L'evento è stato organizzato da Critica Liberale.
Sono intervenuti: Enzo Marzo, Pontara, Bettinelli, Lagrange, Maffettone.
Tra gli argomenti discussi: Disobbedienza Civile, Gandhi, Nonviolenza, Obiezione Di Coscienza, Societa'.
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Si facciano
Direi di cominciare
Io mi auguro buona sera a tutti ma qui non si sa scusa qui non si sente Monaco
No io non devo accendere nulla abbiamo dei valenti tecnici
Che ci consentiranno però si sente lo stesso va giù in fondo europeo
E carte di natura lì bene io sono Paolo Manzi
Ho in parte la responsabilità dell'organizzazione quindi tutti sapere con chi prendervela se le cose non vanno poi per il verso
Un fu
Va soprattutto allora
Prova o alla dottoressa
Spetta fa allora
Va bene lo stesso lei caso mai poi usiamo
Dunque sono pervenuti alcuni telegrammi siccome sono tutti dello stesso tenore si si scusano di non poter partecipare al convegno per impegni precedenti o peraltro io mi limito a segnalarvi i i nomi degli amici che le hanno inviato Gianni De Michelis ministro delle partecipazioni statali
Alfredo Biondi quando l'ha spedito era presidente della commissione Difesa oggi ministro
Ettore Ponti assessore industria commercio artigianato regione Lazio l'onorevole Raffaele Costa
L'onorevole Achilli e il senatore Luigi Anderlini
C'è ancora una preghiera Evoli fare
Credo davvero sia opportuno non non fumare eccessivamente l'economia hanno fatto non fumare a far eccessivamente no potremmo organizzarci ma era tale da avere delle pause tra una relazione e l'altra e poi non abbiamo molto da disperderci e quindi credo che tre quarti d'ora vi assicuro per uno che non è che fuma tantissimo tre quarti d'ora non sono la fine del mondo anche se Mariella capiterà un po'ma credo che ci accontenterà dopo che la sigaretta
Anche
I tempi di questa prima fase di lavoro dobbiamo interrompere assolutamente alle diciannove estremista perché qui hanno organizzato per quell'ora non c'era non abbia un possibile risposta del mondo
Ritengo che abbiamo tempo sufficiente per una introduzione non lunghissima di Enzo marzo e per le due prime relazioni previste
Non credo vi sia un molto altro da dire
Per cui prego Enzo marzo di farci questa brevissima
Quanto dura
Boh non lo sa
Fallito a
Ma io venduto ringrazio i relatori quanti interverranno al interverranno al dibattito
A chi farà le comunicazioni eccetera pure solamente spiegare un attimo vediamo quanto dura questo Vattimo
Le motivazioni che il Po ci hanno portato al al organizzare questo seminario
Allora vado alle
Quando abbiamo pensato queste giornate di studio non avevamo previsto infatti nessuna presentazione l'argomento con i due temi fortemente correlati diritto di resistenze non violenza
Se non c'era solo anzi da quando abbiamo cominciato a parlarne tra di noi ad oggi singolarmente da inattuale
Un anno e mezzo due anni fa
Come per anni per decenni sono stati tutti i nostri discorsi e cominciare se riconosciuto un pochettino più attuale poi proprio organizzando il seminario che vuole diventare un appuntamento annuale fra quanti amano discutere liberamente
Questioni centrali di un discorso sulle libertà ci siamo resi conto di quanto fosse necessario dire la nostra anche se non a livello scientifico
Da parte nostra
Non certo per dare una linea rigida le giornate al contrario sappiamo che ci toccherà in sorte la critica che in fin dei conti nella parte dedicata alle comunicazioni non c'è alcuna sistematicità le molte lacune
Abbiamo voluto proprio questo cioè di dare un luogo di incontro a culture esperienze esigenze
Metodi diversi senza alcuna pretesa di completezza
E più che altro abbiamo posto uno accanto all'altro esempi di un determinato agire di individui e di gruppi
Si formerà così una sorta di zibaldone a cui ognuno porterà il proprio contributo di idee da cui ognuno ricaverà ciò che può ricavare non è neppure detto che si debbano accettare metodi contenuti di tutte le lotte che qui verranno descritte
Mi risparmiamo la giustificazione volte Diana che tutti ripetono ma che pochi poi attengono alla lettera e nella sua radicale totalità
Se compio di critica lanciare pregiudizialmente alcune provocazioni è quello che voglio fare io e alcune domande chi vorrà risponde risponderà
Innanzitutto un chiarimento pregiudiziale dedicata a chi non conosce la sottolinea la sottile misura di critica liberale che tra stenti si ostina a rimanere accisa del sostantivo parleremo dopo dell'aggettivo fin da adesso
è una grave distorsione crediamo ribaltare il corretto ragionare e stabilire l'equazione teorie politico quale partito perché sottintende il pregiudizio che non possa esistere e a desistere
In Italia un qualcosa di politico che non se non sotto le ali protettive delle forze pratica organizzate che invece proprio perché amministra una politica sovente appaiono nemmeno adatte a discuterla gli ha rinnovato
Così in sono in pochi a domandarsi quando si parla del partito liberale liberale come Millo come Hayek invece quando si cita critica liberale all'unisono la domanda è sempre la stessa liberale del Pli ebbene la risposta nostre no critica liberale come riviste come Progetto aiutò noma e si colloca su un livello diverso da quello dei partiti e della loro competizione lo sappiamo che dura da accettare per la delizia intellettuale ma prima o poi si dovrà accogliere che si possa essere liberali senza essere allocate a via Frattina o comunisti senza una destra berlingueriana o socialisti pur rifiutando il metodo
E il modello craxiano
Critiche indica la necessità di percorrere con sempre maggiore frequenza il cammino inverso questa precisazione ci appare tanto più necessarie ora che il termine liberale anche di partito nella sinistra non è più un letto
Come sinonimo di accesa conservazione se non deve azione politica ma teniamo ugualmente alle distinzioni adesso vediamo un po'agli argomenti del seminario
Prima di tutto la mia domanda che ci poniamo è che poniamo è la sinistra tradizionale è morta sembra proprio di sì siamo molti sono molte insistere che sia stato il disvelamento della realtà del socialismo irreali
Ormai dopo decenni di prova non più occulta bene a se stessi né agli altri la causa prima del crollo delle certezze delle formule marziana
Certamente l'intollerabilità dei regimi dell'Est ha raggiunto felicemente il livello di massa nella sinistra ma non è questa la causa delle conversioni di intellettuali e politici della sinistra tradizionale semmai è uno degli affetti
Se non si fosse diventati penetrarvi al valore del dissenso si continuerebbe ad essere shekel giustificazioni visti di fronte alle schiuse società socialista
La causa secondo noi e che la forza del pensiero moderno con più di cinquanta anni di ritardo in Italia sta penetrando anche negli ambienti più gestibile la crisi della lettura del del ministro del marxismo e dello stato nella sua traduzione leninista appare irreversibile
Gli arretramenti della sinistra italiana si possono far risalire al ritardo con cui una meditazione sul problema delle libertà con tutti i suoi presupposti suoi corollari stenta di penetrare nella cultura tradizionale della sinistra
Critica ha definito non senza un accenno di ironia la necessità di questa penetrazione come fattore né
Il il Paese potrà trovare un'amministrazione adeguata
Crediamo solo quando la sinistra in un processo radicale di mutamento farà proprie senza ambiguità e senza riserve mentali le idee forza della cultura che ha come suo centro la proposta del valore libertà
Poi sulle applicazioni pratiche sulle scelte e sulle priorità ci sarà sempre modo di dividersi
Il dibattito sulla crisi della sinistra e avviato da molto ma solo recentemente da più parti inaspettatamente se cominciato a proporre la rottura completa con la tradizione che si sedeva sui miti della rivoluzione
Più o meno violente dello Stato più o meno organico in ogni caso sempre più indaffarato della politica totale del collettivo contrapposto all'individuale
Secondo punto
Perché una cultura nuova perduto perché la vecchia non convince più neppure i suoi sacerdoti
Il Partito Comunista che la forza quantitativamente più rilevante della sinistra italiana in una crisi profonda si vedrà poi quale accezione positiva
Noi diamo la parola crisi
Che non si manifesta come super superficialmente appare il rapporto con altre forze politiche né nel suo attuale isolamento è qualcosa di più profondo il pc sta perdendo antiche certezze e a tentoni va alla ricerca di alcuni punti di riferimento
Molti destini il nostro Paese secondo me ci giocano sulla scommessa se sarà più forte la ricerca del nuovo o la nostalgica del vecchio
Nel frattempo il Paese
Sta andando un po'avanti basti vedere come fortunatamente sono state scritte sull'acqua le idee forza del solidarismo cattolico comunista del perito dell'unità nazionale
Berlinguer voleva fondare una nuova morale su valori che si contrapponevano alla società moderna con i suoi Avoli virgolette modelli di consumo di comportamento ispirati a un esasperato individualismo
Chiuse le virgolette ora è costretto a riconoscere il valore di quelli che sono chiamati soggetti sociali e che usando un linguaggio meno deteriorabile ne continuiamo a definire individui e gruppi
La cultura nuova
Non può essere che la rivisitazione dell'antica la cultura del nostro secolo un approfondimento e una radicalizzazione di un dubbio che viene da lontano che non esista un centro una verità una sola motivazione
Una conoscenza assoluta definitiva della realtà ci sono invece gli errori le ragioni le ipotesi e quindi i conflitti ne deriva che non può immaginarsi una società perfetta ma che la società e complessa perfettibile riformabile
Ne deriva che ogni prospettiva escatologica e ripugnante
Il conflitto evita l'ingessamento burocratico e la sclerosi delle idee
Tutte le riflessioni teoriche non esaltata da qualche mito prendono atto che l'azione politica come intimo limite la coscienza che tutto e soprattutto le strutture sociali istituzionali solo decadenti
Berlinguer nel testo citato stavo citato prima il testo di dell'Eliseo
Di alcuni anni fa se la prende con le società decadenti invece secondo me bisogna rivalutarla insieme un concetto di crisi perché decadono cioè trasmutare no solo le società aperte che sono quelle che non si affezionano a valori e non li vogliono imporre ad ogni costo
La cultura decadente o della crisi
Per natura intrinseca non è violenta perché non ha nulla di assoluto da imporre non deve spaventare la crisi delle certezze ma quelle dei valori
Ed eliminiamo infine dal vocabolario l'espressione fasi transizione perché la transizione come gli esami che non finiscono mai
Abbiamo il sospetto che nonostante i ritardi della sinistra tradizionale una cultura della sinistra una cultura se permettete liberale si sia fatta avanti abbia riproposto il valore della soggettività
Terzo
Il varo della libertà è più forte degli altri non è affatto vero non credo è solo un valore che si può liberamente far proprio rifiutata
Non c'è un valore più valore degli altri la scelta è assolutamente soggettiva e deve rimanere tale se non vogliamo ricadere in antiche dottrine dogmatiche
Non si può attirare
La storia per la giacchetta per ricavarne la dimostrazione della validità delle nostre tesi così per esempio
Secondo me
Non si può azzittito e con la forza burocratica un Cossutta per il fatto
Che gli dia più valore al presunto alto livello distruzioni raggiunto nell'URSS o al lavoro per tutti piuttosto che ai gulag gonfi di dissidenti o al totalitarismo a tutto tondo dello Stato sovietico
Ugualmente le accezioni anche liberali del pensiero conservatore spesso si sono serviti delle lezioni storiche tra virgolette e dell'esistenza di una certa realtà
Per cercare di accreditare un surplus di oggettività e di razionalità i propri valori
Non a caso lo stesso liberalismo moderato collocò tutto quello che era soggettivo o riferibile alla società in posizione subordinata alla sfera statale
Quarto punto che c'entra tutta questa premessa col diritto di resistenza ecco la non violenza ecco secondo me la risposta e che c'entra
Bobbio in un saggio sul diritto all'esistenza giudica illusione la convinzione ottocentesca che lo Stato fosse destinato a deperire naturalmente
Bobbio la chiama la rivincita della Società Civile sullo stato e l'accredito al pensiero liberale ai libertari ai socialisti utopisti e a quelli scientifici
La conclusione di Bobbio del tutto pessimistica illusione giuridico costituzionale e scrive
Del secolo scorso consisteva nel credere che il sistema politico fosse ho avuto sufficiente quindi codeste di una certa indipendenza dal sistema sociale globale
Oppure fosse esso stesso il sistema dominante che pertanto bastasse cercare rimedi adatti a controllare il sistema politico per controllare il sistema di potere dell'intera società
Oggi invece ci rendiamo sempre più conto che il sistema politico è un sottosistema del sistema globale perché il controllo del primo non implica affatto il controllo del secondo fin qui
Bobbio
Con Webber alla mano e con un'analisi disincantata della realtà Bobbio constata che l'industrializzazione
Aumentato nel nostro secolo a dismisura le funzioni dello Stato e ha inaugurato l'era del dominio degli apparati burocratici l'idea socialista d'altro canto ricorda Bobbio accantonato l'idea della scomparsa dello Stato per costruirne uno mi presento
E così in atto riprende Bobbio
Un processo inverso a quello che abbiamo chiamato di Damon o polizza azioni del potere economico ed ideologico
Fin qui Bobbio la stessa partecipazione popolare negli Stati democratici in crisi è in crisi nella sostanza per più motivi
E come una ragione a Bobbio
Certamente sì gli è pure la verifica di quanto sia deprimente la realtà non parliamo poi di quell'italiana che assomma questi mali generali anche quelli della mancata buona amministrazione della paralisi del sistema politico
Non ci può impedire di sottolineare tre punti fermi
Dipende uno il pensiero liberale al fondo si caratterizza sempre come spinta contraria al potere alla sua istituzionalizzazione
Due questo scetticismo di fondo
Del pensiero liberale ha costruito l'organizzazione statale che si caratterizza proprio come l'imitazione frantumazione del potere che non può essere assoluto proprio perché non è portatore di una idea verità
Tre
Lo Stato pluralistica di diritto essendo frutto di questa esigenza che si realizzano attraverso la separazione dei poteri la subordinazione di tutti alla certezza del diritto ha dovuto in qualche modo costituzionalizzare il diritto di resistenza
Così ci pare che a quella grande tradizione disobbedienza civile che trova le sue motivazioni profonde nel pensiero religioso si possa affiancare e anzi sia più motivato
Un diritto di resistenza che non è un frutto nato spontaneamente all'improvviso e inaspettato ma è al contrario è risultato più maturo del pensiero liberale non moderato se i pericoli messi in luce da Bobbio sono autentici
Se purtroppo anche nella società quasi giusta di tipo democratico siamo a buon punto nel processo di egemonia da parte del potere dello Stato delle istituzioni nell'in Bastardi mento consumistico nella distorsione informativa
Forse sono proprio una rimeditazione sulla libertà nella riproposizione di questo valore offrire dei possibili strumenti di azione politica
Non è un caso che negli anni scorsi il movimento
Che ha fatto suo nel nostro Paese il metodo della disobbedienza civile ha potuto rivendicare a sé il merito del maggior numero delle riforme fin qui varate
E questa interpretazione della teoria critica della libertà non è una contrapposizione a costituzionalismo né vuole esserlo ma semplicemente una sua continuazioni in modi e campi diversi
Come ricorda restando la Cendant tre ve la disobbedienza civile
Si presenta come una forma di resistenza che non rifiuta virgolette
L'ordine costituito che si pone anzi all'interno di questo accettando l'in complesso le norme e fra queste anche quelle che comminano pene per le inadempienze le violazioni deliberatamente compiute
Chiuse le virgolette
Il diritto di resistenza
è liberale perché si pone l'obiettivo della limitazione del potere il risultato dello spostamento dell'asse privilegiato dallo Stato alla società dagli interessi oggettivi ai bisogni soggettivi
Dalla delega totale all'assunzione in prima persona della responsabilità politica
L'affermazione del proprio diritto di resistenza insomma il trionfo dell'individualismo e del soggettivismo
Un osservatore attento dei problemi della sinistra
Come stammi
Scrive nella sua relazione al convegno sul concetto di sinistra
Il problema virgolette il problema della nuova definizione di sinistra è però anche il problema di una nuova definizione del concetto di libertà che non può consistere
Solo nella ripresa di tematiche filosofiche liberali perché in tal caso si tratterebbe in sostanza di risolvere il problema del politico nel problema delle regole del gioco
E il problema della democrazia in una questioni di procedura certo anche le procedure sono necessarie riconosce
Stampe
A me pare abbastanza inaccettabile questa riduzione della filosofia liberale ad una questione di procedure e di regole del gioco lo stesso strame ripropone virgolette la formazione la formulazione di un nuovo contratto sociale il che vuol dire la formulazione di uno schema di convivenza
E di vita associata che sappia contemperare nelle sue dimensioni oggi storicamente possibili il problema della libertà e quello della sicurezza
Giusto e ben detto ma ha già detto
Perché Stame dice il nuovo il tentativo a fallimenti da tempo dal punto di vista teorico il Ka in campo liberale è stato pensato già molto
In pratica in Italia nella sinistra tradizionale non si vede traccia del problema posto anche da stamani del collegamento fra teoria di libertà come liberazione
Stam ai medici ancora emancipazione e teoria della sicurezza né preferiamo giustizia uguaglianza
Come il mantenimento delle conquiste storiche dello stato sociale
Ma questo problema è già tutto all'interno della teoria liberale non moderata anche se non è risolto ma non è risolto da nessuno in Europa si è arrivati al paradosso che la sinistra tradizionale
E così lontana dal sentire il dovere di assumere la rappresentanza di problemi così enormi
Come il divorzio tra la natura e persona umana come il periodo pericolo di olocausto nucleare come tutte le questioni che coinvolgono la liberazione dell'individuo che lascia singoli gruppi lo sforzo dell'azione sociale su questi problemi
E il tentativo del loro inserimento nell'ambito della politica siamo arrivati al quinto punto
Se come abbiamo visto alcuni aspetti collegati al diritto di resistenza trovino trovano valide pezze d'appoggio anche nel pensiero cattolico soprattutto laddove si sposta l'attenzione dallo Stato alla società
Ma mi pare che a differenza la diffidenza cattolica per lo Stato di diritto sia tutt'affatto diversa dall'atteggiamento garantista liberale il vero distacco tre due approcci credo che si consumi sulla non violenza
Dopo tutto quello che si è detto fin qui sulla teoria della libertà la non violenza politica non è che il corollario necessaria
Per due motivi
Uno se la politica di condotte essenzialmente al soggetto viene a sciogliersi il consueto contrasto tra etica individuale che non ha mai ammesso la violenza
Ed è Etica di gruppo che legittima la violenza sotto forma per esempio della guerra
Due se il soggetto è consapevole che i valori scelti sono del tutto contingenti e relativi non può ritenere che valga la pena di affermarli con la forza e di conculcare idee che oggi si rifiutano ma che domani potrebbero essere anche le nostre
Chi invece assedi di assoluto che accetta dogmi difficilmente riesce a resistere alla tentazione di imporre per redimere gli anzi dall'errore
Per il pensiero laico
Parentesi ma esiste nel nostro Paese ancora il laicismo quando da una parte i laici più accaniti impauriti dalla leggenda che l'Italia avrebbe un elettorato cattolico
O per altri motivi amano trasferì travestirsi da religiosi e preferiscono far risalire le radici delle loro scelte al cristianesimo piuttosto che al pensiero libertino
Quando dall'altra i laici moderati non smentiscono nessuna occasione nemmeno la più rilevante per confermarsi tremebondo e ruote di scorta del sistema di potere democristiano
Per il pensiero laico dicevo
La non violenza è l'unico strumento coerente di azione politica e come tutti gli strumenti e i metodi è di per se stesso un'anticipazione di concreto di quanto si voglia realizzare
Se finora non è stato così e perché il pensiero laico non attratto fino in fondo le conseguenze dei propri presupposti teorici
Ultimo punto aggressività violenza olocausto nucleare
I contrari della non violenza sono l'aggressività e la violenza ce ne parlerà da specialista domani mattina uno dei nostri relatori e quindi non mi avventuro troppo
Leggendo gli atti del convegno scientifico di un convegno scientifico di Psyco biologia sull'aggressione sulla violenza nell'ottobre mille ottocentosette mille novecentottanta assai densa tranne alcune ipotesi che possono risultare utili per una teoria non violenta
Prima di tutto la necessità di separare il concetto di aggressività da quello di violenza
Virgolette l'aggressività Ancona una componente normale del comportamento sia negli animali che nell'uomo infine costituisce uno dei fattori importanti nella regolazione dello sviluppo sia sociale che individuale
Chiuse virgolette riveste virgolette la violenza invece un'espressione patologica chiuse virgolette così sostiene uno dei relatori a quel convegno di due anni fa
Rita levi Montalcini sulla scorta di un saggio di Kessler ci fa compiere un passo avanti
Lo leggiamo
La disparità fra le facoltà critiche così altamente sviluppate nell'uomo e la sua condotta irrazionale ed emotiva è molto evidente quando paragoniamo come Kessler ci invita a fare
Da una parte la curva di crescita delle acquisizioni tecnologiche e dall'altra quella della condotta etica
Nel sesto secolo avanti Cristo scrive Kessler i greci si imbarcarono in un'avventura scientifica che pochi mesi fa ci portò ad atterrare sulla Luna
Scriveva che dal sessantanove
Il sesto secolo avanti Cristo vive anche la nascita del taoismo del confucianesimo e del buddismo il ventesimo secolo la nascita dello stalinismo del nazismo del maoismo
Chiuso Kessler ugualmente papà Freud e ci ricollega singolarmente a quanto detto con la sua teoria della violenza come espressione del rifiuto della morte
Non sarebbe meglio scrive Freud e che nella realtà e nei nostri pensieri restituissi ma la morte il posto che gli è dovuto e De Sio maggior risalto al nostro modo di comportarci nei suoi confronti in quel modo che finora abbiamo con tanta sollecitudine depresso
Non sarebbe meglio diciamo lo inserì pensassimo un pochino per lo meno un pochino ad alcuni insegnamenti Socrate ci buddisti che in quel meraviglioso sesto secolo detto una sistemazione laica al problema della morte
Ma ritorniamo a Kessler Rita levi Montalcini nella sua traduzione
Ma tra le cause di questa disparità tra comportamento razionale e quello emotivo che esserci da principalmente la natura composita del nostro cervello
La tripartizione
Il sistema del linguaggio e infine la sindrome del gregge
Vorrei soffermarmi su quest'ultimo punto l'ha votata dipendenza dei bambini ed adolescenti
Aggiungiamo noi nell'Italia della crisi e della disoccupazione degli uomini maturi dai loro genitori lascia segni indelebili per tutta la vita ed è responsabile della sottomissione umana all'autorità dei superiori dei leader e dei tiranni
Quanti spunti perché coniuga il pensiero critico con l'immaginazione sociale con la progettualità permanente che dovrebbe riconsiderare molti istituti potere fa
Parola di Kessler una delle caratteristiche principali della condizione umana e questa suprema esigenza e bisogno di identificarsi con un gruppo sociale e o con un sistema di credenze che è indifferente alla ragione
Indifferente all'interesse dell'individuo e anche all'istinto di conservazione
Siamo così portati alla conclusione che contrasta con quella dominante che il problema della nostra specie non deriva da un eccesso di aggressività per autodifesa ma da un eccesso di devozione autor trascendente
Chiuse le virgolette
Così
Si possono concepire gli orrori della guerra però non trascuriamo la malattia di fondo che è come è stato detto una bella frase mille arcaiche le chiuse sovranità nazionali
Con linguaggio poetico schemi Izzo Vernon dice molto di diverso quando scrive che a rendere possibile la guerra e la mancanza di fantasia è difficile immaginarsi realmente la fine del mondo per causa nucleare
Virgolette mille feriti non impressionano per nulla la fantasia con un solo ferito
Chiuse le virgolette riuscire a immaginarsi la guerra significa aver fatto molti passi verso il suo superamento
Ostellino
Bene ringraziamo Enzo marzo
E passiamo alla prima relazione prevista nel nostro convegno
Professor Giuliano pompare credo non abbia bisogno di presentazioni particolare
Nelle risparmio il tema della relazione il diritto di resistenza ma serve scusa per la registrazione possiamo chiusa va be no devo dire che mi sono sentito abbastanza provocato dal duro attacco di marzo alla sinistra per la semplice ragione che tradizionale uno
è che per per la semplice ragione è vero che pur essendo un fautore della non violenza mi considero io stesso un uomo di sinistra
Per molti aspetti vicino politicamente anche se non ideologicamente alle posizioni del Partito Comunista Italiano
Voi non sono qui ovviamente per entrare in polemica con marzo sono qui per fare un preciso discorso che mi è stato chiesto di fare ma non potevo anche per rispetto alle mie idee vero non fare questa pubblica
Come si può dire dichiarazione dei dissenso sul molto di quello che a marzo ha detto per quanto riguarda la sinistra un solo appunto polemico magari è come lo permetto
Ogni volta che sento nominare il culla russo pur essendo profondamente contrario tipo adesso settare c'erano se oggi come oggi ogni volta che sento nominare il nulla Russo vorrei che sull'obiettività si domina Sigulda statunitense
Cioè rappresentato dalle centinaia e centinaia Dini bassifondi nero nelle grandi città americane in cui centinaia di migliaia di miliardi assunti in se non milioni di persone la maggior parte dei dalla pelle di colore diverso dal nostro vero vivono in condizioni di povertà se non l'assoluta quasi assoluta ed in cui la libertà che l'uomo è una libertà puramente formale ma dicevo non son qui per polemizzare oggi mi ha chiesto mi è stato chiesto di fare un discorso e per di più un discorso molto teorico vero sul diritto di resistenza il mio compito così come l'ho inteso parlando da lontano fondi organizzatori di queste giornate di studio
è appunto di introdurre queste due o tre giornate
Con una relazione di carattere teorico sulla problematica connessa con il diritto di resistenza quindi se volete una lezione accademica e per di più di Filosofia morale politica è il mio campo porto la farina che ho tal tra l'altro è la prima la prima la relazione che sentite non siete forse tuttora stanchi in tutti i casi non dovrebbe farvi male se vi fa bene è un'altra cosa
Sulla problematica del diritto di resistenza che cosa si debba intendere per diritto di resistenza se vi sia un tale diritto e in caso di risposta affermativa quali ne sia il fondamento quale la estensione chi lo abbia eccetera su questa problematica sono stati versati fiumi di inchiostro e sarebbe pretenzioso credere di poter facilmente dire qualcosa di nuovo
Su questo come su tanti temi filosofico politici la musica che si fa passare per nuova è di regola musica vecchia
Meno pretenziosa mente si può forse cercare di comporre nuove variazioni su vecchie arie ma direi che anche questa è una sfida
Comunque sia intendo sostenere che non vi è un diritto di resistenza
Allo stesso tempo sostengono che viene incerte determinate situazioni un diritto diversi scusate un dovere un dovere di resistere ciò potrà sembrare contraddittorio ma come si vedrà non lo è
Sottolineo che la tesi che intendo sostenere una tesi normativa
Di natura etica un'etica politica non una tesi fattuale di natura empirica il problema su cui intendo discutere
Se vi sia o meno un diritto di resistenza è un problema tipicamente di filosofia morale e politica non un problema di Sociologia del diritto né un problema di sociologia della politica e tanto meno un problema giuridico
Sugli aspetti giuridici avremo se non sbaglio una relazione a parte domani
Ora una discussione razionale di questo problema presuppone che le affermazioni che si fanno intorno ad esso abbiano una certa validità oggettiva
Ossia che gli enunciati etici o di valore tra cui appunto figurano tanto l'enunciato che vi è un diritto morale e di resistenza quanto l'enunciato che non vi è un diritto morale dell'esistenza di Dio
è importante sapere al chiaro che dicevo bisogna accettare per poter fare un discorso razionale su questo problema
Che gli enunciati di valore siano almeno qualcosa di più che non la semplice espressione di desideri delle mozioni dei sentimenti
Delle preferenze dei singoli individui che di preferiscono
Giacché
Se invece fosse così cioè se i giudizi etici sono non sono altro che espressione di sentimenti o desiderio atteggiamenti del tutto soggettivi la risposta alla domanda si vi sia un diritto di resistenza non sarà né in senso affermativo né in senso negativo
Bensì sarà che la domanda stessa è una domanda priva di significato e che quello che si credeva fosse un problema reale in effetti è un Pseudo problema come dice l'adagio latino de gustibus non est disputando
Ritengo tuttavia che la domanda se vi sia un diritto di resistenza formuli un problema reale e che la teoria cosiddetta soggetti mistica dei giudizi di valore sia falsa
Tra l'altro questa teoria contraddice tutta la nostra prassi valutativa
Fondata appunto sull'assunto che sulle prese di posizioni normative etiche politiche si può almeno entro certi limiti discutere in modo razionale
Fatta questa premessa mi sembra importante cominciare con intendersi sui termini
Sì suoni generalmente distinguere tra l'altro di disobbedire e l'atto di resistere tra la nozione di disobbedienza è quella di resistenza e similmente tra il diritto di disobbedire e il diritto di resistere
Detto per ora per il momento in modo un po'rozzo
Quest'ultima distinzione tra di dietro ha diritto di disobbedire e il diritto di esistere consiste in ciò
Che mentre il diritto di disobbedienza presuppone implica che vi sia un'autorità dei di chiudere ancorché non assoluta il diritto di resistenza invece presuppone o implica che non vi è
Né di può essere un'autorità di recupero in tutti i casi che non vi è un'autorità de iure
Per autorità degli umili si intende una persona o un gruppo di persone aventi un diritto morale non giuridico che tornano faccio il discorso giuridico un diritto morale
Appunto non necessariamente anche un diritto giuridico di come aiutare addio di comandare certe azioni a certe persone nonché di esigere da esse l'obbedienza se necessario con la forza
Ora se questo diritto è assoluto e riguarda qualsiasi nome portano stampati fatta via
Se questo diritto è assoluto e riguarda qualsiasi azione delle persone soggette all'autorità
Allora questa autorità de iure e assoluta e totale nei confronti di una siffatta autorità
Proprio perché assoluta e totale non vi è né diritto di disobbedienza né tantomeno diritto di Resistenza è il caso dello Stato come concepito da Ops e forse anche dal russo
Stato al quale nel suo suddito ha diritto di resistere e neanche di disobbedisce
Se invece il diritto di comandare ed esige obbedienza è assoluto ma balle soltanto in relazione ad una parte delle azioni delle persone soggette all'autorità
Allora le autorità de iure ancorché assoluta è parziale e di conseguenza coloro che vi sono soggetti hanno un diritto di resistenza riguardo a tutte le azioni su cui le autorità nonna alcun diritto di comando
E forse è il caso dello stato teorizzato dallo stato che ha suprema autorità soltanto su certa parte della vita e della condotta dei cittadini
Se da ultimo il diritto di comandare ed esige l'obbedienza non è assoluto ma come si suol dire soltanto un relativo o come dicono i filosofi anglosassoni prima fa accenno prima fatti
Allora l'autorità de iure non è assoluta il che comporta che gli individui soggetti ad essa proprio in quanto non è assoluta hanno in via di principio un diritto di disobbedire
Diritto che si trasforma in dovere ogni qual volta i singoli soggiacciono ad un obbligo morale più forte di quello di obbedire ai comandi dell'autorità legittima
E il caso questo terzo
Dello Stato come concepito generalmente dai teorici
Ora i fautori della disubbidienza civile da sono al Brandi e più recentemente da John Rolls
Il noto filosofo politico americano di cui esce a giorni il celeberrimo in tutti i casi celebre lavoro sulla teoria della giustizia
Non è un caso in questo celebre trattato di John Rawls sulla giustizia sia dedicato un lungo paragrafo alla discussione di la disobbedienza civile ma non vi sia mai ma non siano mai contemplate né la resistenza nella rivoluzione
Ed infatti lo Stato che sorge dal contratto sociale è secondo Rolls uno stato legittimo de iure anche se non assoluto
Ragion per cui appunto nell'ambito di esso vi sarà posto per la disubbidienza civile Manhunter la resa
Ora come già risultato da quanto detto sin qui la nozione di autorità de iure così come generalmente intesa implica non soltanto un diritto di comandare e di esigere obbedienza ma implica anche un corrispettivo obbligo di obbedienza e sottomissione
Se la persona a e un'autorità de iure nei confronti della persona B
Relativamente aggiunta d'una certa classe di azioni allora non soltanto la persona ha ha diritto di comandare abili di fare non fare azioni appartenenti a questa classe e di esigere da B l'obbedienza ma la persona bis soggiace altresì ad uno speciale obbligo morale di obbedire a questi comandi di a quanto l'autorità di uno che lo Stato il corrispettivo obbligo cui soggiacciono ai sudditi viene chiamato obbligo politico
è l'obbligo di obbedire ai comandi dello Stato
Espressi nella legge
Estremamente importante distinguere l'autorità de iure dall'autorità de facto
Avere autorità de di un comporta come rilevato abbia il diritto di comandare ed essere competitivi
Avverto Rita de facto comporta vedersi questo diritto riconosciuto da coloro nei confronti dei quali DNA rivendicato ma poi che gli uomini spesso riconoscono ad altri un diritto di comandare ed esige l'obbedienza che quelli in realtà non hanno non ogni autorità del fatto è necessariamente un'autorità de giù
Che vi siano stati legittimi de facto è un'affermazione empirica che con tutta probabilità è vera
Che vi sia uno stato legittimo de iure è un'affermazione normativa che a mio vedere con tutta probabilità falsa
Prima di procedere oltre e necessario intendersi ancora su di un punto
Affinché si dia un'autorità de iure
Il diritto di comandare e di esige l'obbedienza deve essere interpretato come un diritto fondamentale o a priori ossia come un non dedotto da considerazioni di tipo utilitaristico o più generalmente consequenziale o teleologico
Per mostrare che un'autorità
è un'autorità de iure che vi ha questo diritto di comando
Non è sufficiente nemmeno necessario mostrare che ubbidire ai comandi di quell'autorità conduce a di regola ha conseguenze migliori di quelle cui conduce il disubbidire
Qui comandò non diventa autoritativo per il semplice fatto che obbedire adesso conduce ha conseguenze migliori del disubbidire adesso
Insomma il fatto che ubbidire ai comandi di una certa persona o di un certo gruppo di persone conduce in una certa situazione qualche di regola ha conseguenze migliori di quelle il cui conducente disubbidienti
Questo fatto costituisce magari un'ottima ragione per ubbidire ma non per riconoscere la persona quale persona in questioni un diritto di comandare e di esigere obbedienza
E ciò perché per comune consenso un diritto nel senso di diritto morale e qualcosa di stabile qualcosa che ossia o non sia e non qualcosa che si può validamente a vivere in una vere continuamente acquisire perdere a seconda di quale sia l'esito del calcolo delle conseguenze che l'averlo o non averlo comporta
Il che significa che se una persona a un gruppo a ha diritto di comandare una certa azione ad una persona ad un gruppo B e di esige l'obbedienza da parte di B
Ciò farà in forza o di una qualche qualità personale o del gruppo o tipica delle persone Dida o in forza di una qualche relazione che sussiste tra a ebbi o in virtù di qualche altro fattore appunto non consequenziale
Ne segue
Che l'obbligo morale di obiettivi di obbedienza corrispettivo al diritto di comando
Deve essere esso stesso interpretato come un cosiddetto obbligo speciale ossia non dedotto da alcuna considerazione di utilità individuale o generale che si se vi è un obbligo politico ossia un obbligo morale di obbedire ai comandi dello Stato o di un certo stato vale a dire la legge o a certe leggi e soci hanno l'obbligo speciale e applico
Se poi quest'obbligo assoluto allora accenna così all'inizio non vi è un diritto di disobbedire almeno per quanto riguarda tutte le azioni richieste da esso se invece non è assoluto ma come si suol dire relativo vi è proprio in forza di ciò un diritto di disobbedire diritto per come ho già accennato diventa dovere solo quando un altro obbligo morale più forte esige un'azione incompatibile
Con l'esigenza di obbedienza posta dall'obbligo politico
Secondo i fautori di questa seconda concezione per cui cioè l'obbligo politico c'è ma è solo un obbligo relativo non assoluto
Tra cui appunto vanno annoverati la gran parte dei teorici della disobbedienza civile si ritiene generalmente che l'onere della prova ricada su colui che ritiene doveroso disubbidire
Ossia che l'atto di disobbedienza civile sia sempre un atto che richiede una speciale giustificazione da parte di chi lo
Non credo affatto che ciò sia vero in quanto ritengo che non vi è un obbligo politico nel senso che il rito di obbligo speciale o a priori di obbedire alla legge o alle leggi di un certo stato
Se ciò è corretto allora ne segue che non si dà alcuna autorità de de iure
Sulle ragioni di questa mia convinzione ritornerò tra un momento dopo essermi soffermato brevemente ci la nozione stessa di diritto di resistenza
Tra i teorici del diritto di esistere o di resistenza figurano focus lo
E forse anche John Stewart Mill
Fox il diritto di resistenza c'è solo nello stato di natura proprio in quanto lo stato di natura è caratterizzato dall'assenza di ogni autorità degli Who
Una volta entrati nello Stato politico ciascun cittadino ciascun membro della Società perde il secondo comma totalmente ogni diritto resistenza
Proprio perché il contratto sociale secondo Fox da ha detto ad un'autorità assoluta il Leviatano Rios lo stato assoluto che ha un'autorità assoluta su qualsiasi azione dell'incidente che ne parte
Su cui lo Stato non ha alcuna autorità de una simile posizione parrebbe anche essere implicata nella posizione sostenuta da John Stewart Mill nel Saggio sulla libertà ove com'è noto il filosofo inglese Favalli che vi è una sfera del privato in cui l'individuo sovrano assoluto ed al quale compete quindi un diritto di resistenza come ultimo baluardo nei confronti chi minacci o tenti di violare questa sua sfera legittima di libertà
In generale il diritto di resistenza viene fatto valere nell'ambito del pensiero liberale proprio come il corollario della tesi che vi è una sfera del privato su cui nessuno tranne l'individuo interessato
Può validamente a campare alcuna pretesa di autorità legittima o del
Il problema che sorge naturalmente per il pensiero liberale che si rifà al saggio o al pensiero di meno
è come in modo più preciso ed eticamente soddisfacente definire questa sfera del privato questa sfera di libertà proprio dell'individuo
Sto facendo su questo un corso una serie di seminari a Torino e più leggo il libro di Mieli più preghiere più mi riesce difficile vedere cioè accettare la la ho potrei dire così anzi più difficile riesce accettare appunto questa definizione sta delimitazione del privato che mi fa non perché sia eticamente soli soddisfacente per il semplice fatto che è terribilmente difficile
Il farlo soprattutto se si pensa che come nel caso di Milk mille
Se si pensa a come nel caso di miele tanto le azioni quanto di omissioni possono avere rilevanza etica
Se avete presente il saggio dimmi dove dice mi l'unica ragione violare la libertà di un individuo da parte della società per precludere l'individuo di far danno agli altri quando un'azione dice mi di un individuo
Esce dal suo seno del privato e tocca gli interessi altrui la Società ha diritto in via di principio di intervenire proprio perché la sua azione incide sugli interessi altrui il fatto e dicevo è una parentesi mio che miei poi
Contano soltanto le azioni ma anche le omissioni cioè possibile anche danneggiati da persona omettendo di far qualcosa
Ovviamente se uno ci mette anche le mansioni che mi pare giusto mettersi le faccio io posso mettere di fare certe cose con la conseguenza che una persona viene danneggiata questa sfera del privato vero sì viene a praticamente a svanire ma è una parentesi
Perché l'importante è questo in questo momento cioè che indipendentemente dal modo in cui i Cobas Loch mille e altri argomentano in favore del diritto di resistenza in e indipendentemente vero dalle diverse opinioni che si hanno circa la sua estensione e si parrebbero essere d'accordo nell'uso della nozione di diritto di resistenza che fanno cioè la usano nello stesso senso
E direi in senso in cui la usano sia loro che altri fautori del diritto di resistenza può essere precisato nel modo seguente
In primo luogo elogiati afferma l'ha già detto in parte affermare diciamo che ha la persona ha diritto di resistere abili relativamente ad una certa sfera di azione chiamiamola X
Implica
Che ha non soggiace ad alcun ad alcun speciali obbligo morale di obbedire ai comandi di bit
Per quanto riguarda azioni appartenenti a questo aspetto ossia che Bini non si pone nei confronti via come un'autorità legittima de iure
In altre parole a
Ha diritto di esistere nei confronti di Bindi
Per quanto riguarda tutto ciò relativamente a cui Bini non tuona validamente accampare alcuna pretesa di autorità de iure sul palco e secondo l'uovo affermare che una persona ha diritto di esistere un'altra
Implica che se la seconda esige obbedienza da parte della prima ad un comando che la prima non ha il diritto di dare alla seconda allora la seconda persona
E mura a alla seconda persona è moralmente lecito
Resistere alla prima se necessario anche con la forza
Detto nel linguaggio dei giuristi ciò significa che avere un diritto di esistenza comporta vere tanto la facoltà di non obbedire quanto il potere nel senso di liceità morale
Di usare se necessario la forza per difendersi dalla indebita ingerenza altro
Come ho già accennato sono convinto che non vi sia alcuna autorità legittima de iure e che pertanto la prima condizione del TAR sì di un diritto di Resistenza è soddisfatta
Relativamente a quale sia si azione e a qualsiasi persona o gruppo di persone
Per contro non sono affatto convinto che sia soddisfatta la seconda condizione in quanto ritengo che se sia o meno moralmente lecito resistere dipende
Direi esclusivamente dalle conseguenze qui l'atto di resistori conduce in quanto paragonate a quelle cui conduce l'atto di acquiescenza
Per il fanatismo del tipo di coloro che affermano Better Denzel rende meglio morto che rosso no no alcuna simpatia e non per ragioni politiche
Nel tempo che mi rimane datemi ancora un quarto d'ora
Svilupperò gli argomenti su quel fondo queste mie due convinzione
La tesi che si dà
Uno speciale obbligo di obbedienza alla volontà dello Stato ossia si dà un obbligo politico ho li spendo corrispondente al diritto dello Stato di comandare certi comportamenti e di esige obbedienza a tali comandi
Questa tesi è stata sostenuta da Platone a John Rawls ai giorni nostri in base ad una grande varietà di argomenti
Molti dei quali non hanno retto ad un susseguente esame critico si pensi per esempio alla dottrina del diritto divino di regnare assai diffusa nel sedicesimo e diciassettesimo secolo l'argomento più spesso addotto a sostegno della tesi in esame e quello che fonda l'obbligo politico e l'autorità de iure del dello Stato sul consenso
Credo sia l'unico argomento che vada seriamente preso in considerazione
Come è noto l'argomento del consenso che permea l'intera tradizione del pensiero contrattualistico da Forbes Rawls assume storicamente varie forme
Per quanto mi è dato di vedere mi pare che essenzialmente tutte le varie versioni di questo al momento possono essere ridotte a due fondamentali interpretazione in tutti i casi per quanto riguarda il problema
Di cui discutiamo
La prima in interpretazione consiste nel vedere il consenso
Con una promessa vincolante esplicita o tacita che sia di obbedire sempre o a determinate condizioni a tutti soltanto a certi comandi di una persona il principe o di un gruppo la maggioranza
Indipendentemente dal contenuto di questi comandi
Così interpretato l'argomento del consenso presuppone la validità del principio pacta sunt servanda ossia che se uno ha fatto una promessa soggiace ad un obbligo morale di mantenerla
Il problema è ovviamente
Che si fatto obbligo di mantenere le proprie promesse fonda l'obbligo politico e l'autorità dell'immobile soltanto se esso stesso è un obbligo a priori
Ossia non è dedotto come accennavo all'inizio di questa relazione da considerazioni di carattere utilitaristico o comunque consequenziale
Ciò segue da quanto detto precedentemente circa la natura dell'obbligo politico e delle opinioni non rinuncia dice ma poi la macchina usata delle persone
Dicevo che questo segue vero da quanto detto precedentemente circa la natura dell'obbligo politico dell'autorità de iure infatti
Se l'obbligo di mantenere una promessa viene dedotto di volta in volta da premesse né di tipo utilitaristico consequenziale o comunque cosiddette pelle o logiche è ovvio
Che se si debba o meno mantenere una promessa può in via di principio valoriale con variare delle situazioni
Mantenere la promessa ad una certa persona in una certa situazione conduce a conseguenze migliori che non mantenere quella promessa in altre situazioni non mantenere quella promessa conduce a conseguenze migliori sono di mantenerlo
E quindi se si debba mantenere varia da situazione a situazione ma come ho già rilevato un'autorità de iure non può variare in tal modo
Nessun fautore dello Stato legittimo de iure
Sarebbe cioè accetta Lideo fa valere l'idea che l'autorità dello Stato vari da situazione a situazione da
Da minuto minuto da uno a uno così vero
Ciò vale tanto più per l'obbligo politico più corrisponde a questa autorità
Ora questa obiezione non è falso ma non è forse vale nei confronti di quel tentativo di fondare gli obblighi morali che tra i filosofi
Della morale della politica è noto con il termine di utilitarismo della norma o della detta
Detto un po'volutamente anzi forse molto volutamente questo tentativo consiste nel sostenere la validità della norma per esempio che prescrive
Che prescrive di mantenere le proprie promesse in base all'argomento che una generali osservanza di questa norma conduce a conseguenze migliori che non la generale non osservanza di essa ossia se si debba in una determinata situazione mantenere una certa promessa oppure non mantenerla
Non dipende dalle conseguenze dirette
Quelle due alternative rispettivamente conducono bensì soltanto dalle conseguenze indirette cioè e delle conseguenze che si verificherebbero se ciascuno in una situazione del tipo in questione mantenesse o meno la propria promessa in altre parole l'utilitarista della norma si chiede che cosa succederebbe se tutti in una situazione simile a quella in cui ti trovi agissero come ente indipendentemente da come in effetti le persone agiscono mentre il cosiddetto fautore dell'utilitarismo dell'atto o dell'azione si chiede che cosa succede direttamente se io ho fatto questa azione piuttosto che che quella all'utilitarismo cosiddetto dell'atto interessa gli interessano le conseguenze per gli altri esseri umani o al limite anche per gli animali delle azioni singole fissi che singoli individui farlo qui ed ora nel tempo
All'utilitarista della norma interessano le conseguenze generalizzate del delle azioni nel senso che ho accennato
Per cui appunto esso si chiede sì o meno sì ciascuno fa di cinque il modo si avrebbero conseguenze migliori se non che non del caso per ciascun agisce in modo diverso indipendentemente da come agiscono in realtà l'indirizzo
Ora poiché l'utilitarista della norma crede di poter in base a buone ragioni sostenere che se ciascuno mantenesse le proprie promesse si verificherebbero conseguenze
Delle tre che se ciascuno non mantenesse le proprie promesse si consente si realizzerebbero conseguenze deleterie e molto peggiori di quelle che si realizzerebbero se ciascuno mantenesse le proprie promesse
Ecco che l'obbligo di mantenere la propria promessa risulta un obbligo stabile universalmente valido su cui fondare in base al consenso interpretato come promessa l'obbligo politico e l'autorità
Però scontrosi fatto un ragionamento ovviamente ero scarnificato vero
Per ragioni di tempo anche il conto questo ragionamento come più in generale contro l'utilitarismo della norma mi sembra conclusiva questa obiezione
Che esso comporta che nostro dovere morale in una particolare situazione mantenere una promessa data anche se venendo a metà meno densa sì diminuirebbero anche se di poco le sofferenze nel mondo per poter sostenere la sua posizione in quanto distinta dalla forma classica di utile di utilitarismo noto appunto come utilitarismo dell'azione il fautore dell'utilitarismo della norma deve accettare questa possa immanenza
Sono d'accordo allora non vi è più alcuna differenza tra la sua posizione e quella dell'utilitarista dell'atto operazione
Ma proprio questa conclusione che segue dall'utilitarismo dalla norma sembra paradossale significa tre per preferire l'osservanza di una virgola alla possibilità di diminuire la sofferenza nel mondo l'accusa rivolta all'utilitarismo dalla norma di essere un ultimo retaggio di superstiziosa idolatria delle regole mi sembra da questo punto di vista del tutto sul luogo
E lo è a fortiori contro ogni altro tentativo di far valere l'obbligo di mantenere le proprie promesse comuni lo speciale obbligo a priori ossia valido indipendentemente dalle conseguenze cui conformarsi o meno adesso conduce indeterminate concrete situazione da parte determinati concreti incivile
La mia conclusione è pertanto che l'argomento del consenso come promessa non fonda alcun obbligo politico né alcuna autorità de TV
Rimane da considerare la seconda interpretazione che si può dare dell'argomento del consenso
In questa interpretazione il consenso non è una promessa bensì una semplice e pura adesione ad una certa pratica restituzione o la semplice accettazione di un ordine dettata esclusivamente da motivi di interesse otto l'acconto individuale
Ma anche così interpretato il consenso non fonda alcun obbligo politico né alcuna autorità de iure
Supponiamo come pensano certi fautori della teoria contrattualistica Hobbes per esempio
Che dal punto di vista della massimizzazione della propria utilità ciascuno ci guadagna ad acconsentire ai comandi o a certi comandi di una persona o di un gruppo a condizione che ciascun altro via consenta
Non per questo mi pare si può sostenere che la persona o il gruppo ai cui comandi così ciascuna consente di ubbidire per ragioni di interesse individuale acquisisse un diritto di comandare e di esigere obbedienza
Non vedo
Proprio in base a quale premessa si possa passare dall'affermazione che ciascuno massimizza la propria utilità se tutti acconsentono di obbedire ai comandi di una certa persona o di un certo gruppo non vedo dico come si possa passare da questa affermazione all'affermazione che ciascuno soggiace ad un obbligo di ubbidire ai comandi di quell'autorità
A meno che non si tratti della premessa utilitaristica che prescrive la massimizzazione dell'utilità totale
Ho la premessa egoistica che prescrive di Miss di massimizzare la propria utilità personale ma in tutti e due questi casi di nuovo l'obbligo di obbedire non potrà essere fatto valere come un obbligo speciale proprio ecco dunque la mia conclusione è che il consenso non sfonda alcuni speciale obbligo politico né alcun diritto di comandare
E di esigere ubbidienza e poiché non credo vi sia argomento migliore di quello del consenso concludo tenta attivamente ovviamente che non vi è alcune autorità de iure
Come dottrina politico filosofica che nega appunto che si Dida si possa dare uno stato legittimo l'anarchismo e l'unica concessione temibile
Il che comporta un'inversione dell'onere della prova
Il quale ricade così su coloro che sostengono che si deve obbedire alla legge
Da questo punto di vista l'atto di disobbedienza o di resistenza alla legge non è in quanto tale un atto che richiede alcun speciale giustificazione
L'argomento sin qui sviluppato parrebbe inesorabilmente condurrà da preclusione che dato che non si dà in via di principio alcuna autorità de iure erano vi è in via di principio un diritto di resistenza
Ma non è così
Giacché come ho precedentemente rilevato il non è servito un'autorità de iure è solo una delle due condizioni necessarie dell'SPD un diritto di esistenza
L'altra condizione eh come ricordate
Che
Se una persona o gruppo
Non forniti di autorità legittima mi comandano ti fa o non fare qualcosa ed è sì ed essi esigono obbedienza mie sempre esercito moralmente lecito in via di principio resistere se necessario anche con la forza
Ma non riesco a vedere in base a quale ma che al momento si possa sostenere questa liceità di principio
Si potrà indubbiamente sostenere che se non vi è alcune autorità de iure allora questa è una buona ragione per non accettare i comandi di chicchessia e per resistere ad ogni suo tentativo di imporre obbedienza
Ma ovviamente e per Comune e consenso dei fautori del diritto di resistenza a bere un tale diritto e qualcosa di più di pendii più che non soltanto a vivere una buona ragione per resistere
Personalmente ritengo che se sia lecito o meno resistente in una certa situazione
Dipenda esclusivamente dall'utilità totale cui l'atto di resistere conduce in quanto paragonato all'utilità totale cui l'atto di acquiescenza conduce
La mia conclusione pertanto è che un diritto di resistenza non c'è proprio perché non è soddisfatta
La seconda clausola del Suma esservi in quanto come dicevo se c'è un diritto di resistenza vi deve essere in via di principio la liceità
Di ogni individuo di opporsi se necessario con la forza ho negato che vi sia questa visita di principio facendo valere che se o meno sia lecito o no resistere dipende varia da situazione a situazione i che è non è non è compatibile con l'idea di un diritto di resistenza che come accennavo all'inizio vero un diritto di resistenza se sia sia non è che varietà situazione si passi ma l'affetto da aggiungere che e con questo chiudo
Che questa mia mia negazione di un diritto di Resistenza è pienamente compatibile con l'affermazione che in certe determinate situazioni e doveroso resiste
Ciò si verifica l'avrete capito secondo la mia idea in ogni situazione in cui esistono e conduce una buona probabilità di condurre ha conseguenze migliori dal punto di vista dell'aumento del benessere e della diminuzione di sofferenze totali
Che non da cui esce
Certo non è facile stabilire quando questo sia il caso e quando no
Dobbiamo sempre decidere in base a diportistica empiriche spesso complesse e sulla punibilità non possiamo mai pronunciarci con certezza ma questa è la situazione questa situazione di incertezza è connaturata
Alla nostra situazione di esseri gettati in un mondo di cui non abbiamo una totale e perfetta conoscenza vorrei da ultimo aggiungere che la scelta non è sempre tra le due sole alternative deve resistere
In modo violento e della qui essere o della passiva sottomissione vi sono vari modi di resistere più o meno violenti vi sono molte buone ragioni per ritenere che nel mondo in cui oggi viviamo la resistenza armata manu militari soprattutto nei grandi conflitti di interessi tra vasti gruppi sociali assiali nazionali e diventata una via bloccata
E ciò proprio in forza delle conseguenze esiziali che per le parti indotta e forse anche per l'intero genere umano l'uso della violenza armata rischia sempre più facilmente di condurre e qui si innesta naturalmente il discorso sulla non violenza
Sul quale
Uno appunto non ho più tempo di soffermarmi sul quale mi sono soffermato tante altre volte che in tutti i casi posso ritornare in sede di dibattito
No ma forse
Osserva
No
In quanto
Occorre anche
Presso
Sì infatti ho chiesto
No
Siccome Bettinelli ci ha promesso di restare nei tempi previsti credo che possiamo permetterci cinque minuti di pausa
Sì
Studio che presento tuttofare in relazione adeguato faccia la presentazione al riguardo di Ernesto Bettinelli che professore di diritto costituzionale all'Università di Pavia va beh dirama verso adesso adesso che parte con la relazione
No voglio dire l'acustica in questa sala poi non è delle migliori per la verità del vediamo sì direttiva aspettare poi ci crea problemi adesso bisogna scappare a no
No non ne faccio più interruzioni per diciamo un quarto d'ora
Quindi però per due ore
Credo che non ci siano
Gio utilizzo EDF Carlo anche tecnologo devo difendere
Perché
Giacomo fai un salto suo chiamare marzo
Per favore
No
Va
Secondo me lo sa
Varie una confessione non confessione di simpatia o di antipatia politica ma devo semplicemente confessare che quando Enzo marzo mi ha chiesto di svolgere una relazione sul diritto di resistenza la Costituzione italiana per giunta
Mi è venuto in mente la nota aria per metà stadio del Metastasio che voi tutti conoscete no è la fede degli amanti come l'araba fenice che ci sia ognun lo dice dove sia nessun lo sa
E in vetta Diamanti che hanno avuto fede nel riconoscimento costituzionale del diritto alla resistenza la storia del costituzionalismo ne ha conosciuti molti basti ricordare per esempio precedenti della proclamazione dei diritti del mille settecentonovantatré e qui cito una norma di fronte all'ingiustizia e l'oppressione insurrezione è per il popolo e per ogni parte del popolo il più sacro dei diritti e più indispensabili dei doveri
E questa è una formula giuridica avrebbe dovuto essere una formula giuridica
Per arrivare a tempi più recenti dopo la seconda guerra mondiale
Possiamo anche rievocare l'articolo centoquarantasette della costituzionale ed è uno dei lender cioè del di quello di essa che e e precedente come voi sapete rispetto alla Grundgesetz della Repubblica federale tedesca che risale al mille novecentoquarantanove laddove si afferma in questa Costituzione che cito la resistenza contro l'esercizio anticostituzionale dei poteri pubblici è diritto e dovere di tutti anche questa è una norma formula ed è in questo solco che si inserisce pure la norma accolta in sede di commissione per la Costituzione
E qui siamo in Italia e quindi sistemata nel progetto di Costituzione italiana al secondo comma dell'articolo cinquanta per essere preciso
La norma proposta e a queste quando i pubblici poteri in violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione la resistenza all'oppressione e diritto e dovere del cittadino come vedete dal mille settecentonovanta
Tre al mille novecento quarantasette nulla di nuovo
Se teniamo conto infatti dei periodi in cui le disposizioni in cui disposizione come queste furono elaborate possiamo facilmente constatare che esse sopravvengono dopo la disfatta di regimi totalitario da assoluti si pongono quindi e come prassi colui che si pone quindi quasi come una razionalizzazione psicologica e una sorta di legittimazione a posteriori del fatto dell'instaurazione di un nuovo ordine democratico e anche come una sorta di clausola di salvaguardia per il perenne mantenimento dei principi e degli istituti fondamentali che sorreggono questi nuovi ordini
Come è noto la formula che ho appena ricordato che l'attiva Progetto di Costituzione italiana non fu approvata poi dall'assemblea costituente venne respinta
è utile credo comunque rievocare lo stesso quel dibattito in quanto ciò ci consente di i comprendere bene la problematica relativa al così detto diritto di resistenza dal punto di vista giuridico e la portata del suo eventuale significato normativo
Cioè un significato che sia capace di produrre Effetti sul sistema politico costituzionale
La proposizione
Fu suggerita e sostenute in termini quasi identici a quelli appena citati e poi sistemati nel Progetto dal democristiano Dossetti
Nell'ambito della prima sottocommissione nel corso per essere precisi della discussione sullo Stato come ordinamento giuridico Dossetti ed anche il demo laburista cipollotto chi sono i i relatori nell'ambito di questa sottocommissioni dichiarano subito
Di essersi ispirati a quanto previsto da altre Costituzioni e in particolare all'articolo ventuno della Costituzione francese del mille novecentoquarantasei che è appena stata provata
Laddove con una certa sulle unità si proclamava qualora il governo violi le libertà e i diritti della Costituzione la resistenza sotto ogni forma è il più sacro dei diritti e il più imperioso dei doveri
Dunque c'è la tendenza ad aderire ad un orientamento generale recepito dal costituzionalismo democratico nell'ambito della discussione in questa sottocommissione Concetto Marchesi comunista a sollevare i primi dubbi attorno all'indole giuridica della formazione quando chiede quali organi avrebbe dovuto essere devoluta la garanzia di tale diritto
Ove ha questo diritto gli fosse fosse stata attribuita una base giuridica e non rivoluzionaria concetto
Ma che si distingue subito tra base giuridica e base rivoluzionarie giacché osserva sempre e qui cito Concetto Marchesi una insurrezione contro i poteri dello Stato
Non avrebbe bisogno di appellarsi ad un articolo della Costituzione più esplicito Togliatti
Anche Luís alquanto scettico se pur non ostile
Alla proposta sostiene in fatto sostiene infatti di ammettere poche importanza alla giustificazione legale di una rivoluzione perché dice ciò che legittima una rivoluzione è la vittoria
Vi è dunque una generale propensione ad identificare innanzitutto il concetto di Resistenza con quello di rivoluzioni o quanto meno con quello di Realacci di reazione violenta di massa
Ai tentativi di sovvertimento posti in essere dei pubblici poteri e più specificatamente dall'esecutivo
In questo senso anche il liberale Grassi
E l'onorevole Moro si esprimono così il quale ultimo ci tiene a puntualizzare che intanto la rivoluzione è legittima
In quanto nasca da uno stato di indebita compressione dei diritti di libertà sanciti dalla Costituzione
Nuovo coglie poi il valore giuridico oltre che morale che sempre presenti in questo dibattito
Della consacrazione del diritto di resistenza in quanto questo avrebbe rappresentato dice un criterio direttivo al legislatore penale
Affinché non considerasse come reati gli atti commessi con apparenza delittuosa ma che hanno invece il nobile scopo di garantire la libertà umana
Fa un po'rabbrividire a sentire queste cose
Primo alli chi invece sembra intuire che il diritto di resistenza avrebbe potuto coprire comportamenti diversi rispetta la classica sollevazione di popolo e Togliatti
Che sia pure molto schematicamente fa presente alcuni possibili tra virgolette inconvenienti cui la formula avrebbe potuto dare luogo nella pratica legislativa
E fa l'esempio che però non viene raccolto dei suoi interlocutori di uno sciopero fiscale di fronte ad una nuova imposizione di tasse da parte dello Stato il dibattito in Commissione finisce qui la proposta Dossetti cipollotto passa si oppone soltanto il democristiano che rischia in quanto giudica semplicemente perché giudica questa formula superflua
è il cinque dicembre mille novecentoquarantasei siamo ancora in clima di unità nazionale e incarica il secondo governo De Gasperi che guida una compagine ministeriale in cui sono rappresentati tutti i partiti
Antifascista arriviamo in Assemblea nel maggio mille novecentoquarantasette la situazione un po'mutata
I esistono è stata escano Sultan come cominciano ad affiorare dubbi ed opposizioni più consistenti
Nei confronti del diritto di resistenza inserito nel Progetto beh da notare che il comitato di coordinamento aveva modificato l'originaria formula di Dossetti
Circoscrivendo l'in modo concettualmente significativo si precisa infatti esistenza all'oppressione
Volendo pertanto riferirsi a situazioni eccezionali di violazione dei diritti fondamentali
Ed escludendo quasi dalla protezione della norma quelle violazioni delle libertà da parte dei pubblici poteri che non comportasse l'oppressione
Pur con questa correzioni e non di poco conto che avrebbe in parte attenuato le preoccupazioni di Togliatti la formula incontra come dicevo preciso obiezioni Condorelli che guarda caso è un filosofo
Di parte liberale parla di errore tecnico politicamente pericoloso
Pur dichiarando di non nutrire pregiudiziali contro la dottrina del diritto di resistenza lamenta poi come la dizione pubblici Poteri
Si riferisse non soltanto al potere esecutivo ma anche al potere legislativo e al potere giudiziario legittimando quindi dall'esistenza contro i rispettivi atti che fossero ritenuti arbitrali dai cittadini
Si produce Condorelli in una serie di semplificazioni casistiche per affermare come non posso disconoscere assi in nessun modo il valore obbligatorio della legge se non ricorrendo alle normali forme previste dall'ordinamento giuridico
Insomma nei modi costituiti ecco il suo pensiero
Letteralmente dice
è sommamente contraddittorio ed addirittura anarchico
Pensare che gli individui come singoli o anche associati al di fuori degli organi predisposti dall'ordine giuridico per esprimere unitariamente la volontà popolare
Questi individui amorfa mente riuniti possano distruggere il valore brigante della legge
Questo valore si potrebbe distruggere dice Condorelli per esempio solo attraverso la Corte costituzionale
Ma il giudizio che dovrebbero dare i singoli che potrebbero sospendere in ogni istante il valore della legge è semplicemente un qualche cosa che non può entrare in una sì in nessuna mente sensata
Perché e contraddittorio con lo stesso concetto di legge
Bisogna continua a riconoscere che questo diritto di resistenza che non si magnifiche si manifesta attraverso il suo lezioni colpi di Stato rivoluzioni non è un diritto
Ma è la stessa realtà storica la sola che abbia il potere di investire e di deporre sono fatti io origini dice
Sono perciò fatti logicamente anteriori al diritto perché un colpo di Stato od un'insurrezione che si affermi no una rivoluzione che veramente in Revolt va creano un nuovo ordinamento giuridico queste la storia che passa dinanzi alla quale il legislatore impotente
Egli se la vuole regolare può solo commettere dell'intimità o degli errori scusate lunga citazione ma mi sembra quanto mai sintomatiche più o meno le stesse conclusioni si rifanno nel prosieguo del dibattito illiberale con ritto ed altri colleghi della stessa parte politica nonché io repubblicano dell'asserita che anche l'uno un filosofo
Che emotiva la sua richiesta di sopprimere la disposizione che compare nel Progetto sottolineando pure Luís come essa esprimesse più sentimenti che valori giuridici dice
Rifacendosi cercando di spiegare perché il perché di questa proposizione essa questa proposizione questa affermazione è stata un atto di fierezza e civile quasi come una reazione alla mortificazione che tutti noi seguimmo sotto il regime dittatoriale quando ci di battemmo nel tormento di resistere i poteri costituiti come avremmo voluto dovuto e forse anche potuto se tranne una minoranza eroica minori fossero state le coscienze pagine serviti
Minorile skinhead curve sotto la verga del dittatore
Ma la storia non ha mai registrato l'esempio di un nuovo di un partito o di un popolo che prima di ricorrere alla resistenza si sia preoccupato se questa resistenza fosse o no conforme la Carta costituzionale
E continua appello al cello chiamavano i trattatisti medio e vali questo diritto del popolare alla resistenza
E il poeta soldato cioè D'Annunzio canto quando il popolo si desta di o si mette alla sua testa e la follia degli da rivolto ai suoi colleghi della sete concludete ebbene signori voi volete costituzionalizzare la Folgore
Di fronte a queste confutazioni quadri reazioni
Di furono da parte dei fautori del diritto di resistenza beni ebbene queste azioni furono piuttosto tiepide il democristiano Umberto Merlin
Insiste tutte anche per tranquillizzare taluni settori sempre più allarmati del suo partito nel sottolineare il valore morale della disposizione quindi valore morale di una disposizione giuridica
Si richiamò all'insegnamento di San Tommaso d'Aquino che e che puntare ad una ricordato ma fu uno dei principali teorici del diritto d'esistenza ma venendo ai profili strettamente giuridici della questione Merlino seppe dire altro che l'articolo cinquanta sarebbe stato un monito per i pubblici poteri
Dirà tutti che non è possibile offendere queste libertà fondamentale del cittadino
E dal canto suo anche l'onorevole Pietro Mastino autonomista ex azionista propose una formulazione più generica
In virtù della quale il diritto di resistenza diveniva un dovere un dovere che ha consensi e che a questi anziani a quello di fedeltà alla Repubblica alla Costituzione dalle leggi dovere che tuttora inserito come voi sapete nella Costituzione
E più precisamente Seat si trattava cito uno del dovere di Delft di difendere contro ogni violazione le libertà fondamentali diritti garantiti dalla Costituzione e l'ordinamento dello Stato
Ma anche questa riformulazione non consentiva come voi potete facilmente capire di uscire dal banco oltre a tutto l'andamento della discussione rivela una certa sovrapposizione di temi e un anche una confusione concettuale tra esistenza collettiva la cosiddetta resistenza politica ed esistenza individuale
Che ha come soggetto antagonista non i pubblici poteri in Generali
Ma determinate autorità amministrative
Per cui si evocò nel corso della discussione con molta approssimazione quasi come potesse costituire un precedente valido per entrambe le ipotesi l'articolo centonovantanove del codice penale del mille ottocentottantanove cioè del Codice Penale Zanardelli che prescriveva
La l'inapplicazione delle disposizione previsti dallo stesso codice che puniva non l'oltraggio la violenza o la minaccia al pubblico affinché ufficiale quando questi quando costoro avesse votato causa al fatto eccedendo con atti arbitrari i limiti delle loro attribuzioni
In effetti tradizionalmente una simile fattispecie prevista dal Codice Penale Zanardelli era conosciuta volgarmente come diritto di resistenza ma al di là di suggestioni puramente nominalistiche aveva una sua portata band definita e circoscritta c'era chiarisce un commentatore dell'epoca rimpallo Menini anche qui vi devo fare una citazione per documentarmi come fosse allora inteso questo diritto
Di resistenza di c'è rimpallo meno nel suo il codice penale italiano illustrato il legislatore vuole spiegare la ratio di questa norma che vi ho appena letto
Non ha voluto una discriminazione assoluto una scusate una discriminazione assoluta ma una discriminazione relativa al titolo di delitto contro la pubblica amministrazione non avendo voluto l'assurdo
Che quella irresponsabilità
Che non sia causata dal fatto illecito del privato sia causata dal fatto illecito del funzionario
La legge non stabilisce in favore di alcuno il diritto dell'ingiuria o della violenza
Queste quando sono causati da un atto arbitrario del pubblico ufficiale semplicemente non sono perseguibili nei casi e con le condizioni per cui non sono perseguibili se commesse conto privati cittadini
E questo getta molta acqua sul fuoco
Questa disposizione del Codice Zanardelli che cade nel Codice Penale Rocco del mille novecentotrentuno viene reintrodotta puntualmente nel mille novecentoquarantaquattro con regio decreto numero duecentottantotto
Pressoché negli stessi termini ed è tuttora vigente
Quindi questo diritto di resistenza c'è tuttora nel nostro ordinamento il legislatore ha avuto soltanto la vertenza di considerare oltre al pubblico ufficiale anche l'incaricato di un pubblico servizio ovvero il pubblico impiegato oggi e ieri la dottrina penalistica si è affaticate sia fatica a discettare se si tratti di un'esimente o di o addirittura di una discriminante per i non addetti ai lavori le la discriminante è quella che consente di considerare il fatto anche se violento come no reato
Mentre invece l'esimente si pone come una causa oggi di giustificazione che impedisce l'irrogazione della pena è questa la differenza tra i due concetti di esimente scriminante ma al di là della ricostruzione alla quale si voglia accedere è ben evidente che questa esistenza e tutt'altra cosa rispetto alle questioni trattate alla Costituente sotto il titolo diritto alla resistenza si tratta infatti di una resistenza per così dire costituita che in ogni caso non mette mai in discussione
Le potestà di imperio dell'ordinamento nel suo complesso non intenti dunque incidere sulla sovranità sulla legittimazione dei poteri di rappresentanza o di governo intesi evidentemente in senso questa digressione che comunque ukase donata dall'andamento dello stesso dibattito costituente consente di comprendere l'esito della discussione sul diritto di resistenza alla Costituente
L'onorevole Benvenuti democristiano propose a questo punto un rinvio della discussione
Al momento di affrontare l'argomento delle garanzie costituzionali cioè in particolare della corte costituzionale
Vale a dire di quell'organo che avrebbe dovuto occuparsi in particolare dei conflitti tra cittadino e potere legislativo dunque si delinea la fisionomia sostanziale del diritto di resistenza come garanzia
Contro gli atti compiuti dei pubblici poteri in forza di atti legislativi incostituzionali
Tale e appunto il contenuto di un emendamento proposto dallo stesso Benvenuti quando e siamo nel novembre del quarantasette si riprende il tema è evidentemente un notevole ridimensionamento ma come potremmo chiederci ma come si configura questa resistenza
Anche come possibili reazione violenta da scriminato si successivamente
O piuttosto quale semplice opposizione disobbedienza che successivamente si traduce nel processo penale nella facoltà di levare eccezioni di costituzionalità nei confronti della legge
Nei confronti della legge su cui si è fondato il comportamento del pubblico ufficiale ritenuto arbitrario dal cittadino
Non è molto esplicito il pensiero di Benvenuti in proposito il quale però credo che lasci capire di può prendere per questa seconda direzione
In ogni caso l'originario approccio alla Resistenza come fatto collettivo politico si va perdendo a questo punto c'è un intervento di Paolo Rossi
Socia laburiste che appare la contro anche Luís questo diritto di resistenza e farsi che ci sia una impennata indi fu in difesa dell'articolo cinquanta del Progetto e c'è un tentativo in particolare del socialista
Tito nobili Ya o appoggiato dai comunisti questa volta per recuperare l'antico significato e infatti nobili oro propone una formula ancora più aperta
Di quella che abbiamo prima considerato propone e legittima la resistenza del sud est dei singoli cittadini e delle collettività alla violazione per la parte dei pubblici poteri dei principi di giustizia e di libertà e dei diritti garantiti dalla Costituzione
Nobile a nobile o non porta nessuna nuova argomentazione a sostegno obbligate anche le citazioni da Romagnosi in avanti fuorvianti peraltro i riferimenti alla legislazione penale speciale che abbiamo appena ricorda
Comunque lo scopo che avrebbe dovuto essere assegnato alla norma duri proposta e questo dice
L'enunciazione di un principio ormai così universalmente riconosciuto oltreché conferire alla Costituzione pareggio di completezza
Costituirebbe insegnamento e monito anche lui parla di monito per il popolo ai governanti per tutti rivestiti di pubbliche funzioni
Esercite avrebbe azione di educativa per tutti contribuirebbe alla formazione della coscienza dei dire
Sì di abusi da una parte e dalla dunque il secondo questa impostazione poco più Dimmu riconoscimento di un valore puramente pedagogico dell'anno
E a questo punto che i democristiani che pure erano stati con Dossetti i fautori del diritto di resistenza contro l'oppressione si associano alla proposta di sopprimere la secondo comma dell'articolo cinquanta interviene Mortati
E dice
Non è il principio che noi ci opponiamo ma alla inserzione nella costituzione di esso e ciò perché a nostro avviso il principio stesso
Riveste carattere mite giuridico
E mancano nel congegno costituzionale i mezzi e le possibilità di accertare quando il cittadino eserciti una legittima ribellione del diritto e quanto invece sia da ritenere questa ribellione illegittima
Con il voto contrario di socialisti comunisti ed autonomisti il diritto di resistenza viene bandito dal testo della Costituzione italiana
è il cinque dicembre del mille novecentoquarantasette
Non siamo più in clima di unità nazionale c'è uno reciproco sospetto tra le forze politiche si prepara il diciotto aprile
E potente non lasciare in Costituzione affermazioni politicamente pericolose è in carica il quarto governo De Gasperi formato da una coalizione centrista
Non pensiate che l'esito del dibattito costituente abbia significato la rinuncia Alla ricerca dell'Arca per Fenice
Se a destra ci sia alle grava per il fatto che i padri fondatori avevano respinto una norma dice il costituzionalista Roberto Pucci Freti
Una norma che avrebbe permesso e mesta attori di professione di mascherare sotto l'orpello della costituzionalità
Le ribellioni di piazza ai poteri legittimi dello Stato la nuova Costituzione italiana siamo un'opera scritta nel cinquantadue un commento per cinquantadue a sinistra i sentimenti erano altri
Si prende atto che l'assemblea costituente ha respinto la formulazione del diritto di resistenza ma non siamo ma non si annette alla circostanza un effetto conclusivo
Dice Barile
Così scrive Barrili dai lavori preparatori sia la sensazione che l'Assemblea costituente
Non abbia voluto costituzionalizzare un tale principio ma che non abbia neppure voluto prendere l'esplicita posizione di vietarlo
Barile il soggetto privato nella Costituzione italiana Padova mille novecentocinque da tre quindi vedete che le situazioni si riferivano non c'è hanno lo stesso peso storico
Questo motore questo Barile insiste nel ritenere la resistenza
Che precisa è un fatto assai diverso ed anzi opposto alla rivoluzione che tende a produrre mutamenti il mutamento della costituzione materiale
Di dicevo insiste nel ritenere la resistenza come una garanzia della Costituzione medesima
Sarebbe dunque secondo barile un principio immanente al sistema
Cioè dice l'estrema tutela avverso tutte le lesioni delle situazioni soggettive costituzionali un vero mezzo di difesa del regime
Anche barile distingue tra resistenze individuale esistenza collettiva fosse sembra ricondurre ad una stessa matrice ideologica
Dovendo Egli poi specificare le manifestazioni di resistenza collettiva egli considera tali l'ostruzionismo parlamentare io rifiuto di approvazione del bilancio lo sciopero generale
I quali sono egli scrive espressione di autentici poteri giuridici
La cui legittimazione però questa una mia notazione
Critica si può ricavare semplicemente dall'esegesi del sistema costituzionale positivo
Dalla sua recezione integrale del principio democratico del libero confronto tra le parti sociali e politiche non c'è bisogno di scomodare il diritto di resistenza per qualificare l'Italia
Sono semplicemente l'esercizio di poteri e di diritti politici costituiti
Il diritto di resistenza topo un suo nuovo che vale Paul sempre a sinistra negli anni Sessanta l'occasione è data dei fatti di luglio dei moti di piazza contro il governo Tambroni i morti sono violenti la repressione violenta ci sono come è noto anche dei morti
Poi ci sono alcune sentenze penali di condanna dei manifestanti per gli atti violenti da essi compiuti atti indubbiamente violenti sia appurata l'ora io ho risposto risposta alla violenza dalle forze dell'ordine
Una simile violenza popolare e questa una domanda deve essere scriminata cioè non considerata come reato in quanto diretta conto un tentativo di instaurazione autoritaria
Giuliano Amato non ha dubbio
Nel senso positivo cioè dice deve essere discriminata e questi atti violenti sono legittimi e in una dura nota comparsa su Democrazia e diritto nel mille novecentosessantuno
A una sentenza in affetti o di USA soprattutto nei toni da del tribunale di Palermo
Pronunciata nell'ottobre del sessanta richiama Amato appunto il diritto alla Resistenza collettiva che fonda su un'interpretazione logico deduttiva della Costituzione
Vieri espongo questa
Questa l'interpretazione dell'Amati dall'amato perché è un classico dell'ingenuità logico deduttiva nell'interpretazione giuridica e soprattutto delle carte costituzionale
La premessa del ragionamento è l'articolo uno della Costituzione laddove si proclama che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione
Da qui si evince che i poteri che sono esercitati dallo Stato governo non fanno capo originariamente adesso ma gli sono trasferiti magari in via permanente dal Po
Conseguenza
L'esercizio di quel potere li deve svolgersi per chiaro dettato costituzionale in guisa tale da realizzare una permanente conformità
Dell'azione governative agli interessi in senso lato della collettività popolare
Sicché quando tale conformità non sia perseguita da quell'azione è perfettamente conforme al sistema cioè legittimo il compito portamento del popolo sovrano che ponga fino che ponga fine alla situazione costituzionalmente a Brno
Ma Amato non si ferma qui va oltre sostiene anche meglio sostenuta anche che la Resistenza collettiva oggi può indirizzarsi anche contro il Parlamento
Giacché anche l'azione del Parlamento come quella di dei pubblici poteri si inquadra nello schema sopra indicata
Nel cast come dal Parlamento continua venga impostato sul volto o comunque ha ballato un indirizzo politico chiaramente difforme da quello voluto dalla Costituzione
Potrebbe il popolo nel mancato funzionamento dei meccanismi di garanzia
Predisposti all'interno dello Stato governo ripristinare con altri mezzi il rispetto del suo soprano pulire che nella Costituzione stessa trova la massima espressione questa impostazione rievoca chiaramente i contenuti di alcuni interventi svolte la Costituente e che si sono appena ricordati
è un'impostazione indubbiamente generosa cui è facile aderire più con il cuore che con la ragione
Che serve a conferire la legittimazione dignità storica adempimenti passati ad avvenimenti pregressi ma non è un'impostazione che ci aiuta a garantirci il futuro
è un'impostazione giacobina che si affida a concetti astratti
Il popolo
Interessi del popolo
Sia pure cori fuori con riferimento a valori ed obiettivi sanciti dalla Costituzione la storiaccia credo sufficientemente ammaestrato
Come i tribunali del popolo non siano certo più affidabili dei Tribune dei tribunali costituiti
E così pure come la volontà generale espressa dalla piazza sia non sia un buon sopra sì un buono e non è vero che sia un buon surrogato dell'inadeguata volontà di un Parlamento eletto dei cittadini con procedure democratiche
Per questo ritengo che la problematica relativa al diritto di resistenza all'Araba Fenice come l'ho chiamata
Sotto le cui indefinite Ali spesso si nascondono ben altri uccelli sia quanto meno datata debba essere superata e addirittura capovolto
è vero che la democrazia non è soltanto una questione di forma ma anche di sostanza che esiste il problema non soltanto della formazione del consenso ma anche della qualità del consenso
Che la rappresentanza politica per essere tale Davis rappresentativa e deve consentire puntuali verifichi qua verifiche quando venga sottoposta a sollecitazioni in questo senso
Come ammoniva russo i cittadini non possono essere liberi soltanto al momento delle elezioni ma debbono poter esprimere la loro politicità sempre interviene gli strumenti per farlo questo non lo diceva un solo dico io
Ma ciò non può significare che venga rinnegato il criterio fondamentale minimo che alla base di qualsiasi convivenza sociale
Per risolvere che voglia comunque risolvere le proprie contraddizioni propri conflitti in modo non violento e cioè il principio maggioritario finora come tante volte ci ha insegnato Bobbio non è stato escogitato nulla di me
Il criterio maggioritario si è però sicura si è sicuramente insufficiente per qualificare un sistema come democratico e in ogni caso necessario può essere insufficiente è necessario e in effetti sul piano del metodo il criterio maggioritario viene nella corretto integrato variamente combinato con altri criteri che prescindano dal dato del numero anche allo scopo di prevenire dittature di maggioranza
Se guardiamo per esempio allo schema essenziale su cui portati il nostro sistema costituzionale ma non soltanto il nostro possiamo facilmente constatare e che se all'elaborazione attuazione dell'indirizzo politico presiedono organi il cui presupposto e appunto il dato maggioritario cioè decide chi riesce davvero il cinquanta per cento più uno dei consensi
Questo non è più sufficiente o quanto meno richiede puntuali verifiche popolari quando si tratta
Quando si tratta di procedere a revisioni o integrazioni costituzionali
In questo senso si distinguono i procedimenti decisionali semplicità quelli aggravati in ogni caso vale qui sempre il Getty del voto fu qualificato
Ma questo criterio non trova applicazione o per lo meno tolgono applica non trova un'applicazione preponderante nella forma formazione e nell'attribuzione di funzioni
Aglio organi di garanzia nel senso più ampio dell'espressione i poteri giurisdizionali il potere per esempio dalla Corte costituzionale qui vale un altro criterio vale il criterio della competenza
Deve il riconoscimento della condizione professionale di giurista
Voi sapete come si entra in magistratura attraverso un concorso per bisogna dimostrare di essere i giuristi e così sapete che per essere membri della Corte costituzionale bisogna avere determinati requisiti che ne Rivellino
Allora competenza giuridica si confida in sostanza che i detentori della cultura giuridica legittimati soltanto quanto meno soprattutto da questa qualità
Sì io non naturalmente in grado di esercitare il potere di controllo capaci di interpretare disconoscere e a rendere nulla la volontà degli stessi organi politici direttamente o indirettamente derivati
De derivanti dal voto popolare
E questi poteri di controllo soprattutto nel caso della corte costituzionale sono anche poteri di produzione normativa e di indirizzo politico costituzionale basti pensare a tutte le volte in cui la Corte costituzionale si affida critico della ragionevolezza
Volendo tradurre in formula questo sistema
Questo schema di sistema colto dalla Costituzione italiana potremmo concludere che al peso del numero fa da contrappeso la responsabilità del ragionamento quale suprema garanzia
Quale suprema garanzia
E il numero che indica la volontà generale può vincere sul ragionamento soltanto quando diventa volontà costituente
La Costituzione si preoccupa anche di tenere distinti seppur con qualche integrazione o come qualcuno preferirebbe integrazione questi due piani ci sono precisi indici in proposito uno di questi indici è l'articolo novantotto
Laddove si dispone che con legge si possono stabilire limiti alle iscrizioni dei magistrati i partiti politici
Al di là di come si voglia valutare questa controversa norma l'esigenza che ne traspare e chiaramente quella che i detentori del potere di decidere mediante il ragionamento si affidino appunto esclusivamente al ragionamento e non la passionalità o agli interessi politici
Che si fondano sul numero
è chiaro che questo rapporto questa tensione continua tra la forza del numero e la forza del ragionamento
Che caratterizza il sistema nel suo complesso non può non influenzare la struttura e direi anche la sostanziale legittimazione dei soggetti dei soggetti
E titolari
Del che in virtù del principio maggioritario sono titolari del potere di decisioni politiche
Intendo mettere in risalto l'esigenza che lo stesso sistema decisionale sia organizzato per Circuiti aperti e non già precostituiti in partenza aperti agli stimoli alle provocazioni ai ragionamenti
Alle richieste di verifiche di consenso da parte di tutti i soggetti portatori di politicità anche se diffusi e minoritaria
E questa è un'esigenza che si desume anche essa da una lettura sistematica del testo costituzionale laddove si propone di definire là dove il testo costituzionale si popoli definire la nostra democrazia
Non soltanto accogliendo determinati moduli organizzativi le procedure di cui parlava marzo prima ma anche attraverso il riconoscimento di precisi valori obiettivi
Elencati ma certo non esauriti proprio nella prima parte dalla casa
In sostanza fondante ci su un'analisi di questo tipo
Possiamo constatare che la nostra democrazia non è ne deve essere soltanto rappresentativa nel senso classico del termine ma anche integrativa
C'è per esempio il l'articolo due che è fondamentale della Costituzione laddove si dice perché non lo conosca
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e aggiunge richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale dovere inderogabili che non possono essere quindi derogati neppure dei titolari del potere
Decisioni politiche c'è poi un'alta qualità della nostra democrazia e quella pochissimo progressiva cioè quella di tendere al superamento della della propria essenza materiale la norma che in proposto viene comunemente richiamata e secondo comma dell'articolo tre la cosiddetta giustizia sostanziale laddove si dice appunto
è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva effettiva partecipazione
Di tutti i lavoratori quindi tutti perché tutti siamo lavoratori
All'organizzazione politica economica e sociale del Paese
Ecco allora che in questa ricostruzione se questa ricostruzione è esatta e generalmente non viene contraddetta il problema non è tanto quello anche sotto l'aspetto delle garanzie del diritto di resistenza del popolo in piazza che ora ci viene presentato come minoranza vociante più o molto più spesso come maggioranza silenziosa ma diventa quello dei diritti e dei poteri o meglio dei poteri d'iniziativa politica dei cittadini come singoli come aggregazioni stabili ma anche come aggregazioni non precostituiti
Potere indirizzati come dicevo prima a rendere effettivamente dialettici e quindi non cristallizzati i Circuiti decisionali il tema allora diventa quello del metodo politico
Qualche tempo fa scusate l'autocitazione
In una comunicazione un convegno sul Ruolo dalla Corte costituzionale che poi ho pubblicato su politica del diritto ho cercato in proposito di accertare attraverso un indagine giurisprudenziale quale sia la concezione che il massimo organo di garanzia costituzionale a del metodo politico
Ho concluso come la classe
Dei giudici costituzionali del mille novecentocinquantasei ad oggi aderisca piuttosto al modello liberaldemocratico che non a quello democratico aperto che io ho desunto che ho appena descritto
Della Costituzione come questa classe dei giudici sia preoccupata di garantire il sistema attraverso la sua stabilità e a volte la sua stabilizzazione
Tenente ben fermo per la corte Cozzo Nale il principio della predeterminazione dei ruoli dei soggetti politici e come la stessa Corte sia estremamente diffidenti nei riguardi del confronto dialettico tra le parti sociali e politiche
Qui ci sono delle decisioni clamorose in merito non parlo dell'edizione del referendum
Mi riferisco in posso riferire anche quelle relative allo sciopero politico soprattutto per quanto riguarda alcune affermazioni della Corte costituzionale
Ma nello stesso nel scusate nello stesso lavoro poi rilevavo anche che la corte
Stessa sembra non riconoscere conformi al metodo democratico quelle iniziative che concretano le così dette azioni dirette non violente di disobbedienza civile
E che a mio avviso sarebbe meglio definire per chiarezza e per rigore come azioni civili di disobbedienza legale
C'è un'affermazione della corte in una sentenza del mille novecentosettanta in tema di Apologia di reato che mi lascia alquanto perplesso dice la Corte non sono concepibili libertà
E democrazia se non sotto forma di obbedienza alle leggi che un popolo libico Cida
E può liberamente muta
In quello scritto rilevavo punto come con un simile approccio la Corte non abbia finora saputo ho voluto approfondire il valore democratico il progressivo derivante dal testo costituzionale come lo sopra definito delle azioni civili e di disobbedienza legali
Le quali non contestano affatto il principio maggioritario ma addirittura lo esaltano nel momento in cui chiedono ai detentori del potere decisionale l'assunzione di precise responsabilità politiche di fronte al dato del ragionamento
La disubbidienza civile e appunto manifestazione di ragionamento più che una protesta
Essa come è noto consiste nella violazione deliberata il Parini annunciata pubblicamente di una norma in genere penale ma non esclusivamente sulla disobbedienza fiscale fiscale riguarda la violazione di norme amministrative
Questa violazione e seguita immediatamente dalla pretesa
Da parte degli stessi trasgressori che l'ordinamento attraverso le autorità all'uopo preposte e con le forme previste reagisca irrogando la sanzione che accompagna la violazione della norma
L'obiettivo infatti che si pongono i contravventori contravventori dichiarati
E quello di imporre all'attenzione pubblica e alle stesse istanze istituzionali decisionali o di garanzia l'esigenza di una Renault Fazio
Del giudizio di prevalenza tra i valori o i beni protetti dalla norma i valori che hanno motivato la Corte
La condotta di chi Egitto contro di essa
Lo ripeto è la proposta di un ragionamento su cui si imbocca l'assunzione di una precisa responsabilità politica magari anche attraverso il voto popolare
In un simile contesto alla disobbedienza legale non è Resistenza è iniziativa è semplicemente iniziativa politica democratica eh obbedienza al metodo costituzionale
è una strada certa faticosa più faticosa di una manifestazione di piazza
Tali iniziative civili che quasi sempre attraverso ma poi frontalmente le aggregazioni politiche precostituite perseguano anche l'Obiettivo costituzionale di garantire a tutti un'informazione adeguata
La sola che può rendere progressiva la nostra democrazia affinché il consenso non sia solo un numero ma anche qualità e partecipazione
Con ciò si entra in un tema contiguo quello della crisi della democrazia sotto questo titolo si affrontano un'infinità di problemi si affrontano infinita dei problemi io vorrei soltanto accennare
A quello che mi sembra più rilevante e chi è in qualche modo collegato a questa relazione
Sia crisi della democrazia a mio avviso soprattutto quando gli organi governanti si rendono conto di aver perso di delegittimazione anche se mantengono in virtù del criterio del lungo il potere un potere sempre più deresponsabilizzato andrebbe ha perso di legittimazione nei confronti dei formali detentori della sovranità cioè dei cittadini
E questa per di legittimazione oggi deriva anche dal fatto che si è clamorosamente contravvenuto al principio storico che affondati regimi rappresentativi questo principio storico che si riassume nella formula anglo sassone notte a session mi fa una presentation
Che vuol dire letteralmente che non ci può essere un posarsi imposizione fiscale senza rappresentanza ma che implica anche che tutti i ceti contribuenti devono essere egualmente rappresentanti tenete presente che nell'articolo rapito dalla Costituzione articolo cinquantatré che ci dice letteralmente che
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione delle loro della loro capacità contributiva e questo principio e molto significativamente inserito nel titolo quarto rapporti politici è un principio politico
Ebbene oggi non è così
Questo principio fondante del regime rappresentativo
è in via di violazione vi sono classiche sono chiama e che sono chiaramente sottorappresentati a causa dell'ingiustizia fiscale
All'incapacità dello Stato di predisporre i necessari strumenti che rendano effettivo questa norma che ho appena
Ricordato è un'incapacità di produrre governare ripartire le risorse e dissipazione delle risorse destinate generazioni future soprattutto con l'aumento degli stanziamenti militari
La crisi dello Stato
E ciò in sostanza io ritengo che i lavoratori dipendenti anche se maggioritari sono che veramente sottorappresentati nei confronti della categoria dei lavoratori autonomi
La crisi dello Stato fiscale e dello stato assistenziale e i termini però si vanno pretestuosamente confondendo coincide necessariamente con la crisi della rappresentanza politica
Per i ceti sottorappresentati c'è pertanto la necessità di esprimersi attraverso altre forme politiche nuove Esterne ma non per ciò stesso estranei
Cioè non in contraddizione con la forma della rappresentanza politica dello Stato democratico
Solo così si può tornare al contratto originario e credo che una via legittima certa nulla solo sia proprio quella indicata dalle azioni civili non violente di disobbedienza le cale
Che fosse Orlando che uno studioso del diritto di resistenza avrebbe fatto rientrare nel movimento nella categoria dei movimenti di opinione pubblica che lui considerava appunto una manifestazione di rete di resistenza ma che io ritengo in una situazione così drammatica come quella che attraversiamo più congeniale considerare come espressione non tanto di un fantomatico diritto di resistenza
La piuttosto di un diritto all'esistenza non soltanto politico per tutti anche per le generazioni future
No
Quarantacinque milioni rientri a
Non abbiamo molto
Posso fare un minimo c'era
Coppola
Voleva
Domani no ecco io credo che se posso cioè credo che si possa utilizzare questo quarto d'ora dato bevuto già tempo per un po'di riflessione rimasto per relazione si è riservato di allargare magari sul visti se qualcuno vuole
Possiamo ovvio sarebbe opportuno però prenderli da quel microfono perché così abbiamo la registrazione
Ma io affidato quello che dovevo dire no la comunicazione che siccome è molto lunga evito sia di legge che di riassumere comunque volevo dire o un paio di cose relative
Due concerti stadi percepire il tuo nome mi sembra nazionale Sandro Catani
Relativi al diritto di resistenza la prima è che collegandomi a quanto una cosa detta prima se la posso raccontare che da marzo col rito resistenza mensa Enzo tipico ideale ha una valenza del tutto politica
Il fatto che abbia una valenza del tutto politica a mio avviso e riscontrabile da una serie di confronti con quello che era mille nel pensiero di maggiori teorici del diritto all'esistenza
Un esempio ce l'ho già Lucca nel secondo Rota sul governo quando qualifica il diritto di resistenza come decisione ultimate il popolo rispetta l'autorità quindi aspetto decisionista di il mio specchio dieci stilistico ultimo come diritto di fare la guerra quindi in quanto tale intacca lo ius belli diciamo ius belli privato vederli servato o al popolo o una parte del popolo
Ecco in questi termini grosso modo si potrebbe anche interpretare il preambolo alla Costituzione americana
E in terzo luogo che non viene per risolvere questo conflitto tra autorità e popolo o individua una un'altra autorità che possa decidere il conflitto per cui l'unico appello dice all'occhio e l'appello al cielo qua non vuol dire andare
Per lo andare in
Anch'non vuol dire diciamo così a pregare ma vuol dire
Rivolgersi alla forza delle armi questi tre concetti sono che concetti squisitamente politici e la valenza politica del diritto di resistenza a mio avviso un po'in quello che diceva prima marzo nel fatto che nella sua formulazione più coerenti ed estreme porta la decisione
Sul su questi sul caso ultimo sul diritto di guerra la sposta dall'autorità all'individuo al popolo contrapposto autorità cioè rivendica una funzione politica specifica
Al popolo mi conto contrapposto lirica e questo ha un carattere che ha sempre avuto un po'in tutti i teorici del diritto di resistenza Tomassini Unser
Appunto c'è l'avvocato ma spende particolarmente chiaro in quelli che scriva in situazioni rivoluzionari quindi sia Thomas Mius vecchie che lo che pensa cadute tre dei rivoluzionari due fortunati e l'altro no
Il secondo elemento quindi Uster cercando di sintetizzare al massimo e Carey le facendo i sempre a quello che ha detto marzo e Cremona nello sviluppo del movimento liberale ci sono
Indubbiamente ma se l'esigenza ma ce ne sono due che si sviluppa nuove valenze contraddittorie
La tesi è vecchia io ho sentito Marzolla riferì a Bobbio mi affetti se ben mi ricordo di Dio perché cioè il fatto che il liberalismo come movimento costituzionalista
Consequenzialmente inteso reputa che qualsiasi
O quanto meno la gran parte dei conflitti ma consequenzialmente inteso tutti i conflitti possono essere IMI mediati attraverso il diritto attraverso un'autorità che risolve i conflitti di interesse e quindi arriva raggiunga all'obiettivo di conservare lo stato come struttura necessaria
Per tutelare i diritti e nello stesso tempo riesca a difendere questi diritti dallo Stato
Ora
Questa ipotesi che ci sia in ogni caso una soluzione giuridica a un conflitto politico
E in sé contrapposta alta come alla consequenziale dottrina diritto resistenza in cui recava si qualifica proprio Brix fatto chi iniquo alcuni casi chiamiamoli caso ultimo caso d'eccezione
Come volete non c'è una possibilità di mediare
Giuridicamente un conflitto politico questa mi pare una tesi gamba stanze chiare sviluppata l'ultima cosa volevo dire sul diritto di resistenza in sì
Auguri menti gravi dirlo prima avanza a un'altra valenza cioè il fatto che i il diritto all'esistenza sì configura come un diritto strumentale al mantenimento in certe situazioni giuridiche le quali possono essere ritenute tali e valere rispetto a un diritto positivo che le viola siccome rifacendosi a occorre facendosi o dei patti inviolabili o un diritto che si assuma un sistema di valori diremmo più che altro che si assume superiore a quello che la violato quindi con riferimento a una legge e questa è una delle è una valenza darete interessante del diritto di esistenza perché in quanto il diritto di esistenza
Sì non è meramente astratto da un sistema di valori
Si ripropone come un
Un valore di coesione sociale in altre parole in sei facendo valere un diritto resistenza in collegamento con dei valori si contrappone un sistema di valori superiore a un sistema avevano o un sistema di valori U a dei comportamenti che dovrebbero avere
Violato questo sistema
Finito
Professor Conso giusto favorevole Iorio alcune cose
Tre punti su altre
Già questa sua questo intervento ritorna la parola diritto di resiste
Politico ad alta voce ma venisse non manca siamo qui per discutere figurarsi ma
Ecco sì appunto però io allora vuole sapere in opere già distinguendo cercato di farlo perché è una cosa è dire che in quella costituzione di quello quello stato c'è iscritto un diritto di resistenza bene c'è scritto nella costituzione la prostituzione sarà valida nella nel senso in cui accettata dalla maggioranza dalla totalità di un'azione certa popolazione
E quindi ci troviamo di fronte ad un diritto costituzionale
Possiamo credo che i costituzionalisti parlino quindi un diritto costituzionale riconosciuto dalla corte d'il primo discorso che io ho fatto un certo senso voi avete benissimo capito è a monte di questo problema il discorso che ho fatto investe il problema
Che si può formulare così in base a quali argomenti è giusto le cito desiderabile iscrivere un diritto sarà costituzionale vero proprio il diritto di resistenza in una Costituzione
Il problema è questo una volta che c'è
Giuridicamente c'è
Si può anche discutere se ci debba essere e di nuovo interessante sapere in base a quali argomenti oggi come oggi ciascuno di voi è disposto a discutere sul problema
Sì o meno il diritto di resistenza che c'è o non c'è la Costituzione italiana debba esserci o non esserci
è un problema grosso che investe naturalmente le nostre ultime scelte di di valori ora tradizionalmente una risposta tradizionale velo del giusnaturalismo in poi è stata che il diritto di resistenza deve essere scritto nelle Costituzioni in quanto previa precedentemente
Nella figura del diritto morale un un luogo naturale e io ho soltanto fatto valere vero che questo al momento non è fallito
Se si debba e sono convinto che si debba iscrivere un diritto costituzionale di ritorno al timone di resistenza deve esser fatto valere lo so suo suo sostenuto in base a determinate
Considerazioni di benessere generale nel senso che avendo un diritto di questo tipo riconosciuto dalla Costituzione abbiamo maggiori garanzie
Di poter far valere quelli che sono gli interessi del singolo e cui stizzito del del del del singolo o gli interessi totale della popolazione
In di finiti in termini di benessere diminuzione di sofferenza di soddisfacimento dei delle proprie preferenze eccetera filone scrivendo questo viene
Questo una sola cosa alcuno per quanto riguarda il principio maggioritario io direi che non sono meno sicuro che il figlio un
Una condizione necessaria della democrazia ed
Principio maggioritario a un è una regola il principio maggioritario una regola di unificazione delle fasce
Direi che se è una condizione anzi non è una condizione necessaria una democrazia per il semplice fatto che almeno a livello teorico è possibile anche un principio di unanimità
In secondo luogo diretti criterio di maggioranza te la tieni dovete Roman maggioritario se è una se è una condizione necessaria da democrazia è quella meno importante
L'importante è naturalmente se poi questo criterio che FI la sfera di azioni o di decisioni sociali in base al quale ha fatto valere sì il popolo Ottaviano del Parlamento italiano alla possibilità in base al criterio di maggioranza di decidere soltanto su una spesa minima dilazioni o condotte sociali ovviamente sì non sa non aveva molto senso dire che la lo stato italiano uno Stato democratico
Direi che quello che conta o che conta almeno altrettanto in democrazia è l'estensione della sfera sociale e politica in cui le decisioni vengono prese dal popolo in base al principio di maggioranza
Al limite è pensabile uno uno Stato in cui uno due sole alternative pure in cui la scelta in base al criterio di maggioranza si fa solo su due alternative
Ho come è stato più fatto valere molta vol molte volte in certi tipi di Stato a capitalismo molto avanzato vero in cui il Parlamento si riduce a prendere delle decisioni in base al principio di maggioranza
Su alternative sono date da fuori
Dal grosso potere economico ovviamente
In questo senso abbiamo il criterio di maggioranza ma l'estensione di questo criterio la sua applicazione
Minima nulla o in tutti i casi non sufficiente a caratterizzare vero uno Stato come democratico e qui si inserisce naturalmente il discorso cui accennavo sempre al presente mente che famiglie e che dal mille poi è stato portato avanti attraverso una serie di di una lunga tradizione discorso
Che cerca di definire appunto in modo preciso quella sei quella sfera del privato in cui nessuna decisione deve deve essere preso in base al principio di maggioranza
Dalla serie sociali in cui ogni decisione in via di principio diverse preso in base al principio di maggioranza
Il problema è dove o in base a quali criteri tracciamo questa scelta
Lo pongo come problema perché non è facile
Dico
Sì deciso
Sempre per la contestazione
No era un modo di cercare ma settore mica
è un modo di cercare di capire il rapporto tra due relazioni che dobbiamo intercetta che parla bene ma le stesse cose ma non è chiaro e mi riallaccio a quanto detto contare nella prima parte di quest'ultima
Precisazione
Cioè
Sostanza sostanzialmente e ricominciato a precisazione terminologica che ovviamente non è la cosa più importante però forse chiarisce un po'quello
Premio getta un ponte tra le due cose ci sono due sensi per lo meno del termine normativo
Normativo da Bovisa morale normativo dopo vista giuridico
Costituzionale
è un punto di vista morale
Il termine normativo ovviamente
La proposta normativa è una proposta che riguardano ciò che sarebbe fare in sostanza dal punto di vista giuridico è una
Riguarda la struttura delle norme
Ora perché la resistenza
Passiva discorso dritte Resistenza è importante dal punto di vista normativo perché secondo me è un ponte da due significati del termine normativo
Questo mi sembra interessante cercare di
Di precisare ovviamente perché non è il cosiddetto è molto generale e generico ma allora a questo punto di vista forse ancora in parallelo per capire in che senso può essere fatto con il rapporto che c'è tra struttura delle tesi scientifica e cambiamento del trio scientifico
Dal punto di vista perché della struttura crescenti che noi agiamo come agiamo all'interno della struttura dello dell'ordinamento cioè ci deve essere i rapporti tra teoremi e vedere come funzione che cosa sono ma appena appena ci spostiamo dal campo della struttura deleteria al cambiamento delle teorie le siamo obbligati a prendere in considerazione
Insieme di netta
Assunzioni
Che giustifica i terreni
Cioè sostanzialmente allora vi trasferendo i discorso significa dei normativo quando lei passiamo alla produzione delle norme siamo interessati non solo la struttura l'ordinamento non solo la certezza del diritto ma anche questi stemmi che in qualche modo dando luogo a funzione di norme di Marino ex giuridica e metà giuridiche la resistenza queste interessando quest'ultimo punto di vista ovviamente non da trincea cioè a dire quello che ho cambiato lo sa non la struttura delle teorie ma il cambiamento delle teorie
Ora in che modo
Una maniera
Sì ho insieme abbastanza chiara
Quella che appunto attiene a quello che con la brutta terminologia della teoria dei sistemi anomali è un altro e l'input motivazionale diciamo di un sistema ora negli ultimi tempi si è visto che è fondamentale dal punto di vista del cambiamento delle norme che queste norme vengono accettate
Per la fondamentale questo è un punto di vista ideale in materia democratica quando più persone accetto la norma dato che ci sono possibilità che questa norma sia valida sostanzialmente sostanzialmente dice
Allora da questo punto di vista teorie tradizionali
Normative come contrattuali Smoke diritti naturali l'utilitarismo
Su tutte teorie che propongono dei criteri per l'accettabilità razionale di un ideale normativo
La resistenza passiva nell'ambito di queste teorie è giustificata
Se e solo se produce norme che sono ti rispondo alla deriva questo il punto diciamo questo potrebbe se il treno dispensava sia nell'ambito del perimetro addizionali della
Ovviamente queste non resta molto grossa ma
Una teoria democratica normativa della Resistenza verifica unifica e confronta il significato di normativo ora
Sono problemi di frontiera in sostanza perciò problemi da una da interessanti secondo me sacro ben difficile lo stesso motivo
Ma quello che diceva poi prima anche raccontare
E che
In qualche modo sentiamo di nuovo sul significato normativo
Ma Dio da questa morale li li voglio riprendere significa perlomeno due cose anche qui da un lato
Un valori posteggiato cose sarebbe fare per ragioni indipendenti da perché lo si fa cioè un valore lo si fa
Dall'altro userà relazionale
In punto zero
In un in un un dramma d'arte siamo diciamo questo Liliana sta al centro nel calcolare Stasi quello di fatto si fa come istanza al punto zero
Ora per razionalista
Io mi ritengo tale
E normativo c'ho che corrisponderebbe a relazionarci dovrebbe fare cioè corrispondeva razionale questo il punto allora l'anarchismo proposta Montanara in qualche modo è una tesi che Sonata monta dire
Che non c'è niente che saprebbe fare corrispondono i dati nazionale ha bisogno risponde sogna andare punto per punto ora è ovvio che dato che siamo su problemi di frontiera fra mi suicido già forse tentazione di Panariello diciamo in questo senso senza dire che non si può rispondere con una teoria
Però dire anche che è molto interessante operare per la costruzione di materia di questo tipo l'unica risposta l'anarchismo secondo me esibire una teoria non c'era quindi restare solo detto fittizie gli ha però poi vorrei che fosse chiaro avrà quel tipo di problema ed è interessante perché materia appunto democratica e normativa della società
E materia della produzione di delle norme la resistenza armata siano ne attribuì stemmi produzione da un sistema non codificato
Poteva
Proprio questo
Posto
Punto
No avvocato deciso
Falso
O
Alle sette e mezzo
Interrotta sì ma proprio complessa che vuole essere innanzitutto vede Bettinelli comunque un flash che volesse innanzitutto un'autocritica perché dobbiamo avere anche devo avere anche il coraggio di arrivare ha le idee chiare e semplici visto che l'intervento che mi ha preceduto parlava di la necessità di coordinare e e diventò la mente spiegare le con la continuità tra i due
E l'azione io le ho semplicemente dire questo che cosa serve intimo il diritto è semplicemente uno strumento per organizzare la maniera meno peggio possibile una società no una convivenza
Quindi le norme devono servire a questo scopo infatti sono alcuni teorici liberali o liberali che sostengono l'idea dello stato minimo cioè delle delle norme minime quelle che sono talmente accettate da non essere controverse perché conto consento nei singoli e gruppi di espandersi senza posti in contraddizione tra di loro se poi questo sia vero verificabile è un altro discorso comunque in questa teoria secondo me c'è un un grosso una grossa De Rita
Se la integriamo con altri esigenza che siccome e anche queste un dato che non è contestato ogni sistema democratico anche di convivenza per funzionare
Può valere semplicemente sul riconoscimento Limentani che il consenso della maggioranza prevale sia pur con alcuni temperamenti il discorso è quello di costituire un sistema e credo che non è soltanto procedura ma anche sostanze per cui il consenso Possa di volta essendo provato cioè non è che il consenso diventa definitivo ma tra un anno tra dove anni si può verificare si sullo determina
Pati in Italia delle riforme che sono pacifiche divorzio e a Port no su cui il i cattolici per esempio avrebbero benissimo potuto dal punto di vista morale invocare il diritto alla resistenza perlomeno affonda perché non lo fanno non e e e non solo e non si chiede semplicemente per il fatto che i sodali due voti uno da parte degli organi rappresentativi parlamento e poi una conferma da parte del poco che cosa ha portato questo riconoscimento del prete del principio maggioritario ripetuto a proprio l'accettazione del fatto
La cessione non dal punto di vista individuale allora il problema diventa morale ma dal punto di vista giuridico il discorso del diritto della conservando il diritto dell'esistenza e secondo me una fuga dietro
Perché Calamandrei sosteneva che i la Costituzione ma dire tutte le carte giuridiche deve essere un insieme di regole e non di preghi
Perché le preghiere non servono allo scopo che è quello che dicevo prima viti porre i fondamenti minimi perché una società si possa organizzare dire che è questo il momenti del ragionamento
Fondamentale e e positivo certo livello di speculazione
Gran giovamento utilitaristico
Va
Ma io credo che la funzione delle diritto sia quella di futuro utilità la società eh ma il il pretendere che i giuristi non siano utilitaristica
è una contraddizione direttore per fatti per centinaia d'anni giudizi il giorno feriti sono infatti Giusy naturalisti ma i giuristi ICI in uno Stato democratico il giurista deve essere positivo nel senso che deve porre no
Deve porre ma in virtù di determinati procedimenti sono infinita
Di questi procedimenti i procedimenti intuire tutto sommato ci riconosciamo e che ci consente di discutere di queste cose per il futuro e il procedimento democratico lo possiamo integrare ma è quello che si basa sulle Schettino maggio maggioritaria
E che il problema delle di stimolare sempre il di avere tutti la certezza che le maggioranze sono effettivamente questa è è questo il punto chiave la democrazia quando il nostro
Sistema politico con l'éscamotage piene di tutti i tipi evita voti popolari per esempio qui evita di decidere omette di decidere per l'operazione che credo maggiore età da cui poi nasce il problema della legittimazione quindi diritto di resistenza
Allora a questo glielo è un altro discorso ce la poteva fa parte il fatto che non è provato perché non è un consenso ripetuto no ecco già il il giurista da frate queste ipotesi Toro pochettino
Disarmata perché la rete poteva poteva poteva sentirle certo una maggioranza può fondare anche di sistemi
Aberranti però allora il problema diventa politico in sostanza la minoranza si ribelli faccia fuori la la maggioranza e quindi la minoranza diventa per fatto naturale maggioranza ma questo non non possiamo prendere in considerazione qui è un altro discorso è sostanza
O quanto meno è un discorso molto diverso che non credo adesso non vorrei
Invade nel tuo campo sia stato preso in considerazione anche l'autorelazione sostanza
Lo chiudiamo questa prima questa prima fase perché lascino incomba
Sia insieme sei segnalato segnato
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