Media dossier - Speciale sullo spettacolo teatrale "Il sergente" di Marco Paolini e sulla diretta TV su La 7 del 30 ottobre

Emilio Targia in studio per questo nuovo appuntamento con il nostro proponimento settimanale media dossier
Torniamo a parlare stavolta di teatro e televisione sono passati dieci anni esatti da quel nove ottobre del mille novecentonovantasette quando Marco Paolini raccontava in diretta su RAI due e la storia di una diga di una valle di una popolazione la storia del Vajont
Quella sera tre milioni e mezzo di persone appoggiarono il telecomando si fermavano ascoltare a guardare quel monologo così straordinario per il mezzo televisivo
Ma quel testo il racconto del Vajont Paolini dove ha portato in giro per tre anni piazze teatri e scuole prima di raccontarlo in TV con decine e decine di replica
E quel testo aveva assorbito e restituito probabilmente alcuni dei respiri
E alcune delle emozioni raccolte nel suo lunghissimo viaggio in giro per l'Italia
La tv può essere insomma altra cosa volendolo
Sono accadute in questi dieci anni molte cose i numeri della televisione sono cambiati profondamente e intanto Marco Paolini ha soprattutto continuato a fare teatro e a raccontare storie storie mai facili come la vicenda di Ustica come il petrolchimico di Porto Marghera
Storie con dentro spesso una parte di noi
E il lavoro di Paolini ha continuato a dialogare con la televisione cercando però di costruire un rapporto nuovo Monno scontato un nuovo spazio dopo lo stare in TV ma la seconda semmai compiacimenti o sconta Tezze del mezzo
Così è stato per le storie proposte nell'ambito della serie di reporter così è stato con gli album
Andati in onda su RAI tre e poi un libro del mille novecentocinquantatré il sergente nella neve di Mario Rigoni sterno la ritirata di Russia dell'inverno quarantadue quarantatré
E la decisione di portare in scena quel testo di viaggiare
Dentro le parole di Rigoni Stern per poi trovarne altre da portare sul palco
Insomma una sfida un lavoro durissimo ma anche una grande occasione così scrive Paolini dello spettacolo che ha cominciato a portare in scena nel novembre di tre anni fa il sergente per Mario Rigoni Stern scrive Paolini scrivere è stato un anticorpo la disumanità
Ecco forse quello che sta cercando è un anticorpo la disumanità della condizione di spettatore è un'illusione crede di essere spettatori di una guerra lontana perché quando pensi di essere spettatore sei vittima senza saperlo
Senza la coscienza che non puoi chiamarti fuori che se ti muovi questa cosa della tua vita stai già scivolando in una perdita
Mi ritrovo nella voglia di non arrendersi che era di Rigoni dei suoi alpini ma non come gesto di eroismo lui marciava nella neve portandosi spalle il peso tremendo delle armi i volantini russi dicevano italiani siete a quattro mila chilometri da casa arrendetevi
Chi si arrendeva all'evidenza della realtà la stanchezza chi rinunciava alle armi che aveva oliato le pulirle tenere in efficienza era finito
Io penso che la democrazia sia la nostra arma quella che ha bisogno di manutenzione e lo dobbiamo curare il sergente non è un lavoro di denuncia ma non è nemmeno un medicamento per l'anima perché credo che il teatro non possa essere né terapia me antidoto
Penso alla possibilità di attingere all'esperienza che questo serva alla memoria serva a prepararsi meglio ad affrontare le cose un teatro forze come addestramento come istruzione
Sentiamo allora Marco Follini nella conferenza stampa di poche ore fa nell'ambito della quale
Spiega questa diretta televisiva del sergente
Da parte mia volevo dirvi una cosa che riguarda il teatro non la televisione
Quattro anni fa
Ho debuttato qui
Era novembre
Con il sergente
è stato il peggior debutto della mia vita
Mi son preso le peggiori stroncature della mia carriera
Per quello spettacolo
E me ne merita
Non tutte forse ma è inutile fare distinzioni se sbagli lo sai
Avevo preso sottogamba il sergente
è un libretto innocuo
Lo si legge alle medie
E lo si dimentica perché si è retto a Venezia
è un libretto innocuo perché non contiene nessun porco
Nessun esclamazione
Nessuna imprecazione
Non
Non cambia mai di livello
E quindi a teatro è un disastro
Perché se non cambi l'intensità
Non crei contrasto
Invece quel libretto poche pagine centosessanta va dritto dalla prima all'ultima riga senza mai aggiungere un aggettivo senza mai cambiare di Torino
Su
Ci vogliono sei sette ore per leggerlo
A teatro son troppe se provi a stringerlo in due
E usi quelle parole
Temono è un disastro
Allora avevo provato a metterci le spezie come quando si cucina male e si esagera cui sapori
Perché non avevo capito bene il gusto che aveva quel
Racconto
C'ho messo un po'di anni
A imparare a cucinare quelle parole
Non so quante ne siano rimaste del libro originario
Ma quattro anni è un po'di chilometri sono
Credo necessari a me per partire da oggi e andare
Indietro e non so perché ci vado
Non so qual è l'attualità del sergente ma non è importante mi sono
Ritrovato
Più volte a pensare che
L'attualità di quello che faccio è qualcosa che ci trova qualcuno che lo guarda
Che guarda quello che faccio e ci vede l'attualità
Ma non riguarda me
Credo che che scrivo come parole che facciamo
Quel lavoro
Perché io non so voi
Ma io dall'attualità non riesco a prendere niente che mi duri
Io non sono un comico
Oggi siete qui
Foto per un momento insieme a a questa cosa
E per qualche momento
Qui non parliamo
Non parliamo di quando lo spettacolo va in prima pagina ci va quando Grillo
Parla della politica fuori dal contesto del teatro quando questa cosa diventa
Qualcosa di più grande allora
Questo qualcosa di più grande
Viene etichettato a me non piace dei ticket antipolitica
Non mi piace
Ma
Perché mi sembra veramente poco per definire qualcosa di più complicato la nostra vita
Deve dare importanza alla politica
La politica come qualche cosa che
Non è impotente
Io faccio teatro politico e l'ho sempre fatto
Ma un modo per fare teatro politico per me significa prendere una distanza
Dall'attualità
Perché troppo spesso l'appiattimento dell'attualità
E come
Gli scatti che stiamo facendo cioè quelli di domani devono per forza soppiantare quelle di oggi i temi della politica devono soppiantare sia altrettanto rapidamente di quelli della cronaca rosa occorre qualcosa che duri un po'di più
E dove lo cerco
Ecco io credo che
Nel nostro Paese ci siano dei soggetti
Che portano degli argomenti delle cose
Che
Messi all'incasso immediatamente su un piano politico vengono ridotti un flash
Mentre io credo che ci siano cose che possono entrare nella nostra vita come tesi
E durare un po'di più
Ve lo dico
Abusando dell'autorevolezza che mi viene da un'esperienza l'ho imparato sulla mia pelle
Se voi siete qua in tanti anni
E
Se Antonio
Mi ha cercato e perché attraverso la televisione è passata una cosa
Il nove ottobre del novantasette
Quella cosa Vajont
Assegnato evidentemente la mia carriera se volete il re l'interesse
Su di me
Ma anche a me insegnato qualche cosa
Quel giorno era accaduto il Governo
E non è escluso che il trenta ottobre
Certe circostanze si ripresenti
Visto che viviamo sotto spada di Damocle
Ma nel momento in cui cade il Governo
E io quel pomeriggio sono in una gola della Provincia di Belluno
E attraverso quella gola si vede uno spicchio di Longarone
E montagne
Le notizie che arrivano dalla pianura
Sono tali per cui
I lanci della diretta del Vajont saltano
Le trasmissioni giornalistiche che devono dare attenzione a quella cosa non hanno più quello spazio che evidentemente avevano e quei pochi collegamenti che restano sono evidentemente liquidati in fretta perché noi siamo diventati anacronistici
Vi potete immaginare come mi son sentito io
Con una rabbia gigantesca in corpo
La rabbia di guardare con la roccia e di pensare se era possibile far passare quella storia attraverso quella scatola che era la televisione in quel giorno
Il risultato è
Che
Per molte coscienze Vajont è diventato un termine di paragone di confronto di identità in un Paese che si perde come il nostro le disgrazie a volte sono anche identitaria
Io non
Non ci voglio marciare su questo
Di spighe ce ne sono troppi in questo Paese non voglio fare il professionista di queste
Però
Ogni tanto mi capita di incontrare delle tragedie nella mia strada e
Questa storia che racconto in televisione è una tragedia
Ma la ragione del perché la racconto non è la storia
Ma è l'uomo che l'ha raccontata
Questa storia io la racconto non perché mi ha colpito
Non perché cercavo la storia ma perché attraverso l'uomo l'incontro con l'uomo che l'ha raccontata Mario Rigoni Stern io sono arrivato a questa
Alla scelta di raccontare questa storia
Perché incrociava mille ragioni personali
Io
Dubito
Che
Tra quelli rimasti in Russia non ci sia il cognome che voi portate voi presenti qui dentro
Il vostro cognome lì cioè
Perché c'è quello di ogni italiano
Quindi questa è una storia di famiglia
Se volete illegale
Ma a me non interessa né un teatro di memoria né la celebrazione enni mi interessa non gli anniversari sul calendario non mi interessa un calendario che si appesantisca di lì liturgie e di giornate della memoria
Anzi sono contrario
Perché stiamo mettendo zavorrata nella testa di chi viene dopo dei ragazzi convinti che
Ci mettiamo la coscienza a posto perché stiamo molte mettendo la punteggiatura nel
C'è così come esiste un calendario dei santi in un Paese di disgrazie esisterebbe un calendario di anniversari
Così si mette a posto la coscienza così è politically correct ma non funziona non si passano le storie
Senza
Mario Rigoni Stern
Non c'è possibilità di avvicinarsi per chi viene dopo a una cosa come la ritirata di Russia
Allora quello che provo io in questo caso malaffare
è un'operazione di linguaggi ovviamente
Usare il teatro
In qualche maniera per rispondere alla sfida di un libro usare la televisione per provare a a dare al teatro uno un
Diversa
Una diversa funzione
Ma
Non mi illudo
Che il teatro
Proprio perché in qualche maniera una specie protetta dal WWF come la letteratura
Abbia un po'di appigli in più dentro la televisione
Occorre a
Che il teatro rinunci
Al fatto di avere di per sé è un buon pedigree per potere
Cioè non deve valersi di questo non deve presentarsi come il Colosseo non deve presentarsi come
Come succede quando si lamenta per le perdite di finanziamenti e non deve presentarsi come un bene ambientale o culturale da proteggere deve giocarsela
Allora per giocarsela secondo me
Deve anche giocarsela dentro e fuori dei suoi confini dei suoi territori la televisione è un territorio difficile nel quale io mi sono avventurato poche volte
Però verso il quale sento un'attrazione fascino
Non per tutte le questori e che racconto non per tutte le cose che faccio
Ma una sfida specialmente la sfida di farlo indiretta specialmente la sfida quindi di poter sbagliare quindi di poter avere oltre agli spettatori che sono lì uno in più da casa
Per fare questo
Bisogna farlo
Dando la possibilità che a casa di di di capire che questa cosa sta succedendo davvero in quel momento
Quindi bisogna farlo a un orario decente
Senza interruzioni pubblicitarie
Spiegando bene le proprie intenzioni
E dentro una televisione in cui questa cosa non sia un UFO un corpo estraneo
Io ho chiesto questo non lo è Tonino Campo Dall'Orto
Ed è quello che stiamo provando a fare
Ed è la sergente Marco Paolini aveva parlato ai nostri microfoni lo scorso febbraio mentre andava in scena la Teatro Argentina di Roma sentiamo cosa ci aveva detto al testo è facile da leggere
Il testo era difficile da tradurre in casa
Quindi è una tua un'altra visione ovviamente è vero che la sua gente non era se lo ricordano perché ci ascoltano si leggeva le medie ci si arriva un altro adesso
Qui però libro facile però però accidenti proprio perché così facile però nominarlo non fa mica male perché è un libro penso no magari qualcuno
Magari qualcuno dice Rossi centomila che avete di ghiaccio no quello è un altro
Quello è Giulio Bedeschi
Se gente nella neve di Rigoni Stern
Boh per me in mezzo a tutti i libri di guerra scritti sul seconda sulla seconda guerra mondiale ha il pregio di essere una memoria calda
Scritto un anno dopo i fatti quindi senza bisogno di celebrare ecco freschezza e lucidità Dini in memoria
Non è male ed è un po'diverso da altri non giudico però dico che a me mi colpisce di più per la scrittura sciolta pulita diretta e forse più che più che scrivere semplicemente racconta trasmettere non è pochissimo
Tu però quand'è che hai avuto l'esigenza di
Liberare quel testo e non c'è c'è una molla ci sono aziende la molla che ho conosciuto Rigoni Stern
Quello sicuramente conta
è un privilegio non
Mi è toccato parlarne ma
Precedente nemmeno un po'per me di queste cose perché è una bella
è un
Una bella cosa che succede al potere conoscerà uno scrittore che stimi
E scoprire che poi l'uomo
Non solo con risponderà alle parole dello scrittore ma dentro di sé a qualche cosa di potente di antico
Difficile da trovare oggi non
In un nuovo cioè la capacità di trasmettere l'esperienza
In qualche maniera anche il secco morto adesso detta Ciaffi secco proprio la potenza del mondo dell'esperienza
Della dell'uomo di montagna e l'uomo di territorio dell'uomo
Del soldato che ti parla di guerra senza retorica
Non ti Parlamento il nemico né di quelli che ha ammazzato
E neanche di quando è stato ferito
No no disse il parla poco
Parla di un di uomini di biografia collettiva continuano noi
Questo senso del dell'appartenenza
E anche del limite di queste quattro piccolo nostro gruppo di questa appartenenza di quanto era piccolo nell'immensità
Di quanto era piccola allarmata di invasione di un continente come la Russia in quanto il piccolo uomo rispetto a quaranta gradi sotto zero
Di quanta disumanità può esserci in centosettantacinque centimetri di altezza e sessanta chili di peso che poi si riducono a quarantotto come sofferenza
Quanta disumanità può esserci in uno
E tutto questo e le la guerra il conflitto l'alienazione del conflitto e pesante cioè un pugno nello stomaco no
E tu diceva Corte per la pace ma non è così non si può contrapporre Guerra e pace in maniera così
Ne semplificante
La pace è una fogna
Non è soltanto una condizione la pazzia sceglie la pace come
Lungo di lungo periodo quelle in cui viviamo noi è una pace piena di cose
Nelle quali abbiamo rinunciato a lottare
E il servizio del sergente non è un messaggio imbelle
è un messaggio di lotta
Per la per per
Per la qualità della della vita quindi pace come
Giustizia non pace come paura del conflitto
Sentiamo
Rigoni Stern è che parla proprio di quel periodo trattato con Carlo Mazzacurati hai fatto una bella chiacchierata qualcosa di più di una bella chiacchierata che è un film tratteggiato in pellicola quindi insomma
Che liberava parole piene di respiro sentiamo il Ministero
Tante volte la lezione di sopravvissuti non serve
Perché abbiamo issato poi lavora ripresa
Riprendiamo
In giro per il mondo ogni latitudine
E allora anche chi è sopravvissuto all'Aja chi è sopravvissuto a campi di concentramento sia sopravvissuta battaglie
E veri perché queste cose chi viene da dire ma la gente non capisce proprio niente
Era il dramma di Primo levi
Rigoni Stern allora i sopravvissuti e la guerra non insegna niente
Basta dare un'occhiata in giro per il mondo
Torna il tema che dice che torna anche
Sera una lettura possibile anche del sergente cento ma è anche la differenza tra Rigoni prima
Il gesto estremo di Larry un gesto di terrorismo contro se stesso
Inaccettabile
Con tutto
Inaccettabile pienamente comprensibile
è un
Primo levi
Fa
Suicidatosi l'errore di pensarsi
Superiore agli altri
Questo è il gesto del suicida
E lo stesso gesto tutti chi decide di fare giustizia sei
Di quanto in qualche maniera ti metti sopruso che pesante queste reti
Perché io ammiro primo né riteniamo che l'Unione
Non ci perdono tre sessioni si dà atto che se gli voglio bene tante
Perché mi mancato Primo levi
Caso vini
Sarebbe
Qui con tutto come
Io credo
In tanti pensano detto di sì
A un certo punto
Per disperazione in tanti smettano di lottare
Per lo stesso motivo
Cioè si pensa che il proprio Paese che la propria gente non capirà mai
Non c'è speranza
Nel momento in cui si fa questo anche se si ha ragione
Ci si mette
Dal punto di vista
Dei nazisti
Dei dittatori
Di coloro i quali si sentono padri tutori
Di qualcuno che non crescerà di un figlio minore ci si mette nella condizione dei massoniche sono i più uguali tra diseguali ci si mette nella condizione degli uomini che vivono una santità deviata
In che poi
Si mettono a capo di chiese
O il pianeta è pieno vigente così che pensa di portare la verità
Che palle
I rivelatori di verità che palle quando il principio di superiorità prende il sopravvento anche quando sei convinto di portarti via tu
Un ottimo fare
Il corpo groppo alla spesa
In qualche modo però i più innocuo grazie al cielo hai più uno scatto di superiorità gricia
Voglio dire si può sentirsi un po'bene con se stessi senza bisogno di tradurre automaticamente questo con un più su tutti quelli che non sono inclusi Intest esso
Un
Un minimo di di di
Lezioni di umiltà Rigoni la data cioè con tutto quello che ha pensato lui di noi e aveva ragione di pensare male
Mandato a combattere a morire in Russia armiamoci e partite è tornato a casa e ci ha provato
Beh io credo che questa grandezza provarci tornare insegnare a una manica strong sì
A tornare a scuola approvare a imparare anche se pensi che chi ti insegna uno stronzo dopo intensa per un attimo ma per piacere
Se
Fai scambio di cervello prova a pensare che chi dall'altra parte ti dà dello stronzo allo stesso modo allora guardiamoci in faccia stronzo cioè voglio dire
Non cioè o UE possiamo stiamo annegando nella cacca
Oppure forse abbiamo esagerato nel tranciare giudizi se un minimo di aria ci fa ancora respirare vuol dire che non c'è se lo merita
è questo bisogno di
Non
Arrendersi
è la differenza tra
Animale sociale
è un animale domestico cresciuta Crockett
Senti parlare diviso ma forse il paragone improprio scusate non mia campagna cosicché vigevano però comunque per me
Ci tenevo a questa cosa
O
Di nuovo cioè in questi giorni non amo le celebrazioni non amo le celebrazioni non amo celebrare il settantasette non amo cerebrale sessantotto penso che
Che davanti a ognuna di queste cose
Ci siano
Qualcosa che si porta via
E qualcosa che bene per l'arte il problema è che nelle celebrazioni sì essi si creano delle liturgie allora sì io
Non è che mi ricordo i santi del calendario ma meno che mai mi ricordo i santini degli dei calendari laici perché secondo me sono come gli otto marzo della situazione cioè fare il settantasette nel due mila sette è grottesco va bene
Serve a vendere i giornali va benissimo
Appare di Istanbul della situazione va benissimo ma io per esempio ho bisogno di qualcosa
Di di ritrovare qualcosa di me nel nel
Due mila quattro nel due mila e sei anche indipendentemente da quale anniversario e cioè c'è
Una mancanza di resistenza di durata delle cose ho bisogno di sostituire uno stimolo con l'altro che ha uno sotto l'altro
Ma naturalmente porca puttana allora questa è la lezione della resistenza di gente come Rigoni Stern non la celebrazione di un anno partigiano e poi diventa un ex qualcosa no ma sono uomini che per tutta la vita in qualche maniera
Mantengono un approccio un'apertura quello per me è un segno di giovinezza
C'è quindi anche un uso superficiale del tempo e anziché
Anziché sostanziale del tempo in qualche modo nel tempo con un pretesto per infilarci dentro quello che guarda che oggi
Esiste con industria degli eventi accuse di cui che vive sulla Nevitt lei delle aziende ma è la stessa industria degli eventi che ricicla Intini
Che ha detto vorrebbe nettare il tempo
Cioè il calendario delle nostre cose come
Se fossimo un bando di debuttanti no il segno nel libretto il nome di quello con cui parlerò adesso quello dopo eccetera eccetera a uno come me
Arrivano le proposte senti fra due anni è l'anniversario questa o quell'altro mi fai lo spettacolo su questo atti potrei campare io dico estroflesso ma se fossi un po'più furbetto non dubitare
Non ho dubbi sente parliamo disumane di disumanità che appunto è utile
No perché Rigoni Stern e scrive che appunto un anticorpo allora disumanità scrivere e tu in qualche modo come proprio lo spettacolo a quel testo di cui parliamo hai detto te illusorio pensare di essere spettatori di una guerra lontana perché quando pensi di essere spettatore
Se già vittima senza saperlo questa mi sembra che a me molto interessante per
Per capire anche il testo teatrale di sergente la sua attualità perché quello mi sembra evidente che anche un messaggio abbastanza esplicito di pace e di antimilitarismo
Pace non quella quell'altro
Quello è un messaggio contro il quieto vivere
E contro l'illusione di riuscire a mantenere
A mantenere
Una comprensione delle cose
Attraverso cioè l'informazione utile ma non
Non ci aiuta a decidere
Essere informati oggi non ci fornisce ma il punto di vista
E il punto di vista è astratto cioè io decido pace guerra sulla base di un'idea
Sempre più
Astratta non non fondata sul sulle
Non fondata sulle
Esperienze
Che ho o che non ho perché sono sono esperienze che non non sono riuscito ad assimilare
Insomma io guardo discussioni sulla guerra sulla pace in televisione
E poi il resto dell'idea che avevo prima che non ho capito
Ragiono sul
L'esperienza del soldato
Mi resta dentro un qualche cosa che
Nel momento in cui decido potevo capire
La guerra di qualcuno forse mi serve cioè voglio dire io volevo parlare di guerra ma non ho il coraggio di Baldoni
Okay
Io non sono un inviato speciale di se stesso non lavoro per un giornale
Non ho mai pensato vado in Iraq per capire qualcosa o fatto
Fatto in Cecenia come qualcun altro
Io mi
Non c'ero quel fegato sono un borghese nessuno pubblico
E penso che sia anche stupido che vada via rompe le palle a mettermi tra i piedi
Sei sono curioso mi piace l'idea del reportage
Però non credo di poter scegliere il luogo dove esploso un conflitto per
Il riportarci per il mio è un tipo di viaggio
Però allo stesso modo anche se non potevo non volevo
Forse non hanno il coraggio semplicemente di andare su un teatro di guerra io volevo ragionare su questo perché fa parte della mia vita il mio Paese impacci danni ma è spettatore di conflitti non in mio paese e inerenti quello che continuo a chiamare Popolo
Cioè un target che guarda i telegiornali che compra i giornali o che si fa delle gran chiacchiere al mercato su queste cose poi quando scoppia la bomba più grossa
Ah mappati che strage
Prego questo
Quelli una volta i vecchi dalle dicevano che voi è una guerra ogni tanto perché non esagerare perché c'è una guerra
Che cosa volevano dire
Volevo dire che forse li apprezzi quello che hai certo io spero che non serva una guerra pari apprezzare quello che hai però è vero che ti di strike fatalmente
è vero che
Il è talmente
Una vacanza per certi versi quella che noi viviamo rispetto gran parte di questo pianeta
Perché in qualche modo
Voglio dire non so la differenza che c'è tra casa mia il villaggio vacanze dove sono riuscito ad andare anzi quelli del villaggio vacanze è proprio su quello che puntano però è vero che in qualche modo nell'insieme per qualcuno
Visto da fuori quello che viviamo noi è un villaggio vacanze
Ma un qualcuno che sta peggio però insomma
Rispetto a loro
Rispetto al loro
Io non voglio capire a priori né sposare tutte le cause del mondo non son tuttologo io
Però
Quella di Russia era una guerra del mio continente io sono europeo mi sento molto europea
E mi pare che qualcosa delle elezioni dei conflitti
Che per secoli ma soprattutto nell'ultimo secolo hanno attraversato questo continente
Dovrebbe rientrare nel DNA e nella funzione di un continente
Che ha
Le caratteristiche
Di poter
Segnare
Un ruolo politico importante su questo pianeta e non trova minimamente svolge
Noi
Rinunciamo a priori a svolgerlo come
Europa questo ecco lo sappiamo
Ciclicamente ci diremo che fu da fu
Ci forte ci fa foto tre ci lasciamo foto aeree
Cioè la sudditanza nei confronti di un'unica potenza militare l'America di una potenza industriale la Cina entrambe piene
Di incongruenze da un punto di vista cioè non sono modelli non possono esportare in
Se non una parte di sé
A spicchi
Beh noi abbiamo qualcosa in più che non riusciamo a esportare perché
Perché non si vende
Noi potremmo prende c'è una responsabilità
Dico
Come prima come europei di sentirci migliori degli altri di investirci di una missione di fondare una chiesa no no no no no Cristo
Ma vivere con ostinazione
Dando degli esempi
Recuperando
I conflitti che ci sono stati
Elaborando il lutto del conflitto elaborando
La lezione di questo
C'è un approccio
Che manca cioè tu quando qui davanti ai miei occhi sull'ultima ora del televideo il Presidente del Consiglio dice le nostre missioni all'estero sono missioni di pace
è piccolo e debole quell'affermazione
Perché si tratta di un mini contingente italiano in uno scacchiere determinato anche da interessi economici per esempio la difesa dei pozzi petroliferi dell'ENI in Iraq
Ognuno su questo ci mette giustamente poi suo tornaconto personale
Ma santo cielo cioè rispetto alla
Alle potenzialità
Di un
Una cosa come Europa rinunciamo ormai senza neanche provarci più io sono un cittadino europeo deluso
E chiamarsi fuori non ha assolutamente alcun senso in questo in questo quadro per tornare anche
Deluso e ostinato cioè non è che mo'no su questo quindi non ha preso no assoluta no
No perché si fa cioè non mi piace l'idea di di avere un cane da pastore mandato da qualcuno non essere anti
è l'idea di riordino non vorrei non essere una pecora vorrei non essere un'altra vorrei non essere visto come una pecora io ho detto che ho paura rispetto a certe cose non credo di essere nella media più vigliacco o più coraggioso di molti altri semplicemente se ci si mette in branco ci si comporta da Telecom
Una società è fatta in modo tale
Di rafforzare gli individui
Di farli crescere i dagli coraggio che da soli non possono avere
Europa e piena di storia di questo tipo
E anche di fallimenti anche di deliri B somma io voglia di
Io comprese faccio teatro lo faccio italiano faccio nel mio paese però son convinto che è presente questo lavoro qui il sergente sia un teatro europeo
Non mi ha mai capitata l'occasione non so se ne avrò mai l'occasione di farlo in un altro Paese europeo sarei fiero di farlo in un altro Paese europeo
Però BO a volte mi sembra comunque che sto denigrando perché quello che faccio
Me giusto sopravvalutando ecco magari non non ha nessuno di quei valori che sto dicendo io però vorrei provare a metterci dentro a quello che faccio così Marco Paolini dunque a febbraio sul sergente ai nostri microfoni
Torniamo a questa diversa del sergente Marco Paolini ha dunque scelto insieme ai dirigenti della sette un luogo di straordinaria forza per inventare la diretta televisiva di questo spettacolo la cava Arcari nelle viscere dei colli Berici così come
Si ricorda anche nei comunicati nelle spiegazioni dell'emittente la scelta del luogo per la diretta e carica di senso l'intento era di non ricreare un paesaggio realistico finto ma di convocare il pubblico dello spazio freddo lunare segnato dalla durezza
Allo spettatore di fronte al teleschermo Paolini intende trasmettere il deserto interiore il gelo nelle ossa di quei soldati sperduti poiché la follia di quella ritirate non sta solamente granate nelle vite spezzate dei caduti ma soprattutto nella disperazione glaciale che ha devastato l'anima anche di chi torna questo accadrà evidentemente martedì ma questo ci dà anche la possibilità di tornare a parlare del dialogo fra teatro e televisione delle possibilità di in con entro fra teatro e tv e ancora una volta ritornare sul tema del dove e del come si può fare teatro sentiamo ancora Marco Paolini
A me piace teatro fuori dal teatro perché sono io sono figlio di quell'esperienza in cui teatro nasce dalla strada da Sant'Arcangelo di Romagna da queste cose
Ma non è una villetta è che nel caso della televisione per una storia di questo tipo serviva o la neve
Con la Russia
Il trenta ottobre quindi nati forse da un'altra occasione al teatro probabilmente più giusto dire che il teatro Fiera una bella parte disse alla tv e che per la tv quella sera sarà una bella occasione per dimostrare a se stessa di poter essere altro di poter essere
Altra cosa di poter raccontare in modo diverso ancora la paura la fame il desiderio di ritorno a casa il coraggio il gelo di quell'inverno del quarantadue quarantatré
Di poter raccontare ancora attraverso le parole di Paolini il teatro di Paolini le parole e quel racconto di Rigoni Stern
Io sono
Convinto che
Quello che faccio io
Sia solo
Uno dei Teatri possibili
E sono copie capisco che un produttore che dice non si può fare teatro in televisione pensa e
Un monologo
Un monologo si fa fatica a reggerlo anche a teatro
O è bellissimo
è una palla
Un dialogo offre qualche chance in più
Nel dialogo
A teatro
Nel dialogo a teatro c'è un punto di vista il teatro di dialogo si può guardare solo davanti
Allora un teatro di dialogo va fotografato come andava fotografato quando si faceva in bianco e nero forse non lo so allora in quel modo lì in cui era riconoscibile il teatro in cui non si camuffa vada qualcos'altro
Per un pubblico che gli strumenti di codifica del teatro ce li aveva quella cosa era normale cioè voglio dire o per uno come me che Baseggio non ha potuto mai vedere dal vivo vederlo in televisione era un plus
Per non dire un plasma insomma quella roba lì cioè è una cosa che mi permetteva di andarci a me mi
Mi scrive gente che chi dice voglio quand'è che va in televisione perché io teatro non ci posso andare perché somme che certo ma questa è la minoranza c'è ovviamente il problema del teatro in televisione è che se mettiamo a confronto nel palinsesto con linguaggi nati dentro la TV
E che risultano
Più vivaci in tutto ciò voglio dire mai le luci
Il trucco mai l'aspetto degli attori del teatro in televisione e brillante essi appaiono spenti
Come appaiono le persone normali dentro la televisione e quelli che non si mettono quel tipo di cerone io non mi trucco mai
No infatti è un problemino questa cioè
Intervenuti per la fotografia della televisione
Allora
Questo problema esiste
Io ad Antonio detto
Esiste ma non so la soluzione non mi interessa la soluzione
Io ho detto io credo che in televisione vengo a fare solo delle cose che hanno un interesse che va oltre il fatto di essere uno spettacolo teatrale
Per cui ha detto se ti interessa
Di quello che ho a disposizione o di quello che posso creare possiamo cercare
Delle sinergie
Il palinsesto di quella giornata
Di alloca
Con
Quello che faccio io dopo
Ho sempre avuto la sensazione di conoscere personalmente i personaggi e luoghi dei racconti dei romanzi di Mario Rigoni Stern e non parlo solo dei racconti di montagna e scrive Marco Paolini
Mi succede lo stesso anche per quelli dei sergente nella neve o del dopoguerra mi sembra che sia uno dei pochi capace di parlare di cose importanti senza farsi prendere la mano dall'enfasi retorica della memoria
Così scrive Marco Paolini nella libro che accompagna il documentario girato in pellicole poi disponibile in DVD
Per la serie ritratti con una lunga chiacchierata con Mario Rigoni Stern girata dal regista Carlo Mazzacurati una
Chiacchierata un'intervista un dialogo un colloquio
Tra le altre cose Paolini aveva chiesto a Rigoni Stern com'è che si perde pian piano che non sia più uomini che si vede gettate Rigoni Stern aveva risposto
Quando non si ragiona più quando sei impaurito quando il tuo cervello e ottiene baratro dalla paura o dalla bestialità
Vedevo le pallottole fissarsi nella neve a raffiche un giorno mi centravano con un tiro di mitragliatrice trattenevo il fiato adesso muoio dicevo e cercavo ritenere il più possibile l'aria dentro i miei polmoni
Perché mi sembrava trattenendo l'aria di trattenere anche la vita
Allora continuiamo ad ascoltare proprio su questo sul rapporto fra
Teatro e in televisione e su questa diretta del sergente Marco Paolini la funzione del tragico che abbiamo perso
Cioè un po'rimosso no vi dà fastidio perché perché è lento eccetera la perla secondo me a volte quello che provo io
Portare la lentezza o comunque l'inerzia del tragico nel contesto del contemporaneo
Non posso farlo
Cioè
Non c'è niente di quotidiano
Nel mio lavoro vi ricordate i maestri del teatro che chi viene dal teatro cioè lezioni di Grotowski barba però cioè di quelli che dicevano che c'era bisogno di un po'di spazio non per bisogna creare un po'di spazio ed è a teatro bisogna fermare il tempo eccetera
Stessa cosa io l'interdizione o fermare il tempo bisogno di aiuto dalla rete ho bisogno di India e del modo in cui sì frena
E non è facile perché nessuno di noi ante ha una propensione
Per facce piani
Ma nemmeno per facce pensa cioè facce ride va benissimo siamo abbiamo una predisposizione perché la pesantezza della mia giornata
E se io
Vado a cercarmi uno spettatore che a casa sua non è venuto a teatro ha già fatto con la fatica
Sondando io importunarla casa sua
La maggior parte di quelli che manca a me mettere mano per la strada dopo la sala di Vajont e tutta gente che mi stavo facendo lo zapping soffi un altro uno lì nessuno ma spettava va bene stavo facendo lo zapping mi son fermato lì
Poi
Altri che mi dico a lei è quel giornalista
Colleghi cioè molto spesso quella cosa non viene letta con quella Baio di fuori dal teatro non veniva letto come teatro ma come informazione
Allora io sono d'accordo sui limiti del teatro succube nella riproposizione della cosa se il teatro è solo teatro
Allora o il teatro e grande spettacolo o il teatro è
Un modo di restituire per esempio la comprensione di una narrazione complessa
Allora il racconto di uno solo è molto efficace perché io non devo usare di unità aristoteliche tempo luogo azione
Che dialogo mi costringe ad esempio a contestualizzare io nel racconto faccio dei salti sono efficace come ufficio come un grande ma devo essere efficace non perché l'ho fatto una volta la seconda volta riesce
E e poi non dovesse neanche una ricettina che si usa sempre uguale bisogna misurarsi conico necessità i contesti e con la stanchezza degli italiani che cambia
E con dove ieri noi abbiamo ancora voglia
Davanti a una cosa faticosa di seguirla o no come faccio a incastrare cioè il pubblico che vado a cercare
Essi in parte un pubblico che sceglie delle cose
Ma inevitabilmente dentro una televisione io devo anche confrontarmi con un pubblico che continua
Impattare per la prima volta in un linguaggio diverso
Adesso lo
Sarebbe da cretini immaginare che
Un linguaggio come quello chiuso io ha cittadinanza nella televisione solo perché l'abbiamo fatto perché c'è stata una
Una prova efficiente che quella roba funziona
Ora quanto tempo è passato da quella serata del Vajont o dalle altre poche volte che io entro in televisione questi non sono linguaggi dominanti e neanche linguaggi costitutivi del mezzo continuano a essere delle eccezioni
Quindi uno spettatore davanti a tutto quello si ritroverà
Ogni volta a decidere se quel linguaggio lì
Che credo sia molto diverso da quello dei due canali confinanti sul telecomando è una cosa sufficientemente interessante da fermare qui oppure se noioso
Questa sfida meno devo giocare ogni volta io so teatro il peso specifico che hanno le parole le pause le cose l'attenzione non è che abbia un allenamento così tanto grande in televisione da potervi dire ecco
A arrivo a questo però sicuramente se mi si offre una sfida
Per fare questo
Non credo che questo cambia il mezzo però credo che comunque se questi linguaggi
Sì praticano all'interno di un progetto sistematicamente si si prova per esempio questa logica di farli dialogare con le cose del palinsesto se si fa sentire
Attraverso l'assenza di pubblicità
E guardate che una delle ragioni del perché io mi trovo a farlo in una televisione privata e che oggi la televisione pubblica non mi permetteva tutti poter fare una cosa di questo tipo
Perché io ho cominciato co Raidue di Freccero
E poi ho continuato su RAI Tre di Ruffini però non ho potuto fare dirette no
E oggi è estremamente difficile
Nella televisione pubblica poter dire ecco non fatto cioè rinunciamo a una serata incassi pubblicitari
Io l'ho detto e lui ha detto subito di sì al loro di ma
Cosa c'è sotto
Io ho detto matti resti al tuo posto o dopodiché estratti
Però sostanzialmente
L'assenza di pubblicità a che cosa serve
A controllare l'orologio insieme a vedere che questa cosa è lì davanti ai tuoi occhi e non c'è
Cioè in qualche maniera
Per me è che lo faccia questo vale immensamente perché i la mia prestazione cioè io sono uno che lavora normalmente l'aiuto per me non è strano quindi il rischio di sbagliare questi ma io sono anche convinto che una parte essenziale dell'emozione
Ti viene dal vedere una cosa davvero insieme ad altre persone se riesco a farti sentire insieme ad altri che guardano insieme a quelli che sono lì
L'emozione di quella cosa che vedi certo non è quella del tifo dell'evento sportivo ma il teatro è una cosa dal vivo IVA teatro ci vado per trovarmi insieme ad altre persone a vederle dal vivo
Ben fotografato come tu vuoi ma riprodotto è un'altra cosa se riesco a ridati l'emozione di essere a teatro insieme ad altre persone a soffrire la stessa fatica
Adatti ad avere le stesse emozioni
A me queste cose fanno camminare a qualche centimetro da terra quando riescono bene
Ognuno nella sfera personale e professionale affronta la vita come una marcia ecco la marcia di avvicinamento conoscenza ed elaborazione che Marco Paolini ha avuto con il romanzo di Rigoni Stern il sergente nella neve
Lo ricorda la ricorda questa marcia Rodolfo di Giammarco sulle pagine di Repubblica nello scorso mese di febbraio
L'idea di base intanto racconta Paolini anno due mila e quattro ero stanco di fare lo spettatore di guerra stanco di sentire i commenti e spiegazioni anche posizioni politically correct di chi è contrario
Allora ho preso quello che è il testo più antimilitarista che conoscevo non scritto con ragioni ideologiche bensì come la cronaca di un soldato che ha ucciso e che ai miei occhi e non solo i miei ha il pregio
Di non essere un libro di memorie in cui uno a distanza di anni rivisita le cose
Un diario che si interrompe il giorno sedici gennaio quarantatre quando l'uomo che lo scrive deve mettersi a camminare più in fretta che può perché a cinque mila quattrocento chilometri da casa e non ha la certezza di ritornare
Una pausa poi colmata il libro viene ripreso un anno dopo quando quel soldato dopo aver messo piede per un momento a casa viene arrestato come molti soldati italiani indivisa all'indomani dell'otto settembre finendo in un campo di concentramento nei Paesi baltici
Gli scrive non è il diario del campo ma tutto quello che aveva lasciato sospeso l'anno precedente
Una memoria calda che ne fa un documento unico diverso da altre opere su quella tragedia incline a una prosa sobria senza giudizi dove ciascuno può farsi il suo
Partendo dai fatti esposti mentre sulla guerra si leggono e Zevi le considerazioni qui si riparte e io l'ho ritenuto decisivo dai ricordi diretti di uno scrittore militare
Il sergente ricorda Paolini era stato un libro delle medie letto a scuola all'inizio ho tentato di narrare quelle pagine e poi ho capito che l'unico modo era fare il coro
Non essere solo il personaggio che rievoca la storia ma provare immaginare anche le figure che lui scrive dando loro toni sfumature fisiche non mancando da andare come ho fatto in Russia facendo la stessa strada parlando con la gente
Raccontare non solo con la testa ma anche con i piedi
Allora sentiamo direttamente ancora dalle parole di Marco Paolini come è cambiato come si è evoluto il testo del sergente in questi tre anni
Qui ha visto una versione di quasi tre ore due ore e quarantadue atti ce l'ha dentro di tutto l'Anabasi vi siano fonte Ruzzante che avevo messo di tutto perché io faccio un come quelli che quando cucino cucino per troppa gente
Poi ha tolto però è rimasto
Il sergente e secondo me del sergente non è rimasto il diario di Rigoni ma il coro
Cioè quello che ho passando da scrittura a oralità quello che ho cercato di fare dare un po'di rilievo
E i suoi compagni no cioè ai personaggi
Perché se io provo a interpretare il protagonista fino in fondo
Faccio un teatro di personaggi un teatro di interpretazione e
Non è una cosa in cui io sono bravissimi cioè ci sono
Non sono un attore
Anche se in su questo lavoro un pozzo ciò approvato
Però quello che ho provato a fare invece è fare sì i personaggi ma al tempo stesso e lui e il coro cioè un pochino tenendo insieme e il coro a accenti italiani di Province diverse il coro
Trasforma in fuochi d'artificio di Skopje tiro delle descrizioni trasformandole in battute di dialogo eccetera cioè asciuga no l'oralità fatta di di accenti mentre vi dicevo si tratta di una scrittura piana
Senza in tre casi l'oralità Cerea quelle cose e quindi ho tradito il il
Il racconto di Rigoni come ogni traduzione tradimento
Naturalmente l'ha visto anche l'unica prima cosa che mi ha detto no fornitura che noi non ridevamo così tanto
Sì scusa Marino
D'altra parte
I tedeschi hanno avuto Brecht
No
E che ha raccontato ci bike nella seconda guerra mondiale insieme a Hitler nella neve di Russia l'hanno messo in commedia presi in giro Rino
Siamo prigionieri delle nostre icone
Siamo seri ma non riusciamo a raccontarle allora il mio problema non era raccontare sta storia a quelli che non sanno già tutto ma come al solito a quelli che son venuti dopo e non hanno la sensibilità
Cioè
So se mi tocca fare cioè un ambisce io non non oltre ma ambizioni di arredo no
Però neanche non mi piacerebbe essere ridotto a non chiaro cioè a quello che nella famiglia svolgeva la funzione della TAV fatti cioè io col cavolo che a me va be'questa delega
Cioè il mio non è semplicemente una funzione di comunicazione trasmissione ma
è un'elaborazione artistica brutta o bella ogni volta ci devo riprovare
Però io faccio questo nell'ambito del teatro però certo non rispetto alla categoria del dialogo del personaggio ne uso anche altre presente il coro per me è fondamentale non
E quindi reinterpreta allora inventarsi ed è in fondo quello che
Da
Il carattere al mio lavoro è la ragione del perché non nascondo il mio accento perché non batto troppo le doppie perché tutto sommato che dentro dietro la mia lingua ci sia una terra
All'inizio suona strano ma dopo un po'vi siete abituati tutti così come ci eravamo abituati alla voce di Troisi così cioè che nel nostro Paese esistano delle voci terra secondo me serve cioè non e questo per esempio è già linguaggio rispetto alla televisione che ha una sua un suo accento quasi
Quello che spaccio io non è un accento di imitazione un un linguaggio che usa spesso delle parole è sostanza delle parole delle espressioni che
Dette in italiano richiederebbero una formulazione di più parole dette con una cadenza o con un dialetto con una cosa diventano sassi pietre su cui si fa
Avanti ed è bellissimo provare a immaginare che queste parole
Che sono comprensibili ad alcuni e non ad altri però Turi esce a fare in modo che anche chi non ha capito che non conosce quella parola capisca benissimo che cos'è quella parola
Cioè in un Paese come il meno
Dove si parla si favoleggia di identità
Ma identità viene spesso usata per costruire muri usare la lingua per costruire ponti vuol dire che io devo uscire dalla lingua politically correct della comunicazione strettamente usare una lingua
Più sporca più dar devo provare usare anche questo
Così come devo provare usare argomenti anacronistici perché non possiamo vivere il nostro immaginario e la nostra identità e la nostra cultura non è fatta e non può essere solo di risposte brevi per deve prendere un po'di fiato quindi per me
Teatro politico è un'accezione ampia che comprende pienamente senza contrapposizione necessaria
Uno deve scegliere tra venire a vedere me o vedere Grillo
Perché non sono due cose in antitesi
Ma che io credo
Che
Non si
Io sono fieramente anacronistico nel lavoro che faccio
E credo che sia il mio che il suo lavoro che il lavoro di altri
Serva
A
Al mio paese a trovare senso
Ha la parola cultura
Credo che
Se noi
Pensassimo che questa non è una macchina di lusso da tenere in garage ogni tanto
Questa cultura per esempio
è fatta anche di emozioni condivise di queste cose qui
Chi aiuterebbe a capire il senso delle regole quando diciamo che il nostro problema è quello che e la legittimità
Cioè la credibilità di chi ci impone delle regole certe la politica sputa nata
Allora se la politica la scuola politica una Musa
In origine perché deve essere così enormemente più grossa delle altre Muse
Cioè voglio dire se devo dare un immaginario se il lavoro che facciamo deve servire non deve servire don deve essere messo il teatro politico non serve a mettere all'incasso alle prossime elezioni il risultato per qualcuno
Teatro politico serve a costruire comunque un qualche cosa su un effetto
Una comunanza su un effetto di cittadinanza la possibilità di mettersi a parlare con definita una cosa
Di avere qualcosa da dire come successe per me Vajont e teatro politico perché quella sera Fini quello spettacolo e il giorno dopo la gente
Nel posto di lavoro dicevo visto questa cosa in televisione ma non parlavano di me parlavano di quella storia
Cioè storie condivise adesso scusate ma è imbarazzante sentissi lago tra bilancio devo rimettere in gioco questa cosa
E deve essere così cioè nessuno di noi può pretendere o pensare di diventare ago della bilancia centro del sistema culturale Marco ridiamo
Un po'di profondità di campo
Anche sbagliando e perché può essere una pura illusione facile creiamo interfaccia mendaci ritrovo non è che smetto per questo
Ma secondo me
Noi
Dobbiamo condividere delle cose
Prima di una scelta politica
In un Paese come il mio questo lo dice il Presidente della Repubblica e passa come acqua fresca
Non è questione di affermazione questioni costruirla questa cosa
Abbiamo un deficit di identità culturale che secondo me è legato al fatto di
Andare a fare ogni tanto delle cose insieme
Il teatro fa parte di questo è una cosa piccola
Faccio la sfida di dire ed è da presuntuoso di dire guarda attraverso il Teatro Tito delle mozioni da condividere e lo faccio quindi anche in televisione perché la cosa possa provare a vedere ad arrivare a gente che normalmente non l'avrebbe fatto
Se
Tutto questo si richiude come un sasso sullo stagno aeroporti
è il e velleitario se tutto questo in qualche maniera dialoga con altre cose
Questa gente che pensa non è necessariamente antico politica
Tutto questo è qualche cosa che crea uno spazio
Perché che in qualche maniera dialoga con la politica ridimensionare la politica significa
Non
Non subire
Sì il cenno non non avere tutto l'immaginario sul mio futuro proiettato Lima ma avere un interlocutore più ricco un po'più in più più articolato un po'meno prevedibile un po'meno stupido
Ecco scusate velleitario però ci provo in questo senso
Questa è solo una parte del sentiero sul quale ha camminato il sergente il libro di Rigoni Stern prima il testo teatrale di Paolini poi fino alla prole della diretta tv dalla ex cava Arcari Rizzo venticello
Un cammino
Che racchiude molti spunti tanti elementi di riflessione e un percorso che insomma ci pareva giusto approvare a raccontare grazie da Emilio Targia chi ci ha ascoltato meglio dossier per oggi finisce qui