Pape Kanouté: Il griot "mediterraneo"

Pubblicato il 5 Giugno 2012
Pape Kanouté con la sua KoraPape Kanouté con la sua Kora

Pape Kanouté é nato nella regione Est del Senegal (Tambacounda), nel villaggio di "Koussanar", nel 1954. Nasce da una grande famiglia tradizionale mandinga di griot, ( originaria dell'Impero "Mande", di * Soundjata Keiita, nel Mali ) molto antica, dove é stato iniziato ed educato ai rituali tradizionali. Dopo anni di studi superiori, é stato promosso al Conservatorio nazionale della musica "Ecole Nationale des Arts du Sénégal" (ENAS), voluta dal primo presidente Léopold Sédar Senghor.

Dopo sei lunghi anni, si é diplomato, poi ha insegnato la musica nello stesso conservartorio. Come Sassofonista e chitarrista, ha suonato con artisti talentuosi e famosi della musica senegalese...Ma anche con dei musicisti afro-americani o dei Caraibi come: Harry Bellafonte, Dizzy Gillesbie, Burning Spear, Jimmy Owen e Kenny Clark, Manu Dibango...

Oltre ad essere cantante, Pape ha voluto abbracciare l'arpa che ha ereditato dalla sua discendenza "la Kora" (strumento a corda a 21 o 25 corde oggi), per fare di questo strumento magico e misterioso il suo compagno di battaglia, per perlustrare l'Italia e il mondo. Nel 1980, negli studi di registrazione (Casa discografica) di Francis Senghor ( figlio del defunto presidente )

" Golden Baobab ", ha iniziato una carriera del tutto diversa, quella di dedicarsi al Jazz, che gli ha permesso di essere inserito nell'orchestra nazionale senegalese nel 1983, lo stesso conservatorio dove aveva studiato la musica. Nel percorso della sua carriera, ha suonato con grandi artisti nazionali ed internazionali come Africando nel 1993, viaggiando attraverso l'Africa, l'America e l'Europa, Youssou N'dour, Ismael Lo^ e tanti altri ancora...

Pape davanti alla Moschea di Roma con il figlioPape davanti alla Moschea di Roma con il figlio

Pape vive oggi in Italia, dove suona con il gruppo

"Mande" fondato da lui, diffonde e consacra la sua vita alla formazione, insegnando la musica e la cultura mandinga del griot, dalla creazione e la cultura ai bambini nelle scuole, facendo conoscere lo strumento oltre a partecipare a eventi culturali, radiofonici-festival, laboratori e seminari nelle

università, per la rinascita delle arti africane. Con il suo Sax e la Kora cerca di modernizzare le arie tradizionali, mescolando con dei ritmi occidentali. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi: Il Beato Angelico nel 1998, il Premio internazionale alla professionalità Rocca D'Oro di Serrone, e il Premio musicale Eks&Tra di Sant'Arcangelo di Romagna.

Intervista all'Artista

Il DVD -"Jelicunda" o "djelikunda" ( la casa dei jeli o Djali ) o "griot" di Pape Siriman Kanouté, é la cronaca di una visita di gemellaggio in Senegal, con studenti di alcune scuole romane.

  • La cultura di un popolo si esprime tramite diverse forme di comunicazione. Quella più immediata, che risente dell'apporto della storia e dell'anima popolare, é la musica. La musica é il cuore del nostro progetto che mira ad avvicinare i bambini delle scuole italiane alla cultura africana che ancora oggi si diffonde per tradizione orale: il "Jeli" (cantastorie) o "griot" (maestro della parola, del verbo o custode della storia orale, che raccontano i fatti storici), con i suoi strumenti come la Kora, il balafon (forma di silofono), percussioni ( tamburi o tam-tam ) ecc...

E-mail: papekanoute@libero.it

www.papekanoute.com

www.myspace.com/pape kanoute

Nel corso del viaggio, la danza, il teatro, il racconto dei "griots" e degli storici o uomini di cultura hanno scandito il ritmo dei tam-tam- dei djeli, dei bambini, dei "kankuarang" ( sciamani, guardiani della foresta e dei circoncisi ), come dei "troubadour" (trovatori) che vanno cantando da villaggio in villaggio, per portare i messaggi, accompagnare gli ospiti, verso un Senegal multiculturale, pieno di magia, di saggezza e di sorpresa. Nel frattempo i villaggi, le foreste erano lì a contemplare (guardare) e a sorridere la "Terranga" ( l'ospitalità ) del Senegalese e della popolazione di Kussanar, in particolare.

Il Video Jelicunda di Pape Siriam Kanouté

I Djeli, maestri dell’Arte e della parola

  • I Jeli o “djalò”-djali (in mandinga) sono des griots (l’etimologia della parola, viene dal portoghese “Criado” (Cantante) dell’Africa Occidentale, il più anziano messaggero delle corti reali, detentori della parola sparsi oggi un pò dappertutto: Guinea-Mali-Senegal-Gambia- Guinea Bissau. Sono dei veri poeti della parola. Dai peul delle rive del Senegal “Futakaw” detti oggi

toucouleur ( tutti i colori ) i griot sono chiamati dei “gawlo” (i loro strumenti sono monocorde “Khalam”) e per le donne griot utilizzano strumenti di ferro che fungono da percussione, come

tra l’altro dalle donne griote dei mandingo, chiamate “djelimousso” (la donna cantante), dai “Wolof” ( lingua nazionale senegalese) i “Guewel”, che significa la stessa parola dai “mandingo” .

Battesimi, matrimoni, funerali, nuove nascite, le raccolte, ritmano oggi giorno le giornate dei griot, fanno parte delle ricchezze ancestrali e culturali del paese. I Peulh principalmente provengono dalla Repubblica della Guinea, i loro griot si chiamano “nyamakalabé” ( la casta degli artigiani ).

Esiste una grande diversità di griot nelle etnie, nati da matrimoni intercomunitari o da scambi commerciali, che si sono sviluppati dal Mali al Senegal, nello Ciad, Mauritania, Niger, Burkina-Faso, fino in Costa d’Avorio, Sierra Leone, Nigeria e Sudan o in altri paesi ancora dell’Africa dell’Ovest, dove le ricchezze delle tradizioni orali, delle epopee mandingo sono narrate e tramandate da generazione in generazione. Sono state innumerevoli racconti eroici e burleschi cantati dai griot. ” Non si diventa griot, griot si nasce dai legami particolari “. E’ puramente un legame di sangue, che costituisce l’essere un griot…(ndr). Fanno della musica e cantano.

Soundjata Keita e l’Impero Mande

La regione del MandéLa regione del Mandé

Nel XIII° Secolo, Soundjata Keita (il liberatore dell’impero mandè dalla dittatura dell’Imperatore di Sousoudougou in Guinea Soumangourou Kanté), é stato un precursore e un modello:

Ha sostituito l’unité alla divisione; ha codificato e promulgato in leggi dell’impero, i principi elaborati lungo i secoli per e dalla società “mandinga”. La legge fondamentale che ha così stabilito, é conosciuta sotto il nome di *”Carta del Mande”, di cui i griot hanno conservato la memoria. ( ce lo ricorda il famoso scrittore senegalese autore di ” l’Avventura ambigua “, ndr) (1961).

La Carta del Mande dice:

“Ogni uomo ha due parenti acquisiti ai quali dà rispetto e considerazione: i genitori della sua sposa, e la parola che ha pronunciato senza nessuna costrizione.” La Carta é stata emanata nella stessa epoca della Magna Carta

Si discrive così il griot dei nostri tempi

Oggi come oggi resta al griot solo la sua voce, il suo racconto, la sua arte di raccontare, fin dai tempi dell’Impero mandingo: in questa era moderna tutti si pensano griot, suonano i tamburi,

la kora, il balafon e altri tipi di strumenti ecc…ecc… Partecipano ai battesimi ai matrimoni, alle circoncisioni, fanno spettacoli vari, come dire il mondo alla rovescia, il nord verso Sud, il Sud verso Nord, bianchi, neri tutti si assomigliano e si uniscono per lo stesso messaggio, in una fusione unica per il metissaggio culturale, nella musica, nella percussione… Tra leggende e costumi si vive di interessi particolari, utilizzando la musica per dialogare, una metafora terapeutica della nuova generazione, per una nuova identità comune.

Anedotto: ho incontrato un artista bianco di nome Manuele, suonare alla metropolitana un djembe, meglio di alcuni africani, che strimpellano o che si appropriano di questo strumento o

questo mestiere, senza essere eredi a livello ancestrale,dei ritmi e suoni del Senegal, del profondo Sud della Casamance (cuore palpitante del folclore mandingo del paese), il cui maestro é Badara N’diaye di Louga con il “Seourouba” (sono 3 tam-tam: uno lungo e sottile, uno medio che funge da basso e uno piccolo per l’accompagnamento e anche oltre il suono é una danza, ndr), riconosciuto per le sue percussioni a livello internazionale. Badara vive oggi tra Roma, i Caraibi e Sudamerica. ” Tutte le strade portano in Africa “: i suoi colori- i suoi odori- i suoi sapori non lasciano scampo. La danza, le maschere, i riti e i rituali scandiscono il tempo.

Che bellezza!

Pape Sirman Kanouté, discendente da una grande famiglia griot, talentuoso narratore, é un nome che rimarrà scolpito sicuramente, a lungo nella storia della musica africana dei griot in Italia. Kanouté é artista intramontabile, appassionato di musica e di tradizioni…

Gli uomini vanno e vengono dall’alba dei tempi; non si sono mai fermati e non si fermeranno mai.

Dove passano, lasciano delle impronte che possono durare nel tempo o sparire nel nulla.

“Se vuoi conoscere una persona vai a trovarla a casa sua.”

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