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Torino, 28 febbraio 2002 - «Giustizia: l'anomalia italiana» è il titolo dell'incontro che si è svolto a Torino con la partecipazione di Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani, Marco Travaglio, giornalista di Repubblica e Micromega, e Giampaolo Zancan, senatore dei Verdi per l'Ulivo.
Modera: Silvio Viale, Presidente Associazione 'Adelaide Aglietta'.
Daniele Capezzone al termine del suo undicesimo giorno di sciopero della fame per chiedere un'audizione alla Vigilanza Rai, si confronta con Marco Travaglio, uno dei protagonisti della manifestazione del Palavobis dello scorso 23 … febbraio (vai al servizio correlato) e autore del libro "L'odore dei soldi", la cui presentazione nel corso della trasmissione Satyricon del 14 marzo del 2001 (vai al servizio d'archivio), suscitò virulente polemiche e diede l'impronta alla campagna elettorale anti-Berlusconi dell'Ulivo e di Francesco Rutelli.A confronto, dunque, differenti interpretazioni di quella che gli organizzatori dell'Associazione Adelaide Aglietta hanno definito "anomalia italiana": diverse analisi politiche per affrontare le questioni della legalità, della giustizia, della moralità e diverse proposte di soluzione.Daniele Capezzone ha messo in evidenza i mali della giustizia italiana, individuando nelle cinque proposte di legge di inizativa popolare concernenti la giustizia, la miglior soluzione possibile.
Quello che però il segretario di Radicali Italiani ha voluto mettere in evidenza è stato che tutto "grande scontro" che viene rappresentato assume sempre più i contorni di una rissa partitocratica, in cui il confronto sulle concrete proposte di riforma non esiste.
Travaglio, ha dichiarato che a priori non sarebbe contrario alle proposte dei radicali, ma questo tipo di riforme - ha osservato - "devono purtroppo fare i conti con l'emergenza".Infatti, il noto giornalista ha espresso la propria ferma convinzione che la legislazione italiana a tutela della magistratura non debba essere cambiata per non subordinare l'indipendenza dei magistrati alla classe politica.«Ignorano il fatto - ha spiegato - che qui abbiamo una giustizia che zoppica e se passassero le vostre riforme avremmo una giustizia veramente di classe, ma quelle dure, che non oserei dire liberale.
Terribile e durissima con i poveracci, con la madama di 'Specchio dei tempi'.
E tolleranza mille con quelli che secondo me di danni all'Italia ne hanno fatti molto di più».
L'esempio posto da Travaglio è quello della abrogazione dell'automaticità delle carriere per i magistrati.
Nella specie si tratta di una proposta contenuta nei referendum della primavera 2001, non nei testi di iniziativa popolare per i quali si raccolgono le firme attualmente.
Ebbene - dice Travaglio - «se i magistrati non avessero lo scatto di carriera automatico, che è una cosa di per sé discutibile, avrebbero però lo scarto di carriera deciso dal potente di turno».
Modera: Silvio Viale, Presidente Associazione 'Adelaide Aglietta'.
Daniele Capezzone al termine del suo undicesimo giorno di sciopero della fame per chiedere un'audizione alla Vigilanza Rai, si confronta con Marco Travaglio, uno dei protagonisti della manifestazione del Palavobis dello scorso 23 … febbraio (vai al servizio correlato) e autore del libro "L'odore dei soldi", la cui presentazione nel corso della trasmissione Satyricon del 14 marzo del 2001 (vai al servizio d'archivio), suscitò virulente polemiche e diede l'impronta alla campagna elettorale anti-Berlusconi dell'Ulivo e di Francesco Rutelli.A confronto, dunque, differenti interpretazioni di quella che gli organizzatori dell'Associazione Adelaide Aglietta hanno definito "anomalia italiana": diverse analisi politiche per affrontare le questioni della legalità, della giustizia, della moralità e diverse proposte di soluzione.Daniele Capezzone ha messo in evidenza i mali della giustizia italiana, individuando nelle cinque proposte di legge di inizativa popolare concernenti la giustizia, la miglior soluzione possibile.
Quello che però il segretario di Radicali Italiani ha voluto mettere in evidenza è stato che tutto "grande scontro" che viene rappresentato assume sempre più i contorni di una rissa partitocratica, in cui il confronto sulle concrete proposte di riforma non esiste.
Travaglio, ha dichiarato che a priori non sarebbe contrario alle proposte dei radicali, ma questo tipo di riforme - ha osservato - "devono purtroppo fare i conti con l'emergenza".Infatti, il noto giornalista ha espresso la propria ferma convinzione che la legislazione italiana a tutela della magistratura non debba essere cambiata per non subordinare l'indipendenza dei magistrati alla classe politica.«Ignorano il fatto - ha spiegato - che qui abbiamo una giustizia che zoppica e se passassero le vostre riforme avremmo una giustizia veramente di classe, ma quelle dure, che non oserei dire liberale.
Terribile e durissima con i poveracci, con la madama di 'Specchio dei tempi'.
E tolleranza mille con quelli che secondo me di danni all'Italia ne hanno fatti molto di più».
L'esempio posto da Travaglio è quello della abrogazione dell'automaticità delle carriere per i magistrati.
Nella specie si tratta di una proposta contenuta nei referendum della primavera 2001, non nei testi di iniziativa popolare per i quali si raccolgono le firme attualmente.
Ebbene - dice Travaglio - «se i magistrati non avessero lo scatto di carriera automatico, che è una cosa di per sé discutibile, avrebbero però lo scarto di carriera deciso dal potente di turno».
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