Convegno "Gioacchino Volpe e la storiografia del Novecento"

Sì segnano il timido ma sì
Sì piste
è una va bene incarico noto catetere propri pazza
Ecco
La mia opinione
Sì sì sì sì bene parlate di
Ho
Capito lo slogan
L mi hanno la licenza
Sì per d'autorità dice senza neanche dire no di credo sospetta e nel vecchio allora
Va bene ma il freddo tutto sebbene
Come volete voi
Qualche altre persone Intini
Sarebbe quello messe
Troppo suppongo
Cosa devo prevederne di parlare una mezz'ora tutto quello prove tutto quello che è necessario senza limitazioni anzi
In un certo senso piuttosto costruire un po'di tempo in più l'affitto io vuole indurre farà anche di più mi dica lei
Ma io credo sono due i relatori così quindi come lo sformato tutto quello che necessario dodici semplificazioni in questo caso mezz'ora abbondante comandante piovosa
Comincio sud secondo questo ordine sì alla dipende dalle preferenze il mondo
Va be'così allora va bene preziose va bene
Allora qui diamo
Possiamo cominciare l'anno
Anzi autocritica
Va bene ma come segna è è come se ci sente
Non c'è nessun voto oggi
Il teste maggiore silenzio
Tanto va bene così
Vogliamo cominciare le auto Union
La giornata di di oggi
Quindi nella senza di Silvio Lanaro può iniziare senz'altro la signora Barbara Bracco su volpe e la storiografia sulla politica estera
Prego
Buongiorno dunque
Che forse si è fatto un maestro iniziatore di studi di storia della politica estera italiana credo che sia stato ormai è ormai un dato acquisito altri prima di né hanno sostenuto autorevolmente il ruolo eccezionale avuto da molte tra le due guerre come suggeritore organizzatori di iniziative scientifiche in questo campo di istituti la scuola di storia moderna l'ISPI la Rivista storica italiana questi e altri luoghi del sapere storico penso all'Accademia d'Italia
Il periodo fascista ebbero certamente in volpe una sorta di centro propulsore
Di idee iniziative che si trasformano spesso in occasioni quasi unica e per giovani studiosi dell'epoca
Di quella fondata
Di iniziative in particolare dopo il mille novecento trentasei
Per vicende assai diverse come è noto rimase soltanto la storia della politica estera italiana di Federico Chabod
Quella tradizione di studi sì e poi come inabissata per molti anni dopo la seconda guerra mondiale
Con la morte sostanzialmente della patria come è stato detto
Per poi are riapparire negli anni successivi e hanno i più vicini direi sotto forma di due movimenti DiVersi
Uno è quello che sottolineava i propri servigi Lezzi qualcosa qualche anno fa quando sosteneva che questo tipo di studi sono riapparsi nella seconda metà degli anni Settanta
Per impulso di una storiografia marxista di tipo radicale che ha visto nel perché si è impegnata negli studi sull'imperialismo e ha recuperato per questa via proprio Gioacchino Volpe
La seconda ondata
E invece legata secondo me ad anni molto più recenti
E agli ultimi dieci anni su questo bisognerebbe forse fare se possibile dopo una riflessione
Ed è legata cioè alla riappare alla ristampa di L'Italia in cammino del novantuno ma forse ancor di più e con diciamo un motivo meno pretestuoso al periodo successivo alla caduta del muro di Berlino
Il professore di Tiezzi ieri faceva delle considerazioni sulle cosiddette storie pare particolari o storie parallele dopo il quarantacinque dove si è persa la storia la grande storia politica la storia generale forse questo il recupero di questa storia generale di questa storia totale
Si è resa possibile dopo l'ottantanove
E non è un caso che Volpe dopo il novantuno dopo la ristampa quanto mai opportuno in quel momento può riaprire in qualche modo un dibattito sulla storia totale
Ora non credo che sia possibile in ogni caso ma ripeto questo è un argomento che può essere materia di discussione più avanti
Non credo in ogni caso che sia possibile affrontare oggi ricerche
Sugli storici italiani che nella prima metà del novecento e oltre si occupano di politica estera e di relazioni internazionali Chabod maturi Morandi ma anche Salvemini o Pietro Silva senza citare il nome di punta in veste di maestro ispiratore qualche volta di antagonista ineludibile e Autori
Insomma volpe e parte magna pars direi di una scuola
Di una scuola sui generis e cito ancora il professor Vigezzo i ma scuola di storie di politica estera
Detto questo
E poi difficile cogliere nodi tematici e il punti metodologici che hanno caratterizzato la sua opera nell'ambito di una politica che riesca tanto è diffusa tanto è sciolta diciamo negli studi
Sull'argomento al di là di un generico e all'epoca quasi universale invito guardare al nuovo al mondo che si era improvvisamente dilatato dopo la prima guerra mondiale
Sì rimarrebbe abbastanza delusi o guardare la di biografia tipo multe
Pochi sono infatti i lavori che si configurano come studi veri e propri di politica spia
Le linee di ricerca vanno se mai rintracciato in quest'ambito all'interno delle storie d Italia inni molte contributi scientifico negli articoli a carattere storico politico anche molto polemici scritti da molte tra le due guerre mondiale e che in qualche modo danno la a questa a questo filone di studi questo mi porta a dire
Che Volpe e che in volpe la storia della politica estera e parti di di un tutto non tanto una storia particolare ma una storia speciale in qualche modo che porta una sorta di porta d'accesso alla storia generale o a quella storia grande storia politica o storia tout-court come l'aveva definita secondo celle nella celebre prefazione a momenti di storia italiana del mille novecentoventicinque
Nella quale sottolineava che non era possibile che era arrivato a una sorta di nuova storiografia dopo avverte sintetizzato fatti sociali i fatti politici
Cercherò allora di io fermare l'attenzione su alcuni punti che ritengo in cui importanti
Per comprendere la fortuna TV il tema anche le difficoltà politiche storiografiche incontrate nel secondo dopoguerra
In un ambito di studi che va pur detto è quello più connotato politicamente tra la politica estera e quello che ha creato forse di maggiori imbarazzi in qualche anno
Il suo interesse per la politica estera e per la storia della politica estera nasce con la prima guerra mondiale
Conte questo e diciamo intatto abbastanza semplice sotto gli occhi di tutti e avviene contestualmente al passaggio dalla storia medievale e moderna a quella contemporanei
Volpe da questo punto di vista non è un caso isolato giustamente il professor Salimbeni ieri sottolineava l'appartenenza di volte ad una generazioni ben precisa di storici
Infatti condivide e partecipa ad un ampio processo
Di trasformazione della cultura storiografica
Dove scienza e politica cioè lavoro scientifico impegno civile e politico da dove poi la divulgazione storica è un elemento centrale del diciamo di questo punto di raccordo non costituiscono un un intreccio spesso inesplicabile certamente ispiratore poi di nuove ricerche e nuovi approcci a questo processo di trasformazione Volpe forse arriva un po'in ritardo in realtà
Almeno per quanto riguarda la politica estera se penso all'il gli storici di ambito strettamente boccia no e se penso a Salvemini questi iniziano prima ad occuparsi di politica estera
E per quanto riguarda in particolare lo storico pugliese direi che e quando ancora era dentro il Partito Socialista se ne occupa cavallo sostanzialmente della crisi di bosniaca
Quindi volpe arriva tutto sommato non è tra i primi perlomeno a individuare questo tipo di problemi certo dopo la guerra di Libia e l'adesione proprio alla vigilia del conflitto i gruppi nazional liberali volpe si va preparando per un impegno civile e politico per l'intenso e anche più coperto ma è solo con la guerra e quell'esperienza vissuta direttamente nell'esercito i tra le molte iniziative storico politico-culturali
E solo allora che Volpe secondo me oltrepassa il confine che allora e ancora molto importante laddove c'era una tradizione di storiografia invitati filologica
Per cui l'impegno civile e politico era ancora guardato con molto sospetto tra uomo di scienza e intellettuale militante a tutti gli effetti passaggio nella cultura militante
Da cui volte secondo me non fa più ritorno fare rimarrà costantemente uomo di cultura impegnato nella società
La guerra è un momento fondamentale non solo perché pesa il luogo della cultura della memoria storica del periodo
L'epopea risorgimentale porta Volpetti da altri a pensare alla guerra come forza della storia una forza pedagogica
Educativa della nazione
Anche qui il discorso generazione importante volta appartiene a quella generazione nata dopo l'unificazione nazionale
E quindi di delle querele risorgimentale diciamo come una sorta di e Q mitica in qualche modo ma la guerra e soprattutto un'esperienza un'esperienza vissuta direttamente
Che da una dimensione tutta diversa la politica estera e alla storia delle relazioni internazionale che era fino ad allora una storia senza in mente politica tra una storia diplomatica che indagava i rapporti tra Stati
I le rassegne delle riviste e dei principali riviste storiche dell'epoca mi danno ampiamente conto quindi sotto questi aspetti volte condivide con altri intellettuali un bagaglio di idee e miti tipici della sua il poca laddove il discorso invece di volte nell'ambito della politica estera differisce dagli altri intellettuali storici impegnati su quel versante direi che è essenzialmente in due punti almeno in due punti
Il primo stanno il costante collegamento tra politica estera e classi subalterne
O come si direbbe oggi tra politica estera Imax
Il secondo punto sta a mio avviso nella raffigurazione realistica delle immagini delle nazioni
Il rapporto tra masse e politica estera può essere considerato una costante dell'impegno civile delle prime prove di storia contemporanea rivolte
Sia infatti negli articoli per la sera giornale
Milanese allora molto diffuso se nei lavori dell'ufficio storiografico della mobilitazione diretto da Borrelli e con il quale nel quale al quale collaborava anche Prezzolini
Sia a maggior ragione negli uffici peggio negli uffici propaganda dell'Ottava Armata del generale Caviglia
E i lavori successivi l'attenzione prestata da volpe alle masse e costante
Gli interessi economici miti politici gli aspetti morali del proletariato come del mondo contadino la rappresentanza politica che questi riescono adattarsi
In particolare del movimento operaio sono sempre presenti
Intendiamoci questa non è una nutrita
Né per lui né per gli storici della sua generazione che impressionata dai il agitazioni sociali della fine dell'Ottocento come ricordava il professore gli USA aderisce
Al sentimentalmente all'erario al materialismo storico e forse alle ragioni in qualche mondo del socialismo senza voler sovraccaricare questa affermazioni di particolari connotati politici
Ne
Si può dire che la sua propensione nazional popolare
Gli abbia mai fatto perder il senso delle gerarchie sociali
Che in particolari nazionali per anni a cui lui è legato avevano fatto capo caposaldo del loro programma politico
Uno Stato nazione dove la borghesia esercita o meglio dovrebbe esercitare una funzione di cerniera tra masse i vertici delle istituzioni in particolare la monarchia
Elemento centrale come si è ricordato ieri proprio della storiografia della storiografia e dell'impegno civile tipo
Tuttavia senza voler forzare troppo la la realtà delle cose si può dire che l'interesse l'attenzione verso i ceti popolari del volte
Modernista e nazional popolare
Nazional liberale diventa ossessivo nel volte contemporaneità
E studioso della politica estera
E la nazione che più che mai del Novecento questo presente in volpe non può che essere unita politica economica morale
Dove i ceti popolari o meglio le masse o meglio le classi subalterne occupano un posto fondamentale
Operano sicuramente in volpe da questo punto di vista meccanismi di analogia storica
Nel senso che la storia ripropone ciclicamente alcuni ignoti e questioni
Secondo me funziona in volpe soprattutto nel vuote Contemporanei sta l'idea che la sua la storia sia una progresso inevitabile
Cioè le cose si ripropongono nel corso della storia dall'età medievale in poi ma con una sorta di progressivo rafforzamento di alcune
La politica estera e la manifestazione prima in altissima nella vita nazionale anzi l'attività specifica per cui un popolo si sente nazione e questa una delle più famose forse la più famosa assoluta in assoluto frase di giochino multe
La politica estera e un punto d'osservazione
Un punto privilegiato di osservazione della nazione
Come se da quel punto fosse possibile vedere ciò che dentro al circuito nazionale ciò che sta fuori dal circuito nazionale
Come da e come è noto da quel punto molte rapportato nella storia d'Italia
A vedere le forze vive della storia tra i movimenti politici le azioni personaggi magari è assai diversi tra di loro ma convergenti consapevolmente o inconsapevolmente verso un unico Pupi induce l'affermazione e il consolidamento della grazie
Questa indicazione metodologica che era in volpe questo non va mai dimenticato un'opzione politica a favore del nazionalismo il di ciò che egli intende da con il nazionalismo bario nazionalismo
Nasceva o uscita confermata dalla guerra
Momento unico della vita nazionale in cui Protti non a caso i nessi tra politica estera in politica interna sono nella loro drammaticità fortissimi naturalmente
E partendo da lì volte poteva guardare a ciò che idealmente un materialmente si era collocato dentro circuito nazionale
E c'è un po'di tutto
Buona parte della società civile il meglio dei movimenti politici le forze economiche
Una parte della borghesia uomini della destra sindacalisti rivoluzionari migranti che ritornano
In patria al solo richiamo appunto della cura della in patria in pericolo insomma la nazione è un organismo che vide alimentandosi e metabolizzando di tutto
Ma questo è la mia tesi con la guerra secondo Volpe fosse una vera saldatura tra classi subalterne e nazione inclinazione forse non avvenne
Rispetto alla speranza chiaramente spostata a volte nell'agosto del mille novecentoquattordici per un articolo scritto per il Foglio il giornale della Dante Alighieri
Volpe confidava in un consenso socialista la guerra come d'altra parte poteva notare in altri Paesi europei
Volte quindi c'è sicuramente il mito
Parte con il mito di un della guerra con me fuoco che fonde metalli e pensa che durante la guerra
Il Partito Socialista almeno mille novecentoquattordici il partito socialista può portare il movimento operaio dentro
La nazione
Ma l'esito della guerra da questo punto di vista non fu del tutto positivo l'opera di fusione non era non era stata completata e non solo a causa del partito socialista
Con la guerra dirà nell'Italia in cammino la nazione si era messa in moto a scaglioni e reparti il fascismo agli occhi di volpe
Rappresentava certamente il meglio della nazione italiana dei cinquant'anni precedenti ma non tutto
Come se i margini di ulteriore trasformazione e di conquista il quadro nazionale fossero ancora possibili in qualche modo
Volpe era storico che si metteva dal punto di vista della nazione il certo senso del presente
E di ciò che a suo avviso era entrato a farne parte
I deve forse del pensato in alcuni momenti che il fascismo rappresentasse davvero tutta la nazione
L'episodio della proclamazione dell'impero
Che episodio che ricorda in uno degli articoli scritti poi età avanzata
E forse uno di quei momenti in cui politica estera emanasse sembrano raggiungere in qualche modo un punto di contatto
Non è un caso peraltro che Volpe ricordi quell'episodio
E lo associ alla presenza dei suoi allievi della scuola storica con che erano notoriamente tutti allievi a fascisti o antifascisti
I ricordi come in quell'occasione tutti si fossero emozionati alla proclamazione dell'impegno
Questo però non esclude cioè il fatto che abbia in qualche modo affidato al fascismo l'idea di una rielaborazione tutta positiva della nazione questo non esclude che Volpe si sia posto ieri il problema di cosa sia rimasto fuori
Anzi credo che su questo abbia lavorato il negli anni del fascismo domina
Nelle impalcature delle Storie d'Italia
Che qualcuno ha definito in modo un po'infatti comma forse andando vicino alla verità una sorta di cattedrali gotiche
E a mio avviso anche nelle storie dedicata al popolo italiano durante la Grande Guerra
Non ci sono volti un certezze la guerra come fatto ideale e esperienza concreta conquista quelli SKY quel quei reparti quegli Scaglione
Sempre più ampi
Ma attraverso la forza magica
Questo è forse un uno dei punti della grande suggestione della storiografia di volpe attraverso la forza magica delle inconsapevolezza dell'agire umano
Cioè come se nella costruzione della nazione molta parte avesse naturalmente la involontarietà il l'inconsapevolezza delle aziende
Questo non vuol dire che Volpe non abbia colto
Nel passaggio dall'involontarietà all'adesione ideale alla nazione non abbiano colto un uno scatto importante
Non si potrebbe spiegare altrimenti le ricerche condotte al tra il ventitré e il ventiquattro proprio per preparare una di quelle volumi sul popolo italiano durante la guerra
La ricerca dei documenti all'ufficio storiografico della mobilitazione per la quale lo ricordava ieri professor perfetti per la quale gli era stata concessa un'autorizzazione a solido al solo fine di raccogliere dati statistici
Vota invece va secondo il bibliotecario che fa un dettagliato rapporto poi alle autorità volte va alla ricerca di documenti sulle agitazioni operaie durante la guerra
La venerazione statica per la storia che passa secondo la felice espressione di Cantimori l'accettazione del presente cito ancora Cantimori da spiegarsi evitando inonda criticare sì non offusca quindi in volpe la consapevolezza che i processi storici alla base della nazione sono costantemente in evoluzione
E che il fascismo forse non rappresentavano l'ultimo passaggio cioè l'ultimo presente
D'altra parte la polemica con il direttore del teste Interlandi
Del mille novecentotrentuno polemica subito sedata dall'alto peraltro si incentrava proprio sul rapporto tra fascismo e storia italiana tra fascismo in azione
E la polemica veniva conclusa da Volpe con la riaffermazione di un nesso forte tra storia e fascismo contro le tesi miracolistiche in una certa parte del partito fascista
Il segno proprio della continuità e soprattutto con la convinzione che sulle manifestazioni
Politiche in qualche modo sulla superficie politicanti superiori sarebbero stati anche in futuro i processi di rielaborazione venissi nazionale
Posto così il problema nella NATO della politica estera italiana cioè in termini più fragili e dubbiosi
La definizione della politica estera come manifestazione massima nella vita nazionale
Definizione peraltro collocata non a caso nel secondo capitolo de L'Italia in cammino cioè il capitolo dedicato agli italiani al lavoro gli alle prime prove del partito socialista può essere intesa la definizione
Invito un auspicio anzi il cuore di un mito politico qual è in fondo tutta la storia nazionale raccontata
Nell'Italia in camicia
Su questo insisto perché si è parlato dell'aspetto mito Proietti code la storia vuol piana
I ed eventualmente potremmo tornarci dunque a passare agli allievi alla scuola Directa
Da molte sotto questo profilo e penso in particolare a Chabod
Non era l'aspetto certamente tutto politico e mobili tante nella politica estera la mistica della nazione ma le indicazioni in qualche modo pre politiche e Trentin che
La politica estera come punto di osservazione privilegiato
In un certo senso anche la fragilità e l'incompletezza degli equilibri nazionale che si poggiano poi su rapporti sociali politici e morali come sulle azioni consapevoli inconsapevole
Il secondo punto perché credo caratterizzi l'opera di volte nell'ambito di questi studi c'è la raffigurazione che gli da a partire dalla prima guerra mondiale degli altri stati e delle altre Mazzeo
Raffigurazione che estremamente diversa da quella tratteggiata dagli altri intellettuali e storici del periodo
Volpe parte dall'idea
O dalla percezione che l'Europa degli ultimi quaranta cinquant'anni cioè dal mille ottocentosettanta
In poi fosse dominata dalla politica di Potenza è un dato per lui ovvio
O meglio ancora dall'imperialismo la lotta per la sopravvivenza in questo mondo diciamo dominato da rapporti di forza e a questo punto una legge della storia a cui l'Italia non può sfuggire a differenza degli storici democratici Salvemini Silva Barbagallo
Ma anche del nazionalista su un gli interventi di volpe sono contraddistinti da un forte realismo
Da giornalista propagandista o intellettuale mobilitato nel corso della guerra Volpe
Tende a fornire un'immagine non demoniaca del Venitucci l'Austria e ancora di più la Germania non vengono mai raffigurate come luogo del male assoluto
Neanche dopo Caporetto vuol per pensò mai di usare lo stereotipo
Ad esempio del tedesco come Barbaro o Lanzichenecchi come
E questo per per l'Ulivo oltre a come dire a una sorta di timore reverenziale nei confronti de la grande cultura tedesca e legato proprio una valutazione di merito
Cioè l'Austria e la Germania stanno combattendo una guerra per la loro sopravvivenza quindi è inutile sovraccaricare in qualche modo questa tendenza di altri valori e demoniaci caricaturali in qualche modo né d'altra parte dipinse mai gli alleati come il partner ideali sempre affidati
Anzi pubblicamente e privatamente mostrò sempre fastidio per ogni verso ogni forma di solidarietà latina ovvero il suo quelle forme di ammirazione per la grande Inghilterra
Come allora dal del resto molte leghe associazioni si spostavano di propagandare con l'ausilio
Di intellettuali e storici penso ancora una volta a Salvemini Barbagallo a Mario Borsa
Laddove per questi si tratta di condividere con quelle in azioni ideali della civiltà uccide
Tale post rivoluzione francese
Il centro di tutti gli interventi di volte durante la guerra fu quindi la nazione e la sua affermazione nel mondo e in Europa
E che il problema italiano fosse quello più importante a tal punto da oscurare tutto il resto
E dimostrato non solo dallo scarso interesse dimostrato per la Russia prima e dopo la rivoluzione bolscevica ma anche per gli Stati Uniti
De la cui immagine volte si servì da propagandista non a caso solo per esaltare il lavoro degli italiani gli immigrati e torna tipo in Italia a combattere
Da propagandista fece un
Elaborò un modulo che poi venne distribuito tra i combattenti italiani che venivano dal dagli Stati Uniti in cui poneva tutta una serie di domande su quale fossero i rapporti che questi migranti avevano erano riusciti a conservare durante il periodo prebellico con la madrepatria la loro conoscenza della lingua italiana eccetera eccetera
Ma degli Stati Uniti come potenza mondiale
Volpe non si interessa e probabilmente non pensa che questa possa esercitare una qualche influenza nel dopoguerra
Basta vedere gli articoli che dedica agli scarsi articoli che dedica un minzione ad esempio
Che detestava per il suo tono professorale
I silenzi secondo me hanno un significato e allora non è possibile non cogliere l'assenza in volte di qualsiasi cenno d'altra parte al dibattito interno ai Paesi belligeranti annunci Colucci che forse tema questo invece è fortissimo
Tra gli storici democratici se penso a Salvemini ad esempio ancora una volta ma anche a Barbagallo UA Ciccotti
Che dopo la prima guerra mondiale dedicano moltissimi interventi a quello che sta succedendo in Francia in Inghilterra in particolare
E come se per Volpe in questi Paesi
Atto
Fosse riuscito ad esprimere compiutamente la missione nazionale in euro
Cioè dove
In qualche modo la politica estera di questi Paesi non mostrasse incertezze alla base la direzione resa dalla loro politica estera e unilaterale è come se in qualche modo dovessero ai dovessero assolvere ad un loro destino in qualche modo
Gli esempi da questo punto di vista sono moltissimi e basterebbe prendere in considerazione le note pubbliche e private dedicate in particolare alla Francia per la quale non aveva evidentemente molto affinché Simpatia
Per comprendere il misto di diffidenza ma anche di ammirazione per un Paese che era riuscito a suo avviso a imporre i suoi interessi nazionali
No dandoci queste sono le sue parole di principi universali
Il realismo
Mostrato durante la guerra nella ristrutturazione delle nazioni
Anche ovviamente buon gioco dopo la guerra le difficoltà internazionali incontrate dai governi italiani confermano a volte l'idea di una lotta per la sopravvivenza che non può essere abbandonata per intese
Diplomatiche improbabili i fasulle
Secondo Volpe ciò che va a far guardato ad ogni costo per non soccombere
Sono gli interessi della nazione italiana o per meglio dire gli interessi le prerogative degli italiani
Nel mondo
Sono interessi economici militari politici ma anche impegni e aspettative morali che vanno salvaguardati insoddisfatti
La questione adriatica in questo contesto è indubbiamente il problema su cui ma matura una visione direi radicale
Fino ad allora sostenitori proprio sempre sul quotidiano la sera di compensi contro il coloniali come diciamo contropartita di un'eventuale cedimento sul fronte adriatico
Presto si converte ad una posizione di assoluta intransigenza nella rivendicazione del patto
Di Londra il fiume
Questione che veniva ad assumere il valore di impegno morale verso Italy nati ma soprattutto di simbolo della vittoria al cospetto degli italiani e fondamentalmente del dell'Europa stessa
In questa visioni iperrealistica
Delle relazioni internazionali del Periodo della guerra e degli anni successivi
Visione che forse ancor più radicale di quella degli stessi nazionalisti del periodo
C'è da un lato un forte intento pedagogico
L'Italia e gli italiani devono essere consapevoli delle leggi terre
Della vita internazionale il golpe sente come prerogativa sua di intellettuale quella di indicare agli italiani di rischi a cui la classe dirigente liberale nulla mai abituata della vita internazionale del novecento
Dal TAR tanto c'è in lui la convinzione
Tutta da storico della nazione che solo attraverso la contrapposizione tra se e gli altri tra l'Italia e i grandi Stati europei
Che si può arrivare la coscienza nazionale
Suggestionato forse dalla storiografia delle antitesi di Pasquale Villari laddove c'era quel discorso sulla Germani di voi l'affinità come uno dei mondi momenti di crescita dell'Europa
Molte arriva con la guerra e negli anni successivi a un punto centrale
L'Italia è frutto di un lento ma inesorabile processo di individuazione
Di un organismo Italia dentro a un più ampio organismo Europa
Processo che è stato possibile dall'età medievale fino a quella moderna naturalmente all'età contemporanea
Attraverso la costituzione di interessi economici la formazione di un vizio la diffusione di idee
E naturalmente scelte politiche i Savoia rappresentano da questo punto di vista l'elemento risolutore
Macché macchina infine nella contrapposizione il nella lotta con gli altri il momento più alto significativo e definitivo
Più volte ho pensato che nella storia dell'idea di Europa di Chabod identici a Bobbi ha ripreso questa indicazione quando pensa all'Europa come a una forza storica
Che si forma Grazia progressive
Progressivi processi di contrapposizione con le civiltà circostanti
Anche questo è un elemento che si può rinviare in qualche modo una successiva discussione ma questa idea della individuazione nel mare del della civiltà europea nel caso di volte e sicuramente qualcosa che è passato poi negli anni in particolare in campo
Ma anche dal punto di vista della raffigurazione delle immagini delle nazioni
Le indicazioni più preziose fornite da Volpe agli allievi non vengono tanto dal momento conclusivo cioè la formazione dell'Italia attraverso il confronto con lo sconto
Ma dai passaggi intermedi
Tra le intuizioni iniziali e la costruzione delle immagini unilateralmente raffigurante non stereotipate
Ma certamente caratterizzanti immobili tanti delle nazioni europee si collocano intuizioni non tematici metodologici
Forse si insinua anche qualche dubbio
Un saggio da questo punto di vista mi sembra particolarmente significativo citato peraltro ieri proprio dal professor Caccamo cioè l'Italia l'Europa
Che era la prolusione al corso di storia moderna mille novecentoventicinque all'Europa al all'Università di Roma poi ristampato tra l'altro i gerarchi
Prolusione indicata tra l'altro da Delio Cantimori tanti anni fa come il testo di riferimento quasi un manifesto della scuola romana poi diretta dal multe a partire dalla metà degli anni Venti
Forse qualche anticipazione poi del del degli saggio Italia ed Europa è contenuta nelle lezioni di Storia del Risorgimento del diciannove e in parte in quel programma per la storia d'Italia in collaborazione poi mai Progetto mai arrivato a conclusione
Consapevole in quel saggio del ritardo nella costruzione dello Stato italiano e delle fragilità dimostrata in campo internazionale dall'Italia
Volpe si chiede quali siano stati i rapporti tra Italia ed Europa
Sei quanto l'Italia non sia stata una creazione dell'Europa
Sì quanto quest'ultima abbia ricevuto dalla penisola liberi cultura elementi dell'identità dei singoli Stati tifoso della stessa identità europea
Ed ecco allora ricostruire i flussi i rapporti commerciali i flussi migratori la circolazione delle idee le politiche dinastiche gli immaginari nazionale e sorprendente allora notare come la rinascenza
Italiana non rappresenti solo letta Toro degli italiani per una sorta di di orgoglio nazionale ma anche un momento di crescita degli Stati europei dell'identità e
E sorprendente ribaltando la prospettiva come attribuisca cito testualmente alla scadente emigrazione italiana tra diciottesimo e diciannovesimo secolo fatta di molti elementi di rifiuto
Cantanti ballerini cornici avventurieri il giudizio negativo
Che l'opinione pubblica europea ancora nel ventesimo secolo dava della nazione italiana
O viceversa notare come a volte abbia voluto descrivere
Il processo di appropriazione da parte degli italiani fino a maggio a metabolizzare uno dei principi della Rivoluzione francese
Insomma il quadro
Che emerge da questo articolo da questo saggio in realtà e assai meno unilaterale
Il più ricco di indicazione di quanto poi non si sia voluto credere in qualche modo
Concludo credo che della storiografia di volte sulla politica estera
Il settore più connotato nazionalistica mentre nella sua opera ciò che è rimasto dopo la seconda guerra mondiale non è certo l'opzione politica il mito della nazione
Compromesso ormai col fascismo e con la sconfitta nella Seconda guerra mondiale
Ma le antiche indicazioni di metodo gli spunti tematici l'intuizione credo i dubbi anche con cui cerco riuscì forse parte della sua vita a contribuire all'edificazione pedagogica e morale della nazione grazie
Ringraziamo la
Perché sollevato tanti problemi situazioni politiche estere che storiografia sulla politica estera l'europeismo di Volpe l'europeismo di Chabod
Che probabilmente versi fra loro su questo evidentemente avrà modo di svilupparsi mi auguro
Missione
Fidiamo Dolan
Traversa di disturbi erettili precisa
E adesso la parola al professor De Leonardis dell'Università Cattolica
Di Milano su volte e la storiografia sulla morte della
Ci penserei
Grazie
Ma una ieri alcuni dei relatori hanno in un certo senso anticipato di essere stato in una certa misura non dico quarta in maglia era stato sostanzialmente proposto imposto un argomento ecco a maggior ragione lo devo dire io perché non nonché l'argomento mi sia stato imposto ma nel senso che io insegno Storia delle relazioni internazionali e quindi non non mi occupo in genere di problemi di Storia della storiografia
E la mia competenza a trattare il tema semmai può derivare solo dal fatto di essere occupato in diversi miei lavori delle vicende del quarantatré quarantacinque e di quegli anni
Vorrei anzitutto subito precisare che il titolo della mia relazione non va interpretato in senso letterale
Quantunque Gioacchino Volpe avesse già affrontato sia pure non ampiamente molti dei temi venuti recentemente in primo piano appunto sulla questione a morte dalla patria
Non credo si possa affermare che vi siano stati consapevoli riferimenti alla sua opera nel dibattito storiografico che sia sviluppato
Su questi temi
Molto probabilmente perché Volpe
Pur impegnato in una cospicua attività pubblicistica in questo dopoguerra non ha pubblicato ampi scritti autobiografici o di riflessione storiografica
Dedicata a quel biennio a quegli anni quarantatré quarantacinque
Sì prendiamo peraltro il volume di Galli Della Loggia Morte della patria vediamo che nelle sue pagine iniziali lucidità una pagina di diario di Croce
E vediamo che essa rivela sentimenti molto simili a quelli che Volpe espressi in un brano di tre anni dopo
Scrive infatti Croce
Sono stato sveglio per alcune ore di guida il brano è del dicembre del quarantaquattro
No autocalcolata cori Salvemini questo invece dalla fine del quarantatré
Dice appunto Croce sono stato sveglio per alcune ore tra le due e le cinque sempre fisso nel pensiero che tutto quanto le generazioni italiane avevano da un secolo in qua costruito politicamente economicamente e moralmente è distrutto irrimediabilmente
E cosa scriveva Volpe nel mille novecentoquarantasei
Mentre io scrivevo la mia Italia moderna l'altra Italia quella in carne ed ossa riusciva di mano cadeva boccheggiante per terra
Io cercavo di ricomporre la sua storia che era la storia del suo crescere del suo lavorare sognare sperare del suo divenire del suo divenire da oggetto come pertanto si tanti secoli soggetto di storia
Ed essa compratori diventava oggetto di storia storie di anglosassoni francesi e russi e perché no di marocchini e senegalesi e tu un chinesi
E continua Volpe credevo maneggiare cose solide realtà in cammino acquisti definitivi uomini che lavoravano la dura pietra e dovette accorgermi che maneggiava oggetti fragili
Scambiavo ombre per corpi cose transeunte per definitive e nessuno può essere sicuro che nel ventesimo secolo non possano rinnovarsi per l'Italia le dominazioni straniere e perché no le invasioni barbarie
Questo scoramento di Volpe non è su da sottovalutare
Questi sono i sentimenti di volpe nel momento in cui lui scrive i volumi il secondo e il terzo volume dell'Italia moderna ricevono solo da sottovalutare
Proprio perché come scrisse anni fa in un breve profilo di volpe scrisse proprio Francesco Perfetti volte era animato da una concezione per la quale lo storico non è spettatore passivo di una vicenda che trascorre dinanzi ai suoi occhi ma invece partecipe storia evita sono strettamente collegato un altro brano inedito del marzo mille novecentoquarantacinque che mi è stato cortesemente fornito dal dall'ingegnere Vittorio vuoi perché voglio ringraziare
La documentazione che mi ha fornito
Un altro brano dicevo di volpe marzo quarantacinque illustra questo aspetto
Il mio lavoro camminava ogni giorno nuove cartelle ma come fiacco manca la spinta interne questa manca perché quasi manca l'oggetto del lavoro manca l'Italia
Perché quel lavoro e forse ogni lavoro storico presuppone non solo un Paese un popolo che ha avuto un certo passato ma anche più un Paese che abbia un certo avvenire ora qual è l'avvenire dell'Italia non riesco a vederlo
Per lo meno non riesco a vederlo come dite internazionale come sviluppo interno in vista di sviluppo Esterno ritorniamo i temi appena sollevati
Come crescente partecipazione alla vita del mondo e le attività coloniale alla generazione di nuovi organismi e allora anche il passato perde senso e scopo per lo storico
Mese dopo Volpe mentre stava scrivendo le pagine appunto dell'Italia moderna dedicata dedicati alla guerra di Libia scriveva
Mai come in questi ultimi mesi io mi sono sentito colonialista africani Istat
Raccoglieremo i rottami della nostre Italia d'Africa o è finita per noi come è finita per Pisa per Genova per Venezia
Per i piccoli Stati d'Italia quando nell'Europa parlo dei grandi Stati e quelli non potettero più vivere chi lo sa
La mente dice piuttosto di no ma il cuore non vuol rinunciare a sperare dissi
è la fine dell'Italia come grande potenza convinzione che emerge anche in una lettera di Salvemini del appunto del dicembre quarantaquattro
Blatter finito l'Italia non è più che una sfera d'influenza inglese una colonia inglese una seconda Irlanda
Un esame delle posizioni dello storico abruzzese riguardo alla crisi italiana del quarantatré quarantacinque non può quindi a mio giudizio non partire dalle esperienze vissute e dalle scelte dal computer in quel biennio contrariamente a quanto si si trova scritto in qualche opera caduto il fascismo Gioacchino Volpe fedele alla monarchia non aderì alla Repubblica sociale italiana a differenza del cognato Arrigo Serpieri che collaborò invece alla rivista Italia e civiltà
Lasciata a Roma a fine settembre del quarantatré dopo la costituzione del Governo fascista Volpe passò di biennio quarantatré quarantacinque a Santarcangelo di romani
Dove sembra che i rapporti con gli occupanti tedeschi furono di reciproca tolleranza quasi che da entrambe le parti si cercasse di evitare ogni motivo di incontro scontro cito qui che ricordi appunto
Del figlio
E lì visse quei mesi nel quarantatré quarantacinque in Romania isolato ed estraneo io penso quasi volutamente a qualsiasi evento o manifestazione che potesse dirsi ufficiale
Non fu avvicinato da nessun personaggio qualificato per saggiare eventuali possibilità di adesione alla RSI e tanto meno da persone di opposte posizioni
C'è anche da dire che nella zona non operavano formazioni partigiane particolarmente attive e quindi non c'era nemmeno questo questo problema avrei quando il fronte si avvicinò la fare tutta la famiglia Volpe si trasferì per due mesi a San Marino poi ritornò ovviamente erano arrivati
Erano arrivate le truppe inglesi nella fattispecie in particolare erano arrivati i burqa nepalesi con i quali vuol perde diversi scontri ma fu ebbe invece un buon rapporto con gli ufficiali con gli ufficiali inglesi ecco sempre secondo vi ricordo il giudizio del figlio Volpe manifestava un mette un esterno distacco da tutte le vicende di quel periodo
Vicende che lui certamente disse dolorosamente chiuso nel suo intimo distacco che io continuo a credere apparente il punto quasi come una difesa contro eventuali possibilità di compromissioni
Quasi come tutela della sua integrità e libertà in questo periodo volpe abbandona la Romagna solo due volte entrambe le volte a cagione di Giovanni Gentile la seconda sarà per partecipare ai funerali
Dello stato d'animo
Di Gentile
Volpe ha lasciato questa questa sua impressione
Debbono essere stati mese alquanto angosciosi per lunghi per Gentile quelli dell'estate autunno quarantatré preso com'era da richiami DiVersi
Cioè da sentimenti ed incertezze ma vinse in ultimo il fascismo e quindi la sua repubblica ed in questo io non lo seguì
Ci si è verrebbe da chiedersi volpe non ebbe incertezze
Questo è un questi aspetti biografie sono forse ancora da chiarire
In parte
Per usare la distinzione di De Felice volpe era stato un fascista del regime non del movimento
Non certo in quanto fautore partecipe dell'apparato conformistico e autoritario del regime ma in quanto sostenitore dell'accordo tra fascismo ed istituzioni tradizionali in primo luogo
La monarchia
A posteriori peraltro Volpe giudicò dannoso per la monarchia il suo connubio con il fascismo
Sia lecito un monarchico che a suo tempo si riscaldo anch'esso per il fascismo e di credere che in quei venti anni cominciò il declino della monarchia in Italia soprattutto pensa Volpe dopo che alla fine degli anni trenta anche per influenza di Hitler riemerse il germe repubblicano del fascismo
Dando luogo dice Volpe ad una azione blandamente inconsapevolmente o consapevolmente logora attrice dell'istituto monarchico
Volpe ricorderà il suo incontro con il filosofo siciliano
Di di Gentile nella nuova sede dell'Accademia più che amichevole discorso più che amichevole discorso il nostro seppure non lieto
Il governo del re aveva soppresso l'Accademia d'Italia ed io chiesi che data la soppressione egli non mi considerasse più accademico d'Italia
Oh bej divo più al re che a Mussolini
Egli dopo ascoltate un po'le mie ragioni mi interruppe bruscamente mano venirmi ora ingarbugliare le carte
E lo disse così a me parve con il tono di chi Scelta faticosamente tra due strade la sua strada e risoluto a percorrerla tutta sente altri fischi agli nuovi dubbi a alle orecchie
Se volpe non seguito Mussolini e rimase fedele al re certo non entusiasta del governo costituitosi al Sud e di come esso aveva gestito la crisi armi Speziale
Da come risulta come risulta da uno dei pochissimi riferimenti divo di volpe a questo aspetto
Quando dice
Piegato se il governo Badoglio alla resa senza condizioni col risultato di agevolare la marcia degli anglo americani verso Roma e il nord che non è propriamente in giudizio positivo
Certo a mio giudizio molto resta da indagare sui sentimenti di volte in cui due anni
Ma il fatto che egli non abbia pubblicato alcuno scritto su quarantatré quarantacinque è certo indicativo del profondo turbamento che quegli anni quegli avvenimenti gli provocarono
Considerando che come storico non aveva esitato a scrivere di avvenimenti vicinissimi anzi non ancora compiuti come la storia del movimento fascista la vita di Vittorio Emanuele terzo e che come pubblicista intervenne nel dopoguerra
Su varie questioni
Politiche
E a partire appunto dal mille novecentoquarantasei quando sulla rivista Pagine Libere pubblicò la sua lettera aperta per la pacificazione degli italiani
Volpe partecipo al dibattito politico culturale su temi relativi alla coesione morale degli italiani e dall'unità nazionale
Intervenendo tra l'altro sul trattato di pace la questione di Trieste la degenerazione della classe politica l'ordinamento regionale
Soprattutto costante fu la sua fedeltà alla dinastia sabauda e la sua difesa della monarchia ieri ho perso un attimo con l'inizio di un di Bach di un piove scambio perché c'è stato tra il preside D'Elia e il professor viola ma mi pare di aver capito che si discutesse se Volpe si fosse anche più o meno impegnato politicamente e se credesse ancora nel in un futuro della monarchia beh credo che la risposta sia sì perché ci fu un preciso impegno col presidente onorario del circolo di cultura e di educazione politica Rex partecipò all'attività dell'Unione monarchica
Varie altre cose e se noi vediamo i suoi scritti sicuramente credeva nella non credeva tuttora nella monarchia
I più importanti scritti del dopoguerra del volte tra virgolette politico furono raccolte nel mille novecentosessantuno nel volume l'Italia che fu con una prefazione di Piero Operti che lui era legato da amicizia e comunanza di ideali bare con la pena di soffermarsi un attimo su questa figura di coperti
Di vent'anni più giovane di volpe
Antifascista autore di opere storiche e letterarie di successo vicino a croce dagli ambienti liberali era fratello del generare Raffaello aperti come già intendente della quarta armata
Che per due mesi nel novembre dicembre quarantatré fu a capo del comitato militare del Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese
Dimissionare poi revocato per i suoi i suoi insanabili contrasti soprattutto con i comunisti
Anche Piero Operti partecipò alla Resistenza maturando però di essere un giudizio assai negativo anche Operti era convinto monarchico e si batte anche gli nel dopoguerra per il superamento della Pauline della polemica fascismo antifascismo
Uno dei primi credo già nel quarantasette a organizzare delle riunioni anche con i reduci di Salò una di queste fu interrotta con tumulti
Ecco
Ecco quindi in un certo senso le vite di volpe di e di Operti furono vite parallele su binari diversi che nel dopoguerra però trovarono una convergenza appunto nella difesa della monarchia
Nell'idea difesa dell'idea di patria al di là di fascismo e antifascismo
Entrambi interventisti monarchici liberali nazionali
L'uno aveva aderito al fascismo ma in posizione libera e critica considerando impresa difficile quasi disperata
Scrive definire dottrina al mente il fascismo preferendo apprezzarne piuttosto le realizzazioni pratiche tanto che come sappiamo il Popolo d'Italia aveva definito libero non di fascista la sua storia del movimento fascista l'altro Operti era stato antifascista avendo per questo difficoltà ad insegnare aveva militato nella Resistenza ma divenne poi come fu definito un eretico dell'antifascismo
Nel dopoguerra Volpe era stato epurato Operti era stato invece il presidente di una commissione provinciale di epurazione per le scuole secondarie ma proprio per questo aveva maturato un drastico giudizio negativo sul sulla epurazione
Pur seguendo appunto esperienze diverse sostanzialmente avevano vissuto per gli stessi ideali entrambi i fautori della PAC pacificazione nazionale dotati di un forte senso dell'unità nazionale difensori della continuità della patria italiana per entrambi la monarchia italiana o meglio la monarchia sabauda
Era l'unica possibilità per l'Italia di continuare ad essere una nazione anche se il realismo monarchico non arride impedito a volte lo ricorda Ruggero Moro alla ricordarlo ricorda Ruggero Moscati in un articolo sulla dal signor storica del Risorgimento non aveva impedito a volte di prendere nel trentasei una posizione di coraggiosa battaglia
Quando difese a viso aperto contro i tentativi di imporre dall'alto un mito sabaudi istigò al concetto di Risorgimento
E degli senza disconoscere l'alta funzione dei Savoia nella storia d'Italia accentuò il carattere ideale
E popolare di quel
Movimento
E allora negli scritti politici di volpe del dopoguerra ritroviamo sia pure sinteticamente molti dei temi sono sollevati in questi anni
Nel dibattito sulle vicende del mille novecentoquaranta quarantacinque e sulla cosiddetta morte della pace di fronte al dilemma posto ad esempio da Claudio Pavone che chiede che dice ancora oggi considerare l'otto settembre con una mera tragedia
O come l'inizio di un processo di liberazione è una linea che distingue le interpretazioni di opposte sponde
è ovvio che volte condivide la prima posizione
La data dell'otto settembre una tragedia per lo Stato e la nazione italiana non lo è solo per la monarchia complice del fascismo
Nella guerra non rimase sconfitta solo l'Italia fascista
Dice Volpe non c'è guerra perduta che lo sia perduta per tutta la nazione e di cui tutta la nazione non debba pagare le spesi fino all'ultimo i vincitori sono sempre vincitori
Qualunque fittizia distinzione proclami no tra regime paese o popolo
E per quanto la loro propaganda dichiari il proposito di combattere il fascismo e non Italia
Sulle cause e le responsabilità della tragedia dell'otto settembre volpe è pressoché muto forse per una forma di pietas nazionale forse perché l'inettitudine le ambiguità di Badoglio avevano coinvolto anche la buona la la corona sminuendo né evidentemente il prestigio
Volpe non nega le responsabilità del regime già in crisi era l'Italia fascista anche prima della guerra aggravata dalla guerra stessa in sé o in quanto mal preparate condotta e dai primi rovesci
In questo non diversamente De Felice scriverà poi negli ultimi anni che l'otto settembre non determinò la crisi italiana ma evidenzia una condizione morale della stragrande maggioranza degli italiani già in atto
E poi Volpe non nega nemmeno che in fin dei conti ci fosse qualcosa nella storia degli italiani nel carattere nazionale che aveva provocato in una certa misura anche disastro otto settembre si chiede Volpe chi chiamare anche in causa certo gli italiani nella loro totalità quali li ha fatti la natura e la storia
Galli della Loggia tra le clamorose contraddizioni in cui sia viluppo l'Italia fascista ricorda tra l'altro che antifascista ricorda tra l'altro che il Governo italiano accettò di firmare senza la più vigorosa delle proteste sono parole di Galli l'articolo sedici del trattato di pace
Quell'articolo che garantiva l'immunità a tutti coloro che dal quaranta al quarantatré avevano collaborato con il nemico anglo americano
Così facendo il Governo i ricadenti fascista legittimava il tradimento per ragioni ideologiche in una guerra che era stata decretata dal governo legittimo allo stesso tempo dice Galli l'Italia antifascista negava dignità ideologica a coloro che dopo l'otto settembre avevano combattuto a fianco dei tedeschi ho collaborato con essi
Poi che dei procedimenti di epurazione fu ne fu chiesta la condanna non come fascisti
Come invece veniva chiesto per i gerarchi del ventennio ma appellandosi anche per i civili alle norme del codice penale militare di guerra che puniscono i delitti contro la fedeltà e la difesa militare dello Stato quindi è chiaro che c'è una uno strano intreccio tra richiamo a volte è un principio puramente giuridico il tradimento al governo legittimo e altre volte invece un fatto ideologico su questo sito
Ebbene si deve proprio a molte una delle più incisive condanne contro i beneficiari dell'articolo sedici scritta in occasione di un episodio anch'esso piuttosto noto i fischi con i quali un gruppo di studenti aveva colto mi pare nel cinquanta
Jubilee una lezione di Umberto Calosso all'università di Roma Calosso che appunto aveva collaborato con gli inglesi prima dell'otto settembre
E scrivere le parole molto forti volte cosa aveva spinto costoro
Volgare mercimonio spirito di fazione fanatismo ideologico solidarietà massonico di altra settant'sacrificio doloroso ma necessario al vero bene della Patria affermazioni rivendicazione di valori trascendenti la patria
Altri giudichi come vuole pur senza dimenticare la risposta che i nostri nemici per conto loro o per uomini loro hanno dato a queste domande il capestro o il manicomio
Ferimento evidentemente a William Joyce di Radio Berlino e strappano
Ciò che segui l'otto settembre però Volpe guerra civile che nelle settimane successive alla fine della guerra divenne strage civile sono parole sue e come tale non può esprimere alcun valore dice Volpe sulle guerre civili manovrate per giunta e non poco finanziate da stranieri
Inquinate da bugiarde propagande straniere imbottite anche nei migliori di stupire illusioni meno ci si torna con la memoria e cui disco e coi discorsi meno vissi messa dentro alla ricerca di martire ed eroi da una parte mostre canaglie dall'altra e meglio è
Non tanto diverso nella sostanza è l'opinione di Galli Della Loggia che parla di assoluta subalternità allo straniero di entrambe le parti in lotta
Ed osserva che pensare alla Resistenza come al momento fondativo di un'identità nazionale italiana significa davvero pensare qualcosa di impossibile Galli lo dice per la presenza all'interno della Resistenza
Del Partito Comunista schierato senza esitazioni dice dalla parte dei presunti interessi internazionalisti ci di una presunta patria socialista diversa dalla propria
Potremmo chiederci non emerse anche dalla guerra civile come pensa Pietro Scoppola un affinamento morale degli italiani
Secondo Galli della Loggia non è assolutamente così anzi è il contrario
E potremmo dire è anche implicitamente il parere di Volpe che traccia un quadro poco edificante delle conseguenze morali della guerra
Soldati marocchini o Negri per le strade a Branca atte a Brancati a don nette discinte Sciuscià e prostitute di ogni qualità e rango scatolame a montagne per gli affamati
Volpe che molto scrisse sul fascismo del Ventennio è estremamente parco di riferimenti alla Repubblica sociale italiana
Nel cinquantasei commentando il patto di unità di alleanza tra il Partito nazionale monarchico il Movimento Sociale Italiano scrive
Tracciando un ideale Programma d'azione comune dice bisogna accantonare certi ricordi e nostalgie dell'ultimo fascismo momento sciagurato per tutti nella vita della nazione
In un brano non datato pubblicato postumo nell'ottantatré
Volpe scrive doveva nascere la Repubblica mussoliniani fascista
Nacque per giunta nel modo che ancor mi offende una tutt'altra Repubblica
Delineando quella filiazioni indiretta della seconda dalla prima cioè della Repubblica italiana dalla Repubblica sociale su cui poi si spera Giovanni Artieri che addirittura intitolato e nella sua la sua la sua storia deve pure la sua cronaca della Repubblica italiana eh primo volume Mussolini l'avventura repubblicana vale a dire ecco
C'è un certo rapporto
Non una parola da parte di volpe sui combattenti della RSI che vennero pure peraltro invece Lodati dall'antifascista Operti messi conosce almeno io non conosco alcuna pagina in cui Volpe parli delle forze armate regolari del Regno del Sud
Che pure trovare la loro prima anche se non esclusiva ragion d'essere e di non deporre o riprendere le armi proprio in quella stessa fedeltà allora è che aveva animato lo storico
Il fatto è che secondo Volpe la cosiddetta cit cobelligeranza fu una menzogna
Giudizio credo che buona parte della storiografia delle relazioni internazionali non può che condividere nella sostanza
Infine i conti però molte nessuna di quelle che lui chiama le due italie i due governi di Salò e di Salerno
Pur se una di esse è legittima perché a capo formalmente ma non più nella sostanza i tre nessuna delle due e più l'Italia per volte entrambe sono al servizio degli eserciti stranieri a quelli si affiancano ed in essi confida
Quanto ai partigiani la resistenza partigiana
Volpe non nega cito che la Resistenza che mette maiuscola tra le virgola tra virgolette che la Resistenza non abbia vantato uomini ed episodi di alta nobiltà alcune generose figure ma fu appunto più guerra civile che guerra allo straniero invasore
Della resistenza Volpe scrive solo per condannarlo né le violenze dopo la fine della guerra cioè quando dal guerra civile diventa quella che lui chiama strage civile
Sostanzialmente rendendo in parte pubblici nei suoi scritti editi i sentimenti che gli erano sorti nell'animo nel maggio del quarantacinque quando appunto scriveva
Che notizie orrende che seguito raggiungere da nord non ritrovo più i miei Taliani di italiani miei concittadini figli dell'Italia che noi conosciamo e Damiamo
Semmai escono dalle tombe gli italiani delle fazioni dei guelfi e dei ghibellini impotenti e indifferenti di fronte agli stranieri ma Ferrucci signor scannarsi e depredato gli uni agli altri
Frenetici a cacciarsi l'un l'altro di seggio per prendere il posto che l'altro occupava io mi vengo ogni giorno staccando da questi italiani di vengo indifferente alla sorte Lore dell'Italia
Si sente in questi momenti che cosa è la patria la patria sono gli uomini che l'abitano e se questi diventano estraneo nemici anche la patria se ne va
Ora mi sento la voglia di andarmene di cercare un altro c'era altra gente penso alla Svizzera penso all'America stamattina mi son guardato centimetro per centimetro una grande carta degli Stati Uniti
E anche nell'invocare nel luglio del mille novecentoquarantasei la pacificazione degli italiani Volpe parla del Ventennio ma non parla esplicitamente del fascismo repubblicano
Perché chiede non perdono Amnistia dunque non grazie ma giustizia vera giustizia
Sia ben chiaro è chiaramente riconosciuto che non hanno commesso reato ma esercitato un loro diritto i tanti che accettarono il caduto regime sorto quando sorse col consenso con la fiducia col plauso dalla grande maggioranza degli italiani
E sostenuto fin quasi al suo crollo con opere e scritti anche da odierni vituperato umori come si vede parla di detta la del ventennio non parla della Repubblica sociale
Intanto quando scriverà queste questa questa questo brano che appena letto del luglio quarantasei da un mese era caduta la monarchia
Vittima dice Volpe della ricerca di un capro espiatorio qualcuno su cui scaricare responsabilità che si è responsabilità di erano erano di tutti
Ma come era nata la rete
L'anno Covatta riscaldata con loro fiato più che altro i liberatori a cui premeva di annichilire in Italia ogni centro di resistenze ideale in vista del diktat
Volpe evidentemente farà proprio fa proprie tutte le argomentazioni dei monarchici sulle condizioni regolari in cui si svolse il referendum istituzionale
Dice sulle fittizie anomale inique condizioni in cui i cittadini votarono non poterono votare
Privati del diritto di voto i prigionieri di guerra gli epurati gli abitanti delle province occupate e tuttavia ci vuole anche l'aiuto delle macchine calcolatrici del ministro Romita
Ci vuole anche il troppo frettoloso anzi precipitato verdetto della corte in Cassazione
Volpe ritorna su un blitz su un piano più storico
Denunciando più volte che la battaglia contro la monarchia si era estesa dal livello politico giuridico e istituzionale a quello della epurazione storica
Con il tentativo di cancellare la memoria del regno e della dinastia
Lo ricorderà in particolare quando ci furono le celebrazioni centenarie del mille novecentosessantuno
Ed ecco allora che Volpe ritorna pienamente maestro di studi storici
E ricordare che la Repubblica era priva di tradizioni
Che dice i Comuni riconoscevano il re imperatore e poi volse ero anch'essi in signorie principati e che solamente con la monarchia con quella monarchia si poté nel mezzo del diciannovesimo secolo giungere all'unità
Che solamente in quanto monarchica L'Unità fu accettata dai nove decimi del popolo italiano
Volpe non disconosce i progressi immateriali compiuti dall'Italia del dopoguerra ci sono pagine diverso se a seconda dei periodi in cui sembra esprimere maggiore fiducia o maggiore pessimismo
Ma l'Italia politica e morale la sostanza l'anima dell'Italian io stento a vederla
Scomparsa dell'idea di nazione
Dice Volpe partiti a non finire ma fa tanta democrazia quanto pensiamo che allora c'erano molti meno di allora
Partiti a non finire ma fra tanta democrazia quanto poco posto cioè per l'Italia per la parte italiana per la nazione
Quarant'anni dopo Galli della Loggia denuncerà la esasperata appare a tipizzazione dell'idea di nazione
Molte ammette che cito nessuno in pieno secolo ventesimo sarà tanto illuminista da vedere nelle istituzioni nelle forme di governo in se stesse troppe capacità quasi innate di portare bene e di portare male
Non è che nemmeno per Volpe la restaurazione monarchica avrebbe risolto tutti i problemi braccetto ritiene Volpe la Corona avrebbe rappresentato un simbolo di unità un potere equilibratore
Presidente da Repubblica dice Volpe
è un utero vuole funzionari una creazione razionale il giuridica senza storia senza radici nel sentimento del popolo
Senza grazia di Dio che può essere anche la grazia del popolo che ha espresso con lungo travaglio e sui RAI da essi si è per secoli sentito protetto da essi è stato condotto alla guerra per essi ha dato la vita identificando lì con la patria
E anche qui non è certo mia intenzione forzare evidentemente in senso monarchico il pensiero di Galli della Loggia ma è appunto di Galli della Loggia la constatazione cito che la Repubblica non è mai riuscita a divenire una patria e la democrazia non è mai riuscita a incontrarsi con la nazione
Ecco è chiaro che rievocando questo pensiero di volpe non stiamo parlando della produzione più propriamente storica di volpe anche se ovviamente nella rivendicazione del patrimonio storico
Della dinastia Sancha vada della monarchia siamo su questo livello altri sono scritti più polemici sono pochi spunti che appunto poi ritroviamo nel dibattito di quel di questi anni
Ecco mi pare che un dato sicuramente interessante però questa assicura reticenza di volpe certa a hanno andrà a parlare di quel per i di quel biennio tragico per per la storia d'Italia
Concludo osservando che si può definire Volpe come storico nazionale dell'Italia le cui vicende seguite nelle sue opere dall'Alto Medioevo fino al fascismo
Non c'è alto uno storico ufficiale o di regime volto comunque a celebrare retoricamente la propria la propria patria ma uno storico intento a esplorare con intelletto d'amore ogni epoca ed ogni tendenza per ritrovarvi gli elementi che di inseriscano in una visione nazionale
Nessuno meglio di volpe ha indagato e compreso senza pregiudizi ideologici
Processo storico della nazione italiana nel suo retaggio le sue rotture ma anche gli elementi di unità e di continuità di una storia che a volte ne sembra privato perdendosi nel particolarismo
Però Volpe l'Italia
Non era soltanto uno Stato unitario era soprattutto in primo luogo una nazione cioè a dire una realtà incontrovertibile prodotta dalla storia
E in qui Galli Della Loggia un'opinione diversa perché pensa al contrario che in Italia la nazione lungi dal prevista era lo Stato ne è stata invece piuttosto una creatura quasi un affetto derivato nella nostra storia l'esistenza della nazione è indissolubilmente legata all'esistenza dello Stato nazionale
E comunque uno dei principali elementi di unità e di continuità quelli che appunto Visco no la storia dell'Italia di disperdersi nel particolarismo è appunto senza dubbio per Volpe la monarchia la monarchia come istituzione e come dinastia sabauda
Ed è anche di Volpe una interpretazione del fascismo che lo inserisce nella continuità della storia d'Italia
Quasi una specie di costituzionalizzazione storica dopo la costituzionalizzazione istituzionale che aveva operato la monarchia
E a questo punto una Pandolfo queste parole così carichi di
Affetti una pausa ci sarà quella di
La pausa credo di un quarto d'ora e dieci
Se l'inventore già prima di tutto un
Piccola
E l'altra D'Alema
Sì
Sarà in vendita prima di tutto una proposta agli amici della Fondazione Spirito visto che qui si è parlato non solo dei libri ma dei tantissimi articoli anche su giornali opuscoli di volpe
Perché non fare come fosse fatto per spirito una bibliografia generale Volpi Anna che potrebbe essere molto utile come strumento di lavoro di consultazione
Almeno a me non risulta che esista ancora uno strumento del genere poi a parte questo alcune considerazioni su questioni che toccano anche la mia regione visto che si è parlato di questione adriatica della questione di Trieste dopo il quarantacinque
Sulla questione adriatica volevo chiedere dottoressa Bracco si poteva magari dire qualche cosa di più dato che la solo rapidamente accennata
Anche perché per quello che mi risulta anche sei volte non è che abbia dedicato un saggio specifico ma osservazioni disperse in varie sedi è un tema piuttosto importante
Perché penso a quella che è la sua recensione un libro dissalata del trenta sul Corriere della Sera
C'è una pagina e mezzo di giudizio sugli irredentisti sul problema Adriatico che mi pare molto bella non solo come descrizione psicologica degli irredentisti
Ma come grande problemi in cui si salda il problema della nazione la nazionalizzazione diciamo così delle masse il problema dei rapporti di politica estera Italia triplice Alleanza eccetera
Quindi sono un po'tutti i grandi argomenti di volpe che si ritrovano in questa questione che poi emerge come problema dopo la prima guerra mondiale nello anche accennato ovviamente
Nel libro e quindi mi sembra non per municipalismo ma che sia uno dei nodi storiografici veramente centrali nella riflessione del Volpe storico delle relazioni internazionali e contemporanei sta
E poi
Il tema egli ritorna dopo i quarantacinque con tutta la questione ovviamente di Trieste che fino a cinquantaquattro resta in forse
E proprio in quella raccolta di articoli Italia che fu ci sono alcune considerazioni e pagine
Anche molto belle su questo problema di Trieste nel secondo dopoguerra di nuovo la questione della collocazione internazionale
E questo mi permette di fare un collegamento con il problema della Morte della patria perché a Trieste e su tutto il confine orientale tra quarantatré quarantacinque si scontrano proprio due grandi idee l'idea di nazione e la nuova di di internazionalismo la collaborazione con i tedeschi e la collaborazione con gli jugoslavi
E una pagina tragici sì ma della storia italiana della Resistenza stessa sulla quale forse ancora non molto si sa almeno fuori dalla nostra Regione
Penso nella Resistenza italiana tutta la spaccatura che c'è Troso Vanni e comunisti e all'interno degli stessi comunisti a proposito dei rapporti con la Jugoslavia di Tito nell'autunno del quarantaquattro
Che finisce poi nella tragica vicenda della malga di Port sosta vogliosa Vanni sono massacrati dai comunisti perché si rifiutavano di mettersi sotto l'obbedienza jugoslava
E c'è tutto il dibattito interno anche al Partito Comunista Giugliano proprio sulla atteggiamento da prendere stranamente quei capi comunisti che non vogliono opporsi alle dipendenze dell'armata jugoslava
Finiscono tutti stranamente in attentati e imboscate dei tedeschi non si è mai saputo che li abbia denunciati
Quindi effettivamente Volpe né dal suo punto di vista poteva considerarli dei traditori poteva considerarli gente priva di coscienza nazionale ma era un giudizio che politicamente comprensibile in quel momento però storie graficamente meriterebbe di essere ripreso e approfondito
Proprio perché sul confine orientale si consuma proprio lo scontro tra queste due grandi idee la vecchia idea di nazione e l'idea di grande appartenenza ideologica che quella che spacca l'Europa del quaranta quarantacinque tutti volontari che vanno nelle Waffen SS
Tutta di collaborazionismo con i tedeschi che non può essere tutto solo di rinnegati ci doveva essere evidentemente qualcosa non accettabile discutibile quanto vogliamo ma evidentemente erano nuove ideologie che si affiancavano o contrapponevano all'idea classica di nazione
E questo mi sembra un tema sul quale si dovrebbe riflettere
E discutere in generale
Ultima piccole osservazione relativamente alla questione generale della nazionalizzazione delle masse il problema delle masse la storia d'Italia
Un argomento che forse meriterebbe riprendere questo accennato proprio anche nelle lezioni che lei ha pubblicato e che comunque si trova anche nelle opere maggiori e l'atteggiamento del giudizio di volpe sul mille settecentonovantanove sull'insorgenza sanfedista
è una questione che oggi sta tornando alla luce molto dibattuta c'è anche un Istituto per la Storia dell'insorgenza che cerca di riscrivere o rileggere un altro punto di vista questa storia
Il giudizio di volpe su questo problema credo che andrebbe approfondito ripreso anche perché volta una posizione un po'ambigua da un lato riconosce
Il coraggio l'impegno di questi insorgenti però dall'altro sono i sorgenti che vanno in un certo senso contro quella che è la linea classica del Risorgimento e quindi penso che sia anche un tema sul quale si dovrebbe riflettere o approfondire grazie
Ma sul problema del sulla questione del confine orientale ci fu anche un tentativo di di intesa fra
La Repubblica del Nord del Regno del Sud per la difesa in comune del confine orientale
Quindi tutto sommato la questione logico che danza fin quando fino a che punto ci fosse il discorso su Giorgina oltre
Volare no prese
Facciamo un avallo sembra
Allora per quanto riguarda l'interesse di volpe sulle le figure e movimenti irredentisti
E la questione adriatica
Io credo che come ho detto prima questione adriatica sia un elemento di crescita
I pirati calibrazione poi delle posizioni politiche questo vale per fortuna vale anche per altri storici italiani che in quel momento si trovavano a discutere del problema sui giornali Pera
Torno però pensare perché poi la cui simile adriatica viene discussa moltissimo nella corrispondenza privata dico oltre Dini inviato dalla dalla sera proprio nelle nelle zone subito dopo la guerra e torna indietro in particolare da un viaggio Azzarà con quello che dicevo prima cioè con una posizione assai più radicale di quanto non ne avesse non avesse prima
Torno però pensare che la questione irredentista la questione adriatica più in generale sia un problema
Che si ti di che in qualche modo collegato alla questione nazionale alla memoria cioè io non credo che poter volesse strumentalizzare la questione adriatica
Però coglie e non è l'unico a farlo e cito ancora una folta Salvemini
Coglie nella questione adriatica la questione particolare che rimandano a questo e nei generale e cioè quella della identità nazionale dopo la guerra e la tutela del simbolo dalla vittoria
Ecco da qui la posizione come dire oltranzista radicale che viene ad assumere
Tanto è vero che nelle ricostruzione che gli fa delle figure dell'irredentismo mi vengono in mente due momenti
Mi viene in mente Oberdan quando la vicenda appunto gli Oberdan viene ricostruita nella storia l'Italia invitando in cammino e
Secondo punto la morte di Battisti durante la guerra la cosa interessante che quello che lui coglie di questi due momenti drammatici facendone dei dei martiri del dell'italianità e l'effetto che esso produce in Italia cioè come se fossero segnali in qualche modo che vengono che spuntano da una italianità sommersa e che in qualche modo per inganno desta la questione la questione adriatica
Cioè il tutto è legato quindi alla penisola non al problema di perse ecco perché non oso dire che sia un uso strumentale della questione adriatica ma certamente non è poi così
Un problema sul quale nel quale Volpe voglia addentrarsi più di tante mi viene in mente la vicenda di Battisti che ricostruita nel nel saggio pubblicato da un anno fa o meno di un anno fa sul popolo italiano durante la Grande Guerra
La la morte di Battisti coincide per Volpe con un momento di ripresa di in qualche modo di confusione ma di ripresa della nazione italiana durante la guerra
Coincide con peraltro con il cambio del del Governo una nuova formulazione dei partiti che aderiscono al governo cioè il è un messo praticamente tra gli italiani che devono prima o poi i avvicinarsi ed essere conquistati al circuito italiano e lo Stato italiano
Non so se sono riuscita a rendere l'idea
Per quanto riguarda la questione delle manifestazioni del mille settecentonovantanove
Certamente anche qui c'è un'analogia fatte le debite proporzioni con quanto avviene poi eletta contemporanea
Volpe nel nello studio dalla storia del Risorgimento secondo me fa una distinzione precisa
La prima il primo punto che sono i contenuti delle manifestazioni sanfedisti
Contenuti Kalou interessano fino a un certo punto
Quello che gli interessa casomai è il fatto che il il popolino lo definisce per la prima volta dopo secoli di silenzio
In qualche modo riappare sulla scena sulla scena nazionale politica in qualche modo per cui c'è una divaricazione e discorso sempre delle azioni con sé inconsapevoli dell'agire umano e lui vede in questa in queste il Giaccherini popolari
Un segno di un risveglio non per i contenuti ma solo ed esclusivamente a mio avviso per la forma
Sulla questione del del di Trieste dopo il quarantacinque magari
Sì
Ho omesso di dare la parola non ha ecco la prima di parlare di Trieste voleva fare un accenno visto che tre mesi fa ero proprio in questa stessa identica sarà un convegno sulle insorgenze
Direi che questa interpretazione di volpe sul fenomeno delle insorgenze è l'interpretazione della scuola nazionalistica Rodolico lungo roso
Che appunto dei dono queste prime manifestazioni come il popolo italiano che era sempre stato quello considerato del Franza o Spagna basta che che se magna no invece in sole sono dei prodromi di Risorgimento evidentemente che evidentemente
Un secondo me assolutamente non una forzatura sulla questione brevissimamente di gran pronti a entrare si potrebbe parlare allo a lungo
Eccetto una delle questioni centrali di quelle del dibattito sulla morte la patria se noi vediamo Galli della Loggia cita proprio gli esempi della Osoppo cita tra l'altro le a assolutamente ambigue reticenti motivazioni delle Medaglie d'Oro a due
De Delio meglio domani uccisi a Porta a Porta Susser dove non si capisce bene chi li ammazzo anzi non si non se non si capisce che gli ammazzate insomma sostanzialmente perché non lo si può dire evidentemente per se no crolla tutto il discorso
è e ricorda anche che appunto di quel sottosegretario
Del Governo del Governo Bonomi che quindi un membro del governo sottosegretario comunista che mentre fa da non diplomatico inglese e dice pannolino se noi comunisti non sono affatto d'accordo sulle posizioni di rivendicare Trieste no assolutamente e questo lo cita con un chiaro esempio
Ecco e il discorso il discorso del dei cosiddetti tra virgolette traditori che giustamente è stato rilevato perché i cosiddetti traditori c'erano anche c'erano entrava paté perché in effetti nelle Waffen SS ricevettero in tanti
Che prima che i francesi prima che belgi si sentivano appunto costruttori della futura del futuro nuovo ordine eccetera ecco io credo che questo sì è un discorso che per Volpe non esiste cioè assolutamente fuori della sua ottica cioè per lui per lui l'aspetto ideologico non giustifica assolutamente cioè la nazione tant'è vero che l'UE non parlano perché e non giustifica
Non parlate nemmeno della RSI perché in fin dei conti come dicevo prima la RSI è pur sempre al servizio servizio dello straniero cioè non è più l'Italia un'altra che forse e forse una e al di fuori
Sì ma non credo che sia solo Cooper quello perché non parlo nemmeno del Regno del Sud
Allora se la pregiudiziale fosse repubblica monarchia allora dovrebbe dire
I nostri soldati che nessuno combattono il re c'era no non ne parla su tramite neanche di quello perché appunto è guerra civile non c'è più l'Italia ci sono le due italie come dice lui e nessuna di esse
E più e più l'Italia
Sarebbe interessante vedere perché in quest'ottica allora
Forse ecco l'unico tipo di ideologia che giustifica appunto il tra virgolette tradimento eh
Il senso del dio della nazione da relazione che
Trascende lo Stato perché allora anche Battisti tecnicamente era un traditore però appunto è un caso diverso perché era una parte dell'Italia che non era ancora parte dello Stato ma punto discorso sarebbe molto molto lungo su Trieste ecco io direi che
Sì io ricordo quell'articolo dove lui per esempio si pronuncia contro internazionalizzazione del problema del porto di Trieste eccetera mi pare che un altro aspetto che non c'è
Negli scritti di volpe di questo dopoguerra è il discorso del di cosa della novità rappresentata dalla guerra fredda rappresentata dal sistema internazionale bipolare è qualcosa che che al di fuori della della sua ottica evidentemente
Bene allora
Adesso appunto
Beni voleva ancora patire qualcosa Pescosolido professor Pescosolido
Osserviamo all'ordine
No ma io non ho quesiti da porre solo qualche perché ci sono sarò rapidissimo solo su questa storia cioè effettivamente la collocazione di di volpe come interprete del Risorgimento è presenta dei problemi sicuramente
Il saggio del trentasei è un saggio che va va visto e ha collocato poi Volpe in modo classico tra gli interpreti del Risorgimento come nazionalista cioè come un movimento che sia formato dal basso è avvenuto
Su questo non c'è dubbio lo storico sabaudi vista e Pietro si ma l'articolo di Pietro Silva sulle origini del Risorgimento assegna sicuramente un ruolo centrale a Casa Savoia
E bisogna dire però che Volpe accentua in quell'assaggio del trentasei poi i caratteri anche di distinzione del movimento nazionale del movimento riformatore
Settecentesco italiano rispetto al movimento illuministico europeo a cercare anche un'autonomia
Diciamo così in questo senso
Però poi negli altri scritti e debbo dire anche in una delle lettere che Luís scrive a Romeo su questo
Lapidario proprio dice diciamo la verità senza casa Savoia non ci sarebbe stata Unità d'Italia
Questo lo
è chiaro quindi
Questa sua collocazione diciamo così gioca su due piani ed è un secondo me è una pagina e uno nel momento della storiografia Volpiano e che andrebbe ripreso
In esame attentamente e per stabilire quanto i due momenti Pisano e in quante fasi in che diverse fasi pesa no
Volevo dire poi
Che sono ovviamente d'accordo con quanto detto dalla Bracco sulla politica estera cioè punto di osservazione di ciò che dentro e ciò che è fuori della nazione
Questo questo peso però della politica estera ovviamente si attenua dopo la guerra e direi che nell'Italia moderna è
Evidente evidentissima cioè lì i fattori il fattore nazionalizzazione delle masse diremmo poi assume un peso molto maggiore che non nell'Italia in cammino una delle differenze
Fondamentali non so se appunto la Bracco è d'accordo con questo proprio questo cioè questa politica estera apposta lì
Poi tutto sommato ha fallito la prova della prima guerra mondiale e poi i negli anni della guerra della seconda evidentemente
Quindi sembra confermarsi assolutamente inefficace allora di qui anche il rivedere l'Italia il ruolo dei fattori interni nella
Nella nella nel nel periodo pre liberale infine il problema della morte della patria della del nesso e sicuramente su questo non c'è dubbio Bolt pesta su quel versante e direi su questo lo segue o meno
Prosegue Romeo cioè
Il libro di Galli Della Loggia ripreso ha enfatizzato ha rilanciato questo discorso però ci sono degli scritti Romeo sulla cesura Romeo Romeo parla della fine della nazione ottocentesca con la caduta della monarchia
Si spezza dice l'ultimo filo che legava la storia dell'Italia post bellica a quella a quella precedente quindi non pare non Musa l'espressione Morte della patria però parla e c'è un dibattito con Moscati su questo si sviluppa poi un dibattito con Moscati
Parla appunto di una cesura radicale forte
Nella Storia d'Italia che si colloca a me pare sulle posizioni di volontà
Grazie dunque
Così servigi
Posso andare un po'diverso ma cioè la
Dottoressa avrà fatto ritoccato ringrazio alcuni problemi che secondo me sono importanti più generali
Cioè con la
Allora dico che esposto suo problema un po'diversi che però mi sembrano importanti
E che la dottoressa avrà quattro calato a proposito della politica estera cioè non vorrei che nascessero degli equivoci che mi pare riguardino proprio il fondo della storiografia di volpe rapporto Point di metodo con le altre storici del Periodo cioè quando altri storie parallele storie particolari e storie generali ecco non vorrei che ci fosse un equivoco ossia per Volpe per Croce in particolare un problema fondamentale nella storia del Periodo e il rapporto fra storie particolari e storia generale dando per scontato
Oltre in particolare ma anche gli altri che la storia particolare rappresento un momento insostituibile di ogni ricerca storiografica e che il problema fondamentale
è il nesso che uno storico riesce o non riesce a stabilire fra storia particolare storia generale
Questo è un tema che parte dagli inizi del Novecento riguarda tutta la storiografia europea anche il più in generale poi si si mescola soggettivo e oggettivo da questo punto di vista le storie parallele di questo dopoguerra di cui ho parlato
E per certi versi L'Italia in cammino sono storie che rompono rimesso storia particolare storia generale le storie parallele sono storie che in fondo configurano
Dopo provocarono polemiche interne fortissima per dire sono Togliatti spesso insorse contro la tendenza dalla storiografia comunista dicendo ma gran parte degli storici cosiddetti ma si scrive come se fosse sulla luna il Paese non ci fosse questo nesso con la Storia generale
Quindi da un lato storie particolari in rapporto a Storia generale e storie parallele come altro problema estremizzando esempi di storia particolari che rischiano di indebolire troppo dimesso
Dove nascono i problemi secondo me per Croce e volpe e dove si lega anche il discorso tra polverose ma poi il rilievo e soprattutto per Volpe
L'illusione l'attrattiva che attraverso anche l'idea di una storia nazionale Volpe appello una storia totale per una storia integrale
Volpe è troppo buono storico per non sapere che la storia si basa sempre sul nesso fra particolare il generale però rispetto alla storia della nazione subisce a volte la tentazione poi la tentazione diffusissimo in tutta la storia del del tempo per Gioia dal di una storia integrale anche la molteplicità delle storie particolari
E lì nascono dei grossi problemi e questo secondo me è un aspetto importante quando lei ha sollevato il problema della storia totale
E anche lì la storia totale che tocca vari aspetti allora negli enti e cito due due problemi aperti la discussione sulla storia ciclica per esempio
La discussione sulla storia circa risponde ai termini esatti impiegati da Croce a Oxford nel trenta
Quando contrapporre la storia economica come storia ciclica alla storia cosiddetta etico politica o anche che riesce a evitare la storia ciclica
E
Volpe rispose io non faccia storia ciclica
Però ogni tanto ha la tentazione ricorre lei ha notato questa difficoltà di conciliare la storia civica con l'idea di una storia
Vinti un progresso inevitabile né mica tanto semplice lega Co questi sono temi secondo me
Importante o fondamentali come anche il problema della coscienza come riesce a volte a risolvere il problema della totalità di una nazione che esiste che è una realtà quei coinvolge tutti gli italiani attraverso il richiamo alla realtà inconsapevole
Però Volpe tutto il volto medievista basato sul fatto del momento in cui nasce la coscienza come elemento centrale per poter parlare di nazione
Però in quel momento perché Volpe avvertito forse più di tutto il problema di questa storia di masse d'è lite
Usa addirittura nel golpe del termine quasi coscienza cresce però all'interno virgolette che gli indici di una formazione lentissima ed è il fatto che ogni azione qualunque essa sia
Non può non produrre dei fenomeni di coscienza e per quella via si può ritrovare una nazione però quando parla invece di una nazione totale lì Volpe entra in disco in contraddizione con se medesimo
Ultimi punti poi ci sono due questioni grande erano quelli Della rapporto fra il golpe medievista il golpe modernista e io dico che dalla politica estera Volpe molto attento nel senso proprio generale anche quando fa il medievista insomma il problema centrale per il passaggio dalla nascita dei comuni poi alle Signorie poi alla prospettiva nazionale è legato da vuol perché prende poi le sue tante al primo anno delle guerre continue come fenomeno centrale della realtà comunale attraverso cui si crea una prospettiva più ampia problema coi del particolarismo doppia natura del particolarismo il fenomeno della coscienza
Che poi riesca applicare questo dovete alla alla realtà contemporanea le categorie che avete lavorato nel Medioevo questa recita un problema venendo a alle altre cose sollevate da De Leonardis
Una un dubbio qual è la questione più generale su quel un dubbio quando mi ricordo sì richiamato De Leonardis sta De Felice volte il fascismo del regime non del movimento No
Però bisogna dire e questo è anche un elemento di estremo interesse per Volpe che tutta la teorizzazione di volpe fascismo è legata all'idea del fascismo movimento
Cioè se si va a vedere gli scritti politici proprio del del ventitré ventiquattro esigua del deputato
Mi ricorda sa a memoria e quindi posso sbagliare una domanda era
E ha insistito fortemente sul fatto che non è un partito il partito può anche scomparire il vero problema di questo movimento che ha una ragione storica che appare intanto il connotato vero del fascismo
è un un movimento tra virgolette nazionale perché c'è anche l'unico modo di far quadrare
E così e credo che sia una cosa importante
Come problema aperto
Ultimo punto è il problema più generale e quindi permettere staccandosi un po'e non voglio entrare invece questioni dove il rapporto politica storiografia sarebbe troppo forte che pittorica richiami invece a quanto ha detto Salimbeni
Ci vuole anche alla alla polemica che oggi c'è alla discussione che oggi cioè se la cosiddetta morte della patria
Sull'identità nazionale io credo che
Da un lato Salimbeni ha ragione della richiamare il fatto che il quarantatré quarantacinque quarantasei quarantasette si discusse di varie concezioni della nazione di varie concezioni della patria
Si accentuò l'elemento della patria a volte per esempio guasta guardare alcuni scritti di Salvemini di Sturzo eccetera quanto l'elemento della parte è indicato come un elemento nuovo e costitutivo della realtà anche rispetto che ho trattato di pace
Quanti fenomeni sono interpretati e viceversa invece un fenomeno di internazionalismo che assume varie forme
Quindi
Irrigidirsi ma il difetto principale nella mancanza di quelle prospettive invece sono necessarie cioè quando si tocca il problema Stato-nazione
E assurdo come si può fare fondali della Loggia Omo o altri parlare dello Stato nazione ora relativo al quarantatré quarantacinque ore l'attigua il problema dal sessanta in poi se lo Stato ha creato la nazione o la nazione preesisteva
Oggi la storiografia mondiale europea la storiografia generale ha stabilito un fenomeno storico del rapporto Stato nazione che quanto meno risale agli inizi dell'età moderna ma che è fortissimo nelle camere di rare
E se non si pensa alla molteplicità di nazioni all'ATP di nazioni diverse al rapporto diverso che interviene fra Stato nazione e per questa via al problema storico dalla patria sul lungo o breve periodo così via
Va be
E si perde di vista la storia e il dibattito che oggi è in corso sulla cosiddetta memoria storica sull'identità nazionale non solo è viziato dal predominio dalla politica sulla storiografia ma ignora la storiografia
Appena respirabile sulla realtà europea o mondiale
Romeo ero Meo aveva ragione perché toccava il problema che finiva la nazione dell'Ottocento accordo sui Goti oscurantiste volte corollario e io non ero d'accordo per molti versi ma quel tipo di nazioni è un tipo di nazione Romeo non lo collegava certo sì aveva tutti i problemi ma sentiva il problema molto più ampio della patria Romeo ha scritto un intero saggio sulle diverse nazioni
Che esistono prima della rivoluzione francese e che sono nazioni azioni che oggi ci possono porre dei problemi nazioni nobiliari nazioni popolari nazioni culturali nazioni religiose
Collegati a diverse idee di piccole grande patria ora ridurre il problema Morte della patria o no all'otto settembre che io considero un fenomeno importante è assolutamente ridicolo rispetto al senso di una storia moderna colta
Insiste
Federazioni volto per opportunità offre che precise
Prego
No io non motivo prima condivido pienamente
L'affermazione dei Borrello su quest'ultimo punto dal Brunello Vegezzi Berman e nota che ma perché di Dante se deve dire anche che Alighieri
E io volevo tornare sulla questione adriatica devono tornare perché tocca corde anche personali va beh
Beh da un atto ecco da un lato certo la volpe e tutto sommato non ha non ama la questione venire dell'irredentismo
E questo lo sacca lo si capisce lo sappiamo bene perché questo distrae dagli obiettivi espansionistici dell'Italia dello scacchiere mediterraneo non certo
E qui interviene anche il tipo di rapporto di volte col Risorgimento che va affrontato ecco d'altra parte Salimbeni io mi chiedo e non voglio aver l'aria del provocatore perché volte dove fermare dovesse sentire la questioni redenta
Perché poi da questioni redenta
Io varrebbe anche la pena di distinguere tra i denti ISMU trentino irredentismo Giuliano e quello Giuliana è quello che e e spiazza in qualche modo non dico chi ha una concezione mazziniana del della nazione ma anche in un una concezione come quella del volte in cui comunque rapporto nazione masse rimane da un elemento molto molto presente
Beh innanzitutto io credo che ci sia nel lega evidentissimo triestino istriano ed armata una forte componente razzisti crea
Gratta gratta i lo slavo e la ratio inferiore
Va be'la cosa si può tradurre in termini civiltà superiore contrattilità inferiore ma poi se poi si va al fondo che lo slavo arrestarlo e deve rimanere tale
Questo è un elemento che percorre un po'tutto il dibattito
Perché eviti
E poi d'altra parte di faccenda mi anche a quell'osservazione che io condivido della Bracco una nazione si fa anche in qualche modo distingue indossi dalla dalle immagini delle Nazioni altrui della della nazione altre ed è in in questo caso il il divertentissimo Giuliano è sempre schizzato schizofrenico tra l'immagine dell'Austria come nemico naturale l'immagine la Germania che un po'di vista in alternativa all'Austria un po'non lo è
Vedi Faoro
E l'immagine poi della Francia la Francia come contrapposizione e poi in sopra questo scenario è l'immagine i il triestino non deve essere come lo slargo e per cui distinzione
E allora tutta la Prima guerra mondiale si gioca pensò le do Alto Schott che è un democratico e in questo rapporto ci dobbiamo distinguere e dobbiamo identificarsi nazionalmente contro chi contro l'Austria o contro leggo Slade e anche i democratici rimangono prigionieri di questo dilemma inevitabile
Ora da questo punto di vista in effetti anche usando le categorie e interpretative della nazione ed al formarsi di un'azione di volte che la Bracco richiamava non c'è motivo che lui avesse e condividesse
Profondamente interiormente la questione degli redenti Giuliani lasciare distinto rispetto ai trentini
Ecco allora a questo punto però perché tanto accanimento sulla questione adriatica dopo la prima guerra mondiale beh certo io son d'accordo del a luglio gli importa niente Cristini diciamolo e né dei dalmati e gli importa di creare una sensibilità e gli e mobilitare i regnicoli
E questa è un'occasione che gli si offre e qui però e il volte più inquietante è quello che io chiamavo ieri il volto e mito Proietti costa creando un mito
E sta creando un mito di un personaggio così improponibile diciamoci la verità Kerak come il mito di Oberdan
Cioè io ho delle ho presente delle riflessione di sorella
Sulla
Sulla è sorella molto attento a queste ovviamente a questa questione e come fa venire è uno studioso dei miti e come fa emergere per tot il carattere
Fragile costruita artificiale di questo mito di Oberdan
La cosa buffa è che lo fa che lo fa anche volte è in questo momento gli serve come elemento di mobilitazione delle masse però è un mito inconsistente ed è questo il volte che a me personalmente in quinta sempre dire
Cioè questo molte che quando si trasforma
Quando in cui quando la milizia politica diventa così
Premente su dei lunghi e che diventa lo storico ma in realtà diventa il mito poi dite che non è il vero il vero il vero
Volpe e che il volto e perché i poi accetterà con su questa linea la politica dis nazionalizzazione dell'elemento croato sloveno nella Venezia Giulia che è una responsabilità non piccola della della storia italiana durante il ventennio
E a questo punto
Una metteva
C'è qualche altro intervento forse Salimbeni vorrebbe
Nesi ci sono altre persone che desiderano intervenire
Prego breve sarebbe nella tanto perché
Volevo riprendere le osservazioni adesso di Rios sulla questione dell'irredentismo certamente ce le distinzioni redenti Isma'trentina Giugliano che sono cose diverse perché hanno problemi diversi
Però anche l'interno dell'irredentismo Giuliano direi che vanno distinte almeno due correnti c'è quella di ispirazione democratica diciamo risorgimentale anche mazziniana e che trova per esempio riconoscimento già in Graziadio Isaia Ascoli quando alla fine dell'Ottocento in un saggio distingue tra un irredentismo culturale nazionale un irredentismo imperialista
Fino al dodici tredici sì infatti sto Previre Slataper Stuparich dei vescovi
è tutta gente che ancora non pensa affatto di andarsene dall'Austria si illude su una trasformazione dell'Austria
Parla di Stati Uniti danubiani Dina federalizzazione ce la prefazione di stupri ce la seconda edizione quella postbellica della nazione ceca dove dice chiaramente che fino al quattordici nell'Wynne sfilata pre negli altri pensavano alla distruzione dell'Austria solo lacci citare la testardaggine della classe dirigente militare
Diplomatica austriaca
Li rende consapevoli che è impossibile democratizzare le trasformarla e quindi ci si schiera sul fronte interventista si va a combattere contro poi certo c'è anche l'irredentismo imperialista e se vogliamo anche razzista per quello slavo e lo stavo ma ingente come stellata prezioso pensa solo al mio Carso o a stupa dice ancora gli scritti dopo la prima guerra mondiale quando è nell'ufficio P della terza armata
Gli articoli che scrivo dopo il congedo sui giornali milanesi su queste questioni sono articoli tutt'altro che anti slavi sono articoli molto belli del resto l'atteggiamento degli I redenti
Poi redenti dopo il diciannove
E anche estremamente interessante penso a pagine dissalata o di Benussi
Che dicono che l'Austria si lavoro combattuta politicamente
Ma ne riconoscevano tutto il grande lascito di civiltà se si pensa che se l'attacca il consigliere di Giolitti propone di austriaci Zare l'Italia prendendo il modello di decentramento austriaco e il modello scolastico
Se
Sì però comunque ha appena finita la guerra però c'è comunque il riconoscimento di un ruolo di un contributo che l'Austria poteva dare sul modello dell'organizzazione dello Stato
E lo scontro con l'Austria era sempre sul piano nazionale e non ho mai contestato alla tradizione di cultura
Di civiltà
Poi ripeto si tratta di distinguere perché veramente in questi anni cambiano molte posizioni che è lo stesso dire irredentismo e molto vago bisogna distinguere le persone anche in momenti per questo ecco dico questo è uno dei grossi nodi della storia di quegli anni che meriterebbe ulteriore approfondimento che nella lettura di volta proprio per le contraddizioni che ci sono
Comunque la non conoscenza del mondo al di là dell'Adriatico era un tratto comune di tutti questi Tisbe misteriose vuoi parlare
Prego
Dopodiché forse se non c'era altra richiesta a benissimo allora tocca a lei abbia Papi pazienza un secondo prego si accomodi quindi non la sentiamo se vuol venire meglio
Reagan
No perché il sentire
Io vorrei soltanto porre due domande
Il fascismo è stato definito un movimento è stato considerato un movimento molto eterogeneo composito Complesso che sfugge a qualsiasi definizione
Però ci sono alcuni dati di fatto Mussolini era un romagnolo e in Romagna allora come adesso esisteva una forte componente socialista ed una forte componente repubblicana mazziniana
Mussolini all'indomani della prima guerra mondiale aveva più volte detto io voglio operare una sintesi nel discorso di Dalmine del diciannove aveva detto io voglio fare la sintesi dell'antitesi classe e in azione
Ora io mi domando
Sì è vero che il fascismo è stato un movimento estremamente complessa ma non lo si può forse definire come il tentativo più o meno riuscito di operare una sintesi tra socialismo e mazzinianesimo tenuto presente che esistevano due forti componenti che si opponevano a questo
Ovviamente la monarchia sabauda
E la Chiesa cattolica con la sua esperienza millenaria la prima domanda è questa io non conosco volte per cui è proprio questa è la domanda del profano dell'uomo della strada diciamo la registrazione ma taxi Matteazzi
Ecco la prima domanda è questa in volpe esiste la tendenza anche magari larvata
A definire il fascismo come questo tentativo
Di operare una sintesi tra socialismo e mazzinianesimo prima domanda seconda domanda è questa il fascismo ha sempre avuto una fortissima componente pedagogica
Mussolini ha definito il fascismo come il tentativo più concreto la nei primi anni del secolo
Di creare gli italiani dopo che Massimo Tartarelli D'Azeglio aveva detto all'indomani dell'Unità d'Italia l'Italia è fatta bisogna fare gli italiani Mussolini e si riallaccia a questa affermazione
Dice appunto il fascismo è stato il tentativo più forte più serio di creare e gli italiani la seconda domanda è questa
In due volte esiste la tendenza a definire il fascismo come continuatore e sviluppatore del Risorgimento e forse come fase ultima del Risorgimento italiano spesso grazie
Occorre allora io penso che con l'intervento del professor Pescosolido poi noi possiamo concludere a il nostro convegno vera
In giardino i duelli senza
Conclude concludi anche rispondendo
Maurizio
No la cosa riguardava il concetto di nazione in Romeo ovviamente io ho ben presente
Beh ben presenti i saggi Romeo però è chiara la distinzione che c'è in quei saggi cioè Romeo distingue tra nazione politica e nazione culturale linguistica eccetera eccetera tra nazione moderna
E nazione
E Atel nazione Anna cioè la nazione dei privilegiati allora il problema suo quale il ruolo dello Stato o perlomeno della volontà politica
Questo è il punto cioè c'è una nazione culturale tedesca c'è una nazione culturale italiana prima del Risorgimento ma si può dire che sia nazione questo è il punto
Finché non c'è un partito un movimento che elabori una
Ideologia
E una strategia e concretamente operi per attuarlo questo è il il il concetto è per questo che poi nel quarantatré avendo infatti Zaha dotando il momento politico momenti in cui Roma enfatizza il momento politico come costitutivo della nazione in sé quando nel quarantatré lui si trova a vedere caduta la monarchia che comunque era uno degli assi portanti come diceva Volpe della nazione ottocentesca caduti altri valori no la gloria meritare altro quello che era stato i i i punti fondanti della nazione ottocentesca è chiaro che gli sembra che nella quel tipo di nazione non dice alla nazione attenzione lui dice la nazione ottocentesca muore
In quel momento con la caduta della monarchia nazione ottocentesca muore in in quel momento quindi la cesura lì sembra forte
Tu hai discusso con lui privatamente io devo dire che ho scritto anche che non sono del tutto d'accordo su questo perché uno degli elementi costitutivi
Della nazione italiana ottocentesca che era quello della libertà intesa nelle sue diverse accezioni Hummel sembra poiché con il quarantatré venga più che altro recuperato o comunque
Continua sopravvive
Però ovviamente non è a che adesso stiamo qui a discutere però il punto è che Romeo vedeva quel momento in linea con Volpe come un momento di fortissima cesura nella storia d'Italia
E di fine della nazione ottocentesca che poi si dovesse o potesse recuperare un altro tipo di nazione in ambito europeisti quel Cetera eccetera lui poi finito sulle posizioni di Spinelli
è giusto queste era un altro discorso è chiaro quindi non non non intendevo dire nazione senza aggettivo lui dice nazione ottocentesca
Per quello che riguarda poi la domanda io credo che la risposta
La possiamo dare è chiaro che nell'Italia in cammino il fascismo è visto come il culmine del movimento di unificazione nazionale anzi uno dei tratti caratterizzanti è proprio questo che accentuando il fascismo come vero momento di realizzazione della nazione italiana
Cioè il momento in cui tutti gli italiani entrano nella nazione italiana il B il punto culminante del Risorgimento e quello diventa il fascismo questo soprattutto nell'Italia in cammino soprattutto invitare in cammino dove diciamo così c'è di converso una svaluta azione o comunque una sottovalutazione del momento proprio dell'unificazione nazionale
Del modo e del sessantuno cioè lo Stato uscito dal sessantuno è uno stato tutto sommato conservatore elitario vota il due per cento dalla popolazione le le le le le le le masse sono escluse
E e allora guardando come diceva Romeo dal punto di vista terminale che nazione è questa nella quale vota il due per cento dalla popolazione eccetera eccetera
Io non entro sulla poi sulla discussione critica che si può fare di questo punto però è chiaro che nell'Italia in cammino c'è il fascismo Curko visto come momento culminante culmina
Nell'Italia moderna la prospettiva cambia in parte cambia cambia nel senso che svaluta Nando l'elemento di politica estera no elemento di scontro con il nemico che era stato poi quello che nell'Europa moderna aveva fatto le nazioni non è che la nazione francese alla nazione se vogliamo spagnola comunque alla nazione inglese si forma
Attraverso le guerre attraverso gli scontri attraverso gli scontri bellici attenuato quel momento Volpe va a enfatizzare molto più di quanto non abbia nell'Italia in cammino e il ruolo della classe dirigente liberale post-unitaria quindi fattori interni e anche il ruolo fondamentale dello Stato unitario cioè nell'Italia in cammino
C'è una maggiore valore valorizzazione del fatto che senza quello Stato unitario neppure quelle masse poi si sarebbero potute emancipare per approdare al fascismo ovviamente non non si vede più il ventennio come momento di approdi dopo però è chiaro che comunque resta il concetto che il Risorgimento nazionale è compiuto nel momento in cui tutta
La nazione
Tutta la nazione tutto tutto il popolo alle masse entrano a fa parte poi quando questo momento
Ci sia questo magari resta più meno chiaramente indicato che nell'Italia che nell'Italia in cammino però sicuramente il Risorgimento non si conclude per per Volpe nel
Nel mille ottocentosessantuno e di qui poi anche il problema del rapporto con i socialisti di cui tu
Parlavi ieri certa e sempre al movimento socialista che si rivolge
Cioè
Sì per quanti recuperi si possano fare
Da
Il Partito Socialista
E i movimenti di organizzazione politica socialisti sono visti sempre come un qualcosa tutto sommato di antinazionale
La nazione qualcosa che unisce questi sono sempre espressione di una lotta di classe classe nazione sono divisioni interne alla nazione io penso comunque adesso non vogliamo aprire un altro fronte
Adesso credo che noi con queste parole possiamo mettere la possiamo chiudere il nostro no no abbiamo abbiamo già parlato possiamo chiudere il nostro incontro
Sei stata consultata perché evita perché evita grazie una prossima occasione
Cinque tutte le cose
Quello
Qui
Qui
Quindi