Carta 14 giugno, ripartiamo. 1989-1999: dieci anni dalla svolta della Bolognina" org. dai "Democratici di Sinistra" presso l'Aula Absidale Santa Lucia, via De' Chiari 25/a

Bene
Buonasera
Prima di tutto
Desidero ringraziare
Voi tutti per avere accolto il nostro invito così come naturalmente
Desidero ringraziare
Walter Veltroni
E Arturo Parisi che ci raggiungerà
Pur pressato dall'impegno e dalla sua campagna elettorale per aver accolto l'invito di carta quattordici giugno
Quattordici giugno
Potrebbe sentirsi tranquillamente libera dal dovere di motivare le ragioni che hanno condotto a promuovere questo incontro
Gli eventi
Di qualche rilievo
Meritano la memoria
E meritano che si torni a riflettere sulla loro natura
Sul loro carattere quando si sia nella condizione di poterli valutare anche dalle conseguenze che hanno generato oltre che per il contesto entro il quale sono stati prodotti
Quel discorso
Di quella domenica di dieci anni fa
Che lasciava presagire tutto come hanno ripetuto i giornali queste ultime ore lasciava presagire tutto circa il futuro
Della maggior forza della sinistra italiana costituì certamente un evento di qualche rilievo
Per la vicenda dei Comunisti italiani
Ma altrettanto certamente per l'intera sinistra e per l'intero sistema politico italiane
E però io credo che ci sia una ragione più profonda e più forte e che va resa esplicita a giustificazione del nostro essere qui oggi
La svolta della Bolognina infatti fu un evento politico
Un evento dunque che si manifestò come espressione di intuizioni e come dichiarazione
Di intenzioni e che costitutivamente voleva essere produttivo di conseguenza
Ecco allora
Ciò che merita una riflessione davvero utile per l'oggi è tutt'altro che commemorativa
Sta precisamente nel commisurare quelle intenzioni
E quelle conseguenze volute ed attese
Alla effettività delle trasformazioni politiche successive
Di tali conseguenze una è troppo evidente perché era si debba commentare
Quella svolta quasi uno straordinario colpo di reni
Ha evitato ai comunisti italiani di essere sepolti dalle macerie dei muri
Ed ha consentito al Partito democratico della sinistra di essere tra i protagonisti di questa seconda fase della vita repubblicana sino al punto che un segretario del Partito democratico della sinistra stesso e oggi Presidente del Consiglio
Valga per tutti più efficace di ogni altro lamentare il commento intriso di stupore orli Pilato
Con cui Silvio pure Berlusconi poche sere fa ha denunciato questa che a lui pare la mostruosità italiani
Ma di ben maggiore interesse per una riflessione attuale paiono a me e altre intuizioni ed altre intenzioni
Meno produttive e di conseguenza effettuarli
Meno coerentemente perseguite Danzi in parte
Accantonate talora quasi lasciate cadere e che tuttavia tutt'altro che essere marginalizzate ed espunte dal reale processo politico sempre più chiaramente costituiscono una strumentazione concettuale
Necessaria ad affrontare le sfide del presente
Ieri sul Corriere della Sera Paolo Franchi affermava che la sinistra italiana di tradizione comunista dovrebbe ancora attraversare una propria vado a pescare
Non ne sono non ne sono pronti
Quantomeno
Quantomeno non ne sono convinto del tutto
Mi ero accorto che non era perbacco modo sberle ma per la natura Paradiso che saluto anche
Non ne sono del tutto convinto dicevo se prendo in mano
Quella dichiarazione di intenti dell'ottobre novanta che costituisce il più importante riferimento documentale della svolta di Occhetto
Trovo affermazioni prive di ogni ambiguità
Il ripudio della pianificazione centralizzata e l'opzione per l'indirizzamento del mercato alla soddisfazione di finalità sociali ed umane
Il problema del potere considerato non più come problema della Presa del potere statale ma come il processo di democratizzazione integrale della politica e della società civile sono certo affermazioni formulate solo asseverativa mente quasi apodittiche
Bisognose cerotto di uno svolgimento discorsivo che possano approdare ad una nuova lettura dei processi sociali ad un nuovo senso comune
E tuttavia sono affermazioni nitide e discriminanti
Ed accanto a queste in quello stesso documento trovo idee di intuizioni che segnalano esattamente gli ostacoli che in questi anni ed ancora oggi
Dobbiamo cercare di superare e che indicano esplicitamente le condizioni necessarie per poterli affrontare con successo
La crescente interdipendenza globale
Ed il declino dello Stato-nazione
E quindi l'esigenza di una consapevolezza politica ed istituzioni democratiche di scala planetaria
Altrettanto rapidamente crescenti
Tutto ciò avviene lì visto come drammaticamente urgente per affrontare il futuro per affrontare un futuro che si dice
Non reca automaticamente con sé un'era di pace e di giustizia che faccia seguito alla fine del Governo bipolare del mondo
Di che cosa si parla qui
Se non dell'ostacolo che affanna tutto il campo di centrosinistra in Italia in Europa e persino negli Stati Uniti d'America
Nell'epoca in cui l'opzione scienza degli Stati nazionali rende obsoleto il compromesso socialdemocratico
Nel momento in cui la mobilità e la vita transnazionali del capitale finanziario sia autonomi rispetto agli ambiti territoriali
E dagli strumenti politici democratici di distribuzione della ricchezza e di produzione del Welfare
Solo intuizioni certamente però questo sì l'intuizione
Che l'affermarsi del gigantesco processo di globalizzazione di interdipendenza planetaria come si esprimeva Gorbaciov in quegli anni
Ha condotto non solo al fallimento storico e dal crollo del socialismo reale ma anche reso necessario e possibile un nuovo inizio per i Comunisti italiani naturalmente
Ma un nuovo inizio per tutta la sinistra ed anzi un nuovo inizio ancora lì si dice per un movimento di sinistra e democratico che si proponga di dar vita ad un nuovo Progetto di trasformazione un movimento rispetto al quale coloro che escono dalla storia del comunismo italiano
Possano essere parte e promotore sarebbe naturalmente sbagliato vedere con un capovolgimento dei tempi in quel movimento di sinistra e democratico una descrizione dell'Ulivo
Ma altrettanto sbagliato sarebbe non riconoscere che il movimento dell'Ulivo quel suo spirito del novantasei furono una prima risposta una prima soluzione al problema che lì era stato indicato
Tanto più sono convinto di questa affermazione perché penso che l'Ulivo lo spirito del novantasei furono possibili ed ebbero successo proprio in quanto si pensarono precisamente come un nuovo inizio
Come un atto successivo ad un tornante storico che costringeva a formulare nuovi progetti entro un territorio entro uno scenario completamente nuovi oggi quell'Ulivo è morto è stato ucciso e tutti siamo impegnati nel tentativo di trovare i modi e le forme per ricostruirlo
O per costruire qualcosa che sia in grado di assolvere la sua stessa funzione io sono tra coloro che pensano che un nuovo polo di centro sinistra una nuova coalizione che sia soggetto politico
Potrà darsi solo sulla base di un'autentica disponibilità delle forze che la promuovono a convergere in un grande partito democratico dei riformisti italiani
Quale possa essere
Ritengo che anche questo sia per Arturo Parisi naturalmente l'associazione quale possa essere il percorso di una simile convergenza dovrà evidentemente essere scoperto nel vivo dei processi reali
Ma l'intenzionalità questo io credo dovrebbe essere esplicitamente e sinceramente dichiarata
La politica italiana ha disperatamente bisogno di una formazione politica di uno strumento quale potrebbe essere un partito democratico
C'è qualcosa di spezzato nella politica italiana o come ha detto proprio Occhetto la politica sembra essersi rotta
C'è un disincanto nel Paese che fortunatamente non è abbandono ma risentimento verso una politica che appare troppo spesso come sequestrata da ristrette oligarchia
Queste stesse oligarchie Verano se stesse e si adornano enfatizzando retoricamente tradizioni differenze percorsi storici e patrimoni culturali
Che rischierebbero l'estinzione
O peggio la fossa comune se si realizzasse la perniciosa idea del partito democratico
E sembrano non vedere
Che quelle tradizioni quelle differenze quei percorsi storici patrimoni culturali vengono ogni giorno soffocati
Entro forme organizzative sempre più estenuato e e condotti in questo modo si ad una morte per asfissia non si tratta evidentemente
Di rimuovere un passato che in tal caso si vendica Rebbe riemergendo continuamente
Si tratta piuttosto di fare i conti con il passato nell'unico modo possibile affrontandolo senza reticenze e senza pudori e liberando così le energie necessarie alla costruzione di un Comune Progetto di futuro
Sarà questa io credo la prova sulla quale si formeranno le nuove leadership nel campo di centro sinistra
Quali esse saranno ciascuno di noi può trovarsi ad immaginare riconoscere io mi sento certo che dovranno possedere due indispensabili caratteristiche l'onestà e la curiosità intellettuale
Senza onestà intellettuale sarebbe impossibile rompere i ranghi rompere il sequestro della politica per restituirla i suoi legittimi proprietari
Produrre l'autorevolezza e la credibilità necessarie per trasformare l'energia del risentimento in impegno e partecipazione
Senza curiosità intellettuale sarebbe impossibile agli aerei alzare gli occhi sul nuovo mondo in cui ci troviamo a vivere
Prevarrebbe un senso di vertigine un agorafobia che ci condannerebbe alla manutenzione di vecchi strumenti ci priverebbe dell'orgoglio dei nostri ideali e ci impedirebbe la ricerca di nuove vie per farli vivere nelle nostre società
Finisco qui convinto di non essermi allontanato dalla ragione del nostro incontro
Questa onestà e questa curiosità intellettuali infatti di cui ho parlato sono risorse non troppo distanti da quell'etica della convinzione
Cui bisogna fare appello quando si sia condannati come accadde ad Occhetto dieci anni fa
A compiere scelte radicali e a sperimentare la solitudine della decisione
Da lei adesso la parola se siete fare adesso la parola se siete d'accordo al professor Pietro Scoppola
Ma io rispetto alle cose che ci ha detto ora
Laforgia
Faccio un passo indietro
Gli amici di Carta quattordici giugno mi hanno
Mi hanno invitato a offrire qualche spunto di riflessione sul significato storico
Di questa svolta che cosa ha rappresentato non solo per il partito comunista ma per la storia della democrazia nel nostro Paese in rapporto a questo evento epocale che è stato il crollo del muro di Berlino
E dico subito una mia sensazione espressa già allora dieci anni fa e che pur tornato di recente ad esprimere che intorno all'evento
Dieci anni fa come oggi ci sia stato
Del trionfalismo
Ah critico
Certo non ci sia allegria mai abbastanza delle ritorno alla libertà
Per il riemergere di condizioni di libertà per popoli che l'avevano perduta
E che non arriva che ne erano rimasti privi per decenni ma del trionfalismo per quanto riguarda il poi seguito l'idea che la soluzione fosse definitiva c'è stato perfino un autore francese Fukuyama che ha scritto un libro la fine della storia
L'idea cioè di una
Di una svolta radicale in cui il conflitto era cessato e viceversa i conflitti sono tornati in qualche misura lavoro alla storia d'Europa è tornata indietro agli inizi del nostro secolo con quei conflitti etnici
Con le guerre balcaniche così come li aveva conosciuti all'inizio del secolo
Di recente Intergrass in una intervista al Corriere della Sera ha sottolineato quanti problemi ha abbia aperto il crollo del muro delle rapporto fra le due Germanie
Di più la fine del comunismo non assegnato il crollo del muro di Berlino che è il simbolo della fine del comunismo non assegnato la soluzione dei problemi dai quali il comunismo è nato questa cosa va detta con forza
I problemi dai quali il comunismo è nato sono rimasti tutti lì si sono moltiplicati hanno assunto dimensioni planetarie non sono più problemi sociali interni a una comunità nazionale ma sono problemi che toccano i rapporti fra nord e sud del mondo
E ce li abbiamo sulle spalle
Dopo che una soluzione è fallita
Che sia fallita non c'è dubbio ma dopo che una soluzione i falli dei problemi sono rimasti tutti in dimensioni ha cresciuto in dimensioni planetarie
La fine del comunismo
Il crollo del muro di Berlino in coincidenza con il bicentenario della Rivoluzione francese
Vi ricordate questo accostamento nella stampa soprattutto in certa stampa
In certa stampa borghese diciamo pure certa stampa cosiddette indipendente la benefiche la rivoluzione francese e la malefica l'evoluzione del diciassette contrapposte
Questo tipo di contrapposizione non ha messo in evidenza a mio avviso quello che viceversa e il nodo centrale del problema e rispetto al quale la svolta della Bolognina a tutto il suo rilievo storico
Con il comunismo è crollato il mito del rivoluzione l'idea cioè che si possa con un atto decisivo una volta sola CRAI condizioni di libertà e di giustizia per l'umanità lo ha detto molto bene la Hannah Arendt
In un saggio uscito all'indomani degli eventi
Sulla rivoluzione il fascino magico
Che la necessità storica ossia l'idea del determinismo ha esercitato sulle menti degli uomini dall'inizio del diciannovesimo secolo in poi
Fu ancora potenziato dalla Rivoluzione d'ottobre che per il nostro secolo ha avuto lo stesso profondo significato che la rivoluzione francese aveva avuto per i suoi contemporanei
Quello di cristallizzare in un primo tempo il meglio delle speranze umane e poi sperimentare tutta la misura della loro disperazione
Ecco il mito della rivoluzione che ha dominato il nostro secolo
Ripetendo in qualche misura l'esperienza aperta la rivoluzione francese cioè queste parole della ente questa giusta intuizione del nesso il mito della rivoluzione
Ha le sue radici nel pensiero di Urso ripreso e sviluppato e approfondito da Marx
E nasce dall'idea che il male venga dalla società e che si possa con un atto risolutivo con un cambiamento radicale dalla società si possa creare condizioni di libertà e di giusti mentre la tradizione democratica
Quella vera alle sue radici consentitemi di esprimere qui questa convinzione con grande franchezza nella temi la tradizione ebraico cristiana per la quale il male viene dalla coscienza dalle al rischio della ribaltata la coscienza dell'uomo
E quindi la demo e la risposta a questo è la divisione del potere la possibilità della ricambio
La lo sforzo continuo per la giustizia per far fronte alle condizioni dis di diseguaglianza che spontaneamente gli uomini continuano a creare nella loro esperienza
La condizione di questo che l'alternanza è necessaria perché l'alternanza è la condizione perché non si cristallizza il potere
Il crollo del mito della rivoluzione sia si esprime Milla intuizione della centralità del problema dell'alternanza e questa è la scelta che Occhetto affatto culturalmente
E che non era per nulla scontata nella precedente cultura del Partito comunista
Consentitemi di sottolinearla dietro al danno l'idea del compromesso storico di Berlinguer
Lo ha scritto
Credo con fondamento alto Aldo Schiavone in una sua intervista di alcuni anni fa
Ancora fondata sulla
Ipotesi della rivoluzione sull'idea che un'unione fra le forze popolari di estrazione cattolica e le forze popolari di astrazione
Socialista comunista potesse a pulire una stagione nuova nuova e non puoi supponeva non implicava la possibilità della ripensi di vita
In un saggio
Di un
Di un collega Luciano Gruppi che è stato il anche se non sbaglio direttore dell'Istituto Gramsci
Il Partito comunista italiano le fonti e gli sviluppi storici teorici e cultuali della politica comunista che è dell'ottantuno dunque posteriore alla fase all'arco dell'esperienza della solidarietà nazionale si legge
L'alternanza e possibile fra i partiti che pur avendo basi sociali diverse non pongono in discussione il sistema capitalistico e la sostanza del suo potere statale
Come quando si passa da una maggioranza conservatrice ad una maggioranza laburista in Gran Bretagna
Ma quando l'alternanza è qualcosa di più è un'alternativa al potere di forze sociali e politiche che hanno una diversa concezione della società allora lo scontro di classe supera i limiti delle competizioni parlamentari questa è la cultura che ancora ha dominato gli anni del compromesso storico e che è rimasta presente nel partito comunista
Ed è una cultura che non è compatibile con il concetto di democrazia quale si è venuto formando nel grande filone della tradizione liberaldemocratica soprattutto d'ispirazione anglosassone
E su questo terreno che la svolta assume il suo significato più profondo
La crisi del partito comunista sotto la pressione degli eventi dell'est si è accelerata dopo l'inizio dell'ottantasette il comunismo non appariva più una speranza un obiettivo per il futuro ma un passato da cui uscire
Ma la crisi non aveva distrutto e questo è un punto su cui vorrei insiste il grande patrimonio di impegno e di solidarietà che la militanza comunista aveva accumulato nel nostro Paese
Perché questo è un dato obiettivo
Si trattava di raccogliere questa eredità evitare ad essa una nuova espressione politica
Io voglio qui ricordare le parole di Benigno Zaccagnini che voi pochi giorni prima del crollo del muro di Berlino e che in un in uno dei suoi ultimi discorsi intuì l'esistenza di questo problema
Disse Zaccagnini la crisi del comunismo è irreversibile ma il nostro problema è di capire se questa forza delusa approderà a un moderno radicalismo del benessere o alla solidarietà
Di un nuovo umanesimo
L'intuizione dell'esistenza di una falsa morale che aveva bisogno di una cultura nuova di un orientamento nuovo ma che dovesse dispensa delle sue energie le sue capacità
E la la la linea scelta da Occhetto è stata quella di una coraggiosa rottura Honduras discontinuità
Io non voglio adesso farla troppo lunga con questi e soprattutto non voglio fare qui una difesa della scelta che Occhetto ha fatto perché era fatta Luís si difende da sola ma mi ha colpito riflettendo su quell'evento e scrivendo su quell'evento
Che per alcuni critici della svolta
La diversità del comunismo italiano rispetto al modello moscovita già consolidata dalle scelte di Berlinguer
Non avrebbe imposto una rottura così clamorosa implicante il cambio del nome e che di fatto approntato alle lacerazioni che tutti conoscono che tutti hanno
Perché fra l'altro
C'era il problema aperto della ridefinizione del rapporto fra democrazia e capitalismo alla ridefinizione del Welfare
E il tema aveva nell'opera di Hobsbawm il secolo breve una funzione fondamento puntuale in fondo l'idea di chiudere il secolo fa alla rivoluzione
La fine del comunismo dal diciassette all'ottantanove che la tesi di oggi
E una te è una è un'idea che da al comunismo un peso esclusivo ed eccessivo nella storia di questo secolo cardinal Martini ha parlato di secolo non più brave
Perché il dramma dell'uomo continua
E il comunismo è stato un momento del dramma della storia dell'umanità
Dicevo questi critici gli USA sostenevano che in sostanza non era necessaria la rottura perché già c'era stato il nelle il la presa di distanza di Berlinguer da Mosca Asor Rosa in una sua narrazione fra riflessione critica e memoria
Sottolinea che il retroterra della svolte da individuare in una elaborazione
Culturale presente radicato nel Partito comunista e che cito sia pure con ritardi abissali è il corpo vivente del Partito comunista italiano il nome è una sua frazione minoritaria
E a questa lunga io la vocazione avrebbero contribuito tutte le componenti del TAR
E viceversa a mio avviso l'arretratezza delle posizioni culturali cui ho fatto cenno soprattutto su quel punto della concetto di democrazia
Necessariamente legato alla possibilità dell'alternanza diverse dell'alternativa reversibile e non dell'alternativa di classe che genera ogni giorno egemonia nuova un'egemonia che crea condizioni di reversibilità
Questa rete tesa su questo punto non poteva essere superata se non con uno sta una rottura soltanto una rottura poteva rendere evidente questo e previsione su questo dato che occorrerebbe riflettere più a fondo anche alla base tre militanti perché si creassero le condizioni di quella cultura
Sulla quale noi oggi alla quale noi oggi tendiamo che è la cultura dell'alternanza la cultura della democrazia dell'alternanza
Ci sarebbero altri punti da toccare ma lascio non voglio
Certamente è uno degli elementi che spinsero Occhetto avrà accelerazione finale fu la costatazione presente anche nella stampa straniera che erano più avanti i pentiti comunisti dell'ex dell'estate del Partito comunista italiano ci fu una intervista del del Times se non ricordo male del venticinque ottobre ottantanove in cui si diceva senza mezzi termini che i partiti di ex partiti comunisti dell'Est
Avevano chiesto l'ammissione all'Internazionale socialista eccetera mentre il Partito comunista italiano ancora si attardava in discussioni interne ecco questi dati impresse o alla svolta quel carattere di eccezionalità per carattere vorrei dire di rottura improvviso che ha avuto e che doveva venire con i costi che erano inevitabili che erano necessari
Cosa c'entra tutto questo col discorso che giustamente La Forgia introdotto delle prospettive di una in conto fra tradizioni riformisti che nel nostro Paese hanno radici culturali diverse c'entra molto
Perché il terreno culturale su cui trovare insieme la prima condizione se non definiamo
Sia pure a me a maglie larghe qual è la base culturale comuni la base culturale comune non può che essere questo concetto della democrazia una democrazia che senta continuamente sollecitata
Dati emissioni etiche da tensioni morali da quella che Moro chiamava il il principio di non appagamento
La differenza antropologica fra destra e la sinistra
E nel fatto che l'uomo di sinistra anche se si deve realisticamente fermare di fronte alle condizionamenti del reale ne soffre mentre l'uomo di destra se ne compiace
Questa è la differenza antropologica più profondi fa la destra e la si
Al di là
Di questa differenza antropologica che noi sentiamo che viviamo che veniamo presenti gli uomini che hanno una una sensibilità di sinistra
Occorre però di finire una base culturale io credo che la base culturale prima di tutti vuole questo concetto
Della democrazia che il Partito comunista conquistato attraverso uno strappo che ha dato vita al nuovo partito carovita ad un'evoluzione se mai c'è da interrogarsi sulla gestione successiva
Perché questo sta collegata a questa intuizione culturalmente feconda
E un'intuizione dettata ai grandi eventi epocali che abbiamo di cui ricordiamo sì detti dieci anni fa
Perché non ha potuto tutti sui frutti fino in fondo
Alla base del partito perché non ha cambiato mentalità comportamenti questi sono i problemi su cui sette ma non c'è dubbio che su questa via e possibile aprire alla democrazia nel nostro Paese sviluppi più aperti più coerenti con il livello delle grandi democrazie occidentali via
Passerei la parola
A Giovanni Bianchi
Ringrazio dopo
La Forge Pietro Scoppola almeno sarà necessariamente Sermonti e però l'attacco
La risposta della Bolognina alla caduta del muro la densità del problema non può essere detto umilmente allora mi servo di un'espressione del Santo Padre al diessino
Quando riferendosi alla caduta del Muro disse è crollato il più grande esperimento di ingegneria umana che la storia ricordi
Sembra ormai per Giovanni Paolo secondo è crollato il più grande esperimento di ingegneria umana che la storia ricco
E visto che Scoppola ricordato Zaccagnini i viene alla mente un dibattito parlamentare siamo nel luglio del sessantatré un governo M. balneare dell'onorevole Leone
E Zaccagnini intervenendo dopo Palmiro Togliatti e dice quel muro cadrà non perché aggredito dall'esterno ma perché roso dall'interno dalla voglia di libertà di quei pochi
Bene la Bolognina esattamente risposta questo problema che un minore none
Con una domanda inquietante
Perché si avvicina a partire dalla mia cultura definiamola rapidamente cattolico democratica popolare al problema
Le macerie del muro nel nostro Paese hanno finito col fare più morti e feriti nel campo dei crociati che non in quello di Agrama
Forse perché la risposta è stata la più coraggiosa più pronta ma io credo c'è una domanda che interessa la mia parte ma una domanda che ci interessa dentro questa transizione infiniti
Pongo in quindi una duplice condizione
Dalla quale è guardare
A questo passo
Da una parte uno sradicamento Ina mi dispiace ma è così delle grandi culture popolari
Uso il termine della vai
Lo sradicamento
Una inchiesta poco nota
Sulla catechesi della Diocesi di Milano voluta dal cardinal Martini non la cito evidentemente per Fini pastorali ma per il risultato che dava già dieci anni fa affermava che questo sradicamento non appartiene più soltanto alle classi giovanili ma appartiene già alle classi mature quindi un fenomeno col quale fare i conti e dall'altra parte però se il lo sradicamento vegliava il reale
Dall'altra il bisogno per la memoria di Nora lasciare vuoti e soprattutto di non rimuovere io credo che questo sia un dover dalla classe dirigente complessiva di questo Paese dell'intellettualità dei politici
Non rimuove c'è un bisogno di ricollegare attraverso la memoria perché questo è un bisogno che poi da i suoi effetti anche sul presente
Anche qui per analogia potrei dire
Credo sia problematico sia sotto discussione per quel che riguarda il cattolicesimo politico il problema di un partito all'ispirazione cristiana
è un problema però che non può essere affrontato con una facile ed emozione
Le nostre culture possono produrre possono confrontarsi più decisamente con il moderno se non lasciano vuoti di memoria si possono dismettere anche le grandi aree industriali
A memoria storica non la possiamo dispetti e credo che questo sia un altro insegnamento che l'occasione di confrontarci con la Bolognina
Ci ho
Ed eccoci dunque nella transizione a partire da quello
A questo ripartire e chiedevo in questi giorni
Se avesse ragione
Rifacendo abilmente il verso a Woody Allen Giulio Andreotti quando si chiedeva forse mi sono distratto ma non mi sono accorto che siamo passati alla seconda rete
Va bene io credo che si tratti di una distrazione
Basta il giornalismo corrente
L'intervista di due giorni fa
Di Mancino seconda carica della Repubblica e la riproposizione del tema forte della Costituente
Basta una rilettura
E anche tanto attenta dei giornali di oggi
Per capire come dal Quirinale continua il pressing sulla esigenza delle riforme
Poi la definizione non ci obbliga a fare del nominalismo ma questo Paese cambiato le culture politiche debbono attrezzarsi la politica deve cercare ti risponde
Anche mettendo in conto che Rispetto a questa nuova fase sovente la gente commesso usabili le persone comuni sono più avanti
Del gli stessi importi
E quindi questo dà fiducia nel pensare che un certo prima di il clima di Termidoro che peraltro quarta quattordici aveva chiaramente individuato la riproposizione di una partitocrazia senza partiti non può aprire grandi chance nei profonde radici ed altra parte osservare come questa alternanza
Questa cultura bipolare più che il sistema bipolare e già per molti versi penetrato dentro i cuori dentro le attese dentro la normalità della vita dei nostri concittadini queste sono le condizioni io credo che ci consentono di ripartire al di là di una qualche usura aldilà soprattutto di una qualche malinconica
Dirò in proposito che anche la fase presente il dibattito che si è aperto intorno a una crisi governativa annunciata e poi
Non delibata ha radici tutto sommato non improvvisato
Io ho sempre pensato che il Governo
D'Alema
Non forse come si è affrettata a scrivere troppo facilmente alla stampa un governo tout-court di centro senz'è sembrato piuttosto fin dall'inizio ed apertamente lo disse D'Alema nel discorso di insediamento alla Camera lo ha ripetuto nell'intervista di pochi giorni fa a Repubblica un governo che riproduce per un qualcosa verso la logica della grossa coalizione
La coalizione non è grossa e anzi è Klein e anche addirittura precaria e però la logica è questa
L'accordo di fare un tratto insieme di lasciare il governo lavorare i problemi del Paese e poi da una parte un progetto che qualora il centrosinistra è quello dell'Ulivo dall'altra parte un progetto neo centrista che ha una sua dignità sulla carta è a mio giudizio nessuna gamba reale o comunque scarsissime gambe reale all'interno del Paese
Lo stesso Cossiga dove si è reso conto che queste gambe mancano ma il sogno la riproposizione di questo sogno non può essere io credo faccio mentalità ecco il perché della crisi e ne abbiamo di fronte quello che mi pare il problema che la transizione cita e che è rappresentato a mio giudizio dall'evocazione della metafora del partito democratico alla quale come si sa io sono molto affezionato credo di essere pressoché l'unico dei popolari però dall'ottantotto
Quando a un congresso nazionale delle ACLI lanciamo questa proposta in sala c'era Achille Occhetto e Ceva Ciriaco De Mita noi pensiamo che questa metafora non vada esorcizza
Perché non va esorcizzata
Perché pone
Un problema realisti Moggi che quello sul quale cresce quarta quattordici dove si danno le sue possibilità di crescita che chiamerei così il problema del primato della coalizione
Io credo che a partire dalla coalizione oggi si intendano anche per le rispettive identità più cose che non a partire dai recinti dall'identità medesimo sbaglia l'idea di un partito di un contenitore general generico dove ogni cultura politica mette acqua nel proprio vino io credo che le identità debbano essere dette qualche volta li date sui tetti
Cioè questo consente un dialogo non equivoco ma che accanto a questo dichiararsi delle identità abbiamo il bisogno assoluto e che fin qui abbiamo proprio
Praticato di incentivare i di implementare le occasioni di lavoro comune
Questo è il primo atto della coalizione
Questo a mio giudizio evoca la metafora del partito democratico che può essere noi dobbiamo risolvere piuttosto queste realismo in termini di coalizione che può essere anche definita con quel lessico che Fabbrini ed altri ci hanno oramai passato che
E il discorso intorno al partito coalizione
Io credo che tutto questo possa mettere
I diversi riformismi
In dialogo il dialogo evidente ripeto implementa lo le occasioni di lavoro comune
Non dimenticando che se non si va avanti e risucchia all'indietro ci sono
C'è una qualche evento di neo Gentiloni dalle mie parti
Si possono Indigo il duale facilmente
Nuovi blocchi sociali da questo punto di vista e perfino una qualche altra piattaforma la risposta anche qui non è l'esorcismo tanto meno la demonizzazione son problemi che sono reali
Il problema della scuola della sua qualità come vi è un posto ai cattolici secondo me non può essere sottovalutato non può essere affrontato facendo tabula rasa di qualsiasi pratica graduali
Ed è questo
Che dice nel contempo le ragioni del centrosinistra e dice nel contempo attenzione ad una società civile ad una cultura ad esempio il popolarismo che anzitutto da sempre cultura del civile rispetto alla quale le forme del politico debbono essere ingrato
Vi darò una risposta
Con una per l'ultima notazione
Credo sarà saggezza da parte nostra
Smettiamola di fare la caricatura del berlusconismo
Ho visto Cossiga ad esempio nel nostro congresso riminese gareggiare inabilità addirittura con Benigni
Su questo terreno ma credo sia un terreno che non ci porti granché lontano
Quello non è più un partito di plastica
E ci pone un problema
Il berlusconismo ha un suo linguaggio
La brevità mi obbliga ad essere perfino fumettisti
Sta passando il messaggio che il cittadino eminente o comunque chi è più cittadino all'imprenditore
è un messaggio che fa prese
Anche per il barista che sta dieci ore alla macchina sedici ora la macchina del caffè e così via discutibile
C'è da vedermi perfino la compatibilità con l'articolo uno della nostra Costituzione del quarantotto però un messaggio e di fronte a questo ecco che il centrosinistra ecco che il nuovo Ulivo devono porsi la domanda del proprio linguaggio io che dobbiamo fare i conti con una difficoltà in qualche caso obiettivamente con una perdita di linguaggio il ritrovarci qui il rimettere insieme a dialogare i riformismi io credo che sia un modo per affrontare
Questo che non è un problema da poco
E l'ultimo osservazioni
Bisogno
Di capacità programmatica di sogno prima ancora di Progetto anche se c'era un segno di asciutta detta non si vincono le elezioni col programma
Programma serve a governare
L'ambone elettorale si vince con una capacità di comunicazione quindi essenziale lì il problema del linguaggio tenere insieme nella distinzione le due cose mi sembra da questo punto di vista
Fondamentale ebbene però vorrei insiste da ultimo su questo ho bisogno sì di programmi ma più ancora di project credo che l'affievolimento di questa prospettiva dia anche qualche effetto qualche effetto a breve avrebbe altrimenti
Altrimenti saremmo costretti letterariamente a consolarci con l'ironia o meglio il sarcasmo
Di Mino Martinazzoli che in queste cose riesce piuttosto bene
Il quale temeva sabato scorso
Ma l'apertura
Autentica della campagna elettorale per le Regionali Lombardia un qualche capovolgimento dell'undicesima Tesi su Feuerbach
Si diceva allora i filosofi si erano limitati a descrivere il mondo
Ed era venuto il tempo di cambiarlo qualcuno poteva chiedersi opporsi nel sospetto che dopo essersi stancati ricercarlo di cambiarlo con fatica a proprie spese
Ci siano qualche tentazione di limitarsi a descrivere bene questo non era nell'atmosfera nel gesto della Bolognina
Semmai tentata come dire da un gesto faustiano
Non Dall'Igna
C'è un coraggio della politica e che si muove la dove ancora i libri non sono stati scritti bene io credo che questo coraggio debba essere riconosciuto e quel quel gesto e la sua intenzione a interrogano senza alcun annessione anche una cultura come la mia
Adesso Achille Occhetto
Va bene in questa sala universitaria credo che posso parlare la seduta
No allora che abbiamo qui un professore corregge importante che mi dice che lui parla
Il settore alla mia età quando ero giovane io parlavo anche adesso avviene paradossalmente
è in seduta voglio dire che questa è un'occasione da me molto gradita sia per il luogo l'università e poi Bologna
E sia per l'ambito perché abbiamo scelto una formula che va oltre il partito che poi è sorto dalla Bolognina
E che si rivolgerebbe fatta lo avete sentito tutti con la presenza e la partecipazione dell'area politica ideale che doveva formarsi alla luce di una nuova Costituente quella invocata in quell'occasione
E con ciò io credo abbiamo voluto sancire una considerazione essenziale
E cioè che la svolta non è questione solo di ex comunista la stessa scelta del giorno
Il giorno dalla caduta del Muro allargava l'orizzonte non lo legava un evento tragico dell'Est come sarà purtroppo di lì a poco l'apertura di fosse comuni in Romania
Ma un fatto emblematico deportata universale e cioè appunto la caduta del lo legava la consapevolezza che tutto sarebbe cambiato a destra come ad Ovest
La tesi dell'improvvisazione pertanto non regge alla prova dei fatti
Un'accurata efficacissima ricostruzione di Petruccioli sul diario
Dimostra che gran parte dello stupore che si manifestò dopo era per lo meno sorprende
Perché l'ottantanove fu un lungo anno di preparazione iniziato con l'intervista all'Espresso sulla Rivoluzione francese continuato con il viaggio negli Stati Uniti d'America dominato dall'esigenza di una nuova sinistra in Italia
E poi la manifestazione davanti all'ambasciata cinese
Dove come ricorda Petruccioli io grida i dopo avere detto che il comunismo era morto poiché fatte questo e non è che mi esprimiamo orrore condanna non possiamo chiamare ci allo stesso modo
E non era certo un ultimatum rivolto ai cinesi
Come fece lo dunque a stupirsi
Dopo di quanto facendo e cosa pensarono quanti rimasero sorpresi dall'avventatezza dalla Bolognina del fatto che dopo le elezioni europee decidemmo
Di uscire dal gruppo comunista europeo per fondare un nuovo gruppo collegato ai socialisti europei
Non sono qualche settimana prima della Bolognina capeggia in una missione in Ungheria
Dalla quale ritornai molto turbato e convocare un'ampia riunione informale anche questa molto ben descritta nel corso dalla quale disse
Nelle prossime settimane nei prossimi mesi ci troveremo di fronte al precipitare di una quantità enorme di grande la trasformazione dei partiti al potere che chiedono di entrare nell'Internazionale socialista
Sì espanderà a macchia d'olio ricordava bene
Scoppola dello spirito che ci muoveva in quel mondo
E dobbiamo augurarci
Che ciò sia ancora praticabile perché le alternative possono essere assai più traumatiche catastrofi
Per noi nasce un problema enorme urgentissimo se quel mondo si dissolve come spensero si stia dissolvendo sei partiti
Fin qui definiti comunisti si affollano per entrare nell'Internazionale socialista noi non possiamo certo a cavarcela esibendo le nostre primigenio
Saremo spazzati via dal cambiamento della situazione e anche Da Rin
Dobbiamo dunque affrontare il problema che si pone davanti a noi sia pure per ragioni del tutto diverse il problema sottolineato del nome e dell'adesione all'Internazionale che poi è tutto uno
Perché immaginerete voi che era un po'difficile sostenere che un partito comunista potesse entrare nell'Internazionale socialista
Quella riunione fu dominata da una grandissima emozione erano presenti tutti i maggiori dirigenti del partito
Come si fece poi a parlare di improvvisazione rimane un mistero classico della disinformazione e come si spiegarono poi la mia presenza ai funerali postumi di laghi
Che anche questo rimane
A mio avviso mister
E così è stato per la pretesa mancanza di democrazia certo la proposta fu fatta in totale solitudine il motivo l'ha già spiegato nelle numerose interviste di questi giorni
In politica il tempo essenziale anche l'occasione l'occasione era la caduta del muro
Su quell'occasione ho fatto precipitare una proposta a lungo meditata e preparata dagli eventi bastava aspettare una settimana non dico un mese una settimana per essere tagliati fuori dalla storia
Perché saremmo stati costretti dall'asse chieste
Se avessimo aspettato anche solo quella settimana ci avrebbero fatto passare sotto le forche caudine della vergogna per trascinarci magari inesorabilmente dentro unità speciali
Però bisogna distinguere tra proposte decisione Democratic e la decisione fu presa dentro uno dei più ampi e profondi processi democratici di tutta la storia dei partiti politici
Ricordiamo tutti quei giorni
La cosa essenziale e che allora capimmo che una continuità come quella sperimentata negli anni precedenti non aveva più nessuna ragione d'essere quella continuità andava decisamente rotta e andava rotta a partire da alcuni nuclei interpretativi di fondamentale importanza
Il primo
L'ipotesi dell'autoriforma abilità delle cosiddette società socialista
Il secondo la natura e l'essenza stessa del partito
E infine la necessità del mutamento del sistema politico e di un passaggio dal consociativismo alla cultura dell'altro
L'accettazione spessa dell'alternanza sono molto grato a Scoppola di avere anche storiografica mente sottolineato il valore di questo passaggio e di primaria importanza
Perché non dobbiamo dimenticare che anche a un uomo che fu di grande portata innovatrice con Berlinguer il passaggio per quell'uomo dall'alternativa all'alternanza era un passaggio impossibile
Cultura dei partiti
Non si è negata quindi io ritengo poi successivamente
Con sufficiente convinzione
Anche nelle fila di coloro che avevano aderito
La svolta
L'idea dell'atto di coraggio
Come sei stato corre cioè un atto di coraggio
Del tutto avulso dai conseguenti atti di rottura che sono poi messi insieme la vera storia
A partire dalla rottura del vecchio sistema politico
Dalla partecipazione in prima fila ai referendum elettorali fino alla rottura con la cultura del vecchio centrosinistra al posto dalla quale veniva collocato un rigoroso bipolarismo e quindi la visione politica corrispondente
Al bipolarismo che non era quella delle vecchie coalizione dei partiti ma quella dei due poli contro
Infatti se non fossimo stati guidati da questa cultura
Non sono non avremmo compiuto quell'atto decisivo anch'esso preparatorio della svolta che è stata la decisione di mettere per la prima volta in discussione l'impostazione proporzionalista dalla sinistra italiana
Ma avremmo potuto benissimo andare anticipatamente al governo forse già con Craxi noi dicemmo allora che dovevamo noi che eravamo per eccellenza un partito dalla Prima Repubblica restare un passo fuori dalla porta del palazzo che stava per col
Per questo la forza della svolta sta in un insieme concatenato dia perché come ebbi a dire allora tra l'incredulità dei politici di professione
La campana del nuovo inizio sonata per
E con ciò voglio semplicemente dire che l'insieme della svolta non è riducibile all'annuncio del cambio dello questa riduzione ha fatto sì che il vecchio tarlo del rinnovamento nella continuità
Così continuasse dentro la svolta e contro la svolta
Aprendo così la strada alla restaurazione della vecchia idea dei partiti e del sistema fuori
Che poi è stato il vero tarlo
Della svolta che va ricercato non dei suoi oppositori appello
Ma in quelli occulti
Quelle che allora chiamammo i malpancisti
Quel che invece la svolta indicato e che non è stato assolutamente compreso se non da un'infima minoranza
Era la necessità di una conversione delle forze del movimento operaio al primato
Era dunque proprio la peculiarità del PC che imponeva la sua conversione liberal
Però un liberalismo non convenzionale ma che si fonda sesso saldi valori e perciò in grado di contaminare unificare ispirazioni diverse i diversi riformismi italiani e diverse volontà di rinnovamento laiche capito
Il muro ecco il valore del singolo passava dentro la società e
Quel muro attraversava le coscienza i partiti le culture della sinistra
E aveva caratterizzato il modo di comportarsi di tutte le forze in campo dei comunisti e degli antico
La sua caduta avrebbe sgretolato l'insieme di quel sistema politico
E i riformismi separati dal muro
Che stava di qua che stava di là potevano ricongiunti
Ma su base totalmente
Per questo la sincera interpretazione della svolta del suo travaglio morale intellettuale
Non può ridursi all'uso di parole come liberalismo mercato come se fossero dei biglietti da visita simboli da sbandierare
Per entrare nel salotto buono
Non credo che si possa dire che la svolta è stata una deriva di destra io rifiuto questa interprete
No un cedimento al flusso opportunista o al corso delle cose e nemmeno una dura necessità che mantiene in piedi la vecchia
L'epoca nuova non poteva che aveva nel liberalismo il suo punto di riferimento comuni a tutti per quel che riguarda la sfera etica quella economica quella dell'istituzione del rapporto tra il potere
E questo si è affermato con la sua
Ma è poi chiaro che qui si riapre la sfida troppe azioni alternative se si vuole tra destra e sinistra
Ed è altrettanto chiaro
Che è difficile coniugare comunismo e libertà come giustamente ha detto
Walter Veltroni
Naturalmente Veltroni naturalmente e del tutto chiaro che con questo
Si intende per comunismo esperienza storica che sta alle nostre spalle il che non vuol dire che i comunisti
Non abbiano fatto grandi battaglie per la libertà quelle battaglie di libertà alle quali ci siamo collegati per nasce la nuova vita proprio alla Bolognina celebrando in quel modo ormai storico la battaglia di Porta a se questo è vero
è lecito allora un interrogativo esso emerge spontanei
Quali sono mai le convinzione di una parte
Dello stesso corpo del per
Tutto di una parte degli stessi dirigente dei DS per questo una campagna che non sia solo celebrativa ma di approfondimento di quello che si è voluto fare con la svolta e necessaria
Quali sono le convinzioni che tengono insieme un'interpretazione antistorica e calligrafica di Togliatti e la rivoluzione liberale
Togliatti non era certamente riconducibile solo all'affermazione pur gravissima e che gli ha fatto secondo la quale Stalin era un grande teorico Marzi
Ma indubbiamente quell'affermazione celava qualcosa dobbiamo anche dire
E quell'affermazione molto difficilmente avremmo potuta ascoltarla
Pronunciata dalle labbra di Antonio Gramsci negli ultimi anni del suo isolamento carcerario isolato come si sa in primo luogo dei comuni infine Togliatti nel corso di tutta la sua vita politica è stato un campione del movimento comunista internazionale
Ed è a partire da questa precisa circostanza
Che la sua lezione va interpretata il Togliatti campione del primato della politica che piace tanto ed è piaciuto in questi anni rilievo Carlo alle vecchie classi dirigenti democristiani e socialisti tali
Oggi non ha più nulla da dire su tanto più se sia del primato dalla politica spesso una visione statica i press Ca'o peggio improntata a un machiavellismo da strappai
Dico queste cose perché ci riconducono a un nucleo fondamentale della scuola
Quello dimenticato
Quello tra riforma della politica
Infatti è proprio sul tema delle caratteristiche del partito nuove sulla riforma della politica che c'è stata in una parte della sinistra
Una strisciante
Ma ostinata e ininterrotta polemica con le idee della scuola
Basti pensare alla melensa e falsa discussione sulla pretesa volontà di operare una contrapposizione tra società politica e società civile
Senza accorgersi che le vere novità da affrontare erano altre che cosa devono essere i partiti in questa fase storica come devono funzionare quali hanno da essere le caratteristiche della loro vita democratica in quale sistema politico devono operare
Quale generale riforma della politica e delle istituzioni necessaria quando io le caratteristiche di una democrazia dei cittadini e non dei partiti
Perciò è doveroso oltre che legittimo riprendere il discorso interrotto perché esso riguarda il futuro dalla democrazia italiana e non solo la sorte della sinistra o di un per per questo il compito di oggi
Deve essere quello di rimettere le lancette sull'ora della Bologna
Per fare questo dobbiamo cercare di non essere più solo degli ex
E l'essenziale non è tanto quello di rilanciare continuerà a temi come qualcuno ci chiede sul nostro passato quanto quello di dimostrare di averlo per davvero superato nell'ispirazione culturale di fondo e nel comportamento
E quello che io invoco sono rotture reale guardando al fu
Che Nova sul serio abbisogna fino a un certo punto anche se di questo c'è bisogno di gettare la croce sui pali per questo noi abbiamo potuto permetterci il lusso innovare senza fare delle abiure
E cosa farei dunque io oggi io farei una Bolognina tre
Nel senso che tornerei alla Bolognina per la terza volta
La prima è quella di cui stiamo parlando la seconda è stata quella di quando torna in quel luogo
Aperta sì la stagione di Mani pulite per chiedere scusa agli italiani proponendo una nuova visione del modo di essere dei partiti è la terza
La terza dovrebbe essere quella del rilancio delle condizioni ideali organizzative
Che ci permettano a tutti no e quindi non più una questione del partito da cui provengo di superare definitivamente la nostra condizione di ex gli ex comunisti gli ex socialisti di ex
E possibile fare questo
Proviamo a fare un bilancio
Se guardiamo al cammino del rinnovamento aperto dalla svolta nei suoi obiettivi fondamentali
Possiamo dire che non c'eravamo dati due compiti
Il primo quello di sbloccare il sistema politico italiano
E lo abbiamo in parte raggiunto tutti riconoscono che senza la Bolognina non saremmo andati al governo
Anche se rimane comunque aperto il problema di un autentico bipolarismo e di che cosa si va a fare
Il secondo era quello della Costituente obiettivo mancato
A causa della restaurazione cioè di una certa visione del primato del partito il fastidio per gli esterni nel nome della superiorità del politico di professione
Parliamoci chiaro
è inutile che si continui a parlare solo in termini di ritardi o accelerazione
Alla radice ci sono sempre anche dei ritardi e dell'accelerazione dei problemi politici
E la radice politica sta nel fatto che la Bolognina fu interpretata e vissuta e non c'è niente di scandalistico nel dire questo ma è del tutto ovvio che ciò doveva essere in due modi opposti che si intinto si sintetizzano bene in due slogan chiave il mio quello del nuovo inizio
E quello di D'Alema sotto la cui bandiera si accorsero tutti i malpancisti della dura necessità
Il nuovo inizio era evangelica mente il bisogno di morire per potere riso
La dura necessitare il cambio del nome come il male minore di fronte al precipitare degli eventi
Una visione che a mio avviso ha favorito la successiva restaurazione
Della vecchia pur
Ora vedo con piacere che tutti invocano la Costituente
Lo vedo con piacere perché la svolta che ha seminato l'idea della Costituente
E anche della costituente ulivista accetto con nome diverso
Sì parlo allora della contaminazione feconda tra i diversi filoni del riformismo italiano
E certo sarebbe stato meglio perché hanno son tutti capaci però se avessero poi bussato alla porta direttamente Gobetti e Gramsci
E qui ci si presentavano persone venute giù dal nulla
Quelle che io chiamavo la sinistra somme senza le capacità dei professionisti della
Ci fu una visto crack dica quanto ottusa chiusura a riccio che scoraggiò mo'
Tuttavia su questo occorre essere chiari io non penso che oggi abbia senso riunire la sinistra dentro un grande partito socialista
E lo dico con la consapevolezza che uno degli obiettivi politici principali della svolta peraltro centrato
Fu quello di fare entrare il PDS nell'Internazionale succede
Fuorviante e la contrapposizione tra problemi della sinistra italiana e il cosiddetto ulivismo lo dice bene Walter Veltroni nel documento nel suo documento conclusiva
Noi avevamo detto che si doveva andare oltre la socialdemocrazia il comunismo
Che non si trattava semplicemente di trasferirsi da una tradizione all'altro della sinistra storica europea e oggi tutto riconferma che il problema originale della sinistra italiana e quello di trovare una soluzione altra al tema dell'incontro del secondo rapporto tra i diversi riformismi te la nostra tradizione
La Bolognina tre dovrebbe dare una risposta a questo problema
E quindi riproporsi come elemento innovatore all'interno della stessa tradizione socialdemocratica chiedendo di dar vita a qualcosa di simile ad una Internazionale democratica e di sinistra
Capaci di comprendere i democratici a partire da quelli americani e le forze di sinistra di diversa derivazione cosa che abbiamo rinunciato a fare per troppo troppo presto riecheggiato l'ho apprezzato positivamente dell'intervento di Veltroni all'Internazionale socialista
Per questo invece di proporre un'astratta discussione sul partito della sinistra
Attraverso un dibattito che sembra rivolto più al passato e alla ricerca di giustificazioni all'interno della vecchia sinistra
Occorre muovere verso l'individuazione in autentica capacità di aprirsi a un dialogo nuovo con i bisogni della Società italiana in primo luogo con gli obiettivi delle nuove centrali
Sarebbe stato devo dire già più convincente
A Firenze
Pensare per davvero un processo costituente del partito della Sinistra democratica
Che non fosse invece simile all'unità socialista se niente
Ci sarebbe stato bisogno di un nuovo pensiero
Per il quale l'alleanza non è rapporto di identità fisse ma identità e suspence
è un concetto difficile
Per chi pensa in modo statico al primato della politica con la prima tuttavia per renderlo più facile comprensibile a tutti
Voglio solo ricordare che se non si fosse stati animati da questa visione non ci sarebbe stata la vittoriosa stagione dei sindaci il nuovo partito della sinistra non si sarebbe collocato al centro della coalizione che ha battuto il
In entrambi i casi a consentire la vittoria è stato quel quid in più che non è dato dalla semplice somma dei partiti
In tutti e due i casi ha vinto una forza democratica e di sinistra in gran parte sommersa rispetto ai partiti di sinistra in competizione per la quota proporzionale
Una forza democratica e di sinistra sommersa che è emersa e che rischia di essere di nuovo su sa tutto ciò conferma che la svolta rappresentato una via d'uscita non solo dalla crisi del Comune
Ma anche da quella del sistema politico italiano ed essa non a porla parlato solo agli ex comunisti
Ma l'intero Paese senza un'impalcatura politica ideale e programmatica credibile
Non sarebbe stato possibile far sì che il PDS diventasse la principale forza politica nazionale uscita indenne dal crollo dalla Prima Repubblica tuttavia rimane ancora aperto il problema di dar vita al partito che l'Italia non ha mai a
Ma il comportamento giusto è quello di fare per davvero ciò che G. proponemmo allora con la scuola
Non una generica liquidazione del PC è un'alternanza tanto generico richiamo alla formazione del partito unico del sì
Oggi dobbiamo avere il coraggio intellettuale di diranno gli stessi che la sinistra non è la soluzione ma la sinistra e il problema
Certamente un problema che va affrontato e risolto non è l'uso il vero problema della sinistra e la sua definizione si possono scavare fossati difensivi solo attorno a qualcosa che c'è
Altrimenti si scava solo la propria fossa
La sinistra può lievitare
Anche nella versione più ampia del centrosinistra senza trattino solo se non vive di se stessa Ebbers se stessa ma assieme agli altri
E l'idea della carovana l'idea che la frontiera e mobile
Che deve definire prima il territorio e poi l'ha stabilito
Che siamo ancora nel guado di quella transizione data troppo presto per superata
Per ansia di restaurare la vecchia politica
Oppure per paura del nuovo ricordiamo le invettive contro il nuovismo
O anche solo per pigrizia
Invece per attraversare il guado in compagnia di altri occorre rileggere comunità la storia dei vari riformismi d'Italia
Occorre capire perché dicemmo allora che bisognava andare oltre le vecchie tradizioni dell'assegno
Credo che chi ha ascoltato finora quello che ho detto
Ha capito che in me ci può essere tutto meno che una paura nei confronti della socialdemocrazia o del socialismo nella libertà
Se mai la mia critica e che anche quella tradizione è stata troppo statalista o troppo su vecchie posizioni
Occorre pertanto uscire dalla disputa sterile meschine di polemiche vecchie che sicuramente non interessano le nuove generazioni se si vuole impedire quello che purtroppo sta avvenendo
Il fatto di aver ormai in Italia una sinistra steli
C'è una sinistra che non fa figli
Ed è soprattutto per loro per i nostri figli e per quelli degli altri che abbiamo il dovere di riparto
Per questo abbiam detto ripartiamo
Ripartiamo dalla Costituente
Anche da quella istituzionale se si rende necessaria perché una costituente ha bisogno dell'altro
Immaginaria Bolognina tre può tracciare il disegno di una nuova formazione politica democratica
Che passa attraverso l'idea lo ricordava adesso bianchi
Di un flessibile partito coalizione come è stato definito da Carta quattordici al quale i vari partiti conferiscono gran parte della loro sopra
Il processo storico deciderà il punto di fusione di un nuovo partito democratico di centrosinistra a me spetta tuttavia di tracciare intraprendere il cammino
Indicare con chiarezza le tappe di un percorso ripartiamo dunque ripartiamo tutti insieme ripartiamo non sono da una tradizione ma da tutte le grandi tradizioni dei riformismi Italia
Questo significa ritornare alla Polo
Allora rottura operistica col tubo hutu invito per il
Vendo come un reca precedente il professore mi sembra nonostante abbia apprendendo in tempo accelerato alla par
Candidato
Ma
Io non ho preparato un intervento quindi inevitabilmente dovrò
Fare un'incursione all'insegna del mordi e
Ma è il primo punto e come raccolto intorno alla categoria di transizione
Io credo che
La nostra riflessione muove dal riconoscimento ben dieci anni fa
A Berlino prima e alla Bolognina poi
A livello mondiale
Come risposta italiana
Inizio un cammino nel quale riconosciamo una cesura
Io credo che sia giuste le
Cautele con cui hanno esordito
Pietro Scoppola
Che ci invita appunto a una lettura meno trionfalistica e abbiamo effettivamente assistito ad esagerazioni la categoria della fine della storia
Di una ricorda ancora in quegli anni e nei quali leggeva assieme ai miei studenti un
Come dire i commenti dei giornali che accompagnavano
In contemporanea quei passaggi un indimenticabile articolo che Alberoni quando Alberoni appunto faceva delle riflessioni in cui
Annunciava con quel passaggio l'inizio di una nuova fase delle rom dell'umanità
Una fase nella quale l'umanità si sarebbe lasciata alle spalle una
La tentazione della violenza per aprire una seconda fase della propria storia egualmente guidata dalla illusione in qualche modo della rivoluzione però di una evoluzione pacifica in qualche modo
Io allora non potevo non sottolineare zuccherosa rappa definitivamente rappacificata cui abbiamo visto quello che è successo e quindi tutto questo
Ci deve aiutare a prendere le distanze da tentazioni
Trionfalistica
Tuttavia
Ripiegando
Sulla vicenda italiana
E tirando in qualche modo il Bilancio di questi dieci anni
Io credo e vado in qualche modo controcorrente che
Noi dobbiamo avere il coraggio di riconoscere il cammino fatto io so che sino a quando tutto il cammino non è stato percorso nulla
Acquisito tuttavia se noi non condividiamo
Il
I risultati
Oltre che la fatica per raggiungerli difficilmente riusciamo a continuare andare in avanti
Debbo riconoscere che che son tentato dalla congiuntura quale mi trovo che è quella segnata in qualche modo alla propaganda
Parlando con gli elettori sento ancor più il bisogno di sottolineare il cammino fatto ma tuttavia io credo che anche all'interno di un pubblico più
Ristretto più
Critico noi dobbiamo riuscire a tirare un bilancio realistico ed è un bilancio che ha
Per me resta segnato ancora dal segno più
Da questo punto di vista io credo che noi
Siamo
Chiamati a ripartire e a ripartire tutti i giorni ma tuttavia dobbiamo anche recuperare la categoria del continuiamo oltre che abbiano ripartiamo
E appunto volgendo Ching dietro dopo dieci anni che noi riconosciamo su tutti i punti che ci eravamo proposti il passi che abbiamo fatto in avanti innanzitutto sul passaggio da una democrazia che si accontenta di rappresentare a una democrazia che governa
Da una democrazia centrata nonostante tutto
Sulla primato dei partiti a una democrazia centrata sulla scelta del cittadino o ancora mente i titoli fondamentali dei libri appunto che
A contributo di Gianfranco Pasquino che qui vedo di fronte a noi a me di
Ruffilli del cittadino arbitro del principe a cui dovevamo riconsegnare lo specchio lo scettro
Del del libro di Ruffilli appunto del cittadino arbitro
Così come sul piano dell'alternanza
Dobbiamo riconoscere il grande cammino che abbiamo il fatto nel rinnovo della classe dirigente è vero che quando ci soffermiamo sul quadri di partito dobbiamo
Prendere atto che non solo sia segniamo il passo ma per alcuni versi siamo tornati indietro ma nel frattempo è nata grazie alla stazione è una classe dirigente
Di cui noi sapevamo e inviamo i contorni una classe dirigente costruita intorno
Alla esperienza di governo mi riferisco evidentemente innanzitutto ai sindaci
Una classe dirigente che modificando
Il baricentro del sistema spostando
Gli attori che guidano la danza dal gli uomini della rappresentanza agli uno del governo ha cambiato anche l'agenda e va cambiando l'agenda
Ogni giorno di più
All'interno dalla nostra quotidianità
Ne capitano anche recentemente di dover dar conto di come alcuni temi che un tempo erano secondari quali per esempio i temi che attengono all'ambiente i temi che attengono alla sicurezza
Siano da ricondurre più che a reali modifiche oggettive al fatto appunto che l'agenda e definita da attori diversi e quindi temi che erano marginali adesso sono al centro dell'attenzione
E tutto questo cammino sul quale potremmo soffermarci
Ulteriormente
E un cammino di cui tutti noi vedo qui le diverse componenti che hanno contribuito a questo avanzamento quelli che hanno condiviso l'impegno sul cambiamento dei partiti di diversi partiti quelli che hanno condiviso la stagione
Delle riforme istituzionali quelli che hanno condiviso
La
Battaglia per la nascita e d'esperienza che ci accomuna mi riferisco alla stagione dell'Ulivo e qualcosa che ci deve rendere orgogliosi io credo che questo orgoglio abbia anche una sua connotazione bolognese lo voglio
Questo caso lo propongo ai ciellini è una storia che ha visto Bologna diventare protagonista
In questi dieci anni grazie non solo all'inizio ma anche anche negli atti né in momenti successivi
Bologna è stato il luogo Della riflessione della lavorazione di proposte innovative anche l'esperienza io metterei anche la sconfitta recente nel campo dell'esperienza è una cosa di cui avremmo fatto
Volentieri a meno ma bene o male è il risultato di una esperienza che noi abbiamo
Aperto che noi
Stiamo governando e che noi riusciremo a superare non dobbiamo dimenticare che il novantasei ci fu perché ci fu anche novantaquattro quindi il nostro è un cammino in cui tutti apprendiamo per tentativi ed errori e quindi nel mentre
Ricci ripetiamo sugli errori dobbiamo anche avere presente lo sbocco e il risultato ulteriore che ancora ci attende
Ed è di questo che dobbiamo dar conto
In qualche modo dalla metà della tensione della speranza da questo punto di vista come intellettuali perché
Quello che ci ha comune punto l'esercizio
Nella critica che al di là di ruoli
No ci definisce intellettuali
Noi
Dobbiamo aiutare i nostri concittadini apprendere atto e a riconoscere il filo che accomuna dei fatti che sembrano uniti dalla categoria dalla patologia
Lo stiamo passando da uno schema di gioco a un altro questo mi capito di riconoscerlo già immediatamente all'indomani della sconfitta il novantaquattro quando sembrava più difficile sostanzialmente io
L'immagine che mi venne più immediate come si continuando a giocare lo stesso campo Mennea più immediatamente pensare un campo parrocchiale altri possano pensare ad altri tipi di campo si passasse
Dal gioco del calcio al gioco dalla pallacanestro con gli stessi i giocatori nello stesso spazio
E in quel momento appunto la scoperta che nel passaggio un gioco un altro sì tocca la mano
La palla con le mani o viceversa con i piedi viene percepito come una patologia è semplicemente il fatto che siamo coinvolti in un apprendimento lungo che mette nel conto degli errori un apprendimento appunto che possiamo che amano chiamiamo un apprendimento
Istituzionale di cui noi dobbiamo riuscire a recuperare e a comunicare
Il senso
Questa
Cambino è stato fatto ed è stato aperto perché a un certo punto
C'è qualcuno che ha scelto ha deciso e questo passaggio lo vorrei intitolare alla categoria io
Credo che la il passaggio della Bologna dell'ottantanove e da una parte definito dall'abbandono come ha ricordato Pietro Scoppola della categoria della rivoluzione come passaggio mitico che apre una nuova fase della storia dell'umanità
Ma anche da una categoria più modesta
Che appunto fa capo al pronome io
Mi riferisco all'assunzione di scelte di di alla scelta di responsabilità e all'assunzione di rischio che Achille Occhetto sì intitolò nel momento in cui il prese
La decisione
Era unico minuscolo non un miglio narcisista ma tuttavia introduceva nella cultura politica nell'antropologia politica italiana una discontinuità
Ci lasciamo alle spalle uno dei principi Aurigae accomunato tutti noi indipendente da questo punto di vista cattolici
E comunisti erano egualmente accomunati dalla esclusione dalla
Rifiuto dall'emarginazione dalla categoria dal all'interno del proprio linguaggio dalla categoria io dal proprio linguaggio della assertività diciamo al proprio
Data la propria cultura
Sì rese conto che alcuni tipi di scelte soprattutto momento il cambiamento possono essere intitolati solo a persone questo è ancora e che quindi non potevamo più andare avanti governati dal principio che meglio sbagliare assieme piuttosto che avverrà il jeune da soli io credo che questo sia un punto sul quale occorra aprire una riflessione in una società nella quale bene o male tutti i cittadini sono chiamati a dire io quando apra una partita Iva voce IVA io ho Sistino la Camera di Commercio e che dicono io quando si scrivono a una gara sportiva anche nella politica lo dobbiamo riconoscere il lo spazio della categoria io
Se vogliamo evitare che appunto il io che prendono la parola solo so siano solo io maiuscoli quelli narcisistici e non vi è viceversa l'io un minuscolo
Che riservata qual sia il cittadino lo dobbiamo abbandonare una fase della concezione dell'antropologia collettivistica
Che esclude appunto rio come un peccato questo è un punto di riferimento comune che abbiamo e quindi
Comunemente dobbiamo prenderne le distanze
Io so che nel momento in cui a chi lo fretta Occhetto fece questa scelta fu una scelta prudente non fu una scelta rischiata per una storia dietro una storia lui ha ricordato la i passaggi del dell'ottantanove
Ma dobbiamo ricordare anche tutti gli anni Ottanta la stessa riflessione sulle riforme istituzionali miei inevitabile rivolgermi qui a Gianfranco Pasquino con cui abbiamo condiviso questa riflessione
E attraversato e sfidato la cultura del partito comunista e quindi le scelte di in quel passaggio le scelte successive non fu uno delle scelte improvviso senza radici
Quindi la scelta di atti l'Occhetto fu una scelta prudente e tuttavia fu segnò una discontinuità io credo che di queste scelte di questa assunzione di rischi di responsabilità noi abbiamo assoluto bisogno per continuando
Continuare ad andare avanti sulla via del cambiamento
Detto questo noi
Dobbiamo inevitabilmente soffermarci sulla meta e qui inevitabilmente il termine partito democratico
Anche una forgia mi ha chiamato in causa e a questo punto io sento il bisogno di un chiarimento io credo che non ci sia bisogno di chiarimento perché
Giovanni Bianchi ha ha sentito il dato in modo definitivo il nel mentre evocato l'antico sogno che luglio è solo poche altre all'interno del partito popolare hanno perseguito del partito democratico
A lo ha ricondotto a così Nisi termini di Achille Occhetto a una categoria semplici il primato della coalizione
Questo è
Il punto che noi
Ricca quale facciamo riferimento quando revochiamo
La soggettività dell'Ulivo o il sogno al partito democratico credo che e io l'ho fatto già ammenda
Dobbiamo abbandonare inevitabile anche questa categoria perché la parola Partito Democratico e ripeto detta in italiano e pensata in americano quindi in un certo senso la categoria di partito coalizione quella che rappresenta meglio il senso del cammino tuttavia evidente che
Abbiamo messo la prua verso una meta
Che richiede per la realizzazione di grandi progetti perché questo e quello che la storia ci impone l'esistenza di grandi soggetti
E soggetti grandi case bastimenti non ce l'ho perché vengono da i bastimenti affondati nei quali ci si possa riprovare accomunati
Sul dal punto di arrivo e non dai divisi dai diversi punti di partenza l'Ulivo e da questo punto di vista la forma e la parola più immediata di cui disponiamo e l'esperienza
Più forte alla quale non possiamo non far riferimento
Nella costruzione nella ricostruzione dell'Ulivo evidente che noi abbiamo bisogno di
Regole e questo credo possa trovare nella costituente in una Costituente Ulivo il luogo più adatto ma prima ancora e di regole noi abbiam bisogno di parole io credo che
Più che mai
In questo caso Conti
La il detto la proposizione io credo che sia stata attribuita Spadolini nuovo sempre un'incertezza che diceva che gli unici fatti che contano sono le parole tutto il resto e chiacchiera
E così tutt'tutto il resto è chiaro io credo che questa sia una straripa Roma e tuttavia di parole maiuscole non possiamo dimenticare che la stessa vicenda della Bolognina fu una storia che inizio e si sviluppò sulle parole
E in questo caso noi dobbiamo recuperare l'importanza la centralità delle parole sapere appunto
Che la costruzione della casa nella quale noi vorremmo convivere e vorremmo ospitare la metà almeno la metà la metà più uno
Degli elettori italiani perché questa è l'idea di democrazia per la quale lavoriamo ha bisogno
Sì di una visione immediatamente idee ma deve fare costruirsi
E attraverso parole parole e segni ed a ciò credo che derivi
Da l'incapacità di capire la natura della costruzione deriva la difficoltà
Di riuscire a rendersi conto di quello che accade intorno a noi da questo punto di vista almeno un caveat io credo che lo abbia appunto dividere che quello della reazione qualunquisti Ca'al dibattito sui trattini in questi giorni una delle reazioni più immediate che punta al cambiare argomento e quindi a ritornare indirettamente
Più del programma come è stato giustamente ricordato
Per nel all'interno di questo processo io credo che non sia difficile al cittadino comune capire che in una convivenza matrimoniale non ci sono pranzi che continuo una volta che è stato introdotto il sospetto che la convivenza e a scadenza
E ogni discussione sui pranzi sarebbe una pura evasione dal problema
In una nella costruzione e nelle sottili ingegnerie finanziarie di cui parliamo
In effetti è di nuovo una questione in Cucchetti sarebbe definita una questione di politica politicante e tuttavia nessuno
Dei gli operatori finanziari che operano in Borsa si permetterebbe di ridere
Sulle costruzioni di nuovi soggetti e di concentrarsi viceversa sui progetti industriali o su dettagli dei progetti industriali nessuno irridere ebbe sui trattini che separano
La Repubblica l'attuale e cinque Repubblica Ceca dalla Slovacchia o la Bosnia Erzegovina e invece quello a cui noi assistiamo tutti i giorni sui sui giornali la incapacità di apprendere di apprezzare la fatica a questa tipica specifica dalla politica che la costruzione di nuovi soggetti di soggetti più ampi che siano capaci di ospitare una democrazia che intende essere non la rappresentanza il passato ma la costruzione del futuro
è viceversa di evadere verso questioni di dettaglio queste erano i lei lei principali sulle quali mi sembra dover richiamare la vostra attenzione sapendo che il cammino che abbiamo condiviso per il quale e dal quale pensiamo di ripartire a dieci anni dalla Bolognina è un cammino che ancora faticoso ma tuttavia fondato sul risultati
Che ci rendono più sicuri e del conseguimento della metà vi ringrazio
Ringrazio Arturo Parisi che
Lascio il microfono a Walter Veltroni Silvio voglio fare
Che voglio fare subito un'affermazione che corrisponde a quello che ripensando a quei giorni del mille novecentottantanove penso abbia sia giusto onesto e corretto dire la sinistra italiana non sarebbe al governo ma voglio dire non ci sarebbe un governo di centrosinistra se non ci fosse stata la svolta all'ottantanove
Dove per svolta non si deve intendere Occhetto qui ha perfettamente ragione solo la mattina sulla quale in sede di ricostruzione storica ci si sofferma in questione no
La svolta comincia prima
La svolta non è solo il cambiamento del nome
La svolta è un insieme di decisioni che vengono prese in quell'anno in quell'anno davvero indimenticabile che segnano disse lo sviluppo per decenni della vicenda della storia politica italiana
Certe volte
Tanto più quando le accelerazioni che la storia imprime sono così repentina
Bisogna avere il coraggio e la lucidità di immaginare che cosa sarebbe accaduto
Se quella svolta non vi fosse stata
Io penso che il destino della sinistra italiana sarebbe stato un destino molto
Molto triste
Sarebbe consumato una crisi che era già iniziata
Una crisi che non avrebbe visto l'affermazione come è accaduto in altro tempo storico in altri paesi tra una sinistra socialista è una sinistra comunista
Perché anche la sinistra socialista per ragioni del tutto diverso avrebbe conosciuto una crisi drammatica tragica fino al alla dimensione che abbiamo visto
Se non ci fosse stata la svolta il PC avrebbe continuato a consumare la sua crisi la sua erosione di consenso che era già cominciata da dieci anni
Io vorrei che non ci si dimenticasse che tra il mille novecentosettantasei e il mille novecentottantasei si perde più del dieci per cento dei voti soprattutto al di là della percentuale elettorale si avvertiva
Con passi di una sorta di contrasto tra la grandezza di una storia politica e le condizioni nelle quali con la storia politica sì
Inseriva le condizioni sociali le condizioni di mutamento della struttura organismi di organizzazione produttiva del Paese delle culture politiche l'attraversavano merce
La svolta
Mettendo in gioco quella parte della sinistra rompendo lo schema
Lungo il quale per quarant'anni c'era stato un partito sempre governa un partito sempre opposizione tutte e due grandissimi partiti
Ha messo in movimento tutta la situazione politica italiana
E poi uno degli elementi che sottostava la svolta avuto un ulteriore sviluppo non meno importante del dodici novembre del mille novecentottantanove e io su questo un elemento se volete di fissità del ragionamento che vale per i ieri
E da quello che dirò sì vedere si vedrà che vale anche per domani
Una delle cose più importanti di quegli anni è stato il passaggio da una cultura sostanzialmente proporzionalisti che ad una cultura che comincia ad affermarsi con la cultura maggioritaria
Appunto qui Pasquino Barber ed altri sono stati insieme a noi che avevamo responsabilità politiche i protagonisti quel passaggio così lento e difficile perché presupponeva
La scelta di una democrazia dell'alternanza
Io non so se sia vero quello che a chi l'ha detto che Berlinguer non immaginava in nessun modo io insomma quando lavoravo sul sul pensiero di Berlinguer ho trovato diverse interpretazioni peraltro minoritarie confesso senza alcun dubbio
Persino del compromesso storico nei termini di quella grosse coalizione nella quale ha parlato Giovanni Bianchi prima cioè l'idea di fare un tratto di strada insieme
Al termine del quale ci sarebbe separati per la costruzione di due prospettiva alternativa ma comunque ci possono ci fosse in Berlinguer non era la cultura che il Pci afferma che era una cultura sostanzialmente proporzionalista
L'aver introdotto con la scelta di sostenere i referendum Scelta allora
Ancora più minoritaria probabilmente la scelta dalla svolta perché appariva un ma stranezze all'idea che noi si partecipasse ad un referendum volto a cambiare le regole del gioco io parlo del primo referendum che fu il il granello di sabbia diciamo nell'ingranaggio quello sulla preferenza unica e poi dei referendum elettorali
Quello ha consentito insieme alla operazione di mutamento politico della principale forza dalla sinistra italiana ha consentito di creare le condizioni per le quali potesse
Stagliarsi all'orizzonte poi in qualche misura concretizzarsi perché non sono d'accordo d'accordo con le interpretazioni secondo le quali ma in fondo Prima e Seconda Repubblica tutto uguale e non è vero
Non è vero non è così i soggetti sono diversi la composizione degli schieramenti e diverse si è scagliata all'orizzonte la possibilità di un'alternanza di governo che noi abbiamo sperimentato
Perché nel novantaquattro ha governato la destra nel novantasei dal novantasei governa il centrosinistra
Allora la svolta bisogna guardarla tutta intera
E io vedo nella svolta anche un grande elemento vitale per la sinistra
Guardate mi piacerebbe anche la discussione si sta facendo in questi giorni nel congresso del mio partito
Che anche quell'e compagni quei compagni che hanno presentato una mozione diversa dalla mia e che sono insomma sostanzialmente più o meno molti di coloro i quali si erano schierati per il no
Avessero parlato della svolta nella loro mozione
Avessero detto che era stato un errore opporsi a quella svolta
E che l'idea di negare quella svolta avrebbe probabilmente dilapidato
Il grande patrimonio storico rappresentato nel parlato Pietro Scoppola dalla soggettività dell'esperienza dei Comunisti Italiani e dal ruolo che essi abbiano avuto nella storia vera democrazia di questo Paese
Io ho avvertito allora
Come tanti altri compagni che hanno creduto fino in fondo in quella svolta
è vero chieda c'erano anche compagni che avevano posizioni meno qua posso dire determinate dalla nostra
Però diciamoci la verità se siamo riusciti a passare
Se quella svolta è riuscita a vincere sì oggi ne parliamo in questi termini è perché noi avemmo insieme la capacità di tenere insieme di tenere unite queste diverse come posso dire
Sensibilità che attraversavano quel processo che ci portò alla nascita del PDS io lo rivendico questo con merito tuo che il segretario del partito e con merito di quel gruppo dirigente
E tuttavia io ho avvertire allora e dieci anni dopo continua ad avvertirla quella svolta come una liberazione delle energie migliori della sinistra
Andando a rivedere come ha fatto le cose di quei giorni come posso dire riprovando persino la l'intensità di quel passaggio è difficile raccontarlo dicendo
Ma posso testimoniare che per tutti noi che l'abbiamo fatto
Che abbiamo vissuto quella straordinaria io sono assolutamente d'accordo con Achille probabilmente la pagina di dibattito politico più bello della storia recente della politica italiana tanto che quando eravamo a Parigi
Per l'Internazionale socialista in un cinema parigino si tre si proiettava la cosa quindi Nanni Moretti che racconta quel straordinaria passione noi siamo andati Occhetto e tutti noi siamo andati in giro per l'Italia a dire che quel grande patrimonio storico doveva essere messo in gioco bisognava fare uno strappo che metteva in discussione nome appartenenze che ha un significato a storie straordinarie tragiche ed un du lungo tutto il percorso del dopoguerra
Lo abbiamo fatto l'abbiamo cercato di farlo cercando di rendere evidente che si stava immaginando di costruire non
La fine della sinistra perché sono gli stessi argomenti che tornano anche dieci anni dopo ogni innovazione della sinistra viene immaginata come la fine della sinistra immaginando che l'unica esistenza dalla sinistra e quella passata e che la sinistra non abbia mai l'esistenza futura
Ma solo il prolungamento nel tempo del suo essere stati
Per noi che invece abbiamo immaginato la sinistra come divenire
Quell'ottantanove fu un momento di liberazione dicevo tra le cose che ho ritrovato probabilmente la più belle quella scritta da una persona che non era della nostra famiglia la persona che ora non c'è più cui lavoro a cui pensiero io sono tornato più volte in questi mesi Alex Langer
Il quale interloquendo con Ingrao lui che veniva da una posizione da una storia di sinistra
Come quella di Lotta continua
Diceva una cosa che per me
Il senso dalla svolta e se mi permettete anche il senso del lavoro che mi trovo a svolgerle oggi delle idee che cerchiamo di mettere oggi nel metabolismo dalla sinistra italiana
Diceva Langer a Ingrao ma perché identificare la giusta radicalità dell'impegno per cambiare il mondo in meglio
Verso giustizia e pace verso l'integrità della biosfera la solidarietà perfino tra generazioni non ancora nate con un marchio che troppo spesso ha contraddistinto esperienze atroci
E fallimentari
E perché lasciare la bandiera del cambiamento a coloro che ce ne sono senz'altro anche nel PC a dispetto del nome
Che sorge ostenta non aspettano altro che omologarsi finalmente agli orizzonti delle carriere dei mercati d'efficienza ed espansione tra competizione e del rendimento
Lì dentro c'era un'idea di sinistra liberata dall'ideologia
E dunque non sembri in contrasto
Capace di essere più radicale di quanto non fosse stato nel corso della sua storia
Perché la grande opzioni ideologiche inevitabilmente compiuta portava spesso dei programmi che non erano intrisi di quella radicalità di cambiamento che avrebbero dovuto avere
A noi sembrava che si potesse per la prima volta riunificare queste cose fare sinistra davvero
Ma fare una sinistra non condizionata dalle appartenenze ideologiche una sinistra che acquisisse dentro di sé ciò che la dichiarazione di intenti che scrivemmo in quella fase era molto chiaro dichiarazioni d'intenti che presento Occhetto diceva sulla identità e sulla storia la mancanza di democrazia ha impedito di sperimentare il socialismo nei Paesi dell'Est le parole comunismo socialismo l'ha finito col perdere loro capacità di attrazione in quanto si sono identificate nella coscienza collettiva con l'esperienza dei regimi autorità
E ancora frase essere ritrovo ancora più chiaro ma non la ritrova qui meno chiaro
Era chiaro che noi volevamo collocare la sinistra italiana lungo un percorso di innovazione e di dialogo con altre culture io ho riletto appunto gli interventi di Pietro Scoppola in quella discussione
E l'idea che scopo aveva giusta
Che quella svolta avrebbe consentito di mettere in comunicazione la cultura della sinistra riformista con culture diverse su
Noi facemmo quello
E da lì ha preso le mosse una una sinistra nuova
Lo facemmo con un percorso che portò ad una scissione di ore questo non fosse mai dimenticato
Perché
Le svolte vere si fanno
Anche attraverso la scissione
Cioè si fanno o per lo meno non è capitato ma credo si debba ricercare la scissione
Ma se sono cose serie
Passano come son passati allora attraverso una rottura
Attraverso una rottura oggi sarebbe inimmaginabile pensare che
Quella svolta non avvenisse a con dibattito lacerante duro e difficile quello che abbiamo e anche con uno sfida controvento perché anche qui sono andato a rivedere i giornali sondaggio tra settecento elettori parlo del diciassette novembre venerdì diciassette novembre dell'ottantanove
Cambiare il nome il quarantasei virgola due risponde di no è favorevole trentasette virgola nove
A dimostrazione che la politica si deve liberare oltre i sondaggi
A dimostrazione che se no io allora avessimo seguito come ogni tanto ai politici capita di voler fare
La prevalenza indica della opinione indicata da un sondaggio noi avremmo consegnato la sinistra italiana ad una sconfitta storica
Abbiamo navigato controcorrente Dio solo sa quanta energia e quanta forza ci ha voluto per farlo certo c'è venute in soccorso io questo voglio dire
Lo dico interloquendo positivamente con le cose sono state dette qui pesce venuto in soccorso la parte migliore della storia dei Comunisti italiani Gramsci e poi Berlinguer Berlinguer dell'innovazione Berlinguer dello strappo il Berlinguer dell'ombrello granate Berlinguer della questione morale
Quello che fece sì che nel mille novecentosettantacinque settantasei attorno al pc si coagula se lo molte energie sane della sinistra e del riformismo italiano non ideologicamente schierate
Io ricordo sempre che Altiero Spinelli
Fu dopo nel mille novecentottantatré eletto nelle liste del nostro partito di allora
Del parlamento europeo a dimostrazione che quel partito era una configurazione complessa e solo da quella configurazione complessa poté poi nasce
Il partito democratico dalla sinistra e poi quello che è accaduto successiva
Si dice ma il metodo qui la risposta di Occhetto e
Assolutamente condivisibile altro che metodo abbiamo fatto sì cioè la scelta iniziale è stata una scelta
Personale con quella solitudine che accompagna le decisioni delle quali ha parlato La Forgia ma io ho ricordato stamattina che Berlinguer quando dovette dire appunto che si stava meglio sotto l'ombrello della NATO lo disse in un'intervista a Giampaolo Pansa
Se fosse andato nella direzione del PC e a dire una frase del genere ne sarebbe uscito con una frase molto ma molto diverse
Allora
Mi fermo qui nella parte che riguarda come posso dire il passato pervenire invece a che cosa oggi può discendere da quella svolta che è il tema che dà alla nostra riflessione di queste ore credo un significato ed un valore importa
Io penso che si debba andare avanti in primo luogo e sto parlando esattamente del tema di cui stiamo discutendo ne ha parlato Arturo Parisi lo dobbiamo andare avanti lungo la strada del bipolarismo lo dico perché non è affatto scontato
Lo dico perché io vedo soprassalti diffusi intensi di recupero di spirito proporzionalista
Ciò che è evidente nelle posizioni del Polo in particolare di Forza Italia
Ma si manifesta anche altro
Io questo voglio dire come venga concepita più come una disponibilità che come una indisponibilità lo dico per parte mia per parte della mia opinione politica
Noi possiamo solo andare avanti sulla strada del maggioritario
Non c'è nessuna ipotesi di ritorno indietro almeno per quanto riguarda noi se dovesse avvenire avverrà
Senza il nostro consenso ci sono diciotto milioni di persone che hanno votato sì a un referendum
Se quelle ferendo fosse passato lo dico
Tra parentesi
Le cose di queste settimane di questi mesi della storia politica italiana sarebbero molto cambiata
Berlusconi sarebbe stato sconfitto questo avrebbe dato al corso delle cose UNESCO del tutto differente tuttavia diciotto milioni persone ha votato per il sì ha votato per un sistema tutto maggioritaria
Dall'altra parte non si può dire nessuna persona ragionevole può dire che il cinquanta virgola quattro a consapevolmente ha deciso di schierarsi per il proporzionale
Quello che vorrei dire che se non si va avanti in questa direzione
Il Paese tornerà indietro
E il destino del centrosinistra del quale stiamo parlando della coalizione della sintesi di cui parliamo avrà un senso una ragione solo con un sistema più maggioritario per cui per me
Io sono pronto a discutere di tutto ciò che va dal settantacinque per cento di maggioritaria in poi tutto ciò che esce dal settantacinque maggioritario indietro per me non è tema di discussione
Aggiungo questo
A fianco di questa operazione di
Come posso dire di di rilancio del bipolarismo del maggioritario
E al tempo stesso l'affermazione che noi dobbiamo fare rendere assolutamente cogente i governi li scelgono i cittadini con il loro voto nessun'altro
La stabilità è assicurata dalla scelta dei cittadini tra due coalizioni diverse punto
Noi dobbiamo trarne un'altra conseguenza
Io non ho mai cambiato idea voglio dire anche quando discutevamo
In quegli anni del quale abbiamo parlato io non ho mai cambiato idea il destino di questo Paese il destino migliore di questo Paese
è la convergenza dei riformisti
E la costruzione
Che oggi può avvenire nella forma di una coalizione io sono d'accordo con Arturo non togliamo di mezzo questa storia del partito democratico oggi non non declinabile perché le uomini politici devono ragionare con coraggio con realismo oggi solo usare questa parola determina contraccolpi
Di varia natura essendosi fatta strada un riflesso identitario dopo la fine dell'Ulivo che si è fatto però molta strada
Molta più di quanto noi pensiamo
Ma dire questo non può significare rinunciare al progetto che io considero l'ho detto e lo ripeto la più grande idea politica sia venuto al nostro campo
Da molti anni a questa parte il progetto di una grande coalizione dei riformisti come fu l'Ulivo del novantasei dico come fu l'Ulivo del novantasei perché rimando a che cosa ad un programma unitario
Ad una cultura unitaria
Ad un simbolo unitario che non cancella le identità dei partiti
Ma in qualche misura costituisce la dimensione entro la quale l'identità dei partiti possono esprimersi non nella loro forma peggiore
Che è la rissosità il protagonismo
La visibilità dieci buonismi
Tutto questo non c'era nel novantasei lo dobbiamo recuperare nelle nuove condizioni politiche quell'ospite
Se non faremo questo
Poi l'esito delle prossime elezioni rischia di essere fortemente segnato
Da un'assenza di intensità di convinzione autentica di investimento strategico
Oggi sono solo appartenenza diciamoci la verità quella i partiti
Io sono perché ci siano due appartenenze
In ciascuno di noi quale che sia la formazione del partito al quale appartiene ma anche l'associazione le forme di organizzazione la società civile in movimento
Due appartenenze l'appartenenza all'organizzazione la quale si ritiene di stare per ragioni che attengono a scelte di collocazione di di di di sintonia ma l'appartenenza alla coalizione si deve appartenere ad una coalizione
Non
Appartenerci per la via mediata di un partito si deve appartenere ad una coalizione come fu una novantasei noi sentivamo un senso di appartenenza forte in quella campagna elettorale che fu la più bella campagna elettorale che io
Ricordi di aver fatto
Questa idea di appartenere
A qualcosa che era anche sopra la dimensione dei partiti
Avveniva in perfetta coerenza guardate che il paradosso che tutti i partiti era coalizione andavano meglio quando c'era l'Ulivo
E vanno peggio ora che l'Ulivo non c'è più
Perché è ovvio che in una situazione frammentata come questa non c'è prospettiva strategica credibile se non quella del rafforzamento dell'elemento della coalizione
Voi per parte mia penso che dentro questo processo
La sinistra italiana debba ulteriormente aprirsi
Lo sforzo di queste settimane quello di Schio dare dall'identità o scomuniche sta la sinistra
E dunque anche il rapporto col passato non è un modo per riesaminare cose sulle quali peraltro insomma non è vero che si è detto sempre tutto
Ma è un modo per dire per sfuggire per esempio al tentativo che da parte di alcuni nostri partner
Viene affermato cioè quello di dire la sinistra italiana è postcomunista e delle star buona perché può andare al governo solo in quanto i post democristiani la portano al governo
Schio dare questa identità
Questa come posso dire questa identificazione che viene fatta tra questo partito della sinistra
E la sua storia diciamo la storia di una parte di di se stessi soci della storia del PC è un obiettivo al quale dobbiamo dedicarci con grande determinazione
Culturalmente politicamente sapendo che questo è anche il modo migliore per portare dentro una nuova cultura dentro una nuova forza dalla sinistra culture identità tra di loro differenti
Non racconto non svelo un mistero se dico che quando dovranno decidere il nome a chi le sa che io sono stato tra quelli più radicali
Ancora viene rimproverato
Nel sostenere che noi dovessimo scegliere
Una formulazione come quella che qua abbiamo scelto Partito democratico della sinistra
Non racconto nulla di particolare se dico che dall'esterno ci venne suggerito
Di chiamarci ad un certo punto Partito comunista per il socialismo democratico
Ci fu suggerito autorevolmente debba chiederlo ricorda da Craxi
Che disse ci fece sapere che avrebbe ritenuto e certe perché il problema è sempre quello il problema è che l'identità
Dell'oggetto che nacque dalla svolta dall'ottantanove doveva essere inchiodato in modo tale da tenerlo lì
Allora
Io per parte mia penso che oggi lo scenario realistico e credibile
E anche lo scenario più coraggioso sia quello di superare le vischiosità di questi di questi tempi che abbiamo vissuto e chiarire con grande determinazione per quanto riguarda me
Una duplice esce
Quali zone forte
Non ne somma dei partiti coalizione forte che si dia delle regole delle procedure che fa Bari una fase costituente che raccolga come abbiamo deciso nella riunione che abbiamo fatto qualche tempo fa con Arturo e con altri
Tutte le forze del centrosinistra ma tutte coloro i quali se vorranno stare ma dentro il rilancio di un'idea di coalizione che sia innovativa che faccia leva sugli eletti come si è fatto giustamente con l'assemblea di Genova che faccia leva sulle forze organizzate associate sui movimenti non solo sui partiti secondo per quanto riguarda la sinistra
Aprirsi
Aprirsi dialogare con culture altre essere sempre di più una forza attraversata da punti di vista e da culture che non sono solo quelle di un pezzo dalla sua storia e della sua identità e dunque doppia appartenenza
Doppia appartenenza
Perché lì e la chiave attraverso la quale noi possiamo rispondere
Positivamente al senso che ha avuto la svolta io sono d'accordo con con Parisi quando dice si sono fatti dei passi in avanti nel corso di questi anni cito una cosa sulla quale obiettivamente
L'abbiamo fatto dei grandi passi in avanti penso al alle questioni di politica internazionale alla posizione che abbiamo preso recentemente sul corso io la considero quel la una posizione qualitativamente diversa dalla posizione che prendemmo sull'Iraq che nel mille duecentonovantuno nella temperie di quel congresso di quel passaggio
La considero un grande passo in avanti lungo l'affermazione dell'identità
Di una forza di questo tipo
Quello che è chiaro e che questa forza
Si colloca in un contesto internazionale che quello di The nazionalsocialista che però è per fortuna un contesto dinamico Achille di abbiamo avuto la stessa impressione era come assente nazionalsocialista
Di solito si siedono sempre solo le riaffermazione di identità qui c'è stato qualcosa di nuovo anche il discorso finale del nuovo presidente è stato un discorso molto rivolto all'affermazione io ho usato lì un'espressione essere noi stessi aprire gli stessi cui PRS ha detto l'interazione sionista deve dialogare deve ricercare la convergenza con i democratici americani c'è un processo che serve
C'è un cammino che sia nella quale credo che questi elementi di identità possano incontrarsi con degli elementi di apertura del tutto nuovi del tutto inediti
E di cui io penso che questo
Il senso di questa nostra discussione cioè almeno per quanto sul mi pare si possa dire sulla base delle opinioni che ci sono si sono espressi
E cioè che la cancellazione della coalizione
Sarebbe un
Sarebbe veramente la la la fossa
La prospettiva della sinistra di riformisti italiani e che sono nella coalizione e solo con un sistema più maggioritario più bipolare vi potrà essere competitività da parte delle culture e delle identità che oggi l'una distinta dall'altra si configurano all'interno dello schieramento del centrosinistra
Dentro questo naturalmente ciascuno di noi oggi in questa fase ha ragione di immaginare il proprio sviluppo c'è chi lo cerca in un riflesso identitario c'è chi invece lo ricerca sul piano dell'apertura ed è la contaminazione con culture le più diverse
Io vorrei collocare per quanto riguarda il partito Federico il mio partito in questa seconda strada mi pare qui davvero in sintonia con quello che accadde dieci anni fa alla Bologna
Io vi ringrazio
E ringrazio tutti per la partecipazione ringrazio naturalmente particolarmente coloro che hanno preso la parola
E credo di poter esprimere una soddisfazione
Comune a tutti noi che abbiamo partecipato a questo dibattito
Riconoscendo che su un punto dal quale è possibile ripartire siamo tutti d'accordo mi pare che siamo tutti d'accordo a ripartire dal primato della coalizione
Franco
Impresa tolse cioè
Tutelarci spediva sempre
Senza
E va bene cercano Alberto
E quindi
Andare sono
Ecco
No
No
Sì