20 SET 2002

Referendum in Friuli V. G.: Capezzone, chi vince governa e chi perde si oppone (Conferenza stampa a Pordenone)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 26 min
Organizzatori: 

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Capezzone spiega la 'facile' scelta del referendum in Friuli: con il sì, presidente scelto dai partiti, con il no, scelto dai cittadini.

L'invito a fare due passi in più perché non vada tutto come nel '93Pordenone, 20 settembre 2002 - In questa conferenza stampa sono riuniti allo stesso tavolo le diverse anime che compongono il comitato per il no al referendum regionale con cui si vorrebbe tornare in Friuli Venezia Giulia ad un sistema elettorale proporzionale.

I Radicali sono per il no alla legge elettorale proporzionale voluta da Casa delle Libertà più Rifondazione comunista.Il
segretario Daniele Capezzone, notando come i presenti "a questo tavolo sono divisi da molte cose", ha sottolineato per prima cosa che su questo referendum "non c'è niente da capire: con la legge appena approvata e la vittoria del sì, il presidente della regione viene scelto dai partiti, con vittoria del no lo scelgono i cittadini".Basta, ha detto Capezzone, con il costume italiano che i cittadini scelgono e "le coalizioni sfilano le poltrone ai presidenti eletti e avanti il prossimo, come accadde nel '94 a Berlusconi e nel '96 a Prodi, perché ciascuno si muove scisso rispetto alla scelta degli elettori".Dopo il referendum, "due passi in più"Tuttavia, Capezzone ha parlato anche del dopo referendum annunciando che i radicali propongono "due passi in più": la proposta di legge per l'elezione dei consiglieri con il maggioritario, "perché non accada quello che accadde a livello nazionale nel '93, se non si avrà quel passo - ha avvertito - il presidente della regione sarà di nuovo sotto ricatto dei partiti.

Secondo passo - ha proposto - arrivare alle prossime elezioni regionali con qualcosa di diverso dalla rissa friulana polo-ulivo."Facciamo di questa regione - ha detto il segretario dei Radicali italiani - un modello di assetto istituzionale diverso, con il governatore eletto direttamente, un sistema maggioritario uninominale con 2 partiti, chi vince governa ,chi perde si oppone, chi vince deve avere gli strumenti per governare davvero"."Spero - ha auspicato Capezzone - che sarà con noi chi è a questo tavolo, vorremmo che da qui si accendessero i fari sulla riforma americana che nel paese si sta seppellendo".Esperienze diverse per una lotta comuneBruno Malattia, presidente del comitato per il no, ha dapprima ricordato "il debito enorme che tutti sentono nei confronti delle battaglie di libertà dei radicali", passando poi a denunciare duramente "il grave deficit di informazione sul referendum da parte delle istituzioni".Si è rivolto direttamente al presidente del consiglio regionale Renzo Tondo, ammonendo che "non si possono usare le istituzioni per sabotare un istituto di democrazia" e sottolineando "l'ostruzionismo e il sabotaggio che abbiamo dovuto subire da parte del governo regionale".Anche l'ex sindaco di Trieste Illy ha denunciato il tentativo di sabotaggio del referendum attuato da parte della regione, ricordando come lo stesso presidente "Tondo ha pubblicamente dichiarato l'obiettivo di depotenziare il referendum"."L'elezione diretta - ha spiegat poi nel merito - ha importanti vantaggi: l'incentivazione a scegliere il miglior candidato, una scelta che è solo del cittadino e la stabilità dei governo".Da parte sua, Michelangelo Agrusti di Forza Italia ha sottolineato come la nuova legge non risponde ad esigenze di riforma, ma "a una logica interna al consiglio attuale, per tenere coesa una maggioranza litigiosa, incapace di produrre governo", e ha ricordato anche "le pressioni molto forti delle segreterie per convincere i consiglieri.

I radicali - ha riconosciuto - sono portatori di un'eresia che condivido: l'utopia della trasformazione del sistema politico".Infine, Alessandro Tesini, consigliere Ds, ha sottolineato che "il modello di elezione diretta è utile per rinnovare il sistema politico a livello nazionale e locale", grazie a una maggiore "trasparenza e responsabilità".

leggi tutto

riduci