chiesa romana ma lo stesso potremmo dire anche della città è segnata in profondità da antinomie
Che formano l'intreccio della trama narrativa e interpretativa del libro
Antenne antinomie no nel segno della contrapposizione ma nel segno della loro coesistenza
Antinomia che nella storia contemplate la Chiesa romana a partire dal mille ottocentosettanta emergono con particolare evidenza
Ne cito alcune universale e particolare nel senso della Chiesa locale
Roma e mondo che amanti bonomia classica URSS Orbis della Storie della città l'idea il mito della città e la realtà della città
Lo straordinario e l'ordinario nella pastorale ma il discorso potrebbe essere più largo e riguardare l'intera vita della città
Il carisma e l'istituzione entrambi presenti ecco esistenti del ministero del Vescovo di Roma
Roma della storia e la città moderna tradizione e modernità e si potrebbe continuare
Ma veniamo al Periodo storico che il nostro moderatore mi ha affidato
Il passaggio della religiosa religiosità popolare nel quadro della città santuario del Papa
A una normalizzazione nella vita parrocchiale viene proposto dal volume come il percorso compiuto dalla fine dell'Ottocento alla seconda guerra mondiale
In questo periodo storicamente travagliato basti pensare alle due guerre mondiali e alla vicenda del regime fascista
Si compilano le prime tappe dell'itinerario più ampio che ha condotto nella seconda metà del Novecento a l'emersione del profilo di una chiesa locale
è stato un periodo questo in cui molte questioni che avrebbero trovato una soluzione nella seconda metà del Novecento vennero alla luce acquisirono un nuovo profilo a contatto con le dinamiche del dell'età contemporanea
Potremmo dire un periodo in cui si innescarono processi
Ma il percorso è stato il percorso verso una diocesi è normale si chiedono gli Autori il rapporto della Chiesa con lo spazio della città e con lo spazio del mondo mi pare siano delle piste che libera indica per rispondere a questa domanda
Gli autori presta un'attenzione all'impegno che in varie fasi Papi il vicariato
Hanno messo nella istituzione di nuove parrocchie e nell'edificazione di nuove chiese direi che è quasi una costante della storia della richiesta romana nell'età contemporanea
La chiesa vuole stare dentro le trasformazioni della città
Infatti la chiesa della città qua capitale si riorganizza nel territorio romano dopo il mille ottocentosettanta
Gli anni settanta all'indomani della missione a Roma furono caratterizzati dal processo di secolarizzazione che intervenne pesantemente sugli spazi fissi ecclesiastici modificando in parte il profilo del centro storico
Conserva conseguenza delle due leggi quella sul trasferimento della capitale nel mille ottocentosettantuno
E quella del mille ottocentosettantatré che spendeva Roma la legge sulla soppressione delle corporazioni religiose fu un notevole ridimensionamento della presenza delle Chiese nella città
Su duecento ventuno case religiose centotrentaquattro furono soppresse
Il recupero di parte di questi beni avvenne parte minima con di Patti lateranensi nel mille novecentoventinove
Ma la risposta
Mi sembra fu non sa urlo e non tanto quella di mirare a recuperare lo spazio perduto
Quanti in maniera più significativa il progressivo insediamento della Chiesa nei nuovi quartieri che sorgevano oltre i confini del centro storico nel mille ottocentottantasette furono inaugurate le chiese del Sacro Cuore abbia Marsala e di Sant'Antonio De Mauro Merulana nel mille novecentodue Santa Teresa corso Italia e nel mille novecentoquattro San Giuseppe via Nomentana
Era d'altronde questa una presenza in uno spazio religioso cittadino che si faceva plurale nel quadro dello Stato liberale laico
Nello stesso mille novecentoquattro ci fu l'inaugurazione del Tempio Maggiore degli ebrei della città sul lungotevere mentre fin dagli anni Settanta erano state aperte chiese evangeliche anglicane e ortodossa
La visita apostolica del mille novecentoquattro voluta da Pio decimo che costituì un passaggio importante in questa fase della storia novecentesca della Chiesa romana
Portò a scelte volte a rivitalizzare l'impegno pastorale della chiesa
Riforma catechisti catechisti che della musica sacra riorganizzazione del vicariato e del Seminario Romano furono le riforme che derivarono dalla visita ma in primo luogo ne conseguì la ristrutturazione delle parrocchie
Ne furono soppresse quindici al centro e contestualmente ne furono erette sedici nella periferia ebbe inizio un impegno pastorale rivolto prioritariamente nuovi quartieri alla periferia della città piuttosto che al centro storico è un impegno che acquisì non lo slancio con Pio undicesimo
Dal mille novecentotrenta al mille novecentoquaranta si legge nel libro le parrocchie passano da sessantaquattro centotré mentre si costruirono vanno novantotto nuove chiese
Un processo che poi avrebbe avuto sviluppi importanti nella seconda metà del Novecento
Ma nello spazio della città si giocò anche un'altra partita quella legata alla sacralità di Roma
Roma città sacra viene dichiarata formalmente tale nel mille novecentoventinove dei Patti Lateranensi
è un tema sul quale resta fondamentale un volume di Andrea Riccardi dal titolo appunto Roma città sacra
In questo nostro libro gli Autori commentano
Nella percezione del mondo ecclesiastico il riconoscimento concordataria della città sacra affermava lo speciale rapporto della Chiesa corro con Roma
Qui la Chiesa non stava come in ogni altra città italiana ma imprime Eva un carattere all'Urbe
Tra il mille ottocentosettanta e il mille novecentoquarantacinque la sacralità di Roma è stato un campo di rivalità e conflitti tra la città capitale d'Italia e la città del Papa e capitale del costo cattolicissimo mondiale
Si tratta di un processo molto moderna nell'età contemporanea infatti ambiti diversi da quello delle religioni in primo luogo la politica il potere secolare sono diventati i produttori del sacro
Questo processo ha riguardato lo spazio in primo luogo lo spazio delle città il sacro infatti alla relazione costitutiva con lo spazio come attesta il rapporto altrettanto costitutivo tra sacro e pellegrinaggio secondo la lezione di Alfonsín Cipro
L'età contemporanea è stata quindi anche all'epoca di costruzione e ricostruzione di città sacre
Il tentativo dello Stato liberale di sacra Lizzani la capitale in chiave nazione nazionalizzata dice si tradusse in un intervento sugli aspetti monumentali e simbolici della città con i linguaggi del tempo
Anche se la classe dirigente liberale
Ero intimorita da questo carico di sacro della città nel mille novecentoquattro Luigi Luzzatti ministro del Tesoro scriveva al presidente del consiglio Giovanni Giolitti
Roma è una città sacra cioè terribile non scherziamo connessa
Le celebrazioni del cinquantenario dell'Unità nel mille novecentoundici furono occasioni di un pellegrinaggio nazionale a Roma un vero e proprio Giubileo della Nazione laica e dell'inaugurazione del movimento monumento a Vittorio Emanuele secondo
Pensato come tempio laico della nuova religione politica della nazione
Il monumento sarebbe divenuto pienamente tale Altare della Patria il quattro novembre del mille novecento ventuno terzo anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale
Con l'inumazione della salma di un soldato ignoto morto nei campi di combattimento della prima guerra mondiale
Nella cornice di un solenne pellegrinaggio iniziate da cui lei ha e conclusosi a Roma con un'impressionante liturgia nazionalista vero e proprio rito di consacrazione di un luogo sacro
Fu il fascismo a evitare è interpretare questo patrimonio di nuova sacralizzazione della città
Con l'appropriazione dello spazio di piazza Venezia
Luogo divenuto simbolicamente denso scenario delle grandi adunanze di massa e contestualmente con l'apertura di via dei Fori Imperiali a realizzare un asse tra Altare della Patria eccolo se è un asse anche visivo tra la romantica la Roma imperiale e la nuova Roma fascista
Ma si potrebbe parlare della senso della marcia su Roma della Mostra della rivoluzione fascista nel decennale nel mille novecentotrentadue che si concludeva nel Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale con il Sacrario dei martiri fascisti che fu visitata in due anni
Da quattro milioni di persone
Un pellegrinaggio fascista a Roma
La chiesa romana ha vissuto la sfida di questi progetti alternativi e concorrenziali di sacralizzazione della città provando a dare risposte differenziate nelle varie fasi
Ma mi pare che il libro suggerisca che la seconda guerra mondiale il modo di Pio dodicesimo nell'inverno più lungo
Quello dell'occupazione nazista della città spostarlo il focus della questione
La sacralizzazione nazionale quella fascista della città andarono incontro a un fallimento disastroso
Mentre il Papa propose una città anche dover riflettere l'impronta cristiana
Si passava dalla città sacra alla città utopica restava comunque aperta la questione della presenza simbolica della chiesa nel cuore della città
Non bastava solo la basilica di San Pietro e forse questo è anche una delle piste che porta al disegno di fare dell'Ater hanno il centro della diocesi
Il tema della sacralità rinvia quello dell'idea di città o si potrebbe dire anche al mito di Roma è un tema che è stato studiato le pagine di Federico Chabod
In molti altri dopo di lui
E su quale tra su questo tema tra ottocento eredità fascista si consuma un confronto di posizioni tra miti e idee concorrenti
Da quella Mazzini della Roma di Mazzini della Roma del popolo a quella di Cavour della Roma capitale di un grande Stato perché era l'unico centro che non fosse caratterizzato in Italia dalla tradizione
Di municipalità ma aveva una proiezione più ampia e poi il l'idea di Roma di sella della Città della scienza fino a quella di Mussolini e del fascismo
Della città dell'impero della domini del dominio della conquista
La chiesa aveva una sua idea di Roma frutto di una storia millenaria che dovette aggiornare di fronte alla sfida che era lanciata dei diversi interpreti di una terza Roma italiana
E me ne emerge bene da libro come la vicenda della Chiesa romana sia accompagnata da un costante interrogarsi sull'idea di Roma soprattutto nella visione dei papi
Ma tali interrogativo è stato anche nelle fibre del tessuto ecclesiale come mi pare venga notato riguardo al sinodo diocesano
E va rinnovato questo interrogarsi sull'idea di Roma di stagione in stagione
Per la Chiesa così come per la comunità cittadina cito gli autori a Roma è necessario avere un'idea larghe universale della città per influire sui suoi destini emerge insomma che i ideale delle città e presenza incisiva nella realtà vanno di pari passo nel corso dell'Ottocento la Chiesa cattolica aveva investito molto su Roma sulla idea di Roma
E sulla centralità del cattolicesimo si può dire lo ha sostenuto Riccardi in diversi suoi studi che fu elaborato una strategia di risposta alle sfide della modernità basata sulla scelta dell'incentrarsi su Roma e sul Papa
Verso cui fu orientata non solo la struttura ecclesiastica
Ma anche la pietà e la devozione dei fedeli
Compì o no no e Leone tredicesimo il recente rammento sul Roma divenne una politica conseguente con la pratica di visite regolari dei vescovi al papà e alla Curia romana l'in via Roma di seminaristi per studiare nelle facoltà teologiche l'apertura nella città di casa generalizia di procure degli ordini religiosi il potenziamento dei pellegrinaggi
L'uso della stampa per diffondere la conoscenza del Papa e del suo messaggio e di Roma la devozione nei suoi confronti Roma era pure la risposta agli emergenti nazionalismi con la proposta di un forte centro sovrannazionale che fondarsi l'identità cattolica oltre la frammentazione delle diverse coscienze nazionali
Il cattolicissimo sine incentrava su Roma sul centro da cui poteva guardare il mondo con un rinnovato sguardo universale
La proiezioni personale del Ministero del Vescovo di Roma di cui ci ha parlato il cardinale Parolin costituisce un elemento direi intrinseco alla Chiesa romana
Che nell'età dei nazionalismi e mi confonde confronta il confronto con lo Stato nazionale fu sottoposto a spinte che tendevano a minare lo e che comunque richiedevano anche in questo caso una riconfigurazione di questo profilo Roma infatti acquisire un nuovo profilo internazionale era la capitale di un nuovo Stato e di una delle grandi potenze europee sebbene la più piccola come si diceva allora
Si determinò una dinamica di influenze reciproche tra Roma e il suo profilo universale quest'ultimo sostenne favorì la proiezione internazionale dell'Italia mentre le prospettive prospettiva geopolitiche dello Stato nazionale modificarono in parte la collocazione della città nel mondo Roma perdeva il tratto cosmopolita del centro riversare del cattolicesimo e acquisiva il volto nazionale della capitale d'Italia
Si poneva lo dico tra parentesi il problema del rapporto tra Roma e l'Italia e consegna influente mente in modi nuovi del dal passato quello tra Chiesa romana il cui vescovo anche primate d'Italia e Chiesa italiana
La via per arrivare a un punto di incontro con il nazionalismo sia quello dello Stato liberale sia quello del fascismo
Fu percorsa da ecclesiastici da cattolici anche a Roma che optarono da alcuni ecclesiastici per Cuni cattolici che optarono per l'una o più varianti di nazional cattolicesimo forse la minaccia più insidiosa alla universalità non solo di Roma ma del cristianesimo
A Roma IG minimizzata dal regime fascista
Ci dice il libro nella chiesa non tutto era fascisti basato il vicariato era impegnato in una presenza religiosa nella città distaccato dal fascismo sebbene non in opposizione
La scelta di Pio undicesimo in occasione della visita di Hitler a Roma nel mille novecentotrentotto di lasciare la città per Castel Gandolfo in segno di protesta
Mostrò non la rinuncia a promuovere un'idea di Roma e la sua universalità ma il fu il segno di una presa di posizione contro i nazionalismi e totalitarismi anche il nome di un'idea di Roma che non poteva essere scissa dal suo spirito universale concludo insomma
E mi pare un'idea cardine di questo bel libro di Riccardi Impagliazzo dirlo all'universale di Roma e nelle fibre della chiesa romana e ne fa la sua originalità
Universale e particolare torna una delle antenne mia forse la principale ma che proprio nella sua coesistenza di opposti è un elemento costitutivo dell'itinerario storico della Chiesa romana anche in età contemporanea
L'esperienza da citare la seconda guerra mondiale avrebbe contribuito a rafforzare una tale consapevolezza che sarebbe ulteriormente maturata nel corso della seconda metà del Novecento
Lo capì profondamente Giovanni Paolo secondo che di antinomie se ne intendeva
Il particolare e universale nel messaggio di voi TWA osservano gli autori si intrecciavano costantemente
Era sua convinzione che la Chiesa non può essere universale senza essere particolare che Roma con giungesse le sue dimensioni originalmente grazie
Grazie al professore Adriano lo Cucci
Che facendo riferimento alla sua storia ci ha ricordato la vocazione di questa città santuario città sacra con una comunità viva e accogliente
In un periodo complesso gli anni di cui il professore ci ha parlato
E adesso leggeremo un ultima pagina di questo volume che è tratta dalla fine del secondo capitolo sulle immediato dopoguerra a Roma
Leggera Emilio Fabio Torsello questa lettura introduce l'ultimo intervento quello del professor Umberto Gentiloni Silveri ordinario di Storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma
E li abbiamo chiesto di parlarci della storia della Chiesa e della città di Roma dal dopoguerra al Grande Giubileo del Duemila
Nell'immediato dopoguerra la chiesa aveva tratto le conseguenze dell'esperienza vissuta durante il conflitto
La risposta non è netta ma certo non positiva
Il magistero di Pio dodicesimo conservava vivo il ricordo di quel periodo
Tendeva alla visione di Roma come città che deve riflettere l'impronta cristiana non città sacra per imposizione del regime politico ma città si potrebbe dire utopica capace di trasmettere il valore sociale del messaggio cristiano fondata sulla libera scelta dei suoi cittadini
Tuttavia nella vita del clero delle parrocchie ci fu un ritorno alla normalità
Nuovi problemi si affacciavano una generazione giovane folta entrava nella vita
Nella realtà manco una riflessione consenso storico si dimentica facilmente mentre l'imperativo all'azione
I reduci ritornavano e faticavano a inserirsi nella vita le attività riprendevano c'era domanda di lavoro l'euforia della liberazione lo spirito di sacrificio della popolazione si indirizzavano nella ripresa
Nella ricostruzione economica e sociale della città
Quasi non si volevano ascoltare troppo le storie di dolore della guerra specie quelle dei campi dei deportati o degli ebrei nei lager
I romani voltarono pagina ed entrarono nella nuova stagione di ricostruzione
E la Chiesa con loro spinta dalle nuove necessità
Ringrazio anch'io senza dell'invito
A discutere
Un volume che viene presentato come come una guida come l'apripista di una collana io credo che il risultato sia almeno sul primo di questi due versanti qualcosa di più sia una guida
Sicura dentro percorsi anche di lungo periodo che riguardano diverse prospettive diversi punti di vista e che investono tanto le vicende della diocesi romana quanto la storia più generale del nostro Paese
Credo che sia un libro equilibrato mi sembra la cifra più importante equilibrato non soltanto tra le parti che lo compongono ma anche l'equilibrato diciamo così tra alla cultura degli studi passati dei due dei due autori si intravede
Con grande chiarezza quanto ci sia di riflessione e di studio in pagine precedenti e però anche la il tentativo di offrire a chi si avvicina per la prima volta queste tematiche alcuni spunti importanti
Ecco non è soltanto un racconto ma è una guida verso diciamo i nodi più complicati interessanti di un rapporto tutt'altro che scontato come hanno detto
Tutti quelli che hanno parlato prima di me è un libro fondato su punti di vista e prospettive
L'Italia Roma la chiesa
Ma se noi guardiamo
Un po'più in profondità le prospettive possibili dentro cui dentro le quali entrare nelle pagine del volume ci accorgiamo che in fondo la tensione è un'attenzione continua tra la città del Papa
La sua proiezione Universale la sua dimensione universale insopprimibile e le diverse funzioni storiche che Roma solo
Non riprendo le cose che ha tetto Adriano Rocco UCI sul diciamo così sul periodo a cavallo tra alla conseguimento di Roma capitale e i primi decenni del processo di nazionalizzazione
In fondo Roma vite
Dentro questa antinomia come è stato detto questa dialettica insopprimibile tra una sua proiezione che va al di là dei confini
Che la contengono ma al tempo stesso le trasformazioni che investono quegli stessi confini di riferimento
E quindi sono due tensioni che non si possono sovrapporre e che al tempo stesso spingono a trasformare entrambi i termini di questo ragionamento Roma cambia cambiano i confini cambiano i numeri degli abitanti che la popolano
Cambiano le sue identità e le sue funzioni abbiamo sentito di Roma fascista di Roma nazionalista di Roma capitale di un impero e si andiamo avanti ci accorgiamo turche Roma diventa
Appunto una città occupata una città liberata
Una capitale di una Repubblica nascente nel mille novecentoquarantasei
Tutto questo modifica il confine storico della città mi verrebbe da dire la funzione storica che la città svolge ecco il libro è in fondo io credo un tentativo di tenere insieme questi due queste due tensioni che sono insopprimibili le fasi
Di successive periodizzazione che riguardano l'Italia Roma e la Chiesa di Roma
Ma anche che il peso di un processo di nazionalizzazione che appunto affonda le proprie radici alla fine del secolo diciannovesimo e si sviluppa fino al nostro tempo fondamentali
Io credo nella costruzione del volume le riflessioni che non si sono fugace o banali ecco sul prese intimismo
Le abbiamo ascoltate sul declino
Della storia del senso storico sul fatto che non si capisce Roma senza la storia forse potremmo dire che non si capiscono tante cose senza la storia ma sicuramente non si capisce Roma senza la sua storia
Si diventa un po'così
Ecco come coloro che si muovono senza avere un senso nel proprio movimento senza avere un orientamento di riferimento ora
è un libro quindi di prospettive di punti di vista che tiene insieme
Piani le tensioni che non sono componibili semplicemente è un libro che
Un omaggio io credo alla complessità altra questione che nel nostro tempo forse non va molto di moda la complessità come cifra necessaria per analizzare i problemi sui quali ci misuriamo
è stato detto già molto sulle vicende della seconda guerra mondiale no sul peso che la guerra ha avuto nel perimetro della città su quelli in guerra su quell'inverno più lungo
E forse anche direi sugli interrogativi che riguardano sia a Roma che la Chiesa di Roma in quel passaggio in fondo
Il volume con ferma che Roma non è mai stata una città aperti
Roma è stata una città capitale del fascismo è stata una città occupata è stata una città liberata
è stato un laboratorio fondamentali per capire le dinamiche di sviluppo e di costruzione del nuovo Stato
Forse possiamo dire dalle pagine di questo volume dagli studi che le prescelto Rocchi e la Chiesa di Roma è stata aperti
Durante in Mesic
E le settimane dell'occupazione cioè a colto
è diventata un interlocutore ha permesso di costruire un tessuto ricco e plurale di resistenza e di resistenza civili
Di forme di solidarietà di forme di assistenza di intervento di interlocuzione
Insomma l'apertura alla società e al dialogo è una sui fra caratteristica di una fase decisiva
Dello sviluppo della città e del Paese quella della guerra dei bombardamenti del fatto
Che Roma a differenza di altre grandi città del Vecchio Continente non si spopola durante gli anni del conflitto ma coglie diventa una meta possibile per giungere per sentirsi più sicuri per trovare da mangiare ma anche perché c'è il Papa
Che dà protezione che dà autorevolezza non fino al punto di preservarla
Dalle violenze e dalle violazioni del conflitto Roma viene colpita come sappiamo dall'alto dal cielo da terra
Il suo territorio subisce le ferite del qui della guerra totale i suoi cittadini si interrogano su che cosa significhi effettivamente essere parte di quella cesura
Ma la chiesa consolida in particolare la Chiesa di Roma consolida il suo spirito di apertura alle dinamiche della società apre le porte alle possibili tante accoglienze che caratterizzeranno il lungo dopoguerra in fondo le settimane immensi della guerra sono anche quelli della scoperta
O forse sarebbe meglio dire della riscoperta delle piazze
Delle piazze nelle quali la voce autorevole del Papa è una voce cercata per ascoltare ma anche per riconoscersi per sentirsi gli uni vicino agli altri sentiamo molto in questo tempo
Difficile della pandemia quanto manchi questa dimensione no
Di una vicinanza fisica di un contatto di una relazione ecco la voce del Papa le piazze che si riempiono ci sono passaggi del volume io credo molto
Qualificanti interessanti da questo punto di vista la riscoperta della piazza la tutela
Della dimensione universale della Città eterna in un passaggio storico come quello della guerra e ecco la tutela della pace la pace come un bene
Indisponibile da un certo punto di vista nella funzione e nello sviluppo successivo della sacralità di Roma la pace
Al sud come la caratteristica diciamo di essere un bene
Talmente importante da legare indissolubilmente risolubile mentre il suo destino
Alla funzione del Pontefice ha la funzione di chi difende il perimetro fisico della città e quindi la sua funzione universale mi hanno colpito molto riferimenti alla piazza
A come la piazza diventi effettivamente un luogo dove queste tensioni si sviluppano così come mi ha molto colpito ritrovare i passaggi che riguardano i luoghi di assistenza alle suore
I termini diciamo così di un'assistenza capillare diffusa
Che non ci sono soltanto legati e riconducibili al passaggio del conflitto ma proiettano la presenza della Chiesa di Roma negli anni del dopoguerra
Sarebbe impensabile forse impossibile capire che cosa succede nello spazio breve di poche settimane e di pochi mesi in un Paese che aveva vissuto la tragedia del fascismo le due guerre mondiali che era stato piegato pieno di macerie
Non soltanto fisiche come spiegare
La rinascita del dopoguerra
L'avvio di una stagione di partecipazione di coinvolgimento di interesse ecco per lo sviluppo di una dimensione pubblica di impegno e di partecipazione se non mettendo in risalto proprio quel laboratorio di assistenza penso al luogo che ci ospita
Di passaggio di solidarietà di accoglienza di dialogo di riflessione di cultura del quale la Chiesa di Roma è una uno dei protagonisti fondamentali e si apre nel dopoguerra nel lungo Dopoguerra con la fase della della ricostruzione della rinascita e della ricostruzione una prospettiva diversa per la chiesa e in particolare per la Chiesa di Roma
Una prospettiva di attenzione
E di timore nello scontro bipolare tra Est e Ovest perciò che può rappresentare
Una dialettica difficilmente componibile con ciò che avviene al di là della cortina di ferro
La Chiesa raccoglie la religiosità popolare la fa esprimere diventa un tessuto di parrocchie nel quale anche questo aspetto diventa un lievito fondamentale per capire la ricchezza di quella società anche negli aspetti più duri del confronto bipolare
E questo mi sembra un altro grande pregio del libro raccogliere in poche pagine
Con grande
Facilità di lettura che cosa significa negli anni della ricostruzione passare dalla rinascita al conflitto della guerra fredda e vedere come la Chiesa possa raccogliere al proprio interno le contraddizioni i limiti ma anche le grandi possibilità e potenzialità è il tessuto delle parrocchie delle missioni che si aprono nella città
Sono molto interessanti io credo in
Nelle pagine che ricostruiscono numericamente la presenza le fanno vedere anche su alcune mappe quanto è importante la distribuzione territoriale la vicinanza la possibilità di entrare nelle dinamiche di quartieri nei quali le parrocchie diventano appunto una porta aperta un interlocutore certa una possibilità
Fino a quel momento sconosciuta e poi arriviamo
Alla
Alle diciamo così al passaggio chiave del Vaticano secondo del Concilio io credo che tutto il libro ossia in bevuto se così si può dire condizionato dalla forza del Concilio in fondo se dovessi scegliere la cifra di queste pagine nel tentativo di collocare la Chiesa di Roma nella storia
E quindi di metter Lanni nelle pieghe nei passaggi che hanno caratterizzato la storia
Di una città la storia di un paese della storia di una presenza e di una testimonianza
Viva e quindi il Concilio è tante cose insieme in quel passaggio e la ricerca di un Indirizzo a Roma come si diceva scrivendo
Dove posso andare
Dove posso essere ospitato a Roma nei giorni del Concilio ma è anche il segno più grande del cambiamento dei tempi annui più vicini che inizia all'ora cioè l'apertura di Roma al mondo
L'apertura di Roma mondo non tanto e non solo in quell'antinomia locale universale
Capitale di uno stato proiezione internazionale del pontificato quanto piuttosto l'apertura di Roma al mondo come formazione come formarsi progressivo di mano di una nuova missione gli ha l'apertura ai tanti nuovi sud del mondo
è un mondo che cambia che emerge dai processi di decolonizzazione che guarda nella città di Roma come ha una vetrina a un punto di approdo a un passaggio ma anche un luogo di incontro di altre culture
E di altre storie quindi e la città che si apre al mondo nelle pagine su Paolo sesto sono da questo punto di vista sul pontificato di Paolo sesto sono particolarmente efficace chiare perché da una parte io credo venga evidenziata molto bene la contraddizione evidente di un Pontefice che viene
Se così si può dire criticato per essere
Troppo riformista e quindi di spingere troppo sul cambiamento ma su un altro versante da fuori viene criticato per essere troppo leggero nel cambiamento nove quindi si trova in mezzo alle trasformazioni e alle spinte tirato di qua e di là per coglierne gli elementi positivi ma al tempo stesso per sottolinearne
Le difficoltà e la sua visione è una visione che colloca Roma nel tempo delle povertà nuove delle accoglienze delle ricerche di un'identità possibile questo mi sembra ecco forse la contraddizione più forte di questo passaggio no l'apertura di Roma al mondo durante il pontificato di Paolo sesto nel momento in cui la Chiesa di Roma viene
Colpita e attraversata dal dramma
Del del terrorismo
Dalle ferite insanguinato e di quella stagione quanto ha lasciato in termini di costi di vite umane
Di difficoltà a comprendere e in fondo anche qui nel passaggio che avviene proprio in quell'anno nel mille novecentosettantotto da Paolo sesto a Giovanni Paolo secondo c'è uno degli altri
Elementi di dialettica e di antinomia di cui si parlava prima no un'attenzione alle vicende italiane alla crisi
Terribile del terrorismo fino al funerale di Moro qui a quel funerale
Nell'acqua nel quale ancora una volta è solo la costa è solo la voce del Papa che si alza Rispetto invece all'assenza del fare e trova i giudizi della famiglia agli atteggiamenti rispetto
Alla politica sorda o poco accogliente e in questo contesto il Papa polacco di nuovo direi rilancia
La dimensione universale della città la dimensione universale della città anche qui è stato già detto in conclusione darò cuci molto bene in questo
Strano
Interessantissimo rapporto tra Roma e il mondo un Papa polacco che viene da quello da quel mondo lì attraversato dai cambiamenti e dei problemi che poi vedremo un decennio più avanti che lega il suo destino di pontefice in
Proiettato sulla scena internazionale ad essere innanzitutto il vescovo di Roma quindi a riscoprire le radici di una storia e ammettere
La Chiesa di Roma ancora una volta io credo in una condizione di cammino e di possibilità e qui poi ci sono delle altre antinomie non c'eravamo
Messi d'accordo tra la forza e la debolezza
Tra il silenzio del rumore mi verrebbe da dire tra il Silenzio dell'uscita di scena della sofferenza e il rumore però del Giubileo dei Giovani delle piazze piene del fatto che quel papà e anche il vescovo di Roma che gira per il mondo e porta il messaggio della città
Insomma il tentativo anche qui di tenere insieme quelle due funzioni quelle due identità
La chiesa locale ancorata ha un perimetro ha una storia alle dinamiche delle parrocchie alle vite quotidiane dei fedeli che tutti i giorni vivono
Tra le loro diciamo esperienze di vita e un rapporto costruito con la propria parrocchia di riferimento con il proprio parroco con la vita di tutti i giorni ma al tempo stesso sullo sfondo si muovono i grandi scenari della storia no di mettere
La Chiesa nel cuore della della delle trasformazioni di quel tempo in fondo il volume
Alla fine parlando del del due mila e del Giubileo io credo compiano anche un'operazione diciamo di chiarezza di salto di qualità rispetto a quelle dialettiche dalle quali siamo partiti quali quasi che il destino della Chiesa il destino di Roma spot essere o essere
Analizzati studiati
Verificati su piani diversi lo sento molto come una questione anche nel nostro tempo in fondo quel Giubileo conferma che lei due identità si rafforzano vicendevolmente
Più è forte la Chiesa di Roma più forte la città di Roma più funzione alla città di Roma nell'organizzazione di un evento che ha una proiezione Universale che più la Chiesa diventa un interlocutore possibile anche per le sofferenze che attraversano la città questo mi sembra
Importante qualificante nel in quella parte di volume dedicata appunto alla fine della di un secolo e all'ingresso
Del secolo nuovo insomma in quella ricerca di senso io credo che Roma e la sua Chiesa a Roma e la Chiesa di Roma possano darsi la mano insieme rafforzarsi vicendevolmente per cercare di rispondere poi a quella che
Potrebbe essere ipotizzata come una nuova missione rispetto appunto alla Roma
Occupata aperta liberata capitale del di uno Stato durante le diverse lunghe stagioni del dopoguerra della Repubblica oggi Roma
Forse prima di tutto o dovrebbe essere mi verrebbe da dire prima di tutto una città di accoglienza di solidarietà
Di vicinanza di apertura al mondo anche ai cambiamenti che il mondo ha avuto e in fondo
Chi meglio di papa Francesco rappresenta questo tentativo di trovare un terreno comune Nocchi viene da un angolo più lontano del mondo dalla fine del mondo come disse in uno dei suoi primi discorsi ma al tempo stesso tiene ben piantate le radici e le presenze nella città nella sua città
Nella città di Roma per questo credo che il volume attraversi stagioni diverso ovviamente per quanto è possibile farlo nelle pagine di una guida agile leggibile intelligente credo che sia molto di più di una guida e al tempo stesso aprire una collana
Di riflessione sulla città di questo tempo in questi tempi credo che abbia bisogno di tutti i nostri auguri possibili per poter davvero lasciare un segno importante perché avrà voglia di capire la storia e forse cominciare a rendersi conto che dalla storia si può anche trarre qualche insegnamento non banale grazie
Grazie al professor Gentiloni Silveri
Lei ha sottolineato che questo testo è un omaggio alla complessità quindi alla ricchezza nella
Città e della Chiesa di Roma e ha sottolineato come la nostra chiesa di Romana Chiesa aperta inclusiva
Che accoglie e protegge proprio perché
Presieduta dal successore dell'apostolo Pietro
Adesso la parola gli autori invito il professor Andrea Riccardi professore di Storia contemporanea e fondatore della Comunità di Sant'Egidio ad esprimere il suo saluto
Io ringrazio molto voi tutti per le cose che avete detto ringrazio il cardinal vicario per avere voluto per avere avuto l'idea diciamo di dare alla storia
Il posto che a mio avviso merita nell'identità dei cristiani romani
Perché quando io ho cominciato a studiare alla vicenda di Roma era il mille novecento settantacinque ed ero appena laureato
Cominciai a studiare l'ospitalità negli ambienti della chiesa durante la guerra e allora erano vidi tanti testimoni
Emersero tante storie che poi ho raccolto
Ma soprattutto emersi se un impressionante impressione
Se così posso dire che nessuno era mai andato interrogarli penso al mondo delle suore soprattutto ma anche a quel mondo delle famiglie di cui Linda Ghisoni ha parlato
E la ringrazio per il suo intervento
Cioè una Chiesa che non aveva fatto memoria della sua storia
Proprio perché la storia era una disciplina di studi ecclesiastici venata di apologetica
Questa è la realtà ed è una realtà profondamente contraddittoria con la natura del cristianesimo che come dice Bono cristianesimo è storia è storia
Dice e forse la religione più storica
E il Concilio Vaticano secondo nota Shenhua cita nei suoi documenti sessanta duro sessantacinque volte la parola Historia
E questo è un altro aspetto molto molto interessanti
E per capire la realtà
Bisognava e bisogna rivolgersi alla storia
Apprezzo e ringrazio quello che ha detto Umberto Gentiloni
Non solo sul nostro libro ma sul fatto che dalla storia si può trarre qualche insegnamento
Forse sì ma soprattutto la familiarità con la storia aiuta accogliere la profondità dell'umano
Non c'è una lezione di generazione in generazione ma la storia è un esercizio sapienziale
In questo senso veramente ringrazio questa iniziativa abbiamo lavorato insieme non solo con Marco Impagliazzo Matter impostarla
E vorrei dire solo
Che qui assistiamo al passaggio tra una città santuario una città proclamata sacra dal fascismo
Poi una città violata dalla guerra infine la città del dopo guerra e la città di oggi
Che la città globale
Roma è diventata città globale
Nonostante il suo ristretto numero di abitanti
Sia
Per gli emigrati sia per l'esperienza del copie
E questa e io credo che proprio in questo due mila e venti
Se compiuta un'esperienza che non vorrei dire paragonabile a quella della guerra ma unica nella storia di Roma
è un'esperienza che ci segna profondamente e qui la storia ci sovviene ci aiuta nel comprendere le reazioni della gente le prospettive mi sono dimenticato anche di dire che Roma noi non lo diciamo Marco nel libro è stata anche un po'una città euro comunista negli anni di Argan che ero Cucci citava e è stata una città in cui diciamo si è tentato un tipo di modello anche quello poi diciamo superato
In tutto questo io credo la chiesa
Modestamente e tante volte coraggiosamente grandiosamente
è stata per un'eredità antica ma non solo per un'eredità ma per un'attualità di popolo
è stata la custode dell'anima di Roma e dell'idea di
Per tanti motivi
Ma perché altri non ce ne sono che la Costituzione
E per i motivi della sua storia
E in questo senso e importante indagare su questa dimensione
Ed effettivamente indagare sulla dimensione della storia di Roma ringrazio
Adriano Rocco oggi
Le antinomie
L'unità non omogeneità a Roma ma Roma vide nella chiesa
Basterebbe pensare le rivalità le cinquecento per gli ordini religiosi a chi faceva la chiesa più grande accetto
Girando intorno al corso Vittorio c'è una addensarsi di grandi chiese inutili in una geografia pastorale ma segni di presenze di Chiesa differenti ma non solo antinomie interni alla Chiesa
Ma antinomie tra chiese città tra chiese tra città e universalità tra Italia Europa oggi con il mondo degli immigrati ma Flores chi ci insegna che l'antinomia fa crescere
E garantisce diciamo così la speranza
Allora io ringrazio molto diciamo per questo evento perché per me personalmente lo dico Marco Impagliazzo un'altra generazione
Per me vuol dire diciamo una progressiva unità tra quello che è stato il mio mestiere di storico e quello che è il mio essere cristiano di Roma
Non che siano stati mai divise
Ma in una qualche misura sono utilizzate insieme e apprezzato insieme
Concludo dicendo che la pubblicazione di questo libro l'apertura di questa collana viene in questo momento diciamo così di Roma città globale e sofferente e credo che questo può essere un piccolo aiuto nel pensare al dopo che non potrà essere sicuramente come il prima
Perché la trasformazione che abbiamo vissuto sembra cambiato niente ma molto è cambiato grazie
Grazie a professore Andrea Riccardi grazie per il suo contributo per il volume per la sua testimonianza personale
Adesso prende la parola al professor Marco Impagliazzo professore di Storia contemporanea all'Università Roma Tre e presidente della Comunità di Sant'Egidio
Buona sera io ringrazio molto il cardinal vicario
Per questa idea come diceva Andrea così intelligente ma anche coraggiosa
Dico coraggiosa eminenza secondo le parole di papa Francesco la Chiesa non ha paura della storia
E con questa l'idea che lei ha dato perché ne abbiamo cercato di cominciare a realizzare si mostra come realmente l'incontro con la storia
Sia molto arricchente
Umberto Gentiloni ha introdotto una nuova categoria non da Roma città aperta ma a Roma chiesa aperta che mi è molto piaciuto mi è molto piaciuta questa sua lettura e in effetti sapere di essere figli di una chiesa aperta
Oggi è veramente importante diceva Andrea della fine del suo discorso la pandemia ci sta insegnando tante cose
Ci sta insegnando a vivere nella difficoltà
Gli anni che verranno speriamo saranno migliori sicuramente lo saranno però non toglieranno le grandi difficoltà che il nostro mondo a la prima delle quali è la questione ambientale
Di cui è figlia questa pandemia purtroppo che papa Francesco cioè così bene illustrato nella lauda Tosti
Ma questo libro ci fa capire che ci fa vedere la storia di questa chiesa romana come sempre si è vissuti difficoltà
Nella crisi a partire appunto dalla guerra poi gli anni dell'austerity ricordiamo Paolo sesto Inc
A Cavazza l'otto dicembre a portare appunto i fiori alla Madonna
Gli anni del terrorismo
Terribili
è stato ricordato il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro il funerale qui
Presieduto da Paolo sesto gli attentati della mafia contro la Chiesa proprio qui San Giovanni laterano
Gli anni della crisi economica gravissima dal due mila otto e questi anni
Di questo anno di pandemia
In tutto questo tempo diciamo per quello che abbiamo potuto leggere studiare e capire la chiesa è stata una chiesa aperta attenta alle difficoltà delle persone gente sì
Ci sono tante difficoltà equilibri
Che bisogna
Di cui bisogna sempre stare attenti a non toccare però in realtà la vera verità e che la Chiesa come le dicevo all'inizio eminenza
A seguito
La vita dei cittadini nella città è stata presente del presente nel tessuto cittadino
Abbiamo lavorato a questo libro come diceva molto bene Linda Chisone all'inizio
Non per fare una celebrazione
Ma perché aprire quali sono profondamente le radici della chiesa di Roma nella città di Roma da cui anche il titolo del del nostro libero
In e in queste radici
C'è un evento che io ho studiato Andrea Riccardi ha studiato che altri hanno studiato e che continueremo a studiare che nel febbraio settantaquattro il convegno cosiddetto sui mali di Roma che realmente
E forse in età contemporanea diciamo uno dei più grandi eventi
Poi c'è stato il Giubileo eccetera però di veramente di comprensione da parte della Chiesa di apertura e di discussione
Libera aperta senza paura su che cosa significa vivere in questa città incontrare i problemi delle persone ecco e provare a dare provare ad avere dei delle risposte
Studiando questa storia si sono studiati anche del del delle persone
E io credo che stando qui in vicariato dobbiamo dire che abbiamo avuto dei grandi cardinali vicari
Che in questa in questa vicenda soprattutto diciamo io posso ricordare ricordo con grande affezione il cardinale Poletti che anche nella storia della Comunità di Sant'Egidio ha avuto un grande ruolo nel senso che non ha avuto paura della novità non ho avuto paura di ascoltare di accogliervi visitare di stare tra noi e questo è un segno molto importante di come i pastori di questa chiesa assieme al Papa perché lì e anche un ruolo molto complessa quella di essere vicario del Papa
E però in questa vicenda che abbiamo studiato abbiamo incontrato delle grandi figure che hanno realmente interpretato la volontà del del vescovo di questa città
Quindi grazie per per quello che avete detto ringrazio il professor Cucci per la sua lettura
Così attenta e intelligente diciamo su tema delle antinomie realtà e così vero vorrei soltanto finire dicendo che quello che si è capito e che per i papi la sacralità non voleva dire
Immediatamente è sempre la vita
Un conto è la segreta un conto è l'esemplarità cioè questa continua attenzione di Pio dodicesimo voli Papa Giovanni di Paolo sesto e Giovanni Paolo
Di
Chiedere alla Chiesa di Roma di essere esemplare
Perché la vera sa che la verità e l'esemplarità nella vita di ogni giorno nella vita spirituale nella vita
Di carità nell'essere appunto chiesa che ha il primato della carità e questo è tanto importante anche penso nell'oggi
Diciamo non solo sapere di venire da una grande tradizione ma interpretarla in ogni generazione
Fino ad arrivare all'idea che questa è una chiesa particolare
E credo che Giovanni Paolo secondo dopo Paolo sesto abbia dato veramente una spinta importantissimo diceva bene Umberto che cosa significa essere vescovo di Roma
Come mi ha raccontato monsignor Stanislao ogni sera prima
Di ritirarsi si affacciava alla finestra per benedire la città piromani soprattutto e quindi credo che questo sia un piccolo esempio un piccolo aneddoto che ci dice di quanto oggi in realtà questa è una vena di Ossezia
A Lipsia
Grazie a tutti allora c'abbiamo
Alla conclusione permettetemi di ringraziare il cardinale Pietro Parolin per il suo intervento grazie eminenza cardinale De Donatis per aver avuto quest'idea per aver desiderato
Questa collezione primo volume e anche per questo evento grazie relatori al professore
Boh Cucci Rocco Ucci al professor Gentiloni Silveri della dottoressa disordini gli affetti abbiamo vissuto non solo la presentazione di un volume interessante
Ma visto l'apporto dei relatori un vero e proprio convegno faremo frutto di questi interventi che potremo immagino anche raccogliere dare per i lettori in modo tale da poter approfondire e apprezzare questo testo testo di storia che si legge piacevolmente facile da leggere di facile lettura
Vi assicuro una lettura edificante che ci farà bene
E allora
Voler indirizzare ringraziare anche l'emittente Tele Pace
Ringrazio gli amici che sono in regia gli operatori che hanno curato la diretto ringrazio anche il team socio al della Diocesi di Roma che ha curato la diretta in streaming sulla pagina Facebook della diocesi
Grazie lettori vorrei ringraziare il segretario generale del vicariato monsignor Pierangelo Pedretti
Grazie di cuore gli autori che hanno fatto un gran lavoro grazie
Al dottor Domenico nocciolo che e lo storico della nostra diocesi e del direttore dell'Archivio storico
Della di cariato grazie al coro nella diocesi di Roma ci salutiamo
Con un canto che è una preghiera una preghiera che subito ci riporta al Giovanni Paolo secondo a San Giovanni Paolo secondo canteremo il Totus Tours il suo motto apostolico che tratto da una preghiera di essa Luigi Canyon de Confort è una preghiera di conservazione
Addio attraverso Maria tutto tuo Totus Tours ricordate si firmava così sempre documenti Giovanni Paolo secondo questa consacrazione che aveva fatto di se stesso addio per le mani di varia
Sì
Liriche
Avvocato
Favorire
Ora
Ieri
Il
Nella
A di
E
E
Ci
Sì
O la
Stizza il quando
A ed
è
Che la
Parola
Abbiamo
L'uomo
Gli
In
Allora
Ma
Lei
S'