Confindustria: previsione sull'economiaitaliana - (org. c/o Aula Magna del Palazzo dei Congressi in Viale della Pittura)

Di prendere posto
Ma cominciamo anche il dottor Cipolletta non è arrivato stasera
Signore e signori Buongiorno e benvenuti a questo seminario di confine dove vengono presentati le previsioni sull'economia italiana elaborate dal nostro tempo
Questo è un incontro tradizionale si fa tre volte all'anno
Quand'ero dall'altra parte del tavolo l'aspettavo con una certa curiosità perché ha sempre costituito un punto di riferimento
Punto di riferimento che è legato sostanzialmente all'autorevolezza alla serietà scientifica del centro-sud è stata dimostrata lungo questo arco di tempo e che son sicuro
Rimarrà inalterata o migliora
La tradizione vuole mi sembra una cosa molto corretta che questi risultati vengano poi discussi oggi noi abbiamo con noi discutere i nostri risultati persone molto autorevole Mario Sarcinelli Paolo non ritornato Brunetta
Per vi ringrazio di avere gettato in una
E lei che come prima volta che mi trovo da questa parte del tavolo potrei anche essere soddisfatto
Perché il comunicato stampa del Centro Studi comincia molto positive le prospettive dell'economia mondiale Italia il al due otto nel due mila e nel due mila uno però c'è sempre un però permangono i fattori che hanno determinato l'erosione la competitività dell'Italia negli ultimi anni ecco io credo che questo sia l'elemento molto importante non solo l'economista se un uomo d'azienda
Quando le cose vanno male le aziende Sivas ristrutturano e credo che questo sia un lavoro che è stato fatto anche il nostro Paese
Quando poi le cose magari comincia andar meglio allora ristrutturazione bisogna farlo ancora più velocemente anche proprio per togliere tutti quei vincoli che possono appesantire l'azienda nella sua competitività nel futuro e questo io chiedo che sia un po'il caso noi dobbiamo profittare di questa fine
Per eliminare quei costi quei vincoli di sistema
Che impediscono al nostro sistema industriale di esprimere tutta la sua potenzialità ma soprattutto ne comprimono la competitività competitività in un mondo che diventa sempre più severo meno pietoso dovrebbe le barriere cadono dove alcuni elementi che in passato ha acconsentito dei recuperi come la svalutazione competitiva oggi collega che non sono più a nord
Mi piacerebbe sentire sicuramente lo sentiremo commenti non solo sul
Sulla riceve il centro studi dalla parata del Centro studi ma anche su questo modo riveder le cose da parte dei nostri colleghi son venuti qua risulta ma c'è un punto in particolare di questo comunicato stampa dicono sia stata voi distribuito
Vorrei sottolinea a un certo punto si dice
Permangono però i fattori di fondo che hanno determinato l'erosione della competitività dell'Italia
I miei anni e sono alla radice
Tre negativa Donato Bilancia con l'avanzo commerciale che era del quattro per cento del PIL nel novantasei si annulla quest'anno equità delle motivazioni ecco anche su questo punto io credo che farebbe molto importante approfondire
Qualche elemento per capire questo prende la bilancia commerciale
Lettura è andato in negativo sia annullato a cosa è dovuto certamente l'energia in cooperativa è uno degli elementi ma io penso ritira anche elementi altri da guardare in particolare credo che potrebbe essere interessante capire
Siamo in grado orientato a breve però performances del sistema delle piccole e medie imprese
Nell'ambito di questa bilancia commerciale mi fermo do la parola a Giampaolo dalle grazie
Io
Parlerò
Di quattro copre del livello di attività
Della competitività dell'Italia
Dell'inflazione e infine dirò qualcosa sul computer
Saliamo sulla prima figura questa ci fa vedere il tasso di crescita dagli anni ottanta
Avrei paesi OCSE con le previsioni due mila due mila e uno dell'OCSE vedete il penultimo numero due mila c'è un tasso di crescita previsto dei Paesi OCSE della quattro per cento solo in un paio di occasioni ma negli anni ottanta si fece meglio di questo quattro per cento
Quindi è un anno molto buono dal punto di vista dell'economia mondiale sappiamo bene che ci sono dei rischi si parla da molto tempo di un rischio di car prende negli Stati Uniti
C'è questo rischio lo sappiamo a noi pare abbastanza improbabile un problema dei telefonini credo improbabile per pragmatismo delle autorità di politica economica e della febbre in particolare negli Stati Uniti per la forte fiducia che i mercati hanno in queste Autorità
Prossima figura
Far vedere questa figura la ripresa in termini di produzione industriale
Fatto cento il novantacinque
Nell'area dell'Euro è la linea blu in Italia voi vedete e nel corso del la seconda metà del novantotto
La produzione industriale effratta stazionaria nell'area Belley euro
è invece scesa in Italia il buco da fare la crisi del Paris testata più seria per noi che per la media nell'area dell'Euro
E poi abbiamo la ripresa in Europa e in Italia
Nel novantanove e nei primi mesi del due mila negli ultimi dati comparabili che abbiamo il tasso di crescita al della produzione industriale nell'area dell'Euro eh del cinque per cento sugli ultimi dodici metri è del due nove per cento in Italia questo negli ultimi dati comparabili infatti dal eurostat notate bene la differenza di livello che c'è fra le due linee fatto cento il novantacinque ne siamo cresciuti circa da allora ad oggi circa della metà rispetto agli altri
Agli altri Paesi
La successiva figura fa vedere che cos'è che va bene in questo momento queste sono le esportazioni dei primi quattro mesi di quest'anno
Abbiamo
Soprattutto esportazioni che vanno bene da nei confronti delle aree extra europee
Per la ripresa dei paesi di di del Paris
Molti e pelli aspetto euro debole vedete esportazioni verso Paris che superano il cinquanta per cento rispetto a dodici mesi prima certo quello lì era un buco molto forte ma insomma prendiamone atto
Nei confronti degli Stati Uniti nei confronti del Giappone ci sono dati che sono fortissimi trenta quaranta cinquanta caccia
A vanno bene
Gli investimenti e nella prossima figura vediamo che cosa succede ai consumi consumi effettivi quelli misurati dall'Istat sono la linea rossa
I consumi in corso e queste sono variazioni tendenziali ripeto hanno steso opprimente dell'anno prima i consumi stavano andando malissimo fino al quarto trimestre del novantanove
In una ragione di trimestre avevano praticamente piatti più zero due più zero tre numeri di questo tipo
Il dato pubblicato ieri dall'Istat
Ma di cui parlano tutti i giornali di oggi
Ci riserva una fortissima sorpresa cioè nel primo trimestre di quest'anno i consumi sarebbero tessuti rispetto al trimestre precedente dell'uno e due per cento se usiamo linguaggio degli americani che moltiplicano per quattro e fanno le cose
In ragione d'anno questo vorrebbe dire quasi il cinque per cento di consumi nella primo trimestre
è un dato estremamente sorprendente per inatteso per noi e per tutti gli analisti devo dire perché avevamo tutta una serie di indicatori che andavano male produzione industriali di beni di consumo
Vendite al dettaglio
E da altri indicatori
L'Istat a un'indagine sui bilanci delle famiglie che pervenuta la stessa Istat negli ultimi giorni è uno strumento molto imperfetto sul cui vista fa delle stime sembra che alcuni beni durevoli vadano meglio di quanto si potesse prevedere ma per arrivare a questi numeri qui
Uno e due per cento nel trimestre ci vuole veramente un grosso botto alcuni beni durevoli oltre l'automobile che sapevamo stava andando bene
Diciamo inoltre che l'Istat ha cambiato con la pubblicazione dei dati di ieri del primo trimestre ha cambiato i dati indietro
I dati che aveva già pubblicato fino al quarto trimestre
Ha sostanzialmente alzato il quarto trimestre novantanove abbassato il primo trimestre per cui il tendenziale a fine novantanove la crescita tendenziale che era due uno è diventata due tre
Alla luce di tutte queste cose abbiamo distribuito nel rapporto abbiamo fatto una piccola revisione ieri sera della nostra previsione che era due sette l'abbiamo leggermente aumentata c'è una nota che aggiorna la previsione il punto non è tanto il fatto di aver portato la crescita del PIL da due sette due otto ma è soprattutto la composizione per cui noi avevamo i consumi di quest'anno all'uno e sette criticavamo altri revisori ad esempio l'OCSE che ce li avevano più bassi ancora di noi perché dicevamo è in corso sarà ci sarà una ripresa anche dei consumi ma adesso i consumi devono essere messi dopo i dati se crediamo a questi dati se non ci saranno ulteriori riduzioni di questi dati da parte dell'Istat come avviene di frequente consumi devono essere portati ben oltre il due forse al due al due e mezzo
La vera questione questi dati come cambiano il quadro le prospettive per i prossimi mesi per i prossimi trimestri
La diciamo peculiarità di questo dato è che aumentano i consumi ma non aumenta in misura proporzionale la produzione la produzione nelle importazioni crollano le scorte
Questo è possibile allora bisognerà vedere se questo crollo di scorte
Verrà ripianato con produzione nazionale o con importazioni se sono telefonini come in parte sembra sarà prevalentemente produzione estera
Se sono mobili sarà prevalentemente produzione nazionale
Per ora noi abbiamo dato questa indicazione di un PIL al due otto per cento ma come dire bisognerà analizzare meglio intatto
In ogni caso due sette due otto uno due nove che sia si tratta evidentemente di un grande progresso rispetto agli ultimi anni quando cresceva mo'all'uno e quattro uno e cinque amo tassi di crescita stentata
Estremamente stentata e dunque questo come dire il bicchiere mezzo pieno
Quello mezzo vuoto che gli altri paesi continuano
La prossima figura lo dimostra a crescere più di noi
Questa figura mostra il differenziale di crescita Italia meno area dell'euro al netto dell'Italia
Dal dagli anni ottanta a oggi vedete che dal fino all'ottantotto cresceva mo'ottantasette ottantotto cresceva amo
Più degli altri
Cresciamo meno in tutti gli anni Novanta
Quel crollo del novanta e in parte legato alle prospettive di unificazione della dell'unificazione tedesca che generarono un Bondi di domanda in Germania e di spesa pubblica
Solo nel novantacinque cresciamo più degli altri perfetto in qualche modo perverso comunque temporaneo della svalutazione del novantacinque
Il delta rispetto agli altri Paesi è stato nell'ordine dell'un per cento negli ultimi due anni
Le nostre previsioni lo collocano nel due mila due mila uno attorno al mezzo punto quindi si riduce un po'il divario ma un divario pur tuttavia rimane e questo mi porta il mio secondo tema che è quello della competitività
Tema che in affrontiamo in questo rapporto come in tutti i nostri precedenti rapporti sapete qual è nostra film no no sono innocente
La nostra opinione è che il problema sia un problema come dire di di Offerta più che di domande ossia di un cumulo di problemi strutturali
Vieri risolti che vanno dal fisco alle infrastrutture alle mancato insufficienti liberalizzazione alla flessibilità del lavoro ricerca formazione eccetera tutte cose su cui in un per un verso o per l'altro ci siamo soffermati in tanti nostri rapporti qui volevo dire alcune cose in più sul tema della bilancia commerciale
Questa figura fa una certa impressione riga orizzontale lo zero vedete che negli anni ottanta il nostro questo è il saldo della bilancia commerciale in percentuale del prodotto interno lordo
Negli anni ottanta eravamo attorno a zero
Con le svalutazioni novantadue novantacinque
La bilancia va in attivo arriva e supera il quattro per cento del prodotto interno lordo siamo circa nel novantacinque novantasei sugli ottanta novanta mila miliardi di surplus
La cosa che fa impressione
E la caduta successiva ovviamente due mila in poi queste sono nostre previsioni nel Duemila arriviamo a zero sostanzialmente nottate che nello stesso periodo in cui noi abbiamo la caduta cioè dal novantasei a oggi
La bilancia accompagna novantanove la bilancia commerciale dell'intera area dell'euro invece
Migliora
Quindi noi peggioriamo labile il la media dell'area del l'area dell'euro nel suo complesso a un leggero miglioramento
Certo sulla caduta del Duemila impatta in maniera fondamentale l'aumento del prezzo del petrolio
E la svalutazione dell'euro e quindi l'aumento dei prezzi delle materie prime ma poi almeno nelle nostre previsioni non miglioriamo negli anni successivi anche se la nostra previsione è costruita con un petrolio che si stabilizza attorno ai ventisei dollari argomentiamo queste ipotesi ma ognuno faccia le sue e un euro che ritorna verso la parità con il dollaro l'argomento essendo che sia riequilibrio in qualche misura la crescita fra Europa e Stati Uniti uno e due di conseguenza la banca centrale europea alza ulteriormente i tassi fino a fine anno al quattro e mezzo forse il cinque per cento
Chissà forse più comunque non lo mettiamo al cinque al cinque per cento
La prossima figura
Mostra l'andamento delle esportazioni e delle importazioni in quantità dagli anni Ottanta questi sono tassi di crescita annuali
E questo serva a far vedere che come dire l'erosione
Della bilancia commerciale i problemi di bilancia commerciale che ne abbiamo non derivano tanto da problemi di Trezzo
E anzi in alcuni momenti i problemi che avevamo ad esempio con il contro shock della metà degli petrolifero da metà degli anni ottanta venivano coperti da andamenti positivi delle ragioni di scambio abbiamo quasi sempre strutturalmente un tasso di crescita
Delle importazioni la riga blu che superiore al tasso di crescita delle esportazioni che queste sono quantità non sono valori
Quanti tappeti costanti
Dunque non è i problemi le eccezioni essendo sostanzialmente il novantatré novantaquattro novantacinque quando le esportazioni vanno invece meglio delle importazioni
Quindi diciamo nei singoli episodi ci sono prezzi che possono andare male o andare bene ma strutturalmente su un periodo di tempo lungo vediamo quantità di esportazioni che vanno tendenzialmente meno delle
Importazioni
Concentrandoci sugli ultimi anni la prossima figura ci fa vedere l'andamento del nostro sulla quota di esportazione rispetto al totale dei Paesi industriali quindi queste sono importazioni devastate esportazioni dell'Italia diviso esportazione di tutti i Paesi industriali
Anche questo va dagli anni ottanta voi vedete un leggero declino nella fino al novantadue negli anni che precedono il novantadue vedete l'esplosione novantadue novantacinque e poi vedete il crollo
Negli anni successivi
Vedete un leggerissimo aumento nel due mila che noi abbiamo previsto per effetto della buone andamento che abbiamo adesso delle esportazioni dovuto in larga parte all'Effetto euro debole
Adesso il livello della nostra quota sta a questa fatta a prezzi costanti e cambi del novantacinque con quindi qualche come dire
Inevitabile problema di metodo su come si fanno i prezzi cambi costanti ma in ogni caso stiamo sotto i livelli degli anni ottanta
La prossima e tra l'altro nella previsione noi la facciamo salire Djerba c'abbiamo tutte praticamente la teniamo costante in previsione per via dell'Effetto Euroma potremmo benissimo essere parecchio più pessimisti se fossimo un po'più pessimisti sulla previsione avremmo poi tassi di crescita del del PIL più bassi di quelli che
Di quelli che abbiamo
La prossima figura fa vedere che questo andamento della quota di esportazioni
E della bilancia commerciale qualcosina che fare qui raffigura però e dal novanta attenzione qualcosina a che fare con il tasso di cambio reale misurato su costo del lavoro per unità di prodotto qui c'è la che quindi è la competitività sul gruppo
Che misurata qui rispetto all'area agli altri Paesi dell'Euro linea rossa e rispetto al totale dei Paesi industriali e anche qui vedete il forte miglioramento
Fino al novanta dal novantadue al novantacinque
La caduta successiva mente che forte nei confronti degli altri Paesi dell'Euro ovviamente molto meno forte poi nel novantanove c'è un recupero nei confronti del resto del mondo per via degli andamenti dell'euro rispetto euro debole rispetto
Al dollaro e lo Jenna
Perché è andata male negli ultimi anni la competitività misurata sul costo del lavoro per unità di prodotto in piccola misura perché le retribuzioni costo del lavoro anzi in Italia è aumentato un po'di più
Che negli altri Paesi dell'Euro
In misura prevalente perché è stata più basso molto più basso il tasso di crescita della produttività
Il che ci fa pensare che
Nel regime in cui siamo e nel mondo della globalizzazione dell'Eur e così via qualche difficoltà ce l'abbiamo e mi colpisce particolarmente
Pensato che citava prima il dottor Bondi sul fatto che anche il cosiddetto made in Italy
Che è il cuore del nostro saldo atti commerciale della parte attiva del nostro saldo commerciale negli ultimi tre o quattro anni
Come dire rimane attivo ma negli ultimi tre o quattro anni sta cominciando a mostrare qualche segno di erosione conclusione un problema di competitività c'è non è una nostra invenzione
è fondamentalmente la bassa crescita dell'export il perno delle quote sul mercato mondiale
Che spiega la bassa crescita del PIL nel medio termine rispetto a quella degli altri paesi europei diciamo poi degli Stati Uniti
E vengo al mio perso tema che l'inflazione
Arrivata ieri al due sei o due sette per cento vedete l'aumento dell'inflazione
Dell'Italia che qui la linea blu e vedete l'aumento dell'inflazione dell'euro la linea gialla mi pare
Se con nella nostra analisi l'aumento che c'è stato fino adesso è sostanzialmente da materie prime da Euro da ad aumento del petrolio svalutazione del del dell'euro che incide sulle materie prime
Non non condividiamo moltissimo l'analisi fatti da altri in parte anche dall'Istat che vede altri fattori in questo momento ci sono altri fattori nel permanere di un differenziale non enorme adesso attorno allo zero sei per cento provvedette
La linea rossa
In questo grafico
La successiva figura ci dice qualche cosa su cosa c'è nella pipeline resta una figura un pochettino complicata
Il cui concetto è il seguente sono aumentate enormemente le materie prime siamo al più settanta per cento negli ultimi numeri
Sono aumentati otto e nove per cento nell'ultimo numero
Di
Costi dei prodotti intermedi prezzi alla produzione dei beni intermedi
Quell'uno e cinque la linea piatta blu che vedete lì sono il Prete è l'inflazione dei prezzi industriali al consumo pezzi indusse al consumo insomma una parte del paniere dei beni di consumo stanno facendo infrazione al ritmo dell'uno e cinque per cento
Anche senza fare grandi analisi input output sulla quota dei costi e quant'altro nell'industria è piuttosto evidente che negli ultimi mesi e trimestri la l'industria italiana non ha scaricato a valle
La gli aumenti di costi
Questo significa che evidentemente si sono ristretti i margini per unità di prodotto
E ci dice che cosa un'analisi
Analoga guardate la si può fare sugli altri Paesi dell'Euro con la differenza che negli altri Paesi le materie prime particolare energetici l'aumento del costo dell'energia importata è molto minore
Perché sono più
Auto sufficienti
Questi tutto questo ci dice che se va bene nei prossimi mesi avremo una stabilizzazione dei prezzi dei carburanti su cui gli effetti sono in media l'euro del petrolio sono praticamente immediati
Ma dovremmo a vere attraverso l'imputato dell'economia
Maggiori prezzi lo sposta lo scaricarsi dei maggiori prezzi dell'energia sia sull'industria sia sui prodotti industriali sia sui servizi
Complessivamente noi prevediamo un'inflazione media quest'anno al due quattro per cento che vuol dire che dal due sei due sette di adesso si dovrebbe scendere piuttosto rapidamente
Evidentemente si scendesse le nostre ipotesi che ho detto su petrolio euro sì verificheranno e prevediamo un numero e nove di inflazione nel due mila e uno
Il governo
Il ministro Visco ha detto che il governo ha l'intenzione di porre all'uno e sette per cento l'inflazione programmata per il due mila e uno un termine di riferimento come sapete importante per i contratti di lavoro
Sottolineo che quell'uno al sette per cento sta scritto in un'audizione di Visco al Parlamento richiede è possibile richiede una dinamica retributiva molto bassa che il ministro Visco quantifica in aumenti del due due due tre per cento sia nel due mila sia nel due mila e uno quindi come dire speriamo abbia ragione Visco noi abbiamo
L'impressione che stante l'attuale sistema contrattuale date le tendenze in atto della contrattazione dati contratti che stanno per essere importanti che stanno per venire a scadenza
Noi riteniamo più probabili numeri attorno al tre per cento e tuttavia per fare l'inflazione programmata
Che dice Visco e che mi pare un obiettivo importante per non perdere competitività i numeri del due due due tre per cento sono per la gli aumenti retributivi sono i numeri senza
Vengo mio quarto punto
I conti pubblici
La nostra valutazione che quest'anno si dovrebbe raggiungere l'uno e mezzo per cento di Obiettivo per quello che riguarda indebitamento sul PIL l'impegno preso in questo senso Unione europea credo verrà rispettato rispettato
Nei primi mesi di quest'anno abbiamo avuto più Spesal del previsto
Per sanità regioni ma anche più gettito del previsto quindi come dire aumentano le dimensioni dello Stato in senso lato ma l'indebitamento va bene
Credo che la vera questione sia se c'è o non c'è un dividendo fiscale della ripresa
Ci sono soldi per fare sgravi o maggiori spese
Perché soldi che alcuni ministri si sono come dire già spesi nelle promesse
E che sono stati tra l'altro molto seccamente smentiti dal ministro del Tesoro la questione riguarda quest'anno riguarda il futuro
Per quest'anno le cose stanno bisogna fare alcuni chiarimenti sui numeri nel corso del novantanove il gettito ha superato le previsioni di qualcosa come dieci mila miliardi
Nella nota di aggiornamento al DPEF dell'anno scorso
Quindi un po'prima nella finanziaria dell'anno scorso il Governo ha ipotizzato che questi dieci mila miliardi si replicassero nel due mila due mila uno e così via
In questo modo se egli è potuti spendere in finanziaria e se li è spesi sostanzialmente riducendo l'IRPEF secondo scaglione dal ventisette al ventisei per cento sono sette mila miliardi più alcune altre cose
La questione quindi è se ci sia un dividendo aggiuntivo rispetto a quello dell'anno scorso
Ed è questo che sembra di capire alcuni ministri vorrebbero spendersi o si spendono nelle promesse
La mia impressione è che ha interamente ragione Visco cioè lo sapremo a luglio per ora non lo sappiamo non lo sapremo nemmeno nel DPEF che dovrà uscire nei prossimi giorni
Anche perché sappiamo che il buon gettito dei primi mesi di quest'anno è dovuto per undici mila e trecento miliardi all'imposta sulle plusvalenze che è un bonus una tantum per l'ottimo andamento della Borsa nel novantanove
Ed è difficile immaginare imprudente come dire spendere un l'entrata una tantum
Per riduzioni permanenti lo stesso ragionamento che si fa per i proventi dell'asta UMTS
In più abbiamo una spesa che va al di sopra delle previsioni tassi d'interesse in aumento da questo questo quadro di diciamo
Abbiamo l'impressione che a luglio scopriremo che lo spazio per sgravi sia piuttosto ristretto
Per gli anni successivi abbiamo a riferimento un riferimento che è il programma di stabilità presentato nel dicembre scorso dal Governo
All'Unione Europea in cui si prevedeva di ridurre la pressione fiscale di un po'più di un punto e mezzo fra il novantanove e il due mila e due
Sostanzialmente con due cose a riduzione delle spese correnti ottimo
Di riduzione degli investimenti pubblici
Ora noi abbiamo tassi che aumentano e quindi la spesa va rivista
Spesa corrente si ottimo prevedendo una diminuzione bisognerebbe fare qualcosa per ottenerla
Non si vedono nemmeno come dire in questo momento le intenzioni di riforma
Tale per cui sentiamo la prossima figura
Noi che cosa facciamo sostanzialmente
Per la spesa per investimenti accettiamo l'ipotesi del governo anche se per certi versi forte comprese la spesa in conto capitale
Non non la condividiamo ci sembra che invece grandi sforzi sono stati fatti nell'ultimo paio d'anni per far ripartire gli investimenti pubblici quella non andrebbe compressa ma qui accettiamo per un attimo quell'ipotesi
Correggiamo la spesa per interessi sostanzialmente sulla base delle indicazioni che vengono dalla Iuc
E per la spesa corrente facciamo un'ipotesi di un andamento moderato diciamo da Tesoro che fa controllo serio amministrativo ma in assenza di riforme a saldo ci calcoliamo la pressione fiscale che viene fuori e qui vedete che questa pressione fiscale diminuiva nelle previsioni del governo quel punto e mezzo della linea su cui c'è scritto governo non diminuisce nella nostra
Previsione che ci sembra un pochettino più realistica così come stanno le cose
Pietro
No pressione sì entrate totali prendiamo piglio le entrate totali della pubblica amministrazione su Pilla
Il a parte i dividendi delle imprese pubbliche queste la pressione fiscale chiedo scusa
Ricordo infine che ci sono c'è una forte pressione
Dell'Unione Europea per anticipare i tempi del riequilibrio di bilancio al due mila e due o di un anno perché alcuni ce l'hanno già al due mila due si vorrebbe non è adesso e i nostri nei programmi del governo italiano vediamo la prossima la
Il pareggio di bilancio dovrebbe avvenire nel due mila e tre si discute in Europa se alla luce del buon andamento dell'economia non si possano anticipare la discussione sull'anticipo è una discussione
Come dire che a un certo fondamento se voi guardate questa figura questi sono i saldi di bilancio del novantanove vedete che ci sono vari paesi che sono già in surplus
Che la media europea è un disavanzo questo è istogramma giallo la media europea nel novantanove è un disavanzo dello zero cinque per cento del PIL
L'Italia si trova terzultima
Prima di Austria e Portogallo per quello che riguarda il disavanzo con l'uno e nove per cento che abbiamo registrato l'anno scorso intendiamoci
Un mare di differenza rispetto ai numeri che avevamo qualche anno fa di disavanzi al dieci per cento
E tuttavia questo per dire a il dibattito sull'anticipo delle scadenze di bilancio a una certa credibilità di il dibattito invece
Sulla
Una possibile revisione in senso più permissivo diciamo del patto di stabilità in questo momento è un dibattito come dire inattivo perché i bilanci stanno andando bene
Di qui la l'impressione che noi abbiamo anche esplicitiamo nel nostro rapporto è che
Per ora il dibattito sulla dividendo fiscale della ripresa per quest'anno soprattutto per gli anni successivi
Sia un dibattito basato su fondamenta non molto solide a meno che naturalmente non si inizia a fare una politica diversa per quello che riguarda la spesa pubblica
Nel rapporto con questo ho concluso i miei quattro argomenti nel rapporto non ci occupiamo solo di macroeconomia ci occupiamo di tante altre cose ci sono dei riquadri per esempio sulla pressione fiscale nell'impresa in diversi Paesi
Ma io voglio segnalare una cosa che a me sembra rilevante
E che
Diciamo gli effetti strutturali che si hanno in diversi Paesi europei in relazione a o a variazioni del tasso di cambio dell'euro
Facciamo una simulazione con un modello dell'economia mondiale
Una svaluta azione dell'Euro in prima approssimazione come dire quello che gli economisti chiamano uno shock simmetrico però è uno choc simmetrico che agisce su strutture produttive riverse
E a effetti diversi asimmetrici sui diversi paesi particolare l'Effetto rilevante che viene fuori e che essendo l'Italia fortemente in portatrice di Energia quindi materia impedire altre materie prime fatturate in dollari ed essendo l'Italia Paese che sporta prevalentemente in euro
Quello che succede che la svalutazione dell'euro peggiore alla nostra bilancia commerciale
Mentre migliorerà la bilancia commerciale ad esempio di Francia e Germania che hanno molta minore dipendenza dall'estero una struttura all'import-export che è diversa
Non solo
Da noi l'effetto sull'inflazione è un po'più
Un po'maggiore che negli altri paesi ed è anche maggiore l'effetto di compressione i margini compresse fra fatturazioni intona Quistini dollari
Cui il costo aumenta e vendite in euro cui
Valore non può essere aumentato più che tanto
Questo naturalmente uno queste asimmetrie fra paesi sono uno dei grossi problemi di cui discute la Banca centrale europea perché ogni volta che si devono prendere decida poligamo retaggio in effetti diversi fra Paesi
è giusto che la Banca centrale europea si concentri col sulle variabili
Gli Uruguay d'cioè dell'intera area è altrettanto giusto che noi come sistema Paese siamo consapevoli delle peculiarità che abbiamo e quindi di quali possono essere in questo gioco i nostri interessi non necessariamente coincidenti con quelli degli altri grazie
Ringrazio Giampaolo Galli per questa sua esposizione mi sembra estremamente brillante lucida Luci come dicevamo all'inizio e ombre o meglio cose da fare
Perché mi sembra di cose da fare ne ha evidenziato e moltissime e a questo punto mi piacerebbe comincerà a sentire i commenti dei nostri ospiti comincerà in orbita va be'etico con Renato Brunetta grazie
A grazie
Grazie
Devo dire Nunzio sostanzialmente condivisibile nell'analisi del centro studi Confindustria sia nei vari punti toccati negarli che in quelli non toccati della sua esposizione e che sono contenuti invece nel rapporto io vorrei trattare di uno di questi in maniera specifica
Che riguarda che concerne l'occupazione
Non me ne vorrà Galli ma a a a fine di completezza anche del del del ragionamento eccessi tipici è sostanzialmente
Che l'occupazione nei prossimi anni
E crescerà
A tassi simili a quelli degli ultimi due
Attorno all'un per cento
E confermando in qualche maniera l'ottimistica
Trionfalistica previsione di ieri
Di Giuliano Amato sui duecentocinquanta mila nuovi posti di lavoro in più
Proiettati nei prossimi nei prossimi anni
Non lo dice Galli non lo dice Confindustria lo dice il governo
Sottintendendo anche un'ipotesi maggiore ma per coniando sì di dirla in ragione del fatto che se nel novantanove i porti lavoro sono cresciuti di più dell'uno per cento con un tasso di crescita dell'uno virgola quattro cosa potrebbe accadere con tassi di crescita del Piero
Circa doppi
A parità di elasticità occupazione e
E quindi saremmo
Questo è implicito nell'aggiornamento di Amato non non di Confindustria saremmo tassi di crescita del due per cento dell'occupazione cinquecento mila posti di una cinquecento mila posti di lavoro all'anno allora
Io non parlo del delle delle dei trionfalismi del Governo parla invece delle delle cose un po'più serie del CSC allora io non sono d'accordo completamente nel proiettare
Sui prossimi anni i tassi di crescita dell'occupazione
In ragione del trend degli ultimi due
Per una serie di ragioni che adesso vado esplicitare e questo fatto c'è questo elemento della diverso profilo dell'andamento occupazionale mi fa Boy desumere una diverso profilo del tasso di crescita del dello stesso PIL diverso leggermente più negativo rispetto a quello di Conte
Perché
Non è pensabile di mantenere nei prossimi anni il tasso di crescita dell'uno per cento anche in presenza di un aumento del PIL nei confronti del mille novecento novantanove
Allora quello che si può che può essersi verificato negli ultimi due anni per quanto riguarda l'occupazione è una sorta di rimbalzo o di o di bolla
Rimbalzo bolla legata a quello che era successo agli inizi degli anni novanta
Vale a dire alla
Distruzione di quel famoso milione milione e mezzo di posti lo conosce mai saputo quanti esattamente perché lista ora quegli alla mente è stato anche ricordato non solo cambia il presente ma cambia anche il passato
E quindi non solo di cambia le statistiche in corso matti cambia anche le statistiche passate il producendo un cambio della storia in fondo
E e siccome sull'occupazione questi campioni negli anni si sono susseguiti in tutti gli anni Novanta
Non sappiamo più cosa dire perché abbiamo tutti ragionata l'intera novanta della distruzione di un milione e mezzo di posti lavoro è possibile che tra un po'questo milione milione metri potevo non si sia fatto distrutto
Perché l'Istat si dice che non è vero non è più così ma a parte questa parentesi di di di letteratura
Dando per buona la perdita la distruzione di milioni e mezzo di posti di lavoro noi eravamo arrivati nella seconda parte degli anni novanta sostanzialmente a a vere una stabilizzazione dell'occupazione attorno ai venti milioni di posti lavoro di occupati
Quello che è successo nella seconda parte degli anni Novanta soprattutto in ragione della delle normative incentivanti dei cosiddetti atipici tanto per per capirci
Non è stato altro che un recupero anche a bassi tassi di crescita
Dell'occupazione perduta
Con caratteristiche però completamente diverso dal punto di vista qualitativa cioè sono i nuovi posti di lavoro che son creati soprattutto negli ultimi due anni quindi novantotto novantanove
Sono stati in gran parte lo sappiamo tutti atipici
Quindi con minori imposte input di lavoro al all'interno di ciascun posto ciascun posto di lavoro in presenza di una crescita molto molto bassa
Questo ragionamento mi porta a dire che molto probabilmente in questa fase si sta concludendo persista sa Turandot questo rimbalzo
Così da portarsi ad a vere affine decennio passato e quindi inizi del del nuovo un livello di occupazione simile a quello che non ramo agli inizi degli anni novanta certo ma il ventun milioni di occupati
Con una composizione però della stessa occupazione in gran parte diversa
Per questa ragione io ritengo che non è non sia possibile come fa anche Confindustria proiettare nei prossimi due
L'un per cento cioè dei duecento duecentocinquanta mila posti di lavoro all'anno incrementale
Non ci credo perché appunto intanto abbiamo fatto la saturazione
Rispetto dirò dove su una cosa su tutte sul tema degli atipici sugli atipici secondo abbiamo recuperato strutturalmente e l'importo di lavoro pur cambiato temi di composizione ed esperto all'inizio degli anni degli anni novanta
Perché sono più pessimista da questo punto di vista semplicemente perché non è pensabile un incremento occupazionale
Dell'ordine dell'un per cento che continui a a parità di regole su questo podio non un piccolo un piccolo un piccolo punto a parità di regole sempre in termini di atipici
Noi rischiamo di squilibrare completamente la composizione della nostra struttura occupazionale
Forzando la stessa sul verso contratti a termine che contratti atipici
In maniera da diminuire
I livelli di produttività dell'intero sistema uno degli elementi di caduta della produttività può essere proprio individuato in questo eccesso di ATC pizza azione del del mercato del lavoro italiano
Senza riforme strutturali senza riforme con particolare riferimento a livello di centralizzazione della contrattazione l'unico livello di flessibilizzazione possibile rimane quello aperto dai dalle tipologie tipiche di contratti
Che rischia di essere l'unica valvola di flessibilità del sistema delle imprese e che quindi rischia di produrre livelli di produttività o più bassi o in ogni caso inadeguati nei confronti della crescita del del del reddito che si avrà a livello macro economico e per le ragioni spiegate
Per essere forse ancora un po'più chiaro e noi stiamo esagerando
Sulla tipologia atipica
Nella creazione di nuovi posti di lavoro con gravi danni per quanto riguarda il il funzionamento del mercato del lavoro e più in generale il funzionamento dell'economia italiana quindi a livello aggregato io non credo all'incremento occupazionale dell'uno per cento dell'occupazione ma se andiamo a disaggregare questi questi valori
Ma se andiamo a disaggregare ben e se andiamo a verificarne la qualità
Noto un un un pericolo
Nella composizione dell'occupazione mercato lavoro italiano
Che e rischia di produrre a mio modo di vedere effettivamente negativi sull'altro fronte cioè sul fronte dell'inflazione Galli ne ha parlato di passaggio
Sul pericolo di una possibile spirale salari prezzi in ragione dell'apertura della nuova stagione contrattuale
Con questo mercato del lavoro con la permanenza di queste regole di centralizzazione della contrattazione questo pericolo un pericolo molto forte
Data il livello di infrazione media superiore a quella dell'Unione Europea
Date le regole di contrattazione che sono fortemente divergenti
E nel nostro Paese rispetto a quella della dell'unione europea dato il cattivo funzionamento quantitativo del mercato del lavoro italiano
Il rischio che si inneschi con la prossima stagione contrattuale stanti le regole non modificate che sono quelle degli accordi di luglio del ventitré del trentuno luglio
Tranne la piccola modifica realizzata da Confindustria ho voluto da Confindustria durante il patto di Natale dico piccola che è quella che il il recupero tra inflazione effettiva inflazione programmata si fa sull'inflazione effettiva a livello europeo
Clausola dimenticata a mio modo di vedere non ne parlate neanche voi nel vostro rapporto Claudio dimenticate non so quanto accettata
Forse sarà accettata neve nei prossimi tavoli tavoli negoziali perché la differenza del recupero sarà tutta lì
Cioè se si applicherà quella clausola del Patto di Natale ripeto ai dai più dimenticata
Molto probabilmente e non ci sarà recupero rispetto alla passata tornata contrattuale mise pare un po'difficile
Che il sindacato possa accettare un un recupero transazione ed effettive frazione inflazione programmata questo è un elemento che metto alla alla discussione
Finisco la mia valutazione in questi termini
In ragione del fatto che aumenta
La crescita ci sarà un aumento di offerta di lavoro
Classico effetto di agenti dita
L'aumento del carico di lavoro in presenza a mio modo di vedere di un profilo decrescente rispetto ad un per cento nella nuova occupazione
Manterrà i tassi di disoccupazione sostanzialmente stabili e non e non ne risoluzione
Questo elemento persistendo le le regole di centralizzazione della contrattazione unite al doppio livello della stessa con i meccanismi impliciti di indicizzazione porterà molto probabilmente alla costituzione di livelli di incrementi salariali dovuti alla prossima stagione contrattuale
Fortemente divergenti da quelli individuati dei tassi d'inflazione programmata da parte del governo basti pensare a quello che sta succedendo nel pubblico impiego
Da questo punto di vista ne deriva uno scenario che io vedo poco confortante
Sul mercato del lavoro da un lato sulla struttura dello stesso
O comparti proliferano dalla struttura dello stesso e sulla distribuzione efficiente dei guadagni di produttività
Nel mercato del lavoro italiano stesso con particolare riferimento gli effetti negativi che questa cattiva distribuzione dei guadagni di produttività
Si potrebbe riversare sull'atto dell'infrazione
Nonché sul squilibri salariali remunerativi tra le varie aree del nostro paese
Una sola indicazione di policy non basta
La riduzione della pressione fiscale ne basta la riduzione
Del cuneo fiscale
Altresì ipotizzata dal governo
Occorre unire riduzione della pressione fiscale a modifiche strutturali non solo nella contrattualistica del lavoro ma soprattutto nei livelli di centralizzazione della contrattazione io vedo come punto centrale di riforma che legata tra l'altro non al governo ma la volontà delle parti sociali la riforma dei livelli di contrattazione e soprattutto il superamento della centralizzazione della contrattazione come elemento di nuova regolazione del mercato del lavoro con grandi riflessi sulla nostra competitività dia salari di effrazione
Grazie al professor Brunetta per questo suo intervento che ha allargato l'angolo di visuale sul lavoro del centro studi e per questa analisi sugli effetti del costo del lavoro della contrattazione a questo punto passa la parola al professore
Grazie
Ci sono tre temi che vorrei toccare
E i primi due di taglio strettamente più tecnico interno alle previsioni il terzo legato alla politica economica e alle comprensibili cautele che ad esempio Renato Brunetta a manifestato di fronte all'evoluzione futura del mercato del lavoro
Il primo punto
Collegato alla struttura delle previsioni
E questo
Ci sono delle previsioni di rientro del prezzo del petrolio e delle materie prime fino a ventisei dollari per barile
Per entrambi gli anni che abbiamo davanti due mila uno due mila e due
Forse qui il il rischio è che irrisori si sono le autorità della componente della previsione
è che possono scendere anche un po'di più e forse aiutarci in termini di rientro da da un episodio inflazionistico poi ritorno su questo aspetto così come se volessimo mettere tutti gli aspetti positivi da uno stesso verso anche l'apprezzamento dell'euro per quanto e positivi per quanto riguarda l'inflazione anche l'apprezzamento dell'euro forse potrebbe essere un po'più consistente di quanto indicato
Questo questo aspetto al di là delle tecnicalità delle previsioni
è rilevante a mio parere perché tende a dare una risposta al quesito
Che già da qualche mese da qualche trimestre ci si sta ponendo siamo di fronte a una modificazione di un prezzo relativo quello dei prodotti energetici
Con gli Effetti di disturbo che sì pervadono in modo via via decrescente tutta l'economia o siamo di fronte a un nuovo processo inflazionistico
Finora l'impressione incrociando le dita e che si è il primo caso cioè siamo di fronte alla modificazione di un prezzo relativo la modificazione un prezzo relativo non vuol dire un processo inflazionistico vuol dire un aggiustamento della struttura dei prezzi che tenta ma non riesce totalmente a riassorbire
Il le ragioni di scambio e la modificazione delle ragioni di scambio tra i diversi Benni
Secco quali altri aspetti possono contribuire a confortare questa valutazione anche se ovviamente rischiose problematica
A altri aspetti riguardano l'esperienza degli ultimi anni dell'economia americana dove cose a tutti di notte produttività e occupazione non non sono state lune in alternativa all'altra ma si sono presentate simultaneamente crescenti rispetto al passato e hanno consentito di allungare ulteriormente la fase espansiva americana
Di fronte a un contenuto inflazionistico
Di questa espansione al di sopra della crescita potenziale che conoscevamo un contenuti inflazionistico molto ridotto
Vi sono ragioni per ritenere che ciò non accada in Europa a priori ritengo di no probabilmente vi sono dei tempi più lunghi perché questo si diffonda a questo tipo di comportamento
Investimenti nella nuove economie aumenti conseguenti di capacità produttiva e di conseguenza
Possibilità di far fronte a in crescita della domanda superiori alla ritmo di crescita tradizionale del passato se vogliamo chiamare potenziale questi questi fattori saranno probabilmente più lenti però saranno presenti
E quindi in questo senso prima dicevo confortano a mio parere l'idea che nel corso del due mila e del due mila e uno avremo ancora qualche riflesso
Dello shock da modificazione di prezzo relativo del petrolio ma le previsioni di riduzione del tasso di inflazione che sono indicate appaiono molto probabili Allo stato attuale il che vuol dire che qualcuno potrebbe dire ammesso e non concesso che ciò avvenga ma se proseguiamo il il ragionamento ciò vuol dire che dal punto di vista europeo ci troviamo di fronte a una fase sì di ripresa ma che ha buone probabilità di tradursi in una fase di crescita prolungata quindi non solo ripresa da un da un ciclo di rallentamento in buona parte dovuto a a a uno shock esogeno di natura esterna e la magnifiche azione
E questo choc all'interno attraverso un ciclo di scorte ma a una vero e proprio ritmo di crescita di lungo periodo confortato anche dalla buon andamento del degli investimenti
Vorrei mettere un un dubbio in termini negativi su questo aspetto sempre con riferimento all'Europa
Tutto ciò e può essere favorito da
Da una sorta di soft landing del economia americana che tutti ci aspettiamo che non vediamo mai arrivare effettivamente nei dati ma per il momento continuiamo a segnalarlo al tempo t più uno
Il
Il soft landing probabilmente dovrà comportare anche una riduzione del ritmo di crescita dell'assorbimento interno da parte dell'economia americana e se guardiamo i dati che sono consente contenuti nel rapporto per quanto riguarda l'espansione anche solo delle esportazioni italiane nei confronti degli Stati Uniti sì forse qualche Piccolo disturbo del genere nei prossimi anni due mila e due probabilmente e oltre potremmo averlo quindi da questo punto di vista un componente di rischio abbastanza limitata che si sovrappone a quella valutazione positiva di medio periodo che cui accennavo in precedenza
Questa stessa questo stesso tipo di considerazioni potrebbe far valutare meno drammatica
Meno drammatico l'andamento della bilancia dei pagamenti correnti italiana
E vero nel corso del due mila andremo in disavanzo ma nel corso del due mila stiamo sperimentando come i dati del primo trimestre
Segnalano un peggioramento di ragione di scambio di nove punti percentuali
Di nove punti
Se consideriamo la io rischio positivo che il presso il petrolio scenda un po'di più di quanto indicato non sto dicendo che torni a diciotto dollari ma ad esempio a ventitré anziché a ventisei
Se contemporaneamente consideriamo la possibilità di un apprezzamento un po'più alto dell'euro nel corso del due mila e uno e del due mila e due potremmo trovarci di fronte a un miglioramento di ragione di scambio
Che potrebbe consentire di togliere di mezzo quella piccolo disavanzo di conto corrente estro queste a mio parere sono i temi
E gli aspetti di incertezza che possono essere considerati nell'ambito delle delle previsioni che che sono state presentate
Ragione di scambio extra euro
Extra euro sei per quanto riguarda la ragione di scambio in tre euro a quel punto valgono le considerazioni legate alla competitività dei prodotti italiani nei confronti dei prodotti degli altri paesi
Europei
Ragioni di scambio extra euro proprio perché gli input del ragionamento sono una possibile
Diversa valutazione dell'andamento del prezzo del petrolio dell'andamento del tasso di cambio l'euro ma non vorrei enfatizzare eccessivamente questo aspetto e solo per sottolineare alcuni punti critici delle delle previsioni per quanto riguarda invece gli aspetti che interni legati alla nostra economia due due osservazioni una sul bilancio pubblico e una sul sull'occupazione
Sul bilancio Pubblico ci si domanda ma dobbiamo anticipare l'azzeramento del dell'indebitamento netto
Beh non è una domanda insensata da un certo punto di vista perché
Se vogliamo fare funding per il futuro e affrontare i problemi della previdenza che matureranno nel corso del prossimo decennio meglio ci presentiamo in termini di disavanzo avanzo e quindi dei flussi e in termini di stock di debito è ovvio dire meglio è meglio è perché ciò vorrà dire che avremo oneri in termini di interessi che scenderanno più rapidamente e di conseguenza apriranno più spazi
O per la espansione delle spese in conto capitale o per la riduzione delle imposte o per entrambe a seconda della misura che
In cui questo fenomeno si manifesterà
Posto in in termini in termini così generale il problema credo che tutti tutti siamo d'accordo
Dobbiamo però domandarci se
Di fronte alla alla situazione che in termini di competitività delle delle nostre imprese ci possiamo trovare nel corso dei dei prossimi mesi
Non valga la pena prendere il un passo leggermente più prolungato del più consono
Rispetto al la situazione strutturale dell'economia reale e conforme alla agli obiettivi del del programma di stabilità che finora ci si è dati credo che sia una scelta che sì spetta indubbiamente a questo governo però anche a quello che succederà visto che stiamo parlando del del due mila e due per quanto riguarda a questo al governo l'andamento
Dei conti pubblici nel corso del due mila
Nonostante lei indicazioni che vengono dal lato della spesa
L'andamento del buono migliore decisamente migliore
Di quello dell'anno dell'anno scorso non dobbiamo dimenticare questo questo aspetto che nel corso del mille novecentonovantanove
Il fabbisogno del settore statale che la variabile che viene tenuta sotto controllo
Mese per mese cadde rispetto all'anno precedente in modo decisamente eccezionale
Con una divaricazione abbastanza consistente rispetto all'andamento dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche quindi è molto probabile che nel corso del due mila
Ciò che avverrà e che il miglioramento
Relativo del fabbisogno sia più contenuto del miglioramento del settore statale sia più contenuto del miglioramento
Relativo che invece osserveremmo sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è quello che effettivamente conta ai fini degli obiettivi del programma di stabilità
C'è un altro c'è un altro punto che
Può essere di riferimento specifico alle alle proiezioni che vengono presentate
Nel rapporto e questo riguarda le entrate totali rapporto tra entrate totali e prodotto interno lordo che viene indicato pressoché costante nel corso dei prossimi anni
Credo che ecco queste sia una
Una visione un po'pessimistica il gli impegni che il il Governo sta prendendo per quanto può concernere questo governo e quindi l'orizzonte due mila uno due mila e due diciamo
Non nel senso della durata ma nel senso delle decisioni che spiegheranno le i loro effetti su questo orizzonte sia di
Ridurre il
Rapporto complessivo tra entrate e prodotto interno lordo più in modo più mirato ridurre la pressione tributaria da un lato e ridurre la pressione contributiva dall'altro
In che modo certamente
Ci sarà un problema che verrà affrontato a dai primi di settembre in poi per quanto riguarda il l'entità e la ripartizione del così detto dividendo fiscale
E di questo credo nessuno sia in grado lo stato attuale di dare una valutazione ne sono state fatte diverse ma tutte costruite su proiezioni circa landa mento possibile delle entrate ma senza una base totalmente affidabile per quanto riguarda il le entrate del mille del due mila e delle proiezioni relativa al due mila uno
Escludendo dal questo aspetto temporaneamente dalla dalle considerazioni
Per il due mila e uno e il due mila e due la possibilità di riduzione della pressione tributaria e contributiva va
Di pari passo con la possibilità di ridurre la
Pressione sul PIL ovvero l'entità del spese correnti la riduzione delle delle spese correnti
Riguarda
Sostanzialmente la Spesal sociale da un lato e la Spesal in generale di funzionamento della pubblica amministrazione
è immaginabile che vi sia una riduzione significativa delle spese correnti
In rapporto al PIL speso scusate del della spesa sociale in rapporto al PIL spesa sociale che come sappiamo e per certi versi decisamente inferiore rispetto agli standard europei e credo che questo qualunque
Sia il il Governo nel corso della seconda parte del due mila e uno del due mila e due sia abbastanza difficile da realizzare edifici o per una ragione precisa
Se si arriverà ad una
Ad un passo ulteriore nella riforma del sistema pensionistico ormai la concentrazione in questo ambito e sull'entità dell'aliquota pensionistica
Di conseguenza riduzione riforma del sistema previdenziale e riduzione dell'aliquota pensionistica non necessariamente comporteranno dei risparmi
Nella spesa
Per cui tenendo conto delle delle considerazioni che riguardano le altre voci molto minori della spesa sociale spesa assistenziale SPISAL per ammortizzatori sociali spesi che
Rimarranno o costanti o leggermente crescenti perché se un po'più di flessibilità
Nel mercato del lavoro realisticamente si potrà realizzare lo si potrà fare se a fronte di questa maggiore flessibilità ci sarà ci saranno ammortizzatori sociali un po'più universalmente diffusi di quanto siano quelli attuali nello stesso tempo
La legge quadro sull'assistenza sta per arrivare alla approvazione definitiva e quindi
Se non comporterà spese aggiuntive nel corso del due mila e uno potrà comportare le nel corso del due mila e due
Conclusione
Di questo ragionamento è che la riduzione della
Spesal corrente potrà avvenire solo riducendo via via lentamente a piccoli passi finché si vuole ma riducendo ma l'entità delle spese della pubblica amministrazione
Cioè cominciando a dislocare fuori dal dal settore pubblico pezzi di attività utilizzando
Il il turnover dell'impiego pubblico
Cosa che potrebbe nel lungo andare anche
Concordarsi con la necessità di retribuzioni segnaletiche più elevate nella nell'impiego pubblico quindi il
Un programma realistico
In questo ambito che consenta e di creare spazi
Per la riduzione significativi per la riduzione della pressione fiscale che vada assieme a una riforma previdenziale che nel futuro non potrà non ridurre i contributi
Pensionistici è quella di ridurre le dimensioni dell'attività
Dello Stato
E delle e delle pubbliche amministrazioni in generale per cui il rapporto con la Spesal decentrata
Diventerà un rapporto molto importante e dovrà avvenire comunque
In termini di contenimento della crescita della spesa degli enti decentrati siano essi Enti locali siano essi Regione su questo piano dobbiamo prestare molta attenzione perché le esperienze di federalismo
Che abbiamo di fronte al Belgio e Canada hanno tutte comportato un incremento della spesa e quindi dovrà essere condotta questo decentramento di attività e responsabilità dovrà essere condotto con una grande rigore di Bilancio
Da ultimo e utilizzo di due minuti che mi sono mi sono rimasti credo che le considerazioni che ha fatto Renato Brunetta sull'occupazione siano considerazioni molto
Molto sagge in parte condivisibili in altra in altra parte un po'meno un po'meno per per questa ragione i innanzitutto
Noi osserviamo del dei dati che sono unità di lavoro
E non forze di lavoro quando guardiamo ai dati di contabilità e di conseguenza dovrebbero già tener conto del fatto che vi sono prestazioni
Di lavoro parziali che nei dati dell'Istat vengono PT contabilità vengono assemblate rapportando le tutte a una unità standard di erogazione di lavoro
Le considerazioni che Renato Brunetta faceva possono applicarsi più facilmente alle forze di lavoro e quindi
Limitatamente a quelle un altro un altro aspetto
Io credo che
Tu abbia un eccessivo ottimismo in termini di capacità
Del del nostro sistema economico di avere già metabolizzato tutte le riforme che sono state introdotte nel mercato del lavoro e quelle che anche potenzialmente potrebbero essere introdotte
Nei prossimi mesi nei prossimi anni non dimentichiamoci che
Per quanto riguarda i i Paesi a migliori prestazioni in termini di disoccupazione
Vale a dire Olanda da una parte un po'la Francia al margine negli ultimi anni certamente l'Inghilterra dall'altra sono tutti paesi che hanno cominciato a cambiare le regole del mercato del lavoro
Inghilterra e Olanda dal mille novecentottantadue diciotto anni fa
E abbiamo osservato gli Effetti prevalenti nella metà degli anni novanta
Aspettarsi come giustamente in linea di principio tutta ai indicato che questo processo da noi si conclude nel corso di due anni credo consideri una capacità del nostro sistema di metabolizzare queste modificazioni eccessiva però il la sostanza del ragionamento rimane il siamo in una lunga fase di aggiustamento la mia opinione è che la fase di aggiustamento
Durerà decisamente più a lungo dura cinque sei sette anni e per cinque sei sette anni e osserveremmo dell'elasticità
Della occupazione al prodotto decisamente più elevate dell'esperienza passata ultima osservazione finisco
La preoccupazione vera
Che mi metterei è che
Al nord c'è troppo pieno impiego sì si può dire così
E non vorrei che
Per la scarsa comunicazione fra questi due mercati del lavoro ci trovassimo effettivamente di fronte a un collo di bottiglia nell'auto nell'eccesso di occupazione al Nord credo che questo sia il e il rischio prevalente sul quale bisogna lavorare in termini di mobilità di di borse alla mobilità di incentivi fiscali a consentire alle imprese di sgravare i propri costi per appartamenti ceduti ai propri dipendenti che si muovono da altre regioni dobbiamo fare il massimo
Lavorando anche sulle quote d'immigrazione dobbiamo fare il massimo a questo riguardo perché non sia non le strozzature demografiche
Del nord a a tarpare le ali alla ripresa grazie
Grazie al professor Onofri per questo suo contributo molto interessante anche di analisi delle previsioni del centro studi pregherei ora professor Sarcinelli fare il suo intervento
Grazie presidente
Il campo al quale restringere o le mie considerazioni riguarderà
Quasi esclusivamente il deprezzamento dell'euro e l'andamento dell'economia italiana
Soprattutto mi porrò l'interrogativo quali lezioni possiamo noi trarre da questo andamento
Cominciamo
Col fare il punto della situazione
Nel primo anno di vita all'Euro si è deprezzato del quindici per cento sul doloroso i quasi trenta per cento sullo yen
I primi cinque mesi di quest'anno
L'euro e finito sotto i novanta senza essere
Di dollaro e quindi con un accentuazione del deprezzamento
Se poi calcoliamo
Questo movimento dalla
Istituzione di questa moneta vediamo che la riduzione del suo valore in termini di dollaro è stata del ventisette per cento e addirittura del quaranta sullo yen
Vale a dire non si sono verificate e come lo stesso rapporto della convinto di previsione la Confindustria sottolinea quella riallocazione dei portafogli quella diversificazione delle Riserve
Haiyun quali molti si erano riferiti in passato nel prevedi re le magnifiche sorti e progressive dell'Eur ma devo dire la verità
Che io tenevo molto questo tipo di diversificazione proprio perché avrebbe portato a effetti opposti sfrutti Camporeale rispetto a quelli chi abbia molti
E quali sono le ragioni del deprezzamento beh sono abbastanza note richiamerò veramente per
Sommi capi forte differenziale di crescita fra l'Europa gli Stati Uniti
Il differenziale ovviamente dei tassi di interesse che anche frutto del diverso controllo ottici rivalere sulla congiuntura più di due are
La forte domanda di attività americane per lo straordinario andamento sino a Epoca recenti dei titoli tecnologici e in genere dei valori azione
è evidente che il cambio nominale non dice per tutto e questo per questo che si fa riferimento a quello e Fred effettivo il cui deprezzamento è stato minore rispetto a un
Numero abbastanza ampio di paesi la riduzione
Delle euro è stata del diciassette per cento
Tuttavia non dobbiamo dimenticare chi sia il cambio nominale sia quello reali
Sono sui minimi degli ultimi venti anni
Possiamo dire che questo movimento si sia arrestato e si invertirà
Certamente le probabilità sono in questo senso una seconda metà di maggio l'Euro in risalita
E guardando ai fondamentali
L'euro dovrebbe rivalutarsi rispetto al dollaro per molte ragioni
C'è un differenziale di crescita in attenuazione nella seconda metà del due mila
Tuttavia dobbiamo tener presente che il Fondo monetario internazionale ha ha rivisto la crescita per gli Stati Uniti dal tre al quattro cinque per cento per tutto l'anno e soltanto dal due otto altri due per Eurolandia
Una seconda ragione è una riallocazione di portafoglio da parte degli investitori istituzionali che sembra
Essere prossima
Una terza e che Eurolandia e in avanzo di parte corrente per un per cento del prodotto interno lordo mentre gli Stati Uniti viaggiano
Con un disavanzo proiettato oltre il quattro per cento sempre in termini di prodotto interno
Infine il differenziale dei tassi di interesse
Sembra destinato a restringersi nel breve termine
Abbiamo visto che la banca centrale europea ha abbandonato il tatticismo che l'aveva portata a fare aumenti zero venticinque e nell'ultima riunione a innalzato sul tasso di riferimento di mezzo
Perciò le previsioni che sono del rapporto della Confindustria e che pongono cambio fra dollaro euro a zero novantasette per il due mila
Uno e zero cinque del due mila uno euro i dieci nel due mila due
Sembrano plausibili
Però il sempre un però
Come nel caso delle Borse i fondamentali non si sono rivelati di grande aiuto
E quindi
E possibile che questi valori possano non realizzarsi
Tuttavia al c'è un almeno un fatto di policy che non può essere sottovalutato
E che ed è il seguente la Banca centrale europea
Dovrà tener conto delle aspettative inflazionistiche connesse alla ripresa
Alle pressioni dovute al cambio dei deboli e soprattutto al prezzo del petrolio
Io condivido l'analisi del professor Onofri quando distingui fra
L'aumento del prezzo relativo di una materia prima come il petrolio e una spinta inflazionistica ma devo anche aggiungere che il cambio effettivamente influisce sull'inflazione
E per quanto riguarda il petrolio se questo o movimento non si per
O almeno non si stabilizza e chiaro che essendo una materia energetica che entra in tutto lo spettro della produzione prima o poi quale che il problema inflazionistico di assenso generalizzato del tema filiera col
Questo significa quindi che bisogna attendersi non soltanto dei tassi di interesse in aumento
Ma che la previsione fatta dalla centro studi per quanto riguarda il livello di fine anno intorno al cinque per cento
Mi sembra realistica probabilmente il cinque per cento può far dire in questo momento
Ho un limite superiore ma a mio avviso fra quattro settantacinque cinque per cento ci saremmo senz'altro
Ora il riequilibrio di rapporti di cambio serve alle persone come me che hanno creduto strenuamente nell'euro
Come rassicurazione che Eurolandia ha un avvenire come polo monetario
D'altra parte non ci dimentichiamo chi quand'anche per congiunture Ichino riusciamo in questo momento a prevede il re ci fosse un ulteriore slittamento quale che consistenza dell'Euro
Rispetto al dollaro
Non ci dimentichiamo che a metà degli anni ottanta il DM valeva all'incirca zero cinque dollari
E a quell'epoca non vera una banca centrale nuova di zecca con tutti i problemi di reputazione e credibilità che ciò comporta ma pirati gravi preghiera difesa della moneta tedesca una potente credibile e consolidata Banca centrale
Come la fonte spazi
è evidente che la debolezza dell'euro ha favorito l'attività economica di Eurolandia nel novantanove
Attraverso una netta accelerazione delle esportazioni
Nella seconda metà dell'anno
Per il contributo degli scambi con l'estero
Positivo per zero cinque punti percentuali il PIL dell'area
In crescita dell'uno e sette per cento Saturn crescita dell'UE sette per cento sul periodo precedente secondo la nostra punk
Per recupero degli ordini dall'estero la ripresa si è estesa anche all'Italia
La variazione semestrale il prodotto interno lordo supplito precedente
è passata dallo zero cinque all'uno virgola tre per cento proprio per effetto del contributo delle esportazioni nei
Dobbiamo avere presente che non ci sono stati soltanto guadagni di competitività per deprezzamento
Ma anche sviluppo del commercio internazionale di cui abbiamo beneficia
Tuttavia
In Italia si sono avute anche i sviluppi importanti nelle importazioni
Sicché gli effettivi dell'attività della ripresa dell'attività hanno uno sopravanzato quelli dovuti alla svalutazione del cambio
In Italia come dei maggiori Paesi di Eurolandia la bilancia delle partite correnti e in peggioramento
Anche per effetto come è stato sottolineato dal professore free della perdita di ragioni di scambio
L'avanzo del novanta del novantanove se commisurato a undici mila e settecento miliardi circa lo zero cinque per cento del PIL
Ma
Se lo confrontiamo con quello dell'anno precedente vale a dire novantotto vediamo che esso si è ridotto a un terzo
La previsione del due mila
Nonostante che l'aumento delle esportazioni sia destinato a superare quello delle importazioni
Vede per l'ulteriore peggioramento delle ragioni di scambio
Un deterioramento ancora più forte del saldo corrente
E secondo il CSC se ho letto
In maniera corretta le attività i dati ci sarebbe una
O sta negativa nella nostra bilancia di pagamenti per lo zero otto per cento del prodotto interno
Ovviamente il salto commerciali sarebbe molto meno
Certo la atterraggio i dischi
Negli anni futuri la preoccupazione dovrebbe essere interiore tuttavia riserve siccome il mio orizzonte
Occupandomi di campi di tasso d'interesse necessariamente molto brevi non posso non sottolineare il fatto che la bilancia commerciale e la bilancia dei PAC i pagamenti correnti ne posso dirvi del due mila ancora disavanzo
Guardiamo adesso
Un po'agli anni Novanta giungono festoso premesso guardo congiunturali sulle previsioni vediamo che cos'è accaduto nei dieci anni precedenti
Sapete che c'è stato un analisi fatta dalla Banca d'Italia nella sua relazione
E la conclusione della banca centrale e che l'apporto della domanda estera netta all'uso viluppo dell'economia negli anni novanta è stato pressoché nullo
Addirittura è stato negativo sulla crescita
Se siccome prendere in esami dati dal mille novecento novantasei ad oggi
Perciò per quanti vantaggi politici ed economici l'unione monetaria sicuri a tutti i suoi membri e in particolare all'Italia
Basti citare per noi la vittoria sull'inflazione
Il risanamento del bilancio pubblico
Il problema strutturale della competitività delle merci italiani diventa sempre di più evidente
Secondo la Banca d'Italia e le quote di mercato delle merci italiani
Si sono ridotti negli ultimi tre anni di un ottavo
Il sistema industriale appare in difficoltà nella competizione sempre secondo la banca centrale per molteplici fattori macroeconomici ma anche micro economici
La reattività delle esportazioni italiane alla competitività di prezzo
In particolare verso i Paesi emergenti
Sì la si fa derivare dalla specializzazione produttiva in beni tradizionali
Tra l'ottantotto e il novantasette quindi dieci anni compresi tra le date che ho citato
La quota dei beni ad alto contenuto tecnologico sul totale delle esportazioni dei manufatti
E stata grosso modo costante per l'Italia intorno al nove per cento
In ascesa dal dodici al sedici per cento per il totale di Eurolandia ed ha oscillato
Ed è salita ancora dal ventidue al ventotto per cento per Veltroni unito ed ha oscillato tra il ventotto e il ventinove per cento per gli Stati Uniti il Giappone
So perfettamente che questa classificazione tra beni ad alto contenuto tecnologico in video tecnologico è tutt'altro che accettata
Però evidente che al di là di qualche problema di classificazione in senso lato la si applica a tutto universo dei Paesi industrializzati qualche indicazione finisce porta
Sempre secondo lo sulla Banca centrale
Il tessuto produttivo italiano
Sembra avere accentuato nel decennio degli anni novanta i propri squilibri
Con riferimento alle diverse aree del paese
Come sapete il prodotto per abitante al Sud e oggi nuovamente pari al cinquantacinque per cento di quello del Nord come lo fu negli anni Cinquanta
La compunta un altro aspetto e la composizione dei servizi
Intermediazione commerciale e la pubblica in amministrazioni risulterebbero sovradimensionati
Quanto riguarda la struttura dimensionale della impresa dell'impresa che si nota un aumento della quota degli occupati in quelli più piccole e nel lavoro autonomo
Proprio o almeno in in gran parte per ostacoli normativi alla crescita dimensionale
Infine l'attività di ricerca il sviluppo assorbe in Italia poco più dell'un per cento del PIL contro una media superiori al due per cento negli altri paesi
Dopo questi brevi flash sia di analisi strutturale e si è di analisi congiunturale
Vediamo che qui
Di analisi di lungo periodo e di breve periodo diamo un'occhiata anche a con l'analisi strutturale
Come da attendersi un dato deprezzamento del cambio dell'euro ha effetti differenziati sulle economie di Eurolandia
In funzione e delle diverse strutture economiche dei paesi che ne fanno parte
Giampaolo Galli ha già introdotto l'argomento come ultimo dei di tra quelli che egli ha illustrato ma certamente forse il più interessati
Il rapporto della Corte del doveva di previsione da Confindustria contiene un esercizio econometrico sviluppato appunto dal centro studi che utilizza il modello per l'economia mondiale dell'Oxford for caschi blu
Cioè si prende un deprezzamento una tantum dell'euro e si vede cosa provoca
Esso provoca un aumento dei prezzi al consumo in Italia che maggiore in assoluto in un triennio
E concentrato nei primi due anni rispetto a Francia e Germania
Rispetto allo scenario di base il saldo commerciale peggiore per l'Italia per tutto il triennio a causa della nota curva J
Mentre migliora sin dal primo anno per gli altri due Paesi segno questo che l'aggiustamento delle quantità il ritardato solo di pochi benissimo rispetto a quelli
Prego
L'effetto del deprezzamento del cambio
Sui prezzi all'importazione e funzioni della quota di materie prime importanti e fatturati in dollari
Come Giampaolo Galli CIA ricorda
Concludendo non solo il ciclo economico internazionale sembra comportare nel prossimo futuro un rafforzamento dell'euro rispetto al dollaro
Ma la stessa Banca centrale europea
Sarà necessariamente meno accomodante nella sua politica monetaria probabilmente meno tollerante
Come verso i rischi di inflazione importata
Come è stata forse nei mesi scorsi
Quindi le ragioni della crescita andranno ricercati all'interno di Eurolandia
E ciascun paese che fa parte non potranno sviluppare una politica volta ad accrescere la propria competitività a ridurre gli ostacoli regolamentari fiscali o contrattuali sotto pena di ridurre il proprio benessere e al limite di essere emarginato rispetto alle direttrici rustico
In altre parole unione monetaria trasformato le economie nazionali in economie regionale
E l'ulteriore integrazione europea finirà con l'accrescere gli incentivi
Per la specializzazione regionale dell'attività economica come è accaduto negli Stati Uniti
Secondo un recente rapporto
Per senza poligono nipponici li sorci
Questa specializzazione non necessariamente implicherà una polarizzazione dell'Europa in regioni ricche in regioni povere
In zone che offrono opportunità di lavoro in zone che distruggono posti di lavoro ma ovviamente non risponde affatto questo risultato
Indipendenza della mobilità del fattore lavoro e di altri fattori della produzione e delle forze che spingono all'agglomerazione delle produzioni attraverso i guadagni che derivano alla concentrazione geografica sono immaginabili
In Europa tre diversi scenari per la futura geografia economica
Il primo è quello della dispersione
Se i guadagni da agglomerazione sono significativi all'interno delle singole industrie
E se il lavoro è relativamente immobile
Processo di ulteriore integrazione è probabile che induca a maggiore concorrenza e a più forte specializzazione sia a livello dell'impresa sia quello dell'indulto
Ma difficilmente comporterà una più elevata concentrazione circa
Il secondo è quello della concentrazione che si avrebbe ove il fattore lavoro fosse altamente mobile
E le forze che spingono all'agglomerazione particolarmente potente
Il terzo infine è quello della stagnazione per alcune regioni sì sì hanno ampi guadagni di agglomerazione si fattori diversi dal lavoro sono altamente mobili
E se il lavoro tale non è
Ne conseguirà la stagnazione di alcune regioni e la concentrazione dell'attività economica in altre mezzogiorno il re nel Centro-Nord sono certamente scempi
A questo riguardo
Siccome non si può immaginare un'alta mobilità del del lavoro non foss'altro che per motivi linguistici è evidente che il secondo scenario è da scartare
Ma il primo e il terzo sono evidentemente realistici
Secondo gli autori del questo rapporto del Centre fuori con noi Poli si dice darci
E necessario che vi siano delle politiche
Che cerchino di spingere l'evoluzione verso uno
Per evitarlo verso il primo scenario per evitare il terzo il policy makers necessario per attingere appunto il primo scenari dovrebbe prevenire investimenti pubblici per migliorare l'istruzione e la specializzazione e la forza di lavoro
Un ambiente favorevole allo spirito d'intrapresa sotto il profilo dalla tassazione della regolamentazione
Politiche del lavoro che incoraggi una flessibilità salariale indisposta liscio salariali
Politiche di ridistribuzione che riducono l'avversione dei lavoratori alla disoccupazione ma al tempo stesso non dissi non disincentivino la mobilità territoriale
Accettazione incoraggiamento dell'agglomerazione geografica dell'impresa
Riduzione delle politiche di artificiale sostegno delle imprese in difficoltà
E soprattutto coerenza delle politiche nel tempo
Quanto vi era comandato non è poco
Né farci da realizzare in coma come l'esperienza per lo sviluppo del Mezzogiorno ci insegna ma per un'alternativa grazie
Grazie al professor Sarcinelli per questa sua brillante interessantissimo analisi in chiave europea
Ecco qui il lavoro del centro studi ha ricevuto dei contributi mi sembra molto interessante approfonditi da parte dei nostri ospiti quindi mi chiedo se a questo punto prima di passare la parola
Al direttore generale di Confindustria dottor Cipolletta il centro studi non si senta in dovere o abbia il piacere di fare qualche commento ancora
Ma ho scritto molte cose utili e che aggiungono arricchiscono come dire l'analisi degli scenari rispetto a quello che abbiamo su un punto
Vorrei fare una precisazione perché mi sembra che sia importante evitare che ci siano fraintendimenti ed è la cosa che ha detto Brunetta sulla sull'occupazione ho molto apprezzato
La sua analisi
Vorrei dire questo sul piano tecnico noi proiettiamo tassi di crescita dell'occupazione questa l'anno prossimo nell'intorno dell'un per cento che vuol dire duecento mila forse un po'più posti di lavoro
O quant'unità standard di lavoro secondo la definizione dell'Istat questo significa che noi dimezziamo le elasticità rispetto a quello che abbiamo osservato perché il PIL raddoppia Walter due otto invece l'occupazione continua a crescere all'uno per cento
Secondo me un po'di spazio c'è per tassi di crescita quindi nessun trionfalismo ma un po'di spazio c'è perché recite di questo ordine di grandezza perché sul part-time
C'è siamo ancora enormemente sotto i livelli europee quindi abbiamo come dire un processo di ketchup
Che riguarda soprattutto la partecipazione femminile
Sui contratti a termine
Non sa quale sia il limite so che in Italia siamo sotto il dieci per cento in Spagna stanno sopra il trenta per cento
Quindi un pochettino di spazio c'è per questi incrementi ma sono d'accordo con te che c'è una fortissima componente di aumento dell'occupazione negli ultimi due anni che è recupero del passato
E anche forse un effetto tappo come dire che si è tolto perché due o tre piccoli elemento di flessibilità sono stati introdotti
Nella in particolare nel novantasei non so se vuole aggiungere qualcosa ma personale novantasei
Ringrazio il dottor Galli mi sembra una precisazione quanto mai opportuna e chiedo a questo punto al dottor Cipolletta di fare il suo intervento grazie
Grazie invece vorrei fare brevi in considerazioni innanzitutto sul momento congiunturale attraversato dall'economia internazionale quindi anche dall'economia italiana Giampaolo Galli ci ha fatto vedere un grafico con un passato se quel grafico lo proiettiamo ancora un po'indietro io trovo un'analogia con un anno che per certi versi è stato un anno maledetto in mille novecentosettantatré nel mille novecentosettantatré tutte le economie mondiali erano il in espansione certo c'era meno economia mondiale di oggi Massaro che l'Europa e gli Stati Uniti d'America fossero in crescita e noi diciamo che il mondo era in crescita oggi affinché il mondo sia in crescita bisogna dire che c'è Stati Uniti Europa America Latina a sia Australia insomma tutti e questo il segno dei tempi che sono cambiati
Oggi tutte le aree del mondo sono praticamente cresce chi più chi meno così come nel settantatré abbiamo tensioni sulle materie prime abbastanza significativi meno forti che del settantatré
Sicuramente però abbiamo una crescita di materie prime che si sta realizzando e che oggi forse un tantino nascosta dall'aumento del prezzo del petrolio
Siccome siamo tutti concentrati sull'aumento del prezzo del petrolio non teniamo conto che altre materie prime stanno crescendo
Il terzo elemento di similitudine proprio il prezzo del petrolio
Qualche mese fa pensavamo che l'ho perché avesse semplicemente scherzato ad aumentare il prezzo del petrolio e poi saremmo ritornati al prezzo di prima poi piano piano ci stiamo convincendo che si è fatto uno scalino
Che è uno scalino che è un processo inflattivo è tutto da definire come ha detto anche Mario Sarcinelli
Tuttavia questo aumento del prezzo del petrolio ormai sembra effettivamente avvenuto
La storia non si ripete tuttavia quindi io non credo che il settantatré che ha portato tanti sconquassi nel mondo ma che anche aiutato può il mondo a crescere
Possa ripete se ci sono degli elementi di diversità il primo elemento di diversità che vedo e nelle politiche monetarie che sono a di anticipo rispetto a quelle che avevamo invece nel settantatré ci ricordiamo tutti o almeno quelli che c'erano
Qualcheduno su questo tavolo c'era sicuramente che a quell'epoca i tassi di interesse andarono in negativo oggi tassi di interesse reali negativi
Non non c'è nessuna area che se li può permettere e nessuno che si vuole permettere le banche centrali stanno giocando d'anticipo e quindi in una qualche maniera
Stanno frenando quello che i processi infettivi in questo senso si può dar ragione all'ipotesi Onofri
Di uno scalino dei prezzi relativi più che di un processo di carattere inflazionistico e e credo che vada anche sottolineato che per una volta tanto le banche centrali hanno operato molto bene
Tante critiche leggiamo sui giornali
Sulla BCE che parla troppo e che fa poco sottili spanne che si innamora della new economy io credo che col senno di poi la fa serve la BCE ha abbiano operato bene e ci consentono di avere un ciclo economico in espansione con un'inflazione che per quanto si relativamente moderata
La seconda differenza fondamentali io credo sta nella capacità produttiva disponibile
Nel settantatré l'economia mondiale avevano tutti tassi di disoccupazione relativamente bassi e gara di utilizzo degli impianti e delle capacità produttive estremamente elevati oggi questo non è così dappertutto
Magari è nella Nordeste italiano o negli Stati Uniti d'America come tassi di disoccupazione ma
La forza lavoro esiste
E il gravi utilizzano impianti è relativamente più basso
Soprattutto c'è una forte ondata di immigrazioni ed emigrazione che è stata andò una spinta positiva la crescita dei sistemi economici questo a volte ce lo dimentichiamo
Ma senza questa ondata di immigrazione l'Europa non ce la farebbe a crescere assolutamente e quindi è un elemento un fattore estremamente positivo che sta portando avanti
La crescita economica Pacelli innovazione
Che che ne faccia un'analisi negli Stati Uniti d'America se l'innovazione produce produttività o meno io credo che il sentimento comune di tutti
E che questo ciclo di innovazione sta dando una spinta talmente forte anche e soprattutto alla capacità produttiva disponibile
Nel passato ne avevamo mercati segmentati e quando i mercati erano fortemente segmentati bastava e la capacità produttiva fosse super utilizzata in un mercato perché generasse inflazione oggi
Purtroppo per fortuna si possono fare affluire i prodotti e le merci
E i servizi lì dove esiste la domanda con estrema rapidità e questo evidentemente genera un eccesso tendenziale eccesso
Di Offerta sopra la domanda per cui paradossalmente possiamo dire che convivono in questo momento tensioni inflazionistiche
Dal lato del petrolio de alcune materie prime e tensioni de fra azionisti che dal lato dei mercati dei prodotti finiti
In mezzo ci sarà evidentemente l'industria con alcune restringimenti dei margini
Di profitto che si stanno realizzando un po'in tutti i Paesi in particolare è questo il caso dell'Italia nei paesi che hanno maggiori difficoltà a riportare sui prezzi subiscono aumenti di costi a monte che sono più elevati e quelle conclusioni nel poter Dry io credo che il ciclo economico internazionale
Può continuare e quindi sono relativamente ottimista da questo punto di vista credo tuttavia che affronteremo nuovi problemi e con l'illusione di qualcheduno che adesso tutto è stato risolto e quindi basta aspettare che l'economia vada avanti
Un problema che non si pone assolutamente ci saranno nuovi problemi da affrontare e i Paesi come il nostro che non hanno ancora affrontati vecchi problemi
Avranno quel
Doppio svantaggio di dover affrontare i problemi del passato nel momento stesso in cui bisogna affrontare i problemi
Del del futuro l'esempio più classico italiano credo che stia proprio sul mercato del lavoro noi da un lato ci lamentiamo di una disoccupazione elevata nel Mezzogiorno e di un basso tasso di occupazione che c'abbiamo perché l'Italia non ha tanto una disoccupazione elevata che credo che stia diventando un problema marginale
Quanto piuttosto c'ha un basso livello di occupazione al centro al nord e al sud del Paese perché la gente non lavoro almeno non lavora esplicitamente viene mantenuta in maniera diversa
E al tempo stesso abbiano i problemi della immigrazione quindi della riorganizzazione dei nostri mercati del lavoro ma anche delle nostre istituzioni
Tanto per fare un esempio sul sull'Italia
L'Italia negli ultimi dal novantadue al novantanove la sua popolazione aumentata di settecento mila unità per effetto di un aumento secondo i dati dell'Istat di novecento mila di saldo migratorio una riduzione di duecento mila della movimento naturale probabilmente i novecento mila l'immigrazione sono sottostimati pregressi sono dati ufficiali e quindi ce ne sono molti di più
Questa gente che sta arrivando nel nostro Paese oggi è un immigrato precario
Domani fa familiare dopodomani avrà e vorrà avrà il diritto di votare nelle nostre i nostri paesi si pone un problema di riforma delle istituzioni
Molto forte che
Può essere anche rinviato di qualche anno ma sicuramente dovrà essere affrontato e se noi non risolviamo i nostri problemi in termini di disoccupazione di basso occupazione
I problemi di quel fra sette e quant'altro noi ci troveremo a dover affrontare contemporaneamente i due problemi con il rischio di fare esplodere nuovamente quella che è la spesa pubblica su questo vorrei dire che non sono del tutto d'accordo con quello che ho detto Onofri in termini di spessa sociale italiana che è incomprimibile perché e sentimento
Di qualche decimo inferiore a quella dei Paesi europei io non credo che esista un metro paesi europei
Che sia un muro invalicabile al di sotto o al di sopra nel quale non ci si possa andare
Credo che tutti i Paesi europei saranno obbligati a ridurre la loro spesa sociale vedo negli altri Paesi europei una propensione a farlo probabilmente più forte dell'Italia
Quando loro l'avranno fatto noi avremmo una spesa sociale più alta di quella europea ma continua a dire
Che più di tanto non si riesce a ridurre credo che la proposta che tu hai fatto di uscita dello stato d'alcuni settori e proprio nel campo della Guelfa stette che debba essere fatto non ho citato tali sicuramente ma basterebbe banalmente che noi passassimo da un sistema universale in termini di sanità e di pensioni a un sistema residuale
Che è quello che sicuramente si adatta di più ai Paesi industrializzati ricchi che noi avremmo una riduzione della spesa pubblica che non significa evidentemente ne è una riduzione la spesa per pensioni né una riduzione della spesa per sanità
Ma quando sono i cittadini a spendere per loro scelta di sanità e di pensioni questa si chiama risparmio o consumi e non si chiama più spesa pubblica evidente che a questo punto la spesa diventa più efficiente e può anche cresce di più io non non vedo nulla di male che la spesa sanitaria cresca essi raddoppi se i cittadini italiani hanno desiderio di stare meglio
Il problema è che non deve esserlo stato a doverla dare in distilleria indiscriminata per tutti quanti ma debbano poter essere i cittadini a farlo da solo
Abbiamo anche dirò problemi di flessibilità e anche io come Giampaolo
E forse mi posso permettere anche di un pochettino il gli maggiore dissenso su quello che ha detto Renato che mi ha un po'Brunetta mi ha un po'meravigliato io credo che ogni noi abbiamo bisogno di flessibilità e quella che ci mostrano i dati non è ancora la flessibilità di cui abbiamo
E
Il fatto che noi stiamo creando sono posti di lavoro a termine è soltanto un'illusione ottica se non un'illusione statistica nel nostro Paese noi assumiamo le persone
A con i contratti di formazione lavoro che al novanta novantotto per cento si trasformano in contratti a tempo indeterminato il che significa che è vero che i nuovi assunti sono al l'ottanta per cento a termine Mapai come diceva Giampaolo lo stock degli occupati è al novanta per cento a tempo indeterminato perché evidentemente dopo due anni questi soggetti nella gran parte diventano a tempo indeterminato quindi non c'è assolutamente ni
Alcun rischio di precarietà
Di questi tipi di lavoro né di degrado della produttività o di quant'altro perché siamo ancora nel vecchio sistema e credo che lei flessibilità che abbiamo introdotto e sono pochi ma comunque l'abbiamo introdotte continueranno a operare vedo in particolare che il lavoro interinale avrà degli spazi sempre maggiore nel futuro è questo qui
Sarà un contributo positivo ma dovremmo su quello andare avanti
Infine l'ultima considerazione l'Europa come si presenta questi nuovi problemi del ciclo internazionale ma io direi che si presenta un po'male l'esempio che abbiamo avuto ieri alla a al vertice che si è concluso con l'accordo su pacchetto fiscale
Sembra che l Europa abbia preso un po'il Mali italiano
Abbia ha fatto una sorta di piccolo pasticcio per cercare di far contenti tutti
Magari non prendere una decisione ieri si confrontavano se vogliamo due due impostazioni una impostazione da parte dei paesi ad alta pressione fiscale come l'Italia la Germania e la Francia che spinge per l'armonizzazione fiscale
Nell'ipotesi di poter mantenere una pressione fiscale relativamente Livata ed è stata ipotesi di mettere un venti per cento sulle rendite
Del risparmio
E soprattutto quella dello scambio delle informazioni che serve a mantenere i contribuenti all'interno dello Stato in cui essi hanno residenza anche se i loro capitali sono investiti all'estero e quella invece di Paesi che sono un po'più favorevoli alla competizione fiscale competizione fiscale che in un'Europa a fiscalità diversa
Sappiamo porterà in una qualche maniera una riduzione della pressione fiscale perché evidentemente nella competizione rischia in termini positivi di vincere il Paese con la pressione fiscale più bassa bene ieri si è fatto un compromesso nel quale da un lato si dice che lo scambio di informazioni insiste a questo scambio d'informazioni avverrà quando ci sarà un accordo con la Svizzera e con gli Stati Uniti d'America e che relativamente improbabile quindi può far star tranquillo quindi che pensano di no ma al tempo stesso non viene dato così risposta a un problema fondamentale
Che quello effettivamente del segreto bancario ma non il segreto bancario per scambiarsi l'informazione si sentì scali ma per combattere la criminalità all'interno dell'HD finanziari quello sarebbe stato necessarie non lo scambio come si chiederanno voi di tutte le informazioni per potere andare rincorrere chi ha investito qualche soldo ai legittimamente Lussemburgo quindi Orlando altrove dove la fiscalità
Relativamente più bassa
è passata come
Il Grand occhio è passata per fortuna una parte del pacchetto Monti che era quella relativa alla alle pratiche sleali della concorrenza quelle sicuramente sono tutte quante da abolire quelle della doppia imposizione e quindi alla fine credo che i giornali dell'Europa
Di oggi tutti dichiarino di aver vinto un po'come quando dopo le elezioni del nostro Paese tutti quanti hanno vinte nessuno ha perso grazie
Grazie al dottor Cipolletta di questo suo intervento che prima di passare la parola
Al nostro presidente D'Amato mi e dà il destro di fare una considerazione
Lui parlava della crisi del settantatré dicendo poi sì ma oggi le cose son cambiate non si ripeterà
Anch'io sono abbastanza d'accordo e spero che questo non capiti poi ci ha fatto un elenco molto puntuale dei problemi da risolvere non li voglio chiamare i nostri mali ecco su questa base io credo che si possa fare una considerazione di questo tipo non industriali molto spesso siamo accusati di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto
E qui io non credo che è un modo di vedere il bicchiere mezzo vuoto vuoto
E senso di responsabilità
Noi tutti siamo in azienda sappiamo quanto sia difficile portarle avanti quanti problemi quanti rischi si manifestano in ogni minuto allora prevedere renda le aziende più forti
è un nostro dovere preciso è un preciso dovere del sistema proprio per evitare poi di incappare in delle crisi che difficilmente si recuperano
Quindi è che con questa considerazione che io chiedo al dottor D'Amato di intervenire grazie
Grazie
Ormai sono diventato uno specialista di bicchieri non solo perché li producono perché costa storia di riempirli
E allora come ho avuto modo di dire più volte agli interlocutori di governo con i quali mi sono incontrato e confrontare in queste settimane dopo la relazione in Assemblea
Sulla storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto il problema fondamentale come diceva giustamente Bondi e che se non hai ci accontentarsi non sul mercato di averlo riempito a metà la reazione del mercato sarebbe semplice immediata ci butterebbe fuori dalla finestra perché non c'è spazio in una competizione così forte così determinate così
Accentuata per chi il bicchiere non sappia riempirlo velocemente nella misura giusta
E allora l'impegno è certamente quello di capire in che momento ci troviamo e soprattutto tracciare un percorso che consenta al nostro Paese di fare dei veri salti in avanti sul piano di una crescita stabile e duratura vera che dia più ricchezza più benessere più qui dal paese
E allora su questo tema leggendo da
Industriale da imprenditore le analisi fatte e commentate prima da illustri economisti mi sembra ci siano due tre aspetti sui quali non si può non soffermarsi con una qualche
Qualche ottimistico preoccupazione
In uno dei delle analisi delle tabelle che vedrete nel rapporto centro studi c'è una chiara indicazione del trend di crescita delle materie prime
E di alcune commodities fondamentali
Che per l'effetto combinato del prezzo in dollari delle commodities ed è l'andamento del dollaro oggi son cresciuto nell'ordine del cinquanta sessanta settanta ottanta per cento con qualche materia prima in particolare plastica che sta lì da quasi al cento per cento
Dall'altro lato la vediamo come i prezzi industriali si sono di fatto mossi in misura assolutamente piatta nel senso che non c'è stata a oggi nessuna possibilità ancora di ribaltare a valle un aumento così violento di materie prime così fondamentale
Questo sta a significare che il sistema produttivo sta assorbendo con fondamentali perdite di margini di redditività e quindi con una formidabili impoverimento in termini di capacità di investimento capacità di innovazione capacità di conquista di mercati un andamento di costi che ormai e alla portata di qualsiasi alla lista di qualsiasi commentatore
Questo dato da solo dette determina in noi grandissima preoccupazione perché e qualcosa che noi oggi stiamo vivendo nelle nostre aziende sui nostri mercati nei nostri bilanci e fra qualche mese
Sarà oggetto di uno dei prossimi seminari del Centro Studi ognuno dei prossimi conferenze stampa di governo sindacati o altri commentatori che non si rendono conto ancora oggi di che cosa invece noi stiamo toccando per mano sul mercato questa è la prima fondamentale ragione per la quale giusto bicchiere mezzo pieno non ci va bene perché questo è un dato reale che noi oggi sappiamo misurare ai minori con grande determinazione
Secondo fatto che ci preoccupa e anche questo purtroppo lo leggiamo con un po'di ritardo perché questa è la legge delle statistiche prima si registrano infatti può essere fotografano poi si contabilizzano così commentano
Noi abbiamo perso drasticamente quote di mercato
In termini di capacità di penetrazione di mercato
Cioè il sistema produttivo italiano l'Italia come azienda ha perso nettamente quota di mercato negli ultimi anni
E questo sta a significare senza bisogno di nessun'altra analisi o commento che di fatto la capacità di penetrazione di mercato in un momento in cui peraltro i mercati stanno crescendo
Determina un'ulteriore marginalizzazione del paese nell'interscambio e questo è il secondo dato fondamentale su quali se volete con oggi va un po'aziendalista ma mi sembra che quelle in questo caso dobbiamo porci
Se vogliamo fare dei passi in avanti significativi in termini di capacità competitiva
Dobbiamo tutti quanti saremo sto attenti come rimettiamo in moto la capacità competitiva di conquistare come aziende ma soprattutto come Paese quote di mercato significative
Allora io francamente non penso che ne possiamo fidarci ad una valutazione quando parliamo della bilancia dei pagamenti del tipo mi mi scusi professor Onofri
Se il petrolio scende se lei euro si rivaluta la bilancia dei pagamenti si rimette a posto certamente e intanto noi il nostro con molto quando lo facciamo
E da dolore la ristrutturazione competitiva del nostro sistema quando la realizziamo non possiamo mica di vendere
Se il dollaro scende se lei euro sale se il petrolio e l'ho perché diventa più ragionevole probabilmente ribilanciare i nostri flussi se noi andiamo a vedere il dibattito come si è fatto nelle ultime settimane negli ultimi mesi
Su quanti si sono sprecati nel abbondare di commenti positivi la svolto azione dell'euro semplificando
I dati anche di contabilità nazionale dicendo che in buona sostanza era un affare per l'Italia che l'euro fosse debole e dimenticando che però la maggior parte delle nostre materie prime sono importate in dollari anche quando non sono importano indolori ma in euro i prezzi delle commodities internazionali sono comunque di espressione
Dollaro sta di fatto che noi comunque importiamo più in dollari di quanto non esportiamo in euro ne siamo un Paese che importa più in dollari esporta prevalentemente in euro e di fatti ce lo troviamo nettamente riflesso dell'andamento la bilancia dei pagamenti allora
Che cosa dobbiamo fare secondo me dobbiamo sicuramente mettere in moto un processo di ristrutturazione forte noi in prese del nostro sistema produttivo e noi Paese della nostra capacità di paese di conquistare quote di mercato veri facendo quelle cose fondamentali che non sono più i eludibili seconda schedina interessante della del centro studi c'è una stima che non può che essere una stima perché alcuni dati sono come dire
Valutabili sulla base della capitalizzazione di mercato altre invece sono simili di quanto noi abbiamo in pancia come paese in termini di assets da vendere
Processo di privatizzazione di cui abbiamo sicuramente parlato a lungo e che finalmente partito ma che purtroppo non è andato avanti con la velocità che ci auguravamo andasse avanti
è un processo che se condotto rapidamente e accompagnato da un'opportuna liberalizzazione darebbe al Paese un bel respiro dal punto di vista di risorse finanziarie di conseguente riduzione di spesa
Di tassi di interesse che diventa un optional non del tutto indifferente in uno scenario di tassi interesse che cresce se capisco bene abbiamo oltre trecento mila miliardi mal contati contati cioè i in in in in modo pessimistico di assenza che possono essere tranquillamente venduti
E se andiamo a vedere quanto vale la riduzione in termini di
Tassi di interesse soprattutto non lo scenario che abbiamo davanti a noi mi sembra una robetta abbastanza interessante
Soprattutto se poi accompagnato da quel processo di liberalizzazione che ci metterebbe finalmente in condizione di avere un mercato un pochino più trasparente un pochino più competitivo soprattutto per alcuni costi
Fondamentali che gravano coi sul sistema produttivo e quindi sulla competitività delle nostre imprese che sono una cosa assolutamente da riconsiderare
Quindi bisogna per fare un po'di Homburg però accelerare subito il processo di liberalizzazioni
Accelerare subito il processo di privatizzazione superando alcuni pregiudizi che non si capisce più perché si soppiantati lì presenti o abbiamo come dire
Tutto il discorso dell'ENI ancora bloccato abbiamo tutto il discorso delle golden share ancora bloccate giovedì scorso dall'ENEL ancora più bloccata e così via per cui c'è una lunga lista dettagliata nella schedina del centro studi e allora superiamo anche qui la logica se dobbiamo vere campioni nazionali o piuttosto un'Italia campione internazionale nella capacità di conquistare il mercato
La logica del campione nazionale il mercato la sconfitta un Paese campione invece capace cioè di far crescere il suo sistema produttivo e conquistare più quote e sicuramente l'opzione sulla quale riceveva terzo aspetto fondamentale
Per fare un po'di Homburg come Paese
Mercato del lavoro allora questo dibattito sul mercato del lavoro flessibilità flessibilità in ingresso ovvero anche flessibilità in uscita per noi non è del tutto irrilevante
Noi siamo convinti che la flessibilità in uscita non in assenza di regole non in un regime di far west che l'ultima cosa che noi innanzitutto vogliamo ma in una logica come dire di trasparente
Riequilibrio di vecchie rigidità e dire che storture riproducendo qui quello che già esiste in tutti gli altri Paesi occidentali con i quali ci confrontiamo
è una vantaggio importante su tre profili primo ci consentono lotta vera al lavoro sommerso e all'illegalità che è un altro modo fondamentale per ridare competitività gettito fiscale anche maggiore trasparenza al mercato
Naturalmente più dignità ha lavorato
Quindi mercato lavoro più flessibile utile lotta vera sommerso
Vuol dire la capacità anche di investire di più informazione io non concordo sui toni assolutamente pessimistici di Brunetta ma c'è un fondo di verità
In quello che diceva Brunetta prima il lavoro come dire a tempo determinato ha dimostrato con una flessibilità in entrata una forte espansione di assunzioni ma ha impedito anche tutti quegli investimenti o chi li ha fatti li ha fatti naturalmente
Sprecando risorse tutti quegli investimenti formazione che chiunque viva in un mercato che richiede una soglia minima di qualità sa benissimo che quando entri fabbrica uno prima che si metta vicino alla macchina produrre qualcosa devo andare comunque
Su una curva vittima di apprendimento di esperienze soprattutto di formazione per cui delle due l'una o non lo fai e per di di qualità e produttività o se lo fai hai un costo in più
E quindi questo è un altro posto sommerso della mancanza di una flessibilità vera nel mercato del lavoro che impedisce anche strutturalmente una adeguata il salto
Di qualità sul piano della qualità della produttività e degli investimenti ed è questo un numero sul quale prima o poi un po'di ragionamenti più strutturati sicuramente vale la pena di fare il terzo aspetto per il quale la flessibilità del mercato del lavoro
è assolutamente indispensabile
Perché questo poi ci consentirebbe sul serio di rimettere in moto nel Mezzogiorno una capacità vera di far crescere come dire non solo l'occupazione la capacità di attrazione di investimenti perché un fatto è certo
Oggi il rischio che il paese ha avendo agganciato non per merito suo ma perché la crescita internazionale veramente forte questa fase di espansione abbastanza momentanei speriamo di renderla duratura
La comandiamo duratura se abbiamo un pezzo del motore industriale del Paese che ingolfato perché non ha a disposizione uno degli elementi fondamentali che sono la disponibilità di lavoro è un altro pezzo del lavoro dove c'è o tanto sommerso ho tanta disoccupazione e nessuno pensi che possiamo fa la mobilità in tre minuti e mezzo
Perché comporta tutta una serie di questioni fondamentali sul piano sociale tutta una serie di questioni fondamentali sul piano infrastrutturale e comunque quali sono i tempi con i quali noi facciamo un processo di questo tipo
E quindi al momento anche qui di affrontare strutturalmente un rilancio serio del mezzogiorno in termini di riposizionamento sul mercato degli investimenti non solo esteri ma anche nazionali rendendo il Mezzogiorno un'area veramente attrattiva su un mercato che vale centinaia di migliaia di miliardi e sui quali noi potevamo essere buon ultimi in classifica da oltre dieci anni
Sappiamo quello che si fa Confindustria lo coltiva produrrà proporre da un sacco di tempo ci vuole un business plan le che razionalmente via
Un livello di pressione fiscale un livello di rigidità del mercato del lavoro Hulk e quindi di flessibilità naturalmente in positivo un livello di costo del lavoro in termini di riduzione di contribuzione che grava sul costo del lavoro adeguata quello che fanno
Non i paesi in via di sviluppo ma ci basta la Gran Bretagna ci bastano anche la stessa Germania sono Paesi di riferimento con i quali noi saremo molto contenti di competere a quelle condizioni
Terza schedina molto interessante pressione fiscale in Germania che cosa sta succedendo in Germania Paese che era diventato
Il benchmark negativo per l'Olivetti dicevano tutti beh la pressione fiscale in Germania è diventata pesantissima perché la Germania in pochi anni è riuscita a digerire l'acquisizione fra virgolette dei problemi dell'Est
Molto più velocemente di quanto lo in quarant'anni non siamo usciti a fare invece nella riequilibrio territoriale del Mezzogiorno
La Germania già da due anni come sa qualche d'uno di noi che opera in quel mercato perché li distribuisce utili ridistribuisce utili
Cosa diversa da la politica fiscale italiana che premia invece al contrario quindi se poi si vuole andare in Borsa bisognerebbe essere anche coerenti su come si articolano da un lato fisco dall'altro messaggi sull'andare in Borsa
La giovane perché ridistribuisce inutili prevede una riduzione di dieci punti si prelievo fiscale nel frattempo il governo tedesco si sta attrezzando per portare al venticinque per cento
Il prelievo fiscale sul reddito di impresa aumentando ulteriormente il vantaggio competitivo di cui la Germania come noi tutti sappiamo già dispone
E quindi mentre gli altri continuano a filare i loro coltelli e loro rasoi per essere più aggressivi e più affilati su una concorrenza che non lancia più scampo noi siamo cui ancora discutere con i trasportatori su come scaricare sulle tariffe Forcella
Che sono una roba assolutamente unica nel nostro Paese
Tutte le contraddizioni che ammonta il nostro sistema non risolve
Aggravato ulteriormente la competitività del nostro prodotto
Scaricando ulteriormente nuovamente sul sistema produttivo un costo unico nel mondo sapere che se le tariffe Forcella per legge nel nostro Paese da circa credo da venti anni impone le tariffe con le quali si pagano i costi di trasporto e la movimentazione delle merci in Italia
In un mercato aperto integrato in violazione assoluta delle regole della concorrenza e dei principi come dire dalla competizione europea
Per legge vengono definite le tariffe con le quali le merci si muova nel nostro Paese dorme sepolto da tonnellate di carta un disegno di legge per l'abolizione delle tariffe Forcella
Nel frattempo per risolvere la vertenza dei trasportatori in questi minuti si sta trattando su come aumentare le tariffe Forcella che il Governo ha chiesto di eliminare con un disegno di legge sotto può seppellito in Parlamento
Scaricando sul sistema produttivo che sta perdendo appunto quote di mercato un corso su come movimentare Necci unico in tutto lo scenario europeo
Allora se noi pensiamo che questo Paese
Posso continuare a crescere e a competere scaricando su chi poi deve misurarsi in termini competitivi minuto per minuto tutte le sue contraddizioni veramente non era messo da parte
Allora da un lato le abbiam il ricatto il blocco di una categoria che paralizza il Paese sta fermando una dopo l'altra le fabbriche italiane perché naturalmente se fermi la logistica di un Paese fermato i gangli vitali di tutto il sistema
Anno dopo anno nello stesso periodo si ripropongono scioperi partenza di questo tipo per affrontare vecchi problemi alcuni dei quali probabilmente razionali differenziale del costo del presente del gasolio altri Kerry solo relativi avvertenze con un governo che promette cose che la comunità non consente che poi si rimangia
Scena già vista sub molti film di molti protagonisti e di molti spettatori e da ultimo però scaricando impropriamente sul sistema produttivo no
Questo non è accettabile perché questo vuol dire
Vuol dire non affrontare il problema fondamentali così come un altro problema fondamentale che deve essere affrontato nella ridefinizione della spesa della spesa corrente
Sicuramente bisogna tagliare la spesa la pubblica amministrazione ma bisogna anche riqualificare sicuramente la spesa dello Stato sociale tra questo tema sul quale io sono attentissimo da sempre perché io non sono di quelli che sostiene che noi dobbiamo tagliare le spese sociali
Io sono d'accordo con Cipolletta qua la questione non è tagliare la spesa sociale ma non si può neanche brutalizzare e semplificare il discorso come spesso viene fatto nel dibattito comune
Che ne spendiamo molto spendiamo poco e quindi possiamo aumentare o ridurre qua bisogna riqualificare la sostanza perché qualunque spesa fatti maniere inefficiente comunque la spesa che genera da un lato iniquità sociali
Di qua in questo Paese c'è ottima sanità ma c'è anche pessima sanità questo Paese c'è tanta protezione lascia che nessuno che protetto quindi c'è un problema di equilibrio di protezione e di equità da un lato facciate soprattutto una questione di efficienza e di qualità della spesa
E una spesa fatta male inefficiente che spreca risorse non crea sviluppo drena risorse non fa sviluppo
E allora io non voglio più non penso che nel museo più semplifica il discorso sulla spesa sociale dicendo sua tutta la spesa della sanità e poco quindi c'è margine per pesce non c'è bisogno d'italiano alla bisogna proprio mentre cedeva e razionalizzare rendendola più equa rendendola più trasparente rendendola più efficiente introducendo sani elementi di mercato e di competizione soprattutto tanta trasparenza ed efficienza
Resistendo anche tensioni corporative che anche noi stessi possiamo avere avuto possiamo dire per carità di Dio perché anche noi siamo portatori di interessi in qualche caso articolati complicati però dobbiamo su questo essere assolutamente come dire molto secchi molto rigorosi bisogna portare elementi di trasparenza di competizione di equità e di efficienza all'interno dello stesso sociale
Probabilmente ridefinendo anche il modo stesso in cui spese di previdenza ed assistenza vengono finanziate
Non continuando scaricare nuovamente solamente o prevalentemente sul sistema produttivo questi costi e insomma una delle robe più assurde e che la spesa sanitaria oggi viene finanziata prevalentemente dall'IRAP
Cioè viene goduta da quelli che non pagano e viene pagata da quelli che ancora una volta dovendo competere con gli altri si fanno carico di un costo improprio
E questo non è possibile
E ancora una volta poi ci meravigliamo se il Paese perde quote di mercato ma avete allora alla fine in questo ragionamento
Io penso che noi ci troviamo davvero in un momento di congiuntura internazionale straordinaria cioè erano anni che noi in Europa non vivevamo una fase di espansione così forte così il robusto ha così seria
Però guardarsi bene per favore dal ritenere che questo segni la fine dei nostri problemi questo segna l'inizio di nuovi problemi se non saremo in grado sul serio di fare le cose che dobbiamo fare
Uno questa crescita europea non è sostenuto ha detto benissimo presso l'esercito nelle sulla capacità competitiva dell'Europa e trainata in Europa da un la locomotiva straordinaria che sono stati fino a oggi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna e da una ripresa forte che non è forte in termini di percentuale nel forte i crimini di massa critica perché su tanta gente che sono i mercati asiatici
Che hanno avuto una crisi meno lunga e meno grave di quella che tutti si aspettassero quindi questo treno internazionale ha messo in moto una crescita forte in Europa che a sua volta ha messo in moto la crescita in Italia che ne da tempo non conoscevamo
Ma che come poco poco si fermano quei motori noi non abbiamo l'autonoma capacità di generare crescita addizionale se non facciamo quelle ristrutturazioni fondamentali che dobbiamo fare
Il problema c'è dall'Europa son d'accordo col Cipolletta la notizia di un'armonizzazione fiscale e una cattiva notizia
Perché se noi vogliamo armonizzare ormoni Zia amo sul livello basso e ci rendiamo conto che poi c'è la concorrenza fiscale fra Europa e Resto del Mondo sulla quale dobbiamo fare i conti nel momento in cui risparmi investimenti si buono al secondo
Oppure se armonizzare vuol dire alzare i livelli di costo fiscale
è un sistema che non regge possiamo anche provarci ma sappiamo che alcuni fondamentali giocatori non ci saranno e il mercato lo romperà quindi vuol dire perder tempo e non affrontare l'ordine giusto delle priorità che ristrutturare in Europa
E innanzitutto l'Italia stato sociale modi in cui esso funziona modo in cui esso si finanzia conseguente pressione fiscale e darsi un posizionamento competitivo forte vero e duraturo sul mercato
Il profilo produttivo del nostro sistema Paese e purtroppo di media tecnologia ed è basato prevalentemente su una capacità di crescita dell'export che le politiche degli ultimi anni hanno notevolmente mortificato entrate abbiamo perso perché per riqualificare il profilo produttivo del nostro Paese che ha però una straordinaria vitalità imprenditoriale è una straordinaria tessuto di distretti di piccole e medie imprese che sono forti da questo punto di vista lo dobbiamo lavorare su due fronti fondamentali
Aumentare le economie di sistema per renderci più competitivi nel conquistare le quote
E dall'altro lato fa crescere la capacità di accumulazione di reddito nelle aziende perché possano fare più investimenti
Noi dobbiamo far diventare nuovamente più profittevoli lei imprese italiane perché possano fare investimenti in quote di mercato conquista di mercati producendo all'estero facendo più innovazione e facendo più investimenti
Questo e il come dire motore positivo sul quale noi dobbiamo lavorare questo l'ho molto e che dobbiamo fare come Paese allora e non vogliamo dare ne è un messaggio pessimistico ma non possiamo certamente un messaggio come dire semplicisticamente ottimistico perché non possiamo pensare faremmo un cattivo servizio
Alle nostre imprese
A chi noi rappresentiamo e credo al paese se ci accontentarsi vuol dire che ormai va tutto bene perché abbiamo un'espansione forte
Noi dobbiamo essere credo giustamente realisti renderci conto che abbiamo in questo momento una grandissima opportunità
Come ho detto anche in questi giorni abbiamo alla portata di mano una prospettiva vera di sviluppo che dobbiamo saper togliere facendo però con le riforme fondamentali che non sono più in eludibili
Che non consentono più gli scambi di questa mattina con i trasportatori che non consentono più i piccoli arrangiamenti
Ai quali speriamo di non dover assistere in questo scorcio di legislatura ma che con sé ma che rendono necessaria invece un cambiamento di prospettiva e soprattutto dare al Paese undici splende vero
Che metta in ordine le tre o quattro questioni fondamentali sulle quali le analisi ci sono tutte le conoscenze
Pure credo che le ricette sono chiare note sperimentata in altre parti del mondo si tratta semplicemente di realizzarlo
E per realizzarle ci vogliono qualche elemento in più di stabilità governabilità sui quali non parliamo adesso perché sono note a tutti ma che rappresentano la precondizione per fare il salto di qualità
Di cui dobbiamo tutti lavorare quindi nei giorni prossimi credo che con grande responsabilità ci saranno anche incontri naturalmente col governo il DPEF
Altre questioni sulle quali dovremo ragionare lavorare né lo faremo con molta attenzione rendendoci conto proprio che questa Forte opportunità importanti opportunità che da molti anni non avevamo non può essere sprecate richiede responsabilità capacità di proposte soprattutto di azione da parte di
Grazie al presidente D'Amato per questa sua brillante conclusione e allora arrivederci a settembre al prossimo appuntamento