Byblos - La recensione di Alessandro Litta Modignani

Buongiorno agli ascoltatori di Radio Radicale da Alessandro Litta Modignani
Mille novecentodiciotto caffè l'animale di Vienna Max Weber incontra Joseph Schumpeter
Webber guarda con orrore al grande esperimento della Rivoluzione bolscevica Schumpeter invece si rallegra del fatto che finalmente il socialismo non sarà più una mera discussione accademica
Peter Hustinx reca la rivoluzione in Russia è un crimine che risolvere si risolverà in una catastrofe ma sul Peter ribatte che in ogni caso si tratterà vi è un bello laboratorio con cumuli di cadaveri si impegna a Weber su un Peter serafico nota che di cadaveri sono pieni tutti i laboratori di anatomia
Procedere perde le staffe urla tutto ciò è intollerabile e chiedeva al degli ATO mentre Schumpeter beffardo i record alle buone maniere
La dedotto che rappresenta icastica mentre il dibattito sulle idee politiche del Novecento raccontato da Felix somari imbarazzato testimone
Un secolo breve e più tardi possiamo convenire che Weber aveva ragione e da vendere
Nel frattempo nel campo delle idee sono successe parecchie cose
Analizzate Brian Werner Miller nel bel libro limiti ma democrazia le idee politiche nell'Europa del Novecento Einaudi trecentocinquanta pagine
Il in Italia anche su numerose personalità minori le chiamate figure infiltrate e assegna un carattere emblematico a episodi apparentemente trascurabili come quello appena citato
Nel recepire il libro sul Corriere della sera del sei settembre la democrazia liberale non è l'ultima parola in Europa Michele Salvati si è concentrato su alcune tesi fondamentali del volume
La natura non rappresentativa in un certo senso a democratica delle istituzioni emerse dopo la Seconda guerra mondiale dalle Corti costituzionali all'Unione europea
Il primato cristiano democratico e non socialdemocratico nella costruzione del Welfare State ispirato dal personalismo di Maritain
Ma soprattutto l'idea che la democrazia liberale non sia affatto la condizione necessariamente predefinita dell'Europa occidentale
Non vedo motivo di andare particolarmente fieri dell'ordinamento costituzionale assunto dall'Europa occidentale nel dopoguerra scrive Miller suscitando l'entusiasmo di Salvati
Per parte nostra vorremmo richiamare l'attenzione sull'interrogativo capillare pone nell'ultimo capitolo
Come fece l'Europa occidentale
A passare da ciò che ha per Mark definiva negli anni Settanta come una rilievi di legittimità del tardo capitalismo
E da quella che dice poco aveva annunciato come la morte dell'uomo che sembrava indicare la fine delle illusioni dell'individualismo liberale
Al presunto
Liberalismo trionfalistico di un Francis Fukuyama alla fine degli anni ottanta alle esplicita rivincita degli apologeti del capitalismo come Hayek e al discredito del modello politico leninista
Rispondere a questa domanda è relativamente semplice
Il fallimento planetario del comunismo rubiamo l'espressione a Luciano Pellicani
Ha sancito non solo il discredito del modello leninista definitivamente rubricato fra i sistemi Tota ritardi e dittatoriali ma anche trascinato con sé i fondamenti economico filosofici del marxismo
Tutti dunque anche quelli neo comunisti egemoni nella lunga stagione del sessantotto europeo
Quindi anche Mao anche Marcuse anche Sartre e tutti gli altri letture repliche della storia un po'ovunque hanno fatto piazza
Unità di tutte le ubriacature ideologiche ed i trotzkisti situazioni visti spontanei tutti e confusionari a vario titolo
Così illiberali hanno potuto prendere da loro rivincita
Sotto questo profilo il libro di Villar contraddittoria del paragrafo finale l'autore scrive che
Contrariamente al cliché universalmente accettato il mille novecentottantanove non assegnato alla fine della teoria marxista almeno per quanti la considerano tuttora valida come metodo e non come dogma
Ma poi si preoccupa di precisare che il marxismo come teoria è stato del tutto smentito dal collasso dell'Unione Sovietica in realtà era già stato smentito fin dagli inizi dell'Unione Sovietica
Dunque su questo argomento
L'incertezza del giudizio permane
Anche la lettura del settantotto da parte di Miller risulta poco convincente l'autore dedica uno spazio spropositato appunto i saperi e ideologiche marginali e ad astruse teorie ultra minori
Varie come quelle già citate dei fico azionisti dei quaderni rossi di Raniero parrucchieri di personaggi squalificati come il leader dell'autonomia toni Negri fino ai gruppi terroristici come Lara tedesca e le Brigate Rosse italiane davvero troppo credito in una storia delle idee politiche
La distinzione fra il settantotto libertario e quello neocomunista avrebbe meritato una sottolineatura più forte e chiara
Lei sostiene anche che
La competizione con i Paesi dell'Est europeo era una preoccupazione rilevante ma in ultima analisi secondaria un'affermazione tutta da dimostrare
Nel corso di tutto il volume Biella rischi spesso sui i limiti del liberalismo della democrazia degli equilibri politico istituzionali sorti nella seconda metà del secolo l'autore mette in guardia
Da forme di autocompiacimento liberale che noi occidentali possiamo difficilmente permetterci
E indica il lettore a spegnere ogni comportare illusione a questo riguardo
La democrazia e incertezza istituzionalizzata sono le parole conclusive del libro
Ma proprio questa incertezza ben lungi dall'essere un enigma costituisce invece il vero punto di forza della democrazia politica e del liberalismo economico
Se l'essere umano è fortemente imperfetto
Una democrazia incerta e l'assetto istituzionale più consono e aderente alla sua natura e un'economia di mercato l'unico terreno utile a correggerne razionalmente i ripetuti errori
Le ricorrenti crisi del capitalismo per quanto gravi e difficili da gestire come quella attuale non dovrebbero fuorviare gli intellettuali fino al punto da indurre a negare questa elementare realtà
La democrazia liberale non sarà forse necessariamente predefinita come scrive il vigile non sarà forse l'ultima parola in Europa come sostiene Salvati
Ma sicuramente continua a essere l'unico sistema valido atto a sconfiggere anche culturalmente gli errori e gli orrori del Novecento
Una versione più completa di questa recensione dal titolo viaggio avventuroso nelle idee del Novecento e pubblicata nell'agenda liberale del Centro Einaudi sul sito cifre inaudite utenti
Un saluto agli ascoltatori di Radio Radicale D'Alessandro Litta Modignani