"1942 - 1992: Cinquant'anni dopo la legge urbanistica italiana"

Posto
Se siete d'accordo inviterei al tavolo della Presidenza Vezio De Lucia che poi il relatore
Questa mattina
Quindi eviterei da Ezio prender posto
E l'onorevole Roberto Barzanti vicepresidente del Parlamento europeo
Che lo inviterei
Apriamo i lavori di questo
Nostro convegno
Otto
Da parte nostra soprattutto di coloro che si sono un po'dedicati all'organizzazione di questa iniziativa
C'è sicuramente un motivo di soddisfazione lo volevamo
Dire subito
L'anno scorso sempre nel mese di ottobre
In questa sala che ci ospita molti di voi tra l'altro erano presenti
Ci siamo dati appuntamento per continuare la discussione avviata in occasione della presentazione del libro verde della comunità europea sull'ambiente urbano e le città d'Europa
Fu quella un'occasione importante
Per dare una voce collettiva
Ad esperienze riflessioni che
Fino a quell'ora c'era parso alcuni Dinoi
Erano proseguite in modo disperso
E comunque pochi momenti unificanti
Fu un'occasione come molti ricorderanno e che documentato dagli atti del convegno che abbiamo pubblicato per testimoniare il dissesto territoriale urbano dal dal paese
Ma non fu solo un convegno di denuncia
Le novità culturali che erano contenute nel libro verde della comunità
Rappresentava anche un ancoraggio culturale forte
Per tutti coloro che nel corso soprattutto degli anni ottanta avevano mantenuto ferma la necessità di una nuova fase della politica urbanistica del nostro Paese
Andando sicuramente controcorrente rispetto alle mode dell'epoca e sicuramente appunto rispetto anche alle critiche che erano rivolte alla concezione della cultura del Piano e della pianificazione
Oggi con l'organizzazione di questo convegno ci proponiamo
Un obiettivo più ambizioso e lo vedremo alla fine se se riusciamo a mantenerlo
Rileggere criticamente le vicende urbanistiche nel nostro Paese
E l'occasione ci viene fornita in questo caso dalla promulgazione nel mille novecento e quarantadue della legge generale possiamo dire dell'urbanistica italiana tuttora vigente
Vogliamo dirlo subito non è nostra intenzione rifugiarsi nel passato o fare solo della storiografia anche se importante
Per sfuggire alle sfide del presente
Al contrario vogliamo comprendere
In che misura i processi degenerativi in atto
Un solo solo una specifico elemento irrazionale di un processo degenerativo di mal governo del paese di un'ultima fase ma quanto invece possono essere anche punto terminale di una lunga incubazione che attraversato in questi decenni di storia repubblicana e che sicuramente hanno avuto negli anni ottanta una tigre un pente accelerazione
In buona sostanza vogliamo fare i conti anche in corso di questo convegno con la drammaticità della situazione attuale
Ma non vogliamo da questa contingenza pur sarmatica esserne schiacciati
Vogliamo quindi offrire un'occasione un luogo una sede per una riflessione di più lungo periodo su questo dedicheremo soprattutto i lavori di questa prima giornata
Parleremo di urbanistica prendendo le mosse dei ma lei ripeto legge che ormai a cinquant'anni
C'è forse il rischio di essere fraintesi
Di dare l'impressione fuori di qui probabilmente di parlar d'altro
Mentre i fatti di questi giorni di queste settimane clamorosi incombono sul nostro presente per molti aspetti ipotecano anche il nostro futuro
Vicende monetarie il lavoro per milioni di persone
I risparmi delle famiglie
La crisi ormai evidente della Repubblica e del suo sistema politico
Non sarà così non vogliamo parlar d'altro
Ripercorrere le vicende urbanistica del nostro Paese significa parlare dei luoghi dove viviamo abitiamo lavoriamo
Trascorriamo parte ampia del nostro tempo libero in becchiamo
Per loro degrado del loro peggioramento Della qualità urbana
Non solo in zone degradate socialmente ma anche laddove il benessere e la ricchezza individuale sicuramente presente
Del resto
Anche in questi giorni è bastato un peggioramento delle condizioni climatiche
Del resto non particolarmente drammatiche
Per confermare il quadro di dissesto del nostro territorio
è stato sufficiente questo permetterà al collasso una città come Genova per mettere a mollo intere regioni causare ancora nuove vittime umane provocare enormi danni materiali ed economici
Di tutto ciò lo sappiamo la classe dirigente di governo porte alle responsabilità preminenti
Ma sappiamo anche su questo siamo disincantati e con gli occhi aperti
Che nell'opinione pubblica è presente un sentimento ormai di critica all'insieme del ceto politico del nostro Paese
Coinvolge quindi anche coloro che probabilmente no hanno avuto esperienze e responsabilità di governo
Questo lo sappiamo ed è presente
Perché si era nei rotto un rapporto di credibilità e di fiducia tra il cittadino le forme della politica tra il cittadino e le forme della rappresentanza istituzionale
E a questo noi vogliamo rispondere parlando di urbanistica parlando delle città parlando del governo del territorio in queste nostre due giornate di lavori
E in per tante ritengo con la riflessione storica che sarà avviata con le relazioni che seguiranno individuare anche con precisione
Le motivazioni che oltre alla responsabilità politiche che sono evidenti
Hanno anche consentito hanno dato certa nobiltà teorica e culturale ha un'idea di modernizzazione che nei fatti si è affermata nel corso degli anni ottanta
Che ha giustificato o il varo dite una determinata legislazione
Di leggi e leggine
Di legislazioni d'emergenza
Di procedure eccezionali che sono diventate poi prassi costante
Di svuotamento di competenze pubbliche che hanno mortificato innumerevoli professionalità e risorse umane che sono ancora presenti nella pubblica amministrazione
Via in tutto questo un tratto specifico tutto italiano
Non vogliamo essere autolesionisti ma vi è entrato specifico che va approfondito che va colto che va motivato a cui va data una risposta
Che non si riscontra in altri Paesi sviluppati a livello europeo dove pure c'è il mercato con le sue regole
E con le sue logiche dove i capitalisti gli speculatori non sono meno aggressivi che nel nostro Paese
Dove sicuramente anche la via corruzione e i politici non sono distinti di Sant'ma l'esito è diverso lo Stato è ancora riconoscibile c'è traccia ancora forte di una pubblica amministrazione a questo io credo che da questo elemento tutto rostro tutto italiano credo che noi dobbiamo dare una risposta
Vi è quindi un campo di indagine da approfondire
E qui poi su questo quindi una discussione che mette che parte delle vicende culturali degli anni ottanta
Ma che non vuole riportarci indietro non vuole riportarci a una sorta di cultura del villaggio di una civiltà agreste e senza contraddizioni
Sappiamo che anche una svolta in ambito culturale politico sulle vicende urbanistica del nostro Paese
Poi deve fare i conti con le sfide del nostro tempo con la società che abbiamo oggi economicamente e tecnologicamente avanzata
Con una fase non breve di nuove contraddizioni giovani eletti
Cita multietniche competizioni economiche questioni ambientali cioè qui qui i problemi del nostro tempo e che abbiamo definito appunto il governo delle complessità
Di questo la discussione già l'anno scorso nel corso del convegno che prima accennavo aveva messo in evidenza anche i limiti di una cultura urbanistica tra virgolette di sinistra
Al le rigidità di una concezione della pianificazione
Rilevate siccome nei fatti poco rispondente al governo di queste complessità di queste quindi situazioni che richiedono appunto elementi di maggiore flessibilità anche nella concezione di piano
Di misurarsi con le esperienze più avanzate a livello europeo cioè dare anche al termine competizione non tutta quella carica aggressiva che di cui si è connotata
Torre da questo punto di vista si possono quindi cogliere sia effetti degenerativi
Ma dove significative importanti trasformazioni urbane anche in occasione di eventi eccezionali come le Olimpiadi
Penso a Barcellona hanno consentito poi una profonda trasformazione che non credo abbia avuto un esito negativo ha messo nella condizione questa città appunto di diventare una città sicuramente moderna
Mettere in campo quindi nuove idee e programmi questo ci pare si anche scopo di questo convegno
Al fine di aggregare forze e interessi diversi oggi non aggregati
Cercare nella sostanza che l'unica alternativa in campo alla situazione attuale alla degenerazione attuale alla crisi della Repubblica non sia solo quell'onda che sta montando delle che ci sia un altra alternativa del nostro Paese
è questo l'obiettivo ambizioso che ci proponiamo con questo convegno
Cioè lanciare una sorta di manifesto programmatico per una nuova stagione dell'urbanistica italiana
Di volare con questa proposta tutte le energie per un movimento che sembra in campo sulle vicende sulle questioni sul governo sulla gestione del nostro territorio delle nostre città
E che poi troverà momenti diversi momento legislativo il momento della norma al momento dello specialismo il momento del piano ma è importante che tanti soggetti si mettono di nuovo in movimento su un processo di riforma
E questo credo il contributo originale di cui ringraziamo che alcuni specialisti riuniti sì nell'associazione Polis per esentare hanno domani nella seconda parte dei nostri lavori
E già questo io ritengo un fatto del tutto originale per alcuni aspetti sine consentito innovativo
Che è sì un po'da i canoni della convegnistica
Cioè che insieme con questo convegno Sivori dare una risposta a una riflessione storica che prende le mosse appunto dal mille novecento e quarantadue sul finire del fascismo
Si misura con l'oggi e quindi con la crisi dall'oggi per quanto riguarda le vicende urbanistiche del nostro Paese
Ma manda anche un messaggio un lancia una prospettiva e su questo ci sarà un dibattito quindi già nel nostro convegno
Vi sono importanti personalità specialisti che per interverranno di cui li ringraziamo già oggi della loro presenza su cui sentiremo già le prime opinioni quindi metterci in condizione di uscire da qui
Non solo una riflessione approfondita ma anche
Riuscire a stimolare una nuova operazione politico-culturale di qui quindi anche la nostra ambizione
Anche in questa che occasione
Pur essendo focalizzati i nostri lavori sulle vicende urbanistiche dal nostro Paese
Abbiamo però voluto mantenere aperti o un orizzonte che guardi appunto le vicende europee
Con interventi specifici da questo punto di vista
Le contraddittorie vicende legate alla ratifica del Trattato di Maastricht
Ci dicono che la nuova dimensione politica ed istituzionale sovranazionale europea se risponde da una parte alla fase storica che sta vivendo il nostro continente non è certamente un processo nel lineare né indolore su questo probabilmente anzi certamente da parte dell'élite della parte delle classi dirigenti si è compiuta una grande sottovalutazione
Ma io appartengo alla schiera e mi auguro che sia siamo in maggioranza
Di coloro che ritengono che questo processo di costruzione di un'entità politico istituzionale sovranazionale sia un processo irreversibile che risponde soprattutto il futuro delle nostre generazioni e allora anche i problemi che si incontreranno anche le modifiche che dovranno essere apportate anche alle correzioni di rotta che dovevano essere date anche quel deficit democratico dovrà essere recuperato però credo debba dare inizio ormai nella direzione di questa nuova grande frontiera che si apre per il nostro continente
Come sapete il Trattato di Maastricht non da poteri in materia di gestione del territorio non vi è una competenza specifica
Nel trattato però sono contenute alcune innovazioni importanti
Di competenza ormai della Comunità europea sul politiche settoriali quali trasporti quale le reti di comunicazioni quale l'ambiente
E mi pare che questi siano vicende che interessa l'urbanistica e una concezione nuova della pianificazione di qui quindi
La necessità di un'opera da parte del legislatore di armonizzazione delle legislazioni urbanistiche nazionali tra i dodici stati membri da ultimo mi preme sottolineare l'adesione non formale che la direzione nazionale del partito democratico della sinistra ha voluto dare a questo appuntamento
Un convegno cui vedrà la presenza di qualificati dirigenti del partito democratico e con un intervento conclusivo del suo segretario Achille Occhetto mi pare anche qui
Senza tanta retorica un modo per testimoniare una più lontana di ben misurarsi con nuove idee programmatiche e in qualche modo dare una risposta a una deriva che non sia solo negativa a questo punto mi auguro che i lavori possono svolgersi come da programma e mi auguro che alla fine possiamo tranne un risultato positivo vi ringrazio
Do ora la parola a Vezio De Lucia
Devo anche comunicare che il professor Tranfaglia
Ha mandato telegramma in cui per un'emergenza dovrà sottoporsi a un noioso intervento chirurgico e qui relativa convalescenza e nella impossibilità di partecipare
Ampiamente giustificato e cogliamo l'occasione per fargli gli auguri di una pronta convalescenza
La legge urbanistica
Non è l'unica legge importante del periodo fascista sopravvissuta fino a oggi
Basta pensare al codice civile anch'esso del mille novecentoquarantadue
Ma come è possibile che dopo cinquant'anni
Il testo fondamentale in materia di urbanistica continui a essere il medesimo
Nonostante sia rimasto in gran parte inattuato e più volte sia stato variamente aggiustato e nonostante che quasi tutti l'abbiano molto criticato e che da sempre sia oggetto i radicali proposte di modifica
Per tentare una risposta io credo che sia utile a partire da una osservazione quella legge
A differenza di tanti altri prodotti del regime fascista non è un compromesso fra le due anime fondamentali del regime
Quella reazionaria indissolubilmente legata agli interessi agrari e del capitalismo più sordido
E l'anima moderna impegnata per lo svecchiamento il rinnovamento dell'Italia
La legge del quarantadue appartiene senz'altro a quest'ultima tendenza è una vittoria del fascismo di sinistra se mi è consentito l'ossimoro
Basta leggere il dibattito che si sviluppò alla Camera e al Senato
Le dichiarazioni del ministro dei lavori pubblici Giuseppe Gorla di Alberto Calza Bini e degli altri che avevano partecipato alla stesura della nuova legge
Per rendersi conto che l'obiettivo dichiarato è perseguito era soprattutto di impedire la speculazione fondiaria
Piero Roberto Della Seta che hanno studiato accuratamente l'urbanistica del fascismo a Roma hanno scritto che lo strapotere della grande rendita fondiaria è una novità del dopoguerra
Non del fascismo che seppe invece praticare spesso una politica urbanistica profondamente innovativa talvolta addirittura rivoluzionaria
La spina dorsale della legge come disse il ministro Gorla
Era rappresentata dall'articolo diciotto che consentiva di espropriare i suoli compresi nelle zone di ampliamento al fine cito sempre da Gorla
Di creare un demanio comunale e di permettere ai Comuni di dominare il mercato delle are e di avvantaggiarsi del plusvalore che vengono ad acquistare i terreni
Era così possibile l'esproprio generalizzato e preventivo bastava infatti la sull'approvazione del piano regolatore delle aree di espansione
Un esproprio a futura memoria dichiarano subito i difensori degli interessi colpiti c'era in effetti un passo avanti clamoroso rispetto alla situazione precedente e a quella successiva fino a oggi è forse per sempre
La pubblica utilità non era più dipendente dalla realizzazione di singole opere pubbliche ma era diventata di pubblica utilità come recentemente ha osservato Marco Avarello la stessa funzione ordinatrice della pianificazione urbanistica
Un ragionamento analogo può essere svolto per quanto riguarda il sistema di pianificazione previsto dalla legge del quarantadue
è evidente la originalità della legge in materia di piani comunali rispetto alla tradizionale impostazione risalente alla legge del mille ottocentosessantacinque dei piani di risanamento e di ampliamento
Il Piano regolatore generale è uno strumento imperativo del tutto inedito di natura fortemente pubblicistica che tende a un nuovo disegno della città
Per dirla in gergo si tratta di un piano di struttura di un piano strategico di lunga durata che deve necessariamente attuarsi con il ricorso e piani particolareggiati
Ma siamo abituati a pensare alla legge del quarantadue con il senno di poi
Siamo cioè convinti che tutte le modifiche apportate nel dopoguerra
Dagli standard al programma poliennale di attuazione della lottizzazione convenzionata gli indici massimi di edificabilità eccetera siano state necessarie per correggere gravi difetti della legge originaria soprattutto per quanto riguarda il controllo dell'iniziativa privata
In effetti invece la legge del quarantadue ma su questo torniamo in seguito era concepita per una gestione autoritaria fortemente centralizzata affidata una burocrazia energica cui spettava quasi in esclusiva l'azione urbanistica abbisognava perciò di procedimenti elastici facilmente adattabili al mutare delle circostanze
In questa logica si spiega bene per esempio secondo me il carattere pragmatico tutt'altro che rigido del Piano territoriale di coordinamento destinato a regolamentare gli interventi in determinate parti del territorio nazionale
La legge del quarantadue era insomma l'espressione di un potere assoluto che si era forgiato uno strumento di natura giacobina adatto a garantire una permanente supremazia sull'interesse privato
E evidentemente impensabile che un meccanismo siffatto
Con i comuni abilitati ad operare come agenzia fondiari pubbliche
Potesse funzionare nel dopoguerra democratico e democristiano
Ma è comunque utile un veloce percorso mi cinque decenni trascorsi dall'approvazione della legge per valutare le diverse fasi della sua applicazione mille novecentoquarantadue mille novecentocinquantadue in questo primo periodo la legge fu di fatto ignorata come se non ci fosse travolta dalle vicende della guerra della sconfitta della ricostruzione
Con il dopoguerra ebbe inizio il ricatto dell'emergenza con l'alibi di superare rapidamente la fase contingente dalla ricostruzione dei centri abitati attraverso dispositivi agili e di emergenza
Fu accantonata la legge urbanistica e furono varate le norme sui piani di ricostruzione
Dovevano durare al massimo un decennio invece ancora fanno danni come dimostrano le indagini della magistratura in corso sul piano di ricostruzione di Ancona
La legge del mille novecentoquarantadue in quel decennio nessuno difese anzi sì comincio subito a criticarla
Non è certo un caso se sul primo numero della rivista urbanistica dopo la liberazione
Due paginette datate settembre ottobre mille novecentoquarantacinque il primo articolo è per la riforma della legge urbanistica e l'argomento è ripreso in seconda pagina
Lo zero antifascista indusse ad atteggiamenti a critici così fu anche per esempio a proposito del piano regolatore di Napoli del mille novecentotrentanove che nel dopoguerra fu subito bollato come fascista è accantonato senza che nessuno si accorgesse che era il miglior piano che Napoli potesse avvenire
La legge del quarantadue e quasi del tutto ignorata anche nel dibattito che si sviluppò in occasione del secondo congresso nazionale di urbanistica tenuto a Roma nel giugno del quarantotto
Il primo si era svolto a Palermo dieci anni prima e che segna alla ripresa ufficiale del dibattito urbanistico nel dopoguerra
Secondo decennio di vita della legge mille novecentocinquantadue mille novecentosessantadue
La legge non può dirsi certamente ignorata
La parte più sensibile dell'opinione pubblica comincia a interessarsi al futuro delle città e del mille novecentocinquantadue il primo articolo di Antonio Cederna in difesa dell'Appia Antica
Sono consistenti gli sforzi del ministero dei lavori pubblici e del Linux che come è noto svolge una funzione di collateralismo e di sollecitazione all'azione del governo
In verità l'obiettivo che si persegue è la generica diffusione degli strumenti urbanistici indipendentemente dal loro contenuto
L'eccezione è rappresentata dal dibattito sull'urbanistica romana che si sviluppa la cinquantaquattro in poi dentro e fuori scampi d'olio e che affronta esplicitamente le questioni della politica del suolo urbano Aldo Natoli fu il primo per quanto io ne sappia a riproporre l'utilizzazione dell'articolo diciotto
Tornando agli strumenti urbanistici nel periodo in esame sono diramate ben Setti e le ben sette elenchi di comune obbligati alla formazione del Piano regolatore generale per un totale di settecento trentasei comuni
Ma dalla relazione generale di Luigi Piccinato al quinto congresso dell'inno dei cinquantaquattro apprendiamo che mentre sono operanti quattrocentoventisette piani di ricostruzione i piani regolatori approvati in base alla legge del quarantadue sono solo ventitré
Lino organizza puntualmente un convegno o un congresso all'anno quasi tutti riguardanti la pratica della pianificazione
Dopo l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana sembra prossima l'attuazione delle regioni li nutre atta spesso di chiarificazione regionale
Il congresso più noto come sapete tutti è quello del sessanta dedicato al Codice dell'urbanistica messo a punto dopo quasi tre lustri di impegno derivino per la riforma della legge del quarantadue
è un insieme di ragionevoli proposte di razionalizzazione che due anni dopo saranno come si usa dire scavalcati a sinistra dal disegno di legge sullo
Un terzo decennio della legge Milano centosessantadue mille novecentosettantadue e certamente il Periodo più interessanti sono gli anni preziosi e indimenticabili che vanno dalla nascita del centro sinistra alla radicale rinnovamento della società nazionale per merito della contestazione studentesca e operaia
Per l'urbanistica e la stagione delle riforme autentiche
Il decennio che stiamo trattando si apre con l'approvazione della legge centosessantasette e si chiude con la legge per la casa
Ora impossibile parlare dei protagonisti e delle vicende tumultuose di allora
Mi limito a citare i ministri fiorentino sulle Giacomo Mancini il presidente dell'Imu Adriano Olivetti
L'impegno culturale politico e amministrativo di Giuseppe Campos Venuti assessore boh a Bologna di Edoardo Detti assessore a Firenze di Giovanni Astengo assessore a Torino
Nei primi anni Sessanta si mette mano alle esperienze di pianificazione nel bene e nel male fra le più importanti del cinquantennio l'attività è ovunque e comunque intensa solo nel sessantadue sono adottati piani di Firenze e di Roma di Venezia di Palermo e di tante altre città
Ma non sono accecato dall'attrazione per il centrosinistra so bene che quelli sono anche gli anni della più turpe speculazione fondiaria di edilizia la frana di Agrigento del luglio mille novecentosessantasei né ancora oggi il simbolo più diffuso
Ma quell'episodio determina una reazione decisa del potere pubblico
Ai giorni nostri impensabile e Dio sa quanto sarebbe necessaria un'inchiesta mia ministeriale paragonabile a quella delle strade del sessantasei e che dette origine alla legge ponte finora l'unico intervento sistematico di aggiornamento e di miglioramento della legge del mille novecentoquarantadue
A produrre quell'inchiesta fu all'ora lo stesso ministero dei lavori pubblici oggi degradato ai margine del malgoverno
Mille novecentosettantadue mille novecentottantadue e il decennio della delusione
La crisi energetica del settantatré la conseguente fase di ristagno l'economia indussero riflessioni critiche sui danni della crescita spontanea favorendo la ripresa di esperienza di programmazione
Continua anche l'azione di riforma avviato in precedenza l'approvazione della legge Bucalossi del piano decennale per l'edilizia dell'epoca non è completa mi disegno di rinnovamento legislativo cominciato con la legge centosessantasette
Ma come tutti sanno nessuna di quelle esperienze di quelle leggi ha retto agli spiriti della Controriforma che si sono scatenati all'inizio degli anni ottanta è una storia troppo nota che inutile raccontare ancora una volta ma la ragione profonda della delusione va riferita soprattutto secondo me
All'attuazione dell'ordinamento regionale
Non fu necessario molto tempo per capire come erano state mal riposte le speranze di rinnovamento e di svolta ad opera delle regioni
Non si può certo fare di tutt'erba un fascio come se l'Emilia Romagna fosse confrontabile con la Campania
Ma non è questo il punto quello che dobbiamo registrare e la omogenea e complessiva caduta dell'impegno culturale in materia di politica della città e del territorio e non solo in questa materia
Spero di spiegarmi con il ricorso a due esempi
Quale Regione raccoglie l'eredità del cosiddetto Progetto ottanta
Il Progetto ottanta
Mi sembra che rappresenti il livello più alto dell'elaborazione riformatrice
Del centro sinistra
Avrebbe dovuto rappresentare la sfida che il nuovo ceto politico regionale raccoglieva dalle mani di alcuni dei più autorevoli protagonisti di quell'esperienza
Invece Fini in libreria oppure se ne utilizzò la grafica come mi pare che abbia meramente commentato Giorgio Ruffolo
L'altro esempio di mi pare utile riguarda il Piano regolatore di Roma del mille novecentosessantacinque
Nel decreto ministeriale di approvazione fu deciso
Per preminenti interessi dello Stato recita così il decreto di estendere il vincolo di parco pubblico all'intero territorio dell'Appia Antica che stava nelle mani degli energumeni del cemento armato
Quale Regione ha avuto la forza e il coraggio di fare una cosa simile
Ultimo decennio nel novecentottantadue mille novecentonovantadue
Sono gli orribili anni ottanta l'intero sistema legislativo faticosamente costruito negli negli ultimi vent'anni e spazzato via dalle sentenze la Corte costituzionale ma più ancora dalla trionfante cultura della deregulation
E la stagione del silenzio assenso e dell'abusivismo condonato istituti giuridici sconosciuti al resto d'Europa
La pratica della pianificazione screditata
L'idea stessa di pianificazione in rissa dagli epigoni del neoliberismo il piano non è più concepito come un riferimento oggettivo
In base al quale si procede alle decisioni operative ma si pretende che sia l'atto che sanziona gli accordi stipulati prima
Come dimostra lo scandalo del piano casa di Firenze la stessa legge centosessantasette nata per eliminare la speculazione fondiaria si trasforma in frequentata occasione per favorire la speculazione fondiaria
In controtendenza c'è la legge Galasso che riabilita i piani paesistici dalla legge del mille novecentotrentanove una legge ancora più longeva della mille centocinquanta e in tal modo conferma però la crisi della pianificazione urbanistica più o meno lo stesso può dirsi delle leggi per la difesa del suolo e per le aree protette
A parte va considerata la legge centoquarantadue per la riforma degli enti locali
L'istituzione della città metropolitana
Pareva un'occasione straordinaria per allestire una nuova mappa del sistema urbano nazionale
Ma l'occasione è stata definitivamente sprecata il tredici giugno scorso è scaduto il termine perentorio entro il quale dovevano essere istituite le nuove autorità metropolitane
Partiti politici amministratori e giornalisti non se ne sono nemmeno accorti
Torniamo alla legge del quarantadue
Alla fine del cinquantennio di quella legge è rimasto invita un involucro inoffensivo che ha buone ragioni per sopravvivere altri cinquant'anni
Abbiamo già osservato che pensata come strumento per sviluppare l'intervento pubblico la legge sia gradatamente trasformata nel migliore dei casi in un dispositivo per il controllo dell'intervento privato
L'articolo diciotto è stato prima accantonato e poi soppresso e così le altre norme più radicali
Ma la pratica corrente ha snaturato soprattutto l'impostazione originaria del Piano regolatore generale
Che ha quasi sempre cambiato natura diventando una specie di grande piano particolareggiato quante volte abbiamo visto tavole di piano generale sulle quali sono disegnate anche le fermate degli autobus
La tendenza negli ultimi anni è ancora più accentuata grazie alle cosiddette schede progettuali o simili
Questo succede secondo me per le maggiori garanzie Offerte al mercato immobiliare da previsioni immediatamente esecutive non soggette ai rischi di una ulteriore elaborazione dettaglio
La conseguenza è che anche piani particolareggiati hanno cambiato funzione
Trasformandosi sovente per gli stessi motivi in un pretesto per effettuare varianti al piano generale alimentando una giungla giuridica e amministrativa di crescente complessità si potrebbero aggiungere altri esempi me più utile riprendere l'osservazione già esposta prima e cioè che dopo il fascismo non sono stati fatti i conti con il carattere originario della legge
Una legge che pretendeva una gestione politica e burocratica risolutamente sovrapposta alle comunità locale alle comunità locali e agli interessi privati
Utilizzare questa stessa legge nel quadro del pluralismo dei poteri democratici in una situazione storica
Di assoluta dominanza degli interessi privati non poteva che portare alla sua distorsione e allo stato di crisi drammatica in cui versano le nostre città
Come concludere che scontato che l'interesse per la legge del quarantadue non è un'astratta curiosità storica
è un importante motivo di riflessione per il futuro dell'urbanistica italiana
Nella sessione di domani si discuterà di nuove ipotesi culturali politiche legislative per il governo del territorio
In quel dibattito io credo che si debba anche recuperare lo spirito originario della legge del mille novecentoquarantadue
Almeno per alcuni aspetti a cominciare dalla importanza della questione Fondiaria
Negli ultimi cinquant'anni ma soprattutto negli ultimi dieci
Non solo è aumentato il peso della rendita ma intorno alla vendita si è consolidato quel contro potere perverso che è stato svelato e solo in parte secondo me dall'inchiesta dall'inchiesta Mani pulite e dalle sue repliche
Un contropotere formato dalla collusione fra amministratori imprenditori e tecnici anche se questi ultimi sembrano finora meno coinvolti
Certamente non basta una nuova legge Perotti ma che sia la profonda connessione con tutte le altre grandi questioni nazionali impone un più generale incisivo processo di riforma a partire dalla riforma del sistema politico e istituzionale dalla legge del quarantadue andrebbe pure recuperate sviluppata la logica del sistema di pianificazione cercando di costruire un sistema elastico a più voci non gerarchizzata fornito di dispositivi che abbiano insieme ai colleghi adeguamento
Anche in questo caso il problema è solo in parte di natura legislativa essendo prevalente il momento della gestione politica e amministrativa le difficoltà sono certamente enormi e francamente le prospettive non sono favorevoli il metodo della pianificazione non ha funzionato
Durante i lunghi decenni della grande espansione urbana quando sarebbe stato semplice agire nel rispetto di un efficace sistema normativo
Che può succedere adesso che dobbiamo misurarci con operazioni di riordino territoriale di riordino territoriale e di riqualificazione enormemente più complesse
Solo una grandiosa svolta organizzativa politica e culturale può evitare che si moltiplichino i disastri del passato
Qui tornano in campo le colpe regionali e mi pare giusto concludere riprendendo questo argomento li critica le regioni sono in genere respinte chiamando in causa la finanza derivata e il permanente centralismo statale
Questo è vero in qualche misura per la sanità i trasporti eccetera
Ma nulla impedisce l'espletamento di autonome politiche regionali per quanto riguarda la riorganizzazione del territorio
Non ci sono certo tentativi di recupero centralistico per ragioni misteriose l'inutilità del ministero delle Aree Urbane sopravvive anche la riduzione dei ministeri operata da Giuliano Amato
Perciò e solo regionale la responsabilità del disastro urbanistico tutto ciò dovrebbe indurre secondo me a riflettere con crescente preoccupazione al crescere dell'entusiasmo per un nuovo e taumaturgico regionalismo
Ai limiti del federalismo come oggi si usa dire
Tanti anni fa Edoardo Salzano mi spiego che gli interventi in pubblico dovrebbero sempre concludersi con l'indicazione di una prospettiva di segno positivo ma come stavolta non è sempre possibile grazie
Diamo ora al
Diamo ora la parola a Giulio Onesti sulla prima comune comunicazione il processo di maturazione Dell'Acqua cultura urbanistica italiana che condusse alla legge mille centocinquanta del mille novecentoquarantadue
Nel frattempo anche informo che sono in distribuzione le cartelle con tutti quanti i materiali del convegno
A cui richiamo una significativa partecipazione perché serve anche per
Auto finanziare questa iniziativa stessa vi ringrazio
La parola a Giulio testi grazie
Ma io ho dato un titolo la mia comunicazione che rispecchia credo in parte quello
Anticipato nel programma la cultura urbanistica italiana alla legge mille centocinquanta aggiungendo un sottotitolo
Che punta
Il dito su una questione fondamentale per capire la legge mille centocinquanta altro significa per capire quale fu l'apporto della cultura umanistica quella legge quali pregi limite o addirittura dare
Riverso nella legge la cultura umanistica italiana che si era formato in quel ventennio
Il sottotitolo e formazione istituzionalizzazione della disciplina appunto fra fascismo e posso fascismo
Dunque
Prego
Tutto
Spero si sente sì perfetto che era
Per affrontare questo tema credo sia opportuno fare lunghe digressioni subito una premessa che non sarà facile restituire la complessità insieme di sfaccettature sfumature che danno corpo al fascismo e di conseguenza ai rapporti fra fascismo e cultura disciplinare
Vorrei sottolineare subito un fatto salienti
La degente a mio modo di vedere giunge al culmine dello sforzo di ricerca teorica strumentale e conseguentemente di legittimazione attraverso quindi la legittimazione si ottiene la riconoscibilità della disciplina in quanto tale
Appunto alla fine degli anni trenta
Questo dato mi sembra molto rilevante
A caratterizzare in questa fase conclusiva
Della prima grande stagione di lavorazione teorica è strumentale della disciplina
Si colloca un rapporto stretto fra urbanistica e politica
E questo è un rilievo mio modo di vedere sempre fondamentale
Rapporto fra urbanistica e politica significa al più esattamente rapporto fra la disciplina da un lato e determinati settori
Delle prospettive politiche sociali ed economiche di sviluppo di modernizzazione dell'Italia elaborate dal fascismo soprattutto dalla fine degli anni Venti in poi
Una le borse non è molto strenuamente contraddittorie che più avanti cercheremo di delineare succintamente soprattutto per gli effetti che ha e i conti nazionalmente che comporta rispetto all'elaborazione disciplinare
E comunque
Riferimento precipuo della cultura umanistica soprattutto degli anni Trenta una determinata accezione
Di questa prospettiva di sviluppo quelle che si legano ad alcune particolari parole d'ordine del regime nel corso degli anni Trenta
L'idea largamente dibattuto in Italia all'estero più che concretamente realizzata
Di una prospettiva corporativi sta cioè di una prospettiva che individua un nuovo ruolo e significato dello Stato
Dell'identità Stato-nazione e quindi stato popolo
E quindi della rappresentatività dell'assunzione della delega dello Stato rappresentare gli interessi della collettività
Un progetto che è un po'come prospettiva quel di porre in assoluta evidenza di stabilire il primato del pubblico rispetto agli interessi del privato
L'economia corporativa trattata da molti e fra questi indubbiamente Ruspi rito incarna questa
Filosofia
Ed è legata strettamente un processo di modernizzazione dalla Società italiana dunque un forte ruolo
Dello stato
Un forte ruolo da condurre attraverso gli strumenti della politica e dell'economia e di una stretta relazione fra politica economia e di un riaffermato il primato della politica rispetto all'economia
A questa prospettiva racconto urbanistica negli anni Trenta lega fortemente le proprie possibilità
Di definizione disciplinare e soprattutto di ottenimento di riconoscibilità devoto una anche di autonomia rispetto alle discipline che concorrono a formare il suo bagaglio e prospettiva di legittimazione è questo il dato fondamentale da tenere presente per capire la legge per capire quanto di quella cultura si travaso in quella legge e quindi capire come dicevo all'inizio limiti possibilità
Questo ci consente di mettere subito a fuoco quello che a mio parere sembra un un tratto fondamentale della cultura disciplinare
Un tratto che io lo trovo definito primi un rogito
Che comprensivo
La comprensibilità sta nella possibilità
Nell'affermazione della disciplina
Di potere e dovere gestire gli aspetti dell'affetto per lo sviluppo della trasformazione della città del territorio
Di gestirne la complessità
E infatti è rilevante che una delle dimensioni prevalenti della riflessione disciplinare nel corso dei trenta degli anni Trenta sia costituita dall'attenzione riservata alla dimensione territoriale
Che viene codificata come dimensione ideale dell'urbanistica
Che consente di occupare tutto lo spazio occupabili da una disciplina che intende occuparsi dei problemi della città e del territorio
E che intende quindi dare sostanza e autolegittimazione in questo caso la disciplina portatrice come si autodefinisce di un sapere Complesso
Che necessità di conoscenze provenienti da altre discipline e che la disciplina urbanistica sintetizza nel proprio sapere teorico ed operativo
Questa è la condizione questa sintesi questa capacità di sintesi questa capacità di offrire una disciplina nuova costruita sulla multidisciplinarietà che la
Struttura in nei decenni precedenti e di offrire quindi la disciplina alla al sistema politico economico e sociale di quegli anni
Quello che voglio dire è che a caratterizzare dunque il percorso di formazione e consolidamento della disciplina è un Progetto che definirei per necessità forte
E un progetto che acquista ulteriore forza o crede di acquistare ulteriore forza da una stretta connessione con ipotesi forti economiche sociali e quindi anche ideologiche e politiche
Dicevamo che è un percorso in qualche misura obbligato per la disciplina perché deve fare i conti e regolare conti non facili con le altre discipline che in precedenza si sono occupate dei problemi della città del territorio
Quindi un Progetto che pone
In modo fermo il segno della conflittualità
Alla nuova disciplina in altre parole si giunge attraverso un'interazione con altre competenze disciplinari attraverso un rapporto necessariamente conflittuale
Sarebbe interessante ricostruire
Diffusamente la natura di questi conflitti
Mi limiterò solo porre in evidenza che i Soggetti principale di questa interazione conflittuale sono nel corso soprattutto degli anni Venti perché questo è un processo conflittuale che sostanzialmente si risolve verso la fine di quel decennio
E di lì quindi indirizza
Fortemente i lavori successivi della disciplina
Beh dall'età giolittiana
Il secondo soggetto e la cultura dell'ingegnere attraverso la precedente esperienza che la fa dell'ingegneria sanitaria ad esempio un segmento che fuoriesce da quello tradizionale della secolo precedente della cultura igienista e la cultura tecnica amministrativa in particolare quella che sta all'interno degli istituti delegati sino a quel momento e gestire le trasformazione della sette dello sviluppo della città
All'origine o alla base più esattamente di questo conflitto sta una differente idea di urbanistica una differenza te idea del Progetto
Una differente idea della combinazione degli elementi multidisciplinari che sono base comune della riflessione di queste culture e tecniche e professionale
Ma soprattutto sta alla base di questa prospettiva
La aperture verso un procedere
Manifesto in quegli anni delle culture e tecniche professionali verso un assetto corporativo delle stesse
Intendo dire che nel momento in cui vengono a cadere con l'avvento del fascismo ma anche i cui primi anni del del primo dopoguerra le ipotesi
TIM municipalismo
Di vario segno politico ideologico
L'ipotesi di un'attenzione alla possibilità degli enti locali e anche dirette indiretta dello Stato intervenire attraverso politiche
Economiche sociali edilizia e Fondiaria e quindi anche urbanistiche sulla città e sul territorio
Quindi cade di fatto si spengono si riducono fortemente i margini di un'azione diretta
Attiva progettuale in senso lato dell'amministrazione dei loro organi per il buon governo della città
Si aprono immediatamente
Da un lato e possibilità di applicazioni di questi saperi a il campo della città
Si aprono soprattutto non più
Dirette condizionate da un ruolo
Effettivamente svolto e in prospettiva ancora più effettivamente da svolgersi più concretamente da svolgersi dell'amministrazioni
Quindi viene a mancare
Un Pontello essenziale
Nel corso degli anni sempre più rilevante questa assenza
Ad alcuni contenuti fondamentali della legge che verrà approvata nel mille novecentoquarantadue
Soprattutto per quanto concerne la parte che riguarda più da vicino nel controllo dello sviluppo comunale
E quindi del Piano regolatore comunale
E quindi di fatto si potrebbe anticipare che in buona misura astratto il riferimento a ruolo centrale dell'organizzazione dello Stato e Della sua capacità di condizionare coordinare favorire lo sviluppo della pianificazione in sede locale
Ma questo è un tema che riprenderemo in conclusione
Dunque buongoverno prospettiva di gestione delle trasformazioni da parte degli enti locali delle istituzioni locali e del Governo
E
Fallimento o venir meno forte ridimensionamento delle prospettive di politiche complesse integrate fra di loro strettamente e soprattutto connesse a un'idea di città intesa come organismo che matura rapidamente in Italia come all'estero nel corso dell'età giolittiana
Quindi esiste un'idea complessiva di volontà di consapevolezza di possibilità di modernizzazione civile del Paese dell'Italia cioè attraverso
I ruoli dell'amministrazione
E l'apporto dei tecnici
In un rapporto che non è necessariamente di subordinazione ma che comunque vede il ruolo fondamentale di indirizzo e coordinamento
Delle istituzioni
E vorrei sottolineare un venir meno di una carica
Di realizzazione di sforzi indubbiamente rilevanti e su quali occorrerebbe ripensare a fondo
Mi riferisco all'ipotesi di tassazione sulle aree fabbricabili
Al dibattito accesissimo che suscita fra il quattro e il sette gli anni successivi sostanzialmente fino alla prima guerra mondiale
Questo insieme di leggi quelle milioni centoquattro del mille novecentosette
Come la tassazione sia un riflesso della volontà di una politica sociale che non si riferisce solo alla soluzione del problema dell'abitazione popolari ma che presuppone in prospettiva l'utilizzo ampio integrato di strumenti che sono di fatto elementi di una politica urbanistica in quegli anni si parla molto di piano ne parlano molto ad esempio gli economisti
Di piano regolatore e il lo strumento che consente di tradurre nello spazio quelle che sono le indicazioni di un programma che economico e sociale
E dunque anche politico
Questo filone
Non si spegne definitivamente è un filone al quale non è possibile rinunciare ed è un filone anche che per quanto ci riguarda cioè per esaminare alla legge dei quarantadue porta in sé un riflessione specifica è una serie di proposte per riformare la vecchia legge del mille ottocentosessantacinque reintroducendo gli elementi fondamentali del progetto originario di legge sull'espropriazione per pubblica utilità del ministro Pisanelli
Dello stesso anno
Che come forse saprete viene bocciato addirittura la parte che riguarda l'espropriazione quindi la parte che riguarda i piani regolatori viene tolta dalla legge sull'espropriazione per pubblica utilità eri inserita
Per alla protesta di molti è in grandi città italiane in quell'anno e re introdotta per decreto reale
Quali sono i contenuti di quella legge rispetto al piano che il piano deve essere obbligatorio e lo ritroviamo settantacinque anni dopo nella legge del quarantadue
Anche se l'obbligatorietà non è assoluta nella legge del mille novecentoquarantadue
Quali sono i Comuni in che possono che debbono fare un piano regolatore sono quelli che hanno una popolazione superiore
Agli due mila abitanti e questo perché perché Pisanelli che ha girato il mondo nel decenni precedenti come esiliato
Ed è stato in Inghilterra in Francia in Germania sa che presto i Comuni soprattutto di Corona delle città italiane delle grandi città italiane saranno investiti da processi di urbanizzazione sempre più accelerati
E quindi occorre subito
Fissare le regole
Del controllo dello sviluppo della città e del territorio
E facendo questo fissa anche la dimensione di questo potenziale controllo che non è solo quello della sistemazione interna delle città né quello della previsione della sistemazione degli ampliamenti della città e addirittura della sistemazione di aree quanto meno intercomunale cioè una dimensione che comunque fa oltre la pura e semplice dimensione del comune e dei suoi limiti territoriali
Un altro elemento la durata illimitata del piano regolatore
Tutti questi elementi
Oltre alla richiesta
Eliminare la vecchia distinzione fra pianeti sistemazioni interne piani di espansione che oltre alla richiesta di eliminare il limitante vincolo di legare le opere di piano la dimostrazione della pubblica utilità quindi a costruire un piano sostanzialmente fatto per singole opere pubbliche
L'idea di un piano che sia capace di coordinare a tutta la scala comunale
Quello che l'Indirizzo il viluppo della città ancora una volta quindi dal Pisanelli all'età giolittiana e poi ancora la leggere quarantadue torna l'elemento centrale del governo della città
Attraverso i soggetti pubblici e privati che devono essere quest'ultimi coordinati ovviamente da quello pubblico
In una nuova dimensione sempre più vasta
Il dibattito degli anni dieci porta alla riflessione che poi possiamo chiamare in nuce disciplinare al di fuori dei confini del comune
Molti tecnici parlano di necessità di piani dei trasporti intercomunali
Parlano di necessità di politiche fondiarie che vadano oltre i confini delle città maggiori chissà luce il tema che poi caratterizzerà effettivamente dibattito degli anni Venti secondo una determinata eccezione e poi degli anni Trenta quello di Van dimensione sovracomunale
Di un piano che progressivamente diventa sempre più un piano potremmo definire d'area vasta
Ora
Ciò che
Viene fatto dalle culture che in qualche modo competono e sono confliggenti per gestire il Progetto di una disciplina negli anni Venti
Si fonda come elemento comune sull'idea della forza sintetizzando te
Del piano regolatore
E mette in campo sulla base di questo presupposto teorico fondamentale il principio l'estensione progressiva della forza di controllo del piano
Che un'estensione in concettuale idea dell'integralità dell'approccio della disciplina alla dimensione del territorio
è un approccio organico
è un approccio comprensivo sia perché occupa tutto lo spazio disponibile sia perché lo occupa
Facendo emergere il significato sostanziale di una prospettiva di controllo del territorio che prima che essere fisiche spaziale e sociale ed economica
Sono questi i tratti che danno forma e sostanza al progetto della cultura urbanistica al di là dei conflitti su cui oggi non si può tornare
Su cui oggi anzi non possiamo fermarci più che tornare
Questo elemento è l'elemento cardine dello sviluppo della disciplina implica l'idea della cascata dei piani dal piano regionale come viene definito negli anni Venti
Al piano regolatore generale che concepito come un grande schema di massima di grandi direttive
Ai piani particolareggiati che sono gli strumenti di attuazione
Un piano dunque che procede dall'esterno verso l'interno dal grande al piccolo una concatenazione logica fortemente strutturata dalla quale non è possibile eliminare alcuno dei dati
Questo bagaglio teorico è strumentale è pronto
Intorno alla metà degli anni Venti
Ed è pronto già prima che il regime attimi la sua la svolta cosiddetta pluralista
Quindi è possibile a mio parere sostenere che la disciplina è pronta la metà degli anni Venti
Che ha sviluppato tutti i temi che poteva sviluppare e che gli consentono di presentare come una disciplina che ora è riconoscibile che autonoma che deve essere solo legittimata attraverso l'istituzionalizzazione in qualche modo dei suoi presupposti teorici
Per poter agire per poter gestire quelle trasformazioni di assetto e di sviluppo
Questo
è il nocciolo
Forte della disciplina che passa anche nella legge del quarantadue
Ora e fondamentale capire che cosa significa però dimensione territoriale
Perché consente di capire quel legame prioritario e fondamentale fra discipline politica
E come la dimensione territoriale ma le prospettive politiche ideologiche del fascismo definisca la particolarità
Di questo rapporto
E soprattutto il trasferimento progressivo del referente politico da quello locale a quello centrale
Il governo forte dello Stato nella prospettiva corporativi sta che il fascismo ferma negli anni Trenta
Allora gli storici da tempo hanno messo in evidenza addirittura dalla fine degli anni nel corso degli anni sessanta nel corso sopra poi ancora degli anni settanta
Qual è
O meglio a cosa può essere ricondotta la complessità l'eclettismo la la variegata Rizza delle posizioni politiche ecologiche del fascismo
Quello che tutti concordano
Su cui tutti concordano è che italiana di quel ventennio
Prospetta
Non in contraddittorio sì Progetto
Di modernizzazione del Paese
Centrato sulla necessità dello sviluppo industriale
Condizione questa che posta in evidenza dagli ambienti internazionali e nazionali all'inizio degli anni Venti
E ci si può ricondurre al blocco dell'emigrazione ad esempio alla caduta di domanda interna
Per l'industria nazionale
A forti necessità data dati i limiti complessivi del mercato internazionale per tutto il ventennio soprattutto nei primi anni Venti
Il limite della possibilità di e sviluppo della Società italiana se non affronta una industrializzazione accelerata e marcata
E quello anche che consigliano gli organismi della società dell'anno anzi delle nazioni ad esempio che non vedono altra possibilità in queste condizioni internazionali e nazionale per l'Italia di sviluppo
Ora
Come si collocano le prospettive dura liste in questa più grande prospettiva che viene messa a fuoco nel corso degli anni Venti e viene mantenuta anche se contraddittoriamente per tutto il corso degli anni Trenta
Il pluralismo deve svolgerà in molti compiti certamente ma sono tutti funzionali e subordinati al modello di sviluppo industriale che Italia obbligata per correre
Ciò comporterà naturalmente
Anche ridimensionamenti
Delle possibilità di sviluppo in questo senso ma quello che emerge dalle ricerche di parecchi decenni ormai e che questa prospettiva industriale e la prospettiva vincente
E c'è una voce che nel coro dei grandi appelli accenni alla forza della mondo rurale che si vuole costruire
Suona molto precise nitida in quegli anni
Può essere sintetizzata dal alcuni scritti di Ugo Spirito
Che è uno dei maggiori teorici del corporativismo
In un suo articolo attacca violentemente la possibilità e la prospettiva di uno sviluppo rurale
Perché un Paese produca ragion per cui un Paese si sviluppino e sia moderni dice molto chiaramente
è obbligata la via dell'industrializzazione perché per quella via che si consente l'accumulazione di capitale necessario a produrre progresso modernità l'agricoltura non può svolgere questo ruolo ma l'agricoltura deve essere ammodernata per svolgere un ruolo invece funzionale a quel progetto di industrializzazione che deve stare a cuore degli ambienti politici del regime
Questo detto scritto e pubblicato
E così sono molti gli articoli indirizzati in questo senso
Questo vuol dire che diventa essenziale pianificare pianificare l'economia si parla di piano economico nazionale per tutti gli anni Trenta
Il piano economico nazionale il fondamento del corporativismo il piano economico tradizionale fondamento del corporativismo perché la pianificazione e la programmazione economica attaccano violentemente la concezione liberista dell'economia
La scienza economica per eccellenza fondata sull'uomo economico USA cui si contrappone invece la collettività
Impersonata dallo Stato fascista
Quindi lo Stato è un'intimità a questo punto anche morale etica
Perché rappresenta gli interessi del Pubblico
E questo sarà non a caso un tratto che viene assunto dalla cultura urbanistica allora se il piano economico nazionale definisce
Metodi strumenti Fini
Colloca risorse e possibilità
La dimensione territoriale della disciplina urbanistica diventa un elemento fondamentale da sviluppare
è l'elemento che può dare il senso ovvero alla disciplina che può collocarla ha ragione all'interno della società che può far dire che la disciplina è una necessità insostituibile della società moderna
Perché la disciplina legandosi alla politica
Anche se con l'accezione particolare per la politica farà propri i caratteri di socialità economicità politicità ed eticità che la società di quegli anni tende ad affermare
E potenzialmente sgombra anche il campo
Dal vecchio tentativo di primato degli aspetti di vizio architettonici che ora sono decisamente soppiantati anche se convivono da quelli del Progetto sociale
Della disciplina la disciplina sarà tale perché assume questo Progetto
I commentatori infatti non a caso di quegli anni al momento in cui viene approvata la legge parlano esplicitamente di integralità
Il principio di integralità che la legge assume
E che si incarna
In quella cascata di piani
Che vede al vertice il Piano territoriale
Il Piano territoriale di coordinamento che è una sorta di mediazione si badi bene fra le diverse declinazioni che nel corso degli anni Venti e Trenta vengono dati della dimensione sovracomunale
Regionale per i tecnici definirei di matrice padana e legata a una selezione delle aree a cui applicare il Piano regionale quelle produttive industriali la versione euro una lista legata all'idea di una forte presenza dello Stato come elemento capace di guidare il Progetto il processo di avvicinamento fra aree depresse e aree sviluppate e quindi di coordinare dall'auto lo sviluppo armonico equilibrato del Paese
Attraverso uno sviluppo equilibrato naturalmente di agricoltura e industrie
Di qui le tentazioni di urbanizzare antidivo filone più radicale ideologicamente fortemente orientato per un'Italia di bordi di piccole città di città di provincia per una dispersione delocalizzazione industriale che è un elemento osservato quello nell'in generale dello sviluppo industriale con molto riserbo
O invece una dimensione
Di
Urbanistica rurale che sotto la formula urbanizzare le campagne vede l'unica possibilità di piscina recita e campagna garantendo lo sviluppo dell'industria nelle città
E comunque di trattare il problema del controllo dello sviluppo industriale con attenzione alle esigenze specifiche dei diversi rami industriali esigenze anche quindi di ubicazione
E localizzazione dell'apparato industriale nel territorio nazionale
Allora dovunque per chiudere
è evidente che esiste un rapporto molto stretto fra cultura urbanistica legge
è altrettanto evidente
Che il segno del rapporto fra cultura umanistica e legge è il progetto culturale disciplinare corporativo dura disciplina appunto dell'urbanistica italiana
è evidente che l'idea di piano
Rapportato all'idea di piano generale che simili sviluppa in quegli anni è il punto forte della disciplina
è anche evidente che la disciplina urbanistica con questo rapporto con la politica definisce i propri caratteri
Essenziale
E disciplina politica come dicevamo sociale ideologica anche morale
Questi sono i suoi presupposti il presupposto è il governo
E la rispondenza del governo urbanistico al governo politico
Allora il problema è questo
Che cosa può comportare per l'approvazione di una legge in una materia estremamente delicata
Il fatto che la disciplina anche corroborante
Che infatti nutre in questa legge
Abbia con me suo dato prevalente
Emergente quanto meno una logica corporativa
Cioè la necessità di affermarsi di essere riconosciuta
Quale capacità di elaborazione autonoma della disciplina rispetto alla realtà effettiva però comportare l'ipotetica di una obbligata via corporativa alla propria elaborazione culturale affermazione istituzionale
Quanto la cultura urbanistica di quegli anni cogli effettivamente nello sviluppo reale del Paese
Quanto perde legandosi così strettamente e in certa misura strumentalmente alle prospettive ideologiche del fascismo degli anni Trenta degli anni Quaranta
Ha un'idea forte di programmazione
Questo credo sia un problema non facile né da affrontare ma comunque un problema assolutamente da non sottovalutare per capire anche quello che accade nel dopoguerra
La disciplina con la legge ottiene un'istituzionalizzazione che la presenta come elemento indispensabile e necessario il progresso dell'Italia
La disciplina con la legge ottiene una sanzione che gli consente di affermarsi di presentarsi come una disciplina con un corpo teorico serio e fondato difficilmente rimovibile
Questi dati depurati delle accentuazioni gli orologi che del regime fascista
E dunque assunti come dati fondamentali a questo punto fondativi della disciplina secondo quel percorso che abbiamo ricostruito di obbligata via corporative di interazione conflittuale con altre discipline
E quanto la disciplina consegna al dopoguerra e quanto la disciplina consegna la democrazia
Ora
Questo bagaglio relativamente ingombrante nonché estremamente intrigante affascinante
Mi chiedo
Ha consentito la cultura urbanistica impegnata nell'immediato dopoguerra rendere operativa la delega che gli viene dello Stato
A rendere operativa l'istituzionalizzazione anche ottenuto
Quanto ha consentito a questa cultura di afferrare
Le trasformazioni che erano in atto o che si andavano
Manifestando
Quanto ha colto degli sciocca che investono la Società italiana nel dopoguerra
A cominciare dallo sciopero il Piano Marshall pian piano di programmazione anche quello
A cominciare dalla prospettiva che indica il Piano Marshall di un'economia relativamente programmata
Ma soprattutto di un'economia che marcia rapidamente verso quell'industrializzazione che gli urbanisti nel corso degli anni Trenta non sempre hanno saputo cogliere
Allora la domanda generale è
Appunto che relazione può correre fra quella via obbligata
E l'effettiva autonomia culturale e di approfondimento culturale disciplinare dell'urbanistica nel secondo dopoguerra
Quanto meno nel corso degli anni Cinquanta
Vale a dire quanto convivano interno della disciplina unanime attenta
A riciclare i dati fondamentali della disciplina con la capacità di adattarla nuovamente al problema del buongoverno in una società democratica e quanti tendono invece a riproporre ripetitiva mente seguendo la logica costitutive fondativa i principi della disciplina come i principi che devono soprattutto inizialmente consentire l'affermazione della gestione del territorio da parte della gestiti dal parte della disciplina
Che la legge a delle Catto nel mille novecentoquarantadue grazie
Proseguiamo alcune informazioni avete visto che i programmi sono molto densi dei nostri lavori pensiamo di poter concluderà la mattinata con le relazioni e quindi evitiamo cortesemente sì di contenere interventi sui venti minuti in modo di poter consentire di poter esaurire tutta quanta questa parte dei nostri lavori poi sono previste una serie di comunicazioni inviterei coloro che vogliono intervenire su il programma di lavoro e di oggi di farmi pervenire una segnalazione un bigliettino in modo che possiamo organizzare il pomeriggio
Do ora la parola al zeppe scampo venuti su l'evoluzione della cultura della pianificazione
è stato giusto
Chiedermi di riflettere in questa sede sulla cultura del piano
Sono quarant'anni che bene o male non faccio altro
E mi sembra quindi lecito che io possa farlo anche questa mattina con voi
Ma scegliere come si è fatto che un'intera giornata di questo convegno sia dedicata in questo momento drammatico
Ad un bilancio storico
Ebbene questo mi convince assai meno
Io stesso che da anni mi occupo di generazioni urbanistiche
Un bilancio storico lotte notato spesso però guardando sempre
Con l'attenzione particolare
Ai momenti cruciali che il Paese l'urbanistica italiana stanno attraversando
Ed oggi
A maggior ragione credo
Sia utile ricordare il passato alla sola condizione
Che ciò osserva trarne suggerimenti per il presente
E per il prossimo futuro
Mi sembra d'altra parte che Vezio De Lucia
Abbia già inteso questa esigenza prima di me
Certamente utile ricordare ad esempio le tappe toccate dalla evoluzione ma anche dalla involuzione per carità
Il titolo ha commesso un omissione il titolo del mio intervento che io intendo
Completare largamente
Le tappe della evoluzione della involuzione della cultura del piano per comprendere meglio la drammaticità della situazione attuale
Ricordare esempio
Come la sinistra abbia dovuto faticare nel dopoguerra per sostituire la cultura del piano riformista alla cultura puramente rivendicativa
Contro faccia opportunista del massimalismo pseudo rivoluzionario imperante all'epoca
Io non ho mai dimenticato
I cortei di operai edili che spinti dai padroni rivendicavano la violazione delle poche norme edilizie esistenti allora
O magari dei primi piani regolatori
Forse ricordare questa tappa
Ci servirà nel prossimo prossimo gelido inverno
Quando torneranno a proporci il ricatto occupazionale a fronte di ogni più scandalosa speculazione urbanistica e lo faranno non temete
Potrà anche essere utile ricordare come la sinistra abbia costruito la cultura del piano riformista negli anni Sessanta e Settanta affinché questa cultura applicata in poche città delle regioni rosse arrivo a rappresentare un modello
Di gestione urbanistica
L'obiettivo amministrativo da raggiungere nei comuni conquistati dalla sinistra alla metà degli anni settanta e poi ricordare anche però come il progressismo rifiuto di quel modello urbanistico riformista da parte di politici e di amministratori opportunisti e senza principi anche a sinistra
Abbia rappresentato uno dei motivi principali della perdita di consenso elettorale della sinistra appunto
Nel corso degli anni ottanta
Forse ripensare a quelle tappe ci servirà anche a ricordare
Come l'austerità popolare
Grandiosa intuizione berlingueriana
Alternativa alla STET all'austerità voluta dalle Holdings industriali e finanziarie del Paese
Sia stata progressivamente rifiutata
Da tutta o quasi tutta la sinistra intellettuale io scrissi allora da Bobbio ad Asor Rosa
E diciamolo pure dallo stesso gruppo dirigente comunista da Macaluso a Garavini
Ci servirà a ricordarlo
Proprio nel momento in cui sta nuovamente prevalendo in Italia una scelta di austerità imposta ancora una volta dalle forze peggiori del capitalismo
Che ancora una volta rifiutano ogni contropartita democratica e popolare
Dei sacrifici che chiedono al Paese
Sarà magari utile ricordare
Che proprio da chi nel Partito comunista aveva la responsabilità dell'urbanistica
Partito l'attacco alla linea berlingueriana accusata di apre le virgolette confondere il rigore con il rigorismo
Chiudi le virgolette
Da chi chiamando i suoi oppositori urbanisti giacobini
Trascinò il partito prima a fianco del condono sull'abusivismo edilizio l'ha già detto che Ezio
E poi del rilancio autostradale
Fino a considerare giacobino
Lo stesso piano urbanistico
E ad aprire la nostra disponibilità al cosiddetto realismo dell'urbanistica contrattata a Firenze come a Milano nel più piccolo comune del Mezzogiorno
Altro che rigidità caro De Piccoli
Fino a quando continueremo usare questo sostantivo a proposito di urbanistica
Continueremo a spingere tutti coloro che pensano
Al rispetto delle regole e dei tempi di Maria Teresa nelle file della lega
Ricordare quelle tappe della evoluzione
Ma principalmente della involuzione della cultura del piano in Italia e nelle file della sinistra certamente utile
Ma oggi ripeto in questa sede questo ricordo deve servire a misurarci direttamente con la tremenda realtà dell'oggi a scoprire nel passato gli errori che oggi stiamo ripetendo
E le alternative positive che a quegli errori
Dovremmo contrapporre
Gran parte della mia vita di urbanista di sinistra è stata dedicata alla ricerca e alla lotta per una riforma legislativa dell'urbanistica affettuosamente Vezio De Lucia
Lo ricordava nel suo intervento
Ma devo confessare che l'ho sempre fatto con una deformazione professionale
Una deformazione che avevo in comune con due grandi urbanisti come
Piccinato e da stringo
La deformazione di ricercare non una legge più o meno onnicomprensiva
Di astratta perfezione giuridica
Ma una legge che consentisse alla cultura del piano di conquistare in termini riformisti il controllo dei processi di trasformazione urbana e territoriale
Per inciso
Vorrei chiarire una volta per tutte a titolo personale che per quanto mi riguarda il riformismo non corrisponde in alcun modo alle posizioni di alcun partito occorrente
Ed è oggi secondo me assai raramente praticato dalla sinistra italiana politica e culturale
La mia deformazione
Professionale di urbanistica per tornare a questa
Mi spinge oggi a guardare alla involuzione che ha investito negli ultimi anni la cultura della legge del piano profondamente delegittimata in campo amministrativo economico professionale perfino didattico
All'università
Di Milano gli iscritti all'indirizzo balistico sono scesi al quindici per cento del totale
Dal cinquanta per cento
Di quindici anni fa
Senza che la sinistra politica e culturale abbia reagito a questa delegittimazione anzi offrendole assai spesso compiacenti tolleranze e complicità
Senza voler cercare capri espiatori sarà bene ricordare
Che erano comunisti
Gli amministratori che a Firenze hanno sanzionato la variante FIAT Fondiaria
E a Milano hanno approvato il piano casa asservito al Ligresti
A cui sono seguite varianti per complessivi quindici milioni di metri cubi perché tutti capiscano
Si tratta di un incremento di valore immobiliare che ammonta a non meno di cinque o dieci mila miliardi altro che Mani pulite
E che malgrado la ben nota telefonata fiorentina di Occhetto
Questa linea a Firenze come a Milano non è mai stata ancora ufficialmente e ostentatamente respinta il rifiutata
E che in particolare
A quella linea non è mai stata contrapposta una organica linea alternativa una linea di austerità urbanistica in una parola una linea
Di urbanistica riformista
Sì ma a sinistra alla continua ricerca di un progetto politico che non trova mai ha invece bisogno di rilanciare l'urbanistica riformista
Di riproporre la cultura della legge del piano una cultura delle regole non della rigidità delle regole per la città per il territorio per l'ambiente una cultura che contribuisca ad affrontare con coraggio e con decisione
Il caos politico economico e sociale in cui l'Italia sta sprofondando
Questa linea deve però negare
Organicamente fra loro stringendo le in modo indissolubile le proposte che noi avanziamo per la legge quelle che dobbiamo presentare per le città
Partendo dalla constatazione critica che fino ad oggi abbiamo fatto esattamente il contrario di questo il rischio maggiore che noi corriamo in questo campo secondo me è infatti proprio quello di contrapporre alla patologica coerenza della situazione attuale che ha smantellato tanto la legge quanto il piano per le città una mancanza di coerenza una separatezza fra le indicazioni assai ambiziose che alcuni di noi propongono per la legge
E quelle che invece trascuriamo ridare per il Piano delle città
Negli ultimi anni infatti
Fra i pochi
Perché pochi sono
Che a sinistra hanno continuato a parlare di riforma urbanistica legislativa
Una parte di questi pochi
Lo ha fatto riproponendo soluzioni che a me sembrano superate
Inadatte ad affrontare la nuova situazione nella sincera convinzione di sostenere sì una linea coraggiosa e non invece
Una posizione che a mio giudizio inconsapevolmente e massimalista
Contemporaneamente però proprio costoro finivano per trascurare l'esigenza di una forte linea unitaria di pianificazione per le città lasciando che si disperdesse vincente o Rivoli
Le nostre battaglie per le città italiane
Il rischio oggi che la nuova linea che andiamo a proporre mantenga
E da gravi i difetti della linea vecchie che si scelga un obiettivo legislativo onnicomprensivo basato su realtà largamente superate che finisca per essere più che altro una bandiera una bandiera da sventolare una rivendicazione che serve essenzialmente a salvarci l'anima perle
E che intanto non si abbia il vero coraggio
Quello che necessario per scegliere una politica delle città una politica di piano fatta di obiettivi precisi
Conservando in fin dei conti l'attuale scelta camaleontica che per il piano è lecita consente tutto e il contrario di tutto confermando una linea che mantenga di fatto
L'attuale incapacità di darci una linea
Da un lato insomma l'obiettivo astratto di una super legge urbanistica dall'altro il caos di oggi con le varianti o con il Piano a Milano e a Bologna Torino e a Roma a Firenze a Genova a Napoli e abbiamo
Lo scandalo di Tangentopoli
Ormai sappiamo che bisognerebbe chiamarlo di tangenti Vandea
Ha messo a nudo le patologie del mercato imprenditoriale italiano delle opere pubbliche
Patologie che nascono da una politica corrotta ed incapace
Da una economia altrettanto corrotta e inefficiente
Ma anche da una società
Una società che per una parte notevole si è rivelata anche essa corrotta o almeno colpevolmente tollerante
Lo scandalo nazionale degli appalti e comunque positivamente esploso
Ma quando quando metteremo a nudo anche le patologie del mercato immobiliare
Quando scopriremo e denunceremo le tangenti urbanistiche
Fonti di altrettanta corruzione politica economica e professionale e causa dirette
Del selvaggio degrado delle città e del territorio in Italy
A combattere la cultura della legge del piano urbanistici sono stati anche in questo caso politici corrotti o semplicemente opportunisti
Che nel mercato immobiliare selvaggia hanno visto soltanto uno strumento di potere e basta
E insieme ad essi operatori economici rapaci ed incapaci
Che hanno usato le speculazioni urbanistiche per inseguire facili ed enormi guadagni e per supplire alle proprie carenze di carattere imprenditoriale
Ma con questi cari amici e compagni
C'erano anche professionisti rampanti
Che hanno rinunciato alla funzione etica dell'intellettuale
Per garantirsi sir robuste parcelle ma specialmente il monopolio del potere culturale
Io sono contrario ad affidare per carità ai giudici la supplenza del ruolo dei politici
Degli economisti del nove di cultura
Ma certamente sarebbe utile un altro Di Pietro che scoprisse le tangenti miliardarie dell'urbanistica contrattata
Che anziché non è l'urbanistica contrattata
Come invece sostengono professionisti rampanti speculatori immobiliari e politici corrotti
Un realistico doroteo desse fra interessi pubblici e interessi privati fra i quali trovare un giusto e necessario anche compromesso non è questo
L'urbanistica contrattata invece un mercato che riguarda soltanto l'ammontare delle tangenti che si pagano in cambio di una variante di un piano particolareggiato in deroga di una concessione più o meno il regolare perfino di un Piano regolatore addomesticato
Agli interessi delle grandi immobiliari ci vorrebbe forse un Di Pietro
Anche in casa nostra per scoprire le tariffe delle tangenti urbanistiche dopo aver scoperto le tariffe che si pagavano per vincere gli appalti delle opere pubbliche
Per scoprire quanto costa un metro cubo di variante al piano regolatore
Quanto costa un metro quadro di area dismessa riciclata per uffici o per residenze ho deciso onda verde trasformata in terreno edificabile
Personalmente io credo di poter dire che le tangenti per le opere pubbliche sono più basse di quelle pagate per violare la disciplina urbanistica o almeno che le patologie del mercato immobiliare hanno fatto guadagnare molto di più e allo stesso tempo producono molti di più danni delle patologie del mercato imprenditoriale
Per sopprimere alla radice
La causa delle tangenti urbanistiche allora necessario ripristinare la cultura del pianeta
Che da dieci anni è sempre fregiata da parte di intellettuali spocchiosi e rampanti
Vi è imprenditore in cerca di facili scorciatoie
Ippoliti si arrivi sia da opportunisti
Ma se il piano è necessario amici
Qualunque piano non sufficiente
Bisogna avere il coraggio di indicare esplicitamente le scelte quali scelte di piano
Sono quelle che secondo noi garantiscono gli interessi sociali dei cittadini insieme a quelli
Soltanto con lo sfascio delle città del nostro Paese
Le scelte della pianificazione riformista sono ben note
Ma bisogna avere il coraggio di ripeterle e specialmente di confrontarle con la politica in atto nelle città
Che con le varianti o con il Piano Leconte tradisce oggi sistematicamente quasi ovunque
Tanto per cominciare
Ripetiamo che l'aggressione edilizia al territorio extra urbano le lottizzazioni spetta speculative delle aree agricole dovrebbero essere ormai bandite dalla cultura urbanistica e dalla cultura architettonica eppure a Bari come a Firenze
E non solo dei nomi fatti a casa
Queste sono fra le scelte principali degli ultimi anni sottoscritte da professionisti e rinomati apprezzate ed esaltate dalle riviste e dagli stessi quotidiani unità complessa
Dobbiamo poi ripetere che finita l'espansione indiscriminata anche la trasformazione urbana può diventare un vero disastro per le città
Ci vuole allora anche in questo campo un'indicazione esplicita bisogna dire che nel capoluogo di un'area metropolitana nelle zone centrali o semicentrali delle maggiori città le industrie
Le caserme gli scali ferroviari dismessi non tengono in alcun modo diventare fonti di nuova congestione
Di identificazione edificatoria di altre concentrazioni terziarie o direzionali che queste ultime invece vanno al contrario decentrate nelle periferie urbane e metropolitane per integrarsi con le vecchie funzioni marginali e qualificare i quartieri dormitorio esistente
Ebbene queste scelte strategiche che fanno parte della letteratura urbanistica corrente sono esattamente il contrario di quanto è stato fatto per esempio a Milano con dieci anni di varianti
O di quanto si rischia di fare a Torino con un piano regolatore nel nuovo di zecca
Sono il contrario di quanto si continua a fare senza piano o con un piano
Trogloditi dico a Genova al riparo della nobile rivitalizzazione del porto
Che però nasconde la selva di grattacieli cresciuti torno torno e dimentica completamente le periodiche nei filiali disastrose inondazioni dello Sturla o del Bisagno
Ed è ancora il contrario di quanto si fa a Firenze
Ora che la vecchia variante Nord Ovest è stata camuffata con un nuovo piano regolatore
E tutto ciò spesso con i commenti compiacenti e compiaciuti delle pagine culturali dell'unità che in nome dell'ultima moda architettonica dimenticano i disastri urbanistici provocati da tanti progetti patinati
E dovremmo anche riflettere fino a che punto
La scelta del Sistema direzionale orientale Perrot
Che l'urbanistica riformista inventò più di trent'anni fa non sia diventata oggi il contrario proprio di quelle alternative riformiste che allora senza dubbio rappresentava come pure dovremmo riflettere a Bologna
Se l'orgogliosa attuazione morfologica del recente piano riformista
Non faccia dimenticare alle amministratori della città il suo effettivo contrario cioè il processo di accentramento strisciante in atto da parte dell'università
Cento mila persone su quattrocento mila abitanti bolognese
E di altre funzioni congestione anti pubbliche e prima
Questi sì avere valutazioni critiche vanno rivolte direttamente secondo me ai sindaci e agli assessori
Che con troppa leggerezza hanno sposato subiscono la deregulation urbanistica ma anche ai professionisti
Che danno un autorevole quanto indispensabile copertura culturale alle deprecabili operazioni urbanistiche in atto
E allora diciamolo pure francamente battersi coerentemente per l'alternativa urbanistica riformista e scomodo
A livello politico e a livello culturale
Anche perché in coerenza con queste scelte perplessità diventa necessario sostenere una proposta legislativa poco mirabolante ma di tipo efficacemente perequativo
Che riconoscendo una bassa edificabilità media i terreni della città costruita avviata alla trasformazione pianificata
Rifiuti la privatizzazione degli eventuali Plus con lumi previsti dal piano e permetta così concretamente una politica urbanistica capace di decongestionare regione centrali e di qualificare le periferie
Vi sfido tutti
A misurarvi con le seguenti precise proposte
Primo
Essere coerenti con queste scelte urbanistiche bisogna avere il coraggio di chiedere la cancellazione
Di tutte le varianti adottate a Milano negli ultimi dodici anni
E di impostare una nuova strategia di radicale decentramento a scala regionale da Milano in Lombardia
Secondo
Per essere coerenti con queste scelte urbanistiche
Bisogna ridurre ad un terzo
Le cubature del piano a Torino del Central né buona parte nella periferia metropolitana
E terzo a Firenze bisogna fare altrettanto per creare della FIAT della Fondiaria oggi sottoposte all'approvazione della Giunta regionale di sinistra
Così come bisogna rimettere in discussione se non le scelte almeno le attuazioni urbanistiche per quanto riguarda quarto l'insufficiente decentramento terziario a Roma e quinto l'inversione del decentramento terziario a Bologna
Continuando di questo passo per tutte le maggiori o minori città del nostro Paese
E questo solo questo significa contestare quanto ha detto il fatto in campo urbanistico da dieci anni a questa parte la grande maggioranza dei politici e degli intellettuali di sinistra
Confermando ad essi il nostro appoggio
Solo se hanno se avranno cioè la volontà e la capacità di cambiare di superarsi
E sostituendo in caso contrario tanto i sindaci gli assessori quanto gli architetti
Ciò comporta anche la necessità di assumersi la responsabilità di queste scelte
A tutti i livelli politici e culturali
La telefonata fiorentino di Occhetto non deve più essere un fiore all'occhiello un estemporaneo isolato intervento
Deve diventare una linea politica generale e sistematica
Per carità non sto pensando a un burocratico foglio d'ordini ma ad una precisa assunzione di responsabilità ad una presa di posizione con la quale tutti dovrebbero sapersi confrontare
Disfacendo allora le alleanze di potere
All'interno delle quali ogni corrente aveva i propri fautori trasversali dell'anti piano
I libertini il Corbani i Molteni
E restituendo al dibattito culturale e politico della sinistra la dignità delle divergenze delle alleanze misurate sulle scelte concrete e non delle appartenenze agli schieramenti precostituiti
Ho detto all'inizio
Che nel prossimo gelido inverno ci proporranno certamente il ricatto occupazionale
A sostegno delle più scandalose speculazioni urbanistica
E che a mio modo di vedere dovremmo resistere a denti stretti
Spiegando ai lavoratori ai cittadini la RAI la natura ricattatoria di queste richieste
A maggior ragione
Dovremmo essere assolutamente coerenti con le nostre scelte di urbanistica riformista quando saranno in ballo nuove possibili maggioranze municipali
A Torino ammirando o a Brescia fino a Roma e a Napoli fossero pure giunte di salute pubblica
In questi casi come nei precedenti
Dovremmo ripetere che una speculazione immobiliare non rappresenta una formazione produttiva di ricchezza
Ma una semplice variante locale della speculazione finanziaria internazionale sulla lira
Né più e nemmeno e che da una singola speculazione
O peggio da un piano regolatore asservito agli interessi immobiliari non potranno mai venire vantaggi economici o sociali per i lavoratori e per i cittadini ma solo nuove patologie urbanistiche che i lavoratori e che i cittadini presto tardi finiranno sempre per pagare
E partendo da queste valutazioni dovremmo allora opporci risolutamente a quelle speculazioni a quei piani regolatori asserviti alle immobiliari ero rifiutarci di entrare nelle maggioranze che avranno quelle o questi nei loro proposti
Queste erano
Le considerazioni che vi ha suggerito una riflessione sulla cultura del piano
Una riflessione spinta
Fino al passato prossimo per guardare al presente
Senza riuscire ad evitare mi perdonino gli organizzatori del convegno che forse non lo avevano previsto
Una necessaria secondo me una inevitabile e necessaria invasione nell'immediato futuro grazie
Grazie avvocato sostenuti
Di diamo la parola a Gianni Lanza Indie
L'evoluzione legislativa prima e dopo l'istituzione delle Regioni
Funzione
Beh dopo un intervento così brillante e convincente
Io mi scuso in anticipo per una relazione un contributo che piazzamenti giuridico
Cercherò di attenermi al tema comunque
La legge urbanistica approvato nell'agosto quarantadue
Confermava e sistemava definitivamente
Non solo destinazione delle aree ad opera dei pubblici poteri
Ma conteneva anche un nuovo conformazione del profeta di Lipsia
Grazie
Tale da superare né la concezione a storica di inviolabilità
Ne veniva cioè cambiato regime struttura senza buttarne l'appartenenza
Nel medesimo contesto culturale veniva approvato il codice civile
Quindi agosto quarantadue la legge Codice marzo quarantadue
Ed entrambe le norme l'orbita Fondiaria vi è distinta
Dalle altre forme di proprietà
E viene resa funzionale a fini di mutamento urbanistico e di conservazione paesistica e ambientale
Così gli articoli ottocentosessantanove seguente il codice civile
La legge invece dopo i cinquanta dunque è un momento alto della cultura giuridica in quanto funzionali Zanda la proprietà
A fini di interesse collettivo
Assegnava l'urbanistica come come al territorio il compito non soltanto di disciplinare
L'assetto e l'incremento edilizio dei centri abitati
Ma anche lo sviluppo urbanistico in genere del territorio
Vi si prevedeva cioè di raggiungere tale setto mediante un intervento attivo della pubblica amministrazione
Pianificando l'intero coacervo di interessi economici sociali e culturali che insistono
Sul territorio terminato
Un cenno all'evoluzione del settore urbanistica italiana può essere utile per sia per conoscere i precedenti
Degli istituti giuridici vigenti sia per confrontarli strumenti del diritto con la complesse spesso caotica realtà dello sviluppo territoriale dell'ultimo cinquantennio
Vengono evidenziati i seguenti due dati
In primo luogo per l'intero arco temporale si manifesta una diffusa negligenza
Della pubblica amministrazione né utilizzare gli strumenti urbanistici
E in secondo luogo specie per regolare il regime dei suoli si ricorre ad una reiterata produzione di leggi leggine speciali
Persino con la riesumazione discuti pensati presente legge su Napoli per Fini del tutto diversi
L'evoluzione a tratti la repentina involuzione
Della legislazione e dunque marcato da questo paradosso
L'unica legge urbanistica generato strumentario la mille centocinquanta appunto non è mai stata seriamente sperimentata
Ad iniziare dalla mancata emanazione
Del regolamento di esecuzione qualcosa e comunque del tutto disattesa per il primo decennio Resta invece più volte a partire da sessanta assai prossima ad una generale questo è un segnale riforma
Ma la cattiva fortuna della legge urbanistica dipese da alcune lacune assai vistosa che continuino a lasciar traccia del costume del legislatore non meno che in quello della pratica dell'estrazione
Così ad esempio la mancata previsione di mezzi specie finanziari indispensabili per la conoscenza controllo e gestione del territorio
Così è ancora lì risolto dilemma della perequazione urbanistica è infatti noto che la legge mila e centocinquanta dispone che per l'indennità di esproprio non si deve tener conto del maggior valore conferito all'immobile con la approvazione ed esecuzione del piano
Così come le indennità diarie espropriate per vie e piazze occorsi deve equivalere al valore del terreno indipendentemente
Della sua dalla sua edificabilità
La questione tuttora irrisolta si dibatte tra azzardi del legislatore
E deprimente la corte in attesa di un intervento ragionevole del Parlamento che ha tuttora manca
Tuttavia
E nonostante queste manchevolezze la legge urbanistica non ha sviluppato una razionale e moderna pianificazione del territorio
Ne ha impedito
Lo scempio urbanistico del paese
Soprattutto in quanto le novità della sua impostazione che puntava a coordinare interventi editoriali mediante la consapevole
Ed efficiente macchina amministrativa
Si scontrò con un modello di amministrazione arretrato gerarchizzata top e privo di coordinamento e di flessibilità
è stato scritto che la legge urbanistica si è posta così avanti nei confronti della media di la cultura giuridica del tempo
Da determinare problemi ermeneutici fondamentali
In realtà la giurisprudenza amministrativa e costituzionale ha per lungo tempo e sino agli anni Settanta
Ristretto l'urbanistica all'assetto e all'incremento edilizio dei centri additati
Rendendo dunque una proiezione della rendita urbana
Tali impostazioni minimalista ha condizionato anche il legislatore
In evidente contrasto con gli stessi principi costituzionali
Ed infatti mi sembra importante
Richiamare le coperture costituzionale questa legge sia pure postume
In quanto la Costituzione repubblicana inquadrato la tematica dalla legge secondo molteplici ed importanti profili primo
La proprietà privata viene finalizzata alla sua funzione sociale
E alla generale accessibilità determinando se non l'appartenenza le modalità dell'acquisto e del suo godimento al quarantadue secondo comma secondo viene introdotto il principio della programmazione a fini sociali
Dell'attività economica quarantuno terzo
La Repubblica favorisce l'accesso alla proprietà della casa di abitazione quarantasette quarto
è rimesso al legislatore il criterio di determinare di terminazione dell'indennizzo per i casi di esproprio quarantadue terzo comma
Quinto la competenza legislativa in materia urbanistica viene attribuita alle regioni
Centodiciassette ed infine il paesaggio
Il paesaggio comprendente non solo a morfologia del territorio ma anche l'intrinseco valore ambientale e naturalistico
Di individuato come fondamentale risorsa della persona umana e non solo del cittadino
In quanto è collocato tra i principi fondamentali appunto articolo nove e come principio basilare di convivenza civile
La legge urbanistica diviene così una specificazione dei valori fondamentali
Gerarchicamente subordinati appunto quelli costituzionali
In particolare la funzionalizzazione dell'apposita immobiliare viene separata
Dalla Costituzione
Dal concetto di espropriazione
Che implica il restauro patrimoniale del bene oggetto di ablazione
Insomma i limiti urbanistici posti per legge al godimento delle proprietà privata in quanto non interferiscano
Con le cime di appartenenze abbiano carattere di equità di razionalità non o ne erano la pubblica amministrazione di obblighi risarcitorio
Benché la normativa costituzionale per tali riferimenti fosse più avanzata di quanto da taluno ritenuto essa rimase tuttavia inattuata
Così come venne compromesso risultato previsto la legge urbanistica dal cioè luogo ad una cinquina organica del governo del territorio
Dal varo da legge urbanistica alla promulgazione la costruzione e dopo questa per l'intera fase della ricostruzione postbellica assai lunga
Le amministrazioni vedevano ne legge urbanistica un intralcio alle incontrollabile gioco politico cui si prestava il sistema delle concessioni edilizie
Delocalizzazione spesso arbitraria delle opere di urbanizzazione
Della scelta delle aree per l'edilizia sovvenzionata si pensi al tumultuoso fenomeno della pelle urbanizzazione dei grandi città
E della programmazione annuale e solo annuale delle opere pubbliche
Per alcuni lustri cioè
La nostra legislazione urbanistica fu una legislazione dirne di emergenza incapace di governare la trasformazione del re e di arrestare il degrado
Del territorio congestionato dalla rapida evoluzione economico e sociale delle prime rate urbani sinottiche piani ricostruzioni prive approvati con inviati Obiettivi
Dal decreto luogotenenziale quarantacinque venne elaborati poi con la legge del cinquantuno la mille quattrocentodue e prorogata questa legge
Con legge tre sette sessanta sino al trentun dicembre settanta
Il legislatore a parte le spille estensione delle misure di salvaguardia i piani regolatori esistenti si dedicava ad incentivare notificazione urbanistica settoriale così i piani delle aree di sviluppo industriale i piani di zona per edilizia economico-popolare
Un tentativo di reazione allo stato di marasma edilizio ed urbanistico vino peraltro la legge ponte de Santa sette
Ma l'accentuazione delle sanzioni non frena gli abusi edilizi negli incentivi dalla formazione dei piani regolatori portano i comuni che ne sono privi che sono la maggioranza stragrande maggioranza agli sperati risultati nei infine introduzione delle modifiche d'ufficio ai piani o la previsione di Standa supera istrici riusciranno a condizionare positivamente la pianificazione con l'impiego di autorità governativa
D'altra parte il problema non risolto del regime dei suoli continua a minare i piani comunali dissolvendo nella qualità
Indiscutibili e le transazioni
Economiche e politiche facenti capo a poderosi interessi dei percettori di rendita fondiaria e degli speculatori dell'edilizia
Lo sconvolgimento recita ma anche della parte non Urban del territorio aumento di pari passo alla colate di cemento che distruggono irrimediabilmente le aree di maggior pregio ambientale e urbanistico
Vi è però un'altra ragione di crisi dell'assetto territoriale
Sono fino alla costruzione repubblicana l'urbanistica era incentrata su un sistema binario facente parte capo lo Stato per i profili della vigilanza e di l'approvazione i principali strumenti di governo territoriale e ai comuni
Per quelli programmazioni di base vera dunque la previsione di un doppio livello di governo del territorio Luna l'uno subordinato all'altro
Il coordinamento tra i due livelli avrebbe dovuto essere assicurato il Piano territoriale di coordinamento cui la legge urbanistica fidava il compito di armonizzare interessi statali e le opere pubbliche nell'intersezione con i piani comunali
La mancata realizzazione del pianto riterrà di coordinamento faceva riemerge gli interessi statali mise di approvazione ministra dei piani e va da sé che una simile concezione non corrisponde al disegno costituzionale del decentramento amministrativo e della valorizzazione delle autonomie locali
Con l'attuazione costituzione mediante i decreti trasferimento delle funzioni distrattive lo Stato alle neo costituite regioni
Entra in crisi sistema piramidale Comuni ministeri essendo evidente che le competenze regionali non si limitavano ad integrare il sistema con un terzo di pratico dal territorio ma lo stravolge vano
D'altra parte l'attuazione dell'ordinamento regionale pur avendo avuto un gravissimo ritardo non mostra adeguata consapevolezza rispetto alle potenzialità espansive
Del delle competenze urbanistiche stile piuttosto un re restringimento alla disciplina lo sviluppo urbano rimanendo trascurata la programmazione delle aziende le modificazioni ambientali
Ciò era dovuto da un lato la concezione urbanistica come pianificazione di micro urbanistica in conformità peraltro alla interpretazione del mille novecentodue della corte costituzionale sottintesa poi dal legislatore statale delegato col DPR
Quindici gennaio stante due numero otto il trasferimento delle competenze amministrative
Sia d'altro lato a posizioni di potere in sede regionale che diffidava no di una regolazioni integrate sistemica dell'ambiente del territorio privilegiando l'assetto l'incremento edilizio dei centri abitati per ovvie ragioni
Il ritardo culturale e le vischiosità delle burocrazie regionali
Vanificare hanno poi i contenuti più avanzati dei successivi decreti delegati e particolarmente del DPR ventiquattro luglio stante a sette seicentosedici che esprime indirizzo innovativo
Della legge delega del settantacinque la trecentottantadue
Nel Sud cinque infatti il legislatore statale nel delegare il trasferimento delle competenze urbanistiche alle Regioni ordinarie e le funzioni di interesse locale ai comuni
Secondo la previsione di quel centodiciotto costituzione adotta il criterio assai opportuno di accorpare molte etici Simone materie secondo concetti di globalità e di organicità
I rapporti tra lo Stato e le Regioni vengono definiti più in chiave procedimentale che in termini di rigida separazione di competenza per materia
L'articolo ottanta del DPR seicentosedici stante a sette definisce l'urbanistica
Come disciplina dell'uso del territorio comprensivo di tutti gli aspetti conoscitivi normativi e gestionali
Riguardanti le operazioni di salvaguardia e di trasformazione del suolo nonché della protezione dell'ambiente siamo sessantasette
Le prime leggi regionali Piemonte settantasette Emilia Romagna Stan trotto Puglia ottanta mantengono invece una anacronistica frammentazione di competenze riducono il contenuto della legge urbanistica all'aria tradizionale ormai obsoleta rispetto alla normativa statale la legge delega tre otto due
A ben vedere superata dalle stesse finalità della legge urbanistica le quarantadue che impostava la chiarificazione territorio nella sua globalità e dinamicità
Da questo punto di vista la legge delega come già leggere mille cento mila e centocinquanta ricomprendeva nel quadro del Governo il territorio i beni ambientali unificando la disciplina urbanistica con la tutela delle bellezze naturali
In congruamente tenute distinte per materia e per competenza della legge del trentanove
Quasi che secondo quest'ultima legge le bellezze naturali fossero un fatto di eccezionale essi singolarità e non invece uno rimanente ed inerente al territorio
La svolta normativa operata legge delega dal decreto seicentosedici nonché l'aggregazione delle funzioni di governo del territorio affidati dal sistema regioni Enti locali trovano un coerente con una corrente conferma
Ne ha legge
Del Santa sette numero dieci
Tutti i beni immobili sono elementi del territorio e del paesaggio tutti sono soggette a regime conformativo attribuito dal legislatore
Sono sottoposti tutti ad una generale interdizioni di utilizzo al di fuori delle inziative di pianificazione del potere pubblico così come Espresso gli strumenti urbanistici
Bene
Legge dieci Santa sette introduce poi in parallelo con la pianificazione spaziale il nuovo modello di programmazione temporale anticipato dalla legge regionale Lombardia cinquantuno assunta cinque
Quindi qui adottato il principio secondo cui non si può esercitare la facoltà di trasformazione e di edificazione del territorio
Se non nel momento temporale prescelto dagli strumenti di attuazione del piano restando vincolati alle scelte spaziali già decise consegue che la concessione a trasformare può essere data solo per le aree inclusa di programmi pluriennali di attuazione
Peraltro la realizzazione di questi programmi è stata per molti versi disattesa dall'inerzia dei Comuni quali in numero molto limitato siano dotati degli strumenti
Il metro della programmazione temporale che avrebbe consentito una maggiore concertazione tra interessi pubblici e privati anche migliori trasparenze
Dei processi decisionali avuto una drastica riduzione con la legge novanta dell'ottantadue che ha sancito alcune rilevanti esclusioni soggettive
Diminuendo il numero dei Comuni tenute tassi programma e oggettive aumentando ed errore per le dette per le zone cosiddette franche
Con l'attuazione dell'ordinamento regionale allo stato rimase l'identificazione delle linee fondamentali dell'assetto del territorio nazionale con particolare riferimento a tutelare l'ambiente difende il suolo e disporre in materia antisismica
Le strutture periferiche statali sono state regionalizzate
L'impresa di opere pubbliche naturalmente tuttavia il modello organizzativo delle regioni ha imitato specie nel regesto speciale differenziato il modello monocratico ministeriale attribuendo la gestione sull'argomento assessore ed i poteri di indirizzo e programmazione peraltro molto evanescenti ai consigli
La riforma ordinamentale dell'autonomia locali la legge centoquarantadue del novanta ha da ultimo attribuito alla Provincia importante ruolo della propria elaborazione del piano tritura di coordinamento articolo quindici
Mostrando di valorizzare l'ente Provincia quale secondo il ricovero del territorio e ha ribadito la centralità del Comune come ente esponenziale della globalità degli interessi dei cittadini anche per un corretto se utilizzo del territorio spettano dunque al Comune tutte le funzioni amministrative mettere urbanistica ad eccezione di quelle che siano espressamente attribuite per legge ad altri soggetti
La norma rafforza così anche per riferimento al centoventotto costituzione il potere degli enti locali come soggetti primari dell'ispirazione
E come protagonisti nella formazione propri strumenti urbanistici contenendo con riserva di legge
Il concorrente potere della regione nella quale dialettica e con variegato orientamenti giurisprudenziali
Si è speso esaurita l'energia chiarificatrice dell'ente locale ciò che rimane aperto è in grado di ingerenza nel potere di piano del comune di questi oggetti provincia o regione
Che sono portatori di interessi di più vasta area nel nuovo modello di pianificazione urbanistica rimane anche aperta la questione della partecipazione dei cittadini possiede rapporto della democrazia diretta
Nella gestione e conservazione dei beni ambientali proprio ciascuno comunità da questo punto di vista alle centoquarantadue da porre in serio e con la legge duecentoquarantuno del novanta sul procedimento amministrativo apre spazi non ancora indagati ad un governo democratico del territorio da definire con apprezzabile originalità
L'Istat tutti nei regolamenti comunali
In sintesi conclusiva la cultura legislativa dette di sui temi urbanistici avuto un'evoluzione sia sul piano dei principi come raccordo tra territorio e ambiente
Tra proprietà private finalità sociali tra pianificazione concertazione democratica degli enti
Sia su quello della tecnica operativa mediante la specializzazione delle apparati amministrativi e l'elaborazione della giurisprudenza eppure la storia recente della situazione urbanistica ha segnato un confine in costante movimento tra l'area di colossali interessi speculativi e l'aspirazione collettiva allo sviluppo sostenibile Della Vito urbana e alla salvaguardia delle risorse ambientali
Non sempre la legge ha mostrato di saper governare le trasformazioni territoriali nella sua attuazione attuazione ha evitato lo sperpero del patrimonio culturale e naturalistico del nostro Paese
Ma pongo una domanda quale misura in quale misura ciò è addebitabile al legislatore del quarantadue
Un giudizio può essere formulato osservando che ben poche delle questioni lasciate irrisolte dalla legge mille centocinquanta
Hanno poi avuto definizione ad opera del della legislazione repubblicana così ad esempio primo di mezzi finanziari
Mezzi finanziari Reggi urbanistica era detta rimasta priva di una dotazione finanziaria che permetta all'ente locale di intervenire sulla sette due proprietà con provvedimenti ablativi o con vincoli ritenuti comunque dalla giurisprudenza meritevoli di ristoro
La normazione continua ad essere confusa il Parlamento non ha varato una ragionevole leggevo spiccata la Consulta sul regime dei suoli che evitasse il baratro dell'indebitamento del Comune e creasse una giusta perequazione tra spinte di ficcare spenta Fondiaria e donne di edificazione secondo l'ingorgo Stato-Regione
L'incoerente intersezione tra urbanistica tutto di competenza regionale e prescrizioni di competenza statale fa sì che il potere di piano non sia riservato in toto alle regioni o agli enti locali
Rimane infatti di competenza statale identificazione delle linee fondamentali l'assetto del territorio nell'ambito delle funzioni indirizzo e coordinamento articolo ottantuno del DPR seicentosedici
Ma lo Stato tuttavia quasi non esercita questa funzione in quanto si inserisce direttamente talvolta forzosamente Nella chiarificazioni territoriale con competenze proprie specifiche così
Per le opere pubbliche statali così nel settore del paesaggio la legge del trentanove
Modificato nell'ottantacinque la quattro tre uno oltre a difesa del suolo con la legge centotré de ottantanove
Ciò consente discipline concorrenti da parte dello Stato e finanche poteri sostitutivi articolo uno bis la legge quattro trentuno De ottantacinque
Poiché per ottenere il paesaggio fa parte del governo del territorio anche quando non confluisca nella pianificazione urbanistica è indiscutibile che vi sia una reminiscenza del potere e della Jihad che ministeriali in materia
Ciò è stato giustificato dalla corte sia per gli obblighi comunitari
Questo già si lo Stato per esempio in via sia poi il valore prioritario della difesa della salute tuttavia non vi è dubbio che ne deriva un ancorerei una incoerenza ed una frammentazione del linee di pianificazione
La legislazioni più recente tende a risolvere il raccordo tra interessi statali e piano bandistici attraverso la attraverso l'accordo di programma questo nuovo istituto introdotto di ottantacinque
Con la legge duecentodieci che subiva l'Ente Ferrovie dello Stato e che prefigura una procedura di concertazione cui partecipano tutti gli enti interessati all'esecuzione dell'opera
L'accordo ha diretto efficacia di variazione degli strumenti urbanistici ed è appunto per tale vistosa conseguenza che esso presenta aspetti arrischiati ponendo in gioco interessi contrastanti non sempre ugualmente difesi da procedure di limitato garantismo
Terzo
La frantumazione le competenze
Il cordolo attivo del governo territorio è la legge urbanistica bene tuttavia affronta il carattere mise seriamente globale della pianificazione che ricomprende interna visione generale e coordinata ogni forma di trasfusa territoriale
Non sempre secondo il diritto positivo soggetto artefici la pianificazione a piena padronanza sulla disciplina del territorio
Non esiste cioè una riserva integrale di potere urbanistica a favore degli strumenti urbanistici
Sulla stessa aria cioè convergono e si frammentano regolamentazioni molte etici poste da leggi d'autorità diverse che sfuggono al controllo e l'ente il Comune che affidatario della pianificazione territoriale
Saper di micro piani settoriali di provenienza regionale o statale così per i pesi Stitch di bonifica di bacino di attività estrattiva limitazioni militari eccetera
Ovvero di vincoli a bellezze naturali idrogeologici di parchi nazionali o regionali qualifiche divieti assoluti strade autostrade ore porti corsi d'acqua Ferrovie
Monumenti nazionali opere militari eccetera e quindi una intersezione incoerente quarto
Il circolo vizioso di abusi e condoni l'ultimo decennio caratterizzato da una dialettica inarrestabile perversa tra abusi edilizi condoni che segnano impotenza la missione pubblica
Ah rimuove le violazioni urbanistiche quando esse abbiano già modificato al territorio emblematiche la legge
Ventotto febbraio ottantacinque numero quarantasette impotenza è particolarmente marcata in tema di destinazione d'uso di anticipata tutela mediante sequestri i pubblici interessi urbanistici
Privo di efficacia e oneroso eccessivamente era trattate ricorso l'azione popolare
Che offerte al cittadino e che sarebbe prevista immettere urbanistica dalla l'articolo sette della legge centoquarantadue barra novanta
E ultimo ultimo rilievo che voglio consegnare intende punto di riflessione critica e sulla possibilità che
Esista un modello di urbanistica democratica in che senso faccio questa osservazione
Vi è mi pare d'annunciare la ragione ha forse più profonda della crisi si parla di fallimento da da parte taluno della pianificazione urbanistica in Italia per entrambi modelli della chiarificazione spaziale e della programmazione temporale
Si tratta ripeto di ripensare quanto di lumi mistico per un verso di autoritario per altro verso si è contenuto nelle norme sull'urbanistica lottando come parametro per questa verifica il criterio della democrazia ossia del massimo grado di partecipazione della gente
Alle sezioni che la riguardano ma questo criterio coincide con quello del buongoverno implicando l'attenzione all'efficacia e all'efficienza della pubblica amministrazione
La caratteristica fondamentale del modello di pianificazione spaziale consiste nel percepire il territorio con uno spazio oggetto disciplina vincolistica
E di zonizzazione finestrata astrattamente individuati che spesso trascurano la sua intrinseca di unicità e la particolare logica ad attiva il modello di programmazione temporale considera invece il territorio come un tempo del processo di trasformazione di sviluppo economico soggetta a scadenze prestabilite laddove esso ha invece la natura di ambiente comune dal quale l'uomo
Non può prescindere senza perde la sua identità
Entrambi i modelli pretendano in fondo di poter regolare dall'alto ed in via impositiva il dinamico svolgimento dell'interazione uomo ambiente
Sono invece pensando ad una diversa logica rispettoso dell'autonomia della gente le sue libere aggregazioni è possibile organizzare un controllo del territorio che realizzi anche un modo concreto di autorganizzazione un ampio dibattito riaperto nel movimento di autonomia e soprattutto attorno alle cento quanto due il novanta in esso la cultura giuridica ripensa agli strumenti del piano in direzione di una loro maggiore flessibilità
Evidentemente questa percezione non opportunistica faccio riferimento interventi precedenti
Ciò significa concretamente che si ritiene possibile che il piano contenga più norme obiettivo che non prescrizioni che si è orientato verso scelte di fondo e non si esaurisca in vincoli distretto contenuto organistico
In tal modo si è scritto a trasformazione Conca del territorio diventerebbe oggetto di progetti urbanistici analiticamente definiti mediante un galeone dialettica tra il pubblico potere i soggetti realizzatori e la comunità interessata
Il piano regolatore si trasformerebbe in un strumento aperto che consenta una contrattazione partecipata per precisare linee di intervento in tutte le sue loro componenti ivi compresa quella della realizzabilità economica
Un simile modo di Pedi procedere consentirebbe una valutazione circolare di impatto ambientale dei singoli interventi edificatori i presuppone però una pubblica amministrazione forte di conoscenza di progettualità
Capace non solo di controllare ma anche di proporre e contrattare essendo garante del bilanciamento di interessi tra pubblico e privato
Bene sospendiamo qua i lavori della mattinata e riprendiamo alle quindici possibilmente in punto con la prima relazione di Filippo Ciccone
Come siamo i nostri lavori
Cominciamo
Allora io
Vorrei dirlo in premessa quindi non ho urto nessuna suscettibilità
Purtroppo il calendario di lavori è molto molto molto denso e quindi rischiamo di perdere dei preziosi contributi
Questa mattina in cui si ci siamo presi un po'
Alla larga per quanto riguarda i tempi è qui inviterei soprattutto i relatori di contenere le loro comunicazioni che poi tra l'altro sono scritte quindi fanno parte dei materiali che abbiamo messo in distribuzione di contenere le loro comunicazioni venti minuti credo sia un tempo che il consente loro di esplicitare appieno loro pensieri e quindi mi
Dopo i venti minuti mi permetterei di fare un piccolo tocco quindi senza toccare suscettibilità da parte degli interessati
Darei la parola quindi per la prima comunicazione a Filippo Ciccone sugli affetti territoriali della legislazione
Nei cinquant'anni dalla legge del quarantadue ma soprattutto negli ultimi quaranta
I fenomeni di trasformazione urbana e territoriale del nostro Paese solo studi ci sono stati va bene così vicino non va bene allora bisogna alzare volume perché in bocca Romolo possono va bene
I fenomeni di trasformazione urbana e territoriale del nostro Paese sono stati quantitativamente rilevantissimi
E qualitativamente assai negativi
Ad esempio siamo al primo posto in Europa per spreco edilizio con un saldo attivo di alloggi rispetto alle famiglie di oltre cinque milioni
è in corso una vera e propria fuga dalle città a causa di disfunzioni e inefficienze diffuse
Sì è divorata la risorsa suolo con alcuni centri cresciuti in un cinquantennio di ben tredici volte ma quanto di quello che è accaduto dipende da carenze della legge fondamentale
Probabilmente molto poco il problema è sempre stato e rimane ancora oggi quello del controllo e della gestione
I controlli sono stati progressivamente sempre più assenti la gestione sempre più carente
Il passaggio di poteri dall'amministrazione centrale alle Regioni avvenuto più o meno a metà
Del cinquantennio che stiamo esaminando
Non ha modificato questa situazione di base
Anzi dal punto di vista della anzi dal punto di vista dei livelli di pianificazione
Avendo le Regioni nei pochi casi in cui lo hanno fatto appesantito la legge fondamentale si sono perdute alcune importanti caratteristiche della legge mille centocinquanta come è stato anche sottolineato questa mattina
Il modello della legge del quarantadue infatti era assolutamente elastico
Si richiedevano piani del tipo e del livello operativo utile in quel momento in quel luogo ciò sia per la pianificazione comunale che poteva divenire intercomunale quando necessario che per quella di area vasta
Il modello della pianificazione a cascata e piuttosto una introduzione sappiamo quanto improduttiva nella prassi applicativa
Dei pochi tentativi regionale di riforma ciò non significa che non sia necessaria una riforma ma che appunto essa deve essere tale soprattutto tenendo presente che i principali problemi della città e del territorio oggi ricadono nell'ambito della qualificazione e nel recupero del già esistente nella riparazione dei danni inflitti al territorio alla città all'ambiente dagli anni cinquanta ad oggi
La quantità ma di relazione si intitola punto Effetti territoriali della legislazione quindi io dovrò dare qualche numero molto schematico ovviamente
La copula quantità e complessità dei fenomeni che è necessario prendere in considerazione per misurare gli effetti territoriale della legge urbanistica richiedono però almeno un modello interpretativo una tesi di partenza che consenta una selezione dalla grande quantità di dati che altrimenti potrebbero essere espressi ed una ordinata ricostruzione dei fatti
La tesi che utilizzerò è la seguente
Con la ricostruzione postbellica a partire dagli anni cinquanta si è consumata la rottura forse il risarcibile di un equilibrio fra la città la campagna e del territorio non urbanizzato in centro
Intorno ai centri urbani consolidati per la gran parte rappresentati da strutture edilizie di interesse storico è cresciuta una grande periferia
Differenziata nei suoi caratteri morfologici ma sempre più priva di carattere urbani compiuti e nell'ultimo ventennio questa periferia tende a dilagare nel territorio ad assumere connotati indescrivibili se non ricorrendo ad acronimi
Urbana sembra la definizione più adatta a definire la più recente delle nostre periferie che non ha alcuna speranza di diventare città ma che non riesce ad essere neanche altro già nel convegno dello scorso anno sulla città sostenibile avevamo accennato alla tesi interpretativa della città per parti soprattutto articolando i primi ragionamenti sulla diverse caratteristiche dalla periferia speculativa pubblica abusiva
Pur Bana in relazione a fabbisogni differenziati di qualificazione che queste parti esprimono
In questa sede è sufficiente sottolineare che per il compito complesso
Che ci sta davanti bisogna guardare in qualche modo l'esperienza europea senza fughe in avanti dei paesi che sono stati la culla dell'urbanistica moderna
Con in più la consapevolezza di possedere contesti urbani storici e unici di valore inestimabile la cui cura e la cui analisi servono anche la costruzione di progetti di qualificazione urbana dei progetti di qualificazione urbana che dobbiamo attivare volendo azzardare una sintesi estrema il problema urbanistico chiave sembra oggi essere Trevi partito
Vi è innanzitutto l'esigenza di tutelare i caratteri dei centri storici consolidati estendendo nei limiti fino a quanto edificato all'inizio degli anni Cinquanta
Poi c'è da operare per la qualificazione della immensa periferia edificata nell'ultimo quarantennio
Da due a dodici volte più grande della città consolidata almeno così è negli esempi che analizzeremo più avanti
E infine c'è da salvaguardare il residuo territorio ancora indenne da vistosi fenomeni di urbanizzazione
Qualche dato
Il nostro come ha di recente affermato il ministro Ron Carey
è un Paese ricchissimo di memoria storica
L'Italia possiede dice rompe la massima densità di beni culturali per chilometro quadrato del mondo intero
Dunque è una nazione vulnerabile da questo punto di vista e si tratta anche di un Paese che ha una struttura fisica nota
Particolarmente fragile quindi un doppio impegno una doppia necessita di pianificazione accorta e meditata
Basti pensare alle caratteristiche morfologiche su trenta milioni di chilometri di di ettari abbiamo solo sette milioni di pianura
Ma il quaranta il quarantotto per cento del nostro territorio è soggetto a fenomeni franosi il quarantacinque per cento è classificato sismico
Oltre il quaranta per cento delle coste in arretramento ma questo non è un dato strutturale nel senso che l'accentuazione dell'arretramento delle coste vistosa nell'ultimo quarantennio quindi è opera di interventi del di questo periodo
Solo il ventitré per cento è coperto da foreste e boschi solo il quattro per cento di queste foreste si trova in pianura
Alla fine degli anni ottanta prima della legge quadro sui parchi che per ora è vigente solo sulla carta solo il quattro virgola tre per cento del territorio italiano è soggetto a forme di tutela particolari
Nel campo delle reti
Sono i trasporti il settore paradigmatico della nostra distanza dall'Europa non è solo un problema di densità
Per cui ad esempio abbiamo il doppio della dotazione espresse in chilometri ogni cento chilometri quadrati di Gran Bretagna e Francia per ciò che riguarda le autostrade ma meno della metà della Germania e due terzi della Gran Bretagna per ciò che riguarda la rete ferroviaria
Si tratta soprattutto di efficienza del sistema al mille novecentottantotto viaggiavano su ferrovia il nove per cento delle merci contro quasi il diciassette per cento del mille novecentosettanta
In cabotaggio il quindici per cento contro il ventitré per cento del settanta su strada ben il settantuno e passa per cento contro il cinquantuno del settanta
Nonostante la enorme estensione della rete stradale trecento mila chilometri e cioè un chilometro ogni chilometro quadrato
Il consistente sviluppo del parco autoveicoli da undici a venti sei milioni di veicoli circolanti dal settanta all'ottantasette
Ci porta ad una dotazione di mezzi per chilometro doppia della media c'è in Italia cioè abbiamo ottantasette e passa veicoli
Per chilometro controvalori medi della comunità intorno al quarantasei quarantasette per cento cioè quasi il doppio
Mentre Germania e Francia hanno valori ancora più bassi
Questo significa che se tutto il parco veicoli venisse
Si disponesse lungo la rete viaria ingombre Webber permanentemente la metà della Rete cioè circa centocinquanta mila chilometri
E i tassi di crescita del parco veicoli sono tra i più elevati della scena in una graduatoria relativa al periodo ottanta ottantasei crescono sensibilmente meno di noi tutti i Paesi CEE
Esclusi la Spagna il Portogallo e la Grecia
Siamo una Repubblica mono modale anche nelle città
Probabilmente l'unico paese al mondo in cui la rete tranviaria in esercizio è diminuita
Seicentosessantacinque chilometri nel settanta quattrocentotrentanove nell'ottantotto a fronte di una modestissima crescita delle reti metropolitane trentuno chilometri a settanta ottantuno nell'ottantotto
Ma anche in questo caso il confronto con altri Paesi europei anche dell'Est è negativo in una graduatoria fra ventidue città europee Milano è solo nona per passeggeri trasportati decima per chilometri esercizio ottava per numero di stazioni Euromed addirittura quindicesima per passeggeri trasportati e chilometri esercizio
Sedicesima per numero di stazioni diciottesima per numero di linee
Alcuni dati sullo spreco edilizio sulla crisi urbana
Si sono come sapete puntualmente realizzate le previsioni che ipotizzavano un patrimonio edilizio al mille novecentonovantuno pari ad almeno per
I cinque milioni di abitazioni ed oltre cento milioni di vani
è invece cresciuto più del previsto lo stocco non occupato
Che ha raggiunto la quota di cinque virgola tre milioni in totale siamo quindi al primo posto in Europa per sprechi edilizio con uno virgola venticinque alloggi per famiglia
Il ritmo di produzione nell'ultimo decennio è stato sostenuto molto di più di quanto dimostri la semplice valutazione della differenza fra stock di abitazioni dichiarate ai censimenti
In quest'ultimo decennio nonostante per la prima volta le grandi città diverse grandi città registrino un decremento delle abitazioni occupate non compensato dalle abitazioni non occupate
E cioè un saldo negativo nel numero delle abitazioni in totale
Nonostante ciò se si mettono in relazione le abitazioni esistenti e le famiglie
Anche nelle principali città rimane elevata in alcuni casi quali Roma Bari Palermo Catania molto elevata la sottoutilizzazione del patrimonio complessivo
Si tratta
In tutta evidenza di un'erosione del patrimonio abitativo ad opera di destinazione terziaria che non viene più coperta dalla nuova produzione in quanto comunque l'esigenza per via primaria risultano molto vicine alla totale soddisfazione
Questo anche perché sempre più le famiglie si allontanano dei grandi centri
Se si considera la popolazione residente nessuna delle dodici maggiori città registra saldi positivi per la prima volta ed in otto casi i saldi negativi superano il dieci per cento
Nell'ultimo ventennio si registra un vero e proprio crollo delle presenze nei centri oltre cento mila abitanti
A fronte del ventinove passa per cento dalla popolazione che vi risiedeva al settantuno oggi siamo al venticinque per cento ed è lieve l'aumento nella classe dei centri fra cinquanta cento mila abitanti
L'incremento più elevato riguarda ormai i centri compresi fra dieci e cinquanta mila abitanti e comunque ormai il su quasi il cinquantaquattro per cento della popolazione vive nei centri compresi fra tre mila e cinquanta mila abitanti
Un vero fallimento delle politiche urbane
L'allontanamento dalle città e radicale se si considera che nelle sette grandi città del Centro-Nord e l'intera provincia a perdere popolazione
Occorre poi un attimo ritornare sullo spreco edilizio per chiarire che esso ha una ripartizione nazionale comunque molto differenziata sensibilmente differenziata
Il patrimonio edilizio inoccupato su cui supera la media elevatissima nazionale che di oltre il ventuno per cento in tutte le regioni meridionali eccettuata la Campania
Oltre che nel Lazio nelle Marche in Liguria nella provincia di Trento in Val d'Aosta
Non vale la considerazione che si tratta di regioni che hanno forte uso per fini turistici
La provincia di Bolzano che sicuramente tra i dal turismo redditi significativi presenta una percentuale di abitazioni non occupate che tra le più basse d'Italia
Tredici virgola due per cento
Il dato è tanto più clamoroso se confrontato ad esempio con quello dalla Provincia confinante di Trento che al contrario rispetto al medesimo indice presenta uno dei valori più elevati
Oltre il trentaquattro per cento insieme a Val d'Aosta e Calabria
Comunque se si analizza l'intera produzione del Ventennio settantuno novantuno ben undici regioni superano la media nazionale di incremento dello stock abitativo con in testa la Sardegna la Val d'Aosta la Calabria
Ma al di là del patrimonio residenziale queste analisi sono abbastanza note
E facili da fare è ormai tempo di una valutazione più generale degli affetti territoriali della mancata applicazione di una corretta politica di piano
Purtroppo ci soccorrono poco i dati censuari provvisori ma quand'anche fossero di disponibili quelli definitivi sarebbe molto difficile sviluppare ragionamenti compiuti su molto probabili sprechi edilizi per usi diversi da quelli abitativi
E dire Effetti sui metodi per la determinazione della domanda di spazi per le attività di lavoro in particolare quelle terziarie le discipline che si occupano di analisi pre visive per la pianificazione hanno prodotto pochissimo
Ne risente ovviamente anche l'impostazione delle rilevazioni censuarie
Di conseguenza
Anche per la contemporaneità fra una esplosiva dinamica delle attività produttive e l'avvento di politiche economiche neoliberiste
Si è determinato una condizione per la quale in particolare la domanda di attività terziarie
E fuori da ogni controllo e da ogni seria valutazione si tende così a lasciare campo libero all'Offerta
Sia la netta sensazione che anche nel campo del terziario privato e pubblico si sia di fronte a sovrappiù di produzione
Analogamente come sapete dalla fine degli anni sessanta si operato nel campo delle aree industriali
Confinando nel limbo dell'utopia ogni tentativo di razionalizzazione dell'offerta di spazi per queste attività
Con il risultato che essendo ogni richiesta di spazio per attività di lavoro accettabile per definizione ogni campanile si è dotato della sua area industriale ovviamente quasi sempre sovradimensionata
L'esito è quello che oggi queste aree sono disponibili per ogni uso
I fenomeni conseguenti sono quelle di un grande disordine le attività industriale si dismettono progressivamente e lasciano spazio ad ogni genere di attività
Terziario per uffici nelle aree più centrali terziario commerciale nelle frange più periferiche lungo le infrastrutture viarie di collegamento fra le aree industriali o ex industriali o industriali solo sulla carta
Nasce così ad esempio il fenomeno delle cosiddette strade al mercato
Poiché queste trasformazioni
Anche a causa di oneri di urbanizzazione molto ridotti
A Roma fino ad oggi si sono pagate trenta mila lire a metro cubo per uffici in zona industriale che vanno sul mercato almeno a due milioni a metro cubo comportano queste utilizzazioni rendite elevatissime
Il meccanismo ha finito per distrarre deviare da impieghi produttivi le iniziative imprenditoriali
Probabilmente accentuando addirittura anticipando alcuni caratteri dell'attuale crisi economica e finanziaria del Paese caso dalla FIAT a Firenze mi sembra emblematico riguardando lo stabilimento come sapete in produzione
Il gioco funziona finché il mercato assorbe ma si ha motivo di credere che siamo giunti ad un punto limite
Calcoli effettuati per Roma partendo dai dati Hitch appunto dimostrerebbero che lo spazio disponibile per attività terziarie supera già oggi quello necessario ciò nonostante dappertutto si richiedono ulteriori spazi per queste attività
Solo a Roma sono in questo momento in discussione nuove localizzazioni per quaranta cinquanta milioni di metri cubi
Ed in aggiunta a questi il piano del sessantadue che è tuttora in vigore contiene ancora previsioni per settantasette milioni di metri cubi
A Napoli in zona peraltro congestionati stima è quasi costruito un centro direzionale per uno virgola uno milioni di metri quadrati
La defence in totale uno virgola sette milioni di metri quadrati
Come ha già detto Campos molti degli scandali ancora da scoprire nascono nell'aria di contrattazione di queste per il momento ancora pregiate nuove destinazioni
Ma accanto al ai dati quantitativi sui settori c'è il problema dello spreco di territorio accanto lo spreco di vizio quello del territorio
Abbiamo utilizzato l'ultima ricerca universitaria diretta da Giovanni Astengo la famosa ricerca sopra Porto sullo stato di urbanizzazione in Italia
E abbiamo preso in considerazione solo quegli elementi in linea con gli assunti di base cioè le sole aree campione per le quali erano disponibili i dati delle superfici urbanizzate al cinquantuno questo in modo da rendere immediatamente evidenti le dimensioni dei diversi ambiti da sottoporre alle differenti politiche di quali di qualificazione
Si tratta di sette aree che riguardano ognuna numerosi Comuni corrispondenti quindi a delle conurbazioni o se volete arredi di centri di fatto alla forma cioè che stanno assumendo numerose aree del paese e che in assenza di forme di pianificazione coordinata vedono sicuramente accentuati quei caratteri di dispersione
Spreco di sulle risorse soprattutto per dotazioni infrastrutturali
Sono cioè in qualche modo lo specchio di un problema diffuso nel nostro sistema insediativo che dovrà trovare risposte adeguate nel senso che la qualificazione di queste situazioni
E spesso in perseguibile al di fuori della unificazione degli strumenti urbanistici
Ordinando queste aree relaziona l'incremento di superficie urbanizzata troviamo che l'aria di Taranto ad esempio capoluogo e quattro Comuni contermini è cresciuta dal cinquantuno all'ottantuno di sette
Di quasi sette volte e mezza quella della pianura modenese il capoluogo di ventotto i Comuni contermini di cinque virgola due volte quella napoletana
Di quasi tre volte Napoli escluso mentre per tutto il tutte le altre più o meno raddoppiano comunque oltre il raddoppio
E possibile ovviamente affinare ulteriormente l'analisi di questi dati anche per trarre parametri di valutazione di orientamento per la pianificazione qualcosa in più troverete nella versione integrale di questa comunicazione
E nella comunicazione di Concetta farla anche sul consumo di studi territorio in Calabria negli ultimi trent'anni quello che voglio sottolineare e che la pianificazione non può esimersi dal considerare attenta a mente
Alcuni parametri quantitativi come sembra prevalere nelle ultime mode
Giovanni Astengo nel concludere la sua presentazione della ricerca i turba auspicava
Di impostare per tempo un programma di rilevamento censuario topografico in occasione del censimento dalla popolazione del novantuno
Questo non è avvenuto ma qualcosa si è fatto l'Istat ad esempio ha redatto in forma sperimentale una carta tematica dell'uso del suolo con la tecnica del telerilevamento
Contemporaneamente al censimento generale dell'agricoltura del novanta
Così sulle aree che sono state più consistentemente investite da fenomeni di urbanizzazione fra quelle già citate della ricerca e turba
E cioè la pianura modenese l'aria tarantina
Siamo in grado di stimare l'evoluzione delle aree urbanizzate fino all'inizio del decenni in corso si tratta di dati eclatanti secondo i quali l'area tarantina cresce nel quarantennio cinquantuno novanta di ben tredici volte
Con una media di settecentotrentatré nuovi metri quadri urbanizzati per ogni nuovo abitante insediato
E l'aria modenese cresce di otto volte con mille ventotto nuovi metri quadri urbanizzati per ogni nuova abitante insediato
Si tratta ci sono dati anche su singoli casi urbani
In tutta evidenza di dati che spiegano molte delle inefficienze e dei nostri sistemi urbani richiedono profondi ripensamenti delle direttive delle regole della pianificazione
Impermeabilizzazione dei suoli estensione delle reti
Diffusione dell'inquinamento ecco alcuni dei fattori che devono entrare in gioco nel controllo dell'attività di urbanizzazione
E che al contrario sono stati fino ad oggi ignorati si tratta di parametri che molto semplicemente Kuffour confluiscono nell'aria tematica dei dimensionamenti
Mentre si polemizza ancora sul rapporto fra piano e Progetto mentre molti parlano di un indefinito ecco piano il dimensionamento degli strumenti urbanistici sembra essere diventato una fisima di orfani della netta
è così saccheggio devastazione cementificazione continuano
Con l'avallo di una fetta cospicua Hole con la complicità oggettiva di una fetta cospicua degli specialisti grazie
C'è adesso la parola Maurizio Marcello uniti che interviene sulle linee salienti dell'evoluzione legislativa urbanistica in Europa
C'è un'affermazione ricorrente
Nel nostro Paese e cioè che l'Italia sia l'unico Paese europeo
Che non abbia una moderna legislazione urbanistica e sui suoli
Questo costante riferimento alla situazione degli altri paesi mi sembra del tutto legittimo corretto ma al tempo stesso pericolosamente fuorviante nel senso che lascia intendere
Che altrove ci sia in presenza di soluzioni legislative organiche
Di grande efficacia soprattutto dal punto di vista dell'interesse pubblico
Legislazioni con cui guidare processi di crescita di trasformazione delle città io ho qualche perplessità su questa affermazione
Ritengo che la situazione europea sia
Più complessa di quanto Possa apparire ogni qual volta mi si presenta occasione cerco di avanzare una serie di
E distinguo con l'avvertenza tuttavia che come dire questo non significa affatto rivalutare la situazione italiana o affermare che la situazione italiana sia similare a quella degli altri Paesi ma che il distacco della sezione italiana da altre situazioni europee
E al lo stesso profondamente drammatico anche se le motivazioni le cause di questo divario non dipendono tanto dalla presenza o meno di organiche moderne legislazioni urbanistica
è mia profonda convinzione che nell'analizzare la tematica della strumentazione urbanistica occorre disse occorra distinguere con molta attenzione
Le forme legislative cioè la Filosofia gli strumenti che molti governi che che come dire che i governi sono ufficialmente e dati tutti gli apparati giuridici predisposti e nei vari Paesi dalle pratiche
Invece che molti governi centrali ma soprattutto molte amministrazioni
Locali utili hanno utilizzato e continuano ad utilizzare per la gestione dei processi urbane
Attraverso questo tipo di analisi comparate possibile giunge alla conclusione con tutti i rischi evidentemente di ogni schematizzazione che se gli apparati legislativi
E quindi gli strumenti anche a disposizione dei pubblici poteri sono sono in gran parte o in buona parte similari sottolineo similari che significa non identici e comunque ovunque anche soggetti a processi o tentativi di delegittimazione sostanzialmente diverso invece appaiono i comportamenti le pratiche le modalità per gestire concretamente alle trasformazioni
Urbana che soprattutto in questo secondo aspetto mi pare come anche stamattina alcuni altri interventi è stato rilevato sa il distacco italiano in una analisi comparativa delle altre situazioni europea
Per portare un esempio significativo di questo stacco fra leggi e pratiche ed è la nostra distanza da altre esperienze europee è sufficiente porre in evidenza come in quasi tutti i paesi europei amministrazione pubblica sia governo centrale sia soprattutto ancor più amministrazioni locali
Hanno sviluppato ampie politiche Fondiaria
Vorrei essere ancora più preciso in presenza di legislazione espropriative ovunque ampiamente favorevoli alla proprietà si sono ugualmente avviate ampie politica Fondiaria
Penso no non è inutile fare il lungo elenco di città che hanno seguito soprattutto quelle che hanno un'antica tradizione o laburista o socialdemocratica o comunque progressista
Che attraverso tutta una serie di meccanismi tra l'altro molto semplici che poi son quelle diciamo chiamiamo
La strada olandese l'acquisizione preventiva dell'Amba in clinica tanto per intenderci hanno come dire superato tutti quelli che sono invece i vincoli posti dalle legislazioni
Nazionali in una come dire in un tema
Così delicato
Come accennavo il tema della efficacia degli strumenti urbanistici tradizionali
E quando dico tradizionali non do nessun segno negativo a questo permettendo dire il piano cui nuovamente facciamo riferimento mi comprensivo con l'ozono Inga che prevede dettagliatamente e come dire le destinazioni d'uso eccetera eccetera questo dibattito sullo figlia Cia di questo tipo di strumenti urbanistici non è un dibattito solo italiano altrimenti non si spiegherebbero e tante riforme che negli anni sono state fatte in tanti Paesi
Europa S. ovunque al centro di dibattiti circa la crisi e l'inadeguatezza del piano a prevedere e guidare i reali processi di trasformazione urbana soprattutto quelli così rapidi e dinamici degli altri degli anni ottanta
In altri termini si è in presenza di tentativi per fino in Olanda si dibatte sulla validità o meno del piano tradizionale come tentativi più o meno di delegittimazione di questo tipo della strumentazione urbanistica o per lo meno dei suoi strumenti codificati e tuttavia questo è bene precisarlo gli affetti di questo tipo di deregolamentazione comunque gli effetti di questo dibattito delle conseguenze concrete di questo dibattito sono totalmente diverse da quelle che si verificano nella mostra
In Italia e quindi anche questo tipo di processi ha comunque conseguenze di gran lunga diversificate rispetto alla nostra situazione
Tutto ciò premesso e scontato il brevissimo tempo che ho per tentare di setting sintetizzare devoluzione registrazione europea
Mi pare quasi banale ricordare che la strumentazione urbanistica tradizionale pressoché identica in tutte le registrazioni in tutte le registrazioni europee più o meno fino alla fine degli anni sessanta
La dimensione fondamentale quella del piano
Urbanistico comunale basato sull'ozono Inga steso all'intera dimensione comunale così che ogni punto del territorio
Possiede una sua specifica destinazione d'uso di carattere onnicomprensivo vincolistico di lunga durata i caratteri di strategicità da un lato
E di dettaglio operativo convivono in un unico disegna
E mi pare forse un po'meno banale ricordare che
Il prototipo di questa filosofia che proprio la legge urbanistica italiana del quarantadue a cui una parte non indifferente dalla cultura europea ha guardato nel redigere le proprie strumentazioni
In balistica generale vi rammento che la riforma urbanistica generale inglese del mille novecentoquarantasette che introduce il masterplan che il corrispondente del piano regolatore generale
La riforma spagnola la redazione del cinquantasei con l'introduzione del Prowler di nazione urbana la riforma francese del cinquantotto con l'introduzione del Prandi del perché esattamente il corrispondente dal nostro piano regolatore la Germania in Germania la prima vera riforma urbanistica organica giungerà soltanto nel mille novecento
Sessanta
Del tutto anomala appare la situazione olandese che non possiede nessuna legislazione urbanistica generale fino al mille novecento sessantacinque allorché come vedremo più avanti introduce una serie di e elementi una come dire una visione complessiva basato su un'organizzazione di strumenti di piano fino a quella data
L'esperienza pianificatoria olandese si basa sulle disposizioni della prima legislazione dalla casa del mille novecentouno rivisitata nel ventuno
Al cui interno era data l'amministrazioni locali la possibilità di formulare dei piani di previsione di organizzazione dello sviluppo rubano
La stessa politica fondiaria in Olanda come sapete del tutto autonoma dalla strumentazione dei piani nel senso che precede la formazione dei piani
Si potrebbe dire che il Paese più pianificato del mondo lo è in assenza di una legislazione urbanistica generale
La pianificazione urbana non è un obbligo di legge ma una scelta politica e cultura
Vale forse la pena di ricordare l'esperienza tedesca
Del di immediato dopoguerra dove di fronte alle immani distruzioni belliche all'esigenza di suolo a basso costo per la rapida ricostruzione sì esplicitamente assunta una politica dei due tempi
Una prima fase di straordinarietà lungo tutti gli anni Cinquanta e quindi successivamente una seconda fase di ordinarietà con la legge urbanistica del sessanta la differenza sostanziale
Della situazione tedesca rispetto a quella italiana consiste nel fatto che lì un governo guidato dai democratici cristiani ha deciso che la fascia di la fase di straordinarietà coincideva con il massimo potere dell'amministrazioni locali e del potere pubblico rispetto all'iniziativa privata
E alla proprietà privata così da un lato assume esplicitamente un modello generale della società della ricostruzione basata su al sulla libere iniziative sulla propria private dall'altro si assumono disposizioni a termine che tendono a far pagare a tutti in primo luogo la rendita fondiaria il costi della ricostruzione del Paese
I valori dei suoli vengono bloccati al trentanove e vengono assegnati ai Comuni ampi poteri per la formazione di riserve fondiarie per il contrario controllo della ricostruzione
Solo al termine la riforma e la la la situazione di straordinarietà con la legge urbanistica del sessanta si riducono drasticamente al contrario di quanto si tenta di fare agli altri Paesi si riducono drasticamente i poteri di intervento dell'amministrazioni locali si ripristina il valore di mercato per l'indennizzo espropriativo essi definiscono
Norme procedurale a piena a tutela della proprietà privata
Tutto ciò per sogni Search sottolineare semplicemente due elementi che una seria politica fondiaria può e forse deve panche prescindere dalla presenza di piani urbanistici ma soprattutto che il concetto di straordinarietà
Non coincide automaticamente sempre con quello di deregolamentazione di emarginazione
Dei poteri pubblici
Dunque si può concludere in primo luogo che viste le date delle legislazioni nazionali al di là Della loro comune Filosofia circa la forma e i contenuti del piano urbanistico sono in Gran Bretagna lo sviluppo dei piani negli anni Cinquanta avviene sulla base di una legislazione generale altrove l'esperienza diano derivano sostanzialmente
Più da autonome scelte dell'amministrazioni dal momento che le strutturalmente azioni di carattere generale tendevano invece come dire a strumenti di intervento più mora mirate a fornire strumenti di intervento tira più di tempo
Rapido
Non è dunque un caso che tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta con l'emergere sempre più evidente del fenomeno
Delle aree metropolitane dunque dalla dimensione sovracomunale con l'esigenza di attutire gli squilibri territoriali dell'identità derivanti dai processi di urbanizzazione
E dalla rapidità delle trasformazioni economiche sociali degli anni Cinquanta che la strumentazione urbanistica tradizionale è ovunque comunitaria oggetto di profonde riflessioni critiche
Tutte centrate sulla incapacità di questo strumento organistico Gennaro a garantire il controllo è la gestione dalla crescita della trasformazione i suoi tempi di previsione di attuazione sono sfasati rispetto a quelli delle trasformazioni reali della società la sua filosofia si basa più sull'ipotesi di un disegno urbano che non sull'organizzazione spaziale degli affetti territoriali dei processi economici
Questo dibattito è resa ancor più ricco dall'ingresso inscena dalle scienze economiche con cui l'urbanistica deve aprire un vivace confronto
E dall'influsso delle teorie sul piano proveniente dagli Stati Uniti
Tutto contribuisce a spostare i termini del dibattito introducendo con forza la dimensione sovracomunale il ruolo dalla programmazione economica la necessità della flessibilità nel quadro di scelte strutturante ipotesi di nuovi modelli insediativi
In Italia la discussione non conduce all'approvazione di una nuova formulazione generale anche se la proposta si sullo ben nota andava abbastanza in questa direzione assai meno mi pare il codice dell'urbanistica del sessanta
Anche se il dibattito e qualche concreta esperienza devo dire
Di tipo progettuale appare significativa l'esperienza del Piano intercomunale milanese dal punto di vista del dibattito su questi specifici e temi mi pare di grandissima rilevanza anche se riletto oggi a dalla distanza
Da questo punto di vista invece sono legislazioni inglesi francesi olandesi che presentano le maggiori novità
Le riforme sono del sessantasette in Francia del sessantotto in Gran Bretagna del sessantacinque in Olanda quindi in un brevissimo lasso di tempo tre Paesi tra i più importanti dal punto di vista delle dinamiche urbane proprio propongono delle riforme organiche
Non voglio dilungarmi su questioni notte ricordo semplicemente che tutte e tre le riforme vanno nella direzione di sostituire al piano urbanistico tradizionale
Due
Diversi tipi di strumenti a uno strumento di pianificazione sovracomunale a carattere fortemente indicativo e giuridicamente non vincolante per i derivati relativo alle grandi scelte di politica pubblica negli enti diversi ambiti di competenza è quella che viene definita la pianificazione strutturale straccio al plana in Gran Bretagna scema dirette in Francia e ancora piano strutturare in Olanda
E in secondo luogo un piano di destinazione
Duso del suolo e tendo a sottolineare la definizione che e apparentemente più riduttiva nel senso che tende a fare un controllo diciamo più di ordinaria amministrazione
Quindi un piano di destinazione Giusi non solo ancora la forma tradizionale preesistente cioè che si limita al controllo puntuale delle trasformazioni urbane recependo le scelte dello strumento superiore quando questo esista
Non sempre questo piano diessino dei suoli deve essere un piano unico ma può essere fatto per parti possono esistere cioè molti lockout lampo sono esistere molti
Posso come si chiamano in un Lando rientrassi onde solo in Francia quindi si chiama l'appunto posso in Francia piano di destinazione dei soli novanta vocal Plant in Germania lungo questa linea si muove tutta l'esperienza francese
Inglese olandese degli anni settanta mentre vestono ancorata alle loro tradizionale legislazione l'Italia e la Spagna
Per quanto riguarda questo mi pare un punto di grande interesse i contenuti di questa riforma cioè l'effettiva poi efficacia di questo tipo di nuova strumentazione l'esperienza inglese francese sono profondamente diversi
In Francia lo Shema dire Ternate appunto come strumento di pianificazione strutturale Simira lo straccio aprano inglese
è stato invece ricondotto in tutta la prima fase della sua attuazione ad una dimensione urbanistica tradizionale al punto tale che è stato coniato il termine di super posso per intendere cioè che la loro configurazione reale diventava quello di grandissimi piani e tradizionali ampio dettaglio sviluppati però su una scala
Di di livello metropolitano da questo punto di vista come dire risulta piuttosto fallimentare
La loro esperienza di tipo di di dettaglio mentre risulta di gran lunga e interessante la loro capacità di governo di governare alla scala sovracomunale tutta che è quella l'attrezzatura delle reti
Delle reti e dei servizi di scala sovracomunale
In Gran Bretagna invece lo straccio aprano ha dato vita sperimentazione di grande interesse anche se i rapporti fra straccia planner lo Kaplan
Sono stati particolarmente conflittuali assai spesso sono stati i secondi grazie a dei problemi giuridici che è troppo lungo adesso raccontare che hanno avuto la prevalenza sui né sui primi
E ed è proprio qui che deve cogliersi al di là degli ottimi risultati forniti dai governi metropolitani nel campo delle le politiche infrastrutturale della gestione dei trasporti delle politiche abitative di molti altri servizi
In sostanza del campo dell'impostazione della gestione
Di servizi pubblici di scala metropolitana e qui che va colto il limite dalla pianificazione strutturale
Che non ha mai potuto realmente verificare le proprie opzioni
Diciamo le proprie azioni strategiche in sostanza l'esperienza inglese
Marca un sostanziale fallimento proprio degli aspetti strategici di questo livello di pianificazione ed esplicita in un certo senso il fallimento di una pianificazione di lungo periodo basata sul potere strutturante delle sole politiche pubbliche in campo
Economico
Infine l'esperienza olandese
Appare assai defilato da questo punto di vista in quanto le province che costituiscono i livelli amministrativi superiore che dovrebbero redigere gli stracci or Plant
In realtà hanno pochissimo poc'potere vengono regolarmente scavalcati dalle amministrazioni dei grandi Comuni
I grandi comune sono proprio i grandi comuni che insieme al piano di destinazione d'uso dei suoli si forniscono normalmente di autonomia e propri piani strutturale
Che rappresento no che non sono diciamo un atto formalmente acque adottato e approvato dall'amministrazione comunale ma che non trovano poi rispondenza nella strumentazione generale mentre i piani di destinazione d'uso dei suoli che rappresento i piani tradizionali sono quelli che hanno poi il potere né vincolanti per
Per tutta la quella che la normale amministrazione
Ancora una volta vorrei sottolineare qui aprire una prezzi rispetta l'esperienza tedesca che ha tutta una sua anomalia nel senso che mi pare che in Germania ancora una volta più che sottolineare la necessità di piani generali qui sembra fidarsi come dire la K mi sembra essere suo creava con forza la la necessità e l'importanza di normative che il potere locale può
Produrre e con cui può indirizzare l'iniziativa privata
Accennavo prima la riforma del sessanta che apre una fase di liberismo che mette molto in crisi una serie di amministrazioni comunali soprattutto che nelle grandi città e apre la necessità di una ulteriore
Riforma che arriverà soltanto nel settantuno anche se ridotta rispetta alla originaria impostazione del partito
Ne socialdemocratiche tutto due tuttavia questa riforma il settantuno introduce alcuni elementi da alcune procedure da questo mi sta particolarmente e interessanti in particolare regolamentazioni che mettono a fuoco i rapporti fra pubblico
E e privato piuttosto che abbandonarsi all'enfasi del piano generale vale la pena sottolineare questo modello operativo di intervento sulla città che un tipo di intervento operare di nuovo sviluppo o di recupero
E so alla sua base il potere comunale di sottoporre un'area d'un regime particolare obbligando tutti i proprietari
Ad un Comune comportamento a seguire tempi modalità e obiettivi determinati dividendo sì vantaggi e svantaggi dell'operazione
Questa filosofia che poi alla base di tutte le esperienze anche francese del modello spagnolo di attuazione per poligoni cioè il concetto che la compensazione non è altro che una versione più aggiornata più aggiornata del comparto edificatorio ancora una volta della legge che stiamo qui c'era Brando dalle germanistica del quarantadue
E non capisco perché quando si fanno come dire tante memorie sulla legge bensì aver quarantadue si dimentica la presenza di questo capitolo leggere quarantadue che invece forse il più copiato il più
Come dire messo appunto utilizzato per tutte le formando e così i rapporti tra pubblico e privato nel tutte le più grosse cooperazione di intervento di trasformazione città
Io non so come stop da quanto ancora perché per quanto sta accelerando ricorrendo ancora qualche prova ogni stoppie fare fermo vuol dire che vi leggerete la relazione scritta
La prassi pianificatoria disegnata o strutturale che sia comunque concepito dall'alto deve confrontarsi e anche questo è un dato comune a tutte le esperienze europee con le tensioni sociali la crisi economica degli inizi degli anni Settanta l'esigenza di austerità con quel processo di rallentamento della crescita delle grandi città almeno in termini di popolazione
E soprattutto con la maggiore attenzione alle questioni della salvaguardia sia dei tessuti urbani esistenti sia dei valori ambientali
Gli anni settanta sono gli anni del sociale il diritto alla città le lo turba nella partecipazione
Ovunque si pone un problema di carattere generale
Il mutato clima economica e sociale pone una questione di fondo vorrei inventare un sistema urbanistico generale ridisegnare i piani generali assumendo però i nuovi bisogni i nuovi confini oppure operare
All'interno degli strumenti esistenti attraverso una loro adeguamento soprattutto privilegiando il momento della gestione e delle politiche quello che viene chiamato
E qui faccio un forte processo di umanizzazione il piano processo rispetto a quello di una nuova invece progettazione complessiva
Con rare eccezioni era seconda strada a prevalere da un lato revisioni generali dei piani esistenti soprattutto nella direzione di incrementare la dotazione di spazi e di servizi pubblici e dall'altro
Vi tralascio tutte le operazione che tutti i vari Paesi come definizione di Are sono state fatte per intervenire in questa direzione
In questo quadro fa eccezione l'esperienza Spagna emergente esperienza spagnola che per una congiuntura del tutto specifica che matura la metà degli anni Settanta che dopo per scontata
Giunge alla formulazione di una riforma generale del proprio sistema pianificatorio la lei del suo ego del settantacinque settantasei che alla base di tutto il processo nel di sviluppo delle città degli anni settanta e ottanta in Spagna
La specificità dell'abrogazione spagnola consiste nel tentativo di raccogliere tutti gli spezzoni del dibattito sul piano piano disegnato
Piano strutturale piano processo sui suoi lei scarsi legami con la gestione temporale finanziaria
Sulle questioni inerenti la sua oggettiva produzione di discriminazioni di discriminazioni fra i proprietari fondiari in una situazione di regime privatistico del suolo sull'emergente tematica dalla morfologia urbana e del progetto Obama
Qui la creazione di un sistema di pianificazione
Di qui scusate la creazione di un sistema di pianificazione
In cui il piano generale ha la possibilità di imporre diversi regimi giuridici dei suoli di separare i suoi interessati da processi da trasformazione
Da quelli lei di trasformazione in archi temporali definiti da quelli di eventuale utilizzazione futura di essere insieme un piano dettagliato per le aree ricadenti nei programmi temporali programmati finanziariamente è un piano di e indicazioni strutturale strategiche per il resto del territorio
Di contenere al suo interno i meccanismi di revisione adeguamento di decidere un rendimento medio identico per tutti i proprietari tirare inserite nei programmi finanziaria non esteso a tutti i proprietari della rete al piano
Così da rendere indifferenti alle scelte
Del piano
Attraverso questo sistema l'amministrazione comunale soltanto contratta ma ottiene gratuitamente tutte le altre che di recessione per i servizi sia locali sia generale è un sistema complesso frutto di un'imponente sforzo creativo e di riflessione sulle esperienze europee che risolve formalmente una parte rilevante dei problemi con cui la pianificazione urbanistica si è perennemente scontrata
Ma che al tempo stesso comporta una complessità e una continuità gestionale davvero rilevante e imponente se il risultato di una particolare fase storica
Dalla Spagna in cui lei fa sì sul ruolo della pianificazione urbanistica è imporre fortissimo l'urbanistica e lo strumento
Lo strumento per la costruzione della nuova città democratica però non la Spagna ancora una volta ai interessante formulazioni disciplinari viene assegnato un ruolo del MIUR Ciccotti al mutare del quadro politico generale e costretto poi nel tempo anche a processi di forte arretramento
Le vicende degli anni Ottanta mi sembrò marcare profonde modificazioni di questo quadro appena descritto già ricordato che i processi di deregulation economica
Cui corrispondono in forme più o meno in esplicito implicite paralleli processi di lasciando urbanistica hanno marcato tutte le situazioni europeo
Credo che molte di queste dicendo sono note e quindi vorrei saltare l'esperienza inglese del governo Thatcher l'istituzione del Urban deve porno incorpora Action è quindi cui viene accessibile assegnata una funzione praticamente totalizzante rispetto ai poteri comunale per le trasformazioni
Della città e va detto che l'esperienza inglese tra l'altro è drammaticamente negativa anche rispetto alla riforma precedente allorché si introduce livello superiore ma si dividevano
Le grandi città in tante municipalità il modello dalla centoquarantadue da questo punto di vista e a dal mio punto di vista e particolarmente pericolosa l'esperienza all'interno delle città inglesi e drammatica ogni città ha fatto quello che ha voluto prescindendo dai confini senza soluzione di continuità della città
Precedente
Ricordo semplicemente che l'esperienza francese e altrettanto come dire dirompente se volete nel settantasette fono state introdotte le Zac elogio liaison da me ne esce mal conservate che ha costituito la messa a punto in capo di uno strumento sulla cui dire che che che come dire alla base della grande dinamico urbanistica delle città inglesi e francesi degli anni Ottanta tutti i grandi progetti parigini Elio Nesi ma anche le trasformazione di Lille Montpellier Toulouse Grenoble eccetera si basano sull'uso spregiudicato grezza mezza che non sono altro che are definite all'interno dei piani
Sui quali però l'amministrazione comunale si riserva in sostanza il potere di definire dopo
Quello che si farà e come si farà attraverso un meccanismo che è inutile che sto raccontarvi adesso per questioni di sintesi e questione di tempo si pone un indice molto basso per cui i proprietari hanno interesse a contrattare con l'amministrazione comunale per vedere gli indici
Elevati e sulla base di questa contrattazione vengono redatti i il e quello che si chiama che loro chiamano lo strumento per l'urbanistica concorrenziale dal momento che consenta un'amministrazione efficiente di intervenire rapidamente
Sul sul territorio
In alcuni casi queste Zac come i piani parigini tutta Rezza che Brigitte sono organizzate in un piano d'insieme molto schematico che fornisce
Alcune linee generali ma ciò non toglie che la sostanza è quella della ricerca di strumenti di intervento quelle molto più rapiti efficienti che in qualche misura esulo e scardinano qualche volta
La stessa
La stessa struttura dei piani
E altrove la deregolamentazione urbanistiche molto più subdola il piano di Madrid di cui tanto abbiamo parlato come esempio della nuova urbanistica spagnola è oggetto ormai da alcuni anni di che quel processo
Puntuale ma inflessibile di decine e decine di varianti quotidiane per cui sta perdendo gran parte tutta questa enfasi che di si era data
In sostanza per concludere il grande dinamismo del città europea degli anni ottanta
Che tanto ammiriamo rispetto all'immobilismo delle nostre amministrazioni e basato in gran parte su una serie di strumenti che ci devono comunque fa riflette che comunque ci pongono dei dei problemi
Chiudo dicendo che non tutto è così drammatico anche in altri paesi perché esistono comunque dei tentativi particolarmente interessante e qui voglio fare riferimento lo cito proprio rapidissimamente all'esperienza che molte città europee stanno avviando dalla cosiddetta pianificazione strategica che significa che proprio di fronte
Quasi sempre i guai provocati dalla da come dire dalla politica dei Grandi Progetti da questi processi deregolamentazione molte grandi città cito Birmingham a Barcellona
Lisbona Rotterdam Amsterdam soltanto per citarne alcune delle grandi ma anche molte altre minore hanno inventato se volete questo nuovo strumento che non è uno strumento squisitamente urbanistica non è come dire posto in nessuna disposizione legislativa si tratta semplicemente di uno strumento nelle mani dell'amministrazione comunale
Che prende in mano la situazione soprattutto laddove c'è una situazione di crisi che ha la capacità di porre intorno a un tavolo operatori pubblici e privati netti
Decidere rispetto al quadro drammatico della propria situazione quali sono i quattro cinque sei obiettivi fondamentali e prioritarie
Su cui coordinare gli interventi concentrati Finzi anzi a mente
E concentrare tutti gli sforzi per questo problema sta aprendo ovunque come dire due questioni uno la necessità comunque di una visione generale che torna in primo che in primo luogo in primo come dire in prima linea e soprattutto la dimensione sovracomunale che spesso questi piani come dire piani strategici cominciano hanno quasi sempre e in da
In secondo luogo il
Questa capacità delle amministrazioni locali di essere effettivamente dei soggetti
è talmente attivi è talmente come dire convincenti con una tale capacità di coinvolge di coinvolgimento e di gestione da riuscire a mettere intorno a un tavolo tutti gli operatori questo che cosa significa che si sta ovunque aprendo nel caso di Lisbona forse più interessante ma anche Barcellona da questo punto di vista risulta abbastanza interessante una problematica di rapporti tra questo tipo di strumento e gli strumenti più tradizionali
La linea che sta emergendo e su cui credo sia ricca di grandi potenzialità anche volendo per un dibattito e italiano e quello che probabilmente non c'è più bisogno di uno strumento su cui assegnare come dire grandissime caricare tutto su uno strumento assolutamente generale terno vincolante onnicomprensivo c'è traccia ma formulare pacchetti di strumenti diversificati ognuno con dei propri con dei propri quegli obiettivi sia precisi e il problema è che esistono alcuni momenti di coordinamento e di scelte coordinate così che il le previsioni del piano strategico non contrastino evidentemente con alcune previsioni dello strumento di destinazione dei suoli ovvero con un piano di e come dire di salvaguardia di alcuni elementi ambientali o di particolare importanza che l'amministrazione per questa mi pare la strada che si sta aprendo nel dibattito europeo e che mi pare posso offrire come dire interessanti spunti anche per la nostra riflessione grazie
Bene arriviamo all'ultima comunicazione dei nostri lavori e diamo la parola Marco Venturini alle recenti esperienze di pianificazione in Europa
Due mesi iscriversi per intervenire pregato di farlo in questi momenti in modo che possiamo organizzare la seconda parte della
Giornata
Nell'idea di esaminare l'esperienza di pianificazione straniere è implicita la speranza di poterne tradurre in Italia le punte più convincenti e significative
In questa fase storica una speranza del genere sembra però destinato unicamente a frustrazioni ovunque sembra prevalere non più una fase propositiva con la messa a punto di modelli più o meno esemplari
Ma piuttosto un periodo anche abbastanza lungo di revisione critica e di rimessa in discussione degli stessi elementi fondativi della disciplina prima in questo quadro sembra inutile andare alla ricerca di piani compiuti o di modelli di intervento più o meno trasferibili
Di fronte ai piani eroici dei tempi passati nessun nome sembra all'altezza e l'elencazione degli spunti innovativi che pure ovviamente sono rintracciabili non può non sembrare dell'utente
Il fatto è che forse bisogno di centrare l'attenzione non più sull'esemplarità ma sulla norma non sul piano ma sul comportamento
Che senso ha in questo contesto il tentativo di un'analisi comparativa
Si tratta di vedere in maniera anche in pirica se non esista unitevi Zabetta immediata di ricerche comparative al di là della sfera speculativa
Abbandonando così per il momento la ricerca di ipotesi interpretative generalizzante i sembra possibile assumere per la stele storica degli ultimi cinquant'anni alcuni criteri di il di lettura a maglie larghe
Per localizzare eventuali campi e tempi di convergenze e divergenze in quest'ottica i risultati appaiono immediatamente sorprendenti
Sì esaminiamo da un lato la produzione legislativa riguardante obiettivi strumenti emerito della pianifica e la pianificazione e le riforme istituzionali funzionari la loro gestione dall'altro alcuni parametri relativi alle concrete trasformazioni territoriali politica edilizia uso del suolo urbanizzazione
Localizzazioni produttive constatiamo una serie di coincidenze tanto più significative in quanto a livello di vari ministeri come degli apparati decisionali decentrati in Europa non è mai apparsa concretamente non solo la volontà ma la possibilità effettiva di perseguire politiche comuni o di elaborare strumenti e tecniche che tenessero conto delle esperienze e ricerche condotte altrove
I ministeri non traducono anche in sede CEE non si traducono nel neppure le leggi urbanistiche degli altri paesi
La concordanza temporale dei provvedimenti presi da differenti Paesi fa pensare a una dipendenza diretta da Citi macro economici comuni
Così comprendenti analogia di dettaglio dei problemi affrontati se non ho le soluzioni date basti pensare a questa soluzione cessione significativa
Mille novecentosessanta proposta di legge quadro sessantatré interventi statali concentrati Poli aree depresse grandi infrastrutture
Sessantasei tentativi di piano nazionale settanta legge per l'edilizia sociale settantuno interventi sui centri storici settantadue consorzi e fusioni dei comuni
Settantaquattro nuovi interventi economici da patente gli occhiali settantacinque produco protezione ambientale settantasei riforma del regime dei suoli settantasette legge sul decentramento la partecipazione potrei continuare fino al giorno d'oggi trovate nelle nel vostro ma l'Oppo un analisi comparativa dei piani delle leggi della legislazione in materia di urbanistica
Ma quanto vengo dicendo basta mi sembra per affermare che può essere praticamente più utile non centrare l'attenzione sulle specifiche soluzioni adottate che sono largamente divergenti nella maggior parte dei casi ma piuttosto sulle identificazione delle aree di convergenza e delle priorità
La comparazione in questo caso non dà risultati traducibili ma indica con certezza i problemi da affrontare e le prevedibili linee di tendenza
L'analisi parrebbe provare quanto meno che se si sbaglia si sbaglia tutti assieme e che quindi conviene esaminare con attenzione all'eventuale emergere di nuove aree problematiche nei paesi vicini nella quasi certezza che presto si proporranno anche a noi
Proviamo quindi identificare queste aree di anticipazione in cui si registrino convergenze significative seguendo il metodo di specifiche azioni successive dal generale al particolare
Il primo elemento da registrare allora è il perseguimento di obiettivi anche spaziali attraverso atti amministrativi piuttosto che quello di finalità economiche o sociali attraversa interventi fisici
L'interesse maggiore sembra centrato non sul piano più o meno tradizionale disegnato quanto sul governo del territorio come processo complessivo e come singoli concetti di governo problemi della legittimazione della discrezionalità amministrativa della formazione delle decisioni dell'articolazione dei compiti di poteri e di territorio come risorsa e funzione strategica in sé e come campo e oggetto di altre politiche
Come problemi del declino e del riuso come difesa o ristrutturazione di gerarchia ed armature spaziali come individuazione e valorizzazione delle specificità
La constatazione di carattere generale può restare per il momento puramente quantitativa semplicemente da alcuni anni la produzione di piani sembra essersi arrestata a fronte di trasformazioni territoriali costanti come ordine di grandezza
E qualitativamente rilevata rilevanti perché spesso di segno innovativo od antitetico rispetto al passato
Se nuovi piani poi vengono adottati si tratta spesso di tardivi adempimenti amministrativi mentre sembra di poter cogliere la predisposizione di strumenti di nuova generazione attraverso sperimentazioni settoriali
Non tanto nel senso dei piani di settore che pure sono gli unici ad aver conosciuto uno sviluppo iper va per vari anni ma del porre un unico aspetto o una solare al centro dell'attenzione
Così le ricerche sperimentazioni sul problema del Governo sembrano volta a volta impegnarsi su uno solo dei temi
Pure in Europa univocamente determinati il problema degli attori prima di tutto in periodo di crisi la prima cosa che salta e vari assestata e il sistema di rapporti di forza tra i livelli istituzionali e tra i concreti interessi economici sociali
Viene immediatamente rimesso in discussione il problema della belga in tempi duri di recessione ognuno gioca in proprio mettendo da parte i canali tradizionali di rappresentanza di mediazione siano essi partiti politici o gli enti locali
Sembra rinascere un certo corporativismo che si esprime sia nella sottrazione di fatto di poteri agli organismi istituzionalmente destinati alla individuazione e alla difesa degli interessi generali a favore di trattative dirette tra le parti in causa
Con l'amministrazione pubblica nel ruolo di notaio
Sia nella sperimentazione di camere di compensazione o di organismi consultivi e sui singoli problemi riuniscano diversi livelli di poteri di intervento di competenza tecnica e di interessi in gioco
Sia infine nell'affidare di fatto parti diverse di città ad attori diverso
Che vi si possono esprimere più liberamente in questa logica il processo di trasformazione istituzionale
Della struttura del sistema di governo del territorio ha costituito l'attività prevalente negli ultimi anni degli enti locali
Alla scarsità di risultati concreti rispetto agli obiettivi programmatici Spaces spaziali Zatti corrisponde una concreta riorganizzazione decisionale tra i vari operatori economici sociali
Gli obiettivi dei piani socio economici sembra essere in gran parte strumentali mentre vero fine del processo di pianificazione sembra essere stato il nuovo sistema istituzionale
Applicazioni concrete di questo nuovo modo di essere sembrano già individuabili anche se non sembra esservi consapevolezza della loro portata teorica
Viene sempre più o cadere il mito e le relativa defatigante ricerca dell'interesse collettivo
Di quel punto vago di mediazione che permette di individuare un bene comune a imprenditori e lavoratori a maggioranze ed opposizioni si fa strada invece niente Inghilterra come in Olanda come soprattutto in Germania
La pratica della presentazione di alternative in cui siano ben chiari vantaggi e svantaggi per strati sociali e per aree geografiche
La valutazione spesso tecnocratica degli impatti e dei costi lascia però sempre politicamente bio ben chiaro il cui prodest
Si fanno allora apertamente scelte di parte
Con una logica consequenziale che non tollera mediazioni ma piuttosto compensazioni individuati cioè gli interessi lesi dalle scelte di maggioranza si praticano risarcimenti che non intacchi no però gli obiettivi di fondo del piano
E l'esperienza per esempio del Sozzi al Plant nella repubblica tedesca che sta uscendo da una logica garantista per assumerne per ora solo in casi particolarmente consapevoli una anticipatoria
Se il segno politico di questa impostazione e certo restaura attivo
Gli orizzonti disciplinari che apre mi sembrano importanti soprattutto per la possibilità di mettere in moto un processo decisionale non solo più rapido ma più trasparente e per l'insieme di un piano oltre che per le singole operazioni
è in questa luce che viene risiamo Hinata la reale funzione dei principali strumenti urbanistici
Anche se in maniera non scientifica centrando cioè le analisi solo su alcuni esempi ed usando parametri non generalizzabili sta fiorendo una letteratura che chiamerei dei vent'anni dopo
Cioè della verifica di cosa si è stato effettivamente realizzato di alcuni piani famosi e di quale ne sia stata l'utilizzazione politica
Il quadro che emerge è sconfortante non solo in Italia ma in quasi tutte le principali città d'Europa
La corrispondenza fisica tra gli interventi previsti e quelli effettivamente realizzati e limitata ad alcuni elementi puntuali particolarmente caratterizzati
Se resta ancora aperta la questione di cosa sarebbe successo se non vi fossero stati neanche questi piani
Pur così profondamente modificati dalla realtà amministrativa appare comunque chiaro che tra finalità dichiarate dei piani e loro funzione concreta la distanza è molto spia nella generalizzata discrasia e spesso incongruenza tra obiettivi e strumenti previsti per conseguirli
E se questo e su questo punto se cioè autolimitare il piano ai soli aspetti che la pratica permette di considerare praticabili
O si sforzasse dimenticare nuovi mezzi consoni ai fini più ambiziosi è largamente aperto il dibattito
Ciò su cui sulla base dell'esperienza tutti sembrano essere d'accordo e il rafforzamento degli aspetti rivelatesi positivi degli strumenti urbanistici generali
La loro funzione maieutica prima di tutto ciò è lì cioè l'istituzionalizzazione di una fase destinata specificamente ad organizzare la partecipazione non più limitata alla consultazione programmatica
O o alle prese di posizione conclusive ma chiamata a confrontarsi su di una proposta che obblighi gli interessi settoriali a verifiche di compatibilità con l'assetto complessivo a misurare le ipotesi alternative sull'impatto che provocherebbero sull'insieme dei settori le reazioni cioè ad un piano da parte dell'opinione pubblica delle varie corporazioni o soggetti istituzionali fanno parte del piano
Non solo nel senso ovvio che ne sono una conseguenza ma che vengono previste provocate e programmate alla stessa stregua della localizzazione o quantificazione degli interventi e si sono momento preliminare e condizionante della realizzazione concreta del piano come creazione e gestione del consenso e come processo di precisazione e definizione degli obiettivi
Il secondo elemento da rinforzare pare essere concordemente indicato individuato nelle capacità contrattuali dell'amministrazione pubblica
La presenza stessa di un piano anche se solo come scenario continuamente modificabile accresce l'autorevolezza della mano pubblica nel sollecitare incanalare e cavalcare l'iniziativa privata invece di inseguirla o di frustrato
Preso atto cioè che la fase di gestione di un piano assume importanza sempre crescente rispetto a quella della sua redazione
Le ricerche più interessanti sembrano orientate all'individuazione di una graduatoria di obiettivi e di rigidezza decrescenti che permetta alla discrezionalità della mano pubblica di esercitarsi in modo trasparente ma efficace
Il terzo elemento su cui retrospettivamente si sta lavorando e la possibilità di portare all'interno della pianificazione gli strumenti non di piano che però nella pratica si siano verificati efficaci nel determinare gli interventi desiderati e qui il campionario di esperienze e di suggerimenti è ovviamente disparato perché legato alle specifiche condizioni di ogni Paese e spesso di ogni città
Ritorna così in primo piano il problema del territorio visto però forse per la prima volta anche da imprenditori ed amministratori non come occasione di sviluppo ma come risorsa da gestire al meglio
La prima generate generalizzata consapevolezza la si ricava nel verificare l'avanzamento delle tecniche di classificazione e valutazione di questa risorsa
Che in pochi anni sono passati da un grossolano computo delle aree più o meno libere alla individuazione di criteri di quindi utilizzabilità e di trasformabilità
Con parametri che permettono una sempre più precisa valutazione dell'efficacia economica e della produttività negli investimenti e nella spesa pubblica
E anche in questo campo che si assiste alla rivalutazione di istituti ed enti di ricerca in un periodo di dei pianificazione e di attacco anche frontale all'inefficace e agli sprechi di cui essi si sarebbero resi colpevoli nel passato recente
Viene riscoperto il ruolo decisivo del capitale costituito da anni di ricerche e di concreta conoscenza del trasformazioni territoriali
La sopravvivenza dei principali consorzi di pianificazione in Germania vorrei una riduzione dei loro poteri istituzionali e dovuta direttamente all'impegno metodologico espresso negli anni scorsi nella costruzione di banche dati territoriali
Il problema iniziale comunque quello di nuove forme di vincolo delle aree agricole
L'affidarsi a bassissimi indici di fabbricabilità se il significato spesso non la tutela del verde ma la diffusione dell'urbanizzazione a totale scapito della produttività del primario
La ricerca sembra orari orientata alla concentrazione delle pentole edificazione in funzione delle specifiche caratteristiche geologiche morfologiche e fondiari parallelamente ad interventi di sviluppo della redditività delle aree più più pregiate
In questo campo anche gli ecologi all'estero sembra passare da una logica difensivi Istica un'attiva con l'inserimento in funzione trainante delle infrastrutture reti tecnologiche della riqualificazione oltre che per la tutela dell'ambiente
Ma la risorsa territorio assume sempre più concreto rilievo in una fase di profondo riassetto nell'uso del suolo anche per aspetti dalle notevoli conseguenze Teo teorie
C'è un impegno a difendere in una fase di profonde trasformazioni produttive ruoli e gerarchie tradizionali che non dipende solo dalla paura dei disastri
Dei disastri innescati dal declino dei tradizionali centri propulsivi ma dalla constatazione che in periodo di crisi l'elemento di tenuta sembra essere rappresentato proprio dalla stessa armatura tradì territoriale tradizionale e in particolare dalla catena di centri intermedi e minori
Da ciò in Olanda particolarmente una politica di conferma della sesto preesistente visto come garanzia di fronte alle precedenti ipotesi riequilibra attrici che disincentiva Avano le aree centrali a favore dello sviluppo delle periferie
D'altronde questa rivalutazione delle peculiarità locali di fronte alla spinta omogenei omogeneizzata dice di tempi recenti sembra avere anche altre radici di un momento in cui la crescita mobilità
Le nuove tecniche di trasmissione di informazioni
La diffusione dell'urbanizzazione ed il decentramento produttivo sembrano mettere in crisi le tradizionali logiche di localizzazione
Assumono maggiore importanza le caratteristiche specifiche del territorio come valore in sé tale da condizionare le politiche d'uso e non più esserne funzione indifferenziata
Più in chiaro
è in atto un ripensamento rispetto non solo la valutazione delle potenzialità implicite nelle caratteristiche di ogni singola a me armatura territoriale
Ma anche rispetto alla generale Zia abilità di obiettivi tecniche e strumenti che invece sembrano sempre più doversi adattare alle situazioni specifiche
è chiaro ad esempio che diverse sono le esigenze dei Comuni rispetto alle loro dimensioni e che se le politiche da adottare per le aree metropolitane sono diverse da quelle per i piccoli comuni montani sarà opportuno dotarsi di strumenti diversi adeguati alle diverse esigenze
è una strada che porta lontano
Una volta accettato il principio della variabilità nel tempo e nello spazio degli obiettivi di fondo della pianificazione viene a cadere tutto un sistema di certezze su cui si era costruita l'impalcatura della normativa urbanistica
Il principio implicito infatti nella regolamentazione era quello di matrice illuministica di tendere a norme di carattere generale basate su principi di valore universale
In realtà ciò consisteva nell'assumere un unico modello di sviluppo e prevedere solo la possibilità della diffusione all'urbanizzazione a immagine e somiglianza delle aree avanzati
La conseguenza in molte in molta parte dei casi è stata quella della creazione di città parallele di città altre Luna costruita per chi accettava le regole del gioco si riconosceva nel modello perseguito dalla pubblica amministrazione un'altra costruita al di fuori e contro questo modello da chi non poteva o non voleva accettarlo
L'entità di questa area di evasione e di problemi che si esprime sono ovviamente diversificati ma l'importante del riconoscimento delle opportunità di partire appunto dai problemi e non dai principi le piccole dita divengono elemento da valorizzare e non differenzia da eliminare così la produzione legislativa più recente parte proprio dall'individuazione di aree problematiche non solo da Saba salvaguardare
Ma rispetto alle quali adottare politiche diversificate
E la scelta degli standard che viene ovunque modificata non solo per prevedere la possibilità di Mikis ma per adattarla i soggetti l'edificato e la nuova edificazione alle parte da città da risolvere con norme e quelle per cui si impongono progetti gli interventi a durare e quelli effimeri
Si riscopre allora la possibilità di un uso innovativo del ricettario classico inutile procedere sulla strada dell'incrementa lirismo e codificare ogni singola nuova situazione con nuove leggi o nuove norme meglio in attesa di una nuova legge urbanistica generale procedere per sperimentazioni successive
Anzi sì una tendenza sembra accomunare operatori di segno politico opposto e quella di sfrondare quanto di inutile di superfluo o di lusso olio fa parte del tradizionale strumentario degli urbanisti
Si pianifica allora quello che si può fare nelle indagini preliminari si trascura le analisi delle questioni su cui i piani non hanno competenze si riduce il numero delle variabili in gioco a quelle effettivamente controllati
Il problema non sembra essere quello dei grandi o piccoli passi ma quello dell'acquisizione di una maggiore efficacia autolimita Ando si agli obiettivi concretamente conseguibili mediante i singoli strumenti
Se la strada è lunga meglio mangiato marciato legge
Grazie Venturi all'inizio gli interventi il primo e Giorgio De Rosa
Si prepari poi Silvano Bassetti
L'invito e ad allacciare le cinture perché ci sono nella cartella quattordici sempre giorni passa e quindi è probabile che da questo momento in poi possono partire quattordici relazioni tutto sommato abbastanza ripetitive e allora cerchiamo almeno per parte mia cerco di dire perché leggere quella del Friuli-Venezia Giulia
Ragione numero uno contrae il una sorta di trainare un invito alla lettura
Perché è una regione speciale e siccome in questi giorni c'è un gran chiedere in giro per l'Italia il riconoscimento di regione speciale
Va spiegato a chi lo chiede che se specialità serve è soltanto ai fini economici soltanto per guadagnarci sulle entrate
Perché ai fini della gestione del territorio ai fini della gestione della programmazione la specialità nel Friuli Venezia Giulia ha contato ben poco
Seconda ragione per studiare questa Regione
è un posto dove il dopoguerra non è ancora finito
Dove temi e questioni da altre parti digerite risolte hanno lì a pochi ha in fondo a un'ora e mezza da Venezia hanno ancora delle connotazioni particolari delle violenze delle caratteristiche tutte speciali
Nazionalismi che da altre parti non hanno senso lì
Esistono ancora
Terza questione
In fondo mi chiedeva uno prima ma in un quadro negativo che cosa si salda perché finora non è che si sia sentito molto da salvare
Dal Friuli-Venezia Giulia qualche cosa si può salvare sono due le questioni la prima è il piano urbanistico regionale che in fondo nato nel settantotto ha avuto un suo senso
Se non altro di unificazione regionale
Perché all'interno di una frammentazione sociale culturale come lo è quella del Friuli Venezia Giulia il piano urbanistico regionale è stato un momento di discussione unitaria e di costruzione unitaria
Costruzione unitaria alla quale non ho seguito niente
Perché anche la uno dei tanti miti che ci accompagnano nell'immaginario nazionale che quello della Regione dalla Regione Friuli Venezia Giulia come Regione ordinata
Asburgica e quindi funzionante non sempre vale perché la gestione del piano urbanistico regionale e mancata
Quarta questione il terremoto bene o male la ricostruzione del terremoto c'è stato c'è stata terremoto del settantasei è ormai un ricordo quindi significa che la scelta che venne fatta sul terremoto di dare responsabilità e ruolo alle amministrazioni locali ai Comuni in primo luogo ha funzionato e questo può essere di modello
Semmai il diritto comparato ha un senso per altre ragioni
Sì
Sempre perché vedersi la relazione perché abbiamo un popolo i pochi primati credo in regioni di avere già la seconda legge urbanistica la Primera dal sessantotto corretto nel settantadue
L'ultima è di un anno fa
Cento settantaquattro articoli ci vuole la guida per percorrerla tutta
Sì danno tesi sul identificate i percorsi degli strumenti chi vede le relazioni delle altre Regioni si accorge come le sigle si stanno ammucchiando
Ed è credo la prima volta che in un unico pacco stiamo riusciti siamo riusciti grazie lavoro di Salzano e picchiato c'ha lavorato ad aver il paesaggio completo della regione
In tutto cento settantaquattro articoli evidentemente si è cercato di coprire tutto
Tutto dal progetto che varia al piano urbanistico totalizzante dalla valutazione di di impatto ambientale degli strumenti alla definizione di di ristrutturazione quindi una legge probabilmente eccessive
Non so quanti siano stati invogliati a studiare il caso del Friuli Venezia Giulia sicuramente una regione che agli strumenti
Non sempre la volontà per usarle diffusa spesso li ha usati qualche volta li ha usati bene ultima raccomandazione lascio alla presidenza del convegno lascio adesione Lucia
E lascio soprattutto a Salzano
Un appello Salzano nella relazione che sarà sita una vicenda emblematica che sta succedendo a Trieste o che può succedere a Trieste la devastazione di un quartiere operazione vagamente retto no oggi non si usa avrebbero più certi tipi di trasformazione eppure è firmata da professionisti avvallata da amministrazioni la distruzione di un quartiere storico
E contro questa distruzione
Il che si chiede che da questo convegno esca una parola di chiarezza una parola di denuncia se possibile una parola di speranza in quella possibilità di cambiare per la quale in fondo si è in tanti qua ringrazio
Temo la parola Silvano Bassetti
Mi pare fondamentale la raccomandazione a non fare del relazioni esplicative delle situazioni regionali ma a cogliere all'interno della peculiarità delle situazione regionali spunti che siano direttamente mirati al cuore dei problemi posti dal dibattito così mi sforzerò
Di fare anch'io raccogliendo una suggestione
Così un po'buffa
Ho sentito nell'azione di Marco Venturi presentare
Alcune osservazioni alcune considerazione sulla via tedesca all'urbanistica
Io vorrei brevemente
Provare a presentare o clienti
L'esperienza della via tedesca all'applicazione della legge urbanistica italiana
Perché di questo si è trattato in questi anni in Alto Adige ce l'Alto Adige è stato e può costituire anche questo momento un osservatorio abbastanza eccentrico per questa verifica
Infatti è come se noi fossimo in condizione di esaminare un'operazione di espianto della legge urbanistica italiana dalla sua area culturale dal suo contesto storico-politico e lo avessimo in qualche maniera innestato su un'area culturale completamente diverso
Infatti la situazione urbanistica represse Colzano è tout court la ripresa nel mille novecentosettanta della mille centocinquanta secondo una modalità tipica di questa provincia autonoma che avendo competenze primarie
Scimmiotta lo Stato fa una simulazione di statalismo accentratore riscrive una legge lasciandola praticamente tale e quale e quindi la applica
Gli esiti di un'applicazione ventennale di una mille centocinquanta in chiave sudtirolese
Mi sono esiti che molti di voi non avrebbero fatica non farebbero fatica a definire esiti positivi ed anche invidiabili
C'è una situazione di equilibrio fisico del territorio sudtirolese particolarmente esemplare c'è stato in questo ventennio uno sviluppo di tipo e qui potenziale nella distribuzione delle attività economico sul territorio
C'è stata una gioco gelosa e preziosa conservazione dei caratteri originali del pesarli del paesaggio agrario tradizionale e dell'ambiente alpino
C'è stata una conservazione sicuramente esemplare di un'integrale popolamento della montagna
C'è stato un uso parsimonioso dissi mo'della risorsa suolo c'è stata una conservazione rigorosa della proprietà fondiaria alle popolazioni insediate nelle singole unità locali il dato che portava prima Filippo Ciccone sulla bassissima percentuale di seconde case
In Alto Adige pur essendo una terra piena mercificazione turistica
è spiegabile nel fatto che con pratiche amministrative con discipline di controllo accuratissime oltre che con l'uso rigoroso della legislazione vigente in Alto Adige è praticamente impossibile che un singolo cittadino
Di qualsiasi parte d'Italia o una singola immobiliare anche a capitale sudtirolese possa comperare terreni in Alto Adige i terreni edificabili al torace restano rigorosamente del contadino dell'artigiano del del singolo abitante di un Paese
Tutto ciò con ripeto la normale banale applicazione di una Pseudo mille centocinquanta cioè dell'urbanistico dell'ordinamento balistico provenzale del mille centosettanta
Che ha semplicemente imposto e praticato
Una situazione di zero pianificazione a livello provinciale
E integrale diffusa pervasiva pianificazione urbanistica di dettaglio alla scala comunale non c'è comune di due mila abitanti sperduto in cima e montani che non abbia da vent'anni un piano regolatore e che non l'abbia alla scadenza del decennio perché così prevede la legge rigorosamente aggiornato con variante generale
Allora e qui nascono i problemi con una legislazione tutto sommato modesta molto ordinaria cioè la replica in pratica della legge del mille novecentoquarantadue replicata in termini statalisti da da questa provincia autonoma che ha fatto dell'autonomia un motivo particolare di affermazione della propria identità come sono potuti derivare esiti così significativi sono derivati sostanzialmente da una concomitanza di altre condizioni fondamentali
In primo luogo una forte amministrazione o direi meglio una particolare cultura dell'amministrazione è una facile battuta ma per capirci un'amministrazione di impronta asburgico
E di funzionalità svizzera se possibile definire un secondo elemento una riuscì unità di progetto politico che assolutamente straordinaria fino al paradosso L'Unità del progetto politico a un cuore strano che non c'entra niente con l'urbanistica che il cuore di una difesa ricercata in tutti i modi della salvaguardia attraverso un'autonomia
Di una condizione particolare di minoranza etnico nazionale attraverso un conflitto una vertenza alita con lo Stato molto precise e molto dura che ha prodotto un esito istituzionale di riconoscimento di pienezza dello Statuto di autonomia
Ma e l'altro punto che è conseguente a questo una fortissima e indefettibile unità di comando nella gestione di questi poteri che l'autonomia e quindi dalla gestione anche a livello territoriale delle istituzioni autonome basti citare l'esempio che il governo provinciale dell'Alto Adige retto da sempre e lo sarà
Sempre da una forza politica che ha la rappresentanza praticamente unica del gruppo etnico tedesco che ha il sessantacinque per cento pieno della maggioranza sociale e politica espressa in voti espressi in rappresentanza istituzionale
E che quindi garantisce questa saldissimo indefettibile unità di comando
Ma un'unità di comando che non è imposta ma che trova ed è questa l'altra condizione un cemento nel consenso sociale
Che è
Molto profondo molto articolato e tiene sostanzialmente alimentato da un profondo senso di appartenenza territoriale e di identità
Di queste popolazioni
Con un forte
Contributo della questione etnica questa faccenda ma anche al di là della questione etica
Un senso di appartenenza territoriale che contraddistingue queste popolazioni di montagna su cui si alimenta il consenso attorno ad un progetto politico così unitario e così centrale come Espresso da questa forza perché ha l'egemonia politica
E infine l'ultima condizione una ricchezza di risorse finanziarie
Pubbliche assolutamente enorme spropositata pensate che il bilancio annuale della provincia autonoma di Bolzano è attestato per quattrocento mila abitanti
Sull'ordine dei quattro mila miliardi annui concessi dallo Stato in relazione distruttiva autonomia e capirete come quattro mila miliardi all'anno
Gestiti con un consenso sociale diffuso da una forza che al sessantacinque per cento possono fare a meno di qualsiasi legislazione urbanistico
Allora in questo quadro nessuna pianificazione alla scala provinciale cioè non c'è una cultura del piano in questa area culturale tedesca che applica la mille centocinquanta
Ma invece una profonda cultura dell'amministrazione è una pratica diffusa dell'urbanistica di dettaglio che viene sviluppata comune per comune che quando è sviluppata e approvata a livello comunale viene immediatamente assunta ratificata controllata dall'ente Provincia che assurge a dignità di Stato che controlla i piani regolatori delle comunque dei comuni e quindi il quadro il cerchio spariti concludo brevemente
Non significa questo mio discorso che io abbia nemmeno la più lontana tentazione di adombra fra un'ipotesi per cui è il modello sudtirolese il modello ottimale per fare l'urbanistica riformista
Se aprirsi il capitolo di quali sono gli elementi negativi di questa gestione qual è il prezzo sociale quale soprattutto il prezzo in termini democrazia
Qual è il prezzo in termini di sopruso anche nazionalistico perché in questo quadro poi la componente minoritaria rappresentata dal gruppo etnico italiano paga dei prezzi solenni e pagare i prezzi solenni quel ceto urbano che ha rappresentato l'italiani perché il quadro di questa politica e poi hanno un cuore al cuore e al centro una filosofia urbanistica una visione umanistica profondamente anti urbana di tipo vocalista eccetera eccetera per cui lungi da me l'ipotesi di proclamare la perfezione del modello sudtirolese
Ma insomma cresce sempre in me quando rifletto su questa situazione
Il dubbio consistente sulla difficile detti inabilità del teorema dell'urbanistica riformista
Gli esiti territoriali per esempio quelli altoatesini ma fatte le dovute proporzioni gli esiti territoriali della
Nostra nazione sono figli di una situazione politica e sociale e amministrativa cui la legislazione ordinaria più o meno avanzata è strumento organico
Di
Ma non mi pare ipotizzabile una situazione per cui una avanzata ben oleata
Legislazione urbanistica è capace di surrogare o di imporre progetti di natura politico sociale e di fare ricadere sul territorio corretti equilibri rispetto a Progetti politico sociali avanzate è solo l'espressione della difficile detti l'abilità del teorema dell'urbanistica riformista
Mi pare cioè che la crisi dell'urbanistica italiana come secondo me splendidamente ha detto Bupi questa mattina sia in particolare sintonia con la crisi della politica in Italia
Con la crisi della politica intesa come insieme di valori e di concezioni anche etiche della politica e quindi il rapporto pubblico-privato eccetera l'etica della responsabilità
Sia della politica impresa come pro intesa come Progetto e per converso mi pare che si debba affermare che la lettera che la riforma dell'urbanistica non può essere che incardinata la contestualità e nella come essenzialità al battaglia per la riforma della politica e dell'amministrazione
Diamo la parola a Fortunato pagano
Si prepari Claudio ma la Carino
Io avrei dovuto dovuto voluto svolgerà domani alle comune riflessioni sulla proposta che verrà presentata purtroppo non posso fermarne qui a Venezia
Non posso certo far precedere la presentazione di una ipotesi di soluzione legislativa
Del problema sia del regime dei suoli a delle indennità di esproprio per la legge urbanistica quasi Rota alcune riflessioni
Critiche puro sulla stessa sono possibili non ometterò comunque di svolgere alcune riflessioni che possono essere fatte prescindendo dall'analisi eviti quel testo
Al quale verrà se non ho compreso male
Prestata rilevante più approfondita attenzione apposito seminario
Si tratta solo di tre riflessioni di tre brevi flash che faccio prosciutti precedere però da una denuncia che se non ho compresse se che se non sbaglio non è stata fino a questo momento fatta in questa sede
Molti di noi o almeno alcuni di noi hanno trovato negli ultimi anni risibile il dibattito la contrapposizione piano Progetto
Giustamente alcune hanno rilevato o che i la contrapposizione andava superata affermando la necessità di assumere i progetti come strumenti
Di una politica di piano
A.M. però altri vedevano e vedono i progetti
I non in quest'ottica
Ma come
Strumenti come dire passepartout grimaldello da usare per promuovere interventi più o meno organici
Non non non in esecuzione di scelte di pianificazione diretti programmazione interventi promossi senza prestare attenzione a quelle relazioni delle quali anche fatta l'urbanistica ahimè io credo che i fautori di
Dei Progetti
Visti lo ripeto non come strumenti
Di una corretta politica di piano abbiano vinto una grossa battaglia
Credo che la denuncia debba avere ad oggetto la più abominevole norma urbanistica che sia stato introdotto nel nostro ordinamento negli ultimi decenni
Forse però cadono in qualche enfatizzazione un laico dovrebbe evitare la demonizzazione dovrebbe cercare di capire prema di analizzare sui per poi formulare rilievi critici un magari anche e vivaci
Non demonizziamo Lima nonno mettiamo
O di considerare che nelle more del dibattito o cultural politico relativo alla riforma del regime dei suoli alla legge quadro
More che non saranno o brevissime
Pericoloso pericoli rilevanti potrebbero determinarsi in relazione alla possibilità che l'articolo sedici della legge botta Ferrarini
Offre
E a numerosissime accorto tra prestazioni comunali nella rete lo riterranno o al fine di avallare
E interventi i interventi e anche di radicale ristrutturazione urbanistica ma finanche interventi organici in zone di espansione addirittura promossi come dicevo prima tempo stringe non posso fare analisi più approfondite senza prestare la dovuta attenzione a quelle relazioni delle quali l'urbanistica e anche fatta e non aggiungo altro
Questa querelle ex sede credo che sia superfluo ma dicevo che non bisogna demonizzare se non in qualche caso eccezionale
Bisogna anche capire perché si è arrivati a ciò e io credo che le ragioni siano state già indicate in alcune pregevoli relazioni che sono state svolte è stata stamattina
In particolare faccio riferimento alla relazione di Vezio di Vezio De Lucia e io credito che siano state che alcuni fallimenti della politica urbanistica fallimenti che si sono determinati manifestando anche l'incapacità di usare alcuni strumenti che pur l'ordinamento o offriva agli a tutti a tutti gli agli operatori abbiano creato le condizioni e le condizioni il che hanno consentito ai fotoni di quei progetti di vincere un importante abbatta battaglia in Breve è stato detto che
Che non siamo stati capaci di Dini
Fare un'attenta politica una seria politica preordinata alla creazione di demanio urbanistici soprattutto U abbiamo registrato il fallimento delle amministrazioni connesse degli urbanisti nel per quanto riguarda la gestione pubblica dello sviluppo opera di dello sviluppo roba Nisticò previsto dagli strumenti urbanistici generali in altri termini incapacità di usare i piani particolareggiati
Lo diceva in modo brillante Vezio De Lucia ciò ha comportato ho poi i una di una distorsione diciamo degli strumenti più che di pianificazione generale che sono diventati una sorta di sommatoria a di piani esecutivi a maglie larghe
Si è corsi a qualche riparo con la legge ponte equiparando le lottizzazioni
Ai ai piani particolareggiati ma denunciando al contempo così l'incapacità delle amministrazioni di gestire lo sviluppo di gestire S Lollo sviluppo dello sviluppo urbanistico
Il credo che alcuni urbanisti per qualche decennio non abbiano o troppo lamentato la rigidità cui la recidività di previsioni lo sviluppo esecutivo eccessivo dei piani generali
Cui essi erano indotti
E abbiano assunto un ruolo di demiurgo che un po'o velleitari dello sviluppo cercheremo Khan
E hanno abbiano redatto dei piani e illusi di poter predeterminare tutto prevedere tutto piani che spesso si sono rivelati presto obeso obsoleti
Se tu questa rigidità quei quelle a è stata assunta dai fautori del liberismo urbanistico e dei progetti intesi come prima come l'alibi per promuovere promuovere la soluzione legislativa che oggetto di questa denuncia per promuovere da ultimo o i la previsione aventi ad oggetto questi progetti integrati in verità in parte mutuata da norme legislative
Regionali ma la Lombardia stato all'avanguardia con la legge cinquantuno nel introdurre nel promuovere l'introduzione nel suo ordinamento dei programmi poliennale di attuazione negli ultimi anni non è stato molto all'avanguardia ma forse ancora una legge come la legge Verga poteva giustificarsi in relazione all'opportunità di incentivare alcuni interventi di recupero edilizio urbanistico
Ma la legge botta Ferrarini solo in parte mutuata parlo dell'articolo sedici
Dalla legge
Dalla legge da alcune disposizioni legislative lombarde
Va ben oltre addirittura questi progetti lo dicevo prima possono risultare relativi anche alle zone di espansione
Potranno può essere assunti tarda ad alcune amministrazioni comunale come un ordinario strumento per aggredire la complessa problematica delle aree industriali
Degli dismesse
Io credo quindi che occorra soffermare la nostra attenzione su questa volta battaglia vinta Dana dai fautori del liberismo o urbanistico che non hanno trovato resistenza e questo dobbiamo anche denunciare perché non mi pare che nessun riformista più o meno vivace della sinistra sia insorto impegni in in quel periodo
Siano insorti soprattutto gli uomini della sinistra nell'ambito delle commissioni parlamentari
Che hanno avuto moto di riflettere attentamente e sull'articolo sedici della legge botta Ferrarini ma io non vorrei esaurire il mio tempo o solo facendo la denuncia
Che dovrebbe essere in verità più approfondita avevo detto che
Avrei svolto alcune riflessioni che certo avevano di fare e cercano di farlo in modo in modo veloce modo più
Nel modo più sintetico possibile per quanto riguarda la
Nuova legge quadro soprattutto al nuovo vorrei la legge quadro anzi perché fino adesso abbiamo avuto una legge urbanistica quattro nel nostro Paese il nuovo regime nuovo regime testuale
Io in questa sede mi limiterei a richiamare l'attenzione sulla necessità
Di operare
Una netta distinzione
Tra aria
Per le quali può affermarsi
E la affermarsi che è già intervenuta la concessione della edificabilità ed aree per le quali inveisce
Il tale asserzione non non risulta possibile
Io credito che questa necessità vada riscontrata per varie ragioni innanzitutto per realismo politico perché se vogliamo varare una riforma organica veramente degna di tal nome non la solita mezza riforma
Il all'italiana mistificatoria
E se vogliamo fare promuovere questa riforma in modo serio
Non possiamo non farci carico o dell'esigenza di soddisfare e della necessità di soddisfare esigenze di realismo o politico io credo che se volessimo
Con una nuova legge urbanistica azzerare
Tutti i valori edificatori che sono stati anche oggetto di commercio
La battaglia sarebbe persa in partenza
Io credo che
Occorrerà tener presente dire questo condizionamento credo che anche per realismo come dire economico occorre operare questa netta netta distinzione noi non possiamo considerare alla stessa stregua
Le aree di espansione
Con le aree ad esempio che sono state oggetto di lottizzazione convenzionata
Aria per le quali relazionale convegni in esecuzione delle convenzioni i privati hanno o effettuato investimenti di rilievo anche in opere di urbanizzazione
Oppure non possiamo considerare le aree di espansione alla stessa stregua dei piccoli lotti di completamento o in zona Pini
Sono oggetto ad esempio di mutui o che con con riferite o che sono state oggetto di numerosi passaggi di proprietà
Direi anche non per ragioni non morali e non voglio stare questo termine per ragioni e di opportunità legislativa si impone operare quella distinzione
è necessaria quella distinzione perché porno con d'esser considerato non corretto disciplinare nello stesso motto situazioni così diverse Como quali quelle cui pure prima facevo riferimento di aggiungo subito
Che la corte costituzionale spesso occasione di affermare la legittimità di norme di norme transitorie suggerite da considerazioni quale quelle che prima al ho ho svolto in Breve
Per le zone che possono considerarsi zone caratterizzate contraddistinte da una diffida a vita già concesso possono essere le zone a le zone B le zone già oggetto di lottizzazioni convenzionate e forse e forse anche le zone già inserite nei programmi poliennali o anche prevedersi l'adozione di un sistema quale quello che pubblica fosse stamattina adombrava
No Cry tolte intendesse sostenere l'opportunità alti
Rinverdire la proposta a Cutrera
Intendeva forse richiamarci tutti al realismo e il suo richiamo va accolto allora un plafond molto molto contenuto
Molto contenuto ben oltre quanto ho previsto dalla legge Cutrera
D'Angelo o prospettarsi per la indicate ragioni di realismo per le aree per le quali può affermarsi che la zia edificabilità è stata già concesse magari è già entrata in commercio
Al contempo occorrerà precipitarsi ad affermare l'esigenza di avocare alla mano pubblica
Tutto la plusvalenza edificatoria eccedente tutta la presenza premi sconti etc tutta la plusvalenza edificatoria eccedente quel plafond non ragionevolmente mai nella misura rilevante massima possibile contenuto
Per tutte le altre aree tutte le zone di espansione grazie ai
Per molte zone per me e quando parlo di zone gli espansione intendo o volevo fare solo un'eccezione quella quella interessata dalla legislazione
Convenzionate non veto perché non si possano ad azzerare ai valori edificatori corrispondenti agli indici di edificazione previsti dagli attuali strumenti urbanistici
Addirittura con gli strumenti urbanistici generali con i nuovi piani regolatori generali
Lo sanno bene tutti gli urbanisti presenti senza l'obbligo di una particolare analitica motivazione possono essere superate le previsioni edificatorie contenute nei precedenti strumenti urbanistici
Viva dio ciò che è possibile fare già in via amministrativa mediante l'esercizio delle funzioni di pianificazione
In attuazione delle attuale delle vigenti disposizioni legislative potrà ben fare il legislatore potrà superare come corretto fare perché non ci si trova in presenza di edificabilità già concessa
Per le i plus valori che attualmente vengono riconosciute in relazione alla destinazione urbanistica a insediativa di quelle di quelle aree non credo di dire nulla di scandaloso e e di non cadere in eccessi di radicchio di Calessi Nemo
Per per tutta questo per tutte queste aree
Io boy si pone un le esigenza di operare una scelta una scelta una scelta avrà propone la proposta polis della quale discuterete domani
Alla quale verrà presta prestata attenzione non apposito seminario io mi permetto solo di rilevare in questa sede anche per le ragioni di opportunità che evidenziava in apertura del mio intervento mi permetto di evidenziare lei l'esigenza di fare attenti alcune delle attente riflessioni critiche che ha fatto anche la commissione Sandulli nel proprio che nel prospettare varie varie soluzioni e e nel prospettare in particolare due diverse ipotesi di soluzione radicale del problema di avocazione alla mano pubblica dei plus valori indotti dalle tale destinazione di bianco
A grandi linee le due soluzioni sono le seguenti
Ho l'applicazione di un contributo quasi finito o l'applicazione di un contributo che il proprietario è chiamato parlo della in via ordinaria ecco ad applicare a pagare
Per l'edificabilità che gli viene viene garantita e che dovrebbe essere tale da assorbire
E il plusvalore edificatorio determinato dalla destinazione di piano o da tutta l'attività di conformazione pianificatoria e programmatoria svolta
Dalla dall'amministrazione e pubblica oppure la vendita all'asta
Di del delle aree edificabili inserite nei programmi rampollo Apple poliennali
Sono tutte e due due ipotesi di soluzione che si trovano nella relazione nella relazione Sandulli
Qualche maggiore preoccupazione non dico altro anche perché non ho più tempo veniva espressa nella relazione Sandulli che alcuni di voi conoscono occorre il ferimento alla prima ipotesi personalmente profonda RAI più per quanto riguarda lo ripeto
Le aree non no ad edificazione già concessa per la ipotesi per la ipotesi ter del delle aste
Due brevissimi flash ma promette le carsici
Nel promuovere una legge quadro credo che occorrerà e Vito resistere dinnanzi alla tentazione di scendere in certi dettagli una legge quadro dovrebbe essere fatta di pochi
Tutto pochi articoli con pochi commi contenenti alcuni principi il fondamentali questo non per quanto riguarda il regime dei suoli lo dico ovviamente ma per quanto tu riguarda la disciplina dei pini e dei vari strumenti di pianificazione e programmazione terzo Flash rapiti rapidissimo pantofola esse non può che essere tale io credo che occorrerà
Nell'affrontare il tema della legge quattro o prestare particolare attenzione a due temi
Che meritano un approfondimento della nostra analessi un tema è quello dei rapporti da programmi poliennali e piani esecutivi l'ottica ovviamente deve essere quella riportare lo strumento generale
Ricondurre lo strumento generale al suo ruolo di piano quattro o pian verso strumento di inquadramento diciamo della politica territoriale che deve essere molto flessibile dare più margini ai privati ai piani esecutivi
Garantire ulteriormente all'amministrazione mediante i programmi poliennali che vanno riscoperti perché in alcune realtà risultano o sconosciuti
Diate o alle amministrazioni comunali uno strumento o per una seria gestione dello sviluppo territoriale credo che tutti abbiamo messo forse di prestare la dovuta attenzione al complesso problema della rapporto tra programmi poliennali e piani esecutivi io non posso abusare della vostra attenzione non aggiungo altro in merito un'ultimissima riflessione
è quella relativa alle mistificazioni che essi determinano per quanto riguarda le cosiddette Valutazione di impatto ambientale
Nel nostro Paese la valutazione di impatto ambientale viene fatta di norma Progetto ha già definito e ad iniziativa già decisa
Viene assunto alla valutazione di impatto ambientale come un alibi
Com'è noto come una giustificazione a posteriori e dell'Ali l'iniziativa già sostanzialmente decise io credo che occorrerà prestare anche rilevanti attenzione al tema dei rapporti tra esercizio delle funzioni di pianificazione programmazione e valutazione di impatto ambientale penso ha un'articolazione della valutazione di impatto che non deve essere solo ambientale ma urbanistica ambientale articolato in due tempi una prima fase deve essere relativa all'anno e delle iniziative
E allora occorrerà inserire le valutazioni impazzito urbanistico ambientale nel processo di pianificazione bisognerà vedere bene in che misura in quale fase o o in quale altra
Una seconda fase che
Che è quella della valutazione da fare sul progetto di massima già definito che è una fase non più relativa all'Anna dell'iniziativa Malcom moto o dell'iniziativa io credo che anche a questi interrogativi
Occorra oggi dare risposta grazie
Vediamo la parola fortuna Claudio ma la Crino esperto del consiglio regionale del Piemonte
Ma io avevo preparato un intervento che lascerò a futura memoria del convegno per in realtà per la giornata di domani ma sono stato molto stimolato dagli
Dagli interventi della della mattinata keniano da quelli che mi hanno preceduti per cui cercherò di dire per punti alcune cose
Intanto io vi porto il mio punto di osservazione dal mille novecentottantotto
Sono stato nominato appunto dal Consiglio regionale quale esperto esterno e nel Comitato urbanistico regionale del Piemonte
In quattro anni o visto passare qualcosa come ho fatto un conto così molto rapido mille cinquecento strumenti urbanistici piani regolatori generali varianti organiche
Varianti eccetera
Quindi una discreta produzione urbanistica direi
Vorrei raccontarvi qualche episodio perché credo anche che
Così ci ci rilascia un pochino partire per esempio da uno di questi episodi il piano particolareggiato del Lingotto
Piano particolare del Lingotto uno studio fatto dal Comune di Torino presentato qui dall'amministrazione comunale sulla base di uno studio di fattibilità firmato Renzo Piano
Contemporaneamente consulente della FIAT e consulente dell'amministrazione comunale di Torino
Questo piano è passato al Comitato urbanistico regionale del Piemonte con un solo voto contrario immaginate il chi è questo voto contrario
Presentai try tra il conteggio degli standard
La pista del Lingotto chi l'ha visitata è una pista molto e molto bella dove si trovavano le macchine quella città musa pista citata da le Corbusier quarantacinque meriti di quarantacinque mila metri quadrati di superficie destinata dal piano particolareggiato a verde
Averne
Negli stessi giorni in cui si discuteva questo episodio il Comitato urbanistico regionale la pagina culturale dell'unità regalava un'intera pagina appunto a Renzo Piano
Questo è il primo episodio che volevo raccontarvi poi ce ne potrebbero essere tanti altri ma gli ho già raccontati in altra sede quando mi si è dato mi è stata data l'opportunità di farlo rarissime volte in questi quattro anni
Leggendo in questi giorni ho letto finito di leggere un libro molto interessante
Che è stato scritto da Barbacetto Events Barbacetto e Veltri
La Milano degli scandali
Se voi prendete l'indice provate a misurare le pagine di questo libro troverete che sul circa duecento pagine e tre quarti sono dedicati a scandali che riguardano
Questa cosa qua l'urbanistica
Le aree il metro sci e così via
Soltanto un quarto è dedicato ad altro fondamentalmente la sanità eppure troviamo anche in questo quarto un certo Salvatore Ligresti che di problemi urbanistici se ne intende
Un'altra cosa che volevo dirvi che questa nel mille novecento e novanta è stato pubblicato un un interessantissimo reso conto della commissione
Inter camionale antimafia
Sulla situazione
Degli appalti pubblici se leggete quella relazione scoprirete che
Attualmente e gran parte del territorio che è l'oggetto sempre di dell'urbanistica
Che è una cosa molto concreta e non qualcosa
Che sta sulle carte
Gran parte del territorio italiano è controllato direttamente dalla mafia
Dalle organizzazioni criminali
Le quali controllano
E case i trasporti nelle nel settore dell'edilizia controllando le tecnologie calcestruzzo e così via
Poi sappiamo anche che lo sappiamo perché lo lo lo lo scopriamo anche ad agendo bene
Nelle maglie in dei piani regolatori
Basta prende il piano regolatore di Torino
E scopriremo che esistono grandi proprietà fondiarie
Spesso di enti del parastato penso all'IRI
Penso alle Ferrovie dello Stato
Esistono grandi proprietà Fondiaria immobiliari nel caso di Torino per esempio della FIAT e scopriamo che i piani regolatori
Dell'ultima generazione quelli che io chiamo dell'urbanistica immobiliare
Sono piani regolatori che fondamentalmente sono nati per cioè in funzione di che cosa dei bilanci di queste aziende del parastato o nel caso di Torino della Fia
Vorrei concludere quindi in quel confine in questo messaggio se c'è un nesso tra le cose che vi ho raccontato
Spero che ognuno ognuno poi lo troverà se ha voglia di trovarlo
Questo nesso
Secondo me il nesso che io vedo è questo
Cioè che oggi il vero problema che all'urbanistica e non credo che sia sul problema dell'urbanistica
Di fronte al quale ci troviamo e che il territorio italiano il territorio del nostro Paese è occupato da questi personaggi da questi fattori
Che hanno ovviamente una forza
Notevolissima perché sono in grado
Intanto di comprare chiunque dovunque e comunque
E poi sono ovviamente hanno una strategia hanno dei Progetti e quindi sono in grado anche di produrre di produrre urbanistica
Quindi tutto sommato se questa è la situazione c'è una situazione di occupazione del territorio
E di
Occupazione anche dei dei luoghi nei quali
Si progetta si fa urbanistica si gestisce si controlla
E anche su questo si potrebbe ragionare concretamente guardando appunto andando a guardare che so io
I
La composizione dei consigli di amministrazione delle società autostradale e delle e degli enti strumentali
Gli incroci messi le reti che esistono tra questi enti che contro la malattia una delle più grandi attività sul territorio
Ecco dico se questo è il quadro ho la sensazione che forse
Una proposta che potrebbe apparire rétro quale quella
Di decidere che è venuto il momento di separare di distinguere nettamente
La proprietà del suolo dal diritto di edificare
E di riassegnare ad uno stato forte articolato su su su basi su una base regionale forte
Il diritto all'edificazione
Può essere una risposta
Anche su questo fronte
è chiaro che bisogna bisognerebbe provare a vedere questo concretamente che cosa vuol dire
Io spero che domani qualcuno
Provi a ad articolare una proposta in questa direzione perché mi pare che tutto sommato dagli interventi che ho sentito oggi
Anche se ovviamente
C'è una edulcorato Simeone eccetera non ci stiamo discostandomi molto dalla dalla proposta di legge Cutrera insomma mi pare di capire che siamo ancora lì
Forse varrebbe la pena se non altro per avere un confronto prima di abbandonare definitivamente quell'altra strada di provare a vedere se non c'è uno spazio ragionevole
Per costruire una proposta originale e alternativa
Vediamo la parola Sergio Morpurgo
Io mi scuso Giusto
Mi scuso Giorgio Ruffolo
Scusami noi pensiamo di look
Pensiamo di concludere i nostri lavori verso le diciotto e trenta con un intervento conclusivo di Vezio De Lucia molti possiamo organizzarci quest'ultimo resta
Io vorrei proporre comandi
Sì poi segue Luciano piazza che poi Walter Tocci
Volevo proporre alcuni argomenti di riflessione che son già in qualche modo venuti fuori dal dibattito e dal soprattutto dalle relazioni di stamattina di oggi pomeriggio una prima questione sul problema gigantesco vengo da Milano non posso non parlarne la lingua
Batte eccetera eccetera sul problema delle collusioni pubblico privato eccetera
Cioè Campos ha ragione cioè e io non so se i giudizi
Non l'abbiano già intravisto di terreno dell'urbanistica secondo me sì secondo messi ci sono segnali abbastanza chiare
In ogni caso noi sappiamo che la materia urbanistica è una materia che è stata sottoposta a Mila no in Lombardia e in Italia approfondissi elementi di collusione
Tra potere economico potere politico e tecnici e tecnici ecco l'unica cosa che vorrei sottoporvi è che il problema è antico cioè che io non son d'accordo con quelli che come posso dire valutano l'esplosione del problema
Cioè a Milano
Un terzo della città costruita tra mille novecentocinquanta mille novecentosessanta è stata fatta
Eludendo le norme del Piano regolatore se non dobbiamo mai dimenticare la battaglia contro le forchette forchettone i più vecchi di voi se la ricordano cioè questa roba è una roba vecchia
Ci sono stati un paio di salti di qualità un paio di salti di qualità
Prima i partiti ruba chiamano tutti per conto loro chi più chi meno enormemente quelli che erano al governo e un po'anche quelli che erano all'opposizione no cercavano d'arrangiarsi
In forme che nel caso che riguardava i partiti di sinistra erano abbastanza
Patetiche cioè l'obolo L'Unità questi compagni supercriminali insulti fidatissimo i che si occupavano in segreto di queste cose non pigliavano una lira neanche a morire in ogni c'erano cose di questo tipo quelli la storia e antica cioè il ceppo era già ben consolidato
Successivamente si usati due salti di qualità
Uno è che
Diciamo i poteri economici si sono organizzati cioè prima lo facevano per conto loro a un certo punto si sono organizzati e in materia di appalti
E in materia molto fortemente dei grandi interessi immobiliari
Cioè questa area vate questa va a me qui ci mettiamo l'affaire la metropolitana quasi mettiamo questo fino qui nel caso di Milano è chiarissimo quindi un'organizzazione vi siamo del sistema economico
Organizzazione del sistema politico la grande invenzione dei manager socialiste è stata quella del per far girare tra i vari partiti no tra tra i vari personaggi le buste che venivano fuori
La terza bisogna dirla per noi la più lancinante è stata che è un settore del Partito comunista è entrato dentro questa roba no e non c'era mai stato questi stati tre elementi grossi che hanno fatto esplodere la questione
Ma questo è solo diciamo uno sfondo io credo che di fronte a questa situazione
Mi pare d'averlo già accennato in un intervento precedente proprio in questa sala
La prassi urbanistica non voglio dire la legge urbanistica la legislazione urbanistica il modo di fare urbanistica si è rivelato molto vulnerabile si è rivelato molto vulnerabile come si sono rivelati vulnerabili e
Soggetti della attività urbanistica cioè di urbanistiche facevano l'urbanista su questa vulnerabilità su questa debolezza non si è discusso abbastanza non sia discute abbastanza io
Potrei farmi un elenco enorme no di punti di crisi di imprecisioni di astrazioni eccetera e per vedere cito due o tre
E una l'ho sentita avvenire fuori ancora pochi secondi fa
Cioè la sinistra quindi l'urbanistica di sinistra ha perso anni nel discutere è una cosa che non stava né in cielo né in terra e cioè la nazionalizzazione dei suoli
No che nessun Paese europeo semmai neanche sognato lontanamente di fare perché
Vi risparmio i perché e i percome cioè perché questi sono elementi che scardina un sistema
No come nazionalizzare la FIAT è l'intera industria metalmeccanica italiana e e e la sinistra si è attardata dieci o quindici anni dietro una roba di questo tipo saltando di palo in frasca
Saltando di palo in frasca
Ho
Marcello oli giustamente mi diceva che i notevoli risultati raggiunti e uno fine in Europa sono fatti su legislazioni espropriative di fronte alla quale quella che abbiamo avuto in Italia fino a ieri centosessantasette più ottocentosessanta sessantacinque erano la rivoluzione
Era la rivoluzione in nessun Paese europeo a leggi espropriativo e di quel calibro una mai avute
No e non soltanto è mai neanche proposte gli espropri sono in sostanza delle acquisizioni forzosi no in tutta Europa Olanda
Germania Inghilterra eccetera eccetera ho delle magistrature procedure no tutto funzione evidentemente ma non c'è l'esproprio nei termini in cui noi l'abbiamo pagato quindi massimalismo massimalismo
Astrattezza
Pensate a alla questione degli standards alla questione degli standard ci siamo battuti come leoni come demoni per introdurre questa roba giusta no nella legge settecentosessantacinque che fissa la quota di Stendhal prima si diceva si vogliono ma non si sa quando
Ecco ma nessuno ha ancora scusate noi oggi ci troviamo nella situazione dove nella migliore delle ipotesi i comuni per far tornare i conti no per far tornare i conti sull'urbanizzazione
Hanno standard a disposizione quantitativamente voi sapete che li mettono nei punti più incredibili del territorio tanto per far tornare i conti la dotazione urbana delle città italiane
Dopo ha cinquant'anni di leggi urbanistiche nazionale
E dopo trent'anni di settecentosessantacinque era ridicola Milano a sei metri quadri di verde per abitante
Brescia ne ha tre o quattro Bergamo ne ha tre eccetera eccetera non so quante ne a Roma non so quanta ne avrà un po'di più spero ha comunque dotazioni reali no che sono rimaste bassissime
E bisognava introdurre un con c'era una posizione leggermente diversa cioè che lo standard doveva essere costruito mentre si costruiva la città non lasciarlo a futura memoria no per per far tornare i conti diciamo del
Del del specificazione dell'edificazione della della città
Eccetera eccetera eccetera la stessa
La stessa e lo stesso in condimento che la settecentosessantacinque ha provocato sul concetto di destinazione d'uso il concetto di aggiornamento con le zone ABCD eccetera avuto alcuni esiti positivi
Le strade i centri storici è stato un grande elemento rivoluzionario
Ma complessivamente ha irrigidito
La pianificazione su un dato concettualmente sbagliato cioè la città da sempre è un mix funzionale e deve essere omesso funzionale e non può essere isolata funzione per funzione abbiamo creato recita
Mostro oggi in tutta Europa e in Francia e in particolare si stanno studiando le forme per ripristinare il mix funzionale certo non la fonderia in piazza del Duomo è ovvio che ci sono elementi di questo tipo che vanno affrontati però con altri
Con altre parametri che non siano quelli della de della pura e semplice destinazione destinazione funzionale e potrai
Citarli potrei citarvi potrei citarle del degli altri ce ne sono ce ne sono moltissime un'altra cosa
Proprio per riferirmi a dibattito di di oggi
Il problema delle quantificazioni residenziale
E secondo me anche qui noi ci siamo abbiamo steso a comportarsi in modo
Approssimativo irrealistico cioè sembra quasi che questo surplus di edificazione che c'è in Italia sia dovuto alla strumentazione urbanistica
Questo è un errore non è vero niente la strumentazione urbanistica
Se mai ha favorito accettato vogliamo dire più semplicemente non ha organizzato una spinta che nella società c'era
E che non poteva non poteva essere fermata dalla strumentazione urbanistica perché la strumentazione urbanistica non può governare i processi con cui si forma
Una a Brno pur abnorme domande edilizia cioè non è lo strumento urbanistico lo lo strumento che ferma quella roba lì
è il fatto che c'è la mafia che i soldi da investire che le aziende si fida del mattone che si sono le seconde case ci sono tutta una serie di fenomeni che semmai noi più umilmente invece che fare questi conti astratti no del top abitanti per vanno no eccetera eccetera avremmo dovuto cercare di come ho fatto negli altri paesi semmai di organizzare in modo meno schifoso no questo assalto edilizio che in Italia c'è stato è un altro elemento di imprecisione
E di massimalismo concludo
Io non so sinceramente se in questo momento ci voglia una nuova legge urbanistica o se la sinistra
Boh che poi non si sappia esattamente che cos'è no si faccia promotrice del di una nuova legge urbanistica io lo vedremo domani sono curiosissimo non ho letto il materiale anche qui è stato presentato sono curiosissimo
Ma ho dei tremendi dubbi o dei tremendi dubbi
Perché non è la legge ha ragione Martinoni
Non è la legislazione che non ha funzionato certo ci son dei limiti ci sono delle deficienze delle carenze ma non è quella quella che non ha funzionato e la prassi urbanistica che è un termine molto più complicato che riguarda la pubblica amministrazione la cultura di urbanisti le capacità tecniche
Riguardo alla capacità amministrative l'intuizione dei Dedede degli aspetti economici il realismo cioè riguarda tutta un'altra serie di aspetti che negli altri Paesi quelli meglio organizzati troviamo accuratamente
Definiti
E poi andare a preparare oggi una un po'de di ortica mentre diciamo posto che sia così una impostazione nuova di tipo legislativo di tipo giuridico legislativo
In un in questa situazione politica in questa situazione politica
Io confermi i miei dubbi c'è una situazione politica dove appena da quello che io riesco a capire dal mio osservatorio milanese appena
Diciamo la destra impersonata dalla lega comincerà a ragionare in termini un pochino meno demagogica un po'più politici si collegherà immediatamente
Alle ai gruppi dominante di carattere economico per la semplice ragione che saranno i gruppi dominanti di carattere economico che governeranno direttamente il Paese e quello che sta cominciando a succedere con la rete finanziaria
Cioè questi si preparano a governare direttamente il Paese
Non hanno più bisogno della Democrazia Cristiana del Partito socialista siamo lo scontro gli lo scontro di chi per per lo scontro di chiamiamolo
In modo un po'vetero di classe avranno a disposizione altri strumenti che non questi molto più aggiornati molti puoi più efficaci e molto più governabili
Direttamente in questa situazione ci spostiamo nel dibattito parlamentare una discussione su cose su cui io ho i miei dubbi che abbiamo le idee chiare perché non abbiamo ancora fatto un'operazione
Vogliamo chiamarla autocritica dei limiti profondi della nostra attività negli ultimi quarant'anni di astrazione imprecisione inesattezze eccetera eccetera io ho molti dubbi però o abbastanza chiare almeno cinque punti su cui si dovrebbe cominciare
A cambiare modo di fare urbanistica che vi dico per Vittorini una prima questione
No ridefinire
Le per le differenze tra gli strumenti
L'introduzione dell'uso del qualcosa come loro se lo schema direttore francese o condividevo mi sembra che sia utilissimo da una parte no per le pianificazioni di livello
Generale e per l'impostazione dei piani regolatori
Ma dall'altra parte io li valuterà il Regolamento edilizio il inoltre i nostri piani regolatori si sono trasformati in modo abnorme con centoventi centotrenta centoquaranta articoli il strumenti che non riescono più a far venir fuori le volontà strategica
Parlava di Regolamento edilizio con abitanti due si fanno dieci casi all'anno
Ma io ci sono gli strumenti urbanistici e con le zone di espansione la zona alberghiera lì dove e contadini LIPU e i valligiani dicono io lì dentro non ci andrò mai
Tale tra l'altro tutte strano perché rimanga sulla carta ma che confondono le cose quindi una ridefinizione
Dei livelli della strumentazione urbanistica
Secondo introduzione al posto di questi casini incredibili vecchi ottocenteschi del del destinazioni d'uso dei tutte 'ste balle cui eccetera eccetera introdurre in modo chiaro modo normativamente chiaro il concetto di compatibilità
E la compatibilità almeno su tre settori compatibilità urbanistica ma insomma se le strade non reggono più automobili non si possono fare insediamenti
Dove le auto nuove non possono più venire una roba idiota cretina ma che nessun piano regolatore prevede compatibilità ambientale
No che è ovvia non le discuto neanche
Compatibilità economica compatibilità economica e vengo all'altro punto cioè realismo dal punto di vista economico finanziario e amministrativo cioè le previsioni
Non possono e non debbono essere il libro dei sogni le previsioni devono essere realizzabili
No e quindi tutta la strumentazione urbanistica si deve caricare
Di processi di realizzabilità
No facendo i conti muovendo gli interlocutori trovando gli interlocutori
E mettendo perfino in concorrenza agli interlocutori stessi no tu mi fai meglio di questo lo concedo a te e non altri come Marcello Ricci insegna all'estero si fa non non sempre ma qualche volta si riesce a fare
E l'ultimo aspetto l'ultimo aspetto
Un'accurata attenta umile
Molto selettiva politica di carattere fondiario
Di carattere fondiario
Che sia centrata perlomeno provvisoriamente su un punto che lo stesso sistema dominante probabilmente è disposto ad accettare che il regime della perequazione e cioè guarda caso la reinvenzione del famoso comparto edificatorio della mille centocinquanta cioè la reintroduzione di questo elemento su questi cinque punti credo che si possa cominciare a ragionare e su questi cinque punti possiamo mettersi in una situazione tale da poter reggere anche l'urto che sarà pesantissimo sul piano politico dei prossimi mesi e dei prossimi anni grazie
La parola Lucero piazza
A me è stato chiesto di fare una comunicazione sulla situazione urbanistica fiorentina
Che è una situazione
Molto critica per molti versi direi anche molto triste
Faccio un intervento molto breve che per alcuni terzi costituisce una esemplificazione
Concreta applicata un caso concreto di alcune considerazioni che svolgeva stamattina Campos nella sua relazione
Firenze ormai da tempo non è più concepibile come una città separata dal contesto territoriale metropolitano che gli sta intorno
E questo da vari decenni da quando negli anni settanta si sono sviluppate una serie di tante relazioni funzionali Rieti interdipendenze strutturali con i centri limitrofi dovute alla rilocalizzazione di attività industriali che si spostavano dalla città e conseguentemente alla localizzazione rilocalizzazione di numerose residente presidenze soprattutto popolari
Che si andavano a insediare nei comuni limitrofi parallelamente a questo fenomeno
Di decentramento di espulsione di attività industriali e residenziali si assisteva a partire da quel periodo ad una concentrazione esasperata di attività terziarie nel centro storico fiorentino dove attualmente si trovano più di un terzo di tutti i posti di lavoro del comune e dove attualmente si trova oltre la metà della superficie utile
Utilizzata dal terziario nell'intero territorio comunale e quasi tutte le grandi strutture che provocano afflussi di massa si trovano nel centro storico di Firenze dal polo espositivo agli uffici giudiziari agli uffici finanziari alla Camera di Commercio alla Borsa Valori
Per non parlare poi delle sedi delle grandi banche e delle assicurazioni
Dell'università delle sedi dei partiti dell'associazione di categoria eccetera eccetera e oltre a questo c'è un micro terziario diffuso
Negli edifici che occupa i piani bassi ai piani alti fatto di uffici di studi professionali sedi piccole società agenzie varie così utile
E questo provoca evidentemente fenomeni di congestione soffocante in tutta la città ma soprattutto nella sua parte centrali
Fenomeni di squilibrio territoriale e di perdita della qualità urbana per la presenza dalla parte di Are sovraccariche dall'altra avviare tendenzialmente mono funzionali fenomeni di innalzamento artificioso del valore degli immobili che nel centro fiorentino arrivano a sei otto e anche dieci milioni al metro quadro
E di conseguenza fenomeni di espulsione
Della residenza soprattutto quella più debole che non regge sul piano della capacità di spesa la concorrenza del terziario
Così la popolazione del centro storico di Firenze scende vertiginosamente scende anche del dieci per cento nell'ultimo decennio fra censuario la popolazione dell'intero comune
Evidentemente questo fenomeno dell'esodo demografico non è solo imputabile a cause locali quindi a questa presenza
Massiccia del terziario ma certamente imputabile anche alla presenza del terziario e così a Firenze oggi siano quindici mila abitazioni libere e una dotazione di circa due vani per abitante
Ma la popolazione continua a essere espulsa e quella che rimane gravata da oltre sei mila sfratti esecutivi e cito solo questi
Esempi non vado oltre per non essere noiosa ma mi sembra che già delinei no il quadro della situazione per alcuni versi drammatico ecco a fronte di tutto questo stato di cose le forze
Della sinistra sia politiche che culturali hanno messo a punto negli ultimi decenni una strategia urbanistica e territoriale che poggiava su tre obiettivi principali decentramento di funzioni congestione anti dal centro storico di Firenze
Riequilibrio tra il centro di Firenze le altre parti della città e dell'area metropolitana grazie a questo decentramento riqualificazione
Delle aree periferiche dove si andava a rompere grazie a questo decentramento soprattutto la molla funzionalità residenziale si andava a creare un mix funzionale questa politica permetteva di recuperare quindi da una parte il centro storico alla residenza alle attività culturali e universitarie
E permetteva di riqualificare le periferie urbane l'area metropolitana creando anche connessioni strutturali con l'area metropolitana stessa
Lungo le direttrici storiche di sviluppo della città che erano quella di uno e sono opera di nord-ovest e quella di sud-ovest
Ecco rispetto a questo quadro la variante di Nord Ovest della fame famosa variante FIAT Fondiaria ha interpretato male tra virgolette
Questa strategia
Poiché non creava tanto connessioni tra la città e l'area ma prevedeva piuttosto l'avanzamento compatto della città sulla piana di Castello investendo una superficie di centottanta sei ettari prevedendo la costruzione di tre milioni e mezzo di metri cubi
Di contro la variante di Nord Ovest la bozza di piano regolatore dell'ottantanove
Diretta la Campos Venuti fra l'altro interpretava invece molto meglio questa strategia
Prevedendo lungo le due direttrici
Di Nord Ovest di sud-ovest attrezzature strutture terziarie di livello sovracomunale decentrare dal centro storico
In connessione fra l'altro diretta con la Grande Rete per la mobilità su gomma e su ferro ma soprattutto prevedendo lungo queste due direttrici la creazione di due grandi parchi territoriali
Quali elementi direttori dei nuovi assetti territoriali con elementi generatori e riqualificare anti delle vecchie e nuove periferie urbane e metropolitane
Ma la bozza di piano dell'ottantanove prevedeva anche in modo esplicito il decentramento di molte altre funzioni terziarie del centro storico creando attraverso il re il riuso e il recupero delle aree dismesse che la creazione di altre polarità urbane le condizioni affinché questo decentramento potesse attuarsi effettivamente la bozza di piano Collu Deva evidentemente con la variante di Nord Ovest e quando la variante di Nord Ovest è caduta anche la bozza di piano regolatore è stata messa da parte
Ignorata
Non è stata divulgata non è stata discussa non è stata portata a conoscenza della città
E come se con la caduta della variante di nord ovest fossero cadute anche le motivazioni che avevano portato a definire quella politica urbanistico territoriale
Fondata su quel trinomio che dicevo prima in modo sintetico cioè decentramento riequilibrio ricoprì riqualificazione questa politica in sostanza sembra messa in naftalina
In modo non esplicito e non dichiarato apertamente da parte di molti settori della sinistra del nostro partito ma in modo subdolo è clamorosamente evidente da parte invece del pentapartito che da novanta guida Palazzo Vecchio il pentapartito infatti cosa ha fatto ha messo da parte
La vecchia bozza di piano regolatore
Ha dato avvio
Alla redazione di un nuovo piano regolatore declamando le fra l'altro la centralità ma facendolo precedere da una serie di varianti
Che hanno portato da una parte al alla legittimazione al potenziamento della riporto di Peretola
Che successivamente attraverso la variante cosiddetta di salvaguardia hanno riproposto in toto l'intervento FIAT a Novoli cioè mentre tutta la città veniva gravata da vincoli ed salvaguardia nelle aree urbane non urbane veniva previsto invece questo intervento della FIAT a Novoli
Che riprendeva l'intervento già previsto dalla variante di Nord-Ovest fra l'altro peggiorando lo rispetta la variante di nord-ovest in quanto il parco previsto
All'interno di quest'area veniva quasi dimezzato e non venivano prese in considerazione le problematiche connesse alle infrastrutture per la mobilità e alle connessioni con il quartiere limitrofo
E poi si percorreva il piano regolatore attraverso un'altra variante che è consistita nel tristemente famoso piano casa dico tristemente famoso perché è una di quelle cose su cui a Firenze sta indagando
La magistratura rispetto alla quale il vice sindaco l'ex vice sindaco è stato anche arrestato per un certo periodo
Il piano casa che prevedeva seicento mila metri cubi di nuove costruzioni abitate tutte dico tutte in zone agricole in zone di pregio ambientale
E in zone già destinate a servizi da quella Variante di salvaguardia che aveva preceduto il piano casa di quasi due o tre mesi e non di più
Come quindi se il problema residenziale si potesse seriamente affrontare senza fare i conti con l'invadenza crescente strisciante del terziario e cioè senza riportare questo problema all'interno del Piano regolatore
E come se il fabbisogno abitativo di Firenze potesse essere calcolato è soddisfatto considerando la città a prescindere dall'area metropolitana
Variante di salvaguardia e piano casa erano due strumenti dunque che permettevano di capire immediatamente su quali binari
L'amministrazione comunale intendeva muoversi
Quali erano questi binari da una parte soddisfare gli interessi dei grandi gruppi economico finanziari
Con la riporto l'Aga Khan e le altre compagnie aeroportuali con la Variante di salvaguardia la FIAT che divenivano degli interlocutori privilegiati e prioritari a prescindere al piano regolatore
Poi concepire Firenze chiusa nelle sue mura al di fuori di un rapporto concreto e non solo declamato con l'area metropolitana e il piano casa infatti risolveva il fabbisogno presidenziale presunto di Firenze tutto all'interno dei confini comunali
E poiché legare le esigenze di riqualificazione ambientale di potenziamento delle attrezzature e dei servizi in posizione subordinata assolutamente subordinata rispetto agli interessi forti dell'edilizia e ancora in questo caso il piano casa ne era la dimostrazione quanto andava a toccare a RAI ricollegare ambientali aree già destinate a servizi
E il piano regolatore che adesso sta seguendo queste tre varianti drammatici Pato e che dovrebbe uscire da qui a giorni
Sviluppare amplifica questa impostazione
Rinunciando al decentramento
E prevedendo di contro la valorizzazione immobiliare di aree ferroviarie che hanno una posizione strategica all'interno
Delle zone centrali della città da una parte e prevedendo il potenziamento delle aree espositive che sono anche se interne al centro storico di Firenze attraverso la previsione di un fantomatico Parco degli scambi
Riproponendo per intero
L'area fondiaria di Castello con la stessa superficie della variante centottantasei ettari
Nella quale aria però non è più previsto come succedeva qualche anno fa nella variante di nord-ovest il polo espositivo ma è prevista la creazione di una semplice grande
Periferia urbana banale quanto inutile utile solo in quel caso a valorizzare le aree recentemente
Individuando in sostanza in tre grandi gruppi economico finanziari la FIAT la Fondiaria e le ferrovie ostacoli gli interlocutori privilegiati a partire dai quali ridisegnare la città e segnando emblematicamente con un una sorta di parco lineare che costituisce un percorso lineare che circoscrive l'area urbana
Il confine della città un'intuizione che di per sé poteva essere anche apprezzabile solo che poi questa perimetrazione taglia fuori una serie di quartieri popolari periferici e mette dentro invece delle aree inedificate di proprietà della Fondiaria che evidentemente si danno già come urbanizzato
In sostanza il confine dalla città costituisce
L'emblema di questa chiusura di Firenze su se stessa e rappresenta come città testualmente la relazione
Al preliminare di piano lo spartiacque tra i diritti e i doveri dei cittadini che stanno dentro di quelli che stanno fuori dalla città
In sostanza questo piano prefigura una città da consumare ai fini turistici espositivi e commerciali che si chiude rispetto al proprio territorio e che accetta in pieno le patologie
Prodotte dai processi spontanee che si sono affermati negli ultimi decenni
Con questo piano quindi la variante di nord ovest e viene interamente recuperata e per di più viene depurata
Del polo espositivo che ne costituiva uno dei pochi elementi accettabili ecco troppo spesso di fronte a questo stato di cose a quest'ora strumentazione urbanistica che cambia in modo confuso rispetto a queste proposte che si accavallano pure alle altre
Anche nel nostro partito mi se invece il rischio di lasciarsi trascinare nella discussione sulle singole scelte sulle modalità attuative dei singoli progetti spesso patinati come diceva
Stamani Campos perdendo di vista invece la strategia complessiva e il ruolo che questi progetti se attuati realmente possono svolgere nello scardinare una strategia urbanistico territorio territoriale che per un partito di sinistra
Non può che essere mirata al soddisfacimento il più avanzato possibile degli interessi collettivi
E nel caso di Firenze il piano regolatore del pentapartito lo stravolge ma capovolge addirittura questa strategia
E allora credo che noi a Firenze come altrove dobbiamo avere ben chiare gli indirizzi di fondo
Dai quali non possiamo e non dobbiamo di staccarci più di tanto pena il rischio di diventare subalterni o complici di interessi che puntano sostanzialmente poi all'uso privatistico delle risorse territoriali
E in questo senso sono molto d'accordo con ancora una volta con campo squalo stamani indicava alcuni di questi indirizzi di fondo lui diceva vitale nuove grandi lottizzazioni nel territorio Sturba non evitare che il riuso
Delle aree dismesse comporti nuove congestioni decentrare le funzioni congestione anti facendone elementi di qualità di qualità di riqualificazione delle aree delle periferie metropolitane
A questi può probabilmente potrebbe potrebbero aggiungersene altri
E cioè il ruolo strategico tra mobilità su ferro serio rilancio della politica del recupero considerazione dell'ambiente come elemento che viene a monte e non a valle del processo pianificatorio
Firenze sta diventando sta a dimostrare scusate come l'urbanistica contrattata
Nel senso deteriore cioè l'urbanistica svenduta
Possa produrre effetti negativi con la pratica delle varianti ma attualmente con il nuovo piano regolatore che sta per uscire sta a dimostrare
Come possa generare anche effetti devastanti attraverso lo strumento del piano
E allora credo necessario considerare sì il Piano come uno strumento centrale della pianificazione territoriale ma operare perché sia sviluppata la cultura del territorio che sia capace di conferire al piano contenuti che lo caratterizzino come strumenti di governo pubblico dei conflitti operanti sul territorio
Tesa a ricomporre questi conflitti nel punto più avanzato possibile per il soddisfacimento degli interessi collettivi
A Firenze il piano che si va prefigurando non svolge certo questa funzione
C'è l'atteggiamento della Giunta comunale che tende a dire non siamo riusciti dopo trent'anni piazza piazzato concludendo intenti c'è l'atteggiamento dell'ottagonale che tende a dire ma siamo riusciti dopo trent'anni a fare un piano che Firenze se ci sono cose che non vanno modificate le ma nella sostanza il piano rimane
Ebbene credo che noi non dovremmo cadere in questo tranello cioè non dobbiamo scendere a discutere le singole scelte come cose separate da un tutto bensì dobbiamo discutere
E confrontarci sugli obiettivi di fondo sviluppando una capacità di proposta che ci porti a mettere in discussione la legittimità di quel piano come strumento di governo territoriale nel quale possano trovarsi la popolazione fiorentina da una parte l'opinione pubblica nazionale e internazionale dall'altra
Firenze del resto anche un patrimonio universale e credo che anche là fuori Firenze da parte della classe politica e della cultura urbanistica e non debba svilupparsi movimento atto impedirne lo svilimento della mortificazione grazie
La parola Walter Tocci
Vi invitiamo un po'cui tempi perché ormai stiamo per dare la conclusione
Ma io vorrei dare una mano
A se mi è consentito Abboubi Campos
Suo brillante intervento di stamane faceva un elenco delle italiche sciagure
E però a un certo punto ho avuto l'impressione quando arrivava a Roma gli mancasse diciamo così l'esempio emblematico così come invece l'ha trovato bene a Firenze a Milano
In effetti questa difficoltà diciamo così non era solo oratoria ma c'è qualcosa di sostanziale
Perché a Roma ma anche all'esempio emblematico ecco e non a caso mancate che c'è una particolare forma
Di sviluppo urbanistico che io definisco come aveva la tela di Penelope insomma ecco
Cioè da una parte ci sono i progetti su cui si discute alla luce del Sol levante l'opinione pubblica grandi discussioni su Roma Capitale sui radiosi orizzonti del del due mila
E dall'altra c'è nei meandri della gestione tutta una serie di trucchi e stratagemmi che non appaiono neppure nel allocate pubblica ma che consentono poi darò delle cifre delle vere e proprie ondate di cemento
A Roma quindi bisogna distinguere tra una sorta di cubatura diurna quella di progetti ufficiali e poi una cubatura notturna che passa appunto nei meandri della gestione
Pensate può negli anni ottanta non si è fatto altro che discute del Sistema direzionale Antares di questi ideali trasferire ivi ministeri dal centro a oriente
E mentre si facevano convegni leggi discussioni a non finire intanto avveniva all'esatto contrario
E cioè
Espulsione di residenza dal centro storico e trasformazione in uffici centoquarantatré mila abitanti cioè grosso modo una città sfide più grandi di Ancona penso
Si è spostata dal centro storico se n'è andato in periferia e quindi accentramento del Serio
Negli anni Novanta si sta preparando una cosa analoga
Oltre la cubatura diurna circa venti milioni metri cubi sta hanno messo in piedi una sedi stradali germi per una cubatura notturna di circa ventisette milioni metri cubi
Non posso qui dirvi tutti i trucchetti
A cui ricorre a diciamo così una fantasia consolidata romana insomma ecco forze insiste anche come dire in questa gioco di notturna e diurna anche un po'questa doppia verità che forse affonda anche
La cultura papalina insomma che appunto sulla doppia verità c'ha retto diciamo così un'istituzione da due mila anni
Ma forse ci sono anche cose più concrete diciamo così ci sono i trucchetti che consentono di fare gli uffici nelle zone industriali
Ci sono i trucchetti che consentono di rende edificabili quelle aree che negli anni Settanta unico monconi movimenti di come ripartire non sa riconquistare a verde e servizi
Ci sono
Le strumentalizzazioni delle esigenze dei ministeri avete visto sulle cronache dei giornali proprio in questi giorni in queste ultime settimane
Quando i cittadini sonante se è esplosa la questione del catasto si è scoperto che dietro a questi nel catasto
C'erano due miliardi di tangente al senatore Merolla lì quindi attraverso la strumentalizzazione di questa esigenza di spazi dei ministeri si rendono edificabili un uso strumentale dell'articolo ottantuno aree di fichi che non sarebbero edificato
Il tutto tra cubatura notturna e diurna arriviamo intorno a cinquanta milioni di metri cubi
I miei amici
Urbanisti mi dicono che specioso soli terziario
Se ammettiamo una una un valore diciamo così di rendimento diventi rendimento diciamo di di un miglioramento insomma cinquantuno a cinquanta mila miliardi
Che altro c'è da dire sulla questione morale cinquanta mila miliardi gestiti senza la legge urbanistica senza un piano regolatore
Senza niente ma soltanto con trattative singole tra
Proprietari e sappiamo quali proprietari grandi gruppi finanziari e assessori e sappiamo quale assessori beh anche un convento di suore sarebbe corrotto figuriamoci una classe dirigente Fellone come quella che abbiamo visto alla prova in questi anni
Seconda considerazione ma si parla tanto di manovra economica di politica economica ma perché ce la dimentichiamo poi quando parliamo di urbanistica la politica economica
Perché
Dai conti dai dalla le Chicago detto prima
Negli anni ottanta si può stimare una rendita
A Roma di circa venti mila miliardi ci sono stati sedici milioni di metri cubi non residenziale trentasei
Milioni di metri cubi residenziali
Penso che Ventimila ci possiamo stare Ventimila miliardi non so Bubbico e come possiamo affinare le cifre
A fronte di questa valorizzazione c'è stata una spessa del comune in termini infrastrutturale di dodici mila settecento miliardi quanto ha incassato il Comune in termini di oneri concessori
Cento umiliati cento miliardi a fronte di una valorizzazione di oltre venti mila miliardi
Eccolo il debito
Ecco la la la ragione strutturale diciamo così la crisi fiscale che ha origini da questa appropriazione di bene collettivo da questa socializzazione dei costi e appropriazione i beni collettivi acchito Orsola chi la mela
De Lucia ricorda sempre che c'è la questione degli oneri di che dal settantasette non è stata più aggiornata nei suoi parametri
Ecco
Anzi no
La nostra
Anzi io penso che la nostra c'è un disegno di legge finalmente il PDS che promosso dalla sezione ambiente della direzione del gruppo
Che propone l'aggiornamento di questa di questi parametri del settantasette no il calcolo che si è fatto e che con il mancato aggiornamento le i Comuni hanno perso circa dieci mila miliardi allora aggiorniamo questi parametri e questo sarebbe non soltanto un fatto balistico ma anche un capitolo di una contro manovra economica perché significa fare entrare e casse pubbliche una parte diciamo così di questa supera valutazione
Terzo punto
Non sempre lo danno intorno a questi
A queste cifre
Vorrei sottolineare una questione diciamo così istituzionale
Nel novanta una realtà come quella di Roma
Ha avuto a disposizione due importanti leggi
Una legge generale che è la centoquarantadue consentiva di attivare la città metropolitana come per tutte le altre grandi aree Rom italiani
E poi è una legge speciale la Roma Capitale
La seconda legge Roma Capitale una classica legge speciale che funziona per progetti e quindi in sostanza passano le opere non in base all'utilità ma in base alla forza di pressione del gruppo però della lobby che sa dire quel progetto
Mentre a centoquarantadue fosse stata avviata alla città metropolitana avrebbe consentito diciamo così un governo ordinario dalla trasformazione
Ebbene tutti i tempi di attuazione della legge speciale per Roma cade sono stati rispettati al minuto
Benché fosse un procedimento complesso richiedeva la votazione di quattro
Di di di tre Consigli comunale provinciale e regionale di una consultazione di tutti gli enti pubblici che gravitano su Roma
Due passaggi nel consiglio comunale di Roma un decreto del governo quindi una cosa complicata in Italia eppure in un anno e mezzo tutto questo iter è stato concluso
Mentre invece per la legge ordinaria la centoquarantadue la città metropolitana nessuno degli adempimenti previsti dalla legge è stato portato a te
è evidente
è evidente che il sistema come si è organizzato di intreccio tra politica ed economia
E preferisce leggi speciali preferisce di leggi straordinarie
E si butta su quelle mentre le leggi ordinarie le riforme che abbiamo fatto che questi anni Ottanta sosta in pastrani sono dieci anni che si vari riforme istituzionali l'unica riforma istituzionale quella città metropolitana
è stata messa sotto i che a questo punto però bisogna trovare anche il coraggio insomma per dire basta a queste leggi speciali
Veramente a sdraiarsi sulla strada di queste leggi speciali perché ha o non ci sono più alibi perché c'è la la città metropolitana gli statuti comunali consentono di rifare da cima a fondo l'amministrazione ordinaria della città insomma quindi bisogna
Sto parlando definitivamente questa storia infine la questione della centralizzazione
E accennavo prima quei quei cinquanta milioni metri cubi grosso modo vanno tutti a concentrare
L'area comunale di romanzo stanza
Secondo le stime
Anche ottimistiche se va avanti diciamo così senza un Governo senza una un una volontari famosi di programmare un qualcosa la tendenza spontanea insomma
Nel decennio porterà alla concentrazione nell'area urbana del novanta per cento dei posti di lavoro
Mentre porterà alla localizzazione delle settantatré per cento delle residenze nei comuni dell'hinterland cioè in sostanza un'implosione del del sistema urbano l'implosione
E anche i vecchi progetti che erano stati elaborati a Roma ha ricordato stamattina Bubi
Di timida diciamo così delocalizzazione il Sistema direzionale orientale
Stanno praticamente
O si sana tornando stanno mostrando diciamo così il fiato corto che l'ipotesi fondamentale era togliamo i ministeri dal centro diamo un po'di respiro al centro portiamo in periferia
Ma non c'è nessuna volontà di mettere mano a questa grande operazione trasferimento dei ministeri e il rischio invece che
Come dire prendano soltanto la polpa di questo progetto cioè mantengono i ministeri al centro e mettono nuova cubatura nella periferia orientale quindi un'operazione di ulteriore concentrazione se è così bisogna dire di no
Io lo dico diciamo da Roma ma penso che la questione è una questione diciamo sì anche di livello nazionale
Un progetto come questo se non poggia su un trasferimento dei ministeri su uno sforamento del centro storico diventa l'esatto opposto di quello che l'urbanistica riformista degli anni Sessanta aveva pensato non una riforma dalla città mondo ulteriore aggravamento dell'ingorgo urbano e allora si è questo bisogna bloccarlo già dire di no e forse a questo punto bisogna anche pensare a qualcosa di più ambizioso
Forse bisogna cominciare a pensare che questi ministeri
Beh vediamo un po'qualcuno a tale altre città italiane piuttosto che spostarle a quattro chilometri dal centro di Roma forse bisogna cominciare a pensare che so i beni culturali a Firenze la Borsa Milano la scuola a Napoli facciamola
Diciamo così anche da sinistra un po'una politica diciamo così di unità nazionale
Che come dire spunti qualcosa anche alla propaganda di Bossi insomma ecco che poi Roma qualche trave in meno non non gli farà male insomma ecco non non sarà un guaio per i e forse invece si può ritrovare un una
Un un circuito
Io penso però che a questo punto noi dobbiamo
Di questo meccanismo che è andata avanti negli anni Ottanta insomma ecco avere la forza come PDS come sinistra insomma di rialzare la testa
Perché ci hanno presentato tutta questa paccottiglia
Come moderno sviluppo come libero mercato come innovazione insomma mentre abbiamo io ho fatto solo degli esempi ma insomma anche le altre cose sono state dette sulle altre città insomma dimostrano che cosa è stata disposta una grande
Approvvigionamento accaparramento diciamo sì di risorse collettive da parte di pochi gruppi è stato io dico anche un aggravamento dello stesso
Problema dello sviluppo
Perché in una città come Roma non assistiamo giorno per giorno a industriali ci sono anche gli industriali e Roma
In termini assoluti è la terza città industriale
Assistiamo giorno per giorno a industriali che cambiano mestiere
Perché quando un Comune regala a una vecchia industria metalmeccanica una grande rendita fondiaria ma quell'imprenditore si fa un po'di conti e dice ma io ma perché mi devo impazzire con un profitto con una rischio d'impresa
Con relazioni sindacali con organizza un ciclo produttivo quando posso abbandonare tutto
Dare una mazzetta all'assessore e ottenere una rendita che dieci cento volte superiore a un legittimo profitto d'impresa e tanti cambiano mestiere da da industriali diventano palazzinari
Ciò crea a Brera e forse anche un'euforia perché perché si lavora perché nasce questo vetrocemento la sembra sembra la modernizzazione male lungo termine questo che cosa vederne determinò impoverimento delle strutture produttive perché un'economia che si regge
Su valori virtuali non su produzioni reale cioè in sostanza succede
Abbiamo parlato di economia di carta ma bisognerebbe dire economia di carte di mattone perché il meccanismo è lo stesso cioè uno foglia economica che si crea su valori virtuali e non corrispondenti ad un'effettiva
Maturazione diciamo così delle strutture produttive della città ecco questa paccottiglia l'abbiamo subita da dieci anni
Come modernizzazione come sviluppo io penso che bisogna cominciare alzare la testa a dire ha spiegato che la Repubblica che cosa c'è sotto
E insomma anche noi stessi avere la dimensione di quello che ci hanno propinato ritrovare insomma il gusto di ribaltare tutto ciò e di mandare avanti un progetto diverso
Per ora che sto per una breve replica Ernestina
Io non ho parole poi intervento direzioni Lucia
E io volevo riprendere alcuni temi ci sono stati
Presentati oggi
Molto brevemente perché il tempo a quanto pare corre
Io la perplessità di fondo rispetto quello che ho sentito in una larga misura oggi stamattina oggi pomeriggio
Ho l'impressione che
La realtà molto contraddittoria mutevole fluttuante di questi ultimi anni non abbia fatto sovente capolino nei lavori di questo convegno né stamattina ne oggi pomeriggio salvo alcune folate folate oggi PON pomeriggio verso sera
Io non capisco perché non si sia fatto alcun cenno e se dunque riuniti ad affrontare il problema dell'esistenza o meno
Di un difficoltà nella nostra disciplina a controllare i fenomeni di trasformazione non si sia fatto nessun cenno al fatto che noi probabilmente incominciamo a vivere già viviamo da diverso tempo
In una società che è diversa da quella in cui siamo probabilmente cresciuti anche disciplinarmente
Intendo dire che non mi sembra superfluo richiamare il fatto che stiamo vivendo in un'epoca di transizione
Da una società che non è più quella industriale
E che si profila come genericamente definendolo adesso postindustriale
Questo dato non mi sembra per nulla irrilevante nel senso che stanno venendo meno tutti principi di fondo i grandi parametri che possono definire lo sviluppo
Di questa società industriale che abbandoniamo la massimizzazione la standardizzazione alla tipizzazione la sincronizzazione tutti grandi parametri che hanno regolato la vita delle società industriali
E li stiamo sostituendo cioè vi stiamo scrivendo assistiamo ad una sostituzione di questi
Il mondo vive sempre più secondo logiche che ormai sono planetarie sia quelle ambientali che quelle economiche il locale oggi è inserito il locale economico
Soprattutto inserito in una trama di rapporti di relazioni all'interno di un mondo globale
Questi nuovi parametri che si vanno affermando che mettono in evidenza una società solo stamattina c'è stato un vago accenno all'inizio di questo convegno una società multietnica
Che presuppongono mai una città multifunzionale una relativa indifferenza dei luoghi rispetto le funzioni
Una società che presuppone un rapporto storico fra tempo e spazio che fa notando non può non essere preso in considerazione da una disciplina che si occupa dell'organizzazione dello spazio
Rispetto al tempo storico e quindi tempo storico economico politico e sociale in cui vive
Allora se la società cambia e cambiano le regole della società
Forse è il caso di chiedersi quali debbano essere le regole dell'organizzazione di questo spazio
Allora se dobbiamo parlare di legge o non legge io credo che forse sia indispensabile incominciare ad assumere in questa realtà ci si presenta sempre più significativa
E rilevante
Il mondo io ho l'impressione che vada verso una gigantesca planetaria forma sottile sfumata di fascismo
La forte contrapposizione fra delitti indifferenti e delle nuove sempre più grandi mescolate complesse articolate come soggetti sociali che rappresenta no oltreché etnici
Sempre più numerosa è sempre più non supportata dalle possibilità di assorbimento della società tradizionale industriale
Allora mi pare che il compito del riformismo
Sì è quello di riflettere su questi grandi problemi di trarre alcune considerazioni non banali rispetto a quelli che sono poi i compiti specifici che ognuno che ogni professione che ogni disciplina
A da svolgere in una società allora forse se la politica come oggi è emerso e uno dei referenti principali di questa disciplina
Allora la politica deve essere ancora però rifiutò pensata vissuta rispetto ai fenomeni di trasformazione che sono in atto i problemi grossi che questi fenomeni pongo
Grazie
Diamo la parola Vezio De Lucia
Ma naturalmente io non faccio conclusioni non mi compete alle conclusioni del convegno le farà domani il segretario del partito
Siamo appena a metà dei nostri lavori il meglio deve ancora avvenire
Che la mia non è neanche una replica perché in verità nonno o motivi
Per replicare nello specifico o delle cose di cui ho parlato stamattina invece intervengo molto brevemente due minuti
Solo per esprimere la nostra soddisfazione la soddisfazione per la grande partecipazione che c'è stata per per l'interesse per l'attenzione per la curiosità per la pazienza
Che hanno avuto i nostri ascoltatori
Io posso dirlo stamattina
Ne è parso a un certo punto di fare un sogno ad occhi aperti
A un certo punto mi è sembrato che stessero finendo gli anni Ottanta
E c'ho pensato quando c'è stata quella grandissima ovazione che ha salutato la conclusione dell'intervento di di Campos Venuti
A me è parso che Camporosso abbia in perpetrato proprio con la sua solita grandissima intelligenza
Questo segnale ancora ancora primordiale ancora appena appena percepibile questo leggero o vento di cambiamento che però si comincia si comincia a sentire
Proprio per questo
Soprattutto per questo che mi sembra che noi dobbiamo segnalare quindi la nostra soddisfazione una soddisfazione in verità appena velata
Dal fatto che a determinare questo vento di di cambiamento questa volontà di cambiamento ammesso che ci sia io spero di non sbagliarmi sia stata però sono soprattutto o l'azione del potere giudiziario
Così anche come io debbo registrare con un po'di amarezza
Che a farci tornare a parlare di austerità
Non è stato Berlinguer
Dove non è riuscito il pensiero politico ci riesce invece il dissesto Coro dell'economia però tante abbiamo coglierle queste occasioni io penso che questa volta grazie
Alla austerità coatta chiamiamola così noi non dovremmo perdere l'occasione per praticarla la politica di riforma
I dati illustrati stasera la Ciccone da altri sono paurosi
L'Italia ce la siamo mangiata non solo con le tangenti ma pure consumando la fisicamente
Allora se non ora quando quando possiamo ricominciare o forse più giustamente possiamo cominciare con la pianificazione con tutte le altre cose di cui abbiamo parlato oggi
Io spero che non si debba aspettare anche il disastro fisico prossimo venturo che tanto prima o poi ci sarà un disastro più o meno camuffato o da calamità naturale per fare ciò che già siamo obbligati a fare dal disastro economico
Ho adesso consentitemi una semplice e velocissima notazione politica
Noi qui oggi e forse anche domani abbiamo tutti più o meno criticato il PDS
Anche in maniera spietata meno Bubi il che va benissimo
Il PC era il partito che non sbagliava mai pidiessini pare talvolta però il responsabile di tutti i guai del nostro del nostro Paese ma io credo che questo sia giusto farla questa questa critica mi sembrerebbe solo sbagliato Sennori tendiamo
A De esaurire in questo modo il nostro come chiamarla nostra dotazione critica la nostra capacità di esercitare una funzione critica mentre io credo che questa dotazione critica noi dobbiamo utilizzarla anche per riflettere per esempio
Sulla voragine che separa il partito socialista del primo centrosinistra da quello di oggi nonna per andare a mettere gli occhi a casa degli altri
Perché se noi
Anche se certamente apprezzabile la ricerca della nuova dignità di una parte del partito socialista che certo sta cercando di restituire ai suoi membri
Io però dico questo perché mi sembra che se nomi non ricostituiamo le condizioni minime
Per tornare
Ai parametri del centro sinistra secondo me non c'è nessuna prospettiva nessuna possibilità
Concreta per una alternativa convincente al sistema di potere della DC perciò non solo lui ma insieme a noi tutto un vasto arco Prodi riferimento culturale politico deve esercitare questa funzione di critica e di autocritica io adesso non non posso può tornare nel merito dei problemi
Al quale francamente si potrebbe essere sollecitati da questo tipo di riflessione mentre mi compete invece io credo di avere l'obbligo adesso nel chiudere di riprendere alla fine di questa giornata di questa prima giornata dei lavori l'indicazione formulata stamattina da Cesare De Piccoli per un manifesto quella nuova urbanistica italiana
A me sembra che questo riferimento questa indicazione del Manifesto sia il testimone che il dibattito di stasera consegna al dibattito di domani quando si parlerà del domani scusate il gioco di parole un po'stupido ma non involontario
A me pare che il riferimento al manifesto sia importante perché
Perché secondo me la parola manifesto allude a un movimento
A me certamente servono nuove leggi ci servono nuovi metodi nuovi strumenti
Nuove
Le leggi e i piani alle strategie se tutto questo non ha le gambe di un movimento
E il movimento dovrebbe potersi sviluppare in tutte le le direzioni proprio attraverso la costruzione di questo manifesto della nuova urbanistica tranne che dovrebbe un po'rappresentare modi la la la sintesi
Delle discussioni di oggi il contributo o che questo convegno o può fornire a un dibattito che si dovrebbe sviluppare in tutto il paese
E a questo punto noi dobbiamo dobbiamo riconoscere già già da adesso dobbiamo prendere atto dobbiamo registrare
Che in effetti con il convegno dall'anno scorso e con quello di quest'anno
Abbiamo di fatto avviato una tradizione una tradizione nuovissimo quella di questi convegni a Venezia all'inizio d'ottobre sull'urbanistica che dobbiamo o tutti impegnarci a rispettare perché secondo me una tradizione anche se giovane però buona come ogni buona tra di tratto ogni buona impostazione ogni buona tradizione non possiamo non possiamo interromperla
E e in questo senso io credo che noi dobbiamo andare al dibattito di domani convinti come dire che siamo abbiamo avviato un processo o di elaborazione e di riflessione che è cadenzato o su questa scadenza e che spero si possa ritrovare in tutti gli altri anni prossimi avvenire grazie a domani
Monsignor domani alle nove e trenta precise nove e trenta