"La guerra nel golfo; il Kosovo; la partecipazione italiana agli interventi militari; i Radicali; gli ex comunisti...." - servizio di ricostruzione realizzato con documentazione tratta dall'Archivio di Radio Radicale

L'odierno programma realizzato con documenti d'archivio questa volta veri proporrà registrazioni entrato da gennaio febbraio novantuno e del marzo novantanove relative al dibattito sui interventi militari
Della comunità internazionale guidata dagli USA in Iraq che in Kosovo e alla partecipazione italiana quelle operazioni
Che avrebbero poi portato alla liberazione dal cupa e The invaso dalle truppe irachene di Saddam Senna e affermare in qualche modo i massacri
Coordinati dalla dittatore serbo Milosevic che ascolterete dunque innanzitutto quanto disse alla Camera il sedici gennaio novantuno Emma Bonino
Nell'imminenza dall'inizio della cosiddetta guerra del Golfo
è un momento del ventesimo congresso del Partito comunista all'ultimo dal vecchio PC
Quando presero la parola
Massimo D'Alema
E Walter
Successivamente discuterete invece un momento della seduta dal Senato dal ventisei marzo novantanove relativa alla situazione in Kosovo eri ascolterete quanto dissero in quella circostanza l'allora presidente del consiglio Massimo D'Alema
E il senatore della Lista Pannella Pietro Milio
Il pacifista è quello è l'abbiamo già visto anche nella storia
Che quando si invade l'Austria o la Polonia o i suddetti chiede di non reagire
E prepara consciamente o no disastri maggiori il non violento è quello
Che pure in situazioni così difficili come oggi in cui magari non c'è più nulla da fare le sue proposte non sono accettate come non lo so perché non lo sono state accettate nei dieci anni precedenti
Di una politica aggressiva e non violenta
Si pone però il problema
Di strappare pure in questo frangente
Un centimetro in più un millimetro in più un passo in più
Nella costruzione di strumenti che garantiscano almeno per la prossima volta il rispetto del diritto internazionale
E che non provi quello più altrettante ulteriori prevaricazioni annessioni e via discorrendo
Ed è per questo
Ed è proprio per questo
Che oggi
Ci troviamo ma a me pare stelle rileggo o se guardo gli avvenimenti di questi ultimi cinque mesi
Mi pare di poter dire che questi cinque mesi hanno da una parte fotografato se ancora ce ne fosse stato bisogno di un'ulteriore verifica
Hanno fotografato il fallimento
Della politica estera
Portata avanti dai Paesi del Nord del mondo dal nostro visto che ne discutiamo in questa sede di una politica estera e di rapporti internazionali basati sul potere sugli affari quando andava bene se non sulle tangenti perché non c'è mai limite al peggio
Magari sulla vendita delle armi
Sul sostegno a questo o quel dittatore perché per avventura
Reggeva un paese magari strategicamente utile nello scacchiere internazionale
E che non ha mai fatto
E che su questo altare
Di divisioni strategiche o di affari o di rapporti ha sacrificato
E non ha mai fatto valere come valori prioritari nei rapporti di politica estera l'unica cosa di cui dovremmo andare in qualche modo orgogliosi e che è la democrazia seppure che noi abbiamo seppure in tutti i limiti evidente in questi giorni non ha mai posto a base della sua politica in particolare dalla politica estera e dei rapporti internazionali i diritti della persona i diritti umani civili e politici
Ma di volta in volta i diritti umani e civili e politici sono stati un tema
Usato molto spesso nei comizi dalla domenica
Magari perseguiti
E quando non costano nulla ma poi messi subito da parte quando costassero qualcosa magari in termini di puro denaro o in termini di pura tangenti
Il secondo elemento ma mi pare
E tornerò dopo su questo aspetto che il fallimento di questa politica del riarmo a scacchiere
Non sia stato neanche accennato dal Presidente del Consiglio
O da altri colleghi della maggioranza e mi consenta il presidente che non c'è ma certamente il ministro Maccanico gli riferiva eppure radio radicale sta giustamente svolgendo un ruolo di informazione non solo per i cittadini ma anche per il governo mi auguro e consenta che tutto questo cioè quello di partiamo dal due agosto e sono anche d'accordo ma che sul tutto il precedente di anni di rapporti particolari con i Paesi arabi io coi dittatori arabi
Su tutto questo si intenda non spendere una parola certamente è un po'inquietante e sconcertante
Secondo elemento che si è creato in questi mesi o che comunque si espresse in questi mesi e che per la prima volta le Nazioni Unite il consiglio di sì senza senza gli strumenti adeguati per il momento hanno espresso con molta forza un dato di affermazione del diritto internazionale
Vero ne manca ancora lo strumento esecutivo non esiste un corpo di peacekeeping adeguato al gli ordini del Consiglio di sicurezza eccetera ma mi pare che per la prima volta questo elemento che io credo forse allo stadio ancora insufficiente ma estremamente importante si è affermato o comunque ha avuto una sua manifestazione che credo non abbia mai avuto precedenti
Credo che questo sia un primo la prima volta e in qualche misura ancora inadeguata ma appunto se noi crediamo al diritto internazionale quindi ad un istituto che lo affermi e che abbia anche gli strumenti per farlo a prevalere
Beh io credo che per un non violento il problema è come
Aiutare un passo in più dicevo un centimetro in più perché questo istituto si affermi perché gli strumenti adeguati siano dati perché uno da momenti difficili non ci si fermi a dire come credo ognuno di noi dice
Perché è più popolare perché lo vorrebbe perché più semplice perché perché perché no alla guerra
Certo io non credo che nessuno in particolare la voglia si tratta di capire come si evita a quale costo e non sono disponibile un non violento non è disponibile ad accettare una violazione di diritto su qualunque altare
E quindi si tratta di capire se ce ne sono ancora i margini
E se non ce ne sono più che cosa comunque fare altrettanto
Perché vera signor presidente cari colleghi l'intervento di Andreotti di questa mattina il Presidente del Consiglio e anche dell'onorevole Craxi sono stati
Esatti
Persino nei dettagli
Solo che il loro comportamento passato presente
Vorrei citare la Somalia ma forse potremmo senza sbizzarrirsi troppo senza far descrittivo solo che loro comportamento passato presente e forse anche futuro perché nulla mi sta a dimostrare che non sarà più così la rendeva queste stesse dichiarazioni non vere
O meglio poco credibile
Creando ad esempio in me un disagio molto profondo
Perché il baratro mi pareva che mi pare di dover constatare tra ciò che viene affermato e si dice e ciò che è anche Rex il tenente magari in questi giorni si fa magari non a proposito dell'Iraq perché l'attenzione dell'opinione pubblica è molto forte
Ma magari relativa ad altre parti del mondo esattamente in contraddizione rende alle stesse dichiarazioni Allo stato poco credibile
La pura e semplice richiesta
Di autorizzare che si rivolge al Parlamento che venga autorizzato a norma dell'articolo undici
La risposta armata seppure come ultima risorsa dopo sei mesi di Bari tentativi
A me pare che questa sola richiesta se solo questo è inadeguata non solo in questo momento specifico ma anche nel medio termine e mi spiego credo che se da oggi da questa crisi non è nasce soprattutto da chi ci governa e da chi quindi ha più responsabilità di nu la consapevolezza che la comunità internazionale deve voltare pagina rispetto ai valori e ai metodi chiappe al seguito in questi anni di politica internazionale se non c'è qualche altra iniziativa che invidia questo senso concreto
La stessa richiesta di semplice autorizzazione a norma dell'articolo undici perde di credibilità
E ci sono e d'altra parte devo anche dire che chi
Porta il peso di questa responsabilità e con una certa sufficienza a per anni e negli anni scorsi
Neanche non dico accettato ma neanche fatto finta di stare a sentire
Quali altre proposte altre forze voleva il meglio di sé del
Voglio tranquillizzare un esempio
Silenzio operoso chiedo scusa onorevole Bonino Maurello suo più fosse ascoltato quello che manca grazie
Riprendo e voglio dire che appunto chi ha avuto la responsabilità di gestire i rapporti internazionali in questi anni e la gestiti come ripeto su questi valori con questi strumenti che oggi si dimostrano fallimentare ed ha avuto ho guardato a proposte che venivano da altre parti politiche
Con molto cinismo
Con molta sufficienza
Bollando le perlomeno di utopia quando erano diciamo CIPE persona persone chiamiamole civili
Ma senza mai fare attenzione beh io credo che oggi non posso venire in Parlamento a chiedere una sola richiesta una sola autorizzazione di forze armate senza porsi magari il problema magari semplice ente cinicamente Fassa è che quelle altre proposte che per anni ci sono state fatte che per anni abbiamo respinto sta vedere che magari sono più funzionali magari sono più efficaci magari proviamo l'espandersi
Non devo raccontare a lei signor ministro Maccanico
Chiedo scusa se di disturbo quali e quante proposte abbiamo fatto dagli era col Presidente Pertini negli anni di campagna e credo difficili almeno per noi faticosissima
Esposte credo sberleffi di vario tipo a destra come a sinistra in cui dicevamo delle cose tempi e cioè che la gente non si rassegna morire di fame
E che se non ha altre alternative i nostri nonni ci hanno dimostrato che si fanno i bagagli e si emigra da qualche parte
E che non c'è il partito che tenga da questo punto di vista ma tutto questo è accaduto sempre nel vuoto così com'è caduto nel vuoto che masse sterminate senza prospettiva di vita decente intanto di vita informatiche immaginiamoci di vita decente per i figli ah va hanno avevano avrebbero hanno bisogno di ricorrere ad un dato di fanatismo
Di ricompensa nell'aldilà o chiamiamola di come vogliamo ma insomma di un qualche valore che li renda sopportabile di morire
Di morire senza prospettive e dilagare del fanatismo islamico
Che dilaga oggi non solo dai Paesi arabi ma in tutto l'Africa povera ad esempio basta girare per vedere che non è più limitata ai soli Paesi a
Bene tutto questo che era appunto l'azione di buongoverno perché prevenire le guerre preparare la pace appunto significa prevenire
Significa capire dei meccanismi che peraltro la storia non inventa quasi mai niente di nuovo
Molte cose si ripeta se Adua Alenia ed ero a due mila chilometri ti stanno centinaia di milioni di persone che muoiono di fame martiri tiene davvero che almeno chi può non faccia le valigie
E che non la e che lo faccia e che venga dove può ma che il mondo ormai è diverso e che questi fenomeni vanno governati no dopo anni di non violenta di azioni di campagna di leggi questo Parlamento si è preferito oppure quel poco che si era strappato
Usarlo non per i diritti della persona non per crea per salvare dallo sterminio per fame non per creare un inizio di democrazia in quel Paese si è preferito usarlo in cosiddetto credo commercio con l'estero con risultati dalla Somalia che ad esempio oggi forse qualcuno
Potrebbe
Ricordare alcunché ebbene abbiamo fatto proposte ci siamo candidati a gestirle chiedemmo alla fine che il commissario Bonaiuti straordinarie poste Marco Pannella il testacoda fu liquidata come se appunto poco affidabile bene o male risultati dei più affidabili non vi pare depongono
E tutto questo è stato visto con assoluta
Così non trova neanche le parole
Oggi noi portiamo a casa voi portata a casa anche il risultato
Di non aver voluto di questa assoluta per non aver voluto né ascoltare né sentire né vedere neanche provare neanche provare
Per questo se la decisione di domani di questo Parlamento se la replica del Presidente del Consiglio non segnerà un piano segnale concreto e tangibile che si volta pagina
Che non si finanzieranno più dittatori a destra e a manca
Perché magari utile al commercio per le armi o alla Breda o ad un Totti
Che il valore di fondo su cui ci muoveremo saranno i diritti umani civili e politici
Se non ci saranno questi impegni
La sola richiesta è inadeguata perché sarda la guerra non è neanche sa sufficientemente adeguato dopo Saddam ce ne sarà un altro
Se non cambieranno i valori e gli indirizzi dei rapporti internazionali ed è per questo che appunto perché poi siamo umili nonostante tutto abbiamo ripresentato un ennesimo documento in cui puntigliosamente facciamo l'evento non tanto degli errori vostri passati quelli sono testimoniati dalle settanta interrogazioni e interpellanze presentate dal nostro gruppo sui rapporti con l'Iraq
No facciamo l'elenco delle cose che comunque delle iniziative aggressive non violente che si possono fare pure in questo frangente che possono appunto creare posti alle condizioni perde domani e dopodomani perché crisi di questo tipo non si ripetano mio collega Tito messa era già segnalato sul per esempio cosa si può e si deve fare
Sul commercio delle armi
Io aggiungo e l'abbiamo nel nostro documento puntigliosamente elencate che si può e si deve
Chiarire che invece di esportare armi si può esportare democrazia che si può e si deve i mezzi tecnici non mancano non ci mancano
Inventare un'opera di una grande campagna di informazione
Nei Paesi arabi Gracco compreso uguale
Una grande opera di informazione sui valori sulla democrazia su su su che spieghi come a un dittatore
Si trova di fronte la collettività internazionale e si con le cose che si possono fare
Si può chiedere pure in questo momento difficile anche se scoppia domani la risposta armata si può chiederà al Consiglio di Sicurezza la convocazione
Della conferenza sui diritti della persona in Medioriente
Perché questo può dare forse il segno
Che non ti risponde solo in modo armato e poi tutto finisce qui e poi ricominciamo daccapo
Si può e si deve approvare uno strumento legislativo che Steve Prisca una brigata internazionale
Sotto il cappello a disposizione dello
Da usare come peacekeeping nelle prossime operazioni
Sia per le catastrofi naturali che sul problema e dalla fame nel mondo ma insomma
Che si faccia capire come la guerra non è solo quella che si combatte con il missile con le armi ma che la morte per fame il risultato di una guerra che si combatte con altri strumenti ma che altrettanto violente
Ed è per questo signor presidente cari colleghi
Che non ha partecipato molto in questi giorni alle manifestazioni e con il no alla guerra
Perché ci vedeva un certo per di ambigue
Vera
Avrei partecipata manifestazioni non sono state in grado di organizzare ma avrei partecipato a manifestazioni che fossi fossero svolte in modo univoco di fronte alle ambasciate irachene
Perché non si mette sullo stesso piano una risoluzione dell'ONU un dibattito parlamentare e sta da Mussari
Non è così in un violento si schiera prende una posizione c'è non è la pace a tutti i costi
E la pace sul costo del diritto ma niente di più ma anche niente di meno
E invece di partecipare a queste manifestazioni da un po'di tempo sono impegnata nella costruzione di quest'altra immagino utopico fantomatica cosa cioè il Partito Radicale transnazionale dei non violenti
Perché qui sono organizzati tutti con strumenti politici i governi i dittatori e mi sembra che i non violenti sono quelli sparsi e che proprio per restare sparsi
Poi sono deboli e inefficaci non partito transnazionale non violento che sappia rispondere in modo efficace in nella situazione che appunto che ci appassiona tutti ma non viene il dubbio che magari ci appassiona tutti perché coinvolge in qualche modo qualche italiano
Che ci appassiona meno la Lituania accerto per carità
Ma in fondo un partito radicale nonviolento transnazionale che sappia dare delle risposte efficaci in Lituania piuttosto che in Somalia tra qualche mese e sfortunatamente ma non vedo segni di resipiscenza in Etiopia
E via discorrendo
Questo ha cercato di fare e francamente cari colleghi signor presidente signor ministro io non so cosa voterò domani
Non è ha fatto un indie-pop retorico non ne avrei bisogno davvero non lo so
Non lo so semplicemente perché ho fatto una scelta di parte Stocco le Nazioni Unite starò con il Paese che con tutti i suoi limiti oggi ha il braccio di un profeta disarmato
Mi sembra un poco particolare che nel momento in cui francamente il nostro Paese
Non ha grandi costi sull'embargo non mi pare
Mi sembra un po'particolare
Che si chieda in sostanza al Paese che ne soffre di più il peso una protrazione ma per quanto tempo
Certo si deve chiedere per carità ma è anche facile chiedono perché il nostro Paese costi a ad oggi francamente ne paga poco sull'embargo e per mantenere l'embargo lo si deve chiedere ma bisogna pure stare attenti fino a quando il comma
E non so cosa voterò non perché la mia scelta non sia netta e chiara credo da tutto il discorso fatto
Ma perché se l'unico impegno sarà la risposta armata senza questi altri corollari così indispensabile per preparare le Paci nel futuro mi sembrerà una risposta magari dovuta
Magari scontata ma certamente colleghi una risposta inadeguata che non ci aiuta forse a preparare in modo adeguato e coerente la pace per i prossimi anni grazie
Era il sedici gennaio mille novecentonovantuno Emma Bonino alla Camera durante il dibattito sull'intervento militare nel Golfo
Discutiamo adesso
Quanto dissero sullo stesso argomento durante il ventesimo Congresso dalla Partito comunista l'ultimo do perché o PC
A febbraio di quell'anno Massimo D'Alema
E Walter Veltroni
Care compagne e cari compagni
Questo congresso rappresenta insieme l'approdo di un percorso travagliato
E drammatico
E l'inizio nelle condizioni più difficili più aspre di un nuovo cammino
è giusto che noi ci interroghiamo a questo punto
Sì la guerra la durezza dello scontro politico nel nostro Paese
Non mettono in discussione le ragioni di fondo
Che ci hanno ispirato in questa svolta
Se come pure è stato detto
Questi dati drammatici della realtà non facciano emergere il carattere illusorio
Del progetto politico al quale abbiamo legato il nostro cambiamento
Io sono convinto di no
E vorrei innanzitutto pacatamente
Discutere la posizione di quei compagni che vedono né i fatti di oggi travolti i presupposti della svolta
Vorrei discuterla pacatamente
Ma anche con un senso di verità
Questo giudizio
Nuove da una singolare rimozione
Vedete la ragione di fondo di questa svolta
Il nocciolo duro inamovibile
Sta nella crisi drammatica
Nell'esaurirsi della funzione storica
Del movimento comunista
Nel fallimento del tentativo compiuto dai partiti comunisti
Di edificare un nuovo ordine politico e sociale
Nel crollo rovinoso dei sistemi ed a questo tentativo hanno preso origine
Vedete compagni
Questo esito drammatico
Di una grande vicenda storica
Assegnato anche la sconfitta
Di quella speranza di quel progetto politico
Di evoluzione democratica
Di riforma e di rigenerazione dell'esperienza comunista
Che è stato il nostro progetto Prodi
Che ci ha reso diversi e che ha caratterizzato la nostra identità
E che ci ha dato una funzione mondiale
Da qui nasce la svolta
La svolta nasce in un quadro
Di drammatiche necessità
E noi non possiamo mai dimenticati
Ne sotto questo profilo il novantuno
Cambia la realtà dell'ottantanove
Semmai anzi troviamo con fare un della gravità della drammaticità quella crisi
Vedete di fronte a questo passaggio
C'erano per noi scelte possibili diverso
C'era c'è stata
Un'ipotesi della quale almeno non sfugge il fasce la nobiltà di rifondazione comunista
Di ripensare e rifondare una nostra identità comunista
Oltre la tragedia e la sconfitta del movimento comuni
Ma a molti fra noi
è parso che questo progetto postulano asse una rinnovata identità sganciata
Da un disegno politico reale
Da un campo di forze reale
Da processi reali del mondo e che aprisse così inevitabilmente una deriva ideologica e minoritaria
Vedete
Di fronte a questa scelta noi ci siamo interrogati sulla nostra storia ed era naturale che fosse così
Abbiamo cercato di interpretare noi stessi
Ed è stata possibile una linea diversa dalla rifondazione comunista perché ve ne erano in qualche modo le premesse e le potenzialità
In ciò che noi siamo stati
Questa linea punta a ricollocare la nostra forza in un processo reale
E a spenderla in un'opera di ricostruzione di una identità della sinistra
In una sfida il cui obiettivo era e resta aperta
Nella possibilità che il vuoto apertosi di fare la fine del bipolarismo venga riempito da una rinnovata Sinistra democratica
Capace di allargare le potenzialità positive e liberatorie di questa nuova era
Capace di costruire oltre il bipolarismo un ordine mondiale più giusto
Progressivamente liberato da rapporti di dominio e di potenza aperto ad una logica di cooperazione e di pace
Una sinistra capace di affermare uno sviluppo governato secondo Fini di emancipazione umana di giustizia sociali di eguaglianza di libertà individuale e collettivi
Noi siamo partiti dall'idea che in questa nuova epoca
è pensabile una inedita compenetrazione fra la democrazia e il socialismo tra lo sviluppo pieno della democrazia e i valori e le idealità del socialismo
Ma certo questa idea che fa perno sulla democrazia non significa pacificazione la democrazia non è la fine del conflitto
Ma una nuova qualità e civiltà del conflitto
Scegliere la democrazia non è la fine della storia
Ma significa collocare la nostra lotta non nella prospettiva di una rottura di sistema
Ma nella prospettiva di una battaglia di egemonia
E di una capacità della sinistra di governare condizionare questo sviluppo secondo i valori e le idealità che le sono propri
La guerra segna accerto una battuta d'arresto
Mette in campo l'asprezza le difficoltà di questo progetto rende evidente Ciocchi a molti di noi erano evidenti era già evidente cioè che la fine del bipolarismo avveniva nel segno di una sconfitta della sinistra
E che vi erano rischi di arretramento sgombra il campo da illusioni se ve ne sono state inchini a tutte ma io mi domando cari compagni
C'è un altro progetto
C'è un'altra via o possibilità c'è un'altra funzione che possiamo pensare di svolgere diversa da quella che abbiamo disegnato con questa svolta
Ecco perché io credo che noi dobbiamo collocare anche la nostra lotta contro la guerra dentro questa prospettive
La guerra è una sconfitta per la sinistra
E in primo luogo per la sinistra dell'Europa
Che non ha perseguito questo obiettivo
Oggi la sinistra e travagliata di divise
Avverte il rischio della tragedia ma anche di un arretramento politico
Avverte la necessità nelle sue diverse componenti
Di lavorare comunque perché non si spezzi il filo
Di un ordine più giusto
Di un rapporto più giusto con il sud del mondo
Con i popoli arabi
Tutto questo e legato ad una speranza essi
C'è stata anche a sinistra in anche in buona fede e c'è l'idea che la guerra a Saddam sia la premessa per soluzioni giuste per un ordine fondato sul diritto
Io la considero un'idea sbagliata
Un'idea velleitaria
Il ciò che sta avvenendo
Conferma quanto invece la logica della guerra spinge in un'altra direzione
Non verso il diritto ma verso un rilancio di una politica di potenza con il rischio di una militarizzazione dei rapporti fra il mondo occidentale il mondo arabo tra il mondo occidentale e il sud del mondo
Ma se questo è come io credo allora vedete i problemi restano aperti e diventano più drammatici
La guerra cioè non cancella le ragioni della politica
Nella necessità per una forza come la nostra di lavorare a riannodare i fili che oggi sembrano spezzati per una tregua innanzitutto per una conferenza di pace per un ordine di pace
Di lavorare badate per ricostruire quello schieramento democratico e di sinistra
In Europa in America che è stato sconfitto ma che hanno cercato di aprire una prospettiva diversa rispetto a questa guerra
Ecco perché così mio
La posizione di certi socialisti nostrani
Se è così allora resta in campo la nostra politica la nostra visione per questo ci vuole fermezza certi bisogna sfidare anche l'isolamento ma ci vuole apertura e lungimiranza vedete sì abbiamo fiducia nella nostra battaglia
Dobbiamo considerare che nella sinistra democratica dell'Europa
Questa forza
Che non si è piegata alla demagogia bellicista che non ha smarrito le ragioni della pace e la politica le idealità della sinistra è una risorsa e può essere un punto di riferimento anche per quelli che oggi ci attacca
Se guardiamo cioè ai processi di fondo
E alle prospettive dell'avvenire
E questo vale più escluso anche per il nostro Paese
Oggi c'è un grande rumore di sciabole ma io non credo che ci si debba fare spaventa
E chiaro che la guerra è stata afferrata come un'occasione dai gruppi politici dominanti
Per puntellare giustificare una vecchia politica
Per elevare steccati e ridurre la portata e le potenzialità del nuovo partito che stiamo mettendo in campo
Ma non lasciamoci ingannare il vecchio equilibrio e in crisi una crisi profonda che investe non solo un assetto politico ma il sistema democratico i suoi fondamenti lo Stato il suo rapporto con i cittadini
E la guerra solo apparentemente un rimedio a questa crisi in realtà approfondisce questa crisi penso alla DC il partito dei quarant'anni di pace
Penso al rapporto fra la DC e il mondo cattolico mai in una tensione drammatica come oggi e l'esigenza di un rinnovamento della politica di una democrazia aperta ad un ricambio di classi dirigenti si fa ancora più stringente
Ciò che oggi appare chiuso bloccato da un rigurgito della guerra fredda può aprirsi con rapidità intrepido imprevedibili
E anche per questo io vorrei fare senza polemiche un discorso sereno al Partito socialista
Se noi riusciremo ad affermare il Partito democratico della sinistra
Vedete le chiavi del futuro politico del Paese non saranno più solo nelle mani di crack questa non è polemica è un dato della realtà
Noi abbiamo detto a che cosa Turchia
Ad un'alternativa che si fondi sull'unità della sinistra e quindi i fondamentalmente su un'alleanza fra il Partito democratico della sinistra il PSI aperto ad altre forze puntiamo a questo non è una finzione vogliamo perseguire questa prospettiva con fermezza testardamente ma muore il PSI aprirsi ad una prospettiva di questo tipo
Vuole muovere dei passi in questa direzione noi abbiamo camminato molto ma non tutto dipende danno
Sappiamo i socialisti che comincia una nuova storia e Galilei e alle asprezze di oggi possono ritorcersi anche contro di loro sappiano che il bisogno di cambiamento che nella democrazia italiana e profondo e in cui non civile può prendere anche altri testi sia detto con serenità
Perché davvero tutti siano posti di fronte alle loro responsabilità
Molto dipenderà da noi cari compare ora bisogna costruire il nuovo partito
Costruirlo della società riunire le forze divertisse che aspirano ad un cambiamento politico ad un risanamento morale a riforme la giustizia sociale
Comincia ora davvero e per tutti noi una fase costituente per noi e per la democrazia italiana non ci sono più esterni che attendono e giudicano ma compagni partecipi di una discussione di una ricerca di una lotta politica
Non c'è più il sì e il no
E anche fra di noi bisogna cominciare a discutere in modo diverso
Non per metterci i bastoni fra le ruote non per farci del male a vicenda
Mettiamo a confronto diverse culture idealità ed anche è una rinnovata idealità comunista
Che pare e vitale di questo nuovo partito
Si misuri nel rapporto con la società misuri la sua capacità espansiva e di confrontarsi con i problemi di oggi dobbiamo cioè concorrere a rendere più forte il nuovo partito cari compagni vorrei che tutti noi ci sentissimo questua e con orgoglio se vince il partito democratico della sinistra non avrà vinto una parte ma avremo dimostrato che la storia del IgE non è stata vana in questo Paese
Vorrei rispondere
Alla selva di attacchi talvolta di insulti
E ci sono stati riservati
Questa mattina da qualche uomo politico
E in particolare sulla guerra che si sono concentrati i giudizi più drastici e ultimativi
Bisognerebbe prendere i quotidiani del diciotto gennaio una data che ora ci sembra un secolo fa
La guerra sembrava già finita
Non è così
Non è stata e non è una guerra lampo
E le armi di Saddam Hussein e non sono state distrutte in un battibaleno ma continuano a sparare
Non è stata neanche un'operazione chirurgica come veniva detto giorno dopo giorno sono cresciute le vittime i civili bombardati i soldati uccisi e crescono le minacce di uso di armi chimiche batteriologiche nucleari non è neanche un'operazione di polizia internazionale e aumentano i rischi di coinvolgimento di quei paesi arabi i cui equilibri politici sono sconvolti ora dal riaccendersi di fondamentalismi religiosi
è riemerso il terrorismo con il suo carico di minacce di sangue i suoi effetti di destabilizzazione
I cittadini di Israele soffrono attendendo l'azione notturna di bombe e si consuma il tentativo di cancellare la questione palestinese
Emergono già drammatiche conseguenze ecologiche e quelle economiche seguiranno spara oggi pagherai domani ha titolato il tango il rinvio del vertice bus Gorbaciov non è certo un buon segno per la distensione specie in questa fase delicata di vita interna dell'Unione Sovietica come non lo è la smentita da parte della Casa Bianca del comunicato Baker best Merli ecco le conseguenze politiche di questa guerra
Temevamo ciò che purtroppo è successo
La guerra si gonfia fino al la rischio di dilatarsi esplodendo possibile che non vi sia mi riferisco ai commenti di oggi alle cose dette nei giorni passati
L'ombra del dubbio o anche non chiediamo tanto ma il rispetto per chi ha motivato il suo no non con ragioni di appartenenza ideologica ma con il giudizio dei rischi catastrofici nascosti nell'accendersi di questo conflitto
Io invidio le certezze assolute che detengono in materia Monti
Apprezzo invece Bobbio che ha detto pur sostenendo la teoria della guerra necessaria il criterio della giustizia non mi tranquillizza la riparazione di un torto non deve diventare un massacro
Ma la più odiosa delle falsificazioni
è il dire che il pacifismo e noi con esso saremmo schierati con Saddam russe
Ma vogliamo che covare torni libero e sopra vogliamo che Saddam Hussein è sia isolato e sconfitto ma non da oggi vedete qui in questo congresso non ci sono gli amministratori lottizzati della Banca Nazionale del lavoro che hanno foraggiato il dittatore iracheno ma i rappresentanti del Partito comunista iracheno gli altri movimenti di opposizione a Saddam e gli esponenti del popolo curdo a loro va la nostra solidarietà e il saluto del congresso
Ma c'è un altro capo di accusa si sostiene che per ragion di Stato noi dovremmo appoggiare comunque il governo e che pur avendo versato la guerra oggi dovremmo sostenere non è bastata la convinta e sincera solidarietà che abbiamo espresso e rinnoviamo qui ai giovani italiani nel Golfo a placare i furori propagandistici
Poco occorre riflettere su questo argomento
E so che a me in causa come appare evidente un principio non un'opportunità politica è un principio che in quanto tale dovrebbe valere non per questa guerra ma per tutte le guerre dal Vietnam al Golfo Persico
è concesso dunque essere contro prima non durante pena l'accusa di disfattismo ma allora sono stati molti i disfattisti nella storia recente proprio mentre decine di migliaia di ragazzi americani combattevano nel Vietnam un giovane senatore democratico si candidava alla presidenza degli Stati Uniti pronunciando queste parole
Ho posto la mia candidatura alla presidenza perché voglio che il Partito democratico gli Stati Uniti d'America sostengano la causa della speranza e non quella della disperazione la causa della riconciliazione degli uomini e non quella che porta la guerra
è ormai definitivamente chiaro aggiungeva che noi possiamo cambiare questa politica disastrose bellicista cambiando semplicemente gli uomini che la fanno dunque onorevole Giorgio la Malfa anche Robert Kennedy era un disfattista proprio come noi poi rispettiamo e sul serio il travaglio di quegli uomini politici che hanno sentito aprirsi dentro dice un contrasto tra l'etica della convinzione quella della responsabilità
Ho usato qui parole di Mino Martinazzoli
Che ha aggiunto a parte l'orrore di quello che già succede credo che sia la razionalità della pace di fronte a chi la nega appare tale agire anche la nazionalità della guerra per chi la ferma usando termini quali operazione chirurgica guerra limitata intervento di polizia mi appare altrettanto fragile
Devo dire sinceramente che mi pare assai più responsabile questa posizione di quella del ministro degli esteri di questa Repubblica che ha sostenuto che annichilirà il Partito democratico della sinistra come stagni chiedendo Saddam Hussein
Perché è questa esasperazione demagogica
Questa voglia di scavare solchi di negare ad un partito a movimenti a coscienza la possibilità di esprimere posizioni politiche e di rappresentarle responsabilmente all'opinione pubblica
Emerge una cultura normali vedendo palleggiatrice
Sostanzialmente autoritaria che sembra sopportare con fastidio il dissenso persino il dubbio e non solo sul Golfo Persico
Così dunque Walter Veltroni e Massimo D'Alema alla ventesimo Congresso dalla partito comunista che si svolse a Rimini nel febbraio novantuno
La prossima registrazione invece dal ventisei marzo novantanove riascoltiamo quanto disse a Palazzo Madama allora presidente del consiglio Massimo D'Alema intervenendo durante il dibattito sulla mozione riguarda la crisi in Kosovo al termine di ascolterete anche quanto disse
Pietro Milio senatore della Lista Pannella
Signor presidente signori senatori
L'intervento militare della NATO in Serbia la drammatica situazione del Kosovo sono motivo di andò cioè di preoccupazione per tutti noi
Il governo ha seguito in ogni istante l'evolversi della crisi ne ha informato il Parlamento che ha mantenuto la propria azione entro i confini del mandato previsto dalla Costituzione
Ci troviamo ad un passaggio particolarmente difficile
Le implicazioni e i pericoli sono sotto i nostri occhi
D'altra parte
D'altra parte teatro di questo drammatico conflitto
è una regione d'Europa alla quale ci unisce un legame profondo e nella quale in anni recenti
E ancora oggi l'Italia ha svolto e svolge un ruolo importante
Siamo dunque in una condizione che impone a tutti maggioranza e opposizione un senso di responsabilità un equilibrio necessarie ad affrontare pure nella differenza delle posizioni
Un quadro politico di un'emergenza militare di estrema gravità
Considero questa una premessa fondamentale
Così come alla Camera dei deputati
Voglio sottolineare anche qui
Che mi interessa esporre una linea di condotta che ritengo giusta legittima e doverosa sul piano politico e morale
Destino del Governo
Cederà dopo
Il governo in questo momento a una responsabilità è un compito
Assicurare la guida del Paese
Garantire il rispetto delle alleanze degli obblighi che derivano da queste alleanze
Rassicurare i cittadini
La linea alla quale ci siamo legati
Quella che abbiamo adottato insieme ad alleati della NATO
Vuole in primo luogo difendere i diritti umani e civili delle popolazioni albanesi del Kosovo
E nello stesso tempo vuole riaprire il dialogo e la trattativa tra le parti in conflitto
Vi sono molti
Che hanno scorto nell'azione militare della NATO
Il pericolo che essa possa determinare un effetto opposto
E dunque un inasprimento della guerra
E che anzi
Hanno visto nell'azione della NATO la guerra
è un giudizio che non condivido
Ma capisco questa preoccupazione e anche ad essa credo che il governo debba dare una risposta
Ritengo che in un momento come questo
Preoccupazioni consapevolezze
Attraversi non gli schieramenti
E così come si è manifestato nel pur vivo dibattito della Camera
Vi sono valori comuni
Giudizi che al di là delle diverse valutazioni sulla inevitabilità o meno dell'azione militare
Accomunano le forze politiche perché sono comuni alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani
Comune la ripulsa nei confronti della violenza etnica
Esercitata dal governo di Belgrado contro le popolazioni albanesi del Kosovo
Comune
La consapevolezza che di fronte a questa violenza bisognava agire
Comune la ripulsa di un regime che ha caratteri oppressivi
Che si rivolge contro libertà dell'informazione
Che minaccia comune e la volontà di giungere ad un esito pacifico ad un negoziato
Do una soluzione concordata di questa drammatica crisi
Ciò non toglie che nel Parlamento e nel Paese ci si interroga su un punto cruciale
Esistevano alternative all'intervento armato
Nel momento in cui il mediatore Richard Holbrooke
Ha lasciato per il gran
Era possibile scegliere una via diversa
La mia convinzione che non vi fossero alternative percorribili
Prima della decisione di attaccare obiettivi postazioni militari serbi era stato sviluppato un'azione diplomatica intensa di continuata
Chi ha puntato a tutelare le popolazioni albanesi del Kosovo nel pieno rispetto dell'unità e della integrità territoriale della Repubblica se
Io ricordo a tutti noi che la crisi fu sul punto di precipitare
Nel settembre ottobre del mille novecentonovantotto
Al punto che risale a quella data
La decisione della NATO di conferire l'accordo l'ordine di attivazione delle forze militari della NATO
Decisione alla quale il governo italiano aderì con una deliberazione del dodici ottobre del mille novecentonovantotto
Eppure in quel momento nel momento in cui sembravano precipitare le cose verso uno scontro armato
Si tentò ancora la via dell'iniziativa politica del negoziato
è stata l'Europa protagonista di questo negoziato
La conferenza di Rambouillet
Condotta insieme agli Stati Uniti alla Russia
Per proporre una soluzione diplomatica
Nella garanzia di lei perdita territoriale della Repubblica jugoslava
Sulla base del principio dell'autonomia
Del Kosovo
E sulla base della richiesta a mio giudizio indispensabili che una forza militare di interposizione garantisse la pace in una regione nella quale oramai aspramente si combatteva
E molti erano già vittime della guerra
è giusto ricordare che in nessun momento l'Europa ha mostrato indulgenza o sostegno nei confronti delle attività terroristiche di guerriglia dell'UCK
Ma è anche vero che tali attività non potevano giustificare non giustificano una reazione che ha portato ad una repressione su vasta scala all'uccisione ormai di almeno due mila civili
Ai bombardamenti di villaggi all'attacco comunità
La crisi dunque a un'origine dei Radici chiare
Fin dal marzo del novantotto il Consiglio di sicurezza dell'ONU con la risoluzione mille centosessanta aveva sollecitato le autorità di Belgrado ad avviare un negoziato in visto di una soluzione politica per il problema del Kosovo
Nel settembre dello stesso anno la risoluzione mille centonovantanove oltre che a rinnovare l'appello per l'immediato cessate il fuoco sottolineava come la situazione in quella regione
Rappresentasse una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale
Citando esplicitamente l'articolo sette della Carta delle Nazioni Unite che come è noto fa riferimento al possibile ricorso alla forza militare
Un mese dopo una terza risoluzione la mille duecentotré autorizzavano nato a svolgere ricognizioni aeree io l'uso della forza quanto meno per proteggere o evacuare gli osservatori internazionali della missione dell'avesse CE
Lo spirito di quelle risoluzioni dunque muoveva chiaramente nella direzione di porre freno al conflitto e di bloccare la persecuzione sistematica della popolazione albanese del Kosovo
E legittimo sostenere la Camera su questo vi sono stati diversi opinione che sul piano strettamente giuridico l'intervento della NATO avviene senza un mandato specifico delle Nazioni Unite
Al contempo è impossibile negare che ciò dipende da una sostanziale paralisi del Consiglio di sicurezza bloccato nelle sue deliberazioni dei reciproci veti dei suoi membri
Le stesse parole con cui il segretario generale dell'ONU Kofi Annan riferendosi all'iniziativa militare della NATO ha riconosciuto la legittimità l'uso della forza in determinate circostanze sono una conferma di questa condizione oggettiva difficoltà d'altro canto il Consiglio di sicurezza
Proprio oggi pomeriggio ha respinto a larghissima maggioranza la proposta di una risoluzione russa
La cessazione dei bombardamenti
Nell'autunno scorso da parte sua la NATO aveva già minacciato l'uso della forza militare
Di fronte all'inizio della vasta offensiva condotta dall'esercito di Belgrado contro le popolazioni albanesi del Kosovo
Lo sviluppo successivo degli avvenimenti ha reso purtroppo la situazione ancora più drammatica
Sono note le vicende che hanno portato al fallimento del negoziato di Rambouillet
Al manifestarsi della totale indisponibilità del presidente Milosevic a sottoscrivere un accordo che avrebbe consentito di pacificare il Kosovo
Una può un accordo rispetto al quale almeno nella sua parte politica e nei principi generali
Era parso esservi in una prima fase una disponibilità da parte del governo di Belgrado
Al rifiuto di firmare l'accordo si è aggiunta l'aperta violazione degli accordi sottoscritti in precedenza
Si è avviata una nuova offensiva verso una popolazione già stremata provocando la fuga disperata di decine di migliaia di civili privi di qualsiasi protezione ed esposti ad una repressione brutale
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite ha reso note le dimensioni di questa tragedia duecentocinquanta mila persone senza casa
Di queste sessantacinque mila soltanto nell'ultimo mese ben venticinque mila dopo l'interruzione della trattativa riferirci
Ad oggi più di un quinto dell'intera popolazione del Cossu quattrocentoquaranta mila persone risulta in fuga con rifugiata altrove
Sono le cifre di una catastrofe umanità senza alcun dubbio
Che manifestano la volontà da parte del governo di Belgrado
Di risolvere il problema della minoranza albanese del Kosovo semplicemente cacciando almeno una parte di questa comunità dalle sue case che dalla sua terra
Subire in silenzio l'aperta violazione da parte del regime serbo degli accordi firmati unitamente alla repressione l'uccisione di civili inermi
Avrebbe voluto dire abdicare alla possibilità di proteggere queste popolazioni con conseguenze e costi incalcolabili
Si tratta naturalmente di un interrogativo legittimo
Intere cattivo che è anche uno spessore morale teme non sfugge
Che cosa fare
Di fronte ad una tragedia di questa portata
Agire opporre la forza alla forza
Con tutti i rischi che ciò comporta
O come assistere e continuare a sperare che l'iniziativa politica e diplomatica possa risolvere il problema
è un interrogativo che in questi anni si è riproposto in altri momenti in modo drammatico
L'Europa è stata accusata forse non ingiustamente di impotenza
Di fronte alle tragedie che si consumavano i Balcani a poca distanza da qui sull'altra sponda dell'Adriatico
A chi avverte con angoscia oggi
Il peso del conflitto a chi dice che bisogna opporsi alla guerra si deve purtroppo ricordare che la guerra in quella regione è cominciata molto tempo fa
è una guerra che non si è sviluppata soltanto nel corso è una guerra che ha conosciuto la pulizia etnica lo stupro etnico il massacro delle popolazioni civili centinaia di migliaia di morti anche in altre regioni dei Balcani
Di fronte a quella guerra per molto tempo siamo rimasti a guardare
E quando alla fine siamo stati costretti ad intervenire dalla forza delle cose dalla pressione dell'opinione pubblica fu l'azione militare
Ad aprire la strada all'accordo di detta
Che ha dato una soluzione per quanto precario e problematica ad un conflitto che aveva insanguinato in modo orribile il cuore dell'Europa
Io credo che siano queste ragioni ed anche questa esperienza ad aver respinto la NATO l'Europa e l'America a decidere che di fronte alla tragedia del Kosovo bisognava agire
Bisognava innanzitutto agire per bloccare una drammatica crisi umanitaria bisognava agire per vincere la protervia di chi si oppone al negoziato e alla pace
L'azione militare va mantenuta rigorosamente entro questi parametri
L'azione della NATO la nostra politica
Non sono volti contro la popolazione jugoslava osserva non sono volti contro la Repubblica federale jugoslava con la Serbia
Non sono volti a rovesciare il governo di Slobodan Guido Milosevic eppure certamente non credo piaccia alla opinione pubblica democratica del nostro Paese ed europea
La nostra azione e forte a bloccare l'offensiva
A limitare il potenziale militare distruttivo di un esercito che si rivolge contro la popolazione albanese del consumo e volta a spingere il governo di Belgrado ad accertare il negoziato della pace
Naturalmente la forza può fermare la forza ma non può costruire la pace
L'azione militare cioè non è sostitutiva né in quanto il metodo né in condizioni di assoluta eccezionalità dell'azione diplomatica senza un accordo politico tra le parti è garantito dalla presenza internazionale sul terreno
Difficilmente potrà esservi una pacificazione di quella regione
Anche per questo il tavolo negoziale deve rimanere aperto anche in un momento così drammatico
E questo atteggiamento è la garanzia migliore perché l'iniziativa militare di oggi rappresenti un passaggio grandi ma necessaria in un processo politico
Un processo che dovrà ripartire dai principi affermati a Rambouillet l'autonomia del Kosovo nel quadro della integrità della Federazione jugoslava
Il pieno ristabilimento di diritti umani e civili l'eliminazione di ogni minaccia alla pace e alla stabilità della regione
A questa strategia
Riferiremo ogni successivo sviluppo dell'iniziativa della NATO a partire dalla sua concentrazione su obiettivi di rilevanza militare
Anche al fine di limitare al massimo il rischio da noi avvertito con la massima angoscia di un coinvolgimento della popolazione civile
Siamo perfettamente consapevoli della necessità di commisurare mezzi e fini
E intendiamo valutare sotto questo profilo l'efficacia dei risultati dell'azione militare in corso ciò significa che
Evitando qualsiasi automatismo intendiamo mantenere il controllo politico delle varie fasi tale azione
Anche in rapporto a questa finalità
Abbiamo sviluppato nel Consiglio europeo un un impegno comune per garantire una gestione equilibrata delle conseguenze internazionali della crisi in atto
In particolare siamo convinti che la Russia debba rappresentare un fattore imprescindibile per le prospettive di pace sicurezza e stabilità dell'Europa di oggi e del futuro
Sarebbe dunque molto preoccupante una crisi durature nei rapporti fra cui il Paese l'Europa e la NATO
Al contrario è essenziale che proprio la Russia riesca svolgerà nei Balcani soprattutto nei confronti di Belgrado un ruolo costruttivo così da facilitare la ripresa più rapida delle trattative
Non è tardi perché noi abbiamo agito in questo senso io voglio ricordare che prima delle decisioni di carattere militare il ministro degli esteri nel nostro Paese il presidente Dini si è recato a Mosca
E abbiamo agito perché dal governo russo venisse una pressione su Belgrado io stesso prima ancora incontrando il primo ministro prima cosa bisogna dire purtroppo
Che neppure le opinioni di Mosca è riuscita a smuovere l'intransigenza del presidente Milosevic
La presa di posizione del presidente Eltsin
Pure animata da un duro spirito critico verso l'iniziativa della NATO
Ci appare tesa a non interrompere gli sforzi verso una composizione politica
E rappresenta quindi un segnale positivo così come incoraggiante che il ministro degli esteri russo abbia inteso farsi promotore di una possibile riunione del Gruppo di contatto
Sono espressioni della volontà della Russia anche in queste giornate drammatiche di non voler interrompere un rapporto diretto con l'Europa e con l'Occidente
Dunque un'assunzione di responsabilità che apprezziamo che per parte nostra incoraggio eremo nella convinzione che ciò possa contribuire ad una riapertura del dialogo ad un allentamento della tensione
Il nostro obiettivo è che si possa sfruttare la prima interruzione delle operazioni militari
Prevista all'indomani del completamento della cosiddetta fase uno per proporre una ripresa dell'iniziativa politica del gruppo di contatto al più alto livello possibile
Finalizzata a rilanciare le possibilità di attuazione il piano di pace
In questo senso ha affermato nella giornata di ieri che vedo avvicinarsi il momento in cui sarà necessario tornare all'iniziativa politica
è un concetto che ribadisco anche in questa sede
E sono una nulla che vedere con l'idea di uno strappo alle nostre responsabilità o con il venire meno di un atteggiamento di solidarietà verso i nostri alleati
Noi ci siamo assunti tutte le responsabilità perché dovevamo assumere pure essendo un Paese esposto in modo particolare alle conseguenze di questa crisi
L'abbiamo fatto con la massima lealtà e che ritenevamo tale scelta giusta sul piano del principio ed anche perché sappiamo che al di fuori delle alleanze internazionali di cui l'Italia fa parte il nostro Paese conterebbe di meno che sarebbe meno sicuro
Ma proprio la responsabilità assunta ci dà il diritto di sollecitare i nostri alleati
Ad un confronto in grado di condurre alle azioni militari in corso verso una ripresa del dialogo ciò corrisponde alle necessità del nostro Paese alle attese di una larga maggioranza dell'opinione pubblica da parte nostra intendiamo promuovere tali sforzi con chiarezza e senza alcuna furbizia
Riteniamo giusto agire così perché siamo convinti che una leale adesione all'Alleanza atlantica di cui facciamo parte non implica la rinuncia al nostro punto di vista ad una nostra iniziativa su questioni delicate
Mi ad una discussione alla pari con i nostri alleati
Non concepiamo dunque un tempo delle armi separato dal tempo della politica consideriamo invece decisivo che da subito venga realizzato ogni sforzo per riaprire nelle condizioni mutate il tavolo della trattativa
E questo del resto l'impegno a cui ci siamo dedicati nel corso di questi errori
Sono evidenti le difficoltà del momento ma non è intenzione del governo rinviare il tentativo di una ripresa del confronto a partire dalla possibilità di convocare in tempi rapidi una nuova riunione del Gruppo di contatto
C'è un contributo che l'Italia può dare a questo obiettivo fondamentale
Che deriva la nostra collocazione al centro del Mediterraneo
Dal ruolo politico e del rispetto verso il nostro Paese dalla conoscenza profonda delle forze e delle culture delle diverse identità che si misurano in questo conflitto
Anche per questo io credo che il governo italiano abbia fatto bene a non interrompere le relazioni diplomatiche con Belgrado
E a mantenere in quella città il nostro ambasciatore pure in un momento così drammatico
Però avviare questo processo naturalmente occorre che il governo di Belgrado interrompa ogni attività militare nei confronti delle popolazioni del costo
E torni a considerare la necessità della firma degli accordi di Rambouillet
Sotto la garanzia del vertice del Gruppo di contatto
Allo stesso tempo invitiamo i rappresentanti albanesi del Kosovo a non discostarsi dalla scelta già maturata di sottoscrivere gli accordi precedentemente raggiunti
Lo spazio della politica dunque non è chiuso anzi bisogna compiere ogni sforzo per allargare lo stretto sentiero del confronto e della diplomazia
Questa è l'impero è questo l'imperativo che ispirerà iniziativa del governo
Nello stesso tempo continueremo a lavorare come abbiamo fatto in sede NATO nel corso del consiglio europeo a Berlino affinché sia varato nell'area un piano umanitario sulla cascano in grado di garantire rifugio e sicurezza ai profughi
I Paesi confinanti in primo luogo la Macedonia e l'Albania
E questa la prima condizione per consentire quelle popolazioni nel caso di nuovi auspicabile accordi un rientro rapido nelle loro case
Ovviamente non esclude la possibilità che è un'ondata di profughi si diriga verso le coste del nostro Paese
A ciò bisogna essere preparati e a tale scopo il ministero dell'interno ha predisposto un piano urgente di accoglienza ed un rafforzamento del controllo della costa adriatica al fine di prevenire ogni possibile incidente
Al fine di evitare cioè
Che queste povere persone spinta dalla disperazione
Attraversare il mare per dirigersi verso l'Italia con mezzi di fortuna siano esposti a rischi per la loro vita
Riunione del consiglio dei ministri di questa mattina ha dichiarato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per fronteggiare l'eventuale eccezionale afflusso di nuovi profughi
Voglio infine confermare dinanzi al Parlamento che il contributo specifico delle forze armate italiane
A cui credo debba andare il nostro ringraziamento per il senso del dovere
E lo spirito di alta professionalità con cui stanno contribuendo questa fase delicata della vita del Paese e dell'attività dell'alleanza atlantica
Tale attività e limitata alle attività di difesa integrata del territorio nazionale come peraltro previsto dalla deliberazione assunta dal governo italiano a fine settembre dell'anno scorso
E successivamente confermata in merito all'adesione italiana al cosiddetto atto a suo tempo deliberato dalla NATO
Signor presidente
Signori senatori ho ricordato all'inizio il senso di preoccupazione di angoscia che provano milioni di nostri concittadini in queste ore
La temporanea chiusura ed esclusivi scoppio operativi degli aeroporti civili di Brindisi Bari e Trieste
Così come il coinvolgimento nelle azioni in corso di basi militari situate sul nostro territorio determinano inevitabilmente un comprensibile stato di tensione
Siamo consapevoli dell'impatto anche emotivo di questi eventi sull'opinione pubblica e in particolare sulle popolazioni della costa adriatica più vicino ad un conflitto che si consuma poche centinaia di chilometri da loro
A quelle popolazioni desidero rivolgermi nuovamente in questa sede confermando che non vi è pericolo alcuno per la sicurezza nazionale per i centri abitati per i cittadini del nostro Paese
A questa sensibilità si aggiunge la preoccupazione che quanto sta avvenendo possa condurre ad un progressivo aggravamento della crisi
E che l'uso delle armi Possa in definitiva prendere il posto stabilmente della politica e del negoziato
Gli eventi di questi giorni impongono in primo luogo ai governi ma anche a ciascuno di noi un'assunzione di responsabilità
L'uso della forza per disarmare un aggressore illegittimo quando non esistano nell'immediato altre vie di difesa e di reazione
Il punto è certamente nel fissare le regole in modo modalità rigorose dell'applicazione di quel principio
Nessuno Quiché fuori da qui può ritenere di declinarlo secondo delle convenienze
è un principio rettale se vale sempre mai tale se la politica trova la forza per farlo rispettare
La vicenda del Kosovo da questo punto di vista è un altro monito all'Europa che sia impegnati costruì
Indica la necessità urgente di attrezzare le istituzioni e il governo dell'Unione sul terreno di una politica estera comune
Sollecita la necessità di una strategia di prevenzione ed iniziativa verso aree regionali più esposte ai pericoli di crisi ripropone il tema di un modello comuni di sicurezza e di difesa
Ci restituisce insomma la questione di fondo
Se l'Europa sia in grado di giocare il ruolo di attore internazionale capace di svolgerle proprio ruolo autonomo dentro i nuovi equilibri mondiali del secolo che si sta conclude
Abbiamo fatto molti passi in questa direzione ma altri rimangono da compiere
In particolare decisivo che verso i Balcani l'Unione Europea concepisca come soluzione stabile alle crisi che si sono succedute nel corso di questi anni un piano complessivo di ricostruzione e sviluppo a lungo termine
Favorendo in tal modo l'evoluzione democratica di quell'area il suo progressivo inserimento all'Europa e questo discorso è volto anche a Belgrado
Cui non lo siamo soltanto un trattato di pace di una garanzia delle integrità territoriale
Ma anche un'iniziativa per rimuovere le sanzioni e per potere tornare ad essere pienamente una nazione protagonista del futuro dell'Europa
I Balcani anche per le implicazioni simboliche che quest'area a
Sono per l'Europa una sfida decisiva sfida sul cammino della costruzione di una grande Europa politica solida forte responsabile unità
Non bastavano netta
Servono istituzioni classi dirigenti consapevoli strategie e programma
Su questa strada l'Europa si è mossa
L'Italia ha una grande responsabilità
E vorrei dire una grande e crescente responsabilità
Noi usciamo da un lungo e complesso vertice europeo
Nel quale oltre a discutere della crisi
Decorso
Abbiamo designato il nuovo presidente della Commissione europea e abbiamo raggiunto un accordo sul Bilancio della comunità un accordo che varrà per i prossimi sette
Si tratta di risultati molto importanti
E lasciatemi dire che l'Italia per la prima volta dopo molto tempo esce da un incontro di questo tipo come uno dei Paesi protagonisti non solo per la nomina di Romano Prodi
Al presidente designato della Commissione europea
Ma anche per il ruolo che abbiamo svolto nella ricerca di un accordo e se mi consentite anch'per aderire tutelato come risulterà quando lunedì ma Commissione elaborerà i dati gli interessi del nostro Paese
Gallerie ottenuto un sia pure parziale riequilibrio finanziario
Che era giusto
Che abbiamo chiesto che abbiamo ottenuto
Chiudo questa parentesi non è qui la sede nel giorno per parlare di sole
E tuttavia anche questo episodio dimostra che il nostro Paese può nella Unione Europea e nella NATO
Fare valere il suo punto di vista
Nelle alleanze di cui facciamo parte
Fuori da queste alleanze fuori da una piena assunzione di responsabilità anche dolorosa quando è necessario Italia conterebbe inevitabilmente di meno
E la scelta per chi come noi ama la pace è se vogliamo essere fra i protagonisti Della vicenda politica internazionale a lavorare per la pace o se pensiamo che ci si possa mettere lana in pace e trarsi in disparte
Io non credo che questo possa essere non vista la scelta di un grande Paese come l'Italia
Conosciamo i nostri limiti
Ma sappiamo anche che nel momento stesso in cui ci assumiamo le nostre responsabilità conquistiamo il diritto e la forza per fare valere la nostra parola e la nostra iniziativa di pace grazie
Senatore Miglio lega tre minuti per illustrare anche l'ordine del giorno numero due ha facoltà
Grazie signor presidente signor presidente del Consiglio onorevoli senatori il problema credo non è essere a favore o contro l'intervento militare a favore o contro le bombe ma di essere a favore o contro un dittatore sanguinario e feroce come Slow lo danno in viso Milosevic il macellaio nazi comunista di Belgrado che in questi anni ha dapprima cancellato le speranze di libertà e di democrazia del popolo serbo e quindi ha bagnato di sangue l'intero territorio dell'ex Jugoslavia del la dalla Slovenia alla Croazia dalla Bosnia al Kosovo scegliendo scientificamente la politica dell'aggressione sistematica del massacro delle popolazioni civili dello stupro etnico e dalle fosse comuni questo e ciò dico stiamo parlando e occorre averlo chiaro dove erano e cosa facevano mi chiedo i professionisti del pacifismo a tutti i costi tanto i costi è sempre qualcun'altra pagargli dov'erano e cosa facevano quelli che oggi torna uno a sgranare il loro triste Rosario anti occidentale e anti americano dove erano e cosa facevano quelli che oggi denunciano la brutalità e la violenza dell'intervento armato quando già negli anni Ottanta Pannella e i Radicali prova avevano scongiurare l'esplosione della polveriera balcanica quando nel mille novecentonovantuno Pannella e Olivier Dupuis il segretario il partito radicale trascorrevano ore e giorni drammatici loro non violenti indivisa nelle trincee trovate di o si è creato
Sotto il fuoco dell'artiglieria serba
Quando in Bosnia la commissaria europea Emma Bonino denunciava la sparizione di decine di migliaia di uomini e di donne e di bambini che non erano spariti ma erano finiti nelle fosse comune di Milosevic quando negli ultimi mesi il partito radicale ha raccolto centinaia di migliaia di firme di cittadini di tutto il mondo per trascinare il boia di Belgrado dinanzi al Tribunale dell'Aia e chiamarlo a rispondere di genocidio e di crimini contro l'umanità sappiamo dov'erano sappiamo cosa facevano
Andavano a sdraiarsi sui divani di Milosevic assicurandogli credibilità e sponde internazionali credevano alle sue promesse di cui sono piene le fosse comuni dell'ex Jugoslavia si pensi solo per fare un esempio I Need dice accordi di Dayton punto qualificante di quegli accordi doveva essere il rientro dei profughi nelle loro terre bene sono passati anni da quegli accordi e solo il quindici venti per cento dei profughi ha potuto raggiungere le proprie car sì o quel che ne resta ancora ponevano sistematicamente sullo stesso piano aggressori e aggrediti come incredibilmente continua da fare fino a qualche mese fa ne sono testimonianza le interviste rilasciate a metà dicembre P. Maldini a Newsweek e poi alla stampa lo stesso presidente del Consiglio dal D'Alema che oggi sembra avere fortunatamente mutato opinione in proposito
Peggio facevano affari con lui nemmeno due anni fa nel giugno novantasette in pieno governo Prodi la stette l'attuale Telecom acquisiva il ventinove per cento della Telekom serba consegnando a regime assassino di Milosevici circa novecento miliardi di lire
Se questa sto finendo Presidente se questa è la situazione oggi noi non possiamo che essere ancora una volta in questo secolo riconoscente grati al mondo anglosassone in particolare agli Stati Uniti d'America
Che si sono assunti la responsabilità i costi di un'operazione volta a mettere un criminale in condizione di non nuocere
I segnali che il Governo ha lanciato in queste ore fanno temere una conferma della storica inaffidabilità del nostro Paese in politica estera e l'incapacità di questo governo e di questa maggioranza di temere la stessa posizione per più di due giorni consecutivi perché questo chiedo al Senato di impegnare il Governo a non fare alcuna marcia indietro sull'intervento militare della NATO a fare un deciso passo in avanti per sostenere la richiesta di incriminazione del dittatore serbo Slobodan Milosevic grazie signor presidente
Era il ventisei marzo mille novecento novantanove con quanto dissero al Senato allora Presidente del Consiglio Massimo D'Alema all'ex senatore della Lista Pannella Pietro Milio durante il dibattito
L'intervento militare in Kosovo termina qui l'odierno programma realizzato con documenti d'archivio