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In tutto questo tempo cosa hanno fatto?'' È la domanda posta oggi da Daniele Capezzone, in apertura di una conferenza stampa sulla legge elettorale del Friuli Venezia Giulia e il referendum che si terrà il 29 settembre.Marcello Pera nel 1994Il 10 aprile … 1994, quindici giorni dopo la vittoria del Polo nelle elezioni - ha ricordato Capezzone - Marcello Pera, che all'epoca non era né parlamentare né presidente del Senato, partecipò alla prima Convenzione dei riformatori della lista Pannella e “fece un intervento molto netto nei confronti di Berlusconi con il cosiddetto 'discorso dei paletti' da porre ai vincitori”.
“Il primo paletto che citò - ha continuato Capezzone - fu appunto la necessità di una riforma istituzionale all'americana presidenzialista a turno unico, sulla quale qualche minuto dopo anche Berlusconi si disse d'accordo.
Da allora sono passati otto anni - ha osservato il segretario dei Radicali - e cosa è stato fatto?''.Il silenzio delle forze politicheCapezzone ha inoltre giudicato “incredibile e sospetto” il fatto che tra poco più di trenta giorni in Friuli-Venezia Giulia si vada al voto per il referendum sulla legge elettorale e nessuno ne parli.“Questa è una vicenda politica - ha affermato - che non riguarda solo una Regione, ma è un caso nazionale, perché da qui parte la battaglia per il maggioritario e contro il proporzionale per tutto il Paese”.
La scelta del Polo “di mettere il silenziatore a questa campagna referendaria è una scelta suicida”.
Ipotesi chiare per il dopoPer contro, Capezzone ha invitato l'Ulivo a “non usare il referendum solo come uno strumento di campagna elettorale e di polemica contro l'attuale presidente della Regione, ma a dire cosa intende fare dopo la data del 29 settembre”.“Ci vuole una ipotesi chiara”.
I radicali chiedono “di votare no ma occorre anche dire cosa accade un minuto dopo”.
Inutile inoltre sostenere che “le riforme si fanno insieme, e sul resto ci si può dividere, così si dice spesso”.
Vero è “esattamente il contrario”.Capezzone si è augurato che su questi temi ci sia “una divisione netta” perché “il massimo dello scontro deve esserci sul modello dello stato”.
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