30 OTT 2018
intervista

A proposito del Sin Val Basento - Redazionale di Maurizio Bolognetti

SERVIZIO | di Maurizio Bolognetti - Latronico - 00:00 Durata: 27 min 3 sec
A cura di Fabio Arena
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Li chiamano Sin, acronimo che sta per Siti di Interesse Nazionale da bonificare.

Fino a qualche anno fa, in Italia, erano presenti 57 Sin, poi, nel 2013, si è proceduto alla regionalizzazione di diciotto Siti.

Come viene ottimamente spiegato sul sito del Ministero della Salute, i siti del "Programma nazionale di bonifica comprendono aree industriali dismesse, aree industriali in corso di riconversione, aree industriali in attività, aree che sono state oggetto in passato di incidenti con rilascio di inquinanti chimici e aree oggetto di smaltimento incontrollato di rifiuti anche pericolosi".

In
buona sostanza parliamo di autentiche bombe ecologiche e di 5 milioni e mezzo di italiani che hanno vissuto, e in buona parte ancora vivono, all’interno e/o a ridosso di aree fortemente contaminate.

In Basilicata sono presenti due Sin: Tito scalo (PZ) e Val Basento (MT), perimetrati rispettivamente nel 2002 e nel 2003.

Dopo tre lustri e montagne di carte, la bonifica latita e in molti casi è mancato anche l’interesse.

In Val Basento, dove troviamo i resti della Liquichimica e l’amianto prodotto dalla Materit, falde inquinate e terreni contaminati, l’area diaframmata e siti ancora da caratterizzare, aggirandoci in un paesaggio spettrale abbiamo respirato anche il sogno di una industrializzazione morta e sepolta da tempo, che ha preteso e continua a pretendere il suo tributo di morte.

l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Riferendosi proprio al Sin Val Basento, in una relazione datata ottobre del 2015 ha tra l’altro scritto: "l’area ex liquichimica comprende aree non ancora caratterizzate o con una caratterizzazione parziale.

Nel dettaglio devono ancora essere caratterizzate l’area dello stabilimento ex-liquichimica, l’area triangolare e le aree Soldo e So.Me.Co., mentre l’area Mythen presenta un quadro della contaminazione lacunoso2.

Di certo, verrebbe da aggiungere, imbattersi in un cartello che all’interno del perimetro del Sin ingiunge ai visitatori di non fumare suona a dir poco beffardo.

Questo per non dire dei piezometri senza lucchetti e delle solite difficoltà riscontrate ogni volta che proviamo a chiedere che si onori la Convenzione di Aarhus.

Nei prossimi giorni, con e grazie a Radio Radicale, dedicheremo un focus/reportage proprio alla Val Basento e ai suoi "Non luoghi".

(Scheda tratta da articolo dell’autore del redazionale).

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