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«L'Iraq è tuttora in ulteriore, materiale violazione degli obblighi della 1441».
In una relazione dettagliata, per punti, documentata con intercettazioni telefoniche e foto satellitari, Colin Powell ha cercato di dimostrare al Consiglio di Sicurezza la materiale violazione, da parte dell'Iraq, della risoluzione Onu 1441.
Cina, Russia e Francia frenanoNew York, 5 febbraio 2003 - Il segretario di Stato americano Colin Powell ha esordito ricordando che "gli ispettori non sono detective", ha accusato il dittatore iracheno Saddam Hussein di "non fare nulla per disarmare", nascondendo armi … proibite e programmi agli ispettori: "Abbiamo scritto la risoluzione 1441 - ha ricordato - per preservare la pace e per dare all'Iraq un'ultima chance, l'Iraq non l'ha colta".Le prove nascoste agli ispettori: le intercettazioni telefonicheSaddam, è l'accusa di Powell, "ha minato il lavoro degli ispettori", le armi "sparivano prima delle ispezioni", "sta facendo di tutto affinché gli ispettori non trovino niente".
Per provare che l'Iraq nasconde le prove e le armi agli ispettori, Powell ha fatto ascoltare alcune delle registrazioni telefoniche intercettate, nelle quali ufficiali iracheni a conoscenza in anticipo dei movimenti degli ispettori, gestiscono lo spostamento delle armi tra più di 30 dei siti sospetti.Il segretario di Stato Usa, dopo aver ricordato che le informazioni messe a disposizione dell'Onu oggi vengono da persone che hanno rischiato la propria vita per ottenerle e trasmetterle, ha rivelato anche l'esistenza di una commissione irachena dedicata a "spiare" i movimenti degli ispettori.Prima di passare al capitolo riguardante le armi chimiche e batteriologiche, Powell ha avvertito il Consiglio che l'Onu rischia "l'irrilevanza", se consentisse all'Iraq di porre ostacoli alle ispezioni: "Questa organizzazione rischia l'irrilevanza se consente all'Iraq di continuare a sfidare la sua volontà senza rispondere efficacemente e immediatamente".Le armi chimiche e batteriologiche: le foto satellitariEd ecco le prove promesse sulle armi chimiche e batteriologiche, illustrate con foto satellitari.
Saddam "non ha giustificato neanche un cucchiaio dell'antrace che ha prodotto".
L'Iraq ha studiato decine di agenti biologici, carbonchio, botulino, febbre emoraggica, testando le armi chimiche anche su 1600 prigionieri, e sta studiando un sistema per la dispersione degli agenti letali da aerei.Le armi chimiche, ha proseguito Powell, vengono nascoste in edifici civili, e trasportate in 18 laboratori mobili per armi biologiche, sia su camion che su vagoni ferroviari.
Saddam è in possesso di "100-500 tonnellate di armi chimiche" e ha recentemente autorizzato i militari ad usarle se necessario: "Tale quantità di agenti potrebbe riempire circa 16.000 razzi di teatro".Il programma per costruire l'atomicaInoltre, Saddam Hussein "è determinato ad avere la bomba atomica", possiede tubi per l'arricchimento dell'uranio e 2 dei 3 elementi per costruire l'atomica, con numerosi tentativi di procurarsi clandestinamente materiali da undici paesi.I missili dalla gittata proibitaMa il regime iracheno è pericoloso anche perché in possesso di missili dalla gittata proibita: sta sperimentando un missile con una gittata di 1200 chilometri capace di colpire obiettivi in Egitto, Turchia, Russia e Arabia Saudita e già ne possiede uno dalla gittata di 900 chilometri.I legami con il terrorismoIl rapporto di Powell è proseguito con le prove sui contatti tra l'Iraq e il terrorismo internazionale, legami che risalgono a decenni fa.
In particolare, accusano gli Usa, è stato offerto rifugio a membri di Al Qaeda, ufficiali iracheni si sono incontrati ripetutamente con esponenti della rete di Bin Laden, almeno per 8 volte."La rete di Al Qaida è attiva in Iraq", ha precisato il segretario di Stato Usa, ricordando i viaggi di Abu Mussab Zarkawi a Baghdad, l'ultimo nel maggio 2002, durante il quale, "per ragioni mediche una ventina di estremisti di Al Qaida sono giunti nella capitale irachena".
"Agenti di Al Qaida legati a Abu Mussab Zarkawi hanno complottato negli ultimi mesi contro Gran Bretagna e Francia e sono al lavoro in Cecenia e Georgia".Esprimendo lo sdegno degli Usa per le numerose violazioni di diritti umani perpetrate da Saddam, Powell ha avvertito che "non si fermerà finché non lo fermeremo", "è determinato a tenere le armi, mentre distrugge solo le prove".
"Non possiano rischiare e non rischieremo" di lasciare le armi di distruzione di massa in mano a Saddam per qualche altro mese o per qualche anno, "non è un'opzione, non nel mondo del dopo 11 settembre".Le risposte di Cina, Russia, Francia e Gran BretagnaIl ministro degli Esteri britannico Jack Straw ha definito la relazione di Powell un "possente atto di accusa" e ha fatto notare che Saddam "lancia una sfida a tutte le nazioni presenti" e che il tempo rimasto "è pochissimo", ma i ministri degli Esteri di Cina e Russia hanno frenato, sottolineando che il lavoro degli ispettori deve proseguire.Il cinese Tang Jiaxuan ha accolto con favore le prove Usa, ma "gli ispettori hanno lavorato per due mesi e non sono ancora in grado di trarre conclusioni.
Appoggiamo la loro richiesta" di proseguire il lavoro, ha dichiarato.Concorda il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov: gli ispettori dell'Onu e dell'Aiea devono proseguire i loro lavori in Iraq, in modo da informare in modo dettagliato la comunità internazionale e verificare le informazioni fornite oggi dal segretario di Stato Usa.
Secondo Ivanov, una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza sarà comunque necessaria, ma forse ce ne vorrà più d'una, ha avvertito, e le informazioni fornite oggi da Powell, di cui ha sottolineato l'importanza, "hanno bisogno di nuove ed immediate risposte" da parte di Baghdad.Anche secondo il ministro degli esteri francese Dominique de Villepin, tocca agli ispettori dell'Onu accertare i fatti illustrati da Powell.
Il ministro è stato però duro con l'Iraq: la riunione di oggi rafforza "l'unità del Consiglio", in questa fase, bisogna concentrarsi sulle armi bio-chimiche e ha definito "non accettabile" la mancanza di rispetto, da parte dell'Iraq, della risoluzione 1441, non escludendo nessuna opzione, neppure l'uso della forza, che rimane comunque solo l'ultima risorsa.
In una relazione dettagliata, per punti, documentata con intercettazioni telefoniche e foto satellitari, Colin Powell ha cercato di dimostrare al Consiglio di Sicurezza la materiale violazione, da parte dell'Iraq, della risoluzione Onu 1441.
Cina, Russia e Francia frenanoNew York, 5 febbraio 2003 - Il segretario di Stato americano Colin Powell ha esordito ricordando che "gli ispettori non sono detective", ha accusato il dittatore iracheno Saddam Hussein di "non fare nulla per disarmare", nascondendo armi … proibite e programmi agli ispettori: "Abbiamo scritto la risoluzione 1441 - ha ricordato - per preservare la pace e per dare all'Iraq un'ultima chance, l'Iraq non l'ha colta".Le prove nascoste agli ispettori: le intercettazioni telefonicheSaddam, è l'accusa di Powell, "ha minato il lavoro degli ispettori", le armi "sparivano prima delle ispezioni", "sta facendo di tutto affinché gli ispettori non trovino niente".
Per provare che l'Iraq nasconde le prove e le armi agli ispettori, Powell ha fatto ascoltare alcune delle registrazioni telefoniche intercettate, nelle quali ufficiali iracheni a conoscenza in anticipo dei movimenti degli ispettori, gestiscono lo spostamento delle armi tra più di 30 dei siti sospetti.Il segretario di Stato Usa, dopo aver ricordato che le informazioni messe a disposizione dell'Onu oggi vengono da persone che hanno rischiato la propria vita per ottenerle e trasmetterle, ha rivelato anche l'esistenza di una commissione irachena dedicata a "spiare" i movimenti degli ispettori.Prima di passare al capitolo riguardante le armi chimiche e batteriologiche, Powell ha avvertito il Consiglio che l'Onu rischia "l'irrilevanza", se consentisse all'Iraq di porre ostacoli alle ispezioni: "Questa organizzazione rischia l'irrilevanza se consente all'Iraq di continuare a sfidare la sua volontà senza rispondere efficacemente e immediatamente".Le armi chimiche e batteriologiche: le foto satellitariEd ecco le prove promesse sulle armi chimiche e batteriologiche, illustrate con foto satellitari.
Saddam "non ha giustificato neanche un cucchiaio dell'antrace che ha prodotto".
L'Iraq ha studiato decine di agenti biologici, carbonchio, botulino, febbre emoraggica, testando le armi chimiche anche su 1600 prigionieri, e sta studiando un sistema per la dispersione degli agenti letali da aerei.Le armi chimiche, ha proseguito Powell, vengono nascoste in edifici civili, e trasportate in 18 laboratori mobili per armi biologiche, sia su camion che su vagoni ferroviari.
Saddam è in possesso di "100-500 tonnellate di armi chimiche" e ha recentemente autorizzato i militari ad usarle se necessario: "Tale quantità di agenti potrebbe riempire circa 16.000 razzi di teatro".Il programma per costruire l'atomicaInoltre, Saddam Hussein "è determinato ad avere la bomba atomica", possiede tubi per l'arricchimento dell'uranio e 2 dei 3 elementi per costruire l'atomica, con numerosi tentativi di procurarsi clandestinamente materiali da undici paesi.I missili dalla gittata proibitaMa il regime iracheno è pericoloso anche perché in possesso di missili dalla gittata proibita: sta sperimentando un missile con una gittata di 1200 chilometri capace di colpire obiettivi in Egitto, Turchia, Russia e Arabia Saudita e già ne possiede uno dalla gittata di 900 chilometri.I legami con il terrorismoIl rapporto di Powell è proseguito con le prove sui contatti tra l'Iraq e il terrorismo internazionale, legami che risalgono a decenni fa.
In particolare, accusano gli Usa, è stato offerto rifugio a membri di Al Qaeda, ufficiali iracheni si sono incontrati ripetutamente con esponenti della rete di Bin Laden, almeno per 8 volte."La rete di Al Qaida è attiva in Iraq", ha precisato il segretario di Stato Usa, ricordando i viaggi di Abu Mussab Zarkawi a Baghdad, l'ultimo nel maggio 2002, durante il quale, "per ragioni mediche una ventina di estremisti di Al Qaida sono giunti nella capitale irachena".
"Agenti di Al Qaida legati a Abu Mussab Zarkawi hanno complottato negli ultimi mesi contro Gran Bretagna e Francia e sono al lavoro in Cecenia e Georgia".Esprimendo lo sdegno degli Usa per le numerose violazioni di diritti umani perpetrate da Saddam, Powell ha avvertito che "non si fermerà finché non lo fermeremo", "è determinato a tenere le armi, mentre distrugge solo le prove".
"Non possiano rischiare e non rischieremo" di lasciare le armi di distruzione di massa in mano a Saddam per qualche altro mese o per qualche anno, "non è un'opzione, non nel mondo del dopo 11 settembre".Le risposte di Cina, Russia, Francia e Gran BretagnaIl ministro degli Esteri britannico Jack Straw ha definito la relazione di Powell un "possente atto di accusa" e ha fatto notare che Saddam "lancia una sfida a tutte le nazioni presenti" e che il tempo rimasto "è pochissimo", ma i ministri degli Esteri di Cina e Russia hanno frenato, sottolineando che il lavoro degli ispettori deve proseguire.Il cinese Tang Jiaxuan ha accolto con favore le prove Usa, ma "gli ispettori hanno lavorato per due mesi e non sono ancora in grado di trarre conclusioni.
Appoggiamo la loro richiesta" di proseguire il lavoro, ha dichiarato.Concorda il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov: gli ispettori dell'Onu e dell'Aiea devono proseguire i loro lavori in Iraq, in modo da informare in modo dettagliato la comunità internazionale e verificare le informazioni fornite oggi dal segretario di Stato Usa.
Secondo Ivanov, una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza sarà comunque necessaria, ma forse ce ne vorrà più d'una, ha avvertito, e le informazioni fornite oggi da Powell, di cui ha sottolineato l'importanza, "hanno bisogno di nuove ed immediate risposte" da parte di Baghdad.Anche secondo il ministro degli esteri francese Dominique de Villepin, tocca agli ispettori dell'Onu accertare i fatti illustrati da Powell.
Il ministro è stato però duro con l'Iraq: la riunione di oggi rafforza "l'unità del Consiglio", in questa fase, bisogna concentrarsi sulle armi bio-chimiche e ha definito "non accettabile" la mancanza di rispetto, da parte dell'Iraq, della risoluzione 1441, non escludendo nessuna opzione, neppure l'uso della forza, che rimane comunque solo l'ultima risorsa.
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