Cerimonia di dedica dell'aula magna del Tribunale di Palermo alla memoria dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e agli agenti delle loro scorte in occasione dell'Assemblea dell'Associazione Nazionale Magistrati

A te un po'di spazi anche a noi
Diamo inizio
E prego collega pugliesi
Di pronunciare il suo intervento
Oggi è un anno
Una lingua di fuoco soffiata
Dalla forza del male
Ha distrutto a Capaci corti di giudici e poliziotti
E correndo in Breve attonito tempo
Ha distrutto in via D'Amelio i corpi di un altro giudice e di altri poliziotti
Ma quel fuoco non è ha distrutto l'esempio il pensiero
La consapevole accettazione di un rischio connaturato ormai all'adempimento di un dovere che rivoleva operatori di giustizia e di ordine di quella giustizia e di quell'ordine che sono allo stesso tempo essenza e difesa della civiltà
Di quella giustizia di quell'ordine
Che i malvagi pretenderebbero di rigettare lontano da sé
Per rendersi padroni della vita fisica e morale degli altri
Quel fuoco non è ha distrutto la presenza in mezzo a noi
Ma anzi ha impresso nell'anima di tutti coloro che hanno voluto accettarlo
E certamente siamo tutti
Il segno dell'appartenenza alla schiera dei difensori della civiltà e del progresso dell'uomo Francesca Giovanni e Paolo
E voi eroici custodi Antonio Montinaro
Rocco Di Cillo Vito Schifani
Emanuela Loi
Vincenzo Li muli Claudio Traina
Agostino Catalano e dico Sina
Risuonò ancora alle nobilissima e parole del Presidente della Repubblica
Parole che ne rendono inutili ogni altra esse siano monito perenne
Non ride non vi ricordiamo per salvarci la coscienza perché non salveremo nulla con ricordo se abbiamo sbagliato
Vi vogliamo ricordare per amore
Gli vogliamo ricordare per amore
Che il vostro esempio resti sempre in noi e né i giudici che verranno dopo di noi
Come forza per non tradire sia pure soltanto con la pigrizia il giuramento di fedeltà al popolo italiano
E allora
Sì
Spostiamo un momento davanti l'ingresso dall'aula per scoprire la la la targa con cui quest'aula viene appunto consacrata alla memoria
Di Giovanni Falcone
Di Francesca Morvillo e di Paolo Borsellino successivamente l'assemblea dei magistrati continuerà con il la commemorazione
Di Francesca Di Giovanni di Paolo e di ioni della scorta che sarà tenuta ufficialmente per la Giunta
Sezionare da Leonardo Guarnotta
Con la con sacri amo alloro ricordò l'Aula magna di questo palazzo di giustizia noi magistrati del distretto della Corte di appello di Palermo
Vogliamo testimoniare i sentimenti che albergano nel nostro animo verso questi colleghi che hanno perseguito un ideale di giustizia di legalità e che in questo anelito sono stati stroncati nella vita
Ma
Ma non cancellati nell'animo e nella mente degli onesti che nel server hanno sempre vivo il ricordo
Riferendomi ai tanti discorsi che in questi giorni ci è stato dato di ascoltare sulla Sicilia sulla sicilianità
Intesa quasi come una mentalità in una cultura particolari nell'ambito delle quali si realizzerebbe una sorte dei osmosi tra legalità e illegalità
Fra quotidianità e mafia vorrei ricordare a tutti coloro che non tralascia l'occasione per denigrare questa nostra terra e la sua gente
Che nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata
I siciliani sono stati sentiti i primi e i più impegnati lo testimonia il fatto che tutti i magistrati caduti per mano della mafia o quasi tutti
E della delinquenza a iniziare da Pietro Scaglione da Cesare Terranova da Gaetano apposta
E poi Rocco Chinnici Ciaccio Montalto saette Livatino
Sino a giungere a loro Falcone Morvillo Borsellino sono siciliani e la maggior parte di questa martoriata città e della provincia nessuno ha quindi il diritto
Vi affermare o anche soltanto insinuare il sospetto che i siciliani non vogliano o non possano contrastare alla delinquenza la criminalità organizzata in Sicilia
Nel ricordo dei colleghi scomparsi e di tutti gli altri servitori dello Stato che hanno sacrificato la vita nell'adempimento del dovere primi fra tutti gli uomini delle scorte
Io formulo l'augurio che vuole essere ed è certezza che il loro sacrificio non sarà stato hanno e che presto questa nostra terra
Tornerà ad una condizione di liberazione dalla violenza e dalla illegalità nel rispetto della vita della libertà e dei diritti di ciascuno e di tutti
Con questo auspicio ringrazio tutti gli intervenuti il ministro negli affari sociali rappresentanza del Governo
Il presidente della Regione il rappresentante del Consiglio superiore della magistratura
Il procuratore di nazionale antimafia sua Eccellenza il prefetto il questore le autorità militari il presidente e i componenti del consiglio dell'ordine i magistrati tutti
Per avere con la loro presenza reso omaggio alla memoria dei nostri colleghi
E nel medesimo tempo per avere reso testimonianza dell'impegno ed alla volontà di tutti per il recupero della nostra società ad una condizione di normalità in tutti gli aspetti della civile convivenza
Al Leonardo Guarnotta
Prendo la parola quale per favore po'di silenzio grazie
Prendono la parola quale componente della Giunta sezionale palermitana delle soluzioni nazionale magistrati
Ma ma soprattutto in qualità di collega
Ed è amico di Giovanni Francesca e Paolo non uso i cognomi perché per me tutti loro sono Giovanni Francesca e Paolo io non ho l'abitudine di parlare in pubblico
E in particolare davanti a un uditorio così numerose e qualificato
Mi scuserete quindi se
Sono costretto ad affidare a qualche appunto scritto non vedo occupate non sono molte pagine lo svolgimento del compito affidato mi appunto dalla giunta
Di commemorare mentre indimenticabili colleghi ed amici
E credimi ancora in questo momento e per me è difficile credo lo sia anche per tutti voi realizzare che Giovanni Francesco e Paolo non sono più tra noi perché c'erano stati sottratti dalla barbarie mafiosa
Compito affidatemi e al contempo doloroso e impegnativo
Perché quella che stiamo celebrando non deve e non può essere soltanto una cerimonia celebrativa appunto ma deve essere anche soprattutto lo spunto per un momento di riflessione collettiva e l'occasione per guardarci tutti nel nostro intimo e chiederci se siamo stati siamo e saremo capaci di raccogliere il testimone passato ci dei colleghi
E dare esecuzione alloro testamento morale
In altri termini
Se ne siamo stati siamo e saremo in grado seguendo come loro ci hanno insegnato con l'esempio di turno e sino all'estremo sacrificio della vita di fare sempre nostro dovere
Qualunque sia il ruolo affidato ci nella società e nonostante tutti gli ostacoli le avversità i pericoli e le pressioni perché io credo fermamente che in questo risieda la dignità di ogni uomo
In questo momento mi si affollano alla Emory ha tanti ricordi legati a Giovanni a Paolo e la dolce Francesca che è stata sempre vicina e partecipe del nostro lavoro
Ricordi di momenti di avvenimenti che hanno scandito quella che mi piace definire la primavera giudiziaria palermitana avviata nei primissimi anni Ottanta
Quando sotto la direzione supervisione di quel magnifico Magistrato che risponde al nome di Antonino Caponnetto
Dopo tanti anni di colpevole inerzia e di sottovalutazione del fenomeno mafioso ebbe inizio la prima seria ed efficace azione di contrasto a Cosa Nostra
Fino allora abituata una pacifica convivenza con le istituzioni giudiziarie
Tra i momenti più significativi ricordo l'atmosfera di speranza che si creò in occasione dell'emissione del cosiddetto mandato di cattura Buscetta
Spiccato nei confronti di oltre duecentosessanta appartenente a Cosa Nostra gran parte dei quali fino allora sconosciuti alle cronache giudiziarie
Fu quella la prima volta in cui il grosso in cui un grosso esponente di Cosa Nostra decise di offrire la propria collaborazione allo Stato
Infrangendo il secolare muro di omertà che aveva contribuito a creare un alone di invincibilità attorno a questa organizzazione criminale
Per la verità già un decennio prima un altro uomo di Cosa Nostra aveva tentato di offrire la sua collaborazione
Ma sul presupposto di un mafioso pentito o non era un mafioso ovvero non poteva che essere pazzo
Le sue dichiarazioni non sortirono alcun esito e anzi si son sono soltanto contro chi gli aveva resta in effetti invece la NATO vitale ben prima di Tommaso Buscetta
Aveva squarciato e il velo di mistero intorno a Cosa Nostra
Sì è Nando nelle strutture i rituali le regole e l'identità di numerosi si muove l'onore negli stessi Simi termini in cui avrebbe poi fatto di Buscetta e tutti i numerosi altri collaboratori che hanno seguito l'esempio
Ricordo anche il momento esaltante che fu segnato dall'emissione della prima ordinanza sentenza del maxiprocesso
Con la quale fu uno definite per l'intuito felicissimo di Giovanni Falcone la struttura complessiva di Cosa Nostra l'ampiezza del suo esercito la sua incredibile pericolosità e soprattutto l'esistenza di un ordinamento mafioso
Fatto di regole indefettibili sanzionati in modo immediato ed efficace
Quella lucida intuizione sostenuta da una ineguagliabile da un eguagliabile impegno personale e da una inimitabile professionalità ha trovato dei figli un riscontro per la prima volta nella storia giudiziaria del Paese e dopo una travagliata un travagliato cammino nei due giudizi di merito
Nella pronuncia la Suprema Corte di Cassazione il trenta gennaio novantadue che tanta parte purtroppo sembra abbia avuto anche nelle tragiche vicende successive
Ma ora ricordati anche e direi forse soprattutto i momenti difficili e di amarezza grande che tanto dolore provocarono a Giovanni che ne fu l'involontario protagonista intendo riferirmi anzitutto la sua mancata nomina consigliere istruttore di Palermo
Dopo Uta non già ad una fisiologica competizione con altro candidato ma a un preciso disegno volto ad impedirgli per il concorso di volontà non tutte limpide e trasparenti
Di proseguire quella lucida strategia che tanti risultati aveva già consentito di raggiungere nell'interesse esclusivo della collettività
Ah bene infatti che taluni colleghi di Giovanni che tuttora calcolo queste scene giudiziarie soltanto per impedirgli di raggiungere quell'obiettivo
Si adoperarono attivamente per individuare prime sostenere poi un altro candidato il quale almeno formalmente potesse giustificare una scelta diversa da quella rappresentata da Giovanni trovarono quindi un candidato che pur non aspirando a quel posto e pur non essendo in possesso dell'indispensabile attitudini professionali
Fu convinto a presentare la propria domanda e la sua candidatura basata esclusivamente sull'anzianità fu sostenuta a tutti i livelli possibili
E fu fatta propria da una bene individuata alleanza trasversale e non solo giudiziaria che trovano dispensa bere supporto operativo in un'anomala e composita maggioranza del CSM dell'epoca
E lungi da me l'intenzione di reati issare polemiche sterili ormai sopite dal decorso dei tempi purtuttavia ho sentito il dovere di ricordare questo gravissimo accadimento perché dalla realizzazione di quel disegno De vivo come Stato segnalato alla stessa relazione dalla commissione parlamentare antimafia del sei aprile di quest'anno il progressivo smantellamento del
Forse
Quindi credo progressivo ecco riflessivo smantellamento del pool dell'ufficio istruzione con grave indebolimento dell'intervento giudiziario sul fenomeno mafioso
E soprattutto un indubbio stato di mortificazione e di pericolosissimo isolamento per Giovanni Falcone
E dire che egli forse più di qualsiasi altro magistrato aveva onorato la sua funzione di giudice nella lotta alla mafia
Ancora oggi qualcuno filosofeggia negando che un giudice abbia il compito di lottare contro qualcuno e meno che mai contro un fenomeno criminale Giovanni non filosofi e Java perseguita concreti obiettivi raggiungeva indubbi risultati e da grande giudice qual è oggi viene unanimemente riconosciuto ha fatto lui sì una seria per la lotta alla mafia
Non meno dolore di provocare un dopo il fallito attentato dell'Addaura quelle infamanti insinuazioni
Di chi nel chiaro intento di delegittimarlo volle avanzare l'ipotesi che fosse stato proprio Giovanni a organizzare un forza tentato per lucrare indebiti riconoscimenti in vista la sua nomina a procuratore aggiunto di Palermo
Assunta tale funzione andò incontro a un periodo tutt'altro che sereno la sua attività professionale
Accade infatti
Che dopo un lusinghiero e promesse di potere organizzare e coordinare un nuovo gruppo di lavoro che si occupasse specificatamente dell'azione di contrasto a Cosa Nostra non gli fu consentito di realizzare tale intento
Gli furono frapposte mille difficoltà
Sì sì decise di abbandonare la tanto amata attività giudiziaria accettando la proposta di nomina a direttore generale presso il ministero dalla giustizia
Ma gli attacchi personali Giovanni alla sua immagine professionale non finire no
Come è noto egli ebbe un ruolo decisivo nella riforma che portò l'introduzione del pure distrettuale antimafia e della direzione nazionale antimafia secondo un suo vecchio progetto maturato alla luce dell'ultra decennale esperienza professionale
La sua intuizione si è rivelata certamente felice attesi brillanti risultati conseguiti
In tre già poste in essere dalla direzione nazionale il cui rappresentante verranno e saluto cordialmente
Ma anche tale esperienza non tardò a riservarmi delle cocenti delusioni sul piano personale
Fu infatti non soltanto ritenuto meno ione o di altro collega notoriamente non doloso sesto livello professionale ma fu accusato di non poter ricoprire il posto di procuratore nazionale perché troppo vicino al Partito socialista
E quindi non in grado di assicurare una sua indipendenza dal potere politico
Ma non ero e resto la prima volta che Giovanni veniva accusato di vicinanza qualche partito politico
In un primo tempo era stato tacciato di essere vicino al Partito comunista italiano successivamente si dava per scontato che certe sue decisioni giudiziarie fossero state condizionate dalla sua vicinanza alla democrazia cristiana
E infine come sopra riportato sarebbe diventato uomo del Partito socialista
Sapeva che che la caduta mia
Bene
A questo punto
Il mio foglio bianco
Perché il ricordo di Giovanni va lasciato non
Allo scritto un foglio di carta ma al cuore
Ho passato tanti anni insieme al
Collega insieme
A Paolo Borsellino ho preso molto da questi due indimenticabili colleghi ed amici oggi c'è pure indegnamente occupa la stanza che fu di Giovanni nella quale ci siamo riuniti con i colleghi del pool pertanto tempo
E mi piace un crudele questo è mio intervento con una frase
Dette scritta da Giovanni Falcone che mi pare molto emblematico in questo momento
Gli uomini passano su questa terra ma le loro idee rimangono e cammineranno sulle gambe di altre verso ecco la mia speranza la speranza di tutti noi
Che credo nella giustizia
C'è quella che il libro di Giovanni il suo impegno il suo spirito di sacrificio viso senso dello Stato
Posso essere recepito da tutti noi ma non soltanto dalle magistrati ma tutti i componenti della società civile per un domani migliore che questa nostra bella tela merita senz'altro grazie
Assemblea il saluto della Giunta dell'Associazione nazionale magistrati un saluto non rituale come non rituale e questa Assemblea che si tiene nel luogo dove un anno fa ci siamo raccolti intorno
Ai corpi martoriati degli uomini della scorta e dei nostri colleghi accomunati nella stessa stragi di mafia
Abbiamo assistito un anno fa a un accorrere di popolo di dimensioni che non avremmo immaginato
Migliaia di persone hanno sfilato giorno e notte per rendere omaggio a quei caduti
E questa presenza silenziosa ma viva e pulsante di affetto ci ha reso meno insopportabile il dolore
Come ogni dolore condiviso
Ma onorare i caduti richiede a noi altro dalla partecipazione a un rito
A noi come a coloro che rivestono ruoli di responsabilità nelle strutture dello Stato si chiede di riprendere la lezione che i giudici caduti ci hanno dato è trarre indicazioni
Dal rimprovero che ci viene per non averla abbastanza capita quando erano in vita
E qui desidero essere chiaro
Senza polemiche ma
Dire che il rimprovero non viene per le idee diverse che si sono avute e che si sono dette
Perché è proprio degli amici dire le idee diverse e dire le critiche ed è proprio delle persone
Accogliere
Queste
Manifestazioni
Sentire ciò che un altro pensa essendo gliene è grato il punto non è questo
Il punto non è la critica o il dissenso che nessuno può sentire lesivi il rimprovero
Va rivolto semmai alla mancanza di critica all'indifferenza all'isolamento
A ciò che asseconda la strategia del bersaglio che tutte le organizzazioni mettono in piedi prima di colpire
A noi compete ancora trarre dei giudici caduti il monito contro l'ideologia del disimpegno
Ideologia che si traveste di oggettività
Ma non è oggettiva
E mette in circolo la cultura della convivenza o della tolleranza
O dell'armistizio con il crimine
E diffonde l'idea che il giudice che combatte per la legalità anziché acquietarsi nell'andazzo che trova è un giudice che se le va a cercare
è un giudice che fa qualcosa più del dovuto e si dice Lete così la sua terzietà
è un'ideologia che non è scomparsa
E per dura anche in quella che sembra la stagione del dopo Carnevale
Provocando ancora isolamento dei giudici che tengono gli avamposti della legalità dinanzi al potere delle centrali mafiose e non mafioso
In quest'anno terribile
Ma ricco anche di novità la magistratura non si è lasciata intimidire
Ha risposto
Vi sono stati
Vi sono stati i successi grazie ai sacrifici e la professionalità delle forze dell'ordine
E lo Stato sembra vero cercato una impostazione adeguata al problema della criminalità organizzata ma
Siamo in presenza di nient'altro che di un inizio tanto più fragile in quanto sconta decenni di ritardo
Questo non è stata l'Associazione nazionale magistrati sono stati i magistrati con le forze dell'ordine a consentire alle indagini sulle tangenti e i successi nella lotta alla mafia
Il titolo per parlare qui dell'Associazione nazionale magistrati e solo di essersi mossa nella consapevolezza che l'unità nella lotta alla mafia è certamente necessaria ma è possibile soltanto facendo distinzioni e scelte
L'impegno all'unità va assunto nei limiti in cui non intorbidare distinzioni utili all'efficacia della difesa della legalità
E dobbiamo evitare che un malinteso spirito di corpo comprometta la capacità di essere a fianco di taluni magistrati ma in opposizione ad altri
Questo dell'Unità attraverso distinzioni scelte non è un paradosso
Come è evidente a chiunque conosca le vicende degli uffici giudiziari palermitani ma non solo parli palermitani
E delle diligenze che si sono succedute nel tempo o per chi abbia memoria della vicenda medi Falcone ricordata
Poco fa in termini sostanzialmente esatti da Guarnotta
Per chi ribalta alle vicende del pool
O per chi abbia scambiato le idee quando era possibile farlo con Ciaccio Montalto o con chi minaccia
Non spetta a me dire quanto si sia realizzato la consapevolezza dell'Associazione nazionale magistrati di cui ho detto
Certamente si è cercato di sviluppare un dialogo costruttivo con l'avvocatura il mondo del lavoro
Le rappresentante della polizia alla stampa le altre magistrature trovando una grande disponibilità negli interlocutori e superando quell'isolamento quella sindrome di assedio che Falcone
In un intento indimenticabile intervento a Milano cinque novembre ottantotto rimproverava giustamente all'Associazione nazionale magistrati
Se vi è qualche merito da riconoscere alla linea seguita dall'associazione in questo periodo
Consiste mi sembra nella per adottato un ottica
Di assunzione di responsabilità permettere anzitutto ordine in casa nostra secondo lei preziose
Parole del Presidente della Repubblica piuttosto che evocare responsabilità esterne che pure esistono
E pure spesso sono prevalenti ma la magistratura deve saper guardare anche dentro di sé
Per appagare una fame di fiducia nelle istituzioni che è particolarmente grande in questo passaggio difficile per il Paese
Non abbiamo timore di capire
Che non è l'esistenza di giudici da cacciare che ci fa paura ma ci farebbe paura l'incapacità della magistratura di fare pulizia
E sì che il fatto che la magistratura
Applicando le necessarie regole di rigore e di prudenza nella valutazione della parola dei pentiti ma le stesse regole che debbono valere per il ladro di biciclette o per il senatore giunga a colpire giudici corrotti è un segno che rafforza la credibilità dell'istituzione
In un intervento a un'Assemblea che si tenne in questo palazzo l'anno scorso un collega disse
Da domani noi saremo ancora qui a rischio della vita ricordo questa frase perché indicava una semplice verità ossia che coloro che come me vengono da fuori passata la celebrazione se ne vanno
Ecco io credo che pur nella distanza fisica
La magistratura quest'anno abbia saputo operare tenendo davanti agli occhi tratto di strada di via capaci il sacrificio di Falcone e di Borsellino la realtà di Palermo
E i problemi che la magistratura siciliana
Se così è stato e se anche l'Associazione nazionale magistrati accolto questo atteggiamento e questo atteggiamento si diffonderà nella magistratura
Credo che potrà avvicinarsi il momento in cui si realizzerà la speranza dei nostri amici migliori la speranza di una magistratura credibile dentro un paese civile
Prenderà la parola ora Roberto Scarpinato
In questi giorni
Tra i colleghi io
Ho sentito spesso esprime un sentimento comune
Ricordando Giovanni ricordando Paolo
Con parole semplici e immediate l'espressione più ricorrente era
Come se fosse dire come se fosse ancora qui da noi non non riesco a credere che sia morto è finito
E mi ha colpito assistendo per interviste programmi televisivi
Sentire la stessa frase in bocca molti giovani nostri cittadini
E mi sono chiesto
Come perché
Questo sia accaduto
E io credo che le ragioni patrimonio di là dell'affetto profondo che ciascuno che alcuni di noi avevano Bergé venne al di là della stima enorme che si poteva avere per uomo
Perché
Affetti profondi stime ci hanno legato a molte persone che abbiamo incrociato il nostro destino e tuttavia c'è qualche cosa che va al di là della mozione degli affetti
E credo che queste ragioni
Siano di quelle che consegnano un uomo la storia del suo Paese
E per capirle bisogna muovere da una premessa
Il ruolo culturale
Che cosa nostra ha svolto nella realtà palermitana e Sicilia
Cosa Nostra Giovanni e Paolo avevamo capito sino in fondo
Non è stata non è come molti ci hanno voluto fare credere
Un'organizzazione criminale detta esclusivamente a Newport all'accumulazione della ricchezza è stata molto di più
Molto di più
E un universo culturale antropologico
Profondamente radicata nel tessuto popolare
E chi è una realtà discretamente come quella palermitana e siciliana
Segnata da una totale desertificazione dei valori
Ha offerto a migliaia di persone
La possibilità di una identificazione collettiva
Ha soddisfatto un bisogno profondo primigenio
Quello di dare un senso di appartenenza
Un bisogno elementare tribale
L'appartenenza al gruppo valorizzazione che ti dà identità e credo che quelle di nuovi che hanno avuto per motivi professionali i rapporti con i pentiti con i collaboratori di giustizia hanno potuto toccare con mano questa realtà profano difficile da comprendere all'estero
Punto di scissione interiore di perdita di identità di perdita di un senso di appartenenza ricordo un esempio ci ha fatto altre volte una volta Francesco Marino Mannoia mi disse voi giudici credete che si diventino un tenore per sette film
Questa è una parte della verità
Io come molti altri sa perché sono diventato meno di un'ora perché prima a Palermo il signor nessuno e troppo sono diventato qualcuno
Questa espressione così semplice e immediata scolpisce una parte della realtà un lato scuro di Cosa Nostra
E probabilmente da capire qual è stato il collante culturale di questa organizzazione che le ha consentito insieme ad altri fattori di attraversare cento anni di storia
Questo è un mondo culturale questo universo culturale paradossalmente ai Search citato una forte disse attrattiva anche nei confronti delle fasce medio-alta della borghesia abbinate sottostante il rapporto interessi ed è in questa realtà
Che si colloca l'esperienza umana e professionale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Perché lentamente
Cultura da coloro con l'autostima Leanza vissuta della sua attività professionale
Senza agitare insegno bandiere senza il tuo genere ai facili atteggiamenti di narcisismo oggi tanto in voga
Giovanni ha compiuto un miracolo
Ha cominciato a divenire luglio e poi Paolo un momento alternativo di identificazione collettivo
Prima dentro la magistratura quanti di noi sono venuti a Palermo perché ci si poteva identificare finalmente in un valore collettivo ci fosse la identificare un modo diverso di esercitare il proprio il magistrato
E poi fuori dalla magistratura nella società civile
Ma cos'altro collettivo dei valori di questa città
La gente ha cominciato a dividersi c'era chi si identificava chi continua a identificarsi nel mondo culturale di Rita interi quartieri di Palermo sono ancora in mano alla mafia
E c'era chi cominciava identificarsi nel mondo dei valori incarnata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in mezzo c'era la palude indifferenza monarca
E questo è stato veramente il miracolo di Giovanni capitale come gli israeliani hanno strappato al deserto una terra incolta l'hanno trasformato in un giardino lentamente facendo il magistrato testimonianza testimoniando nell'attività quotidiana i valori profondi di cui si nutriva quell'esperienza alla cominciata fecondare questa tassa
Giovanni quindi
E Tavano prima ancora di essere straordinari magistrati
Prima ancora di essere creatori di un noto sistemi e metodi di lavoro
Sono stati soprattutto dei seminatori di valori
Insieme hanno gettato un seme che aggiorna ogni tanto
Ancora una volta ha potenziato a questo processo di identificazione collettiva è stato come un accordo catalizzatore di tensioni morali fluttuanti
Comincia ad uscire spuri dalla emotività del momento e a consolidare dentro di noi un nuovo sistema di valori
Questi uomini sono stati lo Stato
Uno Stato assente mancante hanno svolto questo titolo di supplenza morale ed etica
Giovanni e Paolo quindi sono divenuti parte costitutiva del nostro mondo interiore del nostro sistema di valori
E per questo che vivono dentro di noi e che non possiamo credere che siano morti e che sono veramente immensa grazie
Prende la parola ora
Il ministro contro
Prendo la parola in punta di piedi
Come esponente del Governo perché so che forse queste cose indolente abitudine farle a delle riunioni dell'associazione magistrati
Ma voi tutti sapete l'amicizia e la stima che ho avuto per fortuna nel momento giusto per Giovanni per paura per Francesca ed è a questa forza che mi ispiro per parlare questo è un palazzo
Che io sento come una parte triste della mia vita dal mille novecentottantasei le prime riunioni antimafia del Consiglio superiore alla magistratura e quindi già atti di Geraci sui temi di cui avete parlato oggi
A tutta una serie di altre successivi incontri ricordo una commemorazione tristissima del giudice sette del suo figlio tenuta proprio qui da questo banco
Ricordo la veglia funebre qui dentro trent'anni per Francesca è un pezzo di storia via che è un pezzo di storia di tutti gli italiani che anche se non siciliani vedono questa terra come deve essere un un il uno dei pezzi più belli d'Italia nel momento proprio nel quale invece altri italiani vorrebbero ahimè abbandonato
Io credo di aver avuto da Giovanni soprattutto tante lezioni di vita
In tutte le occasioni dei nostri incontri
E posso qui soltanto dire mi perdonerete ma la collezione anche molto forte credo che occorre anche avere il coraggio di dire che siamo commossi
Due cose sole che sono le cose che ho in mente da questa mattina Primo ma perché dovevano proprio morire per arrivare a questi è un pezzo che io ancora oggi credo di non riuscire a sopportare
E la seconda che anche però dopo questo prezzo c'è una cosa mi sembra che si possa dire forte
E che cioè la dimensione di loro tutti editi Giovanni in particolare che era la dimensione della misura senza bisogno di aggettivi
è una cosa che si riscontra tangibilmente qui e anche oggi delle parole di tutti voi e nell'ascolto di voi grazie
Altri che vogliono intervenire
Anzi il dottore scaldato il SIULP io sono il segretario generale del SIULP e porta un brevissimo saluto anche perché ore dodici e trenta insieme assistenza ai magistrati terremo poco una conferenza stampa per fare il punto sui problemi ancora presenti
Oggi abbiamo scontato ascolteremo ancora molte parole e credo che nessuna sarà in grado in grado fino in fondo di esprimere quello che ognuno di noi approvato un anno fa eccolo oggi
Però per i tre grandi dei magistrati e degli uomini Ovo scotta Hume l'operatore che però hanno condiviso fino in fondo la loro sorte con quella di Falcone di sua moglie di Borsellino
Forse oggi possiamo affermare che quelle morti non sono state vane
La gente ha rialzato la testa finalmente è tornata nelle piazza indignarsi il Parlamento ha fornito ulteriori strumenti ancora sicuramente da perfezionare l'attività investigativa ha permesso la cattura di pericolosi latitanti
Oggi a voi magistrati hanno i poliziotti tocca riprendere i fili dell'esperienza di questi caduti non solo per rendere loro testimonianza ma per continuare un'attività che oggi finalmente dà i primi concreti risultati
Finalmente si è compreso che nessuno può più delegare che occorre combattere insieme che è indispensabile stabilire una cultura di legalità
E il consento che l'opinione pubblica di tributo ci tributo nella lotta alla criminalità nella cattura di latitanti nell'azione di moralizzazione con Mani pulite la dimostrazione migliori che alcuni sprazzi di speranze sono finalmente aperti
Ma il fronte della repressione comico della prevenzione ancora molta pena The drammatico si sono registrati successi certo ma guai ad illudersi forte ancora l'apparato organizzativo di Cosa Nostra e va smantellato con un'attività incessante determinante
Da tempo denunciamo il problema delle scorte
Oggi nostro per attori sono costretti a scortare spesso i detriti di macerie di un sistema
E ciò per non creare turbativa dell'ordine pubblico
E questi colleghi porno disagio postazioni ma molti di loro condividono con i magistrati con gli uomini politici più impegnati le battaglie le speranze la volontà di affrancare questo appello a questo popolo vitale a tutta credo che quindi non sia Vittorio Coggi ricordare insieme i magistrati collega ma tutti i colleghi poliziotti
E se ancora ci sono problemi qui sono addebitabili a chi oggi raccoglie i frutti dei successi grazie al posto nostro sacrificio manco non sono in grado di fornire tutti i necessari mezzi per tutelare i i migliori uomini dello Stato
Noi e credo di poter affermare che è doverosa almeno da parte mia su alcuni punti una profonda autocritica
Non intendo ovviamente riferirmi alla scelta culturale che molti di noi hanno fatto di critica nei confronti di Giovanni Falcone in conseguenza di alcune linee di politica giudiziaria che avevano caratterizzato la sua ultima attività al ministero
Non intendo su questo ritornare perché ciò a mio avviso risulterebbe soltanto sterile e improduttivo io credo invece che oggi si debba avere l'onestà di riconoscere e almeno io ritengo di farlo che tuttavia alcuni dei principi ispiratori della sua al ministero erano da condividere e da sostenere più di quanto sia stato fatto occorre riconoscere in particolare che certe scelte erano ispirate da una reale esigenza che la quella di forni efficace sistematicità all'azione di contrasto alla mafia che invece troppo spesso aveva sofferto pause intoppi e rallentamenti a causa di inefficienza e disservizi soprattutto in sede locale
La politica che gli ispirò di razionalizzazione dell'azione giudiziaria di contrasto alla criminalità organizzata attraverso la creazione delle direzioni distrettuali antimafia
Da tanti di noi all'inizio osteggiata si è rivelata invece a un primo pur parziale bilancio credo una scelta giusta ed efficace nelle sue generalità finalità
Un dato deve oggi ritenersi Cetto vi sono state delle realtà locali nelle quali per varie ragioni l'azione di contrasto dello Stato è stata parziale ed inefficiente se non addirittura talora del tutto deficitaria
E basterebbe pensare all'inchiesta del Consiglio superiore suo Agrigento su Trapani e tutto quello che ne è conseguito la netta inversione di rotta avviata con d'impulso determinante il contributo di Giovanni fa pone è stata proprio quella di operare affinché questa risposta dello Stato potesse essere professionalmente qualificate ed adeguata su tutto il territorio superando locali deficienze di inerzia
A poco più di un anno e mezzo dall'entrata in funzione di questi organismi voluti da Giovanni il bilancio credo possa ritenersi assolutamente soddisfacente
Anche se molto c'è ancora da fare vanno potenziate queste nuove strutture soprattutto chi vi lavora va posto in condizione di esprimere il mass sì ma delle capacità operative sue e della struttura attraversa il reale ed effettivo impegno a tempo pieno dei suoi componenti nella conduzione delle indagini antimafia cosa che fosse in atto none tale risultato ovviamente non può conseguirsi se non accompagnandosi un effettivo adeguamento delle risorse umane in materiali che ogni ufficio giudiziario nel quale è inserito la Direzione distrettuale antimafia deve avere in dotazione affinché i magistrati in Ignazi nelle attività sottratte alla DDA siano posti nelle condizioni di occuparsi adeguatamente di tutte le altre indagine
Anche se ritengo che tanto si è stato fatto vanno create le condizioni perché le strutture di alcune realtà soprattutto periferiche come per esempio Caltanissetta destinata a svolgere un ruolo di rilievo primario nell'attività di contrasto alla criminalità organizzata siano adeguatamente attrezzate il piano del personale dei mezzi
In questi giorni si fanno tanti bilanci per il passato tanti programmi per il futuro anche noi magistrati credo che dobbiamo riflettere su quanto è avvenuto sino ad oggi e su quanto siamo chiamati a fare intendiamo realmente fare per futuro parliamo tanto e giustamente limita per contrastare la mafia ma tensione perché credo che non ci sarebbe errore più grande di quello di arrivare a una un unanimismo di facciata occorre riconoscere che in Sicilia la magistratura è stata sempre porta trichet di due ben distinte culture d'orientamento il di due modi di intendere il ruolo del giudice in terra di mafia
Vi sono stati magistrati che non solo negli uffici e con le forme più appariscenti si sono sempre sforzati di impegnati per assumere fino in fondo le loro responsabilità e per adempiere al loro ruolo istituzionale spesso esponendosi anche a rischi gravissimi motto occorre con onestà oggi riconoscere che altri settori della magistratura Anne in the cioè sostanzialmente deciso di accettare nei fatti di convivere con l'esistente e cioè con un sistema di potere che non intendeva realmente contrastare con la necessaria determinazione ed efficacia il fenomeno mafioso
Da ciò da questo atteggiamento sono derivate forse deriva ancora passività inerzie nello svolgimento di delicate indagini concessioni troppo facili di arresti domiciliari attestati di modesta se non addirittura nulla pericolo sita sociale a soggetti imputati o condannati per gravissimi delitti si tratta di comportamenti indulgenze che non possono essere confuse con il rispetto giusto doveroso delle garanzie processuali queste sono state in realtà concessioni oggettivi segnali di moderazione talora interpretati all'esterno anche al di là delle intenzioni come veri e propri segnali di disponibilità
Si è detto tante volte che la sovraesposizione di un giudice o di un investigatore talvolta derivata non c'data la decisione di quest'ultimo di accelerare il passo o di fare più del proprio dovere ma solo dalla circostanza che tutti gli altri improvvisamente hanno fatto un passo indietro e lo hanno lasciato scoperto credo che ognuno di noi possa fare un ex a me di coscienza e posso citare fatti ed episodi che vorremmo non essere mai avvenuti e penso al maxiprocesso alle difficoltà incomprensibili per l'opinione pubblica è comunque inaccettabile per trovare qualcuno che presiede se la corte d'assise
E ancora ricordo come Palermo sì e denunciato il fatto che in circa quattro anni non si fosse riusciti a definire in grado appello il procedimento per la misura di prevenzione la confisca dei beni a Vito Ciancimino dopo che in meno di tre anni si era celebrato addirittura in tutti e tre i gradi del giudizio un per di mento per fatti gravissimi procedimento penale sempre a carico del Ciancimino mi chiedo ci chiediamo che cosa si aspetta a fissare il maxi processo dopo il rinvio dalla Cassazione è passato di a quasi un anno dal deposito e la sentenza della Cassazione e allora l'indipendenza e l'autonomia della magistratura non possono continuare a rappresentare lo schermo per mascherare forme di scarso in
Missioni o compiacenza io credo che oggi si debba affermare che Giovanni Falcone proprio
Potere finalmente
I concedere gli arresti domiciliari agli imputati di reati di mafia occorre rendersi conto che la mafia Cosa Nostra in questo ha un'esperienza un'abilità particolare affinata da decenni di esperienza nei momenti per la verità tutt'altro che frequenti di particolare tre sì onere l'azione dello Stato contro di essa ha sistematicamente sfruttato gli istinti a stizziti un sistema di garanzie e strumenti processuali per riguadagnare spazio operativo perduti e addirittura la libertà per i propri capi uomini mi viene mente quel momento storico presente in cui molti dei capi della cupola finalmente arrestati si ritrovarono tutti insieme agli arresti ospedalieri o per lunga degenza al reparto detenuti del civico e le riunioni della Commissione si facevano in quel reparto o penso per esempio la troppo fra quinte facile ammissione di bossa agli arresti domiciliari imputati con condanna all'ergastolo accuse per decine di omicidi strage
E penso ancora alle deficienze di inerzia di alcune strutture investigative e giudiziarie periferiche troppo ingolfate dall'ordinaria mi pone per poter assicurare un'azione seria efficace continua di contrasto a Cosa Nostra soprattutto in provincia dove dove è più forte soffocante la presenza della mafia due noti pentiti contorno e Marsala dicevano a Falcone
Che proprio dalla provincia bisogna partire per estirpare la mala pacchi pianta della mafia ecco perché è stata quanto mai preziosa l'azione svolta in provincia da Paolo Borsellino ebbene proprio grazie all'impulso dato all'arrivo di Falcone al ministero di Grazia e Giustizia
Era stato possibile adottare nel giro di pochi mesi tutto una serie di iniziative non solo legislative che avevano ridotto se non azzerato
Spazi disponibili per i boss mafiosi grazie alla distrazione alla scarsa sensibilità se non all'indulgenza di taluni pezzi dello Stato
Quando poco più di un anno fa fu pronunciata la sentenza del maxiprocesso tutti credo pensammo che essa grazie in particolare al mutamento di un clima complessivo e dell'impegno dello Stato nelle sue varie articolazioni non fosse stato estraneo a questa sentenza
L'arrivo di giovani al ministero quando poi dopo meno di quattro mesi fu compiuto prima il delitto Lima e poi la strage di Capaci molti di noi nell'interrogarci su quei tragici fatti cogliamo subito quello che oggi le indagini Sam
Brano confermarci e cioè che Cosa Nostra aveva reagito a quella sentenza ed aveva attribuito a Falcone anche la responsabilità di quella pronuncia che va confermato le pesanti condanne a boss e gregari dell'organizzazione
Forse non si era riflettuto a sufficienza sui gli effetti devastanti che tale decisione ha avuto sull'organizzazione criminale la ferocia di certe azioni degli ultimi tempi probabilmente pro trova una delle sue prime cause proprio nel fatto che molti esponenti dell'organizzazione sono stati condannate ormai definitivamente a pene detentive elevate basterebbe ritornare un attimo alla vigilia di questa sentenza per capirle capire quali fossero le aspettative di cosa mostra aspettative legittimamente fondate sulla sistematica opera di smantellamento dei processi di mafia fatta dalla prima sezione penale della Cassazione dell'ultimo decennio
Processo Basile il processo Chinnici lo stesso secondo maxiprocesso in parte il processo a cavo per la strage a novecentoquattro era più che fondata la speranza che in Cassazione molte condanne potessero essere annullate in perfetta consonanza con questa giurisprudenza
Non c'era magistrato avvocato e possiamo dire imputato a Palermo che potessi immaginare una sentenza come quella che purtroppo invece pronunciata i più ottimisti tra noi ricordo si spingevano al massimo a immaginare una conferma parziale moltissimi hanno la mente io sono convinto che la decisione in attesa della conferma integrale della sentenza ha contribuito in maniera rilevante allo scatenarsi delle azioni rabbiose e alle azioni sanguinarie di Cosa Nostra dei mesi successivi anche per riaffermare la propria potenza in data la propria soffocante presenza messa in discussione da qui la decisione di mettere in esecuzione sentenze di morte da tempo pronunciate e sospese sono per non turbare più del necessario la vigilia e la sentenza come possiamo dimenticare l'improvvisa
Max mafiosa che contraddistinse tutto il periodo di svolgimento quasi due anni del primo grado il maxiprocesso eloquentemente interrotta la stessa sera in cui fu pronunciata la sentenza di primo grado dall'omicidio di uno degli imputati assolti e scarcerati Antonino sul sono i tempi morti tra i vari gradi del giudizio furono contrassegnati dalla consumazione i delitti efferati contro alcuni Magi Frati Antonino Saetta Scopelliti che oggi possono essere letti come segnali chiari destinate a chi del processo doveva occuparsi ebbene la sentenza della Cassazione al maxiprocesso che onestamente nessuno a Palermo si attendeva e meno che mai ovviamente i capi mafiosi nella valutazione di Cosa Nostra è stata anch'essa attribuita la responsabilità di Falcone dopo il suo arrivo al ministero grave colpo che si è andato ad aggiungere alle mille altre che ne avevano fatto decretare la condanna a morte da parte di Cosa Nostra già parecchi anni fa e non può negarsi che la valutazione dell'organizzazione criminale sia stata esatta nell'attribuire proprio all'arrivo di Falcone a Roma il mutamento di clima che si è venuta a creare negli ultimi tempi in certi settori dello Stato devo confessare una colpa io mi ero illuso che la partenza di Giovanni per il ministero potesse rappresentare finalmente la meritata occasione per lui di riacquistare lasciando Palermo e le indagini un minimo di libertà e di vita normale che dieci anni di impegno a tempo pieno come nel suo caso e di vita blindata gli avevano impedito ero convinto che il suo impegno sul fronte della lotta a Cosa Nostra si sarebbe con la partenza per Roma di fatto ridotto notevolmente se non addirittura interrotto
C'era sì il rammarico della perdita di chi tra i colleghi più di tutti quanti gli altri in maniera assolutamente inutile inimitabili insostituibile aveva contribuito con le sue capacità professionali straordinaria l'azione giudiziaria contro la mafia ma veniva compensato tu dal rilievo che la s'partenza rappresentava comunque un fatto positivo per lui se ciò avesse potuto costituire come mi ero illuso di credere sbagliando clamorosamente dimostrando di non conoscere bene Giovanni Falcone finalmente l'inizio di allontana Dini d'un allora
Lamento dal pericolo di morte con il quale aveva convissuto per tanti anni devo invece oggi riconoscere mi rincresce non averlo capito come tanti altri molto prima che il trasferimento di Giovanni Falcone al ministero il massimo credito che gli è stato riconosciuto da alcuni esponenti di Governo Fo
Se colpevoli tante mancanze tanti ritardi e impegnati chiaramente a recuperare credibilità nell'azione dello Stato aveva soprattutto contribuito a buttare un clima complessivo grazie al quale si erano sviluppati nel recente passato inerzie inefficienze se non talora ma in
Feste compiacenza non dimentichiamo che in Cassazione quel presidente avuto persino l'ardire di affermare che la mafia non è il principale problema che assilla siciliani e come che no non ricordare che appena qualche anno fa di fu ministro di Grazia e Giustizia che invito formalmente i Magi
Gli anni non sollecitare collaborazioni da pentiti perché se no avrebbero assunto la responsabilità morale dell'uccisione dei loro parenti che lo Stato non era capace di proteggere credo che questa cultura appartengo ormai al passato e mi auguro definitivamente ma occorre comunque continuare a diffondere la consapevolezza della gravità e della devastante dire dimensione del problema sensibilizzandole coscienza alimentando più di quanto si è riusciti fin qui a fare il sentimento di rigetto e rivolta morale nei confronti sia dei mafiosi sia di quanti
Hanno contribuito alla crescita e la mafia prosperano e costruendo posizioni di potere anche sul quote di consenso criminale la questione mafia a una dimensione giudiziaria che ci richiama doveri ineludibili ma anche una dimensione politica Amato esercita un controllo militare
Vittorio ma anche politico sociale e su questo versante che si deve intervenire con più energia perché scaricare su magistratura e forze dell'ordine la principale se non esclusiva responsabilità di un'adeguata azione di contrasto alla dilagante presenza al potere mafioso e sta per lungo tempo un comodo pretesto la lotta alla mafia non può più essere delegato esclusivamente accertamenti Statue alle forze dell'ordine ma deve essere sentito come un problema nazionale una grande questione di democrazia da affrontare con impegno costante continuo che non si mai mai più di mafia come emergenza ancora tanta strada c'è da percorrere una generale mobilitazione delle coscienze e per far sì che la questione mafia continua a essere l'autentico problema nazionale la cui mancata soluzione mette a rischio le sorti e la democrazia in questo Paese poco che ciascuno faccia la sua parte per combattere ogni atteggiamento di indifferenza e rassegnazione che gli ultimi tragici fatti già l'omicidio il collega Livatino due anni fa aveva avuto effetti devastanti in questo senso possono realmente contribuire a diffondere anche tre magistrati siciliani
è bene dirlo con franchezza i fatti e l'esperienza di tutti i giorni dimostrano a chiunque che non tutti sono disposti a tirare avanti con l'impegno la passione necessari svolgendo un'attività in condizioni sempre più disagevoli in cui il solo adempimento del proprio dovere con equilibrio ma di terminazione può costare un prezzo altissimo che non tutti sono disposti a pagare gliel'gravissimo rischio che finisca ancora una volta per prevalere in qualcuno di noi la voglia di mollare la rassegnazione il rifugio nel privato dobbiamo invece renderci conto che qualunque sarà la proposta che rilanceremo le iniziative che chiederemo e adotteremo nulla avrà reale valore sul versante giudiziario se tutti nessuno escluso ed è un invito che rivolgo a me stesso e a tutti i colleghi palermitani non avremmo coscienza del fatto che ogni legge ogni riforma ogni strumento che verrà messo a nostra disposizione su questo versante potrà avere il reale efficacia solo se noi ne sapremo fare un uso responsabile e consapevole non dobbiamo mai perdere di vista il fatto oggettivo incontestabile che con Cosa Nostra e con coloro riterremmo responsabili di farne parte ci troviamo di fronte alla più feroce e potente e determinato organizzazione criminale che abbia mai operato almeno in questi ultimi decenni e che pertanto l'impegno dello Stato e Dino magistrati per quanto ci compete delle strade
Guarda a questa situazione oggi la gente ed è un segnale importante che forse non tutti si attendevano reagisce ed esprime tutto il suo sdegno e la voglia che le cose cambino facciamo in modo che questa tensione morale permanga permanga anche tra di noi e che le è che non si riesca
Sa stiamo attenti perché questo rischio può continuare ad esistere le immagini delle stragi di Capaci e di via D'Amelio infatti per alcuni di noi purtroppo non sono stato una novità perché sono state precedute da immagini eguali di tragedia altrettanto gravi e devastanti che ci
Durava tutti non dovessero mai più ripetersi ed è profondamente triste pensare che in questo nostro Paese alle soglie del due mila debba far parte ormai dell'esperienza di un magistrato anche alle prime armi e pensa ai giovani colleghi appena entrato in magistratura la memoria delle ma c'i terribili di stragi e ventidue così molti di noi hanno visto e vissuto l'attenzione la mobilitazione delle coscienze che oggi più di ieri c'è in questa città e nel nostro Paese l'ho vista e vissuta e anche allora fu per me una sorpresa Trapani nei giorni successivi all'attentato a Carlo fa
Quand'anche allora sembrava che tutto una città volesse reagire all'assurda feroce strage che aveva visto morire due poveri bambini di sei anni e la loro madre rimarrà
In tre lingue molti di noi che vivemmo quella tragica esperienza il ricordo di quella mattina del due aprile mille novecentottantacinque quando fu compiuta quella efferata strage sono esperienze che si segnali in profondità non soltanto sul piano professionale ma anche soprattutto sul piano umano il tormento aumentar al pensiero che ancora oggi gli autori di quel ferrosa vigliacco gesto circolano tra noi impuniti eppure anche allora bastarono alcune settimane perché l'impegno la mobilitazione di una città sfuma se per tutto tornasse come prima non bisogna dimenticare non possiamo dimenticare se anche stavolta saremo capaci di dimenticare anche il sacrificio di Giovanni di Francesca
Dei tre ragazzi che li scortavano come quello di Paolo e dei tanti troppi ormai che li hanno preceduti e seguiti sarà stato alla fine e al di là di tanti proclami in realtà davvero inutile e questo destra ogni costo evitato
Di Pozza ovviamente
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