Assemblea generale della Confagricoltura

Bene possiamo cominciare a Bongiorno a tutti
E la parola al presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni
Grazie ne apertura
Prima del ringraziamento alle autorità
E agli amici intervenuti diamo il via a questi lavori con un rapido e sintetico video nella nostra organizzazione
Cultura entra nella vita di tutti noi c'è agricoltura nella nostra alimentazione nei prodotti freschi che qui stiamo intorno al mercato come dei prodotti trasformati dall'industria
Cioè di cultura nel paesaggio ordinato che scorre fuori dai finestrini freno un'auto più del settanta per cento del nostro capitano è gestito curate retrospettive annaffiati incontro
E c'è agricoltura anche quando scegliamo come fanno a tre milioni di italiani ogni anno di andare a fare le vacanze in una e magari si finisce per pensare all'agricoltura anche quando si porrebbe una vita dai ritmi più lenti alimentazione Sandra ed è parte inserito nel senso
Per alcuni la campagna una scelta è uno spirito e tanti altri la vita tale è diventata almeno
C'è tanta agricoltura nella vita di ciascuno di noi ma poi sappiamo davvero della vita della filosofia
Dietro l'agricoltura moderna c'è un'impresa beh c'è un imprenditore che investe in ricerca e innovazione nuove tecnologie esplorazione dei nuovi mercati da non esiste impresa senza sfida da e le sfide di oggi per l'agricoltura sono tante quante ne offre lo scenario competitivo europeo ed internazionale la sfida della qualità per dare il meglio al consumatore finale dalla distribuzione e all'industria di trasformazione agroalimentare
La sfida della competitività per reggere la concorrenza che viene dalle agricolture dei Paesi emergenti e dalla globalizzazione la sfida dell'internazionalizzazione
Per sostenere la circolazione nel mondo oltre che delle merci italiane anche del nome dei nostri imprenditori agricoli alla ricerca di nuovi mercati
La sfida della sicurezza alimentare che significa dare i cittadini alimenti sicuri ma anche la sicurezza di alimentarsi grazie all'autosufficienza produttiva di cui fino ad oggi abbiamo avuto
La sfida dell'eccellenza del made in Italy per consolidare il ruolo di ambasciatori dell'immagine dei nostri migliori prodotti alimentari schierati a fianco del meglio dell'architettura della moda della meccanica nazionale
La sfida del rinnovamento per dare una prospettiva di reddito e di crescita professionale ai giovani imprenditori che vogliano continuare una tradizione di famiglia o a quanti vogliono investire nella terra le proprie energie diventando gli imprenditori agricoli del futuro la sfida energetica per dare al Paese un'alternativa seria nel campo delle energie rinnovabili con l'enorme potenziale delle biomasse per la produzione di energia elettrica e dei biocarburanti di origine agricola no agricoltura vuole offrire risposte serie a ciascuna di queste sfide per questo da più di cento anni e al servizio dell'impresa che Guardalben Cato e che fa occupazione con le sue cinquecentoventisei mila imprese associate esprimono oltre il sessanta per cento delle giornate di lavoro in agricoltura
Confagricoltura rappresenta la principale organizzazione datoriale di rappresentanza del mondo agricolo in Italia
Nel sistema Confagricoltura c'è posto per tutte le tipologie di imprese agricole quelle di pochi ettari come quelle scritte per alcune migliaia quelle che coltivano prodotti di nicchia come quelle che producono commodities su vasta scala nell'industria alimentare o per la produzione niente
Con un denominatore comune sono intese che producono per il mercato
Ai suoi associati Confagricoltura offre sicuramente servizi qualificati le sue diciotto federazioni regionali le novantacinque sedi provinciali e gli oltre ottocento uffici comunali forniscono qualificata assistenza fiscale legale sindacale informazione economica e comunicazione sui temi dell'agricoltura per assistere l'imprenditore nella gestione quotidiana ma soprattutto fonte agricoltura affrettati associati rappresentanza e identità
Un'organizzazione d'impresa consapevole della responsabilità sociale dell'imprenditore ed il settore nel suo complesso
Un interlocutore credibile radicata coerente per tutti i corpi sociali le organizzazioni economiche dell'industria e dei servizi sindacati le istituzioni i cittadini e come Confagricoltura credono negli stessi principi la crescita dell'impresa è un valore per l'economia per l'ambiente per il progresso sociale
L'agricoltura è un valore italiano Confagricoltura è un valore per l'impresa
Grazie
Apro questa assemblea della Confederazione
Ringraziando innanzitutto
Il ministro De Castro per essere qui con noi stasera e dandogli il benvenuto nell'assemblea annuale di Confagricoltura
Ringraziando per la sua presenza l'onorevole Alemanno
Ringraziando i molti amici che vedo nelle prime file il Presidente Marino di Confcooperative
Presidente Bruni presidente Cerchiai
Le associazioni Coldiretti CIA Copagri magici e tutte le altre organizzazioni che hanno deciso stasera di essere qui con noi
In un venerdì pomeriggio che ci vede impegnati dopo una mattinata assembleare
Perché abbiamo voluto
Anche a nostro rischio
Far coincidere con la mattina del DPEF
Perché di quello vogliamo parlare in questa sede
Di una parte dei contenuti per lo sviluppo dell'agricoltura
Ma anche fare di questa sede un momento di riflessione circa le necessità del nostro sistema
Siamo all'inizio di una legislatura
Frutto di un risultato politico tra nostro avviso impone a un'organizzazione come la nostra
Ma direi a tutta la società civile organizzata
Di assumere un atteggiamento responsabile
La classe dirigente
E di impegnarsi in una logica propositiva di Progetto
Più piedi semplice ed esclusiva rivendicazione sindacale
La Confagricoltura è pronta
Sotto questo profilo a fare il proprio compito dare un contributo
Al mondo politico
Ed è su questo che io vorrei da subito sgombrare il campo
Da fuorvianti
Valutazioni anche di quello che io andrò a dire
Sì poniamo nei confronti del mondo politico tutto
Convinti che in questo momento la proposta delle categorie
Della gruppo delle associazioni di categoria che in questi mesi hanno tenuto tutte le loro assemblee
Le va a prendere il sopravvento
Sulla conflittualità
Il nostro Paese ha bisogno di una classe dirigente maturo a tutti i livelli
E allora noi crediamo che in questi momenti occorra
Da parte del momento politico e da parte del momento imprenditoriale
Saper trovare dei cammini condivisi degli obiettivi condivisi frutto anche di strategie condivise
E allora credo che in in questo momento
Sì è importante sottolineare che l'agricoltura italiana oggi fatta pionieri
Di grandi marchi
Di grandi filiere agroindustriali
Di imprese volute sia ben resa conto
Che la competitività di un sistema come il nostro non passa dalla singola impresa
Per quanto
Ottima combinazione di fattori produttivi e neanche dalla gruppo di imprese
Associate
Ma passa da una convinzione
Del sistema imprenditoriale
E da una convinzione del sistema politico
Di unire
I momenti decisionali e l'agricoltura italiana oggi fatta di commodities di filiera agro industriali e di grandi marchi
Vive oggi la necessità che in questi momenti decisionali emerga a chiare note la volontà politica ed emerga a chiare note la volontà imprenditoriale
E allora noi più di altri settori
Viviamo gli ambiti decisionali a livello internazionale nella WTO a livello europeo
E inevitabilmente a livello nazionale con le scelte nazionali che sono frutto di una valutazione che deve essere complementare
E affiancare l'ambito europeo e l'ambito internazionale
E non entrare mai
In antitesi o in contrapposizione
Con questi ambiti se non
Quando le condizioni lo richiedano e richiedono una presa di coscienza da parte di chi ha in quelle sei della rappresentanza politica
E allora io credo che sia stasera importante ribadire
In questa sede
Che noi abbiamo apprezzato
L'impegno della ministro De Castro e del ministro Bonino a Ginevra qualche giorno fa la fermezza l'equilibrio di aver portato in quella sede una posizione italiana
Una posizione di grande fermezza nell'ambito di questa OMC
Questa organizzazione mondiale del commercio che ha avuto certamente
Il difetto di non essere facilmente comprensibile
Di essere considerata una sede lontana molto tecnica
Al contrario la sede dello Meggie è una sede in cui grandi paesi si confrontano grandi realtà grandi comunità economiche sociali e le cui ricadute per quanto a noi imprenditori possano apparire lontane hanno una ricaduta immediata sulle attività economiche
Hanno una ricaduta immediata sulle scelte che l'imprenditore va a fare
E allora
Vorrei sottolineare che la presa di posizione forte di Confagricoltura verso quell'ambito
Non c'ha portato politicamente a ritenere finito il multilateralismo
Perché qualcuno ha detto
C'è anche il nostro giudizio è stato troppo rigido nei confronti del dell'ennesimo fallimento di Ginevra no noi non riteniamo superato il multilateralismo
Però riteniamo che sia profondamente sbagliato pensare che in quella sede sull'altare di quel tipo di multilateralismo Simonino tutte le politiche europee
E connesse il modello agricolo che è stato costruito in questi anni fatto di grandi obiettivi di sicurezza alimentare di tutela delle produzioni anche di competitività di multifunzionalità di evoluzione del sistema produttivo
E allora noi riteniamo opportuno che il multilateralismo sia alimentato
Da una nuova politica negoziale dell'Unione Europea fatta di accordi bilaterali che non sono in antitesi al multilateralismo malati mentali
E allora sotto questo profilo
Il nostro punto di vista e di chiedere qui rappresentante del Governo
Al ministro De Castro
Ai rappresentanti dell'opposizione
Che mondo politico si faccia carico
In quelle sedi di portare un messaggio politico che dia peso negoziale all'Unione Europea
Il cui peso negoziale in questi ambiti allargati esattamente direttamente proporzionale alla modalità con cui gli stati membri
Portano all'interno della sede dell'OMC istanze convinzioni
Delle loro realtà produttive sociali
La capacità negoziale europea dipende dalla volontà degli Stati membri
E dalla convinzione degli stessi
E allora vedete io su questo
Ritengo che sia fondamentale in un momento come quello che stiamo vivendo
Ritenere che
L'Europa produttiva l'Europa degli imprenditori agricoli che siedono in questa sala non può accettare
Assolutamente
Che nella sede del commercio internazionale si chieda ancora l'Europa di fare di più
Gli imprenditori italiani gli imprenditori europei hanno fatto molto
Hanno avuto tre riforme l'ultima del due mila tre
Hanno avuto un percorso sulla politica comunitaria chiaro fatto di obiettivi che hanno conseguito ed è paradossale
è veramente paradossale oltre che sindacalmente inaccettabile che in quelle sedi
Proprio all'Europa grandi paesi come gli Stati Uniti e come G venti Brasile India vengono a chiedere ancora una volta l'Europa di aprire le loro frontiere
Perché in quei Paesi otto giorni fa hanno detto il nostro obiettivo è l'accesso al mercato europeo
E allora vedete noi partiamo dall'assunto dall'analisi che l'anno che è appena trascorso è stato ancora una volta caratterizzata in termini di criticità per il sistema agricolo da una difficoltà di accesso al mercato
Ed è paradossale inaccettabile
Che grandi potenze economiche vengano a dire all'Europa ottusi spalanchi ulteriormente le proprie le tue frontiere o noi dell'OMC non ce ne facciamo nulla ma è al trentuno autore Dutto in contraddizione un altro dato
Quello che ci è stato fornito proprio a Ginevra dalle rappresentanze di ventun Paesi cosiddetti emergenti
In cui sono stati raccolti dei dati
E questi dati hanno confermato che gli stessi Paesi che chiedono a noi imprenditori
Di aprire i nostri mercati sono poi gli stessi Paesi che comparire tariffarie non tariffarie creano una concorrenza pesante in alcuni casi alimenta la concorrenza sleale per le nostre produzioni e allora gli esempi sono tanti siamo ancora oggi in una condizione in cui i Paesi come l'Egitto hanno tre mila per cento di dazi sul vino in cui Paesi come il Brasile
Se il vino non fa tredici gradi lo definiscono liquoroso e applicano il quaranta per cento di dazi in cui anche il continente asiatico rappresentato dalla Thailandia dall'Indonesia dal Giappone
Impone dazi che superano il centosettanta per cento ogni qual volta si spoglia il contingente di qualche piccola quantità
Su produzioni che noi facciamo nel continente europeo e che siamo intenzionati ad esportare
E lo stesso dicasi paradossalmente per le condizioni igienico fitosanitarie in cui proprio la Cina si oppone ad un allargamento della produzione dell'ortofrutta europea
A fronte di barriere igienico sanitarie che non considera al livello della sua condizione produttiva
Beh io credo che sotto questo profilo ci sia da riflettere molto ma oltre che da riflettere l'Europa deve uscire dall'angolo
L'Europa deve riuscire a imporsi
In una logica propositiva
Ebbene riuscire a dare un segnale molto forte perché venete l'Europa non può continuare a spiegare agli interlocutori Sordi quello che ha fatto
Deve entrare in una logica proattiva commercialmente
In cui si è in grado di spiegare bene gli indirizzi che ha preso in questi anni i risultati conseguiti ma sia in grado di avviare quello che dicevo prima
Allora l'abbiamo fatto lo stiamo facendo per il gas
Qual è il motivo per cui non lo possiamo fare per i prodotti agroalimentari italiani
Qual è il motivo per cui questi accordi bilaterali l'Europa non li può avviare in maniera più significativa
Per sostenere le nostre produzioni venete sotto questo profilo noi abbiamo accolto con favore
Il fatto che siano stati nominati a Pechino e Mosca nelle due delegazioni dell'Unione europea gli addetti agricoli
è un segnale che certamente ci incoraggia
E ci conferma la possibilità di avere delle corsie preferenziali
E aspettiamo sotto questo profilo anche un impegno della politica perché l'area di libero scambio deve vedere l'Italia come Paese leader nel Mediterraneo
Per gestire l'avrete di libero scambio nei confronti dei Paesi frontalieri nei confronti di chi deciderà come già la Tunisia ha fatto di scegliere l'Italia come mercato di sbocco e allora anche qui noi chiediamo un impegno forte del mondo politico
E a fianco di questo mondo politico la Confagricoltura ci sarà sempre perché quando io sento parlare di più export il più export si realizza solo con una politica che tenga conto anche di queste corsie
Che sono fatte di ruoli e di capacità di negoziare e di capacità di portare nostre produzioni laddove non basta un sistema produttivo per poterci arrivare questo significa
Gestire i fenomeni e non subirli governare i fenomeni e non subirne
E sotto questo aspetto io credo che l'ambito internazionale sia una buona sede in cui esercitare questo tipo di pressione
Certo è che
Il capitolo che ci riguarda
è cambiato
E allora noi diciamo che occorre mettere in piedi anche gli strumenti
Per realizzare le politiche dell'export il ministro De Castro lo sa bene
E l'abbiamo ribadito in queste settimane
Abbiamo condiviso il percorso che era stato realizzato con la costituzione di Buonitalia
Dalla loro ministro Alemanno oggi noi diciamo che sia importante dare anche a Buonitalia
Un ruolo in più un ruolo di coordinamento ulteriore
Perché all'estero ci andiamo in troppi
Ci vanno troppe istituzioni in maniera confusa e allora noi rischiamo sotto questo profilo di avere invece che è un vantaggio una perdita di competitività cioè di essere noi stessi a generare quella confusione nel mondo del consumo di cui non c'è assolutamente bisogno
E il capitolo di Buonitalia e io l'ho detto anche provocatoriamente
Gli imprenditori che sono seduti in questa sala i consorzi le cooperative e i consorzi agrari consorzi di tutela sanno quello che devono fare per aggredire il mercato
Qualcuno anche qui si è offeso ma io penso una Buonitalia che sostenga queste linee progettuali e che non sostenga studi di fattibilità o consulenti perché non ne abbiamo bisogno
Abbiamo bisogno di avere dei percorsi se
Allora ci attendiamo anche sotto questo aspetto di a vere
Una grande chiarezza ma di avere gli strumenti
Per un percorso che sia fatto in Europa è all'estero
E allora anche in Europa le dobbiamo cambiare come imprenditori l'approccio e cambiare anche
Con un'ulteriore spinta
Il confronto con l'Europa con un'Europa in cui l'Italia ha avuto in questi mesi in questi anni
Nelle diverse riforme un confronto serrato
Però vedete anche qui una riflessione convoglio la voglio fare
Noi abbiamo visto in questi anni uno spostamento dell'asse europeo
Verso nord
L'allargamento che è un valore sotto il profilo politico e sociale
Ha di fatto spostato il baricentro dell'Europa verso interessi che sono
Meno legati al nostro Paese meno legati a quello che si produce nel nostro Paese
E allora sotto questo profilo io credo che
Ci siano delle condizioni che Confagricoltura non accetterà
Noi abbiamo avuto una riforma del due mila tre
Quella riforma
è in corso di applicazione va applicata
E la riteniamo definitiva
Non la riteniamo modificabile nel due mila otto è una riforma che per quanto imperfetta non deve essere abrogata né tanto meno cancellata con un colpo di spugna invece oggi si riparla nel due mila otto due mila nove di verificare lo stato di salute
E allora anche qui un settore come il nostro non può avere un continuo percorso di riforme che radicalmente cambiano il quadro con cui l'imprenditore si confronta questo non perché Confagricoltura ancora una volta
Venga considerata come l'organizzazione che non accetta un percorso di cambiamento
Non accettiamo dal momento in cui però settore come il nostro deve avere un cammino di gradualità e di regole certe
E di interventi che siano anche cadenzati in settori come quello dell'ortofrutta del divino dell'olio
E hanno necessariamente bisogno di una gradualità applicativa
E quindi il due mila otto due mila nove si potrà discutere e ci saremo valuteremo il dopo due mila tredici
Ma non accetteremo un colpo di spugna di quanto realizzato nel due mila otto due mila nove
Non accetteremo
Che ci sia all'interno dell'Unione Europea
Una posizione che dia
Uno sbilanciamento anche qui frutto di equilibri diversi
Perché non possiamo accettare
Se dovesse avvenire ma sono certo che non avverrà che un capitolo come l'OCM vitivinicola ce lo scriva la Francia e Croci M. dell'ortofrutta se lo scriva la Spagna lo dobbiamo anche sotto questo profilo riportare una logica di alleanze
Ristabilire che se qualcuno parla di estirpazione di distillazione di espianto dei vigneti ne deve parlare con l'Italia se qualcuno parla di pomodoro ne deve parlare con l'Italia
E se qualcuno decide di intervenire nel due mila otto due mila nove per una via della riforma dei cereali o dell'Atene deve parlare con l'Italia che se qualcuno come gli inglesi pensa con un messaggio di modernizzazione
Di collocare il rimborso britannico per spostare una volta per tutte l'asse dell'Europa dimenticandosi dell'agricoltura mediterranea qualcuno gli deve dire che sia sbagliato di grosso allora in questi momenti ne abbiamo bisogno una capacità di dire a questi qui persona questi personaggi classe va riportato dov'era nel cinquantasette non una logica di retroguardia
Ma se nel cinquantasette siamo partiti da quindici per può arrivare a venticinque oggi dobbiamo tenere presente che l'obiettivo dell'Unione europea si vuole l'Unione Europea diventare un continente fatto di persone che credono nell'Unione Europea
Quaranta anche sotto questo profilo noi viviamo un momento di preoccupazione molto forte ai cittadini gli imprenditori si stanno allontanando dall'Europa
Ma perché la stiamo associando sempre di più a una sovraesposizione del momento burocratico amministrativo rispetto invece al momento politico
E allora noi dobbiamo riuscire anche qui a invertire la pendenza
Dobbiamo riuscire a riportare l'Europa vicina a chi produce e a chi lavora chi vive
Ma anche per risvegliare una consapevolezza è quella dello spirito competitivo guardate io ho girato un po'in questi mesi
La tanto decantata Cina che è parecchio indietro noi checché se ne dica perché hanno magari gli alberghi a cinque stelle ma l'acqua potabile negli alberghi non c'è uno rischia anche di prendersi qualche cosa di brutto
E la Grande Cina alimentata soprattutto da uno spirito competitivo da una convinzione che la candeggina vincerà nel mondo dell'economia non secondo me dobbiamo riacquisire a livello europeo lo spirito competitivo prima di tutto come imprenditori
E può anche come cittadini e questo spirito competitivo del continente europeo ci deve riportare al centro di un sistema politico che dia l'euro ha compreso internazionale
E sotto questo profilo io non temo l'allargamento dell'Europa ma l'allargamento deve essere assolutamente bilanciato da una convinzione di chi vive in Europa che questo continente unito funzionale alle sue condizioni di vita e alle sue condizioni produttive
Perché noi più questo meccanismo lo allontaniamo da chi ci vive più uno e allontaneremo i cittadini dalle istituzioni europee
E questo non è non solo non lo vogliamo ma crediamo sì un cammino assolutamente sbagliato
E allora sotto questo aspetto è in quel momento che riteniamo che ci debba essere un'attenzione attenzione delle riforme l'attenzione mercati agricoli l'attenzione di un equilibrio tra i Paesi e guardate la Mer visto la Polonia Cipro la Grecia proprio a Ginevra
Rispolverare con forza capitolo delle denominazioni di origine oltre che essere stato un elemento di sorpresa ha comunque dato un'indicazione positiva
Paesi che fino a oggi erano distanti da noi hanno scelto una strategia comune con l'Italia e l'hanno fatta propria e quindi non siamo in questo caso solo con i francesi legati da un aspetto numerico delle DOP IGP
Ma da una volontà convinta di portare questo modello a competere sul mondo
Allora io credo che inevitabilmente
Il percorso europeo Possa e debba essere alimentato da scelte nazionali
Lasciate nazionale che giustamente come qualcuno ha ricordato
Devono essere scelte complementari al momento rompe no non si devono contrapporre al momento europeo
Salvo inevitabilmente quando le scelte europee entrano in antitesi con quello che invece noi ci attendiamo e per fare questo occorre una volontà politica nazionale di calare all'interno del nostro mondo
Una politica agricola che abbia
L'attenzione a far coesistere due elementi quello della riduzione dei costi
E quello degli strumenti per competere per essere forti sui mercati solo da questa condivisione
Di strategia si può arrivare effettivamente a dare una risposta al nostro mondo
E allora voglio dire subito che è una cosa noi non abbiamo bisogno di nuove leggi
Noi non abbiamo bisogno di nuove norme noi abbiamo bisogno solo di applicare bene quello che c'è
E abbiamo bisogno solo di migliorare quello che c'è quindi qui è un appello al ministro De Castro non facciamo nuove leggi per l'agricoltura andiamo a intervenire con una sana manutenzione ordinaria
Laddove queste leggi hanno operato migliorandone ma non andando a moltiplicare gli animi venti non normativi il peso di queste leggi perché anche sotto questo profilo noi imprenditori ci aspettiamo una volontà che dia al sistema un alleggerimento complessivo
E allora vedete compare coltura ieri mattina grazie al nostro delegato ha concluso uno dei momenti più significativi della vita sindacale ha siglato il rinnovo del contratto di lavoro degli operai che ricorre florovivaisti
Io credo che questo momento oltre che rappresentare
Il momento sindacalmente più significativo abbia dato una risposta in termini di sensibilità
Nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori coniugando la flessibilità
Che gli imprenditori si attendono con la giusta remunerazione di coloro i quali lavorano per noi se l'agricoltura oggi dà ancora novecento mila posti di lavoro
Su duecento mila impresa lo dobbiamo anche al fatto che la componente datoriale si sa sedere al tavolo con i rappresentanti dei lavoratori e sa trovare delle linee di convergenza e quindi nella chiusura di questo contratto cioè uno dei capitoli importanti che l'agricoltura ancora oggi dall'economia del paese che è l'occupazione
Un'occupazione agricola che possiamo continuare a far crescere se manteniamo forte il dato che l'agricoltura per quanto multifunzionale sia deve fare reddito
Noi come imprenditori non possiamo pensare ad altre funzioni se non a creare ricchezza per il Paese e in questa direzione
La riforma previdenziale che è stata varata nella precedente legislatura voluta da Confagricoltura richiesta anche nella manifestazione di Bologna fatta conci e Copagri è una riforma che ne abbiamo condiviso che aveva dato lo stampo della riduzione del costo del lavoro del blocco della riforma Dini e oggi chiediamo al ministro De Castro di andare oltre
E compiere definitivamente il cammino della regolarizzazione contributiva per dare alle imprese un quadro definito di regole un quadro definito di risposte nei confronti dello Stato ma soprattutto una normalizzazione definitiva
Tenendo presente un dato che si è parlato molto di cuneo fiscale
In queste settimane in Confindustria ieri in Confcommercio mi ha parlato presidente marine Confcooperative
Allora noi diciamo con chiarezza la selettività
Stabiliamo i criteri su cui basare questo selettività
E non dimentichiamo mai
E in agricoltura quando si parla di stabilizzazione del lavoro
Si deve tener presente che il novanta per cento dei lavoratori agricoli sono operai a tempo determinato e non si può parlare di riduzione del cuneo solo perché indeterminato perché se facciamo così escludiamo l'agricoltura da subito
Allora stabilizzazione va bene defiscalizzazione va bene ma teniamo presente che se la selettività deve essere costruita conoscendo i settori
Conoscendo dove si va ad incidere e su questo percorso torno a dire non solo ci crediamo
Ma siamo anche convinti che sia arrivato il tempo di avere
Un quadro definito su cui gli imprenditori possono continuare a crescere inevitabilmente questo sì devo anche la politica fiscale del governo
Abbiamo condiviso in queste settimane il fatto che il ministro De Castro abbia devo dire
Retto
Alla con lo sguardo
Del viceministro Visco che guardava maniera tenebrosa tutti i settori e anche a noi
Però oggi noi siamo in una condizione in cui la stabilizzazione dell'IVA
Lei era per la nostra parte beh siamo in una situazione in cui sarebbe assolutamente
Inconcepibile mettere mano con una rivisitazione che invece
Ha dato con la stabilizzazione dell'IVA che abbiamo avuto qualche hanno fa ha dato una risposta definitiva un settore che era sempre in proroga
E allora no e anche qui riteniamo che ci sia la necessità di mantenere questo percorso
Ed eventualmente di
Valutare insieme
Alle organizzazioni qualsiasi tipo di cambiamento di rotta
Di cui oggi noi non intravediamo nessuna necessità
Sotto questo profilo una piccola parentesi
Il governo è partito con dei provvedimenti importanti
è partito con un confronto ma io qui dico alla ministro De Castro perché non ho ragione di parlare in questo caso di liberalizzazione che hanno toccato altri settori non siamo partiti con il tavolo verde con un confronto sereno
Mantenga alto ministro l'attenzione di questi tavoli perché io condivido le tesi di qualche collega
Delle altre organizzazioni per cui la concertazione non può essere intesa con qualcuno si e con qualcuno no o si fa con tutti o non si fa con nessuno
Perché questo altrimenti rischia
Il generale qualche percorso strana
E allora vedete
Proprio in tema di conservazione non abbiamo portato all'attenzione del Governo in queste settimane il ministro lo sanno detto qualche settimana fa a Cremona
Il dato del peso pure gradito amministrativo che grava ancora sulle impresa allora quando si parla di burocrazia qualcuno diceva è la solita lo sappiamo come si fa ne parlate danni ditemi cosa dobbiamo fare allora io lo dico
Con alcune considerazioni che sono anche emerse nell'iniziativa che ha fatto Enrico Cisnetto che saluto che è qui sulla Costituente a cui Confagricoltura con altro organizzazione datoriale ha partecipato
E lo dico da imprenditore
E lo dico come rappresentante di chi siede in cui è stata in questa sala
Noi come agricoltori non possiamo continuare con un assetto burocratico del Paese che vede le competenze agricole
Nelle regioni nelle province nei comuni nelle comunità montane dobbiamo avere definitivamente una risposta per cui di agricoltura
Ci può essere anche una sussidiarietà verticale però bisogna chiarire bene chi fa che cosa devono essere chiarite bene le strategie perché altrimenti fare l'imprenditore con una strategia dettata in una sede poi diventa assolutamente inapplicabile perché si alza il sindaco di quel comune e blocca il capannone la spalla la cantina l'impianto di molitura e in Italia ancora code
E in Italia ancora così noi siamo vittime delle conferenze dei servizi io poche ore fa peraltro allora sotto questo profilo la prima valutazione che mi sento di fare saluto sottosegretario Tampieri
Che è arrivato che conosce bene questo argomento è la Conferenza Stato Regioni
Noi siamo molto preoccupati di come sta funzionando la conferenza Stato-Regioni così come lo siamo stati nelle ultime negli ultimi mesi
Proprio sul piano di sviluppo rurale cioè la Conferenza Stato-Regioni non può essere la sede del sindacalismo istituzionale in cui il singolo assessore
Concepisce la Conferenza Stato Regioni come la sede della ripartizione finanziaria per portarsi a casa il bottino
Ora Conferenza Stato-Regioni diventa la sede delle strategie politiche agricole per quanto ci riguarda del Paese in cui gli assessori politicamente si confrontano
Ma però poi il quadro definito l'OPA il ministero
Gli assessori lo possono anche contrastare ma quando si esce di lì si deve calare sul territorio un messaggio che sia in grado di dare delle risposte e questo vale per l'agricoltura ma vale anche per l'Energia tema sul quale noi siamo molto attenti
Purtroppo non è questo l'abbiamo visto proprio sullo al piano unico sulla Piano di sviluppo rurale ma lo stiamo vedendo su altre tematiche l'articolo sessantanove l'applicazione della PAC
Ecco la Conferenza Stato-Regioni non può rimanere così come
Non è cioè prendiamo una forte presa di coscienza l'abbiamo detto ieri anche ad alcuni assessori e devo dire che alcuni assessori l'hanno detto a noi
Sono stati loro stessi a dirci manovre dobbiamo evidentemente fare della sana autocritica perché in questo modo la cosa non funzioni
E lo stesso dicasi per la necessità di
Riuscire ad avere anche da parte della declinazione territoriale della pubblica amministrazione un alleggerimento
Guardate ne abbiamo pubblicato dei dati cento otto giornate all'anno di burocrazia per un imprenditore agricolo
Diciotto tempi menti per assumere un lavoratore
Beh questo ci colloca non fuori dall'Europa ci colloca fuori dai paesi meno avanzati e questo non lo possiamo più consentire non solo perché competitività
In senso generale non può essere intesa soltanto la capacità dell'imprenditore di stare sul mercato ma delle regole con cui questo imprenditore a che fare giornalmente
E allora occorre
Detto questo
Fare anche una valutazione su quello che avverrà sulla rivisitazione della legge delega
La legge delega è un capitolo importante qui rivolgendomi al ministro ci faremo carico perché sarà nostro impegno delineare alcuni passaggi
Attraverso il quale riaprire il percorso della delega in maniera positiva
Di verificare quale potrebbero essere i percorsi per cui si possono migliorare
Da un lato i rapporti di filiera
Il decreto centodue ha dato sicuramente un contributo nel riordino
E qui dobbiamo fare anche della sana autocritica
Perché certamente non basta un decreto occorrono gli attori perché se noi che siamo artefici di quel decreto sotto il profilo operativo o non aggrediamo non ci mettiamo d'accordo litighiamo con gli industriali o loro litigano con noi
Certo è che nell'accesso al mercato qualcuno ci ha guadagnato di più e qualcuno di meno nove siamo sicuramente quelli che ci hanno guadagnato di meno
E nella catena del valore c'è chi ha guadagnato di più ed è stato sicuramente la grande distribuzione a cui diciamo con grande serenità imparate oltre che a vendere italiano a comprare italiano
Perché altrimenti non andremo da nessuna parte
E allora io credo che il capitolo della filiera ci deve vedere anche con dei meccanismi premianti
Ragioniamo su una riformulazione non una riformulazione un'azione correttiva del centodue per cui la trasformazione la distribuzione quarantenne abbiamo siglato con Coop Conad Fe de distribuzione un accordo per
Aveva un rapporto diverso con la Giglio che è rimasto per ora sulla carta salvo che per le reazioni di promozione comune cioè non siamo arrivati ancora al momento sullo scaffale che poi ovviamente verrebbe delegato alle OP alla cooperativa
E alle nostre imprese ecco io credo ministro che sotto questo profilo dovremo riuscirà a pensare a dei meccanismi premianti che motivi non la filiera
Perché l'aspetto contrattuale il momento più delicato non mi preoccupa provare con la Confindustria con la Federalimentare
Ma anche con i rappresentanti della grande distribuzione è un accordo quadro è un'intesa di ordine politica mi preoccupa quando noi caliamo sul territorio degli accordi quadro
Che non vengono rispettati che non trovano una condivisione delle parti e allora in quel momento si crea una lacerazione del sistema produttivo economico che non giova alla crescita
Men che meno la nostra
Quindi superare i rapporti di filiera significa creare queste condizioni e come dicevo prima anche con un'autocritica su questo
Credo che sia opportuno anche come Confagricoltura dirlo in questa sede
Noi abbiamo anche stamattina nel corso dello nostro assemblea fatto una riflessione sui modelli associativi
L'associazionismo deve essere frutto di una riflessione anche da parte nostra e avremo il coraggio di chiudere le scatole vuote
Avremo il coraggio di dire no a un sistema che probabilmente non è più al passo coi tempi
Avremo il coraggio anche di fare del nuovo associazionismo e di collocarci modelli che invece rispecchiano le necessità delle imprese questo è compito nostro non della politica
E sotto questo profilo anche qui
Le valutazioni sull'ultimo disegno dei Consorzi agrari la cui gradualità la dovremo ecco anche qui forse la delega potrebbe essere l'occasione giusta per calibrare alcuni passaggi ma su questo lo voglio dire compari coltura riflettuto con una sana autocritica
E l'abbiamo fatto anche considerando altri modelli
E abbiamo detto certamente che lo strumento il sistema cooperativo posso rappresentare un percorso
Per realizzare quel cammino di crescita dimensionale dell'impresa di aggregazione di prodotto la tanto decantata aggregazione
Contestualmente a questo mondo chiediamo di maturare sulla centralità del prodotto nella cooperativa in termini di gestione e anche di efficienza però anche qui voglio dire un ragionamento e riflettere su una considerazione più ampia
In questi anni in quest'ultimo stralcio attrattiva momenti c'è stata anche una delegittimazione di questo mondo che noi non abbiamo condiviso la riteniamo sbagliata
Perché è stato associato dei modelli in alcuni casi ritenuti superflui in altri casi ritenuti addirittura dannosi
Beh noi credo che
Sotto questo profilo Confagricoltura non solo ritenga che il percorso debba essere rivalutato ma non debba essere oggetto di valutazioni di questo tipo perché non fanno altro che delegittimare un contesto che invece
Per quanto ci riguarda ci ha portato e ci può portare nella direzione giusta
Anche perché io voglio fare un'altra considerazione quando si tende a delegittimare un modello veniamo relegati in un modello e io non credo affatto che il futuro dell'agricoltura passi dai modelli
Io credo che il futuro dell'agricoltura italiana passi dalla flessibilità con cui un imprenditore singolo associato si adatta al mercato
Quando ancora oggi sento qualcuno dire che costruirà un modello a cui l'imprenditore agricolo si dovrà adattare non solo rifuggo quest'idea ma mi sento personalmente offeso perché noi imprenditori abbiamo bisogno abbiamo la necessità abbiamo la vocazione
Di organizzare l'impresa senza avere nessuno che ci costruisce un modello sulla testa c'ero cala dall'alto e ci dice la mattina cosa dobbiamo fare
Abbiamo bisogno del conforto
E allora per questo abbiamo trattato nel dossier che trovate in cartellina che presenteremo al ministro il tema della dimensione competitiva
Il tema della burocrazia il tema anche di come fare una capitolo importante della sostegno all'export
Il capitolo del sporto so che è all'attenzione del ministro De Castro e allora noi abbiamo voluto sotto questo profilo delineare una serie di passaggi per la dimensione competitiva che è il tema unificante delle PMI
Perché non riguarda l'agricoltura ma riguarda tutti i settori e abbiamo voluto delineare un dossier proprio per declinare il meccanismo della dimensione competitiva
Dicendo anche che se raggiungeremo come io credo la possibilità di competere anche con dimensioni diverse
Occorrerà anche sotto questo profilo definire delle priorità
Che diano la centralità nell'agenda economica del Governo all'agricoltura
E allora sotto questo profilo credo anche che portare la centralità dell'agricoltura nell'agenda economica del Governo significhi
Che la filiera agroenergetica che sta per nascere non veda subito il peccato d'origine della defiscalizzazione a vantaggio di un'unica nello della filiera
Che se ne facciamo un piano di ristrutturazione per il settore bieticolo saccarifero non si faccia una riformulazione una riallocazione di risorse pubbliche senza consultare gli agricoltori che da quello CM hanno l'assoluta necessità
Ossessive infide di andare a intervenire
Come giustamente qualcuno può pensare di fare in capitoli che riguardano le nuove CM
Ma soprattutto l'applicazione della PAC del futuro si debba tener conto dell'agricoltore e di chi lavora in agricoltura anche in termini di rappresentanza questo lo dico anche perché se noi non manterremo non avremo la forza di mantenere le grandi filiere agroindustriali in questo Paese inevitabilmente l'agricoltura nell'agenda economica del Governo non ci sarà più
E allora vedete il tabacco ci ha insegnato una cosa il risultato c'è stata ma c'è stato anche perché Confagricoltura lavorato certamente bene ma c'era una condivisione di tutta la filiera
Lo zucchero c'è è segnato
Che certamente abbiamo avuto una situazione pesante ma in quel caso la filiera non era unita
E allora io credo che sotto questo profilo pensando al pomodoro
Dobbiamo riflettere perché non possiamo mettere in gioco la filiera del pomodoro la filiera del latte la filiera dei cereali
Perché se noi facessimo questo commetterebbe o non solo un errore
Manderemo un colpo definitivo al sistema produttivo del Paese e al sistema occupazionale del Paese e allora anche qui questi tre capitoli che riguardano filiere importante anche filiere delle commodities
Teniamo presente che c'è un dato o noi vogliamo mantenere il ruolo produttivo del Paese dell'Europa in un momento in cui l'abbiamo detto spessissimo aumentano i consumi mondiali
Lo stanno calando
E allora qual è il motivo per cui l'Europa e l'Italia si devono sentir dire ogni giorno nelle varie sedi che noi dobbiamo dismettere ruolo produttivo ma perché
E a vantaggio di chi
Dei commercianti internazionale che guadagnano sui Paesi meno avanzati perché può e quelli noti fanno arrivare un euro o un dollaro ma io credo che queste siano sfide di ordine politico e di ordine imprenditoriale
Che devono essere frutto di una riflessione all'interno di un'organizzazione come la nostra che l'organizzazione economica e che devono essere frutto di una spinta di una proposta nei confronti del mondo politico
E allora in conclusione perché qui che voglio arrivare
Dico anche che Confagricoltura a maturato pienamente la propria evoluzione
Sindacale la propria convinzione della necessità di questa evoluzione
Dicendo oggi alla stampa che noi passiamo dal contratto al mercato è una sintesi è una sintesi del momento contrattuale rimane il momento principe dell'attività di un'organizzazione economica datoriale ma se noi non incontriamo positivamente al mercato chi assumiamo più e quale contratto faremo e allora sotto questo profilo non abbiamo scelto il percorso di più occupazione abbinandolo ha più mercato
Abbiamo scelto di essere pronti con coraggio a formulare delle proposte coraggiose al fianco del ministro De Castro per dare il nostro contributo
Abbiamo scelto di essere anche in grado di cambiare una setto dell'agricoltura anche in molti casi non è più adeguata
E che dobbiamo avere anche noi questo lo dicono gli stessi il coraggio di saper accantonare per quanto lasciamo solo dire siamo tutti tra noi in alcuni casi siamo anche affezionati perché da tanti anni che il nostro mondo costruito così e quando si deve dismettere o chiudere un capitolo che è la storia dell'agricoltura italiana ognuno di noi ha qualche momento di smarrimento che però non può affermare il percorso della crescita e del cambiamento che guardate cambiamento
Significa avere la consapevolezza che per costruire il futuro inevitabilmente dobbiamo essere anche pronti a rinunciare un qualcosa in cui forse fino a oggi abbiamo creduto
E se cambiamo il nostro approccio sindacale anche sotto questo profilo lo facciamo perché
Vogliamo essere artefici di un'Italia che cresce ma vogliamo anche con convinzione rimanere
Gli artefici principali della crescita del nostro Paese in una parola vogliamo rimanere forti imprenditori agricoli italiano grazie
Voglio la parola al ministro
Dopo averlo a lungo citato chiamato in causa ringraziandolo ancora per la sua presenza da noi oggi in Confagricoltura prego Ministro grazie
Grazie
Grazie davvero il cuore presidente Vecchioni grazie a tutti gli amici di Confagricoltura per avermi voluto qui in assemblea giusto
Pochi minuti dall'approvazione del DPEF quindi con la possibilità di essere come dire puntuale sulla racconto di ciò che ci attende in questo importante documento di programmazione economica e finanziaria
Ma prima di di fare qualche riflessione e di annunciare qualche novità voglio portare tutti gli amici di Confagricoltura questa assemblea i saluti del presidente Prodi che come ben sa l'amico Vecchioni sarebbe dovuto essere qui oggi ma purtroppo la manovra del Di Pietro è stata più lunga del previsto io in effetti ho abbandonato un Consiglio dei ministri che sta proseguendo per fare ancora alcune limature
Verrà quindi reso pubblico io credo nella nel pomeriggio ma limature che non dovrebbero interessare il nostro settore per cui io penso che possiamo tranquillamente annunciare alcune alcune novità Amanda poi novità non sono ma insomma alcuni scenari che sono stati assunti oggi collegialmente dal governo
Allora innanzitutto le parole chiave un documento di programmazione economica e finanziaria con tre parole risanamento sviluppo equità e con queste tre parole vogliamo che il settore agricolo alimentare sia partecipe in ognuna di queste tre componenti
Risanamento sviluppo equità su Risanamento non è vogliamo vogliamo sottolineare lo fa bene DPEF che non è un settore l'agricoltura assistito fatto di piccoli agricoltori che non pagano le tasse un settore alla deriva come alle volte qualche leader europeo cita la sensazione di così di rappresentarlo come un qualcosa che in in libera uscita
Noi vogliamo questo documento di promozione economica e finanziaria a fare assumere a questo settore la centralità di un importante settore dell'economia italiana che può dare ricchezza e sviluppo
Quindi non un settore marginale ma un settore che oggi è al secondo posto nella classifica del settori economici del nostro Paese secondo soltanto alla meccanica
E che con i suoi oltre centosette miliardi di euro di fatturato rappresenta una grande realtà economica che può dare grandi opportunità di crescita e di sviluppo al nostro Paese quindi una sottolineatura orgogliosa del ruolo che questo settore riveste per la dimensione economico-produttiva
Come per la dimensione sociale ambientale
Importante perché in questo si inserisce grande dibattito che tanto c'ha occupato che probabilmente ci occuperà in questo senso
Saluto amico collega Gianni Alemanno
Perché lui ha vissuto la fase calda della riforma dalla politica agricola comune che come ben sa siamo ancora in una fase di di gestione di questa importante riforma ma che comunque è un in una riforma che ha attribuito in maniera chiara
Compiti nuovi all'agricoltura agli atti attribuiti dando in questo senso anche una chiara legittimazione a questa importante risorse finanziarie che annualmente l'Europa dal settore agricolo
Perché parliamo ancora di cinquantatré cinquantaquattro miliardi di euro almeno fino al due mila tredici sono nelle prospettive finanziarie dell'Unione quindi ci saranno è evidente che aver legato questa massa finanziarie questi aiuti non soltanto allo status di agricoltore ma al comportamento degli agricoltori nelle loro aziende
Attribuisce questa valenza questa risposta i nuovi desiderata i nuovi alle nuove domande della società e quindi legittima
Al di là e oltre ovviamente la dimensione economico produttiva che rimane quella centrale anche una dimensione di legame col territorio
Con il tema della qualità della sicurezza alimentare col tema del benessere animale tanto caro alle delegazioni del nord Europa
E quindi importante sottolineare che questo è un settore che può dare tanto tanto sviluppo e tanta ricchezza al Paese se sapremo cogliere la valenza l'importanza che le produzioni agroalimentari italiane hanno e in questo senso la sottolineatura tutta volta in positivo nel DPEF sulla capacità di trasformare questo settore in un settore più forte più competitivo più capace di catturare quella domanda alimentare mondiale che cita nella tua relazione perché è vero noi oggi assistiamo ad una ad un Stasi se non addirittura un calo dei consumi alimentari nel nostro Paese abbiamo visto in alcuni in alcuni comparti settore dell'ortofrutta in particolare dove addirittura negli ultimi anni abbiamo assistito un calo fisico dei consumi allora è chiaro che la crescita della dell'Offerta agroalimentare se non trova spazi all'interno del nostro mercato nazionale e obbligata a trovarli ai mercati esteri
E questo ovviamente impone per una serie di azioni non soltanto una presa d'atto dell'importanza di crescere all'estero ma anche una serie di azioni che riguardano le istituzioni ma che riguardano anche le imprese e qui mi ha fatto piacere il richiamo della relazione di Vecchioni anche alle alle associazioni in genere a tutti quegli strumenti che devono essere di servizio all'impresa
E non strumenti con i quali ci siamo affezionati e che in qualche modo ne vorremmo la continuità all'infinito in questo senso metto dentro anche i Consorzi agrari sui quali questa operazione che ha fatto il governo che è stata approvata
E che sta completando l'iter parlamentare va vista proprio in un senso come dire lo Stato toglie le mani nei Consorzi agrari ricorso segale diventano società cooperative come le altre
Assumendosi tutte le responsabilità impositivo tutte ovviamente anche gli oneri negativo di una qualunque società cooperativa a questo
è un fatto ancora una volta di come dire di rompere con una passato che a volte difficile diciamo così da digerire tanta accettare
Quindi un settore agroalimentare che una straordinaria risorsa del Paese
In particolare il settore agroalimentare che ha nella sua capacità di crescita
Soprattutto in questo quadro di globalizzazione di maggiore competitività dei mercati a nel suo interno tutti gli elementi per poter vincerla questa sfida ma che per poterlo fare abbiamo bisogno di rendere le nostre imprese più forti più competitivi
E qui richiamo specifico che fa il documento sulla concentrazione sul rafforzamento delle imprese
Uno specifico riferimento alla concentrazione cooperativa che sappiamo quanto importante nelle nostre imprese cooperative riuscire a dare quella dimensione economica paragonabile agli altri Paesi
Tante volte lo abbiamo fatto e lo qui Presidente Marino mi fa piacere ricordare lo con la sua presenza i i paragoni semmai l'Italia avesse la Granarolo comprare
La Parmalat che per noi sarebbe un'operazione gigantesca un miliardo di euro che contano quattro e un'azienda cooperativa di cinque miliardi di euro ebbene se mai lo facesse sarebbe comunque quarta quinta in Europa
E in queste quattro cinque imprese
Almeno due o tre son cooperative questo per dire che lo strumento cooperativo certamente in altri paesi ha raggiunto dimensioni organizzative molto maggiori delle nostre quindi non abbiamo bisogno di un'iniezione da questo punto di vista naturalmente per tutte le imprese
E il riferimento e in generale alla crescita dimensionale delle imprese
Ma un punto centrale nel capitolo che riguarda il sistema agroalimentare del DPEF questa sottolineatura forte sulla capacità di catturare domanda mondiale sappiamo che questa domanda mondiale cresce a ritmi del quattro cinque per cento l'anno che in alcune parti del mondo la crescita ha raggiunto il sette otto per cento annuo
E sappiamo però che il nostro sistema agroalimentare questa domanda non la cattura
Non la cattura se non solo in parte perché la percentuale che è lì bloccata quel quattordici quindici per cento è ancora troppo bassa se soprattutto ci rivolgiamo ad un settore che noto in tutto il mondo per la qualità per il legame alla storia all'origine alle tradizioni alimentari in un Paese come il nostro all'Italia chi vede nel made in Italy certamente una delle leve di presenza mondiale più forte non a caso ce lo copiano
Molte parti del mondo non a caso e lo ricordava anche questa volta Recchioni ricca in ambito WTO abbiamo dovuto fare questa questa questa battaglia che però io stesso ho visto significativo passo avanti rispetto almeno al confronto che potevo fare io quando lasciato Baudo partiti nel novantanove
E quando venimmo visti come marziani soltanto citare il capitolo Trips il capitolo delle denominazioni di origine
E la difesa del sistema delle dominazioni a livello mondiale venivamo visti come mi per sentire Peter Mendelson direttamente dal sua voce Mendelsohn commissario al Commercio che riferiva in conferenza stampa dopo la il consiglio che abbiamo avuto giovedì
Ventinove a Ginevra riferire che non tornerà in Consiglio affari generali se non ci saranno passi avanti significativi su questo capitolo beh per noi è stato un effettivamente una presa di coscienza che oramai in larga parte dell'Europa si convinta sulla necessità di fare un passo avanti nella tutela delle nostre produzioni geografiche tensione che dietro le nostre tutto la tutela delle indicazioni geografiche c'è la tutela più generale dei marchi
Perché noi come Italia soffriamo
A tutto tondo sul problema di come i nostri marchi nostro made in Italy viene copiato
E a volte in maniera illegale a volte in maniera legale in molti mercati mondiali Non solo Nord America Giappone e sappiamo quanto potrebbe essere diciamo già da solo questo aspetto per dare un contributo significativo alla crescita di questo settore i nove decimi del consumo alimentare negli Stati Uniti per i prodotti italiani o meglio per i prodotti che vengono in qualche modo identificati con l'Italia non si parla di Italian sounding
Ed è nove decimi non hanno nulla a che fare con il nostro Paese quindi il tema della tutela dei marchi
E presente nel DPEF naturalmente va nella scia di un lavoro che non è un lavoro iniziato oggi che ha iniziato da molti anni e che sta proseguendo a un curiamo ci con qualche possibilità di successo anche in questa ultima oramai chance che è rimasta appesa al filo luglio due mila luglio luglio fine luglio di quest'anno che la la la possibilità data
Dal WTO nelle mani di Pascal Lamy che dovrebbe tentare in in extremis un accordo con i grandi Paesi anche se va evidentemente con molto realismo sottolineato che l'imminenza delle elezioni americane da una parte che sono novembre le elezioni di metà termine le elezioni in Brasile rendono difficile il clima politico per la raggiungimento di un accordo e certamente quindi piaciuto richiamo
Presidente Vecchioni certamente l'Europa ha già dato e quindi non siamo in condizioni a consentire Mendelsohn alla Fischer belle ulteriori concessioni unilaterali lo ha fatto l'Europa con la politica agricola comune in maniera coraggiosa
L'abbiamo fatto un come nel due mila cinque
Ora certamente non possiamo concedere noi altri concessioni e il momento in cui gli Stati Uniti con il loro fare Billè nel momento in cui il G venti in testa il Brasile comincino a fare concessioni l'uno in campo agricolo l'altro in campo industriale e mi pare che da questo punto di vista la la diciamo la consapevolezza in Europa è quella di non andare oltre al quel mandato negoziale che allegato che allegato Mendelsohn è così si sta facendo
Naturalmente crescere nei mercati internazionali è una favola facile a dirsi ma occorrono strumenti le imprese che abbiamo detto devono crescere ma dobbiamo renderci conto che la qualità
La straordinaria qualità cui facciamo sempre riferimento delle nostre produzioni alimentari oggi è una condizione necessaria perché certamente non possiamo competere sul piano dei costi ma non più sufficiente
L'abbiamo detto tante volte non è una questione di essere affezionato oramai a questo slogan della capacità organizzativa della capacità competitiva ma certamente le nostre impresa i nostri imprenditori che orgogliosamente tu Federico nella finale della tua relazione dicevi noi orgogliosamente imprenditori non vogliamo avere l'agenda dettata da nessuno a noi imprenditori dobbiamo avere anche la consapevolezza che il lavoro nelle impresa non si esaurisce nel realizzare un prodotto di grande qualità
Ma siamo a metà dell'opera bisogna che questo prodotto di grande qualità raggiunga gli scaffali della grande distribuzione in Europa e nel mondo dove quel prodotto viene commercializzato
E purtroppo questo problema assai grave nel nostro Paese perché come ben noto
Il tema della grande distribuzione lo viviamo in uno stato di sofferenza perché la stragrande maggioranza dei gruppi italiani che ospiti gruppi e della grande distribuzione che opera nel mercato italiano non sono a capitale italiano
E ancora di più sembra oramai crescere questa dimensione internazionale lo dico questo con tutta serenità perché non è una sottolineatura protezionista nella maniera più assoluta il tema il semplice
Questi grandi gruppi non fanno altro che portarsi dietro delle logiche organizzative da loro Paesi se le trovano nel sistema d'impresa in cui aprono il punto vendita bene
Se non lo trovano Siri forniranno con i tradizionali fornitori in cui operano i loro Paesi
E questo non vale soltanto per noi nel mercato interno dove evidentemente la crescita di punti vendita la grande distribuzione che oggi è
A livello molto alto se loro consideriamo come gruppi d'acquisto siamo oltre il cinquanta per cento del consumo nazionale che passa da centrali d'acquisto stranieri
Se lo guardiamo in termini di di di quota di mercato siamo al ventiquattro per cento ma come centrali di acquisto è più del doppio
Ma il problema è che riguarda anche l'estero perché nella globalizzazione dei mercati aperti nel grande mare magnum di questo mercato internazionali si compete con questi strumenti
E quindi tante volte abbiamo detto che quando poi ci accorgiamo che la Francia o altri Paesi europei vedono crescere le loro esportazioni nei nuovi e ricchi mercati dell'Asia
Ed è facile perché prima di arrivare produzioni francesi agroalimentari arrivano i punti vendita di Carrefour
Aprono e dopo arrivano i prodotti alimentari francesi noi non ce l'abbiamo questi asset non ce li abbiamo queste portaerei
Quindi è evidente che lo sforzo che deve fare il sistema agroalimentare sotto l'aspetto organizzativo evidentemente molto più dura molto più forte di quanto non stiano facendo altri nostri paesi partner europei che godono di queste
Nuovi come dire nuove portaerei con cui riescono a vincere concorrenze ben forti in altri Paesi
In questo c'è naturalmente una capacità organizzativa da recuperare a tutto tondo ma va recuperata anche dal punto di vista dell'orgoglio imprenditoriale quindi mi piace
Dirlo qui oggi in assemblea di Confagricoltura l'orgoglio imprenditoriale che non deve metterci in condizioni tutte le volte in cui c'è una crisi di mercato ma che di crisi di mercato non si tratta
Perché quando parliamo di crisi di mercato dobbiamo essere come dire consapevoli che se si tratta di una inefficienza organizzativa
Perché stiamo producendo di più di ciò che il mercato chiede o di ciò che noi riusciamo a vendere tra mercato nazionale mercato estero o invece una crisi di mercato vera perché si è verificato un fatto straordinario cui le istituzioni devono mettere mano in questo caso l'esempio dell'influenza aviaria chiarissimo quello
è stata una crisi vera nessuno poteva immaginare e come una tegola che cade nella testa degli imprenditori cerchiamo di metter mano e e appunto stiamo cercando di farlo c'è un provvedimento che ha lasciato
Il mio predecessore Gianni Alemanno sul quale stiamo lavorando per cercare di portarlo a casa abbiamo affiancato un'altra iniziativa proprio per dare
Il più presto possibile risposte all'impresa
Però attenzione
Lì e crisi vera
Ma quando si tratta della crisi
Già annunciata dell'uva da tavola pugliese perché abbiamo delle stime di produzioni straordinarie per cui avremo una produzione eccellente e non si è fatto nulla per rendere più efficiente la parte organizzativa del sistema nei mercati esteri
E ci sono queste decine di migliaia oramai è una è una è una un la piana di nel tarantino vedere questi più dodici mila ettari no una cosa spaventosa straordinaria Castellaneta
E non vedere nulla dal punto di vista organizzativo un consorzio di ex Congo qualche struttura che in qualche modo organizzi questa produzione mercati esteri e noi sappiamo già perfettamente che avremo la gente nelle piazze avremo gli agricoltori nelle strade
Così come dobbiamo gioire qui davvero assurdo che quest'anno di Romagna forse non ci saranno problemi perché abbiamo un meno venti per cento stimato meno quindici meno venti per cento di produzione delle pesche
Non è il modo in cui il sistema agroalimentare può affrontare i mercati globali questo
Di sperare che l'annata vada male così la produzione riesce a spuntare i prezzi come dire adeguati appagare un un reddito soddisfacente alle nostre imprese non è questo noi dobbiamo metterci in testa che è arrivato il momento di voltare pagina
E qui chiediamo la responsabilità tutti sia chiaro prima di tutto alle istituzioni prima di tutto noi Parlamento governo che dovrà lavorare per cercare di dare questi nuovi strumenti per riuscire a rispondere a questa domanda di organizzazione che non c'è
Ma dall'altra parte c'è anche riprese le imprese che devono capire oramai chi è arrivato il momento che non si possono affrontare i mercati in questa maniera e non si può andare ancora a livello così disorganizzato e questo non riguarda soltanto le imprese ortofrutticole dove diciamo è l'epicentro
Del della della dell'organizzazione diciamo sotto il profilo organizzativo l'epicentro delle difficoltà ma riguarda anche importanti segmenti organizzati uno dice ma allora nel grandi formaggi italiani dei grandi nella grande industria Ferrovie dove noi diciamo dice un prodotto standardizzato una rete efficiente di cooperative che organizza non è così perché anche lì
Si produce di più il prezzo crolla non è che ci sono state importazioni
Di formaggi stagionati che hanno fatto concorrenza al parmigiano e o al grana padano se i prezzi sono crollati So crollati perché si è prodotto di più rispetto a quello che si è riuscito a commercializzare allora andiamo avanti con gli strumenti di organizzazione dell'offerta facciamoli questi passi avanti passi avanti nel caso specifico dei formaggi sono stati fatti l'accordo con l'Antitrust che è stato fatto dare mano scorsa legislatura è un passo che va copiato secondo me in tutti i sistemi organizzativi dove c'è la possibilità di introdurre ovviamente col beneplacito di un antitrust che speriamo abbia questa sensibilità come hanno altre antitrust in altri Paesi europei dove addirittura il settore agroalimentare viene escluso
Dai problemi della concorrenze sotto questo profilo credo che si sia anche le condizioni politiche per poter affrontare una volta per tutto questo tema visto è considerato che almeno
Questa nuova presidenza antitrust ha manifestato questa diciamo così sensibilità
Quindi capacità organizzativa maggiore forza delle imprese crescita delle imprese nuovi strumenti per essere più forti dei mercati favorire il ricambio generazionale mi piace fare questa sottolineatura del DPEF visto che c'era il presidente
Diana i giovani agricoltori naturalmente tutto il capitolo della del delle agroenergie qui c'è uno specifico riferimento farà piacere
Agli amici dell'opposizione
Sviluppare la legge ottantuno due mila e sei
Quindi favorire lo sviluppo delle agroenergie nell'ambito di quella legge che è stata certamente un passo importante perché attribuisce alle aziende agricole la possibilità di diventare produttori di energia in questo senso io sono perfettamente d'accordo con quello che ha detto Federico cioè non esiste
Noi dobbiamo rispettare quella legge in cui parla chiaro ci sono degli accordi di filiera non possiamo tradurre questa opportunità che le energie daranno perché la daranno in quanto gli obblighi Kyoto comunque andranno rispettati non la possiamo trasferire tout-court e in una serie di investimenti industriali senza nulla togliere agli investimenti industriali
Ma noi dobbiamo agganciare l'agricoltura altrimenti anche per un profilo ambientale non solo per un discorso che è ovvio no perché ministro l'agricoltura non è che si può preoccupare
No dei problemi industriali se ne occuperà Bersani no io dico per un fatto anche ambientale perché Kyoto ci dice che ci deve essere questo bilancio ambientale se noi bruciamo olio di palma importato olio di cocco importato
Ed è poi dopo anche dal punto di vista diciamo così ambientale c'è qualcosa che non funziona
Pur rendendoci conto che non è che ci inventiamo una filiera agroenergetica dall'oggi al domani semplicemente con una norma bisogno ovviamente creare le condizioni perché questo atto succeda la legge ottantuno e già un passo avanti ora dobbiamo proseguire
Lungo quel solco ma assolutamente già possiamo fare tante cose senza bisogno di leggi corre
Leggine faremo molte poche no e quindi non non credo il richiamo che di fatto Federico è un richiamo lapalissiana cioè noi leggi faremo pochissimi anzi
L'unica delega che abbiamo ottenuto abbiamo preso l'impegno con l'opposizione di non esercitarla quindi la legge ne facciamo pochissimi però in ogni caso cerchiamo
No le cose che possiamo fare se senza leggi facciamole per esempio nel grande tema delle agroenergie qui c'è uno spazio straordinario e lo abbiamo fatto insieme all'amico Guido Tampieri quando abbiamo incontrato tutti gli assessori abbiamo detto ma insomma le agroenergie sì c'è vietano l'odio di sé dalla la complessità dei grandi impianti ma poi ci sono anche le biomasse
C'è questo straordinario sviluppo che hanno avuto le tecnologie nella produzione di energia elettrica nemico impianti dove addirittura se come si può costruire un prototipo di impresa agroenergetica da subito
Perché qui amici voi siete agricoltori siete abituati a fare i conti in fretta se facciamo della del biodiesel col girasole anche i più bravi di voi faranno trentacinque quaranta quintali e sto dicendo cifre grosse di girasole edili di di girasole per ettaro al prezzo di di mercato noi stiamo parlando di seicento settecento euro a ettaro di produzione lorda vendibile non ci può essere questo straordinario entusiasmo dietro le agroenergie cosa diversa invece nelle centrali di biomasse o biogas con se vogliamo dove la questione diventa interessante perché tanto quasi diciamo molte aree della pianura irrigua del nostro Paese non solo la Pianura Padana penso anche al Sud penso alla Capitanata
Dove si possono realizzare tranquillamente mille quintali ettaro di massa verde
Parlo di massa verde beh al prezzo di ventuno ventidue euro tonnellata stiamo parlando non di sei settecento euro a ettaro ma di due mila euro
In più c'è il vantaggio che in questo caso in questo tipo di impianti di impianti diffusi noi possiamo far sì che l'agricoltore attraverso l'impresa agroenergetica
Io mi spingo anche giusto perché sto vedendo Luigi Marino la cooperativa agroenergetica e quindi sono sei settecento ettari anche meno
Diventa direttamente titolare del certificato verde
Cosa che non è così negli altri grandi impianti quindi c'è già subito per l'agricoltore un'ulteriore parte di reddito che può venire lì
Se poi riusciamo anche con l'aiuto del parlamento e quindi dell'opposizione tutta a fare una piccola modifica della norma sui certificati verdi per far sì che quando la materia prima che noi trasformiamo è materia prima agricola non non olio di palma mai prodotta lì gli diamo una sorta di certificato verde dopo che non so come chiamarlo certificato verde flusso ecco beh questo può aiutare molto perché possiamo stimolare ancora di più gli agricoltori a realizzare questi impianti
Qui non è che c'è moltissimo da fare c'è da fare
Una grande moral suasion nei confronti delle regioni che questo grosso pacchetto dello sviluppo rurale che in approvazione come sapete AGEA a dicembre
Trentuno due mila due mila sette a Linate un pacchetto di risorse imponenti noi dobbiamo fare ogni sforzo e qui Confagricoltura
Può fare la sua parte per per dire agli assessori cerchiamo di fare dei programmi dei piani di sviluppo rurale che vadano nella direzione di sostenere questo tipo di investimenti perché il sistema di distribuzione più o meno a pioggia che abbiamo utilizzate nelle precedenti programmazioni venti settanta otto TG se lo ricorda non serve a niente
Poche decine di euro a ettaro non cambiano la vita
Anzi sono ricorsi quasi un'elemosina quando invece le misure si concentrano su alcune specifiche
Interventi possono dare una risposta concreta e in questo senso lo dico
Anche se non son sicuro si riusciremo a farlo ma me ne assumo la responsabilità sull'articolo sessantanove occorrerebbe fare un ripensamento
Perché distribuire dieci venti euro a capo o addirittura un euro e mezzo a capo ovino o i venti e i quaranta euro a ETA non serve a niente facciamo una scenata però attenzione che qui la la la palla come diciamo noi ce l'hanno gli assessori manovre perché noi dobbiamo raggiungere l'intesa lì quindi l'importante lavoro che dovete fare voi in periferia noi abbiamo detto e lo abbiamo fatto con molta forza Guido c'era a tutti gli assessori ma non vi sembra il caso
Di fare una scelta politica e dire queste risorse non sono molte sono centottantacinque milioni
Centottantacinque milioni di concentriamo nei settori dove tra l'altro quasi tutti una grande maggioranza degli agricoltori si sono espressi diciamo preoccupati rispetto all'applicazione della PAC lo facciamo una grande manovra grano duro vacche nutrici
Non ci piace questa troviamone un'altra ma facciamo in modo che ci sia un aiuto mirato a quei settori in cui vogliamo effettivamente dare una risposta concreta e non delle elemosine
In quest'onda mi permetto di aggiungere anche se il DPEF non fa specifico riferimento ma fa parte però dell'accordo raggiunto col collega Padoa Schioppa che nelle manovre di semplificazione che noi stiamo avviando
Alcune sono passate la manovra della sotto i sette mila euro per l'Iva che diciamo vengono eliminate le imprese individuali sotto i sette mila euro a tenere la contabilità Iva cioè c'è un pacchetto di misure di semplificazione
Noi ci siamo agganciato in questo per fare anche noi la nostra parte perché non è pensabile che l'AGEA qui c'è l'ex presidente quindi conosce bene questo problema
Non è pensabile che la Gea abbia un costo amministrativo che spesse volte supera l'entità del sotto del del beneficio che dalle aziende ce ne abbiamo una quantità di soldi ma tante vedete mi sto parlando sotto i cento euro per azienda cioè cento euro per azienda cosa cambia cento euro per azienda noi abbiamo centinaia di migliaia di domande
Quindi una norma che possa semplificare mai pigliamo come dire raggiungiamo più obiettivi contemporaneamente semplifichiamo la pubblica amministrazione semplifichiamo la vita ad AGEA che a questo punto potrà utilizzare meglio quelle risorse umane Secondo rimpinguiamo perché sono solo cento euro ma essendo centinaia di migliaia
Le le pratiche riusciremo avere una quantità di risorse risparmiate con questo taglio che potrebbero andare a rimpinguare la riserva nazionale e guardo Diana perché poi dopo noi promettiamo ai giovani che potranno accedere agli aiuti ma se la riserva nazionale vuota questi aiuti Pac che non ritroveranno
Mi avvio a concludere mi piace però fare un riferimento ci sono tanti agricoltori a mezzogiorno qui
C'è uno specifico capitolo che riguarda la competitività e la crescita nel Mezzogiorno nel DPEF
E questo capitolo voi lo vedrete appena sarà distribuito il testo all'agroalimentare il primo delle filiere cui fa riferimento il Governo la politica del Governo in questo senso è importante perché noi dobbiamo certamente risolvere i problemi
Che sono ancora sul tavolo qui ci stiamo lavorando l'hai citato mi riferisco al tema della previdenza problema gigantesco
Va dato atto che diciamo si è riusciti a fare con la diciamo così le ha la parte realizzata nella scorsa legislatura si è riuscito a scindere il nuovo dal vecchio nel senso che adesso il nuovo ciak
Comunque la possibilità di pagare dei contributi grazie all'aumento della fiscalizzazione inferiore rispetto al costo del passato rimane il problema del grosso bubbone della previdenza del Pascoli ci stiamo lavorando il criterio non può che essere quello di riuscire a trovare un meccanismo di rateizzazione che dia la possibilità senza fare condoni
Di alcun genere ma certamente venire incontro a quegli agricoltori che debbono pagare e devono pagare in un periodo di tempo
Più lungo sufficiente a non far morire l'impresa insomma su questo ci stiamo applicando su questo c'è un'intesa abbiamo chiarito con la norma approvata
Ancora non completamente
Che il documento unico di regolarità contributiva si riferisce solo esclusivamente ai contributi versati dopo il primo gennaio due mila e sei quindi non è che l'INPS ci deve andare a controllare tutto quello che ha fatto l'agricoltore nel passato l'agricoltore si può mettere in regola si mette in regola paga il giusti contributi e dimostra
All'INPS che e regolarmente ha pagato col documento col turco
Per quanto riguarda di contributi dopo il rione già per il passato dobbiamo trovare la soluzione ci stiamo lavorando proprio ieri
Abbiamo avuto una lunga riunione al Tesoro mi pare ci siano le premesse per poter incominciare a guardare da qui al quindici ottobre data che circa è stato approvato così
Dobbiamo trovare una soluzione che sono poi dopo scade quella ulteriore rinvio che abbiamo tenuto e e quindi in un modo o nell'altro dobbiamo trovare la soluzione Europa
Sull'Europa hai detto tu Federico non devo aggiungere nulla dico solo che qui c'è da fare uno sforzo collettivo ancora una volta mi rivolgo agli amici in questa assemblea proprio per richiamare a una loro maggiore
Come dire senso di responsabilità l'Europa e diventata complicata
Se c'è stata una cosa che mi ha colpito in questi primi Consigli agricoltura
Che che rispetto già quindici era difficile perché erano so quindici paesi intorno adesso in venticinque lo Stato confusionale in cui ci si trova in questi incontri in cui pensate venti lingue diverse le traduzioni non sono dirette non so se avete mai riflettuto su questo punto le tradizioni sono multiple
Non è che c'è il traduttore che traduce dal finlandese all'italiano ma finlandese al francese poi dal francese
All'inglese oppure direttamente francese via ci sono dei rimbalzi per due o per tre e come gioco del telegramma quello che arriva alla fine la traduzione
Se il ministro non ha parlato piano leggendo un testo non si capisce quasi nulla non si può pensare che in quella sede
Si riesca a chiudere l'accordo negozia si riesca a fare un accordo che in qualche modo convinca gli altri colleghi il problema è qui ci vuole uno sforzo di tutto il Paese
I ministri devono andare in giro per costruire assieme ai colleghi le intese è questo il motivo per cui sono stato Dominique chiusero un giorno intero la settimana scopre settimane fa è questo il motivo per cui martedì avrò ospiterà Elena Espinosa
La ministra l'agricoltura spagnola un giorno intero
In Italia e questo il motivo con cui stiamo cercando di raggiungere delle intese su quei due capitoli di cui oggi gli accenno solamente OCM Vino CM ortofrutta che sono ovviamente le emergenze oggi dei negoziati europei che ci attendono ma lo sforzo che volevo richiamare prima e che in questo lavoro negoziale c'è tanto a spazio per le organizzazioni agricole cooperative le organizzazioni in genere che rappresenta nel settore agroalimentare per cercare di accompagnare a questo lavoro negoziale del governo un lavoro negoziale a livello di organizzazione
Perché oggi è davvero complicato riuscire un tempo si diceva hai fatto l'alleanza bravo
Hai messo insieme tre quattro Paesi adesso non esiste se non ti presenti già con sette otto dieci Paesi assieme non hai neanche la possibilità di fatti ascoltare cosa che ben sa Gianni perché la dissoluta fatta però per far questo c'è davvero bisogno di uno sforzo collegiale io quel Copaco Geca facciamolo diventare una cosa che in qualche modo ha un peso che crei non senza trovare delle posizioni unitarie impossibile ma almeno avere dei gruppi di paese che si possono alcune linee
Su questo c'è un un al una possibilità davvero ampia che si può che si può estendere che gli altri Paesi estendono e che noi dobbiamo imparare a farlo con un maggior protagonismo internazionale
Non esiste che l'Italia da solo a bada a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo questa cosa qui già non esisteva manco prima la verità ma adesso è una barzelletta cioè bisogna capire che è diventato complicato
E diventato complicato perché gran parte dei Paesi europei non la pensano come noi
Abbiamo tutto l'area del Nord che nord Europa che vede la PAC oramai come una palla al piede dove si parla in Consiglio agricoltura no Ecofin nei Consigli agricoltura si parla regolarmente di phasing out
Tu non hai conosciuto Gianni devi mille donne il nuovo ministro all'Agricoltura inglese oramai l'abbiamo soprannominato Terminator perché è uno che vale che dice ma in fondo della PAC che te ne frega come somministrati agricoltura
Tu Clinton no dato che uno tosto perché è un ministro di quelli che hanno preso istruzioni da Blair in maniera
E questo il clima poi c'abbiamo tutta la il blocco ambientalista qui blocca ambientalista che si dice che la PAC è uno strumento di politica ambientale
Non uno strumento la Puglia per il reddito agli agricoltori per la fase no uno strumento di politica ambientale degli agricoltori sono lo strumento con cui dobbiamo fare la buriana
Poi ci sono certamente anche i francesi oggi paladini della visione tradizionale più conservativa se vogliamo però in questo scenario noi non abbiamo alcuna possibilità di andare dire lì facciamo come diciamo noi non non riescono nemmeno a sentirti non c'è non arriva proprio messaggio quindi lavoro qui per investire tutti così come deve una volta per tutto essere eliminato questo
Questo stillicidio all'interno del nostro paese in cui poi quando una parte non è d'accordo con l'altra che cosa fa scrive a Bruxelles
Scrive a Bruxelles per cui arrivano le lamentele degli agricoltori sugli industriali di industriali sugli agricoltori o la cooperazione noi dobbiamo farci i nostri discussioni le nostre guerre a casa nostra Boy andiamoli andiamo lì non tutte usciranno perché non usciranno tutte è ovvio che i negoziati a volte scomodo non esco
Però se noi a ci abituiamo ad andare a Bruxelles adesso facciamo gli stati generali del vino prendiamolo un po'come modello se riusciamo no al venti di luglio apriamo la giornata di ascolto
Guardiamo quali sono i contenuti della comunicazione della commissione sul vino ci sono almeno quattro cinque punti per noi drammatici che vanno cambiati che non ci piacciono l'abbiamo detto in questo c'è totale sintonia con le dichiarazioni che ha fatto
Il collega domini busserò allora io dico facciamo una riunione partiamo a settembre con la concertazione mettiamo giù l'elenco delle priorità
Ricordiamoci
In questo senso è importantissimo con l'elenco delle priorità perché poi dopo qui c'è qualcuno se lo ricorda Agenda due mila mettemmo alla settima priorità leprotto reagì nose
Vero Maestroni poi ci si è vi siete arrabbiati perché non l'abbiamo portato a casa però era in sé al settimo posto
Allora noi dobbiamo abituarci a fare questa scelta tra di noi dobbiamo dire
Il problema qual è gli impianti da ristrutturare non ci piace questo a questa proposta alla commissione per l'estirpazione lo mettiamo al primo posto bene diamo avanti qual è e il tema dello zuccheraggio che non ci piace che vogliamo cambiare facciamo la lista
Scegliamo assumiamoci la responsabilità insieme al tavolo agroalimentare non compete al tavolo agroalimentare preceduto magari da incontri bilaterali con gli agricoltori con le cooperative col sindacato poi però andiamo al tavolo li facciamo la lista
A questo punto la lista si va a Bruxelles tutti devono difenderla anche quelli che magari avrebbero voluto trovare al primo posto quello che sta al secondo o al quinto quello che è stato perso insomma abbiamo bisogno di assumere una maggiore senso di responsabilità perché non si può più scherzare con un'Europa così complicata neanche nei giochi di sottofondo quando qualcuno
Va a Bruxelles in anticipo parla con gli uffici si prepara Paul funzionari italiano che magari conosce predispone una linea che in contrasto con quella che sta facendo il governo non c'è spazio per questa iniziativa
Un tempo si potevano fare quando eravamo pochi oggi non ce lo possiamo permettere come non ci possiamo permettere
Di fare prima gli accordi a casa nostra di chiudere di fronte a un'emergenza una crisi una novità un'idea chiudiamo l'accordo a casa nostra
Con le organizzazioni poi magari andiamo in Conferenza troviamo l'accordo anche con gli assessori
E poi diciamo adesso andiamo a Bruxelles a vedere che ne pensa che a Bruxelles si dice regolarmente che è contraria no
E questo continua ad avvalorare una tesi dell'Europa cattiva dell'Europa che non tiene conto delle nostre io non è che l'Europa condivido anzi sono per tante scelte dell'Europa il Colle condivido affatto
Ma
Cerchiamo di costruire un percorso come dire intelligente per cercare di cambiare quelle regole che non ci piacciono ma cerchiamo anche di rappresentare un Paese serio grande importante come l'Italia affinché quelle regole che non ci piacciono
Partecipiamo al cambiamento assieme agli altri paesi questo è uno sforzo ripeto
Collettivo non può essere uno sforzo solo dell'istituzione centrale insomma è uno sforzo collettivo soprattutto adesso che le regioni sono talmente protagoniste che l'altro giorno e Guido ci hanno detto vogliamo venire a Bruxelles pure noi
Sono Alemanno ha inaugurato questa cosa e io mi trovo costretto a seguirla perché è chiaro che adesso vogliono venire con me io non lo so se mi devo portare venti
Presidente io spero che si metterà d'accordo uno alla volta perché è chiaro che poi i negoziati si è pochi in stanza e se alla fine si rimane dei ministri da solo io non è che posso dare tutti gli assessori però va bene ma in questa assunzione di responsabilità almeno che ci sia diciamo così il desiderio di chiudere in un gioco di squadra e non ritirando ci diciamo i problemi uno contro l'altro chiudo
Chiudo con condire un'ultima cosa ministero delle politiche agricole alimentari e forestali prego
L'olivicoltura e come non ci diamo rivolto non oggi data solo perché l'emergenza oggi è sull'ortofrutta sul vino cioè comunque figura di secoli di cultura non solo produttore olivicolo nel mio piccolo attacca allora ministero le politiche alimentari e forestali vorrei tanto precisare che questo termine alimentare non ha una valenza esclusivamente legata alle nuove competenze quasi ci fosse un trasferimento dalla salute dei veterinari questa creato una serie di malesi no il problema è che ha aumentato il livello di responsabilità all'interno del ministero perché l'interlocutore diventa tutto la filiera e lo diventa anche dal punto di vista di questo nuova ministero delle politiche agricole alimentari e forestali quindi gli agricoltori la cooperazione l'industria alimentare la distribuzione in questo senso io mi sono sentito titolato di chiamare la grande distribuzione avremo un incontro proprio la prossima settimana tutta la grande distribuzione sia chiaro quella di proprietà italiana è quella di proprietà straniera in modo da incominciare ad anticipare alcune emergenza insieme con loro evidentemente cercando di costruire nella funzione di arbitro perché non ho altre funzioni una come dire un rapporto con questi
Con questi come dire con questi attori che sono oggi sempre di più gli attori principali quelli che detengono in mano il rapporto coi consumatori e quindi che in qualche modo possono
O dare una mano o mettere in difficoltà il settore agricolo proprio per vedere lì dove è possibile di anticipare i momenti di crisi oggi dell'ortofrutta domani di un altro settore e magari organizzare momenti di concertazione in cui ministero pur facendo solo darvi troppo favorire questi accordi è questo il
Motivo per cui con questo tavolo vorrebbe comincia ad avviare degli incontri
Come dire che prevengono situazione di crisi sappiamo che ci sarà il problema l'uva da tavola iniziamo subito a fare un protocollo d'intesa con le con con le aziende con le cooperative con i produttori in modo da poter costruire insieme un modo di gestione della crisi che oramai eccetto ci sarà
Nell'uva da tavola come potrebbe probabilmente ci potrà essere in altri in altri settori
Chiudo con il richiamo alla alle imprese competitive un po'un richiamo all'orgoglio di agricoltore politico come dire sottolineare questo desiderio di rappresentare una parte importante della Società Noemi questo richiamo alle imprese competitive che lo fa il DPEF più volte
E che ha sollecitato anche qualche critica da parte di altri alleati del governo evidentemente questa parola perché la
Il riempiono di entusiasmo invece e molto importante perché da davvero il senso di questa nuova dimensione di questa nuova sfida che non abbiamo uno abbiamo parlato
Sempre di di qualità di di legame al territorio della tradizione della tutti concetti che ci hanno permesso ancora una volta di sottolineare la grande valenza strategica di questo settore
Ma se oggi non concentriamo tutti gli sforzi su come far diventare questa grande leva strategica più forte sui mercati più competitiva noi i nostri prodotti buonissimi
Fantastici decantati ci rimarranno nei magazzini delle nostre imprese e non raggiungeranno gli scaffali per questo abbiamo bisogno di uno sforzo collettivo trovando anche strumenti nuovi perché la sfida nuova
Deve essere accolto superata con strumenti nuovi non possiamo risolvere i problemi di oggi con gli strumenti di ieri e questo richiede anche un grande sforzo
Diciamo dal punto di vista se volete creativo ma anche una grande partecipazione collettiva
Alla sfida che abbiamo di fronte una partecipazione collettiva che deve vedere
Tutti gli agricoltori tutta la filiera agroalimentare insieme
Per riuscire a essere più forti nel mercato la possibilità c'è perché come ricordavamo i mercati crescono purtroppo non sempre c'è quella quella voglia collettiva di sfida c'è una una sorta di rassegnazione delle volte che fa male vederla in giro per il Paese fa male vederla nelle assemblee degli agricoltori lo dobbiamo superare l'assegnazione con la convinzione di avere la possibilità di vincere
Ce l'abbiamo tutti i fondamentali occorre davvero come dire una voglio una scossa generale del sistema per dire e ora di vincerla questa sfida mettiamoci intorno a un tavolo costruiamo le condizioni di competitività sappiamo quali sono i limiti e ora di affrontare le scelte grazie a tutti