Byblos - La recensione di Alessandro Litta Modignani

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale da Alessandro Litta Modignani
Il tradizionale partito di massa la più grande innovazione politico organizzativa della politica del Novecento
Sopravvive nella mente ed è il cuore di alcuni come modello ideale ma oggi è morto e sepolto poiché siamo entrati in una fase storica che non ha nulla a che vedere con quella che ne aveva consentito la per la prima
Piero Ignazi editorialista di Espresso e Repubblica già direttore de il Mulino medica alla metamorfosi dei partiti politici europei un saggio agile e ben documentato spietato nell'analisi a partire dal titolo
Forza tenta legittimità il vicolo cieco dei partiti la terra centoventotto pagine
I partiti di massa nati agli inizi del secolo scorso
Avevano già subito un'importante evoluzione intorno agli anni Sessanta trasformandosi impartiti piglia tutti
Secondo la celebre definizione di otto Hirsch Heiner a seguito della diffusione del benessere e della crescente importanza dei mass media
Ma in anni più recenti abbiamo assistito a un nuovo ben più avvilente il salto di paradigma
I partiti sono passati da piglia tutti a stato centri cinque sempre più potenti ricchi centralizzati ma ormai accreditati e privi di legittimità democratica
Tre sono gli aspetti di questa nuova trasformazione che si manifesta oggi in tutti i partiti europei
Uno la presenza sul territorio
Tradizionalmente i partiti contavano sugli iscritti e soprattutto sulle sezioni luoghi di aggregazione sociale e di elevazione culturale che oggi servono a soddisfare ben altri appetiti osserva ignari
Richetti di fornire i dati sul tesseramento negli ultimi anni partiti italiani hanno
Letteralmente dato i numeri con picchi positivi e negativi spiegabili solo con l'imminenza di scadenze congressuali o elettorali
Due la struttura centrale
Da con a Chirac ai laburisti inglesi tutti hanno aumentato fino a tre volte i funzionari di partito nelle capitali europee a discapito del personale delle sedi locali
Tre
Il ruolo preponderante degli eletti
In procinto di occupazione degli organi di partito da parte dei parlamentari e ormai completo
Si va da un massimo dell'ottanta per cento per la Norvegia a ha un minimo del venticinque per cento per Francia Finlandia passando dal cinquanta per cento circa di Germania e Danimarca
In Italia siamo intorno a una media del settantacinque per cento
Gli eletti hanno il privilegio non secondario di fungere da tramite per il finanziamento del partito e soprattutto di poter contare sulla Spagna
I collaboratori sempre più numerose privilegiato tale da eguagliare e superare i dipendenti del partito
Su tutto questo poi domina la questione dei contributi di Stato ovunque in Europa oggi i partiti gestiscono un giro d'affari superiore di varie volte a quello a loro disposizione negli anni Sessanta
Questi finanziamenti sottolineati sono sempre controllati dal centro ne consegue che ovunque in Europa i partiti sono molto più ricchi e più forti di un tempo
Ma un partito più forte al centro e nelle istituzioni e sempre più dipendente dalle risorse pubbliche ma più debole sul territorio nella società che futuro a davanti a scenari
Persino il più carismatico dei leader vecchia città di un partito gli one man parti da De Gaulle fino ai giorni nostri sono pur sempre imprese collettive come indica il caso limite di Forza Italia
Anche la più ectoplasma mica delle formazioni politiche nel momento in cui partecipa alla competizione elettorale è soggetta a una serie di vincoli legali e organizzativi
Oggi i partiti sono regolati per legge in quattordici Paesi europei più Israele
Dunque nel momento in cui cresce la disistima nei confronti dei partiti leggere costituzionale i dati o regolamentati per legge opera una sorta di garanzia di sopravvivenza
E attesta il loro ruolo essenziale nel processo democratico
Anche se ormai in Italia solo il PD ambisce a usare ancora questo termine
Il partito non è un fantasioso fastidioso accidente non è sul punto viene volatilizzarsi me in Italia né altrove al contrario i partiti sono sempre più forti
E finora hanno resistito a tutte le sfide
Di fronte alla crescita dei finanziamenti statali al dilagare degli scandali e alla colonizzazione della società come correre ai ripari
I partiti sono ormai generalmente autoreferenziali
Ma non tutti sono ugualmente insensibili sostiene Ignazi nelle conclusioni
In Gran Bretagna in Germania in Francia un po'ovunque i partiti maggiori hanno coinvolto la base degli iscritti nell'elaborazione dei programmi nella scelta delle candidature e dell'iter
In Italia invece
Scusate come è noto
Solo il PD ha progressivamente allargato i confini del voto fino a consentirlo nelle primarie di coalizione anche i cittadini non iscritti ad alcun partito
Tutte le altre forze politiche italiane escludono i propri iscritti dal processo decisionale
Al di là del caso anomalo del PD i partiti italiani si dimostrano impermeabili al processo di dice decentramento di inclusione e di apertura evidenziato dagli altri principali partiti europei
L'autore si mostrarci dai scettico sulle possibilità alternative offerte dalla democrazia diretta scorciatoia prediletta dal populismo
Per non venire investiti dall'ondata di diritti ma che rischia di travolgere i partiti hanno dunque bisogno di aprirsi e democratizzare la loro attuale criteri gravi ma essi sono pur sempre
L'unico metodo attraverso il quale i rappresentanti vengono legittimati ad agire
Senza questa legittimazione la delega rischia di venire affidata a un capo l'idea riduce
Questa tentazione nonostante gli esiti disastrosi del Novecento continua ai accettare un certo fascino
La versione attuale del bonapartismo si presenta oggi nelle vesti del populismo
Piero Ignazi politologo autorevole misurato evitando erba talmente di fare i nomi
Una versione più completa di questa recensione dal titolo la metamorfosi dei partiti meno iscritti più soldi e pubblicata nell'agenda liberale del CIPE in Audi sul sito Centro Einaudi punti
Lo saluto agli ascoltatori di Radio Radicale D'Alessandro Litta Modignani