L'industria italiana e la competitività

In arrivo
Intanto ringraziando innanzitutto i presenti all'incontro di oggi ma ringraziando poiché Pierluigi Borghini che il responsabile
Nazionale del dipartimento industria e politica industriale di Forza Italia per l'organizzazione di questa giornata qua in Piemonte
Io trovo importante che Forza Italia
Parli di industria di politica industriale in questa regione
Importante e significativo
Perché questa Regione emessa qualcosa all'assessore picchetto Kensal accaniti grazie per la sua preziosissima attività su questo fronte la Regione Piemonte
E da sempre la prima regione industriale d'Italia
Ed è la regione che in questo momento sta pagando più di altre il prezzo di un mondo che è in evoluzione che sta cambiando
E di un sistema industriale italiano che è rimasto
Forse fermo
Pensando che l'evoluzione del mondo in qualche modo non lo toccasse
Allora noi stiamo assistendo in questa regione mi scuso con i presenti disse approfitto del tempo datomi per l'introduzione per lanciare un segnale un appello da Torino sto vivendo in questa regione una crisi
Che non ha paragoni nel resto d'Italia
Una crisi difficile che ha colpito prima il settore metalmeccanico ancora più grande aziende era la FIAT con l'indotto
Poi il tessile che
In qualche modo si è scontrata con la concorrenza cinese e come tutti i settori che si scontra con la concorrenza cinese
Ne sta uscendo un modo molto difficile
Ed allora parlare di politiche industriali industrie in Piemonte non è una cosa secondaria
Perché ritengo che le soluzioni di un problema che sarà ogni giorno purtroppo
Ogni giorno più attuale ogni giorno più difficile
Perché non siamo all'attrice del problema industriale italiano stiamo iniziando stiamo iniziando ad imparare cosa significa alla concorrenza dei Paesi del Sud-Est asiatico dove non ci sono tutte le sociali dove il costo della manodopera
E bassissimo
Stiamo imparando cosa vuol dire avere un'industria che in qualche modo è sempre stata la grande industria italiana protetta
Che non si è mai confrontata piena in un mercato internazionale competitivo ma ha sempre avuto
Una tutela tutta italiana che adesso sta mettendo in evidenza la debolezza della grande industria
Abbiamo un'economia in cui
Un Paese un sistema paese non può essere competitivo nel mondo se non a una grande industria
Semplice però la somma di tutte queste considerazioni ci porta a dire che forse è logico che da Torino
Quindi della realtà che è più in crisi possa e debba partire una riflessione e una riflessione che sarà durissima nei prossimi anni
Ed è emblematico il caso dell'Alitalia
Emblematico il caso cioè di un'azienda che per come è strutturata non regge nel mercato internazionale
Ed è emblematico come in Italia si sia deciso di risolvere la crisi
è un bel Gatti emblematico a mio avviso in modo negativo
Perché quella non è la soluzione di una crisi quello è un tampone
Il tutto ci si può permettere alla politica industriale tranne tenere conto dell'ultimo numero del numero che sta in basso
Nel conto economico che l'utile la perdita di un'azienda e l'utile patria di un'azienda sì risolve col competitività si risolve con politiche del lavoro si risolve con l'innovazione non si risolve e non si potrà risolvere
Quell'aiuti di Stato
E allora questo è uno dei problemi che il nostro Paese dove affronta nei prossimi anni ed è un problema che in qualche modo interessa che era non solo la politica
Ma metterà in discussione quello che è stato finora ruolo del sindacato
L'idea con cui si fanno relazioni e rapporti sociali
Perché il problema non è e non sarà più interno è un problema di confronto tra sistemi Paese è un sistema Paese inefficiente
Perde la battaglia nello scontro che la globalizzazione ci prospetta ogni giorno
E però le soluzioni non penso siano facili
Non penso siano immediate per cui il convegno di oggi è un inizio l'inizio di un percorso perché quando i problemi sono difficili bene
E allora un buon motivo per iniziare subito a parlarne
Ma perché c'è bisogno non soltanto di tema di un'evoluzione culturale
A cui questo Paese non è preparato
Perché la sfida la stanno vincendo la stanno sopportando i Paesi anglosassoni ma rapporto dei paesi anglosassoni con l'industria col libero mercato col mondo del lavoro che totalmente diverso da quello italiano
Ed allora questa che sarà la sfida dei prossimi anni è una sfida che Forza Italia non può non colpire
Lei stiamo vivendo Renato Brunetta dopo
Ne potrà parlare molto meglio di quanto posso farlo io un momento difficile anche collegato a questa finanziaria Renata
Ma in questo momento in cui si sta parlando in Italia di possibili interventi da parte dello Stato e a fianco di questa sta parlando di possibili tagli
Si trova un partito che in Italia il primo partito in assoluto perché taglia tutti gli schieramenti c'è quello della spesa pubblica che in qualche modo blocca qualunque possibilità inciderà ed allora ci stupisce vedere che in Inghilterra che ha un debito pubblico che un quarto del nostro Blair decide come governo e centrosinistra per licenziare qualcuno che in Germania c'era dal fratello tagli fortissimi pur avendo un debito che un po'più della metà del nostro e ci stupisce dall'altra parte vedere quanto il nostro Paese continuo a pensare di vivere nel mille novecentottanta e non si sia accorto che dal mille novecentottanta al due mila quattro è cambiato lo scenario del mondo
Tre cambiato soprattutto in un settore quello che industriale
Schröder un po'di tempo fa fece una visita in Cina riempiendo un aereo di Stato portò il settantacinque per cento del prodotto interno lordo tedesco
Cioè portando persone che rappresentavano la grande industria tedesca porto su un aereo di Stato al settantacinque per cento del prodotto interno lordo tedesco se Berlusconi dovesse fare la stessa cosa
Non so penso non sarebbe sufficiente la flotta militare italiana non me ne ero distratto
E questo che è stata una forza del sistema produttivo italiano cioè quello della piccola e della media impresa e in questo momento
è un fattore di criticità
Perché la piccola e media impresa nonna al proprio interno le caratteristiche che possono servire per incidere su due subito settori fondamentali uno la ricerca la piccola e media impresa difficoltà ad investire in ricerca pelati alla promozione la piccola e media impresa se deve muoversi e promuovere nel mondo a grosse difficoltà
La grande impresa alle difficoltà di cui parlavamo prima la somma dei due problemi e il problema italiano
Allora
Come dicevo prima
La soluzione dati i fattori che sono questi la soluzione non è una soluzione facile
E non è facile soprattutto in questa regione
Ed allora se io posso aggiungere qualcosa di campanilistico alla alla all'incontro di oggi
Io vorrei dire che l'interno al problema industriale italiano c'è un polo industriale piemontese specifico
Specifico
Dovuti alla crisi FIAT
Che viene dopo la crisi Olivetti
Che si inserisce sul fatto che le grandi aziende molte grandi aziende sono andati via da Torino partendo dalla Telecom partendo le crisi e le ultime in questi giorni di società che sono sconosciute ai più parliamo della Bracco significa però in questa Regione ottocento dipendenti
Gli ottocento quelli adesso messe
Quindi una somma di criticità che in questa regione assumono un rilievo che in altre parti d'Italia faccia allora la giornata di oggi è una giornata che serve per iniziare a riflettere su questi problemi e per iniziare abbozzare risposta per questo ringrazio Fabrizio Cicchitto ringraziò per Luigi Berdini che hanno voluto partire da Torino così come Mario Valducci
E do la parola per contestualizzare il discorso piemontese segue dell'industria al presidente la Regione onorevole Enzo Cheli grazie
Fare buongiorno Buongiorno addotte voglio innanzitutto rivolgere un plauso a quanti hanno lavorato per l'organizzazione di questo convegno giù una riflessione sul futuro e sulla competitività dell'industria italiana
E quanto mai opportuna e sono convinto che oggi potranno emergere indicazioni utili e proposte concrete
Da tempo l'industria italiana in particolare alla grande industria attraversa una crisi
Che ne ha comportato un rinvio di ridimensionamento e in alcuni casi addirittura una scomparsa da alcuni settori lo citava prima il l'amico Crosetto
Come noto Piemonte anticipato i fenomeni in questo caso negativi che hanno poi interessato l'intero Paese
Si pensi alla crisi dell'informatica appunto a quella dell'industria automobilistica che speriamo essere in via di soluzione
A quella chimica quella che pur con caratteristiche diverse ha colpito l'industria tessile
Che il Piemonte rappresenta proprio uno spaccato di parecchi settori
Innanzitutto bene ribadire che la crisi di questi settori è dovuto a ragioni differenti
Sbaglierebbe chi imputa se tutte le responsabilità mancamento allo Stato e alle istituzioni pubbliche vi sono state anche responsabilità ritardi da parte degli stessi azionisti e del management dell'impresa industriale
Credo che per lungo tempo l'industria italiana almeno una parte di essa si sia da Giata su una sorta di protezionismo che ne ha frenato la competitività
Allo stesso tempo lo stato preferito per molto tempo intervenire prevalentemente sul piano degli ammortizzatori sociali invece che agire per migliorare le cosiddette economie esterne
Ossia le infrastrutture di trasporto e logistica la burocrazia la ricerca l'innovazione al mercato del lavoro
Tutte cose che il nostro governo ha obiettivamente messo in campo con le sue riforme e i suoi impegni dal dal punto di vista della realizzazione delle infrastrutture almeno sul mercato del lavoro l'innovazione logistica
Ma ci tornerò successivamente
L'accelerazione della competizione globale ha messo a nudo questo ritardo complessivo confermato anche dalla scarsa attrattività del nostro paese di imprese estere
Io non credo come sostiene qualche studioso che l'Italia debba rassegnarsi ad essere una nazione senza industria
Se sembra entrata in crisi la grande industria possiamo infatti contare su una diffusa e solida base di medie in prese che prima di altre attraverso un mix di internazionalizzazione innovazione valorizzazione del capitale umano sono diventate protagoniste sul mercato italiano che su quelli internazionali
In Piemonte e ricco di questa impresa che vengono definiti molto nazionali tascabili
Dalla Pininfarina alla Cerutti all'ASI nota la mirato alla Ferrero alla Lavazza dalla loro piano alla Zegna alla sabbia
Sono tutte impresa che crescono in Piemonte e nel mondo e per le quali gli investimenti all'estero non rappresentano una delocalizzazione ma il segno dell'espansione su nuovi mercati
Io credo che dobbiamo sostenere questo tipo di imprese e creare le condizioni affinché le migliaia di piccole e medie imprese cresca ma e assumano dimensioni adatte per la sfida globale
Certo le istituzioni pubbliche non possono sostituirsi agli imprenditori se si ha paura del nuovo se si preferisce difendersi dalle sfide invece che affrontarle se ci si fa scoraggiare dalle difficoltà dei mercati nulla possiamo fare imprenditori hanno il diritto e il dovere di chiedere alle istituzioni pubbliche un'amministrazione efficiente che non crea ritardi e problemi infrastrutture di trasporto di logistica che gli permettano di trasportare le proprie merci a costi e contenti competitivi
Un mercato del lavoro agire che coniughi le esigenze della flessibilità con i diritti dei lavoratori il sostegno per entrare in nuovi mercati e per l'accesso al credito
Allo stesso tempo l'impresa industriale hanno diritto di chiedere al sistema bancario le risorse finanziarie per crescere e per affrontare i vincoli e gli obblighi che saranno poste dall'accordo di Basilea due
Come sapete il Piemonte è una delle regioni che forse più di altre ha dovuto affrontare i cambiamenti più significativi del suo assetto produttivo
La presa d'atto della crisi di alcuni importanti segmenti del tessuto industriale regionale e l'avvio operativo di rilevanti iniziative in altri settori ne sono la testimonianza
Il riflesso più evidente nella composizione del PIL della nostra regione oggi servizi pesano per il sessantatré per cento sul PIL regionale rispetto al sessanta virgola sette del mille novecentonovantacinque
E l'industria in senso stretto per il ventinove virgola sei trentuno virgola otto nel mille novecentonovantacinque
Inoltre i servizi cominciano ad essere presenti in misura significativa tra le voci di export
In Piemonte abbiamo affrontato le tante crisi del settore industriale utilizzando un mix di ammortizzatori sociali ed interventi a sostegno della competitività del sistema industriale del sistema produttivo nel suo complesso
Ci siamo dotati di strumenti legislativi
Ed operativi che unitamente alle risorse finanziarie hanno permesso di aumentare la dotazione di infrastrutture di trasporto telecomunicazioni idriche energetiche di aree per insediamenti produttivi mi piegando nell'impatto ambientale e allo stesso tempo aumentando la sicurezza del territorio
Per fare questo abbiamo utilizzato al meglio la nostra capacità per attrarre utilizzare risorse finanziarie aggiuntive di tipo nazionale comunitaria di altre fonti
In particolare per quanto attiene i programmi comunitari solo nel periodo tra l'anno due mila e due mila sei sono stati e saranno disponibili quasi mille cinquecento milioni di euro di fondi comunitari e oltre due milioni di euro di fondi nazionali di rilievo anche l'utilizzo prevalentemente per infrastrutture per il territorio degli oltre ottocento milioni di euro erogati dal governo nell'ambito dell'intesa istituzionale di programma sottoscritta nel marzo due mila con la Regione Piemonte
In queste due legislature abbiamo individuato e perseguito stante le caratteristiche dell'industria piemontese politiche che puntassero da una parte robusti re i punti di forza
Potenziale tecnologico innovativo posizionamento ottenuto della domanda intente nota della domanda interna settori in crescita di mani di ma dinamismi locali scusate e ad ovviare ai punti di debolezza il declino demografico con diminuzione della competente componente giovanile la dimensione dell'impresa il deficit infrastrutturale
Per ciò che riguarda il sistema industriale abbiamo posto costantemente attenzione ai settori in crisi automobilistico tessile rubinetteria aerospaziale
Oltre a provvedimenti dedicati ammortizzatori sociali e incentivi per la ricerca innovazione internazionalizzazione accesso al credito si sono poste in essere iniziative che potessero consentire agli operatori dei singoli settori
Di superare la crisi
Dal sostegno alle iniziative contro la concorrenza mondiale sleale per i settori della rubinetteria del tessile alla richiesta al governo di un Piano nazionale per il settore aerospaziale
Alla costituzione di una cabina di regia istituzionale per il problema della FIAT sistema produttivo
Nel suo complesso è stato e sarà invece oggetto di provvedimenti legislativi e deliberativi che riguardano soprattutto elementi di carattere orizzontale per tutti i settori e a volte a sostenere la diversificazione in corso
Attraverso il rafforzamento della competitività delle aziende su mercati nazionali ed internazionali e sostegno all'evoluzione verso segmenti produttivi a più alto tasso di crescita
A questo indirizzo corrispondono sia significativi provvedimenti normativi qual è il testo unico sulle attività produttive unica Regione in Italia o prima Regione in Italia
Ad aver adottato un testo unico sulle attività produttive approvato appunto pochi giorni fa dal Consiglio regionale e al ddl al disegno di legge sul sistema regionale per la ricerca altro atto di governo al quale diamo una grandissima importanza di rilievo lo stanziamento di risorse proprie nazionali e comunitarie per la ricerca e l'innovazione tra i più recenti provvedimenti voglio ricordare i settanta milioni di euro del fondo unico per le attività di ricerca delle piccole e medie imprese piemontesi
Il dieci virgola cinque milioni di euro per il progetto di antiche mette in stretta relazione l'istituzione della ricerca con le piccole e medie imprese piemontesi
Anche sul fronte dell'internazionalizzazione abbiamo dedicato crescenti risorse proprie della Regione Piemonte e del DOCUP cioè dei fondi comunitari
E abbiamo partecipato alla costituzione e o alla realizzazione di iniziative degli enti regionali attivi sul fronte dell'internazionalizzazione in uscita il centrodestra Obimma nella sprint
E in entrata DTP la film Commission
Attraverso Finpiemonte d'euro fidi abbiamo sostenuto ed affiancato il sistema delle imprese piemontese sul fronte dell'accesso e dell'utilizzo delle risorse comunitarie nazionali e finanziari con lo stesso fine abbiamo appena sottoscritto un
Protocollo d'intesa con sviluppo Keita
Per ciò che concerne le politiche attive del lavoro intendiamo completare il processo di riorganizzazione potenziamento da tempo avviato dei servizi pubblici per l'impiego a gestione provinciale
Si inserisce in questo contesto il varo pochi giorni fa della borsa telematica del lavoro prima Regione in Italia insieme a Liguria Valle d'Aosta d'aver dato il via a questa importante iniziativa non è mancato il nostro impegno anche sul versante della semplificazione amministrativa e vorrei qui ricordare che sono oltre ottocentocinquanta i Comuni piemontesi su mille duecento e otto
Che hanno attivato lo sportello unico per le attività produttive grazie anche alla banca dati predisposta dalla Regione messa a disposizione dei comuni sistemati al Formez ha individuato quale modello da esportare in altri contesti regionali
Certo non possiamo dire che questo lavoro è concluso il Piemonte si trova ancora nel mezzo di una delicata transizione in cui i suoi motori economici classici faticano a trovare la strada del rilancio mentre nuove specializzazioni e nuovi attori muovono passi significativi senza ancora riuscire a configurare un trend di crescita strutturato
Lo confermano anche i casi di crisi che interessano quasi quattrocento in prese e oltre quattordici mila lavoratori
Hanno invece natura specifiche le crisi delle imbarco sembra con scusate che con l'atteggiamento e la prepotenza tipica delle multinazionali che non hanno un vero radicamento nel territorio ha deciso di trasferire nell'Est europeo il suo stabilimento di Riva di Chieri
Su questo caso insieme all'assessore picchetto
Da ieri leggendo i quotidiani il sindaco di Torino abbiamo ma il cardinale si era già espresso nella giornata di venerdì abbiamo chiesto un intervento diretto della presidenza della Repubblica naturalmente per portare questa problematica criticità al tavolo nazionale e colgo visto la platea qualificata l'occasione per dire che non solo ci limiteremo chiaramente a fare questo
Ma vogliamo proprio anche per il tema della multinazionale portare adesso quando ci sarà il ministro Marzano
Portare alla sua attenzione la problematica un po'come avvenne per la Charity eterne nel senso che noi pretende Remo che un insediamento come quello della Bracco
Della UE il Polo chela multinazionale a cui le Bracco fa riferimento sia oggetto di discussione nelle politiche industriali del nostro Paese rispetto agli altri Paesi europei
Nel senso che non subiremo passivamente
Questa chiusura
Ma io mi auguro e spero oltre naturalmente ad attuare gli ammortizzatori sociali che sono un dato credo quasi per scontato
Che il Governo voglia proprio su una realtà come quella del Piemonte
Una crisi che riguarda specificatamente il territorio piemontese assumere una posizione
Da protagonista nel confronto con le multinazionali questo è quello che io personalmente mi aspetto il ministro Marzano al sottosegretario letta che si occupa di tutti i tavoli di crisi facciano nei confronti che la nostra Regione
Così come abbiamo chiesto al governo di pronunciarsi con parole chiare sulla politica del settore aeronautico altro punto difficile e ha ora spaziale evitando di smentire gli impegni assunti
Rischiando di mettere in crisi un settore che nella provincia di Torino significa occupazione produzione ricerca ad altissimo livello
Anche qua voglio fare una apre una parentesi e lo dico ai colleghi parlamentari piemontesi sia sul tema FIAT e sulla collocazione degli stabilimenti FIAT sul territorio nazionale
Sia per quanto riguarda la legna noi voglio dire siamo piemontesi siamo generalmente abituate da giusta Cile così per conto nostro però questo atteggiamento che io ritengo istituzionalmente molto corretto
Deve tener conto che molte volte nel non presentare le cose in maniera come dire prepotente come avviene prepotente nel termine sbagliato diciamo in maniera più decisa
Può succedere anche solo per un atteggiamento psicologico e Ruocco non si prenda a carico o prenda più a cuore problemi di altre parti del nostro Paese rispetto a nostro non voglio girare intorno al problema e lo dico in maniera chiara esplicita è chiaro che gli stabilimenti del sud della FIAT hanno sta nell'immaginario collettivo un'importanza strategica più importante
Ma non dimentichiamoci che se noi saliamo uno stabilimento del sud della FIAT proprio mentre corriamo rischia di chiudere Mirafiori
Oppure se diamo le commesse la legna della Puglia della campagna rischiamo che la legna del Piemonte possano avere dei grossi problemi
Allora io invito tutti a sostenere le nostre ragioni che sono ragioni di una ragione di una regione che ha scritto la storia industriale di questo Paese
E di conseguenza non per questo dobbiamo essere penalizzati partendo dal presupposto che abbiamo le capacità o le professionalità per cavarcela da solo no gli aiuti li vogliamo anche noi rivogliamo esattamente nelle stesse idee identica maniera
Nelle quali nel quale vengono date agli altre regioni italiane
Voglio aggiungere dopo aver fatto questa considerazione che noi abbiamo un documento di programmazione economica e finanziaria regionale che abbiamo chiaramente adottato nel scorse settimane che identifica questi percorsi questi percorsi che vanno chiaramente nella direzione di preservare le professionalità
Lei il capitale umano perché vedete la nostra e le nostre aziende la nostra capacità produttiva rappresenta nel sistema Paese un capitale umano che non può chiaramente non essere dovute Nuto in dovuta considerazione se si parla di innovazione di ricerca come unico strumento per rilanciare l'economia del nostro Paese io credo che la regione nella quale c'è la più alta concentrazione della capacità innovative di ricerca che la nostra allora visto e considerato che questo è un convegno di Forza Italia che il mio partito
A livello nazionale e ho la fortuna di avere interlocutori
Di permessi mo'piano a livello governativo su queste problematiche e io continuo risottolineo il tema che un'attenzione significative particolare sulla realtà del Piemonte è stato per anni locomotiva di questo Paese e che può ancora esserlo proprio per la sua capacità innovativa
E creativa ecco un'attenzione particolare io penso che sarebbe opportuna nell'interesse complessivo del Paese grazie
Grazie Presidente dico allora la parola l'onorevole Renato Brunetta
Fanno sempre i podi alti ma non capisco perché
Grazie
Grazie a tutti
Il intitolò parla di competitività
Competitività e un termine generale
E anche un po'generico
Che significa tante cose
Competitività e
L'esito finale
Di un sistema
Rispetto al resto del mondo
Per quanto riguarda le sue istituzioni per quanto riguarda i sui fattori produttivi per quanto riguarda il suo capitale umano
Si dice che un Paese
Aumentar competitività se tutto il sistema
Paese
Migliore si dice che perde di competitività se tutto il sistema Paese
Arranca o perde quota
Noi stiamo perdendo competitività l'Italia sta perdendo competitività sta perdendo quote di mercato sta perdendo Pirrone
Sta perdendo
Il suo ruolo nella divisione internazionale del lavoro
Attribuire questa perdita di competitività
A fattori contingenti
è sbagliato
E tre fattori contingenti e e da mettere anche questo o quel governo questo o quel provvedimento più o meno mancato
La perdita di competitività quando c'è una perdita di competitività vuol dire che la malattia
Viene da lontano
E non è un e scusarsi dopo più o meno non petita
è una onesta
Analisi dei fatti talora per capire da dove viene questa malattia perché
Per risolvere i problemi tanto da capire per ragioni e poi
Cercare i rimedi
Consentitemi di fare un piccolo
Passo indietro
Ci sono tre da che io colloco
O come fondamentali nella
I nostri errori nella nostra perdita di competitività
E guardate che sono tutte e tre date da assegnare come direbbero i latini albo l'appeal ter sono tutte e tre date positive
Di grandi scelte lungimiranti positive del nostro paese dei governanti del nostro Paese quello sono seguite però coerenti politiche economiche queste tre date sono i settantanove l'ottantanove i novantadue
Cosa succede in questi tre anni
Distanziati
I primi due da un decennio settantanove
Entrata della lira
Nel sistema monetario europeo banda larga
La lira i governi di allora
Di centro sinistra
Astensione del Partito socialista
Posizione come dire contraria di bassi
Posizione contraria delle sinistre entra nel sistema monetario europeo
Pur nella banda larga di oscillazione
Per la prima volta il Paese si lega le mani rispetto alle svaluta azioni competitive
Si lega le mani in maniera relativa perché si veda uno spazio di oscillazione doppio rispetto agli altri Paesi però comincia una grande scelta lungimirante
Di politica
Economica di politica monetaria
Si lega le mani rispetto alle svalutazioni competitive che erano state per tutti gli anni
Della ricostruzione del boom
La grande molla della competitività del nostro Paese lo dico con molta con molta chiarezza
Per carità altri fattori la piccola impresa il nostro capitale umano la nostra cultura industriale di Fusaro nostra cultura artigianale cioè tutti i fattori di fondo certamente però l'elemento tra ente
Era un elemento
Drogato
La svaluta azione competitiva ogni tre quattro anni quando il sistema perdeva competitività
Una bella botta
Di valutazione competitiva si recuperava fiato si importava infrazione
E il sistema e riprendeva in qualche maniera a correre tutta la nostra economia tutto il nostro sistema industriale è un sistema industriale
Basato sulle svalutazioni competitive
Sull'inflazione
Sulla piccola dimensione
E sulla scarsa dotazione di tecnologia
Tutto questo svalutazioni competitive
Prenotazioni competitive consentivano al nostro Paese
Di non fare gli investimenti fondamentali
Investimenti infrastrutturali
Investimenti in capitale umano
Investimenti in riforme
Noi abbiamo barattato
In un trade-off perverso
Le riforme con le svalutazioni competitive abbiamo messo la polvere sotto il tappeto
Nel settantanove pressati
Dalla costruzione europea ma anche del da chi era più lungimirante pensava con questo moderno non potesse più leggere già allora
Abbiamo cominciato a legarci le mani
Nell'ottantanove vado veloce perché non posso parlare troppo nell'ottantanove
Abbiamo fatto il passo successivo
In mezzo
Che è San Valentino
La scala mobile
Ci sono negli anni ottanta
Anni difficili ma anche anni di grande
Tentativi di grandi tentativi riformisti
Se Riva settantanove l'Italia è obbligata dalle regole europee ancora una volta l'Europa ci costringe la modernizzazione nell'ottantanove siamo obbligati alla banda stretta come passo preliminare per quello che sarebbe successo dopo
E l'ottantanove ci obbliga la banda stretta e con la banda stretta ci obbliga a un'altra grande scelte il superamento definitivo della scala mobile
Già la scala mobile era stata superata parzialmente bloccata l'ottantaquattro susseguente alla prima scelta di vincolo
Dopo l'ottantanove occorre un'altra grande scelta
Buttare a mare il meccanismo di indicizzazione che non era altro che un grande Valium un grande ammortizzatore sociale
Che teneva insieme
Spirale salari prezzi che teneva insieme svalutazioni competitive che teneva insieme un modello una bolla
Di competitività basata punto sull'inflazione e sulla pace sociale prodotta dall'indicizzazione
Questa è la nostra storia detta brutalmente
Bene con l'ottantanove e con la banda stretta iniziano le tensioni il sistema perde di competitività ancora una volta
E la risposta che viene dal mondo imprenditoriale
E che poi trova anche nel mondo sindacale come dire una risposta in qualche maniera positiva sono gli accordi di luglio del novantadue novantatré col superamento definitivo dello scalo
Arriviamo al novantadue
Agli anni della scelta
Definitiva europea di Maastricht
Ma anche gli anni dell'ultima grande valutazione
L'autunno nero nel novantadue
Amo scelto Maastricht
Avevamo scelto
Ma stette voleva dire sostanzialmente moneta unica al voleva dire i parametri voleva dire
Deficienze debito
Inflazione tassi d'interesse avevano scelto la convergenza ricorda
Su questi elementi che erano la scelta definitiva europea la scelta definitiva di abbandonare
Il modello inflazionistico
La devianza
Del nostro modello di crescita e di competitività
L'avvocato però non avendo
Come dire i fondamentali a posto e soprattutto non avendo un cambio coerente con la scelta
Dei parametri di Maastricht
I mercati vedono questa difformità tra nostra scelta di lungo periodo e venne i nostri fondamentali deficit e debito
E scommettono contro di noi
Grande svalutazione
Grande cioè in grande orrendo Settembre nero della nostra moneta si svaluta del dieci e del venti o del trenta per cento nel novantadue novantatré
Sì come dire facciamo il pieno di svalutazione fino trenta argento per fortuna la scala mobile era già morta perché se no avremmo riprodotto una spirale
Prezzi
Salari che ci avrebbe definitivamente distrutto questo non avviene
La lira svalutata e per fortuna
Con quel valutazione
Del trenta per cento la lira poi entrerà
Nella moneta unica
Chi dice che noi siamo entrati nella moneta unica sopravvalutati dice una cosa non vera
Nella moneta unica siamo entrati dopo questa sua mutazione
Molto forte l'ultima
Quindi la data che segna sostanzialmente una scelta definitiva
Di fare competitività
Secondo
Le giuste e corrette
Regole del gioco cioè attraverso i fattori non più attraverso le svalutazioni competitive non più attraverso le bolle inflazionistica
Tutto bene dunque mica tanto
Per la semplice ragione
Che di fronte a questa grande scelta di legarci le mani in maniera definitiva grande scelta che inizia come abbiamo visto nel settantanove prosegue nell'ottantanove
Si formalizza e dolorosamente nei primi anni novanta noi dovevamo dare una grande dimostrazione
Di riforme
Cioè non potevamo più fare competitività con l'inflazione non potevamo fare più competitività con le svalutazioni competitive dovevamo fare competitività con le riforme
Riforma del mercato del lavoro
Liberalizzazioni privatizzazioni
Riforma del fisco
Riforma delle pensioni riforma del welfare
Infrastrutture grandi reti capitale umano cioè riforme di tutti quei fattori che fanno la competitività non drogati
Dalle svalutazioni competitive non drogati dall'inflazione
E qui è il buco storico del nostro Paese
Gli anni Novanta che dovevano essere da un lato gli anni del vincolo
E quindi gli anni delle grandi riforme vengono totalmente persi
Tengono talmente persi per ragioni le conosciamo
Dopo il governo Amato
Governi tecnici
Governi più o meno finti
Tra parentesi nel primo governo Berlusconi i governi della sinistra
Mancano questo obiettivo
L'obiettivo della compensare il modello inflazionistico valutativo
Con le riforme
Quegli investimenti infrastrutturali con le grandi riforme che
Tengono un Paese competitivo
A cambio fisso
Questo e in maniera se volete un po'semplificata il modello
Arrivo alloggi
Su quale offerta politica
Questa coalizione questo governo vinse le elezioni del due mila uno
Molto semplice di recuperare un decennio perso
Di fare quelle riforme che sono necessarie
Per recuperare la competitività e guardate la competitività a un crollo
Proprio nel decennio Novanta
E prosegue negli anni successivi a cui si aggiunge poi la sfiga termine tecnico
Degli anni due mila che tutti conoscete la bolla speculativa l'undici di settembre e così via ma che è un di più perché attenzione succede un'altra cosa
Negli anni novanta cioè quando cominciammo a legarci le mani
Rispetto alle svaluta azioni competitive succede un'altra cosa
In assenza di riforme
In assenza di riforme
Cava la crescita
Non ha mai avuto anni cinquanta anni sessanta anni settanta anche in parte anni ottanta
Con tassi di crescita superiori alla media europea con tassi di inflazione superiori alla media europea ma con tassi di crescita superiori alla media europea era il nostro modello il modello inflazionistico dava inflazione
Grazie rivalutazioni competitive competitività e crescita e tutti stavo insieme appassionatamente
Anche in un modello distributivo redistributivo generoso anche in termini vuol fare istrici quando cominciamo a legarci le mani
Rispetto all'inflazione rivalutazioni competitive
E a non fare le riforme il primo segnale perdita di competitività
Carlo di crescita
All'inizio in maniera impercettibile
Poi in maniera cumulano ed è da questo periodo in cui inizia il nostro divario all'ingiuria spetta la media europea che non c'era mai stato negli anni cinquanta sessanta settanta ottanta Terme è stato più inflazione più crescita
Negli anni Novanta
L'inflazione
Ha comunque è un al livello di tenuta superiore alla media europea ma non siamo inflazionistica ma meno crescita
E questo modello come dire continua negli anni due mila
Meno crescita come conseguenza di perdita di competitività
Come conseguenza di perdita di competitività
Perché non siamo stati capaci di fare le riforme
Questo governo questa maggioranza vince le elezioni offrendo rinforzi
Offrendo cioè di compensare nell'arco di cinque più cinque anni in dieci anni il decennio perso degli anni novanta otto sette
Il meccanismo ipotizzato era chiaro
Le prospettive di crescita era hanno come dire sufficientemente forti per consentire un approccio riformatore e per compensare soprattutto con una botta d'intensa nei primi cinque anni
Il petto
Di riforme di investimenti ed infrastrutture
Degli anni Novanta
Tutto questo impatta
Con la crisi del dell'undici di settembre con la la fine della bolla speculativa cioè intatta con una crisi
Europea internazionali europea e italiana
Che ci porta ad avere tassi di crescita ancora inferiori a quelli del periodo precedente pensate solo un dato io lo ricordo sempre
Gli anni del centrosinistra
Hanno voluto tassi medi di crescita del due per cento all'anno
Che pure era inferiore due per cento al tre per cento che verrà euro
Gli anni del centrodestra mostrano tassi di crescita per lo zero tre zero quattro per cento all'anno
Sei volte sette volte di meno
Ciò nonostante l'offerta di riforme
Si mantiene
E viene realizzata capirete in un clima
Spaventosamente difficile perché se è difficile fare le riforme a tassi di crescita del due tre per cento
è pressoché impossibile
Fare le riforme con la stagnazione
Quindi noi comunichiamo un gap del decennio precedente
Con una crisi congiunturale
Conseguente alla fine della bolla speculativa e al dopo undici settembre
Questo ci fa anche capire
Al di là dei problemi interni della maggioranza
Passi
Probabilmente i problemi interni della maggioranza sono anzi il prodotto
Di questa difficoltà
Perché ho fatto tutto questo lungo excursus per capire a che punto siamo del tunnel o del guarda riforme fatte
Sono buone come descritto nel nel messaggio di Berlusconi potranno essere migliori certamente però sono una risposta scuola mercato del lavoro pensioni e legge Obiettivo infrastrutture ma non voglio fare elenchi
Sono la direzione giusta
Pensando
Al livello di crescita congiunturale difficoltà del periodo
Posso dire tranquillamente eccezionali
Pensando ai fabbisogni del Paese probabilmente si poteva fare di più però la politica è l'arte
Nel contingente quindi le riforme
Sono state in questi tre anni una grande risposta
Il periodo di stagnazione per recuperare quella competitività perse negli anni novanta
Inutile
Pensare di giocare con le svalutazioni competitive non è cosa ma è inutile pensare anche di giocare con l'Europa
Individualismo ai vincoli europei
Perché se non si ricadrebbe per altra via alla alle soluzioni
Individuali opportunistiche delle svalutazioni competitive un sotto altro nome ma sarebbe la stessa cosa
Nel frattempo però qualcosa è successo
La congiuntura sta cambiando
Forse in maniera ancora piena di luci e di ombre e più le ombre che le luci ma la congiuntura cambiando un solo dato
Il due mila e quattro
Abbiamo già una crescita media incorporata nel due mila quattro che sta finendo dell'uno virgola tre per cento
Molto premente finiremo all'uno virgola quattro per cento quando lo dico in giro in televisione da non mi credono eppure già così c'è statisticamente abbiamo già l'uno virgola tre per cento di crescita che potrebbe essere l'uno virgola quattro a fine dell'anno uno dice
Valore schifo setto
Forse se però si paragona lo zero tre dell'anno scorso
è sei volte tanto
E se si finisce con uno virgola tre uno virgola quattro le probabilità che l'anno prossimo la crescita sia attorno al puro più del due sono pressoché certe
Quindi noi ritorniamo ad a vere tassi di crescita che ci consentono di valorizzare le riforme fatte perché le riforme fatte non le vediamo
Anche nella percezione di consenso della gente
Semplicemente perché non c'era crescita
Se la gente Mai dire mai abbiamo fatto riforme del mercato del lavoro
Sì però ma abbiamo fatto la riforma delle pensioni
Sì però ma abbiamo messo in cantiere le infrastrutture sì però perché non c'è la cresta la crescita e come i la luce del sole che illumina le cose i colori
Senza luce i colori
Sono tutto visto tutti grigi non si vedrà quindi e sulla crescita che noi dobbiamo puntare
Per veder valorizzate le riforme che ci danno la competitività
Allora la crescita da dove viene diviene da fuori viene da dentro
Da fuori
E il traino europeo e il traino mondiale
Da dentro
Dalla nostra capacità di forzare in questo particolare momento
E proprio per questo
Serve la riforma fiscale
La riforma fiscale non ha caratteri redistributivi welfare istrici
Togliere ai ricchi per dare ai poveri o toglie ai poveri per dare ai ricchi non può avere non deve avere caratteri istituti riforma fiscale a caratteri di efficienza a caratteri di offerte
Facendo la riforma fiscale aumento all'offerta
C'è uno choc sull'offerta
E proprio in questo momento che c'è bisogno di rafforzare la crescita che comunque esogena mente ci tocca attraverso uno choc interno sull'offerta e in parte sulla trama
Perché se noi riusciamo con la riforma fiscale dal due mila e cinque per questo
Come dire questo grandissimo tensione ma grandissimo anche dibattito sulla scelta del due mila e cinque due mila sei anche perché evita una notizia
Abbiamo davanti due anni ancora di ciclo positivo
Direte ma il ciclo positivo è stato di quattro i primi due non ce ne siamo accorti
Ne abbiamo altri due perché poi ricomincerà a un ciclo dei tassi americano e ricomincerà
Il nuovo ciclo che sarà ciclo di minor crescita a livello internazionale quindi libero per noi siamo sfasati in avanti abbiamo due anni quei due anni li dobbiamo acciuffare in tutti i modi
I dobbiamo acciuffare in tutti i modi proprio perché
In questi due anni
Noi dobbiamo valorizzare attraverso la crescita del riforme fatte
Ridare una botta di competitività al Paese perché se non si riparte oggi sulla competitività noi rischiamo di avere un quinquennio davanti a noi ancora di stagnazione ancora di bassa competitività
E sarebbe insopportabile per un'economia come la nostra
Avere dieci anni più dieci
Di bassa crescita di perdita di competitività perderemmo la nostra collocazione la divisione internazionale del lavoro perderemo la nostra identità quello che dico diceva prima per questa regione varrebbe per tutto il Paese
Per questa ragione questo momento è un momento decisivo
Per cui bando e più agli umori cattivi potevamo fare di più e anche bandolo se vogliamo
Alle competizioni interne della coalizione
Lo di Tivo fondamentale questo mettere a frutto il grande lavoro fatto in momenti difficilissimi tre anni difficilissimi
Con questo anno di snodo che nel due mila e quattro e giocarci per la competitività non penso alle elezioni
Te la competitività per la crescita il due mila cinque due mila sei
D'altra parte
Se il Paese avrà tassi di crescita attorno al due due e mezzo per cento nel due mila e cinque due mila sei a la competitività aumenterà aumenteranno i posti di lavoro
Aumenteranno i redditi migliorerà la distribuzione del reddito del Paese si vincono anche le elezioni grazie
Lascio la parola più Luigi Borghini che responsabile nazionale del dipartimento industria e politica industriale di Forza Italia
Sì grazie Guido io ringrazio doppiamente sia perché sta riconducendo oggi questo questo incontro
Ma anche perché ci hai offerto la possibilità di ospitare ci a Torino la scelta di Torino e la scelta non naturalmente casuale ma scelta dovuta fatto la competitività si va a confrontare proprio nella città che è un po'la culla della industria italiana e anche per cercare di sottolineare che indusse italiana forse potrebbe fare qualcosa di più
Per modernizzarsi per attrezzarsi alla competizione internazionale certo questo
Sarà accompagnato anche da un lavoro la politica per il governo un lavoro di quadro di sostegni o di impegno nei confronti del sistema industriale però l'industria agli imprenditori non possono certamente chiamarsi fuori dalle responsabilità
Il messaggio è chiaro
Confindustria molto spesso ci ricorda anche l'altro giorno a Parma sei giorni fa che la ricerca innovazione tecnologica sono la molla dello sviluppo
E ci ricorda anche che l'Italia con il suo uno virgola uno per cento di spesa ricerca il fanalino di coda mondiale de la ricerca naturalmente nel sistema dei paesi più avanzati
Però io voglio anche ricordare che le imprese italiane all'interno di questo uno virgola uno per cento spendono il quarantanove per cento di questo uno virgola uno mentre i colleghi francesi spendono il settantaquattro per cento del loro due virgola quattro quindi parlando in termini di valori assoluti e non relativi sono molti più soldi quelli che le imprese
Nostre concorrenti investo ricerca di quanto facciano i nostri imprenditori e invece lo Stato in fondo finanzia un'attività di ricerca che è paragonabile a quegli altri paesi
Ecco perché e qui naturalmente il richiamo anche all'attuale congiuntura dibattito politico sull'IRAP e IRPEF sgravi e quant'altro
Trova anche motivo di confronto di dibattito tra Confindustria e politica
Nel momento in cui la nostra battaglia la mia personale all'interno del partito è stata quella di spingere perché ci fosse una abbassamento dell'IRAP Passerini qua tassa chiamata dallo stesso Marzano quando eravamo all'opposizione
Come acronimo di imposta rapina
E certo non ci piace via per non ci piace
Però abbiamo mezzi limitati dobbiamo mantenere i tetti imposti dall'Europa e allora quanto cioè per l'IRAP per l'IRAP cioè circa un miliardo di euro dovevo spenderli bene questi soldi
Forse non tutti sanno che l'implora il gettito complessivo dell'IRAP in Italia e trentadue miliardi di euro
Beh se riuscissimo quest'anno a cominciare a togliere un tre per cento sarebbe comunque un segnale problema è che noi diciamo cerchiamo e trovare dei soldi possibili per l'IRAP la risposta di Confindustria è non ci interessa interventi a pioggia
Dopodiché ci posizioniamo su interventi di specializzati sulla ricerca e quindi sul personale addetto a ricercare l'impresa è sui nuovi assunti nel Mezzogiorno
E ci si dice son troppo pochi soldi bisognerà cercare di confrontarci in modo più continuo più coerente più pressante ma certamente anche individuando le priorità
Ecco perché questo incontro di oggi ecco perché dopo di me e dopo i rappresentanti del governo che vedo non soltanto sottosegretario Valducci ma anche sottozero Pescante
Ecco perché abbiamo chiamato a questo incontro una serie di rappresentanti dell'impresa
Non abbiamo voluto fare un incontro paludato con i soliti noti abbiamo voluto invece far venire persone che ogni giorno sono impegnati nella lotta della competitività internazionale
Perché è vero che l'Italia ha idea a uomini a anche una storia
Industriale ma è vero anche che si affacciano alla proscenio Paesi che fino a ieri non lo erano
Il caso la Cina lo sanno tutti ma l'India parliamo di Paesi dell'Est europeo parliamo di un sistema industriale che sta cambiando sta cambiando perché quelli che erano marginali ieri solo protagonisti oggi e in futuro potrebbero essere di Touré padroni della scena
Questa la grande paura che abbiamo perché è vero che il dinamismo dei paesi emergenti è cosa buona
Ma il petrolio che vale stelle ma l'acciaio che va alle stelle certamente non sono cosa buona perché obbligano quelli che fino a ieri hanno competitivi e non esserlo più li mettono fuori mercato ecco perché abbiamo la necessità di riposizionare l'Italia
I riposizionamenti usati Italia si fa insieme non è pensabile che ci siano i buoni e i cattivi dobbiamo cercare di andare la direzione giusta e allora
Un primo colpo all'IRAP del tre per cento secondo me è un bel segnale
Naturalmente oltre a questo ci vogliono altri interventi bisogna avere una politica industriale come Paese signori la politica USA questo mese non l'ha avuta mai non l'ha avuta mai
Cioè ricordate i pattini si facevano nei salotti buoni o nelle torrette per suddividere il mercato queste la politica industriale degli anni settanta e ottanta
E allora cominciamo a pensare cosa si può fare oggi per avere invece dopodiché industriale virtuosa una politica industriale che permette a questo Paese di seguire di inseguire e di sopravanzare gli altri
Qual è la politica industriale abolirlo sale fatta certamente di una competitività fatta anche di Utilities ecco perché dobbiamo confrontarci lo faremo a gennaio a Roma con ENI ENEL Ferrovie poste
Questi signori non posso pensare che portare a casa utili sia esaustivo del loro compito il loro compito è essere al servizio del Paese perché gli azionisti sono i cittadini italiani
E allora l'ENEL che ci dà energia elettrica al cinquanta per cento di costo in più negli altri paesi europei deve investire per abbassare i suoi costi
Lei deve fare scelte che siano coerenti con le cisterne regia di che di questo Paese non solo per fare affari
Le ferrovie devono trasformare la loro struttura più al servizio del sistema economico del Paese quindi con il pendolarismo
Mango trasporto merci beh se al Paese che paga di più il trasporto merci perché purtroppo in un Paese così lungo il sistema ferroviario non è stato in grado di offrire trasporti sicuri moderni efficienti e abbiamo dovuto andare sulla gomma
Che è molto costosa che molto spesso è anche osteggiata e combattuta dagli altri Paesi europei perché lo sapete quante difficoltà ci creano in Svizzera o in Francia
Ecco questo è il problema di questo Paese
Essere un paese moderno efficiente e in grado di competere e allora puntiamo anche su imprese che abbia queste caratteristiche dobbiamo puntare su imprese soft imprese che abbiano molto software inserito nei loro prodotti e lo servizi perché quello è un sistema di produzione e una capacità commerciale che altri non hanno
Puntiamo sulle multinazionali tascabili dico al presidente al presidente dico che adesso non vedo
Che certamente la Ferrero non è multinazionale tascabile dovete fare poker Coffey che poche per tasca ma non è certamente mentre invece abbiamo molte multinazionali tascabili che sono delocalizzate un esempio e lo stesso Riello qua parlerà nel corso del dell'incontro
Cioè imprese che hanno stabilito nei Paesi dove avevano mercato delle condizioni locali di produzione e commercializzazione servizi che le hanno rese più integrata in quel sistema paese infine abbiamo il la delocalizzazione che è un grande problema ma anche una grande opportunità non dimentichiamoci che per fare competizione non si può fare protezionismo ma non si può neanche essere disponibili a morire sul mercato
Se il sistema Italia
è in grado di delocalizzare in modo virtuoso cioè aumentando posti lavoro aumentando ricchezza perché manteniamo in Italia i cervelli
La creazione e la ricerca la commercializzazione la finanza d'impresa beh certamente la delocalizzazione è un modo per potenziare il nostro Paese
Termino dicendo
Che abbiamo quindi necessita di un impegno serio da parte della politica perché io non riesco a dimenticare che i partiti sono la cinghia di trasmissione tra il cittadino e le istituzioni
Non possono essere soltanto delle dei muri di gomma da utilizzare o soltanto dei podi per poter parlare alla gente necessario ascoltare e questo questa serie di incontri che stiamo organizzando come dipartimento è fatto per questo per ascoltare oggi vorremmo sentire dalle persone interverranno
Quelle che sono le sensazioni le problematiche i suggerimenti le proposte che vengono dal mondo industriale imprenditoriale perché per noi
Ogni giorno
Affrontare temi difficili come quello quello delle crisi aziendali
Ho sentito poco fa i tamburi degli sindacalisti e dei lavoratori della Bracco ma tanti tamburi si sentono Italia troppi tamburi
E noi dobbiamo lavorare non per la crisi e sulla crisi ma dobbiamo lavorare per lo sviluppo e sullo sviluppo per fare questo è necessario puntare i nostri strumenti che sono ripeto anche ENI ENEL Ferrovie Poste
Ma anche il CNR l'Enea devono finalizzare la loro ricerca dobbiamo avere al servizio delle imprese anche questo importante braccio operativo che spende tanti soldi e certamente pace credito il credito anzi la finanza d'impresa non voglio neanche parlare soltanto le banche la finanza d'impresa
Che è un tema così delicato non è casuale che oggi di Confindustria venne invitato soltanto il presidente del Comitato credito Francesco Bellotti
Perché il tema del della finanza di impresa è un tema che ci accompagna in modo trasversale sulla ricerca sulla delocalizzazione sulla multinazionali tascabili
Sapete e sappiate quanto è difficile quanto è a volte di rende di tue impossibile va nel tentativo di andare in Paesi dove non esiste il nostro sistema finanziario
Quanti hanno lottato in Romania in Bulgaria piuttosto che in Brasile senza strumenti finanziari
Perché mentre i tedeschi i francesi o gli olandesi sanno di trovare la banca amica che li accompagna in questo percorso molto spesso non abbiamo non solo la banca amica ma qualche volta la banca nemica per questo e allora è importante l'impegno di tutti noi ma è importante che sappiate che avete accanto un partito che queste cose non solo le capisce
Ma a capo l'imprenditore e che ha messo a capo del dipartimento industria un imprenditore il che significa che abbiamo orecchie molto attenti a sentire le ragioni dell'industria
E saremo molto attenti a che queste voci non vengano soffocate perché il Paese ha bisogno di queste voci per potersi rilanciare tornare ad essere protagonista perché l'Europa non deve essere solo il vincolo di cui parlava Renato Brunetta che dobbiamo rispettare ma deve essere un'opportunità
E io penso che se non stiamo a sentire la nostra industria probabilmente in Europa diventeremo rotoli scorta e non voglio solo lo scotto e nessuno e quindi in questo senso invito gli interventi che succederanno al mio a portarci proposte e comunque sappiate che abbia l'umiltà avete un amico e avete porte aperte ecco perché in fondo io ringrazio Fabrizio Cicchitto e Sandro Bondi
Perché avendomi dato questa responsabilità hanno anche dimostrato una sensibilità ed una disponibilità al dialogo che altri partiti non hanno grazie a tutti eppure prosecuzione
Ringrazio per Luigi Gore viene in cui lasciava dopo a la conduzione dei lavori e do la parola a sottosegretario Mario Valducci
Ne approfitto prima che parli Mario che è un amico e che quindi non si offende per richiamare visto che tutti gli interventi sono importanti a contenerne i limiti di tempo che consentano anche agli altri esprime le proprie idee gran premi ai dieci minuti
Ma perché è sempre difficile poi fare interventi molto limitati nel tempo
Io qui vorrei innanzitutto fare una piccola premessa otto ringraziare Paolo Mammola e Maria Teresa Armosino che oltre a me Mario Pescante sono presenti come sottosegretario e tutti i miei colleghi parlamentare tutti voi presente e la premessa che volevo fare questa finalmente la linea del governo è tornata alla normalità in questi ultimi giorni
Lo dico come anche fondatore del nostro partito cioè nell'in questi tre anni e mezzo di governo molti nostri alleati soprattutto ma fosse anche qualcuno al nostro interno aveva pensato di camuffarsi e di seguire un po'una tendenza di linea politica adottata dagli altri partiti precedentemente ma ne siamo un partito diverso nuovo del cambiamento del fare e quindi io penso che questa nuova nuova che poi una linea tradizionale quella di voler realizzare i programmi che ne presentati non solo sia un qualcosa di necessario ma sia qualcosa di vitale per il nostro partito
E quindi mi auguro che questa linea continui sul fronte fiscale così su tutti gli altri fronti che ancora dobbiamo conseguire nella nostra azione di governo
In questi tre anni e mezzo di governo al ministero delle Attività produttive tra l'altro nome che andrebbe cambiato la prima cosa che propongo perché quando si va soprattutto negli altri paesi europei tradurre ministero Attività produttive complessa nostra ministero dell'industria dell'energia nel commercio perché parliamo di commercio internazionale in questo senso non perché ci occupiamo dei negozi
Perché oggi sono competenza esclusiva delle regioni
Ho potuto toccare con mano quanto il nostro sia un Paese fortemente conservatore frontalmente legato diciamo a corporazioni che vedono quindi grandi difficoltà nel portare avanti il processo di liberalizzazione cambiamento di questo prezzo poi si può tramutare nel partito la spesa pubblica quando si parla di tasse ma si potrebbe definire al partito in tantissime altre mode quando vogliamo fare liberalizzazioni più spinta di quanto magari riusciamo penso che qui ne dobbiamo ricordare anche cambiamento forte che abbiamo dato nella internazionalizzazione delle nostre imprese dei nostri prodotti con il governo Berlusconi negli ultimi anni
Cioè con il governo Berlusconi non abbiamo impegnato l'intera nostra diplomazia non a fare attività di natura culturale
Storico importante ma secondo noi secondaria rispetto a quella canonica a promuovere e sviluppare la nostra azienda
E in questo momento di globalizzazione dove sicuramente i mercati orientali sono una elemento critico della nostra industria ma sono anche una possibilità per la nostra industria andava e conquistare alter paese
Io penso che noi dobbiamo innovare oggi la parola innovazione diventata quella che negli anni Novanta era al federalismo
Tutti ci riempiamo la bocca poi dopo in realtà voi innovare vuol dire potere ammodernare i nostri prodotti le nostre imprese per essere sempre presenti sui mercati del mondo questo diciamo la verità dell'innovazione
E sicuramente come il simbolo della nostro successo internazionale sì al nostro modo di vivere che poi si traduce
Nel nostro modo di vestire quindi con tutta la filiera del tessile abbigliamento e calzaturiero sia nel nostro modo anche di mangiare quindi con tutto ciò che ne consegue per tutta la filiera agroalimentare anche qui una Punto
Talvolta mi capita di affrontare riunioni anche intergovernative dove c'è un eccesso di quella definizione di rintracciabilità del prodotto che potrebbe causare molti problemi alla nostra industria qui siamo in ambito industriale quindi voglio sottolinearlo
La rintracciabilità è un qualcosa di importante
Ma attenzione a non volere eccessivamente andare nella rintracciabilità dei prodotti che possono poi determinare una minore forza della vendita nei nostri prodotti nel mondo cioè se io faccio l'esempio concreto perché poi magari sei io vendo pasta
Se scrivo che Diana viene comprato dall'Ucraina non è un valore aggiunto che dò sulla pasta italiana perché il grano in Italia non è sufficiente
Per poter produrre la pasta italiana e quindi quando parlo di eccesso di rintracciabilità mi mi mi mi rivolgo a questo tipo di definizione
Che è passata anche la nostra Aule parlamentari e che rischia di mettere a repentaglio decine e decine di migliaia di nostri lavoratori
In cambio fossi qualche vantaggio di pochi piccoli e medi latifondisti
Quindi ecco questo è sicuramente una accenno che volevo fare così come volevo ricordare che una strumento di politica industriale su cui noi dobbiamo puntare attraverso una legge analoga a quella che fu la legge del novanta Amato per le aziende di credito quello nei servizi pubblici locali cioè noi dovremmo
Redigere una norma che vada nella direzione di favorire gli accorpamenti e le fusioni gli agglomerati nei servizi pubblici locali
Altrimenti quando prima o poi e questo momento peraltro non poi ci saranno legare la pubblica avverrà
Che le grandi multinazionali europei e internazionali concorreranno danno dei servizi a prezzi inferiore
Di qualità magari anche analoga e quindi rischiamo di perdere tutto il patrimonio fondamentali importante non solamente umano ma anche economico finanziario rappresentato da tutte le nostre ex aziende municipalizzate quindi una legge che vada verso l'eliminazione di tutte le norme
Fiscali che posso portare una concentrazione in questo settore io penso che sia qualcosa che ne dobbiamo assolutamente
Mettere a punto volevo ricordare a Crosetto presidente Ghigo che sulla settore dell'aerospazio personalmente ho molto lavorato in questi tre anni e mezzo
Penso che sia uno dei settori di politica industriale su cui il nostro Paese deve puntare perché è nella nostra tradizione e nelle nostre capacità
Ricordo solo alcuni dei programmi che stiamo finanziando come il Paese
Il convertiplano cioè una macchina che è in grado di volare sia in verticale che in orizzontale
Il nuovo addestratore dell'Aermacchi di un addestratore all'avanguardia che ha già volato per la prima volta è all'avanguardia rispetto a tutti gli altri l'addestratore presenti oggi sulla scena internazionale
Tutt'al settore dell'elicotteristica dove siamo leader mondiali io mi auguro che a breve potremo rifornire anche Presidente degli Stati Uniti d'America con i nostri prodotti per sottolineare la nostra leadership in questo settore
E così tutta una serie di prodotti come ci ventisette J che non ero di trasporto militare che è prodotto qui così come qui viene assemblato lei fa che voglio ricordare in questi giorni no il mio Ministero ha contribuito a sbloccate una tranche di finanziamento importante senza la quale rischiavamo
Una ulteriore grave crisi in un altro comparto importante della nostra economia e della nostra industria domani faremo un comitato ottocentootto per finanziare questi programmi che ovvio poco fa ha citato che vanno nella direzione quindi di portare avanti quella che è l'alta tecnologia nel nostro paese e e quindi questo è uno di quei settori che noi dobbiamo io penso coltivare su cui dobbiamo assolutamente investire penso che sia molto importante anche ricorda un alto
Un'altra cosa che è stata detta i processi che vanno ultimati di sburocratizzazione
Cioè io penso che dobbiamo cambiare completamente l'approccio cioè dobbiamo fare in modo tale che chi opera chi intraprende abbia la possibilità di realizzare uno stabilimento di realizzare un nuovo insediamento produttive
Con le leggi in vigore
E andando a verificare le cose successivamente perché i tempi altrimenti di tutte le oltre settanta mi sembra autorizzazione che è richiesta per l'apertura di uno stabilimento industriale sono tempi
Che sono biblici rispetto a quello che la globalizzazione di cui oggi parliamo e sono biblici anche rispetto all'Unione Europea in Francia si realizza uno stabilimento chimico in pochi mesi in Italia ci vogliono almeno tre anni
Quindi noi non possiamo può non allinearci rispetto a questi altri fattori di competitività e poi concludo ricordando come la politica industriale
Nel nostro Paese è carente da almeno quindici anni da quando Renato Brunetta ricordava le tappe della nostra ingresso nella svalutarsi onde perdendo la sua mutazione competitiva della nostra moneta
Ecco da allora
Si è dato soprattutto al novantadue in poi si è dato priorità a un'azione di politica industriale che era dettata solamente nella valutazione del management nella valutazione di le strategie dell'industria quanti soldi quanti dividendi l'azienda dava allo stato queste meccanismo è un ragionamento che deve terminare se vogliamo rilanciare la nostra industria del Paese
Mi rivolgo soprattutto a tutte le società ex monopolista ancora oggi possedute dallo Stato
Che si muovono in completa autonomia e che rispondendo al governo che da come le priorità quello del dividendo
Non investono perché anche le strutture fondamentali in questo Paese nel settore della chimica secondario nel settore della chimica terziaria
Interessandosi solo di commercializzare il greggio piuttosto che importare gas cosa che è anche un commerciante dei più tranquilli più bravi del settore ordinamento sono in grado di fare noi vorremmo che questa impresa
Oltre a portare utili che siano in grado di investire per le nostre industrie noi abbiamo autorizzato il ministro Marzano autorizzato oltre dieci mila Mw
Di nuove centrali elettriche ecco io vorrei andare a vedere quante ecco il ministro Marzano quante di queste centrali
Stanno per essere costruite con una forte inserimento delle nostre industrie italiane
Ebbene io sono convinto che questo indusse italiane sono poche troppo poche rispetto a quelle che dovrebbero essere rispetto quindi a favorire tecnologie che provengono da Paese orientale o da altri Paesi europei senza invece investire sulla nostra indusse taglia io penso che anche questo sia un qualcosa di cui noi dobbiamo essere coscienti per poter veramente portare avanti una politica industriale seria nel nostro Paese
Grazie
Sottosegretario Valducci benvenuto al ministro Marzano e io inizierei gli interventi degli imprenditori Paolo da Francesco Bellotti Presidente del Comitato il credito di Confindustria
Mi raccomando adesso con gli interventi di essere brevi solo per un motivo perché vorremmo che parlassero tutti e che adesso anche le risposte quindi Francesco so che sei sintetico ma
Lo spazio che ti serve comunque
Grazie dell'invito cercherò di massimizzare i pochi minuti di una platea folta di interventi per dire
Alcune cose la prima cose parla di declino competitivo e politica industriale io credo che noi non abbiamo bisogno di una politica industriale in questo Paese abbiam bisogno di una politica per l'industria
Cioè di una consapevolezza della necessità rimette all'industria al centro dello sviluppo competitivo del nostro paese che cosa fare
La prima cose creare le condizioni perché ci sia l'arresto del primo dei importanti fenomeni di declino del nostro Paese il declino della fiducia
Io credo che sia l'elemento fondamentale dal quale fare poi discendere tutto quanto significa evitare che ci siano perenni conflitti che ci siano contrasti né all'interno delle gli organi istituzionali credo che regionali stamattina si erano testimonianza di quello che il senso del disagio che si vive e di quanto da questo comportamento si possa determinare una precarietà nella capacità individuare le soluzioni che cosa fare si è detto noi abbiamo una carenza di grandi industrie abbiamo una piccola industria che io non riesce più a essere competitiva
Creiamo le condizioni perché ci siano le possibilità che i piccoli imprenditori possano crescere determinando ognuno il proprio livello di competitività nel mercato di riferimento in cui egli agisce attraverso che cosa innanzitutto credo che ci sia da fare una riforma di quello che è la semplificazione amministrativa ben fatto bene ha ricordato il sottosegretario Valducci di quanto sia terribile la impatto sulla burocrazia su quanto corti sono trentacinque miliardi di euro l'anno il costo che l'impresa sopportano a causa dell'inefficienza della pubblica amministrazione
E di quanto è stato con Mondo per la politica scaricare in termini di efficienza sulle spalle dell'impresa
Si tratta di creare delle riforme che sono in corso e che devono essere portate a compimento in tempi rapidi abbiamo la riforma della legge fallimentare
Quanta ricchezza si distrugge con i tempi della delle nostre procedure concorsuali abbiamo oggi il sottosegretario Vietti che ha in mano questa è importante responsabilità e che credo sia una legge che abbia un duplice aspetto ripeto salvaguardia dell'impresa possibilità di tutelare i territori e possibilità anche di creare una diversa cultura dell'accettazione del rischio d'impresa del nostro Paese
Abbiamo detto che
è necessario permette alle imprese di crescere noi abbiamo una politica fiscale che tutta ostile alla possibilità della crescita ogni forma di aggregazione diffusione di concentrazione liste in termini elusivi
Si parla spesso del sistema bancario dicendo
Delle difficoltà traiamo
Una consapevolezza di quello che è stata l'esperienza del la concentrazione del sistema bancario
Perché lo Stato non crea una legislazione fiscale normativa che favorisca la crescita delle imprese non vedendo ripeto sempre in maniera elusiva il fatto di voler cresce per poter competere
E ancora
è stato detto qui energia
Non si può fare impresa in un paese in cui l'energia che è uno dei servizi ha un costo duplice rispetto ai quali i nostri competitori
Non ogni cento euro dispense che sosteniamo ne abbiamo sedici che ci derivano dai costi dei servizi e tutti i nostri costi dei servizi sono meno competitivi di quello degli altri paesi e la logica della politica di liberalizzazione di prevenzione che è stata fatta nel nostro Paese
Una logica che ha privilegiato alle la cassa rispetto alla strategia una logica che non ha portato al compimento di quel processo proprio perché a parità di servizio e che noi usufruiamo non abbiamo adeguati costi competitive rispetto agli altri nostri le concorrenti infine si è parlato molto di come possa essere il rapporto banca impresa utile per la crescita sicuramente io credo che ci siano due livelli di confronto con la sistema bancario il primo è un livello di confronto strategico per costruire insieme due mondi che si considera entrambi in prese le possibilità per sostenere la dinamica di crescita competitiva del sistema e in questo credo che l'obiettivo comune di superare e le insidie che ci vengono poste dalla introduzione degli accordi di Basilea due
Che cosa significa questo significa lavorare perché si ad atti no e si adottino
Sistemi di valutazione del nostro imprese che siano confacenti alla realtà che noi rappresentiamo e non modelle che provenendo da una cultura anglosassone fotografie in maniera distorta la nel forza delle nostre imprese avallò la capacità di essere prendi tredici di credito ma significa anche agire perché ci sia nei confronti del governo un'assunzione di responsabilità se Basilea significa rafforzare patrimonialmente nostra impresa allora
Al governo chiediamo di togliere tutti quelli sorti sono oggi i vincoli che esso ci impone in termini di volersi economiche e finanziarie
Quindici miliardi di Euro di mancati rimborsi Iva pesa no sulla necessità di indebitamento dall'impresa
Lo Stato la pubblica amministrazione e il primo acquirente del nostro Paese con cento miliardi di euro
I suoi ritardi di pagamento impongono l'indebitamento e quindi una debolezza finanzia le nostre imprese che non è compatibile che non è riconosciuta neanche da prese le ha ricordate di che quando andiamo oltre i novanta giorni di termini di pagamento a quei crediti sono considerati carta straccia i termini di Basilea noi abbiamo dovuto chiedere come in altre occasioni come Paese Italia una moratoria ma questo non sarà su altro che una necessità di riaccentrare un comportamento più virtuoso la pubblica amministrazione al sistema bancario perché credo che questo sì è un tema molto sentito diciamo oltre a livello strategico c'è un livello di quotidiano nessuno
Sotta c'è la difficoltà di rapporto con il sistema bancario che le imprese soprattutto le piccole imprese hanno al sistema bancario chiediamo a responsabilità e attenzione nella rapporto quotidiano nel mantenimento delle disponibilità di finanziamento all'impresa
E chiediamo anche di non scaricare tutte le proprie inefficienze con innalzamento inadeguato di tassi e di costi
Lo dico quando i tassi di interesse sono ancora una di mare in tasca bassa e credo che a differenza di molti
Rimarranno che fanno analisi diteci la verità se rimane ancora bassi per lungo tempo perché le condizioni complessive dell'economia europea non permettono innalzamento dei tassi dicevo
Lo chiedo questa attenzione perché dal due mila uno al due mila e quattro lo differenzia di spread tra il tasso d'interesse del deferimento
Della banca centrale europea è quello a ma applicato dal sistema bancario è passato da tre virgola cinque cinque virgola sei quindi uno scarico non giustificato di Anne altamente del costo del denaro
E quando a fronte di un aumento dei costo ai prezzi medi al consumo di del dieci per cento della produzione industriale il sistema bancario ha avuto innalzamento dei propri corsi del trentacinque per cento sono anche questi elementi di perdita di competitività che nel rapporto con le banche non possiamo assolutamente permetterci chiudo dicendo grazie di aver permesso questa forza di confronto ci sono tanti altri colleghi che otto che erano alcuni temi una sola risposta all'amico Pierluigi Borghini
IRAP
Il Presidente del Consiglio venne a Parma
Prendendo un impegno conigli imprenditore dicendo io considero l'IRAP una su una imposta assolutamente iniqua e lavorerò e il mio governo lavorerà per eliminare l'IRAP oggi io credo che sia un errore giudicare male Confindustria quando parla di di interventi a pioggia sulla riduzione dell'IRAP se è stato detto che erano disponibili due miliardi
Se questi due miliardi vengono frazionati su tre milioni di soggetti e che fanno un beneficio ognuno di venticinque euro al mese cioè trecento euro all'anno io sfido chiunque a spiegare come su questa manovra
Che ha una visione populista si possa parlare di un recupero competitivo dell'impresa se invece aveva diciamo che quei due miliardi che sono una cifra che può essere considerata accettabile nell'ambito della responsabile
Con un gesto non condivisione delle difficoltà di bilancio quei due miliardi vengono utilizzati per la riduzione del carico fiscale con una conseguente diminuzione dello zero sei per cento
Del costo complessivo del lavoro io credo che allora anche le imprese non valuteranno questo come un intervento esclusivamente populista elettorale ma come ben ha detto
Renato Brunetta un tentativo di questo governo di dando riduce delle mie trentuno in marcia il processo di recupero competitivo del Paese grazie
Grazie per Francesco chiedeva Gian Francesco Imperiali di prendere la parola reso imperiali e amministrato delegato della B&B
E presidente l'Associazione nazionale industrie elettriche elettroniche
Di Confindustria
Grazie Pierluigi io
Ho visto che sono l'unica molto inalbera multinazionale straniera presente oggi qui per cui questo mi riempie di un sacco di responsabilità
Devo dire
Che
Visto dall'alto delle multinazionali
E io ci terrei a fare una chiara distinzione pone spiego i motivi la distinzione tra le multinazionali che sono già presenti in Italia e ben radicate nel territorio e le multinazionali che devono decidere di venire in Italia
Questa distinzione la faccio per un motivo perché
Francamente credo che ci sia un problema anche a livello di comunicazione io che sono responsabile di una ma altri multinazionale presente in Italia da più di cento anni
Devo dire francamente che non tutti i parametri ci vedono perdenti
Per cui tante volte quando ci facciamo la testa ci fasciamo la testa perché stiamo semplicemente praticando lo sport nazionale del vittimismo
Ma ci sono sicuramente alcuni aspetti su cui confrontandosi con altri Paesi non stiamo tanto male questo lo dico per esempio per quanto riguarda alcuni diciamo dei costi che deve sopportare un'impresa in in Italia i costi del lavoro di fatto non sono sono Abba sono abbastanza concorrenziali con altri Paesi sviluppati
I costi
Di relativi a per esempio a a terreni a costruzione di insediamenti industriali
è chiaro che poi dopo ci sono costi decisamente più elevati che sono i costi in genere infrastrutturali per cui legati ai trasporti
Così come i costi legati all'inutili test di cui è stato parlato gas
Elettricità
Allora
Come dicevo c'è un problema di comunicazione anche perché una multinazionale come la nostra in Italia si confronta spesso con altri paesi europei e ne usciamo a volte vincenti nel senso che le Investimenti che abbiamo in Italia vengono confermati nel tempo
Perché si riconosce che in Italia val la pena di rimanere comparandoli tale da altri Paesi ripeto europei è chiaro che se poi si parla di paesi extra europee dell'Europa dell'Est o dell'Estremo Oriente
Sul costo del lavoro
Siamo perdenti sta di fatto che però questo non vuol dire che bisogna trasferire tutto in Cina per noi esiste ancora fortissimo il principio che alcune attività vanno fatte nei Paesi europei
Vanno magari fatte anche a supporto delle stesse attività fatte nei Paesi cinesi per cui tutta la parte di ricerca e sviluppo viene o per lo meno va una parte considerevole dalla ricerca e sviluppo i prodotti con forte contenuto tecnologico vengono tenuti in Italia e in Europa
E tre tra i vari paesi europei in Italia
E questo da un da un in una delle indicazioni che forse val la pena di considerare ho menzionato ricerca e sviluppo sicuramente
L'incentivazione della ricerca e dell'innovazione in particolare
Deve rappresentare una delle focalizzazioni che dove dovrebbero esserci nel Paese
Mi riferisco in particolare anche a quanto è stato detto dal vice presidente per la ricerca di Confindustria Pistorio
Ci vorrebbe questa credo che sia una mancanza del nostro Paese una focalizzazione su alcuni settori dieci settori per esempio che possono essere qual si voglia Palmer nanotecnologie
Non lo so qualsiasi cosa chimica De Marco fisica dei materiali però ci dovrebbe essere una identificazione di alcuni settori su cui il Paese vuole puntare
E questo anche in risposta ai discorsi di Rapp piuttosto che sovvenzioni di vario genere da parte del governo per all'industria è chiaro che se noi riduciamo
La quantità di settori in cui il governo o il Paese disposto a investire dei soldi
Quei pochi soldi disponibile diventano tanti per questi settori se invece questi soldi disponibile vengono sparsi per tre vengono distribuiti sul disertori alla fine come diceva qualcuno forse Bellotti del rimane molto poco e Verissimo perciò bisognerebbe focalizzare su alcuni settori cosa che altri Paesi come per esempio la Francia rende ha fatto mentre invece in Italia si ha difficoltà per paura forse di scontentare qualcuno ma le scelte bisogna farle facendo le scelte qualcuno scontenta sempre per cui come dicevo ricerca e sviluppo sicuramente bisogna fare delle scelte bisogna fare mi associo a quanto detto da quelli che mi hanno preceduto bisogna fare chiaramente degli interventi per quanto riguarda le infrastrutture