Tra gli argomenti discussi: Bari, Cinema, Cronaca, Cultura, Diritti Umani, Discriminazione, Film, Mezzogiorno, Omofobia, Omosessualita', Societa', Sud.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 4 minuti.
10:00 - Roma
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Un saluto agli ascoltatori di Radio Radicale
Approfitto a volte dello spazio di questa rubrica per presentare il film per così dire clandestini anche se interessanti che sembrerebbero destinati a una distribuzione marginale nelle sale cinematografiche
Nell'auspicio naturalmente da parte mia che possiamo trovare quella diffusione più ampia che militari però
è stato presentato in anteprima a Roma sotto gli auspici regista Gianni Amelio che lo ha introdotto ed esaltato un film indipendente a firma di due autori Mariangela Barbanente
E Antonio Palumbo intitolato parigina sottotitolo la vera storia della falsa vita Di Lorenzo De Santis
è un film ispirato alla persona
Realmente esistita appunto di Lorenzo De Santis detto vari china perché nella Bari degli anni Settanta ancora bambino
Trasportava su un carretto dei flaconi di detersivo per la vendita Porta a Porta
Si tratta di una figura marginale anzi a tutti gli affetti di un emarginato ma anche tipica
Era una di quelle persone omosessuali che recitavano ostentatamente il loro ruolo secondo i cliché imperanti e per questo oggetto di attrazione di fascino inconfessato
Agli occhi della comunità razzista e bigotta in cui si trovavano magari si trovano a vivere
Nello stesso tempo bersaglio di pubblico disprezzo
Chiunque si racconta nel film chiunque si riteneva in diritto di insultare i vari china quando non di picchiarlo
Quegli insulti e quelle aggressioni erano anzi la valvola di sfogo delle frustrazioni che serpeggiava un in particolare nel quartiere periferico di Bari il quartiere libertà in cui vari china diffida
Ma allo stesso tempo egli era volte ricercatore amplessi clandestini da coloro stessi che lo insultavano a patto naturalmente che di quegli amori
Non trapela se notizia nel quartiere nel mondo esterno
Il film che prende spunto da un articolo di un giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Alberto selvaggi
Non è propriamente un documentario il protagonista morto e i primi anni del due mila è interpretato e molto bene dall'attore Totò Omnis
Mentre il film è costellato di testimonianze di concittadini che hanno davvero conosciuto vari china si tratta insomma di una singolare connubio tra un film di finzione è un documentario
Ma questa forma un po'specie in Italia del film
Non costituisce alcun ostacolo all'immedesimazione dello spettatore nel personaggio raccontato
Grazie certamente alla profonda empatia
Che gli autori hanno stabilito con quel personaggio parigina poteva essere soltanto una macchietta folcloristica oppure una figurina patetica considerando in particolare gli amori infelici che hanno costellato la sua vita
E invece il personaggio nel film acquista una dimensione ulteriore a suo modo politica che li dà significato e spessore e deriva proprio dal rapporto tra Luino e la società intorno a lui
Le invettive in dialetto barese che scaglia contro chi lo insulta quella rabbia che agli occhi dei persecutori doveva risultare comica e magari l'istigava ad offenderlo ancora più velenosamente
Le movenze provocatoriamente seminate con cui passeggiava per Bari
I numeri di varietà anche osceni con cui si esibiva in teatro ma anche sulla pubblica piazza esercitava il mestiere il parcheggiatore abusivo ecco questo complesso di atteggiamenti esprimeva in infetti
Una privata solitaria e disperata rivolta in una battuta chiave del film e si dice che vari china per tanti anni ha celebrato il gay pride da solo
Era in fondo insomma il suo grido magari sgraziato ingenuo corroso
Ma con il quale non si può che solidarizzare
Perché provocato da una comunità perbenista ipocrita ignorante e sciocca mente crudele
Dunque è un film di denuncia certamente da ridire
Se se sperando che sia possibile vederlo che si abbia la fortuna di vederlo
Vi ricordo si intitola parigina la vera storia della falsa Rita Di Lorenzo De Santis ed è di Mariangela Barbanente e Antonio Palumbo un saluto da Gianfranco Cercone
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