La filosofia di fronte alla storia. Ripensando l'11 settembre

Buonasera
Buonasera a tutti grazie di essere intervenuti nel mio ruolo qui di ospite cioè dirlo nome di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada presidente la Fondazione Prada sono veramente lieto di di aprire di ospitarvi cui
Per questo in conto convegno che
Attratto veramente un pubblico enorme di cui naturalmente siamo molto contenti
Continua il nostro lavoro di collaborazione con l'Università Vita-Salute San Raffaele che come voi sapete la Fondazione Prada a
Diciamo iniziato a collaborare ha cominciato a collaborare con la col Consagra cosa fa facoltà dal due mila tre e questo è il primo grande evento che realizziamo insieme e che riguarda come voi sapete l'undici settembre
E non vorrei toglie tempo
Ari relatori che voi tutti conoscete
E che volevo solamente dire che la Fondazione veramente orgoglioso di questo tipo di collaborazione e di dialogo che si svilupperà anche nel futuro con una serie di Lecce al conferenze dei vari relatori dalla facoltà in relazione al mondo dell'arte è una relazione ad altri soggetti
Per cui spero che questo sia l'inizio di una sede di grandi eventi per questo è un grande evento
Che non sia solo un un momento
Momento iniziale quindi di una valanga di persone che seguono questo tipo di dialogo diciamo cerchiamo risulta di istituire tua arte Filosofia cinema
E quindi lasci mediatamente la parola adesso Galli Della Loggia che sarà il coordinatore e vi ringrazio ringrazio tutti di essere intervenuti don Verzé e tutti i relatori per questo momento che credo sarà molto importante da un punto di vista sia dei contenuti sia dell'angolazione critica storico filosofica grazie a tutti
E ora la parola
Grazie
Io
Esprime ringraziamenti dopo vivo al direttore della Fondazione Prada Germano Celant alla Fondazione Prada che appunto
Da tempo ormai a questo rapporto privilegiato diciamo così con la facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San
Gli anniversari naturalmente accadono indipendentemente dalla nostra volontà
Va be'ma questo anniversario è ormai alle porte dell'undici settembre due mila uno
Cioè passo particolarmente appropriato è stata una circostanza fortunata quello che appunto vuole anniversario dell'undici settembre
Cadere all'inizio di una nuova fase della da dell'universo della facoltà di filosofia del San Raffaele capirete poi perché
La ragione che l'undici settembre e innanzitutto appunto appare a molti di noi appare a me come un evento particolare come un evento diciamo così rivelazione vento carico di ospitalità del resto c'è apparso subito tale non è che appunto il Angelo di dire cose particolarmente nuove
Subito è apparso uno di questi eventi che improvvisamente come pochi altri dicono dove il mondo va che cosa in un mondo che cosa è diventato
Non mi trattengo
Più di tanto su questi aspetti di epoca limitati frattura delle venti undici settembre anche perché penso che molti tra di voi siano lettori quotidiana di questa città in cui appunto mi sono intrattenuto su questo tema ha detto in brevissimo
L'elemento
E innanzitutto il luogo dove si se ha svolto quest'evento il New Yorker la capitale dell'Occidente la capitale in un certo senso del mondo la il carattere di assoluta
Visto qualità di spettacolo iniziazione grazie alla ripresa televisiva credo che sia stato il primo grande evento storico dal praticamente dal primo istante fino all'ultimo svoltosi interamente sotto gli occhi della televisione con una Effetto di confusione c'è un'oggettiva tra realtà spettacolo Rizzo azione fiction assolutamente unico e che in qualche modo di produce un elemento della nostra epoca la modalità poi appunto questa scacco subito dalla tecnologia ad opera di un impiego della violenza così brutale come può essere appunto la violenza gennaio che si schianta contro un edificio ad opera anche qui appunto una gigantesca domanda novità domanda che si apre davanti a noi ad opera di esseri umani decisi a precipitare nella morte pur di uccidere a qualsiasi costo comunque altri esseri umani
Come una testimonianza di
Alterità antropologica
Che manda all'aria smentisce tutte le illusioni potevamo deve semmai li abbiamo su una possibile
Unità
Del mondo
Questo evento rivelazione quest'evento diciamo disvelamento pestato l'undici settembre
Ci sembra mi sembra sembra a molti di noi dietro questo tavolo che riproponga con grande forza l'attualità metta all'ordine del giorno il problema della filosofia della storia riattualizzazione questa categoria antica in parte però abbandonati in notevole parte abbandonata della nostra
Cultura espressione filosofia della storia non la voglio fare lunga però mi sembra che porsi alcune indicazioni sono utili latte spese effettive la storia un'espressione abbastanza recente risale alla metà del Settecento a volte il padre questa espressione è Corte che lato però appunto in un suo opera importante saggi sul bassi costi fumi e lo spirito delle Nazioni riprendendo un interesse che già si era manifestato
Nel nell'Illuminismo
Per la storia della società civile la filosofia della storia nasce come appunto un nuovo modo di guardare alla storia non più in modo nel modo erudito degli analisti e neanche non più neanche nel modo appunto
Che aveva dominato la cultura europea fino all'ora secondo una falsariga della di interpretazione visione giudaico cristiana del mondo l'opera di Volterra iscritta in una evidente polemica con l'ultimo grande tentativo di Storia universale secondo le linee Giuda interpretazioni giudaicocristiana della la storia che appunto la storia universale di di Bossi
Da allora la espressione categoria filosofia della storia
Avuto molte declinazioni
è stato oggetto di etichette deformazioni molteplici che essa stessa spesso ha contribuito a da a cominciare dalla sovrapposizione con cui spesso è stata considerata con lo stoicismo
O all'epoca della cultura dell'attitudine alla cultura positivista con l'idea che esistessero delle leggi delle decide la storia analoghi più o meno alle leggi della natura al di là di tutte queste etichette vetrine azioni informazioni
Però concreto
Che rimanga un nucleo forte
Di questa categoria
E che è appunto la ripropone con forza in relazione a questo evento dell'undici sette
E cioè l'idea che esistono dei caratteri generali un'epoca né poche individuarle attraverso dei caratteri generali
E che questi gara allora varie neppure economico sociale
Sono tuttavia leggibili nel loro significato ultimo ricorrendo a una
Concettualizzazione connessa con le categorie del pensiero filosofico
La filosofia della storia
Insomma come
è stato scritto
Anziché vedere
Il vero motore della storia nella casualità materiale di conflitti di classe nel progresso tecnologico
E orientato invece a riconoscere che tutti questi processi sono certo che importantissimi
Ma forniscono solo per così dire la materia della trasformazione storica
La forma
E poi invece l'elemento decisivo dipende invece dalla visione storica complessiva che forniscono le categorie attraverso le categorie filosofiche attraverso le quali il mutamento avviene pensato
C'è stato ventesimo secolo un
Forte propensione almeno una parte della cultura accusare
La categoria della crisi della storia come quando per esempio tutta l'epoca dei totalitarismi pur con le loro cause concrete diverse da uno all'altro naturalmente
Ma poi è stata in qualche modo unificata interpretata nella categoria
Nichilismo
è un esempio appunto per l'uso che anche in un periodo quale quello degli ultimi decenni in cui a me sembra la categoria dei filosofi della storia non è stata usata sì al goduto di un certo Fabrizi
Discredito però tuttavia in qualche modo di essa si è continuato a fare uso perché questo discredito che palesemente ormai non ci siamo gettati alla spalle questo scarso favore questa disattenzione questa
Trascuratezza battute trascuratezza penso che la parola discredito sia la parola giusta credo per tre ragioni che hanno caratterizzato decenni soprattutto del lungo dopoguerra quello iniziato in quarantacinque il prevalere in genere nell'analisi storica di spiegazioni generali ordine socio economico soprattutto
In secondo luogo in sempre più ampio
Favore dato
Analiticamente all'esame studiò dei contesti micro anziché dei contesti ma
Quindi al minimo il piccolo in una sorta se volete anche di minimalismo
Storiografico di minimalismo analitico e infine nel campo già stretto degli addetti ai lavori la paura che accordare troppo spazio alla filosofia della storia significasse
Danneggiare
Nettare un vulnus alla dimensione fattuale documentaria della storia che sentita punto sentita come tipica e propria della storia ecco
A Biandrate a concludere credo che l'undici settembre invece affatto
Crollare le primitive primi due ordini di trattino aggiunge
Cioè
La propensione per l'analisi micro
Mi pare che invece noi oggi viviamo in una forte temperie culturale di macro c'è una grande fortuna un grande interesse per le grandi ricostruzioni storiche per esempio per i lunghi archivia cronici
Per tutto ciò che attiene specificità cioè i grandi aggregati grandi aggregati culturali come i grandi pur aggregati spaziali Imperii per esempio un altro argomento che è ritornato prepotentemente
Di moda e
Anche le spiegazioni di ordine materiale mi pare che soffrono di una certa lasciarsi
Di un di un certo non favore
In seguito all'undici settembre ne abbiamo capito ci è sembrato di capire che i fatti di ordine culturale e psicologico contano se non altro sulla scena della storia del mondo quanto altri tipi di
Di ordini
E quando si arriva appunto al contesto macro subito immediatamente si pone il problema che poi un problema centrale
Della filosofia della storia cioè la ricerca del significato generale credo che già da tempo prima dell'undici settembre
In qualche modo la temperie culturale fosse orientata in questa direzione l'undici settembre non ha fatto che rafforzarla
Prendendoci consapevoli di un'altra dimensione che tipica della filosofia della storia cioè della del carattere mondiale unitario del processo storico direi che l'unitarietà del processo storico un elemento consustanziale alla categoria D. filosofia della storia anche questo carattere è stato sicuramente
Esaltato dalla dall'evento dell'undici sette
Insieme appunto a tutti gli elementi che ricordavo che se in genere si accompagnano all'idea di presepi storia la centralità della religione da scintille la centralità del concetto di civiltà e infine anche l'inquietante centralità direi dell'idea di compimento di destino
Che in qualche modo e connesso con sostanzialmente alla categoria di
Filosofia della storia ecco altrettante veramente ancora pochissime parole altrettante
Frontiere culturali
Mi sembra da esplorare da da presidiare
E che appunto la
Facoltà che in questo momento rappresento ha deciso intende esplorare
Intende presidiare con appunto le sue forze con
Appunto varando avviandosi anche accanto tutti gli altri filoni che già ispettore presidia possiamo dire
Aggiungendo questo altro questo altro
Filone
Detto questo credo che il mio compito di presentatori lustra Ettore di questo incontro sia terminato e quindi di ridò la parola al direttore della Fondazione o invece al professor Cacciari che sappiamo sapevo essere pur il
La seconda voce del di questo dibattito seconda attualmente solo in ordine di tempo sentiva quindi semmai ce ne fosse bisogno non credo proprio
A tema
L'undici settembre
Penso ci metta di fronte a una a una sorta di di di Scelta Pdci visione nuovi filosofi
E non solo fosse i filosofi
Su come declinare questa questa espressione filosofia della storia
Filosofia della storia può
Essere interpretata questa espressione può essere interpretata e lo è stata
Così si era presentata più volte in base ad una sorta si diceva un tempo di logica immane artistica cioè i filosofi della storia alcuni filosofi della storia presumevano di poter dedurre da una idea fondamentale
Poter dedurre poter spiegare in base a questi idea in forma come dire onnicomprensiva il divenire storico
è stato detto da appunto da da da grandi filosofi del passato no
Queste idee è stata espressa da grandi filosofi e e grandi filosofi l'hanno criticata questa idea emanati Istica
Di cui variante una interpretazione teli o logica della sto allora perché appunto il possedere una idea Obimma reti di idee che permetta di catturare il divenire storico in base ad alcune categorie o leggi fondamentali
Permette anche o dovrebbe permettere anche coerentemente di poter pensare di poter indicare un compimento della storia non compimento da un punto di vista come dire cronologico ma logico no
è ridicolo interpretare ad esempio la filosofia della storia di che come di fosse ci fosse il problema o fosse indicata la possibilità di un compimento occorrono logico della storia è un complimento logico della storia la storia si è compiuta perché questa filosofia alla mia filosofia la filosofia di la compresa
La compresa secondo le sue leggi fondamentali
Quindi la disperata non vi è più un mistero nella storia
Quindi la storia può evidentemente cronologicamente continuare all'infinito anzi per gli accertamenti continua all'infinito nel Duomo era da questo punto di vista assolutamente immortale come genere ma
La filosofia che la compreso perché comprende divenire può appunto completo può De Filippo indicare appunto di un compimento logico della storia
Insieme a questa interpretazione in bici ma questa declinazione della filosofia della storia ma strettamente connessa a questa stretti sicuramente connessa vie quelle in base a cui la filosofia della storia indica
Non soltanto comprende la storia secondo le sue leggi o categorie fondamentali ma è in grado di capace di indicare quali sono i valori fondamentali del divenire storico
Le due cose sono distinte ma storicamente poi si accompagnano quasi sempre cioè una filosofia della storia che presume o pensa ritiene di poter spiegare Eraclea prendi con il tedeschino di poterne interpretare questo o quell'accadimento ma comprenderli in modo in modo appunto dicevo onnicomprensivo
Una posizione di questo genere si accompagna e voi capirete quasi naturalmente con la idea di potere indicare quali sono i valori fondamentali che agiscono nel divenire storico e che lo Foglietta non lo destinano a cui il compimento che necessariamente se io penso di poter comprendere il divenire Stolco il compimento
Che devo indicare poche
Ritengo logicamente debbo ritenere di poter indicare
E quindi appunto una filosofia della storia di questo tipo non solo
Pensa di poter comprendere divenire sulla base di un'idea fondamentali di una reti di idee fondamentali ma anche presume pretende di poter stabilire una salda gerarchia di valori chi agiscono nel divenire storico
E quindi di poter ordinare secondo una scala di valori le civiltà le culture
E all'interno delle civiltà le culture gli autori i movimenti eccetera
Le due dimensioni sono distinte da un punto vista logico ma di fatto si presentano quasi sempre insieme cioè il filosofo della storia che pensa di poter
Intende la propria filosofia come capaci di indicare il compimento logico dalla storia e quasi sempre quel filosofo che anche ordina epoche civiltà culture sulla base di scale di valori
Si pensava che questo tipo di filosofia della storia fosse comportato completamente massacrato da una seria critica delle filosofie della storia di questo tipo e delle ideologia che su filosofia della storia di questo tipo si poggiano sempre
Perché l'ideologia si poggia sempre su filosofia della storia di questo di questo di questo tipo
E appunto se chiacchierato molto di fine dell'ideologia di morte dell'ideologia a me pare che interni spesso molto
Volgari o di Pulga filosofi invece queste filosofie della storia in particolare dopo l'undici settembre si siano presentate con forza
E cioè i piedi compimento della storia
Idee di poter appunto gerarchizzare i valori che nella storia appunto agiscono
Sulla base appunto di una scala di valori e di gerarchie di valori che si presumono non relative storicamente ma assoluti eccetera
E mi pare che appunto una filosofia della storia di questo tipo sia tornata prepotentemente a alla ribalta
è possibile parlare soltanto di filosofia della storia in questa accezione ecco già Galli lo diceva mi pare implicitamente nel suo intervento introduttivo a me pare che occorra reagire contro queste tendenze o contro queste tempo Penta azioni e rivendicare con forza invece un'accezione diversa di filosofia della storia
Rivendicando un in pieno l'attualità o direi la necessità in che senso molto brevemente e schematicamente perché come avete capito questo
La presentazione di un programma di lavoro che vorremmo svolge insieme
Direi collettivamente all'interno della nostra facoltà
Ecco a me pare che si debba si possano parlare di filosofia della storia
Per tutti i motivi che già Galli rivendicava e peraltro è se volete ancora più generali e cioè
Non c'è alcun dubbio che
Filosofia
Della storia significhi
Anzitutto
Una
Esigenza di
E la bora
Concetti categorie che lungi dal pretendere di sia lire le individualità storiche
Perché qui davvero c'è sempre tra l'io che interpreta il tuo interpretato un abisso che va rispettato
E nessuna dice unite rischi vecchi studi cisti ein phylum no può permetterci midi penetrare in ciò che pensava Giulio Cesa con Carlo Magno
E quindi in ciò che penso una civiltà una cultura
Chi agisce sulla base di valori altri da me
E quindi con grande modestia
Ha però la filosofia il compito di elaborare reti concettuali forme forme
In grado di interpretare ripeto non dispiegare non chiarire intuitivamente no penetrando lì dentro
Dell'essenza del materiale storico che io ho di fronte ma certamente di interpretare di fare una Fenomenologia ma in cui appunto il termine sottolineato in questo ultimo
Dei materiali storici degli eventi storici aldilà di ogni riduttivi Simone questo elemento primo Fondamenta perché già Galli sottolinea valida di ogni riduttivi Simo Ediltipo materialistico ma c'è anche un intimismo di tipo spiritualista piccola
Che riporta la spiegazione del materiale storico appunto a causa eminentemente di carattere culturale religioso ideologico e così via
Quindi una forte avvertenza che è e essenzialmente filosofica
A avvicinarsi ai valori che agiscono nell'agire sociale in questi termini in questi termini
In eternit cioè e nei limiti di una interpretazione che non potrei Suma mai di avere la chiave
Per penetranti intuitivamente
Cioè la distinzione fondamentale che nell'uso che nel chi si deve operare tra interpretare comprendere e chiarire dispiegare
Primo aspetto fondamentale il secondo aspetto fondamentale
La filosofia
Vede reagire ad un'idea che appunto è proprio invece delle tra virgolette cattive filosofia della storia a mio avviso no
Perché le filosofie della storia più prima facevo riferimento tutte mosse da questa come dire a questa cibo gli snodi definire compiutamente onnicomprensiva mente
Necessariamente non possono che intende lì i conflitti storici e i conflitti tra i valori in termini come dire come si trattasse di mere contingenze è necessario così perché se io ho un'idea teleologica del divenire storico
E la mia filosofia mi permette di indicare di individuare i temi Lost di questo divenire o addirittura di definirne il compimento è evidente che tutti i conflitti del divenire storico sono come dire elementi di un gioco il cui disegno
E già predeterminato
E quindi
Non solo fattori essenziali della vita
Il conflitto è non posso che intendo l'in modo contingente transeunte passeggero il conflitto tra il valore nome essenziale
è destinato a risolversi
E destinato a pacificare assegni
Nelle filosofie della storia di provarci con riferimento questa è una conseguenza inevitabile
Contro la quali un ritengo la filosofia è chiamata a reagire
I conflitti non sono come diceva Isaiah Berlin
Non non solo per essere risolti
Non sono non nascono per essere risolti i nostri compiti non sono meglio la nostra vita la nostra vita non è una sorta né né i suoi conflitti nelle sue contraddizioni non è diceva sempre Isaiah Berlin una sorta di puzzle no con tutti i pezzi che c'è il disegno
E che noi dobbiamo essere abbastanza abili di rimettere insieme
Non è cucito
Questa visione che mi sembra tornata prepotentemente attuale
Questa visione di una vecchia e a mio avviso cattiva pessima filosofia della storia cosa significa
Io devo arrendermi di fronte al conflitto cioè che il conflitto di valori una volta riconosciuto essenziale va semplicemente contemplato no
Anche laddove il conflitto tra i valori venga riconosciuto nella sua inconciliabilità ciò non significa che i valori non siano comparabili
Anche qui va fatta igiene del linguaggio vanno chiariti i termini
A mio avviso non vi è alcun dubbio che tra diverse civiltà vi siano valori inconciliabili ma ciò significa che non sono relazionati che non sono comparabili
I grandi storici della religione in grandi sociologi della religione non sanno appunto insegnato a a interpretare insieme questi due termini inconciliabilità e comparabilità
E il dialogo tra il dialogo autentico tra i valori e nell'ambito del conflitto tra i valori e interpretando correttamente il termine conflitto che non è una morte astratta separatezza per l'appunto un confliggere
Il dialogo è interessante quand'è un confliggere
Ma nel conflitto comparato i valori in campo
Lo sforzo concettuale direi poco la fatica del concetto nosta nel risolvere in un astratto unità confliggenti ma lei riuscirà compararli meglio
A vedere per quali quali relazioni
Lì commettano nella loro magari assoluta distinzione
Questo lo sforzo da fare
Ed è ed è ed ed è veramente direi filosofici Due condurrà e totalmente completamente uno sforzo filosofico
E aggiungerei un altro elemento ancora di una buona filosofia della storia
La responsabilità che ci deriva da ciò
Cioè nel verrà nel conflitto di valori
E il conflitto di valori ripeto non è un gioco
Non è stato inventato per essere risolto non aspetta il mago che lo risolva
è fattore della ditta
Ebbene però non solo non lo contempla astrattamente
Ma
è elemento appunto la dimensione della quale sviluppo la fatica appunto della comparazione anche dell'inconciliabile
Ma sento la responsabilità di ciò cioè il valore che ritengo
Di cui giunga anche ad affermare il vincolo incivile l'inconciliabilità rispetto al mio
E forse per questo il nemico nel senso che Bellini Mick Cuche di cui parlavano i latini e non dell'ostici che ha la stessa radice di hostess
No
Nei confronti del valore inconciliabile io sono massimamente responsabile
Responsabile
Anzi la mia responsabilità si esprime in pieno proprio laddove laddove io debba io mi sia chiamato a rispondere
E quindi addentrati in una relazione di domanda e risposta rispetto a ciò che non posso riconoscere che non posso in alcun modo riconosce come appartenente alla mia dimensione di valore la mia dimensione culturale è lì piena responsabilità si afferma al più alto creato
E direi di più proprio la responsabilità in tutti i significati del terzo e non solo responsabilità per terra la responsabilità che significa fatica e ricerca di trovare nonostante tutto risposta ed entrare in rapporto con l'altro secondo questa dimensione ma anche responsabilità nel senso che si dall'anche lui al termine a quando diciamo io sono responsabile di qualcosa nel senso colpevole
Colpevole
Cioè devo anche avvertire come una colpa
Una colpevolizzato una colpa senza colpevolezze materiali specifiche ma il sentirmi come incolpato nel non riuscire a confidarmi pienamente nell'altro
Senza questo sentirsi in colpa anche in questo modo ideologo mai vivo vecchie aperte al discorso che ne proviene dall'altro
Non mi sono mai nemmeno a mettermi in una posizione di ascolto rispetto alla sua domanda e al suo problema
La responsabilità non ha soltanto il significato dunque di tentare di rispondere ma questo significato fondamentale di sentirsi colpevoli rispetto a ciò che non si può riconoscere come appartenente alla mia dimensione di culto
Di valore di cultura non c'è niente di di astratte in ciò cioè c'è quindi questa è una è
Direi è una dimensione assolutamente concreta e pratica
Al di là di una filosofia della storia di questo genere non è possibile avere rapporti nell'ambito del conflitto di valori con gli altri valori se non di inimicizia
O di indifferenza è la stessa cosa
Quindi le conseguenze pratico pratico politiche di un discorso di questo genere sono immense e noi dobbiamo a mio avviso decidere
Sì la nostra filosofia della storia e quello appunto che ritiene conflitto semplicemente una mera contingenza che andrà a superarsi sulla base della nostra filosofia della nostra gerarchia di valori
Le prime filosofia della storia qui accennato oppure se la nostra filosofia dalla storia si muove su questo difficilissimo crinale
Che
Il riconoscimento del conflitto ma riconoscimento concreto pratico non contemplativo
Che lo agisce nel senso dalla comparazione della responsabilità e dell'ascolto
Io credo che noi siamo a dover decidere tra queste due prospettive
E che la decisione è resa era divideva anche prima
Ma è stata davvero diventa è diventata davvero urgente impellente proprio dopo quella
Quella
Dato che avevo che segna all'epoca era l'undici settembre
Grazie professor Cacciari penso che prossimo intervento
Professoressa Roberta De Monticelli riprenderà punto centrale
Del suo discorso cioè il
Il tema conflitto dialogo il rapporto con fitto dialogo e in più penso che appunto come lei mi ha detto metterà a fuoco un elemento che già affiorato ma soltanto sfiorato sia quello di detto io sia appunto l'intervento
Del professor Cacciari e cioè l'elemento della religione la centralità della dimensione religiosa
In una prospettiva di filosofia della storia oggi dopo l'undici se
La parola alla professoressa De Monticelli
Grazie grazie Ernesto Galli mi mi sentite
Allora silente vorrei quasi reagendo così sulla sull'immediatezza
Riprendere questi due testi pretende avanzati dai nostri due gli oscuri a dal punto di vista non so se una filosofia della storia ma certamente di una filosofia che su fatti storici
A e vorrei cominciare con la citazione di una frase attribuita a San Francesco San Francesco d'Assisi
E come voi tutti sapete patrono d'Italia ma io per questi pochi minuti vorrei prenderlo in prestito farne punto per un attimo anche il patron il patrono della filosofia di quel poco di filosofia che riesce cercherò di a esprime davanti ai vostri occhi
Questa frase c'è
Perché aggredire le tenebre basta accendere la luce e le tende per il futuro spaventati
Ecco questa frase
Vera letteralmente
Voi accendete la luce del buio sparisce
La questione vera anche simbolicamente metaforicamente o no e io Borrelli portare due argomenti
In favore della risposta positiva che non so se questo piacerà moltissimo ai miei precedenti diciamo agli interlocutori che con i quali poco perché interloquisco un po'con loro ma e diciamo la mia proposta naturalmente due argomenti che sono in funzione dei due sensi principali ce ne saranno molti altri ma insomma in cui si può intendere questa luce in un primo senso forse quello più ovvio quello che forse anche San Francesco aveva in mente e diciamo così in senso spirituale luce in fondo il più antico e più semplice dei nomi ritiro del divino
Questa fonte di vita di conoscenza di azione senza luce non c'è nessuna di queste tre dimensioni
Ecco allora qui inattesi sarebbe che
Poi c'è la scalinata di Palazzo
Va
Questo va meglio ah ecco mi era sembrato fin dall'inizio che suonasse poco allora
La frase lunga interpretazione dicevo spirituale accendete la luce che le tenebre scompariranno dice San Francesco non c'è bisogno di a aggredire le tenebre emanazione spirituale di io e la luce la luce il nome più semplice più antico del divino ora naturalmente se la interpretiamo così sembra che tutta l'evidenza dei fatti si opponga a quest'idea
Sembra che laddove ci si richiama addio per affermare una propria identità una propria volontà
Una propria rivendicazione a laddove una collettività lo fa succedono cose terribili succedono appunto guerre di religioni succedono conflitti civiltà eccetera
A come quindi rimuovere questa obiezione beh c'è un primo passo che la premessa e che dice bene senza dubbio nella nostra tradizione spirituale diciamo così
A
Il non c'è ma giuro proprio che diciamo pure nominare il nome di Dio invano in questo senso molto forte vale a dire appellarsi alla volontà di Dio
Per a perseguire Fini o troppo umani o che con Dio non hanno nessun bisogno non che non hanno nessuna relazione
Modi comunque di aggressione aggressione delle tenebre o dell'altro
Ecco d'accordo come sapete forse così abbiamo tutti nell'orecchio no in questo e in definitiva il peccato che non sarà perdonato il peccato contro lo Spirito il peccato dei bestemmiatori di Dio
Ma nelle altre tradizioni c'è qualcosa di analogo solamente la risposta a questo preso porrebbe una lezione di della teologia comparata che non ho certo tempo di fare ne sarei capace
E quindi io né mi appello a un argomento filologico
Proposto da un arabista che io di cui ho una grandissima stima
Massimo io Colella autore di un libro che si chiama appunto non nominare il nome di Allah invano oltre che di altri libri del genere e in cui ecco una riflessione che accessibile a tutti noi tante volte abbiamo sentito dire questa frase non nominare il nome di Dio invano e Colucci fa vedere che la parola ebraica
Utilizzata per questa frase non ne quella stessa che viene poi per esempio utilizzata nella famoso inizio delle chiese aste vanità spaventato un eccetera vale a dire non significa è inopportuno è inutile è vuoto e vano nominare Dio ma non nomina il dio il nome di Dio invano vuol dire proprio invece e non contrabbandare il nome di Dio operate l'impresa che non sono che non c'entrano con con Dio non svenderlo non sfruttarlo per non dunque ingannare in questo senso tensione a questo punto e qui i documenti non mancano ma certo non sarò io ad esibirmi lì ecco è vero che anche nelle altre tradizioni spirituali in particolare senza dubbio in quella islamica
Ed è questo è un punto fortissimo questo è un punto veramente fortissimo il ludibrio la la del come dire il rimprovero profondissimo contro questi veri e propri
Ipocriti o addirittura satanici bestemmiatori di Dio coloro che lo usano invano in questo senso forte contrabbandato idolo per impresa umane e allora ecco questo è nel ed cogliendo il destro del del di quello che diceva prima Galli ecco bisogna fare attenzione però quando si parla di centralità delle religioni è perché nelle religioni e non solo nella nostra ecco questo questo atteggiamento ed è viene considerato come l'elemento dirompente satanico o in qualche modo comunque profondamente ritrovato e il peccato che non sarà perdonato pensate a che so io uno dei agli ideologi del movimento a dei Fratelli musulmani che precisamente sono lancio insomma l'idea che a lo stato di grande diciamo decadenza religiosa in cui versava a il mondo almeno dal punto di vista diciamo della parte islamica si poteva diciamo superare Foffano con la sostituzione laddove ci fossero dei governi laici con governi islamici ecco questo è quel nominare il nome di Dio invano in senso proprio stemmi attore
Di cui la tradizione a partire dal commento credo alla seconda sura del Corano ma non sono specialista di queste cose attesta insomma la presenza anche in altre tradizioni rispetto alla nostra
Vengo allora al secondo alla secondo argomenta la seconda diciamo interpretazione possibile di luce questa molto più vicino a noi alla nostra modernità possiamo leggere luce così come facevano gli illuministi in fondo prima l'abbiamo letta nel senso degli Illuminati di cuore e di mente
E nel secondo senso la luce può essere davvero la ragione molto semplicemente e allora questo diventa lo slogan illuministico forse appunto a forse alcuni potrebbero ritenevo piatto dove c'è la luce della ragione scompaiono
A scompaiono le tenebre a come si può cui argomentare in difesa di questo ingenuo molto illuministico beh io credo che un filosofo insomma vale la pena che faccia questa scommessa che provi ad argomentare in difesa di questo eccome con un argomento che mi pare sia lo stesso che contrario che all'argomento contro due grandi forze ostili al dialogo a quei dialoghi di cui parlava con tanta passione Massimo Cacciari prima quali sono queste due grandi forze ostili
Nel pensiero ed è sono da un lato il relativismo culturale e dall'altro il dogmatismo che conduce poi a a quel fondamentalismo e a quel peccato diciamo contro lo spirito di cui dicevamo prima
Qual è questo argomento è vero e qui ci vorrebbe un altro trattato di filosofia per esporlo e siccome ancora voltano tempo concludo limitandomi a raccontare una favola e così tratta della celebre favola dei tre anelli quella che il nostro Boccaccio racconta nel nel Decamerone
E che viene ripreso poi da Lessing nella sua grande Psa Nathan il il saggio
Voi sapete che la favola narra che Saladino
Chiama un giorno a suo cospetto un grande saggio ebreo
E per chiedergli quale sia e fra le tre leggi
Quella di Mosè quella di Gesù e quella di Maometto la vera e i Sagittario gli risponde appunto con questa favola un uomo dice aveva un anello preziosissimo
è passato nella famiglia di generazione in generazione aveva anche tre figli
Ugualmente Amati per non deludere nessuno di questi tre figli si fece fare da un abilissimo orafo una coppa due copie dell'anello vero
In modo che alla sua morte tutti e tre i figli ereditarono un anello che ciascuno poté credere fosse quello vero rileggo la conclusione nella splendida prosa di Boccaccio
E così le dico signor Mino delle tre leggi alle tre all'i tre popoli dati da Dio Padre delle quali la questione proponeste ciascuno la sua eredità la sua vera legge e i suoi comandamenti si crede aver a fare Macchi se l'abbia come degli anelli ancora né pendente la questione
Ecco allora a prima vista resta l'aporia
Mi pare no invece seconda vista guardando un pochino più profondo e non vediamo propone la sua semplicità all'argomento contro dogmatismo e relativismo
Contro relativismo B una nell'originale cento
Una verità oggettiva c'è
Dio sa qual è ma c'è
Contro il dogmatismo ancora né pende la questione
Ecco questa è un po'la mossa cruciale no distinguere verità e certezza distinguere come le cose stanno da quanto ne sappiamo noi con la nostra fallibile intelligenza il nostro fallibile cuore
Se estinguiamo in questo modo e mai la certezza che un'oggettività esista
Anche in materia di valore
Potrà coincidere con la certezza che ho ragione io
E questo però l'oggi dal farmi
Credere che ogni credenza si equivalga qui sarà proprio fare come fa Saladino mi indurrà
A interrogarmi a interrogare gli altri a sottoporre la mia certezza le loro critiche a criticare le loro certezze insomma alla discussione onesta e libera perché dico io il relativismo una grande forza negativa rispetto al dialogo perché se non c'è verità in materia di valore etico giuridico politico ma non vale neppure la pena di cominciare una discussione una discussione certo nel senso lato razionale certo ma razionale nel senso forte e grande lato del termine in cui i valori indubbiamente le fedeltà
Dite ai stessi sono in gioco ma naturalmente se io non penso che in questo tema ci sia verità possibile beh al momento in cui qualcosa mi stesse molto a cuore non penserei di poterti
Convincere delle mie ragioni né d'altra parte di potere
Sottoporre alla tua critica le mie e preferirei invece vincenti quanto invece al dogmatismo in che modo sia ostile al dialogo non c'è neppure bisogno di argomentarlo finisce nel peccato che abbiamo visto prima
Ecco forse il commento del stagionata né qui veramente finisco quindi e scoramento di disdire di di di di Lessing che rende in fondo con più saggezza il senso e di questa apologo
Che cosa ci dice in definitiva questa apologo
Che è proprio perché abbiamo separato verità e certezza ecco questo ci in su questo dubbio quindi questo costante luminoso ragionevole luce e dubbio sulla verità
Ci induce non certo a l'indifferenza ma al contrario è una buona ragione per raccogliere in pace sì l'abbiamo ce l'abbiamo la fede dei padri senza pretendere che debbano ancora accoglierà anche gli altri
Dice
Dice Lessing e di quale fede fedeltà dubbi terremo meno che di ogni altra quella dei nostri avi che dall'infanzia ci dettero prova del loro amore e mai ci ingannare o no
Posso io credere ai miei padri meno che ai tuoi o viceversa posso io forse pretendere che tutto per non contraddire i miei tali accuse i tuoi di menzogna o viceversa
Ecco il conflitto che rimane aperto e allora conclusione
E c'è sì ma il conflitto così rimane aperta invece la storia è fatta di pratica bisogna decidere bisogna arrivare una decisione queste l'obiezione corrente non è vero questi va avanti all'infinito
E d'altra parte se è una ricerca di verità come io credo che sia anche quella dei valori
Ebbene per forza una ricerca aperta all'infinito sarebbe parso ricercatore di verità lo scienziato per esempio che a un certo punto pensasse qui la ricerca è finita pazzo non ha fine una ricerca di verità è dice allora l'uomo della pratica ma insomma una decisione va presa bisogna agire
E qui al filosofo credo risponde e perché
E chi l'ha detto
Un momento c'è agire e agire
E allora se l'agire aggredire le tenebre nell'allora ben venga ben venga l'infinita di questa discussione ben venga che dura all'infinito io vorrei
Qui dire che su questo punto Socrate sarebbe senza dubbio d'accordo con San Francesco Socrate
Che diceva accerto non abbiamo fretta che menzionava il gesto lento e nobile con cui filosofo si aggiusta il mantello sulla sulla spalla e vorrei concludere questa diciamo lode della lentezza e dell'infinita del dialogo
Sì anche dei massimi sistemi
A con del tirando in ballo dopo San Francesco e Socrate un filosofo forse più vicino a noi
Karl Popper di cui mi ha colpito questo separazione campo per come del resto Cantet è convinto che uno neanche pensa se non si confronta alla critica altrui
Neanche pensa veramente non c'è pensiero senza confronto critico senza attese che mi dici
Quali ragioni mie non reggono e io che ti dico come posso tentare di farle reggere alla tua critica ecco ma Popper dice una cosa di più dice che questa è però anche la grande differenza fra a Stein
E l'ameba cioè fra il massimo e il minimo della scala evolutiva e qual è questa differenza e vede che ha sta in sottopone diciamo così alla pericolo di morte
Il suo vedere le sue visioni le sue teorie i suoi argomenti e invece lamenta ahimè a rischio di morte oppone solo se stessa pone solo se stessa vale a dire l'ameba non può aver torto senza morire ringrazio
E bisogna
Si sente se è questo che funziona in questo momento funzione poi tardi forse
Grazie professoressa De Monticelli torna continuamente dopo l'undici settembre anche tornato
Dei discorsi dietro questo tavolo stasera
Il tema cruciale della dell'identità
Troppo facile fin troppo ovvio perché in trasparenza dietro l'undici se
Un grande problema
Scontro identità Castori quindi Civita bene
Troppo facile
Ma qualche cosa che ci richiama questa dimensione esiste senz'altro c'è il cuore dentro un problema filosofico diciamo così dell'undici settembre un elemento forte di identità che richiama la possibilità o no di parlare di una generica natura umana senza poi appunto declinare questa natura secondo le forme storiche delle civiltà
Su questo tema credo che si intratterrà si sono sicuro spero che non mi deluderà si tratterà il professor Michele Di Francesco a cui do la parola
Grazie si
Penso che sia Sacconago sono diciamo questo siamo un insomma che stabilisce questo funziona se ecco sempre l'altro beh l'errore problema dell'altro si franche col microfono sì
Sì penso
Forse il contenuto potrebbe essere deludente ma almeno l'argomento l'argomento è quello al tema dell'identità vorrei provare
Occorre una riflessione su questo tema che viene da
Un ambito di di ricerca filosofica che è diverso da quello dei colleghi che mi hanno preceduto da un ambito di ricerca
Filosofica più vicina alla osé sviluppo delle scienze sviluppo più vicina per in quest'nel mio caso allo studio delle scienze cognitive dalle allo studio della mente allo studio di quei fenomeni che sono alla base certamente della vita culturale degli esseri umani ma che arrivano a l'analisi di questi fenomeni attraverso lo studio di quelle che possiamo chiamare le loro basi materiali loro
Presupposti di tipo fisico eccetera si tratta soltanto quindi un punto di vista un punto di vista limitato una tessera di un mosaico più vasto ma che spero appunto senz'altro non offre certezze ma magari qualche piccola verità quale qua e là spero si possa trovare
Da questo punto di vista la riflessione sull'undici settembre parte da una consapevolezza come è stato detto alla consapevolezza che emerge che il nostro mondo è un mondo non è il mondo l'unico è uno dei mondi è uno dei mondi che non è né mero il un mondo che si prepara di Dida a diventare il mondo di tutti quanti gli altri e qui nasce appunto il problema degli altri della differenza
è un mondo che si contrappone ad altri noi per dirla brevemente quel noi un po'valgono che viene associato al concetto di Occidente eccetera noi credevamo di essere tutta l'umanità intera o pensavamo che prima o poi tutta l'umanità sarebbe diventata come noi
E ci sbrighiamo un giorno e scopriamo che non soltanto questo non è vero oggi ma forse non è vero neanche in futuro
E il comune paradigma antropologico di parlava di cui parlava oggi Galli della Loggia scrivendo di su questi temi è tutt'altro che a portata di mano e forse non sarà mai a portata di mano ora come che questo può venire e questo è un punto di arrivo un punto di partenza per una riflessione a mio parere questo può essere proprio un punto di partenza per una riflessione filosofica sul tema
Della identità
La pluralità no di quello che Popper visto che è stato citato chiamava il terzo terzo mondo diventa una pluralità conflittuale no Lagos vera il mondo della cultura il modo con cui si veniva spesso queste espressioni tendono a dare una visione unificata invece la visione sembra essere plurale
Allora se vogliamo metterla in termini di una domanda forte che cos'è
Esiste un comune criterio d'identità che ci rende tutti umani a chi spetta definire questo criterio
Certo è possibile pensare una definizione di logica ma con la definizione di logica deve scontrarsi col fatto che aspetti fondamentali della nostra natura dipendono dalla evoluzione culturale
Allora da questo punto di vista forse se riflettiamo sui rapporti tra evoluzione culturale io potrei dire cognitiva per difetto deviazione profezie professionale e e evoluzione biologica può essere appunto un punto in cui anche uno studioso che si occupa di questi sei di ambiti può dir qualcosa
Ora un modo per porre dato il problema è come sempre con una domanda una domanda radicale la seguente siamo certi che quello che ci presente il futuro che ci spaventa così tanto sia soltanto un conflitto di civiltà sembra che corregge su Civita sia la cosa peggiore che ci può capitare ma e davvero questo il il punto
O piuttosto il rischio addirittura non non sia quello di una frantumazione dell'umanità di una rottura di una comune matrice che ci rende membri della stessa specie
E in questo caso in che modo dovremmo pensare i rapporti tra questa che non sarebbe più un'umanità ma una postuma Anita un qualcosa che e dopo Udine oltre
Per spiegare come può sorgere questa domanda bisogna adottare un punto di vista naturalistico legato allo Stub edere cosa hanno da dire le scienze su questi aspetti
Circa la costruzione della realtà sociale che soltanto uno fra i tanti punti di vista ma è un punto di vista importante
E in questo modo offrire una possibile filosofia della storia naturalmente una visione pluralistica della filosofia storia una delle tante filosofie della storia della letture filosofiche della storia con cui in cui ci possiamo imbattere
Perché occorre fare questo perché quello che oggi noi apprendiamo sempre di più se studiamo gli esseri umani con gli occhi delle
Della genetica della biologia delle scienze cognitive che gli esseri umani sono un intreccio profondo e radicale di biologia e cultura
La mente non è qualcosa di incorporò io astratto che rinchiuso nella stelle nella testa dei Soggetti
Macché e di è un qualcosa che è distribuito è radicato nel corpo distribuito dell'ambiente
Le nostre menti non sono la stessa cosa in una civiltà organizzata dirà di dispositivi che potenziano l'intelligenza o invece in una civiltà diversa che a strutture diverse
Le nostre menti
Magari non il nostro spirito le nostre menti le nostre capacità di individuare di interagire sul mondo di proporre soluzioni ai nostri problemi sono qualcosa di diverso
Se il pensiero è incorporato distribuito ai incorporato nel corpo e distribuito nell'ambiente e qualche qua allora la nostra concezione di che cosa sono gli esseri umani deve tenerne conto
è stato detto che
Lo sviluppo delle delle scienze della mente ha preso due direzioni una direzione verticale appunto verso il corpo verso la chimica del pensiero
Verso lo studio dei rapporti tra le mozioni che sono radicati per così dire delle nostre viscere la razionalità che non è qualcosa che più ha e altri ancora e astratta
Oppure dall'altro lato la mente sì espande in una direzione e orizzontale verso l'ambiente
La gara l'evoluzione culturale dell'umanità e anche la l'evoluzione della capacità di distribuire i nostri compiti cognitivi all'ambiente abbiamo inventato il linguaggio immorale col cui scritto abbiamo inventato strumenti in cui depositiamo le nostre memorie
Quelli che sono i libri oggi pensiamo alla Rete a internet
Stiamo costruendo soggettività nuove sopra personali sempre più interattive sempre più in un certo senso mi perciò se dell'individualità singola ma che offrono a queste individualità singola una quantità e una potenzialità di sviluppo prima sconosciuta
E da un punto di vista del Rolling d'impatto che questo ha sulla differenza sulle diversità culturali è chiaro che questo è un impatto enorme
Più le nostre potenzialità di costruzione di culture diverso e di distribuzione dei compiti cognitivi della cultura humaine Tano piume interno le differenze tuttavia ci sono dei limiti
Perché queste culture che noi sviluppiamo sono vincolate dalla nostra
Natura biologica abbiamo un cervello il cervello il collo di bottiglia non è possibile pensare al di là dei vincoli del nostro cervello non possiamo costruire macchine che prescindono da come funziona la nostra memoria
Non possiamo costruire sistemi che non siano accettabili da esseri umani
C'è una ergonomia cognitiva di cui dobbiamo tener conto
Tuttavia Allo stato attuale la situazione sta cambiando fino a poco tempo fa lo sviluppo diciamo dell'homo sapiens si era retto su una tensione un conflitto tra vincoli biologici e apertura culturale
Le grandi transizioni col cui nitide il linguaggio la stampa la Rete modificano le potenzialità di una struttura che però Emmott è geneticamente determinata
La la variabilità culturale cioè era vincolata da una cornice biologica che rendeva sensato parlare di una umanità condivisa oggi le cose cambiano e cambiano rapidamente
La cultura può trascendere retroagire in in modo esponenziale sulla biologia dirò solo brevemente due ambiti un ambito che possiamo chiamare biotecnologico è un ambito tecnico biologico lambito biotecnologico è che il corpo diventa una variabile dipendente dalle nostre scelte culturali le nostre scelte politiche
Noi possiamo in qualche misura grazie all'ingegneria genetica scegliere di modificare le leggi di natura che finora hanno sempre vincolato e sono grandi decisioni su cui le società si confrontano si devono confrontare e bisogna trovare un equilibrio
Un equilibrio difficile su come
Confrontarsi qui i valori della tradizione i valori delle religioni i valori della delle culture locali influenzano le scelte ma a loro volta queste scelte modificheranno le nostre tradizioni
Dal punto di vista che possiamo chiamare della techno biologia forse la figura più illustro attiva è quella del cyborg dagli misto tra tecnologia e cultura lo diventiamo tutti quando avete qui finiamo in tasca un cellulare
Che diventa parte integrante della nostra vita
Ma oggi noi sappiamo che
Possiamo non abbiamo bisogno per così dire di impianti di pacemaker rimpianti che rendono la nostra vita migliore e a volte la nostra vita possibile nell'unico modo che ci è dato abbiamo bisogno in qualche maniera di
Molte altre
A supporti tecnologici per poter vivere come vediamo i nostri ambienti sono intelligenti come un treno senza le rotaie non si muove la nostra mente senza le biblioteche senza le televisioni senza non funziona non funzionerebbe e più gli ambienti sono Diversi si diceva più sono diversi elementi che emergono
Le possibilità quindi
Cambiano il dove e il come fisici non sono più dei vincoli come erano vincoli una volta
è stato detto l'identità della rete nella Rete è del tutto o contingente la localizzazione di una persona in uno spazio fisico diventa sempre meno rilevante tutte le sue interazioni sociali
Questo è un grande cambiamento anche del nostro senso di noi stessi
Le possibilità di auto modificazione della specie umana sono sempre avvenute sul versante soltanto della cultura oggi
Non l'abbiamo più la necessità di sottostare ai vincoli del corpo se decidiamo di farlo è una decisione che noi dobbiamo prendere una decisione che in parte stiamo prendendo si vieta la clonazione umana si discute sui limiti ma la stiamo prendendo in un modello di società
Quando ci saranno altri modelli di società che sceglieranno diversamente come ci confronteremo con questi modelli
Naturalmente è un pensiero che sgomenta e può sgomitare anche culture che sono ancora più lontane dalla nostra nel confrontarsi con il tema della tecnologia
Noi progettiamo ambienti che ci accudiscono sempre di più la casa intelligente oramai diventata d'uso comune questa nozione
E d'altra parte un eccesso di accudimento può privare la nostra vita di una dimensione che oggi è
Normale potremmo trasformarci in creature puramente edonisti che che hanno delegato ogni compito veramente impegnativo macchine intelligenti e quindi la soggettività si stempera e si scioglie per così dire in una passività o al contrario
In Titanus sopra individuali e collettive rese possibili per esempio dalle reti eccetera possono togliere potere decisionale di individui super organismi sono realmente sempre più possibile le possibilità che un governo a oggi un governo uno sono o comunque entità sopra individuali di
Considerare le scelte degli individui come in qualcosa di poco rilevante di coordinare sempre di più le loro attività sono enormemente superiori a quelle di un tempo
E questo è anche una minaccia inoltre ci sono differenziazioni contrapposizioni possibili e anzi già avvertite tra un mondo ricco tecnologico e anziano è un mondo povero sopra popolato il giovane se ne è parlato molto nome
Il caso di fermarsi
Adesso torniamo per concludere al tema del conflitto no dell'identità del conflitto
Da cui siamo partiti
Io direi che il tema del conflitto del del tra civiltà conto che temiamo cioè quello che non vogliamo quello che temiamo
Vai potrebbe essere aiutato nel nella nostra desiderio di comprenderlo da una riflessione filosofica che tenga conto anche di questi aspetti che tenga conto di queste
Differenziazioni come quindi aspetti di un problema più vasto le cui radici e metafisiche
Affondano nella natura auto poi Yeti cauto formativa degli esseri umani la capacità della nostra specie di sovrapporre un'evoluzione culturale a un'evoluzione biologica apre un mondo di potenzialità che certo sono state anche
Come dire la fonte del nostro successo evolutivo ma senz'altro sono molto inquietanti
E il il timore il tema di quella che un autore di fantascienza Bruce Sterling chiamava la matrice spezzata
Ovvero la frammentazione del dell'umanità frammenti di umanità divisi in progressivo allontanamento è una possibilità che dobbiamo avere il coraggio di guardare fino in fondo certamente ci può dare un po'l'amaro in bocca affrontare questo questo tema
Però sì forse un prezzo che vale la pena di pagare se ci fa comprendere che quel bene prezioso
Che è la nostra soggettività personale la nostra individualità non è una approccia solide ed eterna che dobbiamo dare per scontato anzi è un organismo fragile un organismo debole
Che vive in un ecosistema particolare delicato e provvisorio che va a tutelare con tutta la nostra devozione
Grazie professor
Nessuno dei due pensavo delle regole precise
Va bene sto qui
Grazie al professor Francesco
Sì all'intervento
Massimo Cacciari sì all'intervento di Roberta gli uccelli sono stati in modi diversi
Due mi è sembrato due appassionate perorazioni
Per una visione diciamo così non ultimativa e non bellicista del conflitto per una visione dove c'è insomma
Versione dolce il conflitto che servisse anche a depotenziare la filosofia della storia di quella sua portata micidiale che spesso tradizionalmente avuta in qualche modo vediamo potere avere anche oggi
Perché ne affetti la dimensione bellica la dimensione dello scontro del conflitto aspro ultimativa della guerra e uno dei cuori pulsanti
Della categoria filosofia della storia
E proprio di questo credo ci parlerà punto a conclusione di questo incontro professoressa non è Severino
Riprendendo un po'il tema generale della filosofia della storia e ponendolo in questa prospettiva della della guerra a lui la parola
Questa mattina leggevo da
Bella anticipazione di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera
E mi sembra a di poter condividere quello che avevo detto il giorno prima dove era intervenuto anche il nostro rettore magnifico
Professor don Luigi Verzé
E cioè mi sembra che a Milano
Si stiano creando delle condizioni per le quali in quella reciproca diffidenza
Tra sapere scientifico sapere umanistico
Possano venir meno
Mi sembra che a Milano ci sia creando beh forse ci potremo tutti ingannare una situazione in cui
La presenza di
Sovvenzioni in senso economico si sposi
Con un in Terrence che vada oltre i campi
Tradizionalmente separati
Del sapere scientifico e del sapere umanistico e aggiungo del sapere filosofico perché il sapere filosofico è sempre un grande enigma alla pretesa
Di porsi al di là probabilmente al di sopra e delle delle Humanity sette
Del scientificità
Per
Concretare questo discorso direi che
Un popolo non vive in sogno se sa se conosce
Il significato fondamentale del tempo in cui vive
E qui siamo nel tema toccato da prima da Ernesto Galli Della Loggia poi anche dagli altri
Colleghi il tema del significato unitario della storia
Un popolo Viviani sono vive con uno struzzo
Se invece di guardarsi attorno e capire dove si trova mette la testa per terra
Continua a sopravvivere per poco perché ci saranno poi quelli che lo toglieranno di mezzo
A questo punto
E credo che anche qui si siano parecchi che dicano ma che cosa ci stai dicendo a proposito del significato unitario dalla storia che cosa ci stai dicendo oggi
In un tempo in cui
Si è quasi tutti convinti che non esista un significato unitario dalla storia perché la cultura degli ultimi cento anni e forse anche duecento anni ci porta proprio
A questa conclusione che come non c'è un centro del mondo fondamento del mondo
E così non ci sia un centro dalla storia un principio esplicato ora dalla storia
Un significato unitario della storia
Certo che la sento aleggiare questa obiezione che l'obiezione che si può chiamare anche la voce
Della specializzazione scientifica sia Series CE scientificamente specializzarsi
Ma
E proprio così chiuso il discorso
Tra questa nostra tendenza così bellamente espressa ripeto mi è piaciuto molto il tuo
Titolo scritto sul Corriere
E proprio chiusa qui proprio chiuso questo dialogo tra questa istanza così espressa dai Galli Della Loggia e dagli altri colleghi
Distanza del della necessità di cogliere un significato unitario della storia
E l'insieme di coloro che invece appellandosi alla maturità culturale degli ultimi due secoli dicono no non c'è nessun significato unitario dalla storia no non è chiuso il discorso
Perché allora chiedo scusa di questo piccolo apparente giochetto concettuale
Perché allora il significato unitario dalla storia
E proprio la tensione tra chi sostiene
E chi nega l'esistenza di un significato unitaria dalla storia
Se c'è questo scontro
Che in qualche modo rispecchia anticipa lo scontro fatto con le armi se c'è questo scontro è allora vuol dire che in questo scontro consiste quel significato unitario che ogni tipo di scuola dalle elementari su su fino all'università deve tenere presente
Vedo con estremo interesse l'esperimento del San Raffaele perché mi sembra che questo discorso che il sottoscritto va portato avanti da tanto tempo
Sia in qualche modo rispecchia
E cioè in una scuola non si può dare per scontato l'assoluzione tra queste non la si può dare per scontata la soluzione tra queste due tesi cioè
E non cioè un significato unitario dalla storia
Però in una scuola una scuola ha l'obbligo di mostrare la tensione tra queste due tesi che è poi la tensione tra il nostro grande passato
Quello in cui appunto si sostiene che esista un centro unitario del mondo e quindi anche un centro unitario della storia
Tra il nostro passato
Che si esprime in questi termini e il nostro presente una scuola che non metta al proprio centro questa attenzione non è scuola
E lo struzzo di cui parlavo prima ci può essere struzzi in più modi o per esempio quel tipo di scuola che delle anime belle
Che si chiudono nel passato e hanno la pretesa di servirsi della scienza e della tecnica come di un semplice strumento
Cambia come unico
Come unica finalità quella proposta dalle forze
Che di tale strumento si servono
Oppure quell'altra forma di di struzzo di politica dello struzzo
Che consiste nel far ricominciare l'attività dell'uomo da Letta scientifico tecnologica
Ignorando la funzione che ha avuto il nostro grande passato culturale in cui c'è anche il cristianesimo
La funzione di andare incontro e ha ai nostri essenziali problemi che sono i provini del dolore e della morte
Due i problemi che sono stati affrontati ecco in questi due grandi modi o evocando
Un senso unitario dell'esistenza
Ho dicendo qui Cacciari aveva espresso delle cose interessanti proposito pure dicendo
Affermando la contingenza il discorso di cacciare Egitto sotto il picco del cultura contemporanea
Che siamo appunto frantumati nella casualità nella contingenza di cui allora la necessità di una presa di posizione
E vorrei ancora un poco concretare questo questo che potrebbe essere un programma di di scuola universitaria
Cioè un programma che dice lei chiudersi come le anime belle né passato né chiudersi nella parente razionalità che ci si dimentica del passato e razionalità di tipo scientifico tecnologico ma una scuola deve porre al proprio centro la fusione la discussione tra queste due
Tra queste due istanze niente scuola seria siano cioè la fusione e dico niente scuola ad ogni livello scolastico
Per è rendere un po'più concreto questo mio discorso e siccome
Statali della Loggia in qualche modo anticipato
è un po'il proposito che c'eravamo detti
Detenere in circolazione tema dalla guerra
E che vorrei in qualche modo esemplificare chiaro che ognuno di noi ha detto milionesimo di quello che avrebbe voluto dire
E e questo è un bene perché poi le cose importanti sono come dei tabernacoli chiudendo il genere abbastanza chiusi Aprilia al momento opportuno vorrei può esemplificare per quanto riguarda
Ecco l'incidenza della Filosofia nella cultura l'incidenza non solo teorica ma anche pratica
Quindi era morta era molto bello quello che c'era c'era Francesca io avrei voluto replicare non essere violenti con le tenebre ma e perché è essere violenti Condi interruttore
A proposito del tema delle della guerra vorrei dire
A proposito dell'incidenza della filosofia in su questo tema e vorrei richiamare questa sequenza molto rapidamente
Tutti abbiamo sperimentato che
La grande conflittualità planetaria si è spostata dall'Acea estroversa
All'asse nord-sud
Solo che il problema sarebbe quello di comprende almeno di mettere sotto apprezza sì questo spostamento sia una semplice casualità oppure se abbia una ragione
Provo a indicare la ragione lo spostamento dell'axé conflittuale
A la ragione consistente nella progressiva omogeneizzazione del nord del pianeta
Ormai al nord del pianeta non ci sono più i nemici mortali del comunismo capitalismo al nord del pianeta
Si è ridiventati omogenei di cori diventati perché una volta Parigi
Era a colloquio con Mosca
Solo in un secondo tempo
Si è creata con la frattura per cui tra mondo occidentale e mondo dall'estrema ci si è considerati come nemici mortali quindi è una una guerra mondiale una guerra mortale
Allora si è spostato al nascere della conflittualità perché il Nord è diventato
Ho ridiventa o tende ridiventare con tutte le New Towns che noi dobbiamo fare quando enunciamo dalle tesi di questo genere tender ieri ridiventare omogeneo
Ma anche qui è un semplice fatto
Ho ha una ragione questa progressiva omogeneizzazione del nord del Pianezza
Anche qui proviamo a mettere sul tappeto perché di più non possiamo fare
La tesi che la ragione di questo progressivo a renderci omogeneo
Dal Nord al Pianezza
E la ragione
Ciò che comunemente viene chiamato
Ire chiamata l'estromissione della cultura tradizionale e e di quelle propaggini o conseguenze più o meno cattive della cultura tradizionale che sono le ideologie
Le ideologie la cultura tradizionale oggi si parla di metafisica quando si dice la parola metafisico sembra circa cinico tv usi un insulto invece dovremmo imparare a riconsiderare alla
Potenza della grandezza della parola metafisica
Ecco allora il pur grande passato dell'Occidente cristianesimo compreso viene spinto ai margini perché al centro viene al trovarsi viene a imporsi la potenza dalla scienza e della tecnica
E qui ci sarebbe parecchio da dire mamme preme indicare una sequenza
Costituita da quei perché che vado indicando non tanto con l'intento di dare quella risposta ma con intenti a dimostrare
Che se si può parlare di filosofia la storia non si può prescindere dai perché non si può raccontare
Seguito di eventi ma sia a che fare con la categoria dell'esplicazione della Fondazione o come altro lo si voglia chiamare
Accade oggi che
Tutti lo percepiamo anche se ci esistono nobili tentativi da parte dalla coscienza religiosa di riporre al centro il cristianesimo il cattolicesimo
Tutti percepiamo che
Non è più la fede che muove le montagne
E tutti abbiamo questa sensazione che almeno la gente crede che le montagne sono mosse ormai dalla razionalità di tipo scientifico tecnologico
Sarà vero c'era falso ma indipendentemente dalla verità falsità
Dell'affermazione sta di fatto che la gente
Dico gente appositamente sempre più proteso verso rapporto col mondo di questo genere
Ma anche qui e arriviamo all'ultimo perché
è un fatto semplici accadimento che la scienza
E la tecnica si pongano al centro
Be innanzitutto cosa vuol dire che si pongono al centro
Che vuol dire che
Lo scopo della scienza e della tecnica
Che è quello di aumentare indefinitamente la potenza dell'uomo
Lo scopo della scienza e della tecnica diventa lo scopo delle forze che intendono servirsi della scienza e della tecnica andiamo verso un tempo intendo dire così tanto per esemplificare
Non sarà più una democrazia servirsi della tecnica non so o non sarà più il capitalismo servirsi della tecnica sarà la tecnica a servirsi del capitalismo e della democrazia
Questo è il i i il contenuto che in che bisognerebbe fondare
Ma e con l'ultimo perché ma come può accadere una cosa di questo genere che queste grandi forse enumeriamo le ancora una volta
Democrazia
Capitalismo cristianesimo
Comunismo
Nazionalismo
Isola
Insomma
Queste forze che intendono servirsi della tecnica come può accadere
Che vengano giocate dalla tecnica
E divengano dei mezzi di cui l'apparato scientifico-tecnologico si serve non tanto per non già non più per realizzare un modo democratico cristiano islamico capitalistico eccetera
Ma servendosi di queste dimensioni per incrementare all'infinito la potenza dell'uomo
Che in questo in questa prospettiva si
Ripropone Larry Tisch Ficut di che con cui si apre la vicenda biblica come può accadere questa questo rovesciamento ecco qui arriviamo
Alla quello che si potrebbe chiamare all'apologia della filosofia la filosofia non ha bisogno di Apologia anche quelli che non hanno mai sentito parlare di filo fino all'anno nel sangue la filosofia e come la circolazione sanguigna
Ci pensano i pochi ma tutti vivono perché c'è la circolazione sanguigna la circolazione sanguigna e che cos'è
E quel sistema di categorie di significati che sta alla base di tutto ciò che l'uomo ha pensato fatto operato in campo economico filosofo in campo economico giuridico politico pratico
Amo dire che la filosofia e la scacchiera su cui vengono giocati tutti i grandi giochi teorico pratici dell'Occidente e ormai del pianeta ebbene l'ultimo perché come può accadere che la tecnica l'apparato scientifico-tecnologico
Divenga allo scopo
Di queste forse
Che dunque rispetto all'apparato si pongono in qualche modo sullo stesso piano
è può accadere perché queste forze
Non si presentano più come verità il discorso che faceva prima allora professoressa Monticelli
E giustamente invocando questo concetto dalla tradizione filosofica della verità ma che è anche il concetto che daccapo gli ultimi duecento anni
Dalla nostra cultura e filosofica e scientifica hanno messo in discussione dico e e
Ormai questa è forse hanno perso l'aggancio col senso radicale della verità
Se noi ci dimentichiamo di questo senso radicale
Non capiamo nulla della protesta dell'uomo moderno contro il passato
Non capiamo più nulla della crisi dei valori del passato di quei valori di cui parlava Cacciari
Dobbiamo guardare in faccia che cos'è questa forza che porta al tramonto
No verità intesa in senso tradizionale
Ora io certamente qui non potrò
Indicare in che consista questa forza però vorrei concludere con due osservazioni
Il nostro problema ecco l'undici settembre
Il problema
Di quello che preme più attento ha chiamato lo scontro di civiltà
Il problema del rapporto tra mondo cristiano nel mondo islamico
Ecco credo
Che si sta imposte si stia impostando male il problema
Perché non è che da una parte ci sia per esempio cristianesimo e dall'altra parte ci sia isola
Perché lì sulla come il cristianesimo è a pieno titolo radicato in ciò che chiamiamo ci dense
è uno di questi titoli maggiori per quanto riguarda l'Islam e proprio la sua derivazione dalla dalla cultura filosofica greca
L'operazione che fanno i filosofi dell'isola penso per esempio ad Avicenna è la stessa che fa Tommaso d'Aquino
La vicenda il Corano è compatibile con
La grande e la rivelazione coranica compatibile con il messaggio razionale per i greci con la filosofia dei greci
Tommaso d'Aquino fa questo discorso il Vangelo è compatibile
Con quello stesso contenuto filosofico di cui parlava Avicenna
Lo scontro non è tra cristianesimo Islam il cristianesimo e isolano ci sono essenzialmente solidali rispetto a che cosa ma il vero nemico e dell'Islam
è chiaro che qui distinguo nettamente tra l'Islam autentico e le degenerazioni terroristiche dell'Islam qui sta parlando dall'alto Islam e dall'altro cristianesimo
E nemico autentico dell'Islam e del cristianesimo
Non è
I consumismo il Satana americana
Ma è la modernità e quell'altra dimensione alle terapie che è appunto quella cultura sulla quale troppo poco riflettiamo e a mio avviso anche la Chiesa rifletta troppo poco chiamandola chiamandola relativismo
è quella cultura che mostra l'impossibilità
Di un senso unitario dalla storia di un dio questo è il problema
E altri direi rispetto ad ogni altro problema
Questo a l'unico ad avere dignità primaria o anche ogni altro problema subordinato rispetto a questo perché
E che qui e si tratta di decidere o per la vita o per la morte
è vero o non è vero che la cultura innanzitutto filosofica degli ultimi duecento anni
Fondato l'impossibilità dei valori della tradizione la cultura degli ultimi duecento anni non è semplicemente per attivismo di cui continua a parlare purtroppo e continua a dirlo ai miei amici cattolici non è quel relativismo
Di cui parola chiede e che è così facile sbarazzarsi perché era conosciuto dai sofisti
Per loro la Filosofia dopo due mila anni restò due mila cinquecento anni di storia sarebbe arrivato a quella povera cosa che il relativismo ma no è una cultura filosofica del nostro tempo è qualche cosa di ben più potente che bisogna guardarlo in faccia
Da la nostra con di nostro grande passato mantiene la propria grandezza solo se guarda in faccia la pericolosità
Di una cultura ripeto filosofico scientifica
La quale Mozart l'impossibilità di quei valori dal passato non semplicemente Dio è morto perché la gente non crede più in Dio no c'è ben altro in questi o perché se si trattasse solo di questo la gente potrebbe tornare a credere in Dio come qualcuno dice
Cioè cioè il dire motocicli Castelcivita se noi no crediamo in Dio Dio può resuscitare vece quella terribile potenza della cultura filosofico e scientifica
Degli ultimi due secoli quel ter quel terribile potenziale distruttivo è il problema che deve stare al centro e chiudo quindi di ogni tipo di scuola io mi auguro che
Il nostro lavoro lasciar Raffaele tosse
Convergere da più direzioni
Per perché appunto non si faccia da capo come lo struzzo
Il viso nella sabbia ma si guardi in faccia quello che per certuni è il nemico
Per certa tele per esempio CD dove CD sviluppare il mio discorso filosofico è un nemico sui generis al quale bisogna dare
Ogni aiuto perché acquisti la massima potenza in modo che quando lo si distrugga si è distrutto un vero nemica non un fantoccio che ci siamo costruiti io mi auguro che il nostro lavoro all'università Sciarra fra viene e abbia questo centro tematico che coinvolge e la Filosofia e la scienza e e qualsiasi tipo di cultura qualsiasi tipo di attività culturale
Grazie
Non potrà esserci come voi capite le ha perse il posto comportamento sta indicando non si sente
Il terzo consente dicevo data l'ora tarda non ci sarà il dibattito che pure era previsto questo incontro finisce con i morti perché
E numerati dal professor Severino
Appunto perché che aprono la strada ad un grande programma di un vasto programma di ricerca in cui cercheremo come lui ha detto noi del San Raffaele da la facoltà di filosofia di fare la nostra parte
Ringrazio naturalmente la Fondazione Prada che ci ha ancora una volta aiutata organizzare questi incontri è che qui presente nella persona del suo direttore e della possiamo dire ispiratrice fondatrice signora Prada
No è un ringraziamento non saluto al nostro rettore a don Luigi Verzè che anche lui qui presente e grazie a tutti buonasera