War Room COM - Il potere (e le mitologie) della creatività

Bentornati a ben tornati a war room comma il nostro appuntamento settimanale con le novità e le tematiche della comunicazione nato dalla Urru ma di Enrico Cisnetto
Per citare collant Barthes è uno dei principali miti di oggi invocata senza sosta come panacea esistenziale e driver per risollevare i sistemi economici in difficoltà e la creatività
Che tutto può o tutto potrebbe ed è diventata per certi versi perfino una specie di imperativo morale
Negli ultimi decenni a partire dagli anni Ottanta in maniera pionieristica ed agli anni Duemila in modo via via sempre più sistematico l'idea di creatività e circolata in maniera diffusa a livello intergenerazionale e tre gruppi sociali più vari
Si è così configurato una sorta di diritto democratico alla creatività
Antitesi della visione originaria del creativo come genio o solitario sicura fuori dal comune una sorta di eroe romantico che risultava perfettamente aderente in termini di immaginario Idi Koné accerto inventori del passato
La Psicologia e la neurobiologia hanno indicato di recente le emozioni fra i prerequisiti delle produzioni creative
E queste acquisizioni scientifiche hanno introdotto dunque un altro elemento di legittimazione della visione democratica della creatività
Quale condizione universale e perenne degli individui che sono naturalmente dotati sotto questo aspetto devono solamente essere stimolati e trovarsi nelle condizioni giuste
Una concezione che suggerisce l'ipotesi che la creatività si possa configurare anche con una declinazione degli apparati ideologici che accompagnano l'ultimo stadio del nostro capitalismo il neoliberismo
Da intendersi come capitalismo digitali materiale simbolico contraddistinto da un grado mai raggiunti in precedenza di innovazione tecnologica e creatività tecnica e dunque l'aspetto a tutti gli effetti dello spirito del tempo
Di sicuro in ogni caso la creatività costituisce una categoria molto complessa e sfaccettata da affrontare in modo multidisciplinare e da tanti punti di vista
Ed è per questo che abbiamo bisogno di un autentico specialista di questo tema il professor Paolo Perulli a cui do il benvenuto
Buona sera buonasera a voi
Molte grazie per essere qui con noi il professor Perulli sociologo molto noto dell'economia in particolare autore di recente di un libro uscito fresco fresco possiamo dire intitolato proprio anime creative da Prometeo a Steve Jobs
E pubblicato dal Mulino
Io comincerei da i fondamentali professore cosa significa essere creativi qual è la figura del creativo oggi in cosa consiste la creatività
Ma intanto un grazie per l'introduzione che che già forniva fornirà spunti
Direi che non c'è una risposta
Finale non c'è acqua ma ma
Io mette in evidenza nel libro dei passaggi cioè ci sono delle fasi in cui che la creatività si è espressa dei santi molto importanti voi delle fasi più diciamo così di stato normale
Quindi non ne io credo vero che la creatività sia un processo continuo cumulativo
Procede appunto per discontinuità
Le grandi discontinuità le grandi fratture io l'individuo
Da un lato nel nel passaggio quattro cc cinquecentesco
In cui la creatività diventa
Un un elemento universale
Basato sull'individuo
Un elemento dell'individuo
E il secondo passaggio è quello della seconda modernità a metà del Novecento in cui la creatività diventa non più un fattore individuale ma un fattore sociale collettivo
Una specie di grande sistema collettivo che certamente non era presente nelle fasi precedenti la novità la vede in queste in questa la definizione di creatività come capacità di gonne
E naturalmente questa connessione non è soltanto tecnologica ma certo nella tecnologia ha trovato nel secondo Novecento ai nostri giorni la sua massima espressione
Quindi
Io credo che l'attività sia soprattutto
Oggi questa capacità di connessione
Ecco in questo libro molto ricco è molto interessante e a proposito dei limiti lei va alla ricerca di una genealogia della creatività e individua punto alcune figure mitiche alle quali si può scrivere a livello simbolico l'irruzione appunto della creatività nel pensiero occidentale
Un e Prometeo e l'altra causa appartenenti a due periodi diversi vorrei che ci racconta Cindy cosa possiamo considerare questi antenati simbolici del pensiero creativo
Sì sono inediti Brini primi creatori di
Perché in quel momento è piuttosto l'uomo creatore il il soggetto di riferimento
Promette quello che porta all'uomo che altrimenti stupido
L'intelligenza rappresentata naturalmente da questo Fattori di Livorno che che il Prometeo nella sua nella sua
Nel suo desiderio di aiutare l'uomo
Nel suo amore forse eccessivo per l'uomo secondo la tragedia di Eschilo porta a noi e quindi ogni invenzione risale a Prometeo
Ogni scoperta soprattutto ogni capacità di introdurre innovazioni novità
E quindi lui è proprio l'uomo prometeico è proprio il nostro primo
Unito fondi fondativo
E e l'altro grande inizio e quello di Faust siamo già ovviamente in un'epoca successiva quella cinquecentesca e poi nel grande nel grande libro di diete
E lì quello che
Va sottolineato è proprio questa ossessione
E di Fausto a questo
Questa ricerca quasi quasi ossessiva no questo Strega ben il termine tedesco dice proprio questo no questa ricerca continua senza sosta
Che diventa anche se è un elemento fondativo della nostra idea
Di di creatività perché creatore non si chiamiamolo ancora creatore non si ferma mai non fa nomi ma è soddisfatto e fino a perdersi dice il Mefistofele
Nel e nelle nel nel testo di diete
Quindi entrambe le figure sono sono sono doppie sono
C'è una c'è un cioè la doppiezza nel nel nella figura del Creatore perché da un lato sì cerca deciderà vuole ma dall'altro distrugge distrugge la natura per esempio
Prometeo certamente il primo grande trasformatore della natura
E noi oggi ne vediamo le conseguenze ne paghiamo le conseguenze Fausta anche sono è una figura che che fa diciamo della ricerca ossessiva
Della Desideri ex ossessivo di conoscere anche la sua stessa dannazione
Potremmo dire per certi versi che appunto la creatività nella sua versione del Darkseid dell'alto scuro a proposito dell'ambivalenza
Che lei metteva in luce e per certi versi anche la produttrice venendo i nostri giorni dell'idea della crescita illimitata per l'appunto quella che non può fermarsi la mega macchina
E per altri versi invece è quella riconducibile che verrà Destruction della distruzione che per esempio nella Silicon Valley ma era alta
Già dei tempi Schumpeter e creatrice nel senso che il nove ma che distrugge tutto quello che c'è prima non preoccupandosi di lasciare i morti i feriti
E a proposito di Silicon Valley lei ci racconta come
Le aree urbane siano appunto il luogo della creatività
E la creatività lungo la storia sia spostata all'insegna di alcuni grandi ab potremmo chiamarli oggi che sono in realtà grandi aree metropolitane per l'appunto ne individua soprattutto tre e poi passa alla contemporaneità
Parigi New York San Francisco
Pure che ci racconta secoli sono di specificità perché naturalmente in queste tre grandi metropoli si riflettono anche immaginari visioni mondi culturali tra loro differenti
Certo allora un gel giustissimo quello che aveva dentro la creatività è solo un fenomeno urbano ma è questa non è una novità insomma
Già i greci non sapevano insomma la cattività non nasce non se non nella città cioè nell'interazione appunto nella diventa comunicazione in questo senso la città un enorme scoperta dell'umanità no
Queste tre città su cui si sofferma il mio libro offre quindi siamo fra ottocento e e anni Duemila sono le capitali per così dire
Che si sono succedute si sono passati il testimone
Parigi e naturalmente la capitale della della modernità cioè Parigi laicità dove tutto accade a partire dalla metà dell'Ottocento
E quando quando Baudelaire inizia noto il percorso della della modernità
Il primo ultimo un grande poeta della della modernità nell'epoca del capitalismo maturo
Che la sua influenza è stata enorme
E arriva appunto finora alla Silicon Valley come libro cerca di dimostrare ci sono dei fili no che legano
In questi passaggi ma Parigi poi e la la città dove tutto avviene nella grande bocca nelle avanguardie artistiche scientifiche culturali letterarie poetiche e filosofiche
Nei primi trent'anni del novecento
Tutto finisce
Quando i nazisti occupano parigino alla sua fine in questo momento e anche la fine dell'Europa
Della nostra il nostro suicidio ed è il momento in cui avviene quel secondo grande passaggio che è libero
Affrontare e che credo sia stato sottovalutato o per meglio dire non vai valutato nella sua pienezza
La mossa del nazismo spinge tutto il pensiero Teo tutto il grande pensiero europeo in tutti i campi in America
Questa grande emigrazione intellettuale che riguarda l'architettura la pittura la poesia il cinema per le arti visive il design la filosofia la fisica
Perfino il medesime la scienza più americana nel nel Novecento è stata portata lì da da da da un viennese Peter Drucker e e l'architettura è stata portata lì naturalmente da da Mies van der Rohe
Dare dati da tutti che tutti i grandi maestri del Bauhaus
E il cinema di Hollywood è stato fatto da dai grandi registi di origine di origine europea come Billy Wilder infiniti altri nomi
E la musica alla musica americana nasce dall'incontro con i grandi maestri che arrivano scenderà Stravinskij
Barbera Bartók eccetera e che le che ira qui va a cui vanno a scuola da qui vanno a scuola i musicisti americani come John Casey per fare soltanto un nome e così nel campo del design che creato dal pensiero europeo così in tutti gli altri campi compresa la fisica dicevo
Quindi li avviene il grande è stato il momento in cui la le d'Europa si suicidano
Tutto passa in America ed osé a New York naturalmente che la capitale nel ventesimo secolo per questo per questa enorme inaudita concentrazione di intelligenze
In prevalenza europee che emigrano negli negli Stati Uniti e che che che fanno spola cioè tutte le grandi scuole americane nascono da questo incontro e questo non è stato valutato quando noi parliamo di impero americano e giustamente usiamo questo termine e loro esportano una merce Kennan chiamiamola così che innevata dall'incontro col pensiero europeo che portali la capacità di costruire di abitare di pensare per usare il termine
Ed è grigia
E e quindi New Yorker voi poi sempre a Cisco dote
L'unità non è più
Diciamo così come come come a New York il il luogo fisico della dell'incontro metropolitano maronita diventa la Rete
E l'ultimo grande creativo cui dedico il libro e proprio Steve Jobs che
Di questa carente e il creatore di questo strumento che abbiamo tutti in tasca e l'inventore
E anche lui però indirettamente è un erede di quel pensiero europeo perché la struttura Beat Generation da qui Luigi deriva sostanzialmente era era un giovane giovane poi Diego quando comincia e poi crea la Apple nel negli anni settanta
E viene da Baudelaire nel giudice viene da vive da noi viene da Roma
Ecco in questa rispetto questa matrice europea ci sono degli scarti chiamandoli così
E molto interessanti vorrei profondi re con lei nel senso che in questa trilogia di metropoli che finiscono che caratterizzano appunto il pensiero creativo
Dall'Ottocento fino al due mila e rispetto le quali San Francisco è dal punto di vista della taglia come demografia decisamente inferiore alle due precedenti questo ci racconta anche di una smaterializzazione
Che diventa appunto sempre più significativa
E ci sono dei buchi neri diciamo così nel senso che sarebbe stato logico per certi versi pensare che anche Londra fosse un grande ab dell'innovazione
Da un lato e dall'altro in San Francisco ci sono delle specificità anche lei evidenza nel libro che ne fanno anche una città che appunto guarda pacifico e che non è più davvero una città europea guardando un altro due verso ad un altro mondo e con le vorrei chiedere
Di di approfondire questi due scarti perché la Londra insulare che è stata capitale di uno straordinario impero per l'appunto
Non è stata una città creativa di una metropoli creativa così tanto e così fino in fondo i quali sono i tratti davvero anomali rispetto all'Europa di San Francisco della California
Una bella domanda perché Londra è una una delle global city su quindi lei ha ragione a sottolineare oggi la mancanza di Londra
Nel nel nel mio libro
La sua caratteristica è già stata certamente quella di un un nel centro di un impero
Una greche nel senso più tradizionale coloniale del termine
Cioè l'intero quindi cui Londra è la capitale e ancora appunto l'impero o facciamo ottocentesco che che intende conquistare il mondo
Con la forza
Ma non è il luogo delle idee non è il luogo del pensiero non è il luogo quindi della creazione
E come come come se se fosse come dire il grande dominatore
Ma non è il grande creatore
Nonostante naturalmente voi punto direi un po'di retorica sugli anni sessanta naturalmente la musica e naturalmente
Libelli Pinamonte
La sua capacità di pensare non è paragonabile né a Parigi e alla Parigi appunto capitale delle del c'è sono sei colonne a New York
Capitale del ventesimo e in una specie di terra intermedia ma non è paragonabili a queste sempre se il gossip ha ragione perché fa parte di intanto fa parte di un unico grande sistema che comprende anche l'OCSE Angel comprende nonostante la totalmente le delle grandi differenze fra e anche le rivalità fra queste due città
E anche lì sortire relativamente diverso negli ultimi decenni ma e un unico grande sistema fatto anche proprio di reti dal punto di vista del pensiero dell'università della della struttura della ricerca che in ognuno ma abbiamo non abbiamo nessuna Silicon Valley è stata possibile proprio perché non è non è questa la sua matrice
E poi c'è questo impasto incredibile Como perché il resto del mondo nelle nelle fabbriche californiane pieno di indiani e cinesi
Gli imprenditori di Taiwan si sono formati in California
Quindi c'è effettivamente come diceva lei una direzione no che che spiega perché si passa da Parigi a New York una grande immigrazione europea coi da da New York a San Francisco la grande capacità di mettere in rete tutto il mondo
Che Chiellini che lì è nata e non era affatto scontato perché ricordo negli anni ottanta quando ero giovane ricercatore alle alle venti e lavori tema era ma l'America ce la farà potrà competere coi giapponesi
Quindi è stata una scoperta una una una specie di la la creatività è sempre un evento c'è sempre qualcosa che non prevedibile ma lì è successa
E quindi San Francisco come lei racconta appunto come estremo occidente e come porta rispetto a quell'estremo oriente che oggi vede il pendolo della storia il pendolo soprattutto dell'economia e della finanza spostarsi nella sua direzione
E pensabile una che reattività per come lei l'ha descritta fino ad oggi nelle metropoli dell'Estremo Oriente
Fatto salvo per l'appunto come diceva che il Giappone ha rappresentato a lungo uno una minaccia dal punto di vista della competizione economica per gli Stati Uniti ma non è stata tale naturalmente anche diciamo per la capacità salvo intese di usare la forza in una certa fase di attrarli all'interno di un sistema di relazioni oggi la Cina è il grande nemico appunto degli Stati Uniti ma ne possiamo parlare di una creatività cinese o forse no e soprattutto visto che quello comunque non è un sistema multiculturale non è un sistema basato sulla contaminazione che come ci racconta lei è fondamentale per le classi creative
Le classi creative possono svilupparsi in altre metropoli
Dell'estremo oriente dell'Asia con caratteristiche usiamo una vecchia parola che lei conosce benissimo anche oggi è tornata di moda egemonica
Direi di no
Ed è questo anche il
Diciamo la la forza che ci deve spingere anche in una fase in cui l'Occidente in crisi eccedente non riesce ad esprimere più l'egemonia nel senso classico del termine
Ci si trova una di fronte grandi grandi rivali appunto
La Cina e non solo la Cina
E la risposta è no perché la creatività la la cattività cinese firme emessa in prigione
Per la verità cinese è una creatività
Che viene sistematicamente
Repressa
Da da un regime che nome in grado non sarà mai in grado di includere la creatività all'interno del della propria visione del mondo è una visione del mondo
Certamente imperiale
Ma quella famosa visione che dice
Cinese che dice appunto che viene dalla dalla dal pensiero tradizionale che dice tutto in tutto quello in tutto il mondo sotto il cielo
Contraddice se stessa nega se stessa nel momento in cui non può sopportare non può tollerare
Il pensiero creativo
Il libro molto duro su questo punto genere il capitolo sulla Cina è un capitolo di denuncia
Cioè Messi ma e guardi anche le altre metropoli dell'Asia sanno tutto storno da Denis è stato
Non hanno minimamente le condizioni per essere quello che sono state le grandi metropoli dell'Occidente
Quindi il mondo utente cerca effettivamente di una nuova dimensione della creatività Manu nove non verrà dagli potrà venire in questo e l'ultimo l'ultima speranza del libro
Piuttosto da il sud del mondo
Chiedo che sono ignorati da noi non sappiamo praticamente nulla eppure tre quarti dell'umanità vive
Di Rimini sud del mondo cioè da quei sistemi di pensiero diranno sì da quello occidentale che forse sono più in grado di quello occidentale di capire il grande dramma che noi abbiamo già il rapporto fra cultura e natura
Il il rapporto chissà naturalmente è sempre stato diciamo declinato
Nel nel nel nostro pensiero il pensiero occidentale e che oggi si scontra con
Una incapacità da parte del pensiero occidentale di superare se stesso nella visione della natura come un bene disponibile a disposizione dell'uomo nella trasformazione incessante ecco questo che la chiave della visione creativa dell'Occidente
Va superato e nel superarlo ci possono aiutare proprio il Sud del mondo cioè qui qui luoghi anche di pensiero in cui la natura nume un bene da distruggere come un bene da dominare da possedere e da trasformare in modo appunto Schumpeter indiano me
Qualcosa che va rispettato fa parte della nella propria tradizione no fa parte appartiene agli antenati
Chiama il Pensieri pensieri del sud del mondo io dedico gli ultimi pagine ad alcuni autori poco conosciuti ma di straordinario valore come Édouard Glissant il grande scrittore il grande poeta
Che che che ha indicato credo insomma questa questa poetica della relazione no
Che diceva guardate voi venite da da sto mediterraneo che un mare chiuso dove i continenti di tre continenti si chiudono si chiudono intorno a questo mare noi siamo invece grande mare aperto dei Caraibi dove tutte le di delle civiltà si sono incontrate si sono mescolate comprese naturalmente quelle della degli schiavi che vengono dall'Africa
E questo luogo non dominato dalla razionalità occidentale che che mi pare rappresenti un un crogiolo
Per il futuro della creatività è un nuovo naturalmente ancora opaco meticcio ma proprio questo meticciato può essere interessante va studiato va capito da noi molto più che non invece questa questa paura diciamo
Della Cina o della Russia che sono semplicemente dei sistemi dittatoriali che che cancellano ogni forma di creatività nonostante le norme tradizione il pensiero cinese nonostante le norme tradizione del pensiero su
Arrivati alla fine di quest'anno fra conversazione le volevo chiedere di ritornare diciamo nella nostra platea Domestica lei ha dedicato tanti lavori all'economia italiana nel corso delle sue ricerche
Oggi da qualche tempo a questa parte per la verità la creatività costituisce davvero un differenziale un competitiva Dante Ige
Né alla competizione globale tra sistemi economici l'Italia è stata sicuramente una culla di creatività e in una fase diciamo lontana in una fase
Del passato ma espresso anche individui in questa logica capaci di grande pensiero creativo oggi c'è ancora qualche fiche da scommettere in questa situazione di grande confusione e declino dell'Occidente
Per il nostro Paese oppure la scarsa connettività da tanti punti di vista dell'Italia ci condanna in qualche modo in maniera definitiva
Ma le cose nuove diciamo che vede l'Italia negli ultimi dieci anni vengono paradossalmente non dalle grandi città
Non da Milano
Che che è stata invece con la culla della creatività nel nella seconda metà del Novecento
Mi pare vengano da
Quella comparsa di una Italia minorenni
In Italia e il paese di capitalismo minore
Hanno ragione credo quelle che sostengono questa tesi
E quel capitalismo minore che si è sviluppato nei distretti industriali ma per esempio nel negli anni del Novecento è secondo Novecento impari forme di interessi a Rete
Oggi può ritrovare alcuni dei due elementi interessanti proprio in quella ampia area di Italia minore fatta di sistemi locali in cerca di un un ruolo e di aree interne distanti dalle andare dalle metropoli ma che rappresentano dei valori naturali e culturali importanti
Una specie di Mosaic convento no di questi micro sistemi di intelligenza Ding
Senza locale
Che potrebbero essere un atto che potrebbero essere una fiche da mettere sul tavolo e
Cinquant'anni fa nei distretti industriali erano
Studiati anche dei californiani non venivano quindi tendevano a però e magari portiamo portiamo in California alcune di queste forme oggi potrebbe essere per le aree interne per questi sistemi territoriali fragili ma che rappresentano
Un grande patrimonio naturale culturale in un Paese come il nostro questo è sicuramente un atto poco conosciuto e poco riconosciuto in cerca di riconoscimento e vanno aiutati questi sistemi sono un grande tessuto che ancora non ha espresso quello che potrebbe esprimere in fondo è un'altra faccia del sud del mondo abbiamo anche noi in casa dei Sud del mondo da valorizzare
Infatti da valorizzare da sostenere e dai quali ricavare quella linfa vitale che come le racconta emesso libro molto bello animi creative pubblicato dal Mulino
E davvero il senso della creatività formidabile sotto ogni punto di vista economico naturalmente produttivo ma anche sicuramente dal punto di vista simbolico culturale e dell'immaginario
E dunque molte grazie al professor Paolo Perulli per questa conversazione così stimolante
Grazie a lei grazie a voi di aver meditato
E un saluto a tutti coloro che ci hanno seguito e arrivederci alla prossima quorum com'
Dunque