13 LUG 2014
rubriche

Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 5 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella" di domenica 13 luglio 2014 condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Valter Vecellio (giornalista, direttore di Notizie Radicali, membro della Direzione, Radicali Italiani), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 5 minuti.

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  • Introduzione

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Valter Vecellio

    giornalista, direttore di Notizie Radicali, membro della Direzione (RADICALI ITALIANI)

    La conclusione del Comitato di Radicali Italiani. La conversazione tra Eugenio Scalfari e Papa Francesco su Repubblica. L'intervista del presidente del Consiglio Matteo Renzi al Corriere della Sera. Il conflitto israelo-palestinese. La situazione del boss mafioso Provenzano, ancora in regime di 41-bis nonostante le sue condizioni di salute. La posizione federalista del Dalai Lama e di Rebiya Kadeer. Il rapporto tra la loro posizione e l'attualità per il semestre italiano di presidenza dell'Ue. Pannella: "Anche in quello che fino a stamattina dicevano giornali e agenzie, questo punto di riferimento federalista mi pare non emergesse nemmeno nominalmente, o sbaglio?"
    17:00 Durata: 7 min 13 sec
  • Pannella sulla mozione generale del Comitato di Radicali Italiani, "un passo avanti nella direzione indicata dalla segretaria del movimento Rita Bernardini. Che in modo esplicito e reiterato sottolineava il rapporto tra le associazioni costituenti il Partito radicale, quindi anche quella di cui il Comitato è espressione, e lei auspicava e compiva chiaramente dei passi avanti nel dire 'dobbiamo renderci conto che la realtà radicale, la galassia, ha al suo cuore il Partito'". Sulla "gravità della fuoriuscita veloce del nostro Stato non solo dalla propria legalità, ma anche dalla legalità comunitaria e globale dell'ONU"; "una situazione che può avere, al suo termine, quantomeno una sospensione dell'Italia dall'Unione europea, teoricamente anche un'espulsione"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sul Comitato di Radicali Italiani. "L'analisi che io fo è che la mozione, quella politica generale, poi l'altra anche come denominazione è un'altra cosa…", dice Pannella riferendosi alla mozione particolare. "Questa mozione generale in realtà fa compiere un passo che può essere qualitativamente importante, e può essere avanti o indietro, ma sicuramente è un passo avanti nella direzione indicata dalla segretaria del movimento Rita Bernardini. Che in modo esplicito e reiterato sottolineava il rapporto tra le associazioni costituenti il Partito radicale, quindi anche quella di cui il Comitato è espressione, e lei auspicava e compiva chiaramente dei passi avanti nel dire 'dobbiamo renderci conto che la realtà radicale, la galassia, ha al suo cuore il Partito'. E questo mi pare che con diverse frasi l'abbia ricordato. Ricordare questo non era scontato, nel senso che ci sono stati d'animo che si esprimono nel Partito inufficiale - e non intendo solo riferirmi a un forum online che ha questo nome - Ogni volta che si accentua il richiamo al Partito come momento centrale della storia e dell'attualità del Partito, ci sono ambienti che reagiscono in modo diverso. Una cosa per esempio è Nessuno Tocchi Caino, un'altra è l'Associazione Luca Coscioni, un'altra cosa un po' diversa può essere individuata in Non c'è Pace senza Giustizia". Il ruolo del Senato del Partito di cui Pannella è presidente. "E' certo che nella mozione, ed è importante, viene data ragione - anche implicitamente - alla impostazione di Rita Bernardini, la stessa per cui lei si è affermata nella classe dirigente radicale, si è affermata attraverso la battaglia dura e intransigente, anche radicale e quindi fantasiosa, sul problema diritto-Cedu-interpretazione della realtà partitocratica e sottolineatura del massimo magistrato della Repubblica italiana, il Presidente della Repubblica, col suo messaggio alla Camere che è stato trattato in modo indecente". "Uno Stato che assomma tutte le cose per le quali è condannato, lo Stato italiano, e io credo che ne stiano maturando altre, come immagine può essere davvero una immagine della quale potremmo dire che l'Europa ufficiale, la nostra Europa, è costretta a giudicare l'Italia così come un Paese che vive in profonda contraddizione con la sua propria legalità e con quella che gli deriva anche dai trattati internazionali". "A qualche conseguenza si dovrà pure arrivare". Ancora sull'iniziativa radicale a livello europeo sulla giustizia e le carceri. "Adesso dobbiamo discutere se e quando la somma di ufficiali contestazioni da parte dell'Europa, ma anche da parte nostra… C'è una certa tendenza, pare, a dare ascolto agli amici curiae, un nome tecnico, cioè il modo in cui la giurisdizione internazionale in realtà stabilisce se esistono dati giuridici e obiettivi per riconoscere alle nostre denunce un'adeguata corrispondenza a quanto la giurisdizione internazionale stabilisca per la sua giurisdizione. Io credo che se si sviluppa, anche adesso con la presa di coscienza maggiore da parte di fette di opinione, un senso della complessità e della gravità della fuoriuscita veloce del nostro Stato non solo dalla propria legalità, ma anche dalla legalità comunitaria e globale dell'ONU. Questo è quanto. Una situazione che può avere, al suo termine, quantomeno una sospensione dell'Italia dall'Unione europea, teoricamente anche un'espulsione. Ed è una battaglia che conduciamo, a livello delle organizzazioni politiche conosciute, solo noi, da decenni"
    17:07 Durata: 17 min 23 sec
  • Il "processo di desertificazione" della democrazia italiana. A proposito delle molte astensioni sulla mozione generale, Vecellio chiede a Pannella: "La peste ci ha appestato?". Pannella: "Assolutamente". Vecellio: "Anche noi Radicali cominciamo ad avere dei dubbi sulla nostra analisi?". Pannella: "Questo direi può essere fisiologico, naturale e non patologico. Noi non è che siamo una realtà non storica". "Abbiamo posto e sottolineato la differenza della lotta contro la desertificazione della democrazia da 50 anni, tanto è vero che abbiamo riproposto la peste italiana, ricordando che avevamo definito questo come l'inizio degli anni 20 e 30 del nostro Paese". "Certo noi non siamo al 100 per cento, individualmente, tutti noi, immuni al virus partitocratico, nel senso che questo si manifesta a livello molteplice"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella evoca l'intervento di Matteo Angioli al Comitato di Radicali Italiani e più in generale il primo appuntamento tenuto a Bruxelles nelle scorse settimane sulla situazione dello Stato di diritto nel mondo: "Quello che mi pare più importante è la proclamazione del diritto che li si è incardinato sotto il nome di 'diritto alla verità'. Noi applichiamo una correzione che non è solamente semantica: 'Diritto alla conoscenza da parte dei cittadini di quanto compie Cesare, cioè di quanto compiono gli Stati nazionali e non solo'. Perché se questo vale per gli Stati nazionali, a me pare logico che possa divenire anche responsabilità delle entità istituzionali di tipo comunitario o africane o asiatiche, eccetera". Pannella sottolinea come Napolitano intervenendo alle Camere abbia parlato di "obbligo", non solo di "doveri": "Tanto è vero che il Parlamento partitocratico ha reagito in modo piuttosto indecente rispetto a questo atto non solo costituzionalmente ineccepibile ma direi doveroso del Presidente della Repubblica sui temi della giustizia e del diritto". "Il Parlamento ha schivato in modo empio o indecente il dibattito che era dovuto, quantomeno perché questo atto del Presidente della Repubblica era il diciassettesimo del suo genere da quando c'è la Presidenza della Repubblica". La mozione di Radicali Italiani parla di "processo di desertificazione" della democrazia? Pannella: "Adesso si può parlare di questo deserto di diritto e di civiltà italiano, dove si è diffusa la peste italiana, come noi - ammaestrati dalla storia - avevamo avvertito. Adesso anche George Soros e altri, che avevano posizioni positive ma contemporaneamente moderate, sembrano essere concorrenti della nostra radicalità". Il ruolo dell'informazione rivelato anche dai dati del Centro d'Ascolto che documenta la relazione tra le presenze delle forze politiche imposte nei media e i risultati ottenuti a livello di consenso. Le astensioni dei membri del Comitato sulla mozione sono superiori ai voti favorevoli. Vecellio chiede a Pannella: "La peste ci ha appestato?". Pannella: "Assolutamente". Vecellio: "Anche noi Radicali cominciamo ad avere dei dubbi sulla nostra analisi?". Pannella: "Questo direi può essere fisiologico, naturale e non patologico. Noi non è che siamo una realtà non storica". "Abbiamo posto e sottolineato la differenza della lotta contro la desertificazione della democrazia da 50 anni, tanto è vero che abbiamo riproposto la peste italiana, ricordando che avevamo definito questo come l'inizio degli anni 20 e 30 del nostro Paese". "Certo noi non siamo al 100 per cento, individualmente, tutti noi, immuni al virus partitocratico, nel senso che questo si manifesta a livello molteplice. E alcune posizioni possono risultare, per la loro durata, tali da costituire l'alternativa al deserto in corso ormai da decenni"
    17:24 Durata: 12 min 18 sec
  • I limiti della sinistra storica. Il ruolo dell'informazione in democrazia e il leader radicale in fondo alla classifica dei circa 500 politici italiani monitorati dal Centro d'Ascolto per la loro presenza sui media: "Sarà un titolo d'onore quando poi sarò ricordato", scherza Pannella. L'appello del 1976 promosso da Pietro Nenni e molti altri a sostegno delle richieste radicali su informazione e democrazia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sui "punti di riferimento delle storie liberal-socialiste e libertarie, e della Destra storica" rivendicati dai Radicali al loro ingresso in Parlamento, nel 1976; "posizioni non presenti in modo chiaro nella sinistra storica, dove altri germi ci sembravano presenti". "Mentre Silvio Berlusconi viene ufficialmente al nostro Partito, al Largo di Torre Argentina, e firma davanti alle televisioni i nostri 12 referendum democratico-liberali". "Laici nel senso che oggi possiamo dire: mentre Gianni Baget Bozzo mi qualificava, poco prima della sua morte, come qualcuno che incalzava la Chiesa e il mondo dei credenti per dare forza nel perseguire - anche lui era d'accordo - delle posizioni che storicamente si riferivano alla componente cattolico-liberale che si può più o meno intendere come una corrente interna al cattolicesimo democratico. Da questo punto di vista vorrei ricordare come nel Papa tedesco, santificato anche lui in queste settimane, io ho sempre colto: mentre al momento della sua elezione lui poteva rappresentare grossomodo l'anima conservatrice, se non addirittura reazionaria, del mondo dei credenti, in realtà da cardinale avevo trattenuto una proposizione… Qualcuno, non so se Bordin, mi diceva che questi richiami miei erano molto recenti: no, posso documentare che mi è tradizionale sin dai tempi dell'Università. Nel Comitato chiuso ore fa, io ho sentito da parte di due o tre persone affermare, senza che negli interventi successivi emergessero riserve, come radice della posizione della struttura del movimento radicale, il fatto di richiamarsi proprio all'Unione goliardica italiana". Il ritorno di alcune voci caratterizzate da "radicalità clericale", come dimostra il caso del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. L'appello del 1976, promosso da Pietro Nenni, Saragat e altri, "almeno metà dell'intellettualità civile e democratica italiana" – ricorda Pannella – a favore di un riequilibrio dell'informazione a favore dei Radicali. "Quello che chiedemmo era che ci fossero regole, per consentire al popolo italiano di essere quello che la Costituzione volevano fosse, cioè qualcuno che scegliesse democraticamente le tesi, le donne e gli uomini che ritenevano più adatti". In quell'occasione fu facilitato così anche l'ingresso dei deputati di Democrazia proletaria. "Quel manifesto, proprio in modo esplicito, partiva evocando il valore degli obiettivi e della politica radicale che poneva questo problema. E lo poneva per tutti. Non c'è nessun richiamo ad altri gruppi", ricorda Pannella. Il leader radicale in fondo alla classifica dei circa 500 politici italiani monitorati dal Centro d'Ascolto per la loro presenza sui media: "Sarà un titolo d'onore quando poi sarò ricordato", scherza Pannella. Vecellio insiste chiedendosi come sia possibile astenersi sulla mozione del Comitato di fronte a una realtà come questa. Pannella: "Questa era una mozione di due pagine e mezza. Ti risponderanno costoro: 'La mia lettura è esatta e la vostra invece sbagliata perché c'erano poi, oltre a questo passaggio, una serie di altre evocazioni'". Il "rimpianto" per il fatto che "Berlusconi è stato messo clamorosamente in minoranza non solo dal seriale ministro degli Interni, Alfano, ma anche da altri di Forza Italia. Lui si era assunto la consapevole responsabilità di dare la sua immagine e identità, sotto gli occhi di tutte le televisioni, mentre firmava i 12 referendum proposti dai Radicali, non 1, 2 o 6, e proponeva la non-sfiducia al Governo in quel momento, un tentativo che veniva fatto dagli sfascisti contro i fascisti, accentuando la crisi economica e internazionale. E poi si pronunciò anche per l'amnistia". "Se all'inizio di quest'anno avessimo avuto i 12 referendum, contro i quali la sinistra ufficiale di fatto si è posta, tranne eccezioni…". Ma c'è stato il sabotaggio di "una parte della classe dirigente di Forza Italia". Ancora sull'appello del 1976
    17:36 Durata: 36 min 15 sec
  • La mobilitazione da rilanciare per "un riconoscimento solenne da parte dell'ONU non tanto del diritto alla verità, perché si è incardinato un po' così. Riusciremo a ottenere che si parli di diritto alla conoscenza di quello che viene compiuto, anche a loro nome, da parte dei loro Stati". Il rilancio possibile dell'esperantismo

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sulla mozione di Radicali Italiani e sul ricorso alle giurisdizioni internazionali rispetto alla situazione italiana. L'idea di Cesare Romano, giurista italiano, di ricorrere alle giurisdizioni internazionali. Il ricorso dell'Associazione Coscioni e di Filomena Gallo vinto presso la Corte interamericana dei diritti umani in qualità di amicus curiae contro lo Stato del Costa Rica per questioni afferenti alla procreazione medicalmente assistita. La pubblicazione degli atti del primo convegno tenuto a Bruxelles su Stato di diritto e ragion di Stato. "In occasione della pubblicazione di quegli atti credo che potremo fare una qualche mobilitazione anche transnazionale". La creazione di nuovi diritti umani: "Un riconoscimento solenne da parte dell'ONU non tanto del diritto alla verità, perché si è incardinato un po' così. Riusciremo a ottenere che si parli di diritto alla conoscenza di quello che viene compiuto, anche a loro nome, da parte dei loro Stati". "Io spero di convincere - è una cosa seria - l'Era, la nostra associazione esperantista, che la battaglia da proseguire sull'orma più che centenaria dell'invenzione dell'Esperanto, è quella di rivendicare una sorta di diritto umano. Si parla sempre più spesso di generi; invece qui diciamo 'un diritto della specie umana' di potere avere un suo linguaggio universale". "La battaglia dell'Era sul fatto che in alcune delle nostre Università esistano corsi solamente in inglese si può assolutamente comprendere. Ma come esperantisti ci crediamo davvero, non è una fola, che la via per salvare il numero enorme delle lingue morenti e moribonde può venire, oltre che dalla diffusione della propria lingua di nascita, dalla conoscenza di una lingua comune della specie umana"
    18:13 Durata: 24 min 2 sec
  • Sui rapporti tra Pannella e Angelo Panebianco, le sue riflessioni sulla leadership. Sulla figura di Renzi e sul suo successo a partire dalla presentazione in occasione delle primarie: "Da quel momento abbiamo la progressione di ascolti di Renzi da parte dei cittadini italiani. E' venuto fuori che gli ascolti di Renzi consentiti agli italiani erano del 41 virgola qualcosa per cento. Loro hanno avuto il 40,8 per cento alle elezioni europee"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'editoriale di Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera, critico di Matteo Renzi. Anche a livello internazionale, giornali inglesi e francesi cominciano a guardare al fenomeno-Renzi considerandolo sempre meno "fenomeno" e più "bluff". Pannella: "Noi possiamo, grazie a Gianni Betto, dimostrare questo. Il sindaco di Firenze, quando era sindaco di Firenze, non entrava nelle statistiche di popolarità. Per la prima volta si sono occupati di lui quando stava per essere probabilmente candidato alle primarie del Pd. Può essere dimostrato dal Centro d'Ascolto, per esempio, che c'è stata una scoperta del candidato sindaco di Firenze nel momento in cui ha proclamato la sua candidatura alla corsa per la segreteria del Pd in altri 5 o 6. Da quel momento abbiamo la progressione di ascolti di Renzi da parte dei cittadini italiani. E' venuto fuori che gli ascolti di Renzi consentiti agli italiani erano del 41 virgola qualcosa per cento. Loro hanno avuto il 40,8 per cento alle elezioni europee". Pannella: "Mi ricordo che avendo letto degli articoli di Angelo Panebianco, in quel momento, sulla formazione delle leadership, a un certo punto accadde che: siccome io contrariamente a tutti gli altri, da leader abbastanza riconosciuto come tale, non solo mettevo in ottime posizioni in lista le donne, ma io nel 1976 e altre volte che ci siamo presentati non ero mai capolista, poi non ero mai stato segretario del Partito. A un certo punto proprio parlando con lui dissi: devo stare attento perché, col fatto che pare sia onesto, col fatto che non sono segretario e non sono capolista, questo può diventare pericoloso. Maria Teresa Di Lascia mi parlò molto bene di un paio di ragazzi, uno era Giovanni Negri e l'altro era Gaetano Quagliariello, pugliese come lei. Allora decisi: io mi candido alla segreteria del Partito ma con 4 vicesegretari; e i quatto erano Rutelli, Negri, Quagliariello e Maria Teresa. Se no, pensai, viene fuori il mito del Pannella onesto, disinteressato, eccetera". "Mi sorprese un'altra cosa: quando dopo due anni se ne andò Pasolini, ebbi una lettera di un giovane amico liberale, figlio di un generale genovese col quale eravamo diventati molto amici intellettualmente, che andato in America mi scriveva delle lettere. A un certo punto mi scrisse: adesso che non c'è più Pasolini, ci sei solo tu. Rimasi accecato dal fatto che un ragazzo liberale mi avesse illuminato di quella promozione. Fu un altro elemento per il quale poi la segreteria del Partito la tenni brevemente"
    18:37 Durata: 15 min 53 sec
  • Conclusioni. L'appello finale di Pannella: "I-scri-ve-te-viiii! Ma davvero! Voi piccoli imprenditori, quelli che volevo mettere al centro della politica di una sinistra liberale, Terzo Stato. Iscrivetevi!"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le iscrizioni che crearono scalpore nella storia dei Radicali. Il silenzio mediatico sulle sorti di Bernardo Provenzano (boss di Cosa Nostra arrestato nel 2006) e sulla campagna di Radicali Italiani. "L'elezione a segretaria di Radicali Italiani è qualcosa che non ha creato una leadership, ma in realtà è stata espressione di un elemento di rappresentatività rispetto all'opinione pubblica di Rita con la sua battaglia. La sua elezione è stata quella di suffragare con un titolo formale una leadership già acquisita. Uno dei motivi per i quali di fatto ho sostenuto la mozione generale, criticata e criticabilissima da alcuni punti di vista, perché sostanzialmente quella mozione approvava la sostanza dell'intervento di Rita, della sua relazione, centrata - in un modo che poteva apparire eccessivo - sul fatto che noi siamo costitutivi del Partito radicale, questo è quello che dobbiamo continuare a fare, con una evocazione aperta, anche se elegante e appena accennata, di una situazione per cui in Radicali Italiani ci sono non pochi che questo punto di riferimento non vogliono averlo". "Oggi criticarmi vuol dire parlare e riconoscere l'esistenza. Il loro atteggiamento è non consentire alla gente di vedermi e di ascoltarmi". La presentazione del libro di Massimo Bordin e Massimo Teodori in onda su Radio Radicale. La possibilità di un "salto numerico" nelle adesioni al Satyagraha nonviolento. Alcuni esami in corso sullo stato di salute di Pannella. L'appello finale di Pannella: "I-scri-ve-te-viiii! Ma davvero! Voi piccoli imprenditori, quelli che volevo mettere al centro della politica di una sinistra liberale, Terzo Stato. Iscrivetevi!". L'appuntamento di Nessuno Tocchi Caino, venerdì 18 luglio, nella sede del Partito radicale, con Emma Bonino e altri, per la premiazione dell'abolizionista dell'anno, il presidente del Benin
    18:53 Durata: 12 min 39 sec