Roma, 11 aprile 2001 - Al Quirinale, cerimonia della consegna dei premi, da parte del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ai vincitori del 36° premio giornalistico Saint - Vincent organizzato dagli amici della Casa di gioco di Saint-Vincent con l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Intervengono inoltre Lorenzo Del Boca, presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Gianni Campi, vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti e Dino Viérin, presidente della Giunta della Val d'Aosta.
Durante la cerimonia viene consegnato il premio alla carriera all'ex … direttore de il Giornale Mario Cervi, e il premio speciale alla memoria al radicale giornalista assassinato in Georgia Antonio Russo (premio ritirato dal direttore di Radio Radicale Massimo Bordin).
Lorenzo Del Boca presenta i vincitori del premio come "i gioielli di una categoria che merita di essere valorizzata" e rende un caloroso omaggio al radicale giornalista Antonio Russo, ucciso in Georgia per motivi ancora non chiariti.
"Antonio Russo non ha mai considerato il giornalismo né un mestiere né una professione - afferma - l'ha considerato una missione e la professione l'ha spesso ripagato con neghittosità, considerandolo ora un passante ora un abusivo.
Lui aveva bisogno di capire le cose perché solo così era in grado di farle comprendere agli altri".
Il presidente della Fnsi ricorda alcuni episodi delle corrispondenze di Antonio Russo, in particolare "quando, durante la guerra del Kossovo, tutti i giornalisti europei e americani avevano già fatto arrestare e ammazzare Rugova, gracchiò il telefono a Radio Radicale e con una voce che sembrava provenire dall'oltretomba Antonio Russo, che aveva da poco parlato con Rugova, mandò in frantumi tutte le prime pagine dei giornali.
Anche dalla Cecenia provò a telefonare a Radio Radicale e restò con il telefonino in una mano e una rivoltellata in testa a dimostrare che il giornalismo è cosa seria e a volte talmente seria da morire".
Del Boca conclude rivolgendo ai giornalisti un appello a prendere esempio dalla figura di Antonio Russo e ad avere il coraggio di mantenere la propria identità, autonomia e indipendenza.
Ciampi ribadisce l'importanza simbolica dell'assegnazione del premio alla memoria ad Antonio Russo "come dimostrazione che il giornalismo è anche missione" e accenna alle trasformazioni della professione giornalistica e alla necessità di far rispettare la libertà d'informazione appellandosi alla deontologia professionale e alla coscienza individuale dei giornalisti.
Intervengono inoltre Lorenzo Del Boca, presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Gianni Campi, vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti e Dino Viérin, presidente della Giunta della Val d'Aosta.
Durante la cerimonia viene consegnato il premio alla carriera all'ex … direttore de il Giornale Mario Cervi, e il premio speciale alla memoria al radicale giornalista assassinato in Georgia Antonio Russo (premio ritirato dal direttore di Radio Radicale Massimo Bordin).
Lorenzo Del Boca presenta i vincitori del premio come "i gioielli di una categoria che merita di essere valorizzata" e rende un caloroso omaggio al radicale giornalista Antonio Russo, ucciso in Georgia per motivi ancora non chiariti.
"Antonio Russo non ha mai considerato il giornalismo né un mestiere né una professione - afferma - l'ha considerato una missione e la professione l'ha spesso ripagato con neghittosità, considerandolo ora un passante ora un abusivo.
Lui aveva bisogno di capire le cose perché solo così era in grado di farle comprendere agli altri".
Il presidente della Fnsi ricorda alcuni episodi delle corrispondenze di Antonio Russo, in particolare "quando, durante la guerra del Kossovo, tutti i giornalisti europei e americani avevano già fatto arrestare e ammazzare Rugova, gracchiò il telefono a Radio Radicale e con una voce che sembrava provenire dall'oltretomba Antonio Russo, che aveva da poco parlato con Rugova, mandò in frantumi tutte le prime pagine dei giornali.
Anche dalla Cecenia provò a telefonare a Radio Radicale e restò con il telefonino in una mano e una rivoltellata in testa a dimostrare che il giornalismo è cosa seria e a volte talmente seria da morire".
Del Boca conclude rivolgendo ai giornalisti un appello a prendere esempio dalla figura di Antonio Russo e ad avere il coraggio di mantenere la propria identità, autonomia e indipendenza.
Ciampi ribadisce l'importanza simbolica dell'assegnazione del premio alla memoria ad Antonio Russo "come dimostrazione che il giornalismo è anche missione" e accenna alle trasformazioni della professione giornalistica e alla necessità di far rispettare la libertà d'informazione appellandosi alla deontologia professionale e alla coscienza individuale dei giornalisti.
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