11 GIU 2002

TPI: Depone l'ambasciatore Walker, capo della missione Osce e ribadisce le accuse a Milosevic

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 19 min

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Nell'attesa deposizione l'ambasicatore Walker ricostruisce i propri rapporti con Milosevic e ribadisce le accuse al governo di Belgrado sul massacro di Racak.

Proseguono le deposizioni dei sopravvissuti ai massacri nella municipalità di Orahovac.

Intanto il vicepresidente croato ha avuto un incontro con Carla Del Ponte L'Aja, 11 giugno 2002 - Dopo settimane di attesa l'accusa ha oggi interrogato l'Ambasciatore Walker, capo della Kosovo Verification Mission dell'OSCE.

L'ex ambasciatore statunitense ha raccontato gli incontri con Slobodan Milosevic, le difficoltà incontrate dalla KVM nella
regione e ha fornito i tanto attesi chiarimenti sul massacro di Racak.Nel processo a carico di Slobodan Milosevic sono proseguite le deposizioni dei sopravvissuti ai massacri nella municipalità di Orahovac immediatamente dopo l'inizio dei bambardamenti NATO.Una delegazione croata guidata dal vicepresidente e dal ministro della giustizia ha intanto discusso con Carla Del Ponte le modalità di collaborazione tra il governo croato e la Procura Onu per gli 'indagati minori' per i crimini commessi nella ex Yugoslavia.

L'Ambasciatore Walker finalmente in aulaWilliam Walker, il capo della missione di controllo dell'OSCE in Kosovo, ha oggi parlato degli incontri con l'ex capo di stato yugoslavo, specificando che il governo di "Belgrado ha palesemente mentito" sui massacri dei civili ed in particolare sul cosiddetto 'punto di svolta' del conflitto, il massacro di Racak del 15 gennaio 1999.

Walker ha inoltre confermato la presenza di forze armate della NATO in Macedonia "per intervenire in caso di pericolo della missione OSCE", ha specificato il teste.

Gli incontri con MilosevicL'Ambasciatore Walker ha raccontato di tre incontri avuti con l'ex presidente yugoslavo in cui sono stati trattati alcuni temi riguardanti la missione OSCE e la situazione in generale nel Kosovo.Il primo incontroIl 18 novembre 1997 vi è stato un primo incontro tra Walker e Milosevic.

"Milosevic - ha raccontato il teste - mi ha detto in modo amichevole che eravamo dalla stessa parte e che noi saremmo andati a proteggere i serbi nella Slavonia orientale.

È stato un incontro più informale di quelli che ho avuto con gli altri capi di stato.

Non c'erano interpreti, se ben ricordo, [Milosevic] parlava con me in inglese ma non ricordo le persone che erano presenti perché non hanno preso parte all'incontro".Il secondo incontroPoco prima di prendere il comando effettivo della KVM, Walker ha nuovamente incontrato Milosevic il 22 ottobre 1998 durante un giro diplomatico in Europa prima di assumere il pieno comando della missione.

L'incontro è iniziato con una conversazione informale sul generale Loncar.

"Mi sono presentato - ha raccontato l'ambasciatore - come capo della KVM e abbiamo parlato di varie cose.

Lui mi ha fornito la sua versione dei fatti per il Kosovo.

All'inizio abbiamo chiacchierato della nostra precedente esperienza in Croazia anni prima e abbiamo iniziato la conversazione parlando del generale Loncar che ambedue conoscevamo"."Per cominciare la conversazione - ha proseguito - ho buttato lì il nome del general Loncar.

E' stato molto vago e mi ha detto che non ne sapeva molto, sapeva che si era ritirato dall'esercito e che ora stava curando i suoi affari privati, Brankovic aveva preso il posto di Loncar".

Nella seconda metà di novembre, quando il capo della missione OSCE in Kosovo ha assunto il pieno comando della KVM, invece all'aeroporto di Pristina si è trovato di fronte proprio il generale Loncar.

"Sono stato molto sorpreso - ha affermato Walker - che a darmi il benvenuto all'aeroporto di Pristina ci fosse il generale Loncar che avrebbe dovuto avere a che fare con me per tutta la durata del mio mandato".

Per Milosevic - ha riferito Walker - "era un'espressione di buona volontà mettere il generale Loncar a collaborare con noi perché era stato richiesto dalla delegazione diplomatica".

"In realtà - ha proseguito - non ne sapevo molto ma sono rimasto molto sorpreso quando ho visto Loncar come rappresentante del governo di Belgrado che a quanto affermato da Milosevic era un personaggio pressoché sconosciuto al presidente".

Il terzo incontroIl 16 novembre 1998 vi è stato un terzo incontro con l'allora presidente yugoslavo a Belgrado nella residenza presidenziale.

In questa occasione William Walker aveva "precise indicazioni dal Segretariato dell'OSCE a Vienna" sugli argomenti da chiarire.

In particolare era necessario affrontare tre questioni relative agli ostacoli burocratici per la KVM, alle richieste della comunità internazionale, e a Maleshevo."La prima comunicazione - ha ricordato il teste - era che la comunità internazionale non ritenenva che il governo di Belgrado stesse rispettando gli accordi e le promesse fatte ai governi occidentali poi abbiamo parlato di Maleshevo e infine di questioni burocratico-amministrative".

Per quanto riguarda la prima questione Milosevic ha affermato che "il suo governo stava assolutamente rispettando gli accordi"."L'imputato ha accusato la comunità internazionale - ha aggiunto il teste - per il fatto che stava mettendo l'Uck e il governo serbo sullo stesso piano.

Milosevic ha inoltre assicurato che il suo governo stava implementando gli accordi, ma non capiva per quale motivo la comunità internazionale si stava comportando così con lui visto che stava solo portando avanti una campagna antiterrorismo".Per quanto riguarda Maleshevo, il capo della missione OSCE ha riferito che Milosevic aveva fatto esplicito riferimetno al diritto del governo serbo "di tenere lì l'esercito con i carri armati e tutto il resto perché altrimenti l'Uck avrebbe attaccato"."La prima volta - ha ricordato il teste - Milosevic mi aveva assicurato la massima collaborazione del suo governo con la KVM e gli avevo chiesto di semplificarci le questioni burocratiche.

Mi ha detto che che non ci sarebbero stati problemi, ci sarebbe stata una collaborazione totale con la KVM, per cui nel secondo incontro gli ho detto che se il suo ordine era partito non era di certo arrivato perché stavamo avendo molti problemi di ordine burocratico".

Milosevic aveva risposto - ha ricordato Walker - di aver "dato ordini precisi" e "di portare alla sua personale attenzione qualunque problema".

La KVM ha però continuato ad avere problemi burocratico amministrativi che impedivano di fatto il regolare svolgimento dell'attività di controllo della missione OSCE.

Walker: Sul massacro di Racak il governo serbo ha mentitoWilliam Walker annunciò agli organi di stampa il 16 gennaio 1999 che a Racak c'era stato un massacro di civili portato avanti dalle milizie serbe.

Milosevic obiettò ed ha continuato ad obiettare, anche nel corso del dibattimento, che l'ambasciatore Walker non aveva sufficienti elementi in mano dopo un solo giorno per giudicare quello che era effettivamente accaduto.

L'ex presidente yugoslavo ha sempre dichiarato che il massacro di Racak era una fabbricazione per la propaganda occidentale contro il suo governo.

Dopo la dichiarazione di Walker infatti la comunità internazionale si convinse finalmente ad intervenire con i bombardamenti, iniziati poco più di due mesi dopo.

"Ho visto - ha ricordato il teste - una ventina di cadaveri, mi hanno detto che ce n'erano altri sulle colline.

Ho iniziato ad essere veramente disgustato per quanto stavo vedendo".

"C'era - ha aggiunto Walker - un verificatore americano della KVM con me che aveva studiato medicina; lui mi ha detto che nelle colline vi era una grande quantità di bossoli generalmente utilizzati da VJ e MUP"."Ho parlato con dei sopravvissuti - ha raccontato il capo della KVM - C'erano due uomini che mi volevano parlare, uno era giovane e l'altro più anziano.

Mi hanno detto che il giorno prima avevano visto i bombardamenti, gli spari, le unità speciali che venivano giù dalle colline".

"Ho poi parlato con un paio di donne - ha proseguito - che mi hanno raccontato che dopo che i MUP sono entrati nella cittadina, gli uomini e le donne sono stati separati.

Non sapevano che gli uomini erano stati uccisi fino alla mattina successiva, pensavano che fossero stati portati in luoghi in cui erano stati picchiati o qualcosa del genere".A quel punto Walker ha dato ordine a tutti i suoi collaboratori, chiedendo aiuto anche alla stampa, di fotografare e di filmare tutto quello che potevano, di parlare con il maggior numero di persone possibile, prima che i MUP ritornassero er distruggere la scena.Su Racak - ha chiarito l'ambasciatore - "le mie conclusioni sono state che la versione del governo non era assolutamente credibile mentre lo erano le testimonianze dei sopravvissuti".La presenza della NATO in Macedonia L'ambasciatore Walker ha chiarito che la presenza delle forze armate della NATO in Macedonia non era legata all'addestramento di miliziani dell'Uck ma alla possibilità che la KVM necessitasse protezione armata, vista la gravità della situazione.

"Noi - ha ricordato - eravamo una missione disarmata in un posto in cui ognuno era armato.

La NATO ha quindi installato una missione militare in Macedonia così se qualcosa fosse accaduto alle forze KVM sarebbero potuti arrivare in nostro aiuto e addestrare il nostro personale".

I sopravvisuti ai massacri nella municipalità di Orahovac Durante la mattina si è concluso il controinterrogatorio di Sabru Popaj e sono state ascoltate le deposizioni di due sopravvissuti ai massacri da parte delle milizie serbe nei paesini della municipalità di Orahovac in cui sono state uccise decine e decine di persone e sono state bruciate case con gli abitanti (tra cui un uomo sulla sedia a rotelle) di sesso maschile rinchiusi dentro nei giorni immediatamente successivi all'inizio dei bombardamenti NATO.

Milosevic ha messo in discussione la veridicità delle due deposizioni sostenendo che si è trattato di "false testimonianze".

La delegazione croata incontra Carla Del Ponte Goran Granic, vice presidente del governo croato, il ministro della giustizia Ingrid Anticevic Marinovic e il Procuratore di stato Mladen Bajic sono arrivati da pochi minuti al TPIY per un incontro con il procuratore capo del Tribunale Onu, Carla del Ponte.Il mese scorso quando Carla del Ponte era in Croazia ha avuto un incontro con il vice presidente e ha detto che l'OTP darà tutte le informazioni e le prove che riguardano i criminali di medio e basso profilo indagati dal TPIY.In questo modo gli 'indagati minori' potranno essere processati in Croazia.

"Siamo molto soddisfatti dell'incontro", ha dichiarato all'uscita il vice presidente croato, Goran Granic, che ci ha confermato che nell'incontro con il procuratore capo del TPIY sono state affrontate le questioni relative alla possibilità che gli 'indagati di basso e medio profilo' vengano giudicati e detenuti in Croazia.

"Sono state discusse - ci ha ancora detto il vicepresidente croato - le questioni relative allo scambio di informazioni tra le procure".

La delegazione croata ha espresso la "disponibilità del governo alla massima collaborazione con questo tribunale".

"Riteniamo che Carla del Ponte e il TPIY stiano facendo veramente un ottimo lavoro", ha aggiunto Granic.Il ministro della giustizia, Ingrid Anticevic, ha preferito non commentare l'incontro.

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  • Sabri Popaj, interrogatorio della difesa

    Indice
    0:00 Durata: 33 min 45 sec
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