Rassegna stampa estera
Poggiavano esportatori di Radio Radicale sabato ventisei aprile questo l'appuntamento con la rassegna stampa internazionale a cura di David Carretta diversi gli argomenti di cui ci occuperemo ont quest'oggi partiremo dall'Italia
Dal annuncio di Matteo Renzi di voler spostare il pareggio di bilancio in termini strutturali al
Due mila
E sedici la Commissione europea risponderà in maggio
Il Wall Street Journal Europe ieri pubblicava un'interessante analisi di merci Dalton la richiesta dell'Italia di avere più margini di manovra sul Bilancio
Mette Bruxelles in un vicolo cieco la Commissione starà attenta a non danneggiare il Primo Ministro Matteo Renzi nel momento in cui le forze politiche anti Unione europea
Si stanno radicale nudo in tutta l'Europa scrive Dalton ma c'è un altro problema e lo vedremo nel testo di questo articolo
La Germania e altri Paesi nordici vogliono un'applicazione molto stretta delle nuove regole europea
Ha proposto di Germania e il l'Economist uscito ieri nelle edicole europee dedicava uno dei suoi editoriali alle
Contro riforme della terzo Governo di anche la Merkel andare a marce indietro il titolo
Angela Merkel predica riforme pro crescita per i suoi vicini ma ri attua riforme anti crescita in casa l'Economist particolarmente duro nei confronti della
Cancelliera per chiudere faremo un aggiornamento anche sulla crisi Ucraina ieri
Dopo una conference call alcuni leader europei compreso Matteo Renzi il Presidente americano Barack Obama annunciato nuove sanzioni mirate contro
La Russia vedremo però la reale portata di queste sanzioni se sarà la cosiddetta a fase tre
Delle sanzioni europee quelle economiche e commerciali finanziare che rischiano di avere ripercussioni anche su diversi Paesi del vecchio continente
Nel frattempo leggeremo un editoriale da le Fidia come nuova Russia vecchie paura il titolo Putin continua impunemente ad applicare il suo piano e poi un commento di Philip Stephens dal palato sciolta INPS
Sulla falsa scelta tra la guerra e le chiacchiere la guerra che era come dire nella
Dottrina di politica internazionale di George Radiobus le chiacchiere invece sono
Quelle di Barack Obama cominciamo però dall'Italia dal Wall Street Journal che ieri pubblicava un'analisi di Matthew Dalton dal titolo
La richiesta dell'Italia di margine di manovra mette Brussa del in un piccolo cieco scrive il giornale L'Alitalia appena attraversato il suo terzo anno di la recessione in cinque anni
La disoccupazione ancora in crescita ma ora la terza economia della zona euro ha di fronte a sé la sfida più difficile e cioè le richieste da Bruxelles
A Roma di tagliare le norme debito pubblico per gli anni a venire il problema del debito dell'Italia e destinato infatti a diventare un teste chiave del nuovo complicato sistema dell'Unione Europea per controllare le finanze dei suoi Stati membri
Le nuove regole di bilancio diventeranno fonte di conflitto tra i Paesi della linea dura come la Germania l'Olanda gli spendaccioni del sud che vogliono più margine di manovra
Sui loro bilanci nel mezzo c'è la Commissione europea che ha conquistato più autorità per applicare le nuove regole
Ed ora si trova confrontata ad una decisione cruciale insistere su un'applicazione rigida delle regole al rischio di ripiombare l'economia italiana nella recessione oppure
Dare a Roma un po'di flessibilità a rischio di minare il nuovo sistema per il quale Bruxelles ha così tanto lottato al fine di prevenire il ripetersi
Della crisi del debito sovrano negli ultimi anni ricorda al giornale la Commissione ha concesso più tempo a un certo numero di Paesi per riportare il loro deficit entro i limiti dell'Unione europea
Queste mosse però hanno provocato una serie di critiche da parte della Germania di altri Paesi nordici secondo i quali la Commissione si è concesso un po'troppa libertà rispetta le alla lettera delle regole
Ma se la Commissione sarà riluttante nell'essere flessibile con l'Italia rischia di indebolire il nuovo Primo Ministro Matteo Renzi proprio nel momento in cui le forze politiche anti Unione europea si stanno radicale Ando sempre più in tutta Europa
Renzi deve portare a casa un successo spiega un analista di euro ai già gruppo secondo il quale la Commissione a un incentivo a dare a Renzi questa vittoria la questione in ballo una regola che fissa gli obiettivi
Di riduzione del debito di un Paese in precedenza la Commissione guardava solo al deficit annuale ora invece i Paesi con un debito sopra il livello
Nel sessanta per cento devono tagliare il debito di un ventesimo l'anno per la quota che supera questa soglia se non lo fanno rischiano un sorveglianza rafforzata
E perfino molte l'Italia il cui debito superiore al centotrenta per cento del PIL la molti anni di fronte a sei prima di riportarlo al sessanta
A Roma verrà chiesto di applicare questa regola nel due mila e sedici in tempi normali non sarebbe un problema fino a che il deficit è sotto il livello di una crescita della crescita nominale
Cioè la crescita reale più l'inflazione il debito dell'Italia
Scende scende
Ma questi non sono tempi normali l'inflazione rimane un livello storicamente basso con un tasso vicino allo zero
Se la ripresa della zona euro in corso in Italia la disoccupazione destinata salirà ancora per tagliare il debito quando non c'è inflazione
Serviranno ampi tagli al Bilancio da parte del Governo Renzi con un duro contraccolpo l'economia insomma come spiega un economi vista del fintamente Bruegel l'Italia
Difficilmente può compiere ulteriormente ulteriore consiglio consolidamento fiscale con un'economia che opera così al di sotto del suo potenziale di crescita
La Commissione ricordo ancora aggiornato da vuole che l'Italia arrivi al pareggio di bilancio in termini strutturali nel due mila e quindici Renzi ha spostato l'obiettivo al due mila sedici la Commissione scommette che le riforme strutturali come
La liberalizzazione delle professioni possa rilancia possano rilanciare la crescita e contribuire così a rispettare la regola del debito nel
Due mila e sedici ma molti economisti ritengono che ci vorranno anni prima che le riforme diano i loro frutti in termini di crescita e Italia in una tutto questo tempo insomma
Conclude Matthew Dalton una scelta difficile attende la Commissione europea insistere sulla stretta applicazione della regola di riduzione del debito oppure
Concentrarono un po'di spazio per respirare il futuro di Renzi potrebbe dipendere da questo così
La vede
Il Wall Street Journal Europe nel frattempo
Nel momento in cui Bruxelles chiede all'Italia di fare riforme di continuare sul percorso di consolidamento di bilancio c'è un Paese il primo della classe ma in teoria che primo della classe non è
Almeno così la vede l'Economist in un editoriale dal titolo le riforme in Germania andare a marcia indietro Angela Merkel predica riforme pro crescita per i suoi vicini ma attua riforme anti crescita in casa
Scrive il settimanale britannico Angela Merkel a un manterrà preferito da offrire ai Paesi in difficoltà della zona euro devono copiare la Germania come ha detto lo scorso autunno ciò che abbiamo fatto noi lo può fare chiunque quindici anni fa secondo l'analisi della cancelliera al suo Paese era visto come il malato d'Europa
Poi ha scelto l'ostilità di bilancio il taglio del costo del lavoro le riforme strutturali trasformandosi in una potenza economica
Il divario tra la Germania i Paesi del sud della zona euro è davvero ampio la sua economia cresce molto più rapidamente di quella degli altri la disoccupazione giovanile in Germania a livello più basso in vent'anni mentre rimane a cifre record in Spagna anti e Grecia il bilancio pubblico tedesco il surplus mentre Francia Italia e Spagna
Faticano realizzare gli obiettivi fissati da Bruxelles
Insomma
Quando si tratta di prudenza di Bilancio Merkel è un campione anche se l'Economist preferirebbe fosse un po'meno auto darà e spendesse un po'di più per spingere la domanda in Europa
Qual è il problema è che sulle riforme strutturali il Bilancio di Merkel e debole il credito per il rilancio economico della Germania deve andare alle riforme di Agenda due mila che erano state avviate
Per il predecessore di Merkel Gerhard Schroeder nel due mila e tre da allora perché la beneficiato dei frutti di quelle riforme nel primo mandato anche coraggiosamente alzato l'età pensionabile a sessantasette anni
Ma dall'inizio della crisi la Germania si piazza solo al ventottesimo posto su trentaquattro Paesi dell'OCSE in termini di riforme i tedeschi hanno una risposta ovvia a questo i Paesi del sud Europa hanno molto terreno da recuperare
Ma per loro è meno facile da spiegare il fatto che il Governo di grande coalizione di Merkel in realtà sta facendo marciare indietro
Su diverse questioni tre esempi illustrano questo trend sulle pensioni invece di continuare ad alzare l'età pensionabile Governo le sta tagliando
Per alcuni lavoratori a sessanta tre anni e in alcuni casi estremi a sessantuno
Secondo esempio il Governo sta introducendo un salario minimo nazionale a un livello relativamente alto che probabilmente porterà la perdita di posti di lavoro in particolare ad est
Infine
La politica di transizione energetica di Merkel quella per uscire dal nucleare
Non solo sta consumando enormi somme di denaro in sussidi pubblici per le rinnovabili
Ma sta anche danneggiando le imprese tedesche che pagano l'elettricità un prezzo tre volte superiore ma a quello pagato dalle imprese americane
Niente di tutto questo prosegue l'Economist ostacola era nel breve periodo la macchina Germania si può anche sostenere che spinge non verso l'alto i costi delle imprese tedesche i salari
Merkel stia indirettamente aiutando i suoi partner nell'azione euro ma ci sono modi molto meno dannosi di farlo
Se solo volesse Merkel potrebbe liberalizzare un sacco di settori in cui la Germania e tra i più protezionisti d'Europa come l'energia al commercio e i servizi
Per l'Economist è la più grande economia d'Europa si sta facendo del male da sola
E mostra un pessimo esempio pensate un altro Paese che non riforma come la Francia
Solo due anni fa i tedeschi si erano giustamente indignati quando il nuovo presidente Fossò l'onda aveva temeraria mente deciso di tagliare l'età pensionabile per alcune categorie di lavoratori ora che Merkel fa la stessa cosa la domanda è perché Holon dovrebbe prestare attenzione le critiche tedesche
Una delle versioni popolari nella saga dell'euro prosegue l'economista e che la crisi ha premiato i virtuosi del nord che lavorano duro contro l'indole enti spendaccioni del sud
Il nord ha sicuramente fatto meglio durante la crisi come la Germania prima della crisi clan dei baltici gli scandinavi avevano fatto di più per riformare le loro economie migliorare la loro competitività
Ma dalla crisi li impedito favorevole alle riforme è stato più forte nei Paesi del Mediterraneo perfino in Italia in Francia dove due Primi Ministri nuovi e giovani Matteo Renzi Manuel Valls difendono pubblicamente la causa delle riforme
Questo mette in evidenza le debolezze non solo della Germania ma anche di altri in Olanda per esempio non ci sono state riforme degli ultimi tempi
E nel frattempo i consumatori sono schiacciati dai loro debutti debiti e la crescita si è fermata perfino in Scandinavia un tempo modello le cose non sono
Più come un tempo le che la crescita è rallentata in Svezia Finlandia e ci sono segnali scusate in Danimarca e Finlandia e ci sono segnali di marcia indietro
In alcuni altri Paesi
Il leader di questi Paesi secondo l'Economist devono ricordarsi di una cosa cioè che l'aumento della competitività non è una una tantum ma è un processo continuo troppo spesso negli ultimi due decenni Governi europei hanno risposto la crisi approvando riforme
Dolorose per poi tornare ad essere compiacenti non basta essere poi competitivi all'interno dell'Europa
C'è un altro mantra che Merkel ripete i suoi colleghi l'Europa conta per il sette per cento della popolazione mondiale il venticinque per cento del PIL
Il cinquanta per cento della spesa pubblica l'attuale politica della Germania non farà altro che esacerbare questo problema conclude l'economista per chiudere invece vogliamo
Parlare della crisi Ucraina delle sue ripercussioni
Sulla sull'evoluzione della situazione basta prendere anche i giornali italiani per per fare punto Obama ha ieri annunciato dopo un colloquio telefonico con i leader europei
Nuove sanzioni vedremo quali sanzioni perché questo il punto
Definiamo ieri pubblicato un editoriale sulla nuova Russia e le vecchie paura e la nuova Russia l'espressione che viene utilizzata da Vladimir Putin per definire le regioni dell'Est dell'Ucraina particolarmente minacciosa come espressione
E che secondo lo figli o assomiglia furiosamente alla vecchia Russia quella degli zar o dell'Unione Sovietica Putin gioca con le debolezze dei suoi avversari disordine politico dipendenza energetica inferiorità militare
Agli occidentali ha lanciato una sfida di sicurezza sapendo che gli occidentali non hanno una risposta se non quella economica ma successo garantito anche su questo punto visto
Viste le loro divisioni così facendo però rischia di essere messo al bando delle relazioni internazionali secondo unifichiamo sulla crisi Ucraina vale la pena
Riprendere anche un commento di Philip Stephens del Financial Times uscito ieri
La falsa scelta tra la guerra guerra le chiacchiere chiacchiere scrive Stephens la risposta di George Stabio Bush agli avversari che non lo ascoltavano era di bombardarli e se non lo ascoltavano
Ora bombardarli di nuovo Barack Obama ha deciso che gli Stati Uniti devono parlare con i loro nemici e se non ascoltano beh occorre parlare ancora
Alcuni troveranno questa sintesi ingiusta ma solo fino a un certo punto se Bush attestato fino alla distruzione e la nozione che la guerra guerra il solo modo per rimettere in ordine al mondo
Obama avrebbe già dovuto capire da tempo quali Siro sono i limiti della sua politica chiacchiere chiacchiere
Anche se in forme molto diversi guideranno presieduto infatti a una diminuzione significativa della potenza degli Stati Uniti certo molto più semplice difendere la fede di Obama nella diplomazia
Dopo il sanguinario avventurismo di Dick Cheney e Donald Rumsfeld degli Stati Uniti avevano assolutamente bisogno di un Presidente pronto a riconoscere la realtà di un mondo più multipolare e a dare più spazio la diplomazia
L'Afghanistan e Iraq hanno incoraggiato gli americani a chiudersi rinunciando alla responsabilità di mantenere un ordine internazionale fondato sulle regole
Dall'altra parte dell'Atlantico le guerre di Bush hanno rafforzato gli europei nella loro convinzioni magnifiche la conciliazione le concessioni sono sempre meglio del rischio di un conflitto
La Siria e più recentemente l'annessione della Crimea da parte della Russia oltre agli sforzi di Mosca per trasformare il resto dell'Ucraina in uno stato fallimentare
Testimoniano però di cosa può accadere quando gli Stati Uniti vanno troppo oltre in una politica di moderazione contro una politica di determinazione le teorie sull'inesorabile declino americano sono esagerate ciò che è vero però che la politica estera di Obama rafforzato la percezione globale di una potenza americana in ritirata e questa percezione conta perché determina il comportamento degli altri
La marcia di Putin in Ucraina a due ragioni di fondo la prima l'incapacità di Mosca di costringere chi evade aderire
Alla sua Unione euro asiatica ma la seconda ragione è un calcolo e cioè che le divisioni europee la versione di Obama allo scontro precludono una risposta occidentale
Ciò che è mancato secondo Philip Stephens è un segnale convincente che Stati Uniti
Europa sono pronti davvero a imporre un serio costo a Mosca
Non sto suggerendo che l'America i suoi alleati europei debbano fare la guerra la Russia ma Washington secondo Stephens avrebbe potuto assemblare
Una serie di misure economiche molto più forti incluse sanzioni finanziarie
Come dimostrazione della sua determinazione a difendere le norme fondamentali internazionali certo alcuni europei avrebbero esitato ma con ogni probabilità molti di loro sarebbero stati felici di un piano americano
Che li costringesse a guardare seriamente al problema della loro dipendenza energetica da Mosca o affrontare quello dello stato di diritto in Russia per le loro impresa
L'alternativa tra gli europei dopo tutto sarebbe di abbandonare il modello di internazionalismo cooperativo
Che ha fatto suo l'Europa e tornare vecchi giorni in cui le frontiere del continente
Dipendevano unicamente dalla forza Obama e gli altri leader della NATO si incontreranno quest'estate per delineare un nuovo corso dell'alleanza dopo il ritiro dall'Afghanistan
Alcuni pensano che puntino alla fine abbia fatto tutto il lavoro necessario per per trovare un nuovo corso della NATO l'organizzazione può riprendere il suo vecchio ruolo di guardiano della difesa
Europea ma la verità è un'altra ed è che i Governi secondo Philip Stephens allo di fronte a loro un compito molto più difficile inviare qualche centinaio di soldati in Polonia nel Baltico sarà inutile se l'alleanza
Non tornerà ad avere ragioni politiche a favore della difesa collettiva
La missione della NATO e di evitare guerre grazie alla sua forza di deterrenza credibile
Ma la deterrenza della NATO sarà credibile solo se i leader restauro e Ranno la sua legittimità agli occhi di cittadini sempre più scettici di fronte alla spesa nella difesa
Militare l'Ucraina dovrebbe essere una sveglia per tutti gli europei libera che i cittadini sul fatto che la sicurezza e la libertà date così per scontate in realtà sono di nuovo minacciate
Il problema e che i sondaggi raccontare un'altra cosa e cioè che
I cittadini sono reticenti a spendere di più per la difesa così Philips Stephens sul Financial Times non ci fermiamo da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale
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