Sono stati discussi i seguenti argomenti: Arte, Asia, Capitalismo, Cina, Cinema, Corea, Corea Del Sud, Cultura, Famiglia, Film, Giappone, Globalizzazione, Seul, Storia.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 4 minuti.
Rubrica
Commissione
09:00, Napoli
09:00, Napoli
9:32 - CAMERA
10:00 - SENATO
8:30 - Parlamento
8:30 - Parlamento
8:30 - Parlamento
8:30 - Senato
8:45 - Parlamento
8:45 - Senato
13:30 - Camera dei Deputati
Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
C'è un tema ricorrente dei pochi film che arrivano sugli schermi italiani provenienti o ambientati in Paesi dell'Asia come il Giappone o un concreto Tai Wan ora Corea del Sud
I segni della modernizzazione che siano lo sviluppo delle metropoli l'aumento delle merci e dei consumi
La stessa diffusione delle insegne pubblicitarie da tecnologia digitale la crisi della famiglia e i rapporti d'amore più liberi
Ecco sono tutti i seggi spesso percepiti con un'esasperazione che sembra derivare da un trauma
Sono visti quasi come sintomi di una malattia le cui conseguenze più dolorose sono la solitudine la difficoltà di comunicare il disorientamento esistenziale il cinismo a volte la disperazione
è un tema che si ritrova originalmente declinato in un bel film ambientato in Corea dal titolo ritorno a Seul diretto dal regista francese di origini cambogiane veri sul
In questo caso il contrasto fra tradizione e modernità si concretizza della figura della protagonista una ragazza nata in Corea ma cresciuta in Francia dai genitori adottivi
La quale decide di ritornare a Seul per conoscere i propri genitori biologici
Può sembrare la sua soltanto una ricerca della propria identità
Ma il racconto riesce a suggerirci che i suoi moventi in parte inconsapevoli
Sono oltre che i sentimentali anche culturali ritrovare le proprie radici come cura a quei mali della modernità di cui anche lei affetta la vediamo scegliere un partner per una notte e poi scartato lo con indifferenza respingerlo con asprezza seguire fa profferte d'amore
Essere attratta indifferentemente da uomini e donne entrare nel giro della prostituzione
Senza di tali avventure la rendano mai davvero felice lei restando sempre la ricerca in particolare di quella madre che dopo la sua nascita sembra di capire per forza maggiore l'aveva abbandonata
Ora la condanna dei mali della modernità che si può intravvedere nel film potrebbe risultare come altri casi un po'semplicistica ideologica probabilmente estranea alla nostra mentalità
Sì calata nel caso concreto della protagonista non acquistasse invece una verità psicologica individuale
Viene da pensare che sì è vero che lei resta sempre sola pur incontrando nel corso del viaggio svariati personaggi sì è troppo dura e sprezzante nei confronti di chi cerca di dimostrarle amore non è soltanto un soprattutto perché agisce in lei il cinismo dei nostri tempi
Ma perché come reazione alla perdita di un affetto primario si è costruita come un guscio DivX Bobby di autosufficienza
E tuttavia il suo è un personaggio suscettibile di contraddizioni in una scena riceve via e-mail e per il suo compleanno parte del padre biologico che lei riesce a ritrovare nuovo però sentimentale invadente
Che il fucile insofferenza
Ecco riceve un messaggio gli ovuli una foto dell'uomo schierato con le sue figlie e un testo goffo ma affettuoso
La ragazza scoppia a ridere di un riso che suona divisorio che si trasforma però in sensibilmente in una specie di pianto
Si attiva in lei evidentemente il rimpianto per quegli auguri che non aveva mai ricevuto e per quella famiglia da cui è stata strappata
Ma ecco il contrasto tra il cinismo e la forza dei sentimenti si esprime senza nessuna forzatura in tutta naturalezza e si rivela costitutiva della personalità della protagonista
Si tratta di un bel ritratto femminile forse soltanto un poco ridondante ma ricco di sottili sfumature e che appare sempre utenti con merito anche dell'attrice che lo interpreta che si chiama parte civile ricordo che il film si intitola ritorno a sé Ulloa lo ha diretto devi giù ed esce nelle sale distribuito da I Wonder Pictures un saluto da Gianfranco Cercone
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